Indice 
 Precedente 
 Seguente 
 Testo integrale 
Ciclo di vita in Aula
Ciclo dei documenti :

Testi presentati :

RC-B6-0592/2005

Discussioni :

Votazioni :

PV 17/11/2005 - 12.3

Testi approvati :


Testi approvati
PDF 193kWORD 39k
Giovedì 17 novembre 2005 - Strasburgo
Birmania/Myanmar
P6_TA(2005)0444RC-B6-0592/2005

Risoluzione del Parlamento europeo sulla Birmania

Il Parlamento europeo,

–   vista la risoluzione sulla situazione dei diritti dell'uomo in Myanmar, approvata il 14 aprile 2005 nella 61a sessione della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo e la risoluzione sulla situazione dei diritti umani in Myanmar, approvata il 23 dicembre 2004 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite,

–   vista la relazione sulla situazione dei diritti umani a Myanmar, pubblicata dal Segretario generale delle Nazioni Unite il 10 ottobre 2005,

–   vista la dichiarazione del presidente della settima riunione di ministri degli Affari esteri dell'ASEM, svoltasi a Kyoto il 6 e 7 maggio 2005,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sulla Birmania, in particolare quella del 12 maggio 2005(1),

–   visto l'articolo 115, paragrafo 5, del suo regolamento,

A.   considerando che il popolo birmano è vittima di violazioni dei diritti umani, tra cui lavori forzati, persecuzioni dei dissidenti, arruolamento di bambini nell'esercito, stupri e saccheggi da parte delle truppe governative, deportazioni,

B.   considerando che, nel quadro della strategia dei "quattro tagli", i militari birmani praticano brutalità e atti di repressione nei confronti della popolazione nei sette Stati etnici della Birmania,

C.   considerando che la sesta riunione dei ministri degli Affari esteri dell'ASEM, che si è tenuta a Kildare il 17 e 18 aprile 2004, ha chiaramente definito le condizioni dell'adesione della Birmania all'ASEM, tra cui la liberazione di Aung San Suu Kyi come condizione minima, la concessione della libertà d'azione alla Lega nazionale per la democrazia (LND) e l'avvio di un autentico dialogo politico con i sostenitori della democrazia e i gruppi etnici in Birmania,

D.   considerando che il regime birmano non ha soddisfatto nessuna di queste condizioni,

E.   considerando che, il 6 luglio 2005, il governo della Birmania ha rilasciato 249 prigionieri politici, fra cui dissidenti e attivisti della LND ma che, secondo il relatore speciale della commissione per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani a Myanmar, oltre 1.000 persone sono ancora detenute per motivi politici,

F.   considerando che la Convenzione nazionale birmana si riunirà nel dicembre 2005 senza la partecipazione della LND e senza il dovuto processo democratico, ovvero senza garantire un'adeguata rappresentanza del popolo birmano,

G.   considerando che il 2 novembre 2005 la dittatura militare birmana ha condannato Hkun Htun Oo, presidente della Lega delle nazionalità shan per la democrazia, a 90 anni di reclusione, il generale Hso Hten, presidente del Consiglio di pace dello Stato di Shan, a 106 anni di reclusione e altri otto dirigenti shan a 70 anni di reclusione ciascuno, due dei quali sono in carcere già dal febbraio 2005 e non hanno potuto farsi assistere da un avvocato di loro scelta né vedere la propria famiglia,

H.   considerando che nel giugno 2005 l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) ha deciso di "riattivare" le misure che aveva adottato nel giugno 2000, invitando i propri membri a rivedere le loro relazioni con la Birmania (in virtù dell'articolo 33 della Costituzione dell'OIL) a causa del persistente ricorso su vasta scala al lavoro forzato,

I.   considerando che la relazione commissionata dall'ex Presidente della Repubblica ceca Vaclav Havel e dall'Arcivescovo Desmond Tutu ("Threat to Peace – A Call for the UN Security Council to Act in 'Burma'") dimostra chiaramente la necessità di un'azione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,

1.   invita il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a esaminare con urgenza la situazione in Birmania e ad autorizzare il Segretario generale delle Nazioni Unite a proporre la sua mediazione in Birmania così da conseguire la riconciliazione nazionale e la transizione verso la democrazia; invita il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a prendere le misure necessarie per infliggere sanzioni economiche alla Birmania in uno sforzo destinato ad imporre il cambiamento;

2.   condanna la totale indifferenza della dittatura militare per il benessere del popolo birmano;

3.   condanna la brutale campagna delle forze militari birmane che comporta spostamenti coatti di numerosi grandi gruppi etnici che lottano per l'autonomia;

4.   esige l'immediato rilascio e la piena libertà di movimento e di espressione per Aung San Suu Kyi, Hkun Htun Oo, il generale Hso Hten e altri dirigenti politici nonché per tutti i prigionieri politici detenuti dal Consiglio di Stato per la pace e lo sviluppo (SPDC);

5.   chiede all'SPDC di avviare immediatamente un dialogo costruttivo con la LND e i gruppi etnici così da ripristinare la democrazia e il rispetto dei diritti umani, inclusi i diritti delle minoranze etniche e i diritti nazionali in Birmania;

6.   insiste su un rafforzamento immediato della politica comune dell'Unione europea nei confronti della Birmania, segnatamente:

   a) dichiarando ufficialmente che l'UE non intende accettare alcun esito dell'attuale Convenzione nazionale della giunta militare se non saranno rispettate le condizioni minime fissate in occasione della sesta riunione dei ministri degli Esteri, se non sarà garantito un adeguato processo democratico e se la LND e altri partiti rappresentativi favorevoli alla democrazia non saranno liberi e capaci di partecipare a questo processo,
   b) incoraggiando l'adozione di un divieto generale per le imprese registrate nell'UE, in base al regolamento (CE) n. 1853/2004 del Consiglio, del 25 ottobre 2004, che introduce ulteriori misure restrittive nei confronti della Birmania/Myanmar e che modifica il regolamento (CE) n. 798/2004(2), di realizzare nuovi investimenti o di estendere prestiti a qualsiasi impresa di Stato birmana;

7.   sollecita la nomina di un Alto rappresentante dell'UE con l'incarico di adoperarsi per il rilascio di Aung San Suu Kyi, Hkun Htun Oo e altri esponenti politici, per lo sviluppo di una strategia organica dell'UE sulla Birmania che consenta di fornire l'aiuto umanitario alla popolazione birmana dall'interno del paese e attraverso strategie transfrontaliere, nonché per il conseguimento della transizione verso la democrazia e del rispetto dei diritti umani;

8.   deplora vivamente che il governo birmano non abbia ancora preso tutte le misure necessarie all'entrata in vigore del piano di azione congiunto tra il governo dell'Unione di Myanmar e l'Organizzazione internazionale del lavoro per l'eliminazione del lavoro forzato in Myanmar;

9.   invita l'UE ad approvare la relazione e la risoluzione proposta nella summenzionata relazione Threat to Peace – A Call for the UN Security Council to Act in 'Burma';

10.   insiste affinché tutti i membri dell'OIL appartenenti all'UE rivedano profondamente le loro relazioni con la Birmania, ai sensi dell'articolo 33 della Costituzione OIL, come richiesto dall'OIL stessas;

11.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri dell'ASEAN e dell'ASEM, alla Commissione interparlamentare dell'ASEAN per la Birmania (ASEAN Inter-Parliamentary Myanmar Caucus), ad Aung San Suu Kyi, alla LND, all'SPDC, al Segretario generale delle Nazioni Unite, all'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, nonché al relatore speciale delle Nazioni Unite per la situazione dei diritti umani in Birmania.

(1) Testi approvati, P6_TA(2005)0186.
(2) GU L 323 del 26.10.2004, pag. 11.

Note legali - Informativa sulla privacy