Risoluzione del Parlamento europeo sul processo di Barcellona rivisitato (2005/2058(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la Dichiarazione di Barcellona adottata durante la conferenza euromediterranea il 28 novembre 1995, che istituisce un Partenariato euromediterraneo con un dettagliato programma di lavoro,
– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo "Decimo anniversario del Partenariato euromediterraneo: Un programma di lavoro per far fronte alle sfide dei prossimi cinque anni" (COM(2005)0139) e i suoi allegati (SEC(2005)0482 e SEC(2005)0483),
– visti la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo "Europa ampliata ‐ Prossimità: Un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali (COM(2003)0104), il suo documento di strategia "Politica europea di prossimità" (COM(2004)0373), la sua proposta per uno Strumento europeo di vicinato e partenariato (COM(2004)0628), la sua comunicazione concernente piani d'azione nel quadro della politica europea di prossimità (COM(2004)0795) e i piani d'azione per Israele, Giordania, Marocco, Autorità autonoma palestinese e Tunisia,
– viste le conclusioni della Conferenze ministeriali euromediterranee e delle Conferenze ministeriali settoriali che si sono tenute dall'avvio del processo di Barcellona, in particolare le conclusioni della VII Conferenza euromediterranea dei ministri degli Affari esteri, che ha avuto luogo a Lussemburgo il 30 e 31 maggio 2005,
– visto il Partenariato strategico per il Mediterraneo e il Medio Oriente che il Consiglio europeo ha adottato nel giugno 2004,
– viste le dichiarazioni delle cinque plenarie del Forum parlamentare euromediterraneo, pubblicate tra la sua creazione, nel novembre 1998, e la sua trasformazione nell'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) in occasione della VI Conferenza ministeriale, tenutasi a Napoli il 2 e 3 dicembre 2003,
– viste le priorità politiche della Presidenza dell'APEM, attualmente assicurata dal Parlamento europeo (dichiarazione del 21 aprile 2005), volte ad intensificare il dialogo sui diritti umani con i parlamenti dei paesi partner,
– vista la risoluzione del 15 marzo 2005, adottata, al Cairo, dalla prima Assemblea parlamentare euromediterranea,
– vista la sua risoluzione del 12 febbraio 2004 su "Nuovo impulso alle azioni dell'UE coi partner mediterranei nel campo dei diritti dell'uomo e della democratizzazione"(1),
– vista la sua risoluzione del 20 novembre 2003 su "Europa ampliata – Prossimità: Un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali"(2),
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla politica mediterranea dell'Unione europea,
– viste le relazioni annuali sullo sviluppo umano nei paesi arabi per il 2002, il 2003 e il 2004 elaborate dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUS),
– vista la relazione "Barcellona Plus: verso una comunità euromediterranea di stati democratici" pubblicata dalla Euro-Mediterranean Study Commission nell'aprile 2005,
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per gli affari esteri e i pareri della commissione per il commercio internazionale e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A6-0280/2005),
A. considerando che la promozione e il rispetto della democrazia, dei diritti dell'uomo, dello Stato di diritto e delle libertà fondamentali sono principi e priorità fondamentali dell'Unione europea e costituiscono la base fondamentale per lo sviluppo della regione mediterranea,
B. considerando il contenuto degli accordi di associazione euromediterranei, e in particolare dell'articolo 2, il quale stabilisce che il rispetto dei principi democratici e dei diritti fondamentali ispira le politiche interne ed esterne delle parti e costituisce, inoltre, un elemento essenziale degli accordi,
C. considerando che, nella sua risoluzione del 23 febbraio 2005 sul partenariato euromediterraneo(3), il Parlamento ha invitato il Consiglio e la Commissione a intensificare i loro sforzi per rafforzare la democrazia nei paesi mediterranei, nonché a contribuire e a promuovere le necessarie riforme politiche, economiche e sociali,
D. considerando che la politica mediterranea costituisce una delle grandi priorità della politica estera dell'Unione europea e che il processo di Barcellona non ha che da guadagnare, in termini di efficienza, da una politica estera e di sicurezza comune coerente da parte dell'Unione europea, la quale in questo modo accrescerebbe anche la propria credibilità,
E. considerando che l'Europa allargata ha un forte interesse alla creazione di un sistema coerente di relazioni con i paesi vicini della regione mediterranea e del Medio Oriente, basato sui suddetti principi e valori, nonché su un dialogo tra le culture e le religioni, e mira a un partenariato globale che comprenda una liberalizzazione politica ed economica, una crescita economica sostenibile ed una prosperità condivisa,
F. considerando che un prospero e democratico sviluppo del partenariato euromediterraneo dipende, in larga misura, dalla volontà dei paesi partner e delle loro popolazioni di condividere valori comuni di democrazia e rispetto dei diritti umani, in un vero spirito di cooperazione simmetrica, di uguaglianza, di partecipazione e proprietà comuni, nonché di corresponsabilità,
G. considerando che la politica europea di prossimità mira a potenziare tale partenariato, fornendo un'ulteriore opportunità di approfondire le relazioni, rafforzare il dialogo politico e integrare i paesi partner nelle politiche dell'Unione europea,
H. considerando che la Dichiarazione di Barcellona, del 28 novembre 1995, ha costituito un punto di svolta nelle relazioni tra l'Unione europea e i suoi vicini mediterranei,
I. considerando che il partenariato euromediterraneo, che associa meccanismi di consultazione e procedure decisionali a carattere bilaterale e multilaterale, è unico per il suo campo di applicazione e per lo spirito che lo ispira e deve essere, pertanto, preservato, stimolato e nuovamente valutato alla luce dei risultati conseguiti per poter concretizzare gli ambiziosi obiettivi che gli erano stati inizialmente conferiti,
J. constatando tuttavia che la dimensione regionale del partenariato ha avuto un'evoluzione assai limitata, mentre essa dovrebbe essere seriamente sviluppata e godere di maggiori risorse finanziarie, come previsto all'inizio del processo,
K. considerando che il ritiro israeliano da Gaza va visto come un solo passo, anche se importante, sulla "road map" verso una soluzione globale del conflitto mediorientale che, se seguito da ulteriori passi da entrambe le parti, potrebbe dare nuovo slancio al processo di Barcellona,
L. considerando che il bilancio della revisione del Partenariato, a dieci anni dalla sua creazione, è ambiguo visto che, da un lato, sono stati ottenuti numerosi successi ma, dall'altro, resta ancora molto da fare per realizzare le piene potenzialità offerte dalla Dichiarazione di Barcellona,
M. considerando che le relazioni bilaterali hanno prevalso sul quadro multilaterale anche a causa della debolezza dei paesi partner e delle difficoltà incontrate nello sviluppare e rafforzare le relazioni sud-sud,
N. considerando che in occasione del vertice di Barcellona del 27 e 28 novembre 2005 devono essere fissate priorità chiare e praticabili per il prossimo futuro, imparando dagli errori e dagli stalli del passato, sforzandosi di ottenere risultati concreti a breve e medio termine,
O. considerando che il sostegno alla riforma dell'insegnamento, una gestione comune dei movimenti demografici e dei flussi migratori, nonché un'intensificazione del dialogo - anche tra le diverse religioni - e dell'assistenza per strategie concertate di lotta al terrorismo sembrano essere potenziali settori per un rafforzamento della cooperazione tra partner euromediterranei,
P. considerando che il successo con cui si è conclusa la prima riunione dell'Assemblea parlamentare euromediterranea, nel marzo 2005, nonché altri progressi istituzionali registrati nel quadro del partenariato euromediterraneo, spianano la strada al rafforzamento della sua dimensione politica multilaterale,
Q. considerando che è importante rafforzare questa dimensione anche attraverso una maggiore partecipazione della società civile e degli attori non governativi a tale processo,
R. considerando che la celebrazione, nel 2005, dell'anno del Mediterraneo, dovrebbe contribuire ad aumentare la visibilità del processo di Barcellona e a sensibilizzare ulteriormente i cittadini in merito alle sue attività,
1. si compiace per la recente comunicazione in cui la Commissione europea passa in rassegna dieci anni di partenariato e individua settori specifici di cooperazione - diritti umani e democrazia, sviluppo economico sostenibile e riforme, istruzione - che potrebbero essere potenziati nel corso dei prossimi cinque anni;
2. condivide l'opinione secondo la quale anche se il partenariato non ha ancora realizzato tutti i benefici previsti e non ha contribuito, come avrebbe potuto, all'abbassamento delle tensioni nella regione, sono ancora possibili miglioramenti e, di conseguenza, il processo di Barcellona resta il quadro indicato per la politica mediterranea, ferma restando la necessità di apportarvi modifiche per conseguire risultati migliori;
3. sottolinea che per essere efficace la politica euromediterranea deve essere dotata di un bilancio conforme alle sue ambizioni;
4. deplora che il partenariato euromediterraneo non abbia ancora un effetto diretto sui grandi conflitti irrisolti che dividono la regione mediterranea, benché il dialogo sia stato avviato sulla base di azioni concrete nel quadro di gruppi di lavoro;
5. ricorda che lo sviluppo della democrazia è uno degli obiettivi del processo di Barcellona e che esso va conseguito promuovendo riforme politiche che vedano coinvolti la società civile e tutti i gruppi e movimenti politici che rifiutano l'uso della violenza;
6. ritiene che uno dei principali problemi da affrontare sia quello di una maggiore partecipazione di tutti i partner mediterranei al processo decisionale nel quadro del partenariato, in modo tale da incoraggiare le iniziative congiunte e potenziare la responsabilità condivisa;
7. si compiace della creazione della piattaforma non governativa Euromed che ha tenuto la sua riunione costitutiva nel Forum civile dell'aprile 2005, a Lussemburgo; sottolinea, a tale riguardo, l'importanza di coinvolgere e sviluppare una stretta cooperazione con tale piattaforma, al fine di ampliare la partecipazione al partenariato euromediterraneo e di aumentare la sensibilizzazione dell'opinione pubblica su questo processo;
8. considera essenziale che il dialogo politico sia integrato da una più intensa cooperazione sul piano culturale e sociale e questo anche al fine di valorizzare i contributi e le priorità che emergono da un numero crescente di analisi provenienti dal mondo arabo e mediterraneo e che hanno trovato espressione nei recenti rapporti annuali del PNUS;
9. si compiace della creazione dell'Assemblea parlamentare euromediterranea e chiede che in futuro essa sia dotata dei mezzi e delle strutture amministrative necessari per garantirne la visibilità e assicurarne il buon funzionamento;
10. è convinto non solo che la futura cooperazione debba essere ispirata alle esigenze della politica di sicurezza dell'Unione europea o ad altri aspetti ad essa collegati, ma anche che occorra porre l'accento sul legame esistente tra i tre ambiti della cooperazione (pace, scambi commerciali e società civile); riconosce in particolare, a questo proposito, il nesso esistente tra sicurezza e sviluppo e la rilevanza delle questioni socio-economiche per i paesi della sponda meridionale del Mediterraneo;
11. si rammarica del fatto che la proposta contenuta nella dichiarazione iniziale di Barcellona, secondo la quale la Commissione avrebbe dovuto organizzare ogni anno una riunione dei rappresentanti delle città e delle regioni per permettere loro di fare il bilancio delle comuni sfide e scambiarsi le loro esperienze, non abbia mai avuto seguito e invita la Commissione a realizzare questa iniziativa nel quadro del nuovo partenariato euromediterraneo;
12. ritiene che la politica europea di prossimità, che poggia sui risultati del processo di Barcellona e si fonda sui principi di una partecipazione congiunta e di una differenziazione, dovrebbe potenziare le forme esistenti di cooperazione nel quadro di Euromed, al fine di offrire ai paesi partner la possibilità di partecipare ai programmi e alle politiche dell'Unione europea, sulla base di priorità e di obiettivi fissati di comune accordo, e questo sulla base di una costante applicazione del principio della cooperazione regionale e sub-regionale (come pure locale e comunale) sia da parte dei partner euromediterranei che dei suoi stessi Stati membri;
13. ricorda che l'integrazione regionale sud-sud è fondamentale per conseguire un contesto stabile di prosperità condivisa, come dimostrano l'esempio e l'esperienza dell'Unione europea;
14. ricorda che uno dei principali obiettivi sia della politica mediterranea dell'Unione europea che della politica europea di prossimità consiste nel sostenere ed incoraggiare le riforme politiche (avanzamento del processo di democratizzazione, rafforzamento del pluralismo e dello Stato di diritto, maggior rispetto dei diritti umani) così come le riforme economiche e sociali;
15. si compiace dell'istituzione di una sottocommissione per i diritti umani con la Giordania e con il Marocco, nel quadro dei pertinenti accordi di associazione, e chiede che analoghe sottocommissioni per i diritti umani siano istituite nel quadro degli altri accordi di associazione, al fine di sviluppare un dialogo strutturato sui diritti umani e la democrazia; ritiene che le sottocommissioni costituiscano un elemento chiave dei piani d'azione; sottolinea che è importante consultare e coinvolgere la società civile nell'attività di tali sottocommissioni per poter meglio monitorare la situazione dei diritti umani; sottolinea altresì la necessità per il Parlamento di essere strettamente associato all'attività e al seguito di queste sottocommissioni;
16. ribadisce il proprio sostegno ai difensori dei diritti umani e si compiace dell'adozione degli orientamenti sui difensori dei diritti umani; invita, a tal fine, il Consiglio ad esercitare la pressione necessaria sui partner mediterranei affinché adempiano all'obbligo di rispettare i diritti dei difensori dei diritti umani e di garantirne la protezione;
17. ricorda che la creazione di uno spazio di prosperità condivisa è un obiettivo fondamentale del partenariato euromediterraneo e che questo obiettivo presuppone la realizzazione di progressi in termini di riduzione della povertà nella regione e superamento della frattura economica tra Nord e Sud; prende atto del fatto che i paesi partner hanno realizzato considerevoli progressi verso il raggiungimento della stabilità macroeconomica e che la liberalizzazione del commercio dei beni è in netto miglioramento;
18. si compiace a tale riguardo della creazione, nel 2002, del Fondo euro-mediterraneo d'investimento e di partenariato nel quadro della Banca europea per gli investimenti, ma chiede di riaprire una riflessione tra gli Stati membri dell'Unione europea e i partner euromediterranei per fare di questa iniziativa un vero e proprio strumento finanziario di cooperazione, aperto alla partecipazione dei paesi della regione euromediterranea interessati;
19. sottolinea l'importanza della creazione di una zona di libero scambio entro il 2010 e auspica l'applicazione rapida del principio del cumulo d'origine - un sistema che consentirà ai prodotti fabbricati con materie prime provenienti da diversi paesi mediterranei di accedere liberamente al mercato comunitario, al fine di favorire una maggiore integrazione Sud-Sud;
20. prende atto dei progressi compiuti verso la creazione di una zona di libero scambio entro il 2010 e l'inizio di una strategia per la liberalizzazione del commercio nel settore agricolo; chiede che, in tale processo, siano integrati i criteri relativi allo sviluppo sostenibile e che sia svolta una valutazione ambientale corretta e approfondita di ciascuna fase; invita la Commissione a elaborare uno studio sull'impatto delle liberalizzazione del commercio dei prodotti dell'agricoltura e della pesca nell'area euromediterranea;
21. constata che, mentre la liberalizzazione del commercio dei beni migliora considerevolmente, si amplia il disavanzo degli scambi commerciali a danno dei partner mediterranei dell'Unione europea;
22. constata che, nonostante le speranze nutrite all'inizio del processo, i paesi partner mediterranei non hanno beneficiato in termini di benessere economico di tali aperture commerciali e versano tuttora in una situazione economica difficile con un tasso di disoccupazione molto elevato e uno scarso livello di investimenti che, visto il loro tasso altissimo di giovani, influiscono sui flussi migratori;
23. ritiene che la parte economica del partenariato debba essere riorientata verso la coesione sociale e lo sviluppo economico sostenibile, visto che la liberalizzazione degli scambi economici non può essere il solo obiettivo e deve avere un adeguato quadro giuridico;
24. chiede che la Commissione e gli Stati membri si assicurino che le prossime prospettive finanziarie prevedano un finanziamento sufficiente per il sostegno alla transizione economica dei paesi partner mediterranei e che l'importo di riferimento finanziario assegnato al nuovo strumento finanziario di vicinato e partenariato consenta di assicurare una certa stabilità e continuità dell'assistenza europea nella zona mediterranea (cfr. ex programma MEDA);
25. ritiene necessario che il programma di lavoro della Commissione affronti e si concentri anche sulle conseguenze sociali della transizione nei paesi del Mediterraneo meridionale, tenendo conto delle diverse esigenze e priorità dei paesi partner;
26. è del parere che la situazione economica dei paesi partner mediterranei necessiti di un sostegno significativo per i progetti d'infrastruttura, specialmente nei settori dei trasporti, dell'approvvigionamento di acqua potabile e degli alloggi;
27. ritiene che le entrate derivanti dai giacimenti di petrolio e gas naturale scoperti nella regione dovrebbero essere destinate in maggior misura allo sviluppo economico e sociale della regione stessa ed essere utilizzate in modo assolutamente trasparente, nell'interesse di tutta la popolazione;
28. auspica un potenziamento delle infrastrutture di trasporto di merci e persone nell'area euromediterranea, con particolare attenzione ai porti;
29. ricorda l'importanza di promuovere progetti concreti di cooperazione in piccola scala sul territorio; ritiene che le piccole e medie imprese possano considerevolmente contribuire all'aumento della prosperità nei paesi partner e raccomanda, pertanto, l'adozione di misure volte a promuovere la crescita economica e il consumo, in particolare attraverso l'impiego di prestiti e di strumenti di microcredito;
30. sottolinea l'importanza di rispondere ai problemi incontrati dal settore del tessile sostenendo il partenariato euromediterraneo, partenariato che favorisce la cooperazione e la competitività del settore attraverso una politica volontaria di sostegno alla formazione, alla ricerca e sviluppo, all'innovazione tecnologica, alla diffusione delle buone pratiche e agli scambi di informazioni sui mercati; raccomanda la realizzazione di una rete euromediterranea di scuole, di istituti di formazione e di centri tecnici specializzati nella filiera tessile/abbigliamento per la promozione del partenariato tecnico, della formazione e dei programmi di ricerca comuni;
31. ritiene che la cooperazione decentrata tra autorità regionali e locali possa contribuire alla costruzione di istituzioni e capacità a livello locale, nonché ad una maggiore visibilità e alla proprietà del partenariato; sottolinea che i progetti di cooperazione concreti, su scala ridotta, tra città, siano essi bilaterali o regionali oppure transregionali, su una serie di questioni legate allo sviluppo urbano sostenibile (ad esempio, gestione dei rifiuti e delle acque, fornitura di acqua pulita) possono produrre risultati tangibili per i cittadini e miglioramenti immediati della loro qualità di vita;
32. prende atto del fatto che, nel corso degli ultimi anni, sono stati registrati notevoli progressi quanto all'accelerazione dell'attuazione di progetti e programmi nel quadro di MEDA, segnatamente grazie a una radicale revisione della programmazione dell'aiuto della Commissione e all'importante ruolo attribuito agli attori operanti sul territorio; deplora tuttavia il fatto che, nel progetto di bilancio per l'esercizio 2006, il Consiglio abbia ridotto gli importi destinati al programma MEDA, soprattutto per quanto concerne la linea relativa alla riforma istituzionale, allo sviluppo democratico e ai diritti umani, alle riforme economiche e sociali e alla cooperazione subregionale; ritiene che tale riduzione non sia coerente con l'impulso di cui ha bisogno il processo di Barcellona;
33. ritiene che questo sia il momento di valorizzare le attività del partenariato euromediterraneo e di tener conto delle possibilità offerte dalla politica europea di prossimità per avvicinarsi ai cittadini;
34. raccomanda che, in futuro, venga messo l'accento, in modo particolare, su un determinato numero di attività, a livello multilaterale e bilaterale, da scegliere di comune accordo, per le quali sarebbe opportuno passare ad una velocità superiore e privilegiare ulteriormente i risultati;
35. ritiene che lo sviluppo della democrazia nella regione sia una delle questioni centrali per l'Europa: il partenariato euromediterraneo esiste non soltanto con i paesi partner ma anche con gli attori non statali e la società civile; raccomanda pertanto che, ad esempio, l'iniziativa europea per la democrazia e i diritti dell'uomo (EIDHR), un programma comunitario che finanzia diversi progetti, sia utilizzata in più ampia misura per avviare progetti di democratizzazione di vario tipo;
36. ritiene che una delle priorità principali dovrebbe essere costituita dalla cooperazione sulla protezione civile e la tutela dell'ambiente e per far fronte alle calamità naturali e che, in tale ambito, occorra accelerare le procedure per l'introduzione di un sistema di allarme tempestivo nel bacino del Mediterraneo, onde prevenire tali calamità;
37. richiama l'attenzione sul fatto che, negli ultimi anni, nel bacino del Mediterraneo così come in molti Stati membri si sono registrati un deterioramento dell'equilibrio ambientale, un aggravamento dell'inquinamento, una crescente penuria d'acqua, uno sviluppo urbano incontrollato e fenomeni di speculazione, specialmente lungo le coste; ritiene che occorra dar maggior impulso al varo di politiche ambientali in tutta la regione, giacché si tratta di un elemento fondamentale di qualsiasi politica di sviluppo sostenibile;
38. ritiene che una delle principali priorità sia il potenziamento dell'insegnamento e della formazione professionale, di importanza fondamentale per lo sviluppo economico e sociale dei paesi mediterranei; chiede che venga accordata un'attenzione particolare alle donne e alle categorie sfavorite, come le popolazioni analfabete, le giovani studentesse, i rifugiati e gli sfollati, nonché i residenti in zone rurali e periferiche; ritiene che sia necessario un atteggiamento più strategico per sostenere gli sforzi dei paesi partner mediterranei in materia di riforma scolastica e di modernizzazione istituzionale in tale settore; invita, in particolare, il Consiglio, gli Stati membri e la Commissione a creare e sostenere i programmi di scambi per studenti, universitari e ricercatori e i partenariati tra città e aree geografiche nonché ad intensificare gli scambi a livello parlamentare; sottolinea, al riguardo, l'importanza di sviluppare ulteriormente il programma "Erasmus Mundus" e il programma "Gioventù in azione" per il 2007-2013, al fine di rafforzare gli scambi interculturali nei paesi mediterranei;
39. si compiace dell'istituzione e dell'inaugurazione della Fondazione euromediterranea Anna Lindh per il dialogo tra le culture; è convinto che la sua azione possa dare un contributo decisivo al miglioramento della comprensione reciproca e sfruttare al massimo il patrimonio comune;
40. invita la Commissione, gli Stati membri e i paesi aderenti al partenariato euromediterraneo a esplorare modalità e meccanismi per sostenere l'istituzione, il potenziamento e lo sviluppo delle reti nazionali della Fondazione Anna Lindh in tutti i 35 paesi partner; invita la Fondazione a contribuire alla visibilità e alla comproprietà del processo di Barcellona, al fine di dare un volto al partenariato euromediterraneo sia a livello nazionale che regionale;
41. chiede che nell'area del Mediterraneo sia tutelata e promossa la libertà di stampa e di opinione, in modo tale da assicurare il libero esercizio dell'attività da parte degli operatori del settore della comunicazione e da garantire quello sviluppo democratico sinora rivelatosi carente nella regione;
42. è convinto che, vista la situazione mondiale attuale, sia necessario un serio dialogo interculturale fra le parti, che comprenda misure come quelle raccomandate nella relazione del gruppo di consulenti ad alto livello per il dialogo tra i popoli e le culture nell'area euromediterranea istituito nel 2003 da Romano Prodi;
43. ritiene che il partenariato euromediterraneo, che si basa sulla responsabilità comune, debba promuovere il dialogo religioso tra Cristianesimo, Islam e Ebraismo, non solo nell'ambito dell'istruzione e diffusione delle conoscenze, ma anche nell'ambito della lotta contro il terrorismo, che rappresenta una delle sfide mondiali;
44. raccomanda la realizzazione di attività accademiche congiunte, con la partecipazione di esperti e tecnici, sul ruolo dell'Islam in società democratiche e aperte, nonché l'analisi delle cause che a volte possono indurre ad atti violenti gli appartenenti a una comunità culturale-religiosa;
45. sottolinea che i flussi migratori e l'inserimento sociale degli immigrati sono un altro aspetto fondamentale del partenariato euromediterraneo; ritiene che gli accordi di associazione e i piani d'azione che rientrano nella politica di prossimità siano gli strumenti appropriati per favorire una gestione comune dei movimenti demografici e dei flussi migratori; suggerisce, a tale riguardo, che il nuovo Strumento europeo di prossimità venga utilizzato per sostenere la cooperazione transfrontaliera tra i partner; sottolinea la necessità di affrontare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e le sue gravi ripercussioni negative, compresi aspetti fondamentali come la negoziazione di accordi di riammissione e la lotta energica contro il traffico di esseri umani, che causa la perdita di vite umane e provoca molte sofferenze; ricorda l'esigenza di consultare le autorità locali e regionali in questo settore, vista la loro esperienza e responsabilità per quanto riguarda l'integrazione sociale degli immigrati, l'accoglienza dei richiedenti asilo e la delicata questione dei residenti privi di documenti e delle persone alle quali l'asilo è stato rifiutato;
46. ricorda che tutta la cooperazione in materia di migrazione deve rispettare il diritto internazionale umanitario e in materia di diritti umani; ribadisce la necessità che tutti gli accordi di riammissione siano pubblici e che sia rispettato il principio del "non refoulement" sancito dall'articolo 33 della Convenzione di Ginevra del 1951, relativa allo status dei rifugiati; respinge il principio della creazioni di "portali" e/o campi nei paesi confinanti con l'Unione europea;
47. sottolinea che la promozione della presenza delle donne nei settori economici, sociali e culturali, così come nella vita politica dei singoli paesi, deve essere lo strumento fondamentale per consolidare la democrazia e far fronte alla discriminazione della donna; chiede parimenti che la prospettiva della parità di genere sia integrata in modo trasversale nelle principali attività del partenariato euromediterraneo;
48. invita pertanto i governi dei paesi partner a riconoscere, a rispettare e a tutelare i diritti fondamentali e lo statuto della donna quali sono codificati nei trattati internazionali e lancia un appello ai governi di tali paesi affinché accelerino le riforme legislative, amministrative e di altro tipo nella prospettiva di stabilire l'uguaglianza giuridica fra le donne e gli uomini nella vita familiare e pubblica, nonché a integrare l'uguaglianza dei sessi in tutte le loro politiche con obiettivi a breve e a lungo termine;
49. invita la Commissione a fornire informazioni qualitative e quantitative relativamente all'applicazione e all'esecuzione concreta degli impegni finanziari assunti nel quadro della cooperazione bilaterale (accordi di associazione), nonché in quello della cooperazione regionale MEDA II (fase attuale), a sostegno della partecipazione attiva delle donne alla vita politica, economica e sociale;
50. si compiace del recente rilancio del primo programma regionale per la partecipazione delle donne alla vita e allo sviluppo economico e sociale (programma la cui attuazione era stata decisa già nel 2001) e invita la Commissione ad estenderne il campo e la tematica ad azioni d'informazione e di sensibilizzazione sull'immagine della donna e l'importanza del suo ruolo nel processo di democratizzazione;
51. esprime la propria inquietudine dinanzi alle evidenti discriminazioni che le donne subiscono sul mercato del lavoro, nei sistemi scolastici e di formazione professionale, nella partecipazione politica e civica, nonché dinanzi ai gravi problemi che esse affrontano, come la violenza; invita i paesi partner a dar prova di un'effettiva volontà politica e di efficacia operativa per far evolvere la mentalità e promuovere l'uguaglianza fra le donne e gli uomini;
52. sottolinea la necessità che i partner euromediterranei definiscano nuovi programmi per incoraggiare la cooperazione, tanto tra le autorità di polizia quanto tra le autorità giudiziarie, e garantire che la lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo sia oggetto di un'azione concertata; chiede che tutti gli Stati ratifichino quanto prima la convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale e i relativi protocolli addizionali sul traffico di esseri umani e il contrabbando di clandestini; sottolinea che i partner euromediterranei condividono l'impegno nei confronti dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e invita pertanto il Consiglio, gli Stati membri e la Commissione a sostenere attivamente l'obiettivo dell'accordo euromediterraneo di garantire il rispetto dei diritti umani tramite un dialogo politico permanente con i paesi partner; sottolinea inoltre che essi condividono un'esperienza comune per quanto riguarda il terrorismo, il che dovrebbe permettere loro di collaborare per dissuadere gli elementi dissidenti dal ricorso al terrorismo e ad attentati violenti, per sviluppare una capacità dei poteri pubblici nel contrastare gli atti terroristici e per difendere i diritti dell'uomo nella lotta contro il terrorismo; ricorda che gli atti terroristici, quale che sia la loro natura, costituiscono essenzialmente un attacco diretto contro i diritti e le libertà dei cittadini, sanciti nella Dichiarazione universale sui diritti dell'uomo, nonché contro la democrazia e il principio di legalità;
53. sottolinea ancora una volta, a tale riguardo, che la lotta contro il terrorismo non deve assolutamente essere perseguita a scapito delle libertà civili e dei diritti umani; si compiace della crescente cooperazione in tale settore, ma chiede procedure più aperte e trasparenti e sostiene la proposta relativa ad un codice di condotta in questo campo;
54. deplora il fatto che non siano stati realizzati progressi sostanziali nel campo della democrazia e dei diritti umani e sottolinea, a tale riguardo, l'importanza dei piani d'azione della politica europea di prossimità, volti a definire impegni chiari per le azioni dei paesi partner, al fine di migliorare il processo di democratizzazione e il rispetto dei diritti umani; sottolinea il fatto che le priorità dei piani d'azione costituiranno dei punti di riferimento che vanno monitorati e valutati ad intervalli regolari;
55. invita, a tale riguardo, la Commissione a coinvolgere pienamente il Parlamento nella valutazione dell'attuazione dei piani d'azione della politica europea di prossimità che dovrebbero prevedere clausole sospensive chiare comprendenti l'eventualità che i parametri relativi alla democratizzazione e ai diritti umani non siano rispettati;
56. invita la Commissione a considerare le questioni legate ai diritti umani come criterio di valutazione quando verifica la conformità con gli accordi tra l'Unione europea e i paesi partner e auspica che la Commissione riferisca ogni anno sui risultati nel quadro del partenariato euromediterraneo;
57. invita il Consiglio e la Commissione ad attivare le clausole di sospensione degli accordi di associazione euromediterranea nei casi di violazione dei diritti dell'uomo e delle libertà democratiche;
58. ribadisce il suo invito a tutte le parti contraenti degli accordi di associazione euromediterranei a tradurre la clausola sui diritti umani e la democrazia in un programma d'azione volto a potenziare e promuovere il rispetto dei diritti umani e a creare un meccanismo per il regolare monitoraggio dell'osservanza dell'articolo 2 dell'accordo di associazione; invita la Commissione ad istituire sottocommissioni per i diritti umani il cui ruolo sarebbe quello di monitorare l'applicazione della clausola sui diritti umani e a coinvolgere pienamente il Parlamento europeo e la società civile nelle sottocommissioni; invita la Commissione, in vista del decimo anniversario del processo di Barcellona, ad elaborare una relazione pubblica sull'attuazione della politica in materia di diritti umani e democrazia nei paesi mediterranei, sulla cui base sviluppare ulteriormente il partenariato;
59. propone che la cooperazione tra l'Unione europea e i paesi mediterranei in materia di sicurezza prosegua e si approfondisca; in tale prospettiva si compiace dell'inserimento delle clausole sulla non proliferazione delle armi di distruzione di massa negli ultimi accordi e piani d'azione; sottolinea che tali misure devono essere attuate da tutti i paesi partner senza eccezioni, al fine di poter dichiarare il Mediterraneo zona priva di armi di distruzione di massa; chiede l'ulteriore coinvolgimento dei paesi partner nella politica europea di sicurezza e di difesa; chiede al Consiglio di prevedere la possibilità di consultare, ogni volta che vi siano coinvolti, i nostri partner mediterranei sulle questioni della PESC all'ordine del giorno associandoli, laddove è necessario, alle riunioni del Consiglio "Affari generali e relazioni esterne";
60. ritiene che, tenuto conto delle passate lacune del processo di Barcellona, una volontà politica ed una visione pragmatica siano, più che mai, una condizione fondamentale per la riuscita di tale partenariato;
61. ricorda che l'Assemblea parlamentare euromediterranea è un elemento fondamentale del dialogo politico euromediterraneo e che in futuro occorrerà rafforzare il suo ruolo nel processo decisionale euromediterraneo;
62. ricorda a coloro che parteciperanno alla riunione straordinaria di alto livello che si terrà a Barcellona il 27 e 28 novembre 2005 che la celebrazione del decimo anniversario del partenariato euromediterraneo deve essere accompagnata dalla definizione di un chiaro e risoluto insieme di priorità e di azioni per l'avvenire; ritiene altresì opportuno ribadire i principi costitutivi della Dichiarazione di Barcellona, così come la volontà degli Stati membri di costruire una comunità di paesi democratici che darà impulso alle relazioni tra i paesi del Mediterraneo; chiede in modo particolare a tutti gli Stati membri dell'Unione europea di concentrare i loro sforzi per imprimere, in futuro, un nuovo slancio al processo di Barcellona;
63. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla prossima riunione straordinaria ad alto livello, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti nazionali degli Stati membri e dei paesi partner del processo di Barcellona, nonché all'Assemblea parlamentare euromediterranea.