Indice 
 Precedente 
 Seguente 
 Testo integrale 
Procedura : 2005/2142(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0318/2005

Testi presentati :

A6-0318/2005

Discussioni :

PV 17/11/2005 - 9

Votazioni :

PV 17/11/2005 - 12.4

Testi approvati :

P6_TA(2005)0445

Testi approvati
PDF 160kWORD 81k
Giovedì 17 novembre 2005 - Strasburgo
Una strategia di sviluppo per l'Africa
P6_TA(2005)0445A6-0318/2005

Risoluzione del Parlamento europeo su una strategia di sviluppo per l'Africa (2005/2142(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la Dichiarazione del Millennio, dell'8 settembre 2000, delle Nazioni Unite che fissa gli obiettivi di sviluppo del millennio come criteri stabiliti congiuntamente dalla comunità internazionale per l'eliminazione della povertà,

–   viste le successive relazioni sullo sviluppo umano elaborate dal Programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite,

–   vista la relazione della Task Force per il progetto Millennio delle Nazioni Unite, guidata dal professor Jeffrey Sachs, dal titolo "Investire nello sviluppo: un piano pratico per conseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio",

–   vista la relazione del marzo 2005 della Commissione per l'Africa, intitolata "Il nostro interesse comune",

–   visto il piano strategico 2004-2007 della Commissione dell'Unione africana, adottato il 7 luglio 2004, nel corso del terzo Vertice dei Capi di Stato e di governo africani, a Addis Abeba, Etiopia,

–   visto il documento dei leader africani dell'ottobre 2001, intitolato "Il nuovo partenariato per lo sviluppo dell'Africa" (NEPAD), che è stato dichiarato programma dell'Unione Africana nel corso del primo Vertice di tale organizzazione,

–   visto il programma d'azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD),

–   visto il programma europeo di azione per lottare contro l'HIV/AIDS, la malaria e la tubercolosi attraverso azioni esterne (2007-2011) (COM(2005)0179),

–   visto il quadro politico coerente di azioni esterne di lotta contro l'HIV/AIDS, la malaria e la tubercolosi,

–   vista la relazione economica sull'Africa per il 2004 intitolata "Liberare il potenziale commerciale dell'Africa", della Commissione economica per l'Africa delle Nazioni Unite,

–   visto il piano di azione per l'Africa del G8, reso pubblico il 27 giugno 2002 dal G8 a Kananaskis,

–   vista la relazione intermedia dei rappresentanti personali dell'Africa del G8, sull'applicazione del piano d'azione per l'Africa, resa pubblica il 1° luglio 2005 dal G8 a Londra,

–   visto il comunicato di Gleneagles, rilasciato l'8 luglio 2005 dal G8 a Gleneagles,

–   vista la relazione della Commissione europea del 29 ottobre 2004 sugli obiettivi di sviluppo del Millennio 2000-2004 (SEC(2004)1379),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo e al Comitato economico e sociale europeo del 12 aprile 2005 "Accelerare i progressi verso gli obiettivi di sviluppo del Millennio - Il contributo dell'Unione europea" (COM(2005)0132),

–   vista la dichiarazione sulla politica di sviluppo della Comunità europea adottata dal Consiglio e dalla Commissione il 10 novembre 2000 (attualmente in fase di revisione),

–   vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni del 13 luglio 2005, dal titolo "Proposta di dichiarazione congiunta del Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione sulla politica di sviluppo dell'Unione europea - "Il consenso europeo" (COM(2005)0311),

–   viste le conclusioni del Consiglio Affari generali e Relazioni esterne del 22-23 novembre 2004 e del 23-24 maggio 2005 nonché le conclusioni del Consiglio europeo del 16-17 giugno 2005,

–   viste le successive relazioni UNCTAD sullo sviluppo economico in Africa,

–   visto il piano d'azione elaborato al Vertice Africa-Europa svoltosi al Cairo il 3-4 aprile 2000 sotto l'egida dell'Organizzazione per l'Unità africana e dell'Unione europea,

–   vista la dichiarazione UE-USA dal titolo "Lavorare insieme per promuovere la pace e la stabilità, la prosperità e il buon governo in Africa" del 20 giugno 2005,

–   visto il documento intitolato "Perché dobbiamo lavorare in modo più efficace negli Stati fragili", pubblicato nel gennaio 2005 dal ministero per lo Sviluppo internazionale del Regno Unito,

–   visto lo studio dal titolo "Porre fine alla trappola della povertà dell'Africa"(1),

–   visti gli articoli 177 e 181 del trattato che istituisce la Comunità europea,

–   viste le sue risoluzioni del 26 ottobre 2000 sulla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo relativa alla cooperazione con i paesi ACP coinvolti in conflitti armati(2), del 25 aprile 2002 sul finanziamento dell'aiuto allo sviluppo(3), del 3 settembre 2002 sul commercio e lo sviluppo per l'eradicazione della povertà(4), del 15 maggio 2003 sul rafforzamento delle capacità nei paesi in via di sviluppo(5), del 15 maggio 2003 sulla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo su istruzione e formazione nel contesto della riduzione della povertà nei paesi in via di sviluppo(6), del 3 giugno 2003 sull'attuazione dell'assistenza macrofinanziaria ai paesi terzi(7), del 14 gennaio 2004 sul nuovo partenariato per lo sviluppo africano (NEPAD)(8), del 31 marzo 2004 sulla governance nella politica di sviluppo dell'Unione europea(9), del 13 gennaio 2005 sull'alleggerimento del debito nei paesi in via di sviluppo(10), del 24 febbraio 2005 sull'azione contro la fame e la povertà(11), del 24 febbraio 2005 sul programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2005(12), del 28 aprile 2005 sulla relazione annuale sui diritti umani nel mondo nel 2004 e sulla politica dell'UE in materia(13), del 6 luglio 2005 sull'appello mondiale alla lotta contro la povertà: Fare della povertà un elemento del passato(14),

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per lo sviluppo e i pareri della commissione per il commercio internazionale e della commissione per gli affari esteri (A6-0318/2005),

A.   considerando che l'UE si è impegnata a portare il suo livello di aiuto pubblico allo sviluppo (APS) allo 0,7% del PNL entro il 2015 (0,56% entro il 2010), destinando almeno il 50% di tale aumento all'Africa subsahariana; e che l'aumento deve andare di pari passo con un miglioramento della qualità, dell'efficacia, della trasparenza e della visibilità degli aiuti,

B.   considerando che l'UE è di gran lunga il donatore più importante in Africa ma manca della leadership e della visione necessarie per costruire un approccio coerente,

C.   considerando che, per promuovere uno sviluppo sostenibile, gli stessi governi africani devono essere investiti della responsabilità principale del buon governo, della lotta contro la corruzione e degli investimenti per la riduzione della povertà nei loro paesi; e che il principio della titolarità africana è quindi essenziale nelle relazioni UE-Africa, ma ha bisogno di un diverso approccio negli Stati performanti e in quelli fragili,

D.   considerando che il terzo Vertice dei capi di Stato e di governo dell'Unione africana ha adottato un piano strategico indicante 23 programmi prioritari da realizzare tra il 2004 e il 2007, che rappresentano una roadmap esaustiva per promuovere la crescita economica e lo sviluppo del continente, comprendendo anche la società civile e i legami del continente con la comunità internazionale per quanto riguarda la lotta contro la povertà, le malattie, la disoccupazione e l'analfabetismo in Africa,

E.   considerando che la Commissione ha avviato un processo di consultazione con le organizzazioni africane riguardo alla sua proposta di strategia per l'Africa, ma deplorando che tale consultazione non sia stata estesa ai paesi ACP o alla società civile africana,

F.   considerando che nel marzo 2005 è stato inaugurato il Consiglio economico, sociale e culturale dell'Unione africana (ECOSOCC), dotato di un'Assemblea generale che rappresenta 150 organizzazioni della società civile africana a livello nazionale e regionale nonché la diaspora africana,

G.   considerando che la riduzione della povertà mediante il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio deve costituire la base della politica di sviluppo dell'UE e quindi di una strategia UE per l'Africa, anche nei settori della pace, della sicurezza e della responsabilizzazione economica,

H.   considerando che le strategie di riduzione della povertà in Africa devono tenere conto delle numerose e complesse cause della povertà, alcune delle quali hanno le loro radici nelle situazioni interne dei paesi africani, mentre altre sono legate alle modalità di funzionamento della comunità internazionale di donatori; considerando pertanto che la nuova strategia per l'Africa dovrebbe affrontare le cause della povertà, conferendo priorità agli sforzi nazionali per eradicare la povertà quale parte di un approccio internazionale organizzato e coordinato,

I.   considerando che i costi della discriminazione di genere sono più elevati per i paesi a basso reddito poiché le donne sono al centro dello sviluppo, per il fatto di assistere e sostenere le loro famiglie e svolgere un ruolo centrale nel contesto delle economie rurali e della produzione di cibo, ma spesso non hanno accesso all'istruzione, all'assistenza sanitaria di base, in particolare per quanto riguarda la salute riproduttiva, al sistema economico e ai diritti di proprietà,

J.   considerando che l'efficacia dell'aiuto allo sviluppo dell'UE dipende in gran parte dal coordinamento e dalla leadership nei diversi settori politici, paesi e regioni, sia fra gli Stati membri e la Commissione che fra gli Stati membri stessi, come pure da una più forte coerenza tra altre politiche comunitarie e la politica di sviluppo,

K.   considerando che l'accordo di partenariato del 2000 tra i paesi ACP e l'UE, firmato a Cotonou nel 2000 rappresenta una cooperazione a lungo termine la cui cornice offre un'ampia gamma di principi, politiche e strumenti per l'eradicazione della povertà,

L.   considerando che una strategia per l'Africa dovrebbe mirare al progresso economico dell'intero continente, ma che la maggior parte degli Stati africani è fragile e soffre di instabilità strutturale e non è quindi in grado di attirare investimenti o di sviluppare un settore privato; e che tale strategia per l'Africa dovrebbe avere un'impostazione speciale, che tenga conto delle necessità degli Stati fragili, al fine di evitare la loro ulteriore caduta nella povertà e nella violenza con l'effetto della destabilizzazione dei paesi vicini,

M.   considerando che esiste una difficoltà da parte di molti paesi africani nell'assorbire aiuti cruciali allo sviluppo in settori come l'istruzione, la sanità, la gestione e l'amministrazione pubblica; considerando pertanto la necessità di un governo corretto ed efficace, di un'eradicazione della corruzione e di una efficace formazione di risorse umane,

N.   considerando che la maggior parte dei paesi africani spendono più per il servizio del debito che per i servizi sociali di base; e che tuttavia il solo alleggerimento del debito non è una panacea e di per sé non crea risorse né riduce la povertà o promuove lo sviluppo,

O.   considerando che le culture africane presentano una grande varietà e che lo sviluppo non può essere realizzato senza un'adeguata comprensione di tali culture, ivi compreso il ruolo delle comunità religiose ed etniche,

P.   considerando che nella maggior parte dei paesi africani il dialogo tra autorità governative e società civile resta difficile, il che ostacola il processo di democratizzazione,

Q.   considerando che, perché sia credibile, giustificabile e trasparente, la strategia per l'Africa deve comprendere anche un piano d'azione esecutivo dettagliato, con un calendario preciso, l'indicazione particolareggiata degli strumenti e delle risorse finanziarie da utilizzare (compresi impegni finanziari da parte degli Stati membri), l'indicazione dei diversi livelli di intervento (locale, nazionale e regionale, panafricano) e i loro ruoli rispettivi, nonché l'indicazione di un autentico meccanismo di monitoraggio congiunto inteso a valutare i progressi realizzati (che coinvolga il Parlamento europeo e l'Unione africana),

Principi e istituzioni

1.   sottolinea che l'UE deve sviluppare un approccio differenziato che distingua tra i partenariati per la cooperazione nel quadro della stabilità politica, sociale ed economica di Stati performanti e i partenariati che mirano a creare tale stabilità strutturale negli Stati fragili;

2.   sottolinea che l'UE dovrebbe considerare gli Stati performanti come partner su base di parità in un rapporto fondato sulla piena titolarità, in modo da consentire loro di massimizzare gli sforzi per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio (per esempio mediante una sostegno di settore e al bilancio), e che le relazioni con gli Stati fragili devono essere fondate su un livello di titolarità e su un impiego di strumenti politici compatibili con la situazione generale; rileva che l'aiuto al bilancio specie negli Stati fragili, deve essere attentamente valutato caso per caso per non favorire le spese militari e prolungare così i conflitti; quando sia possibile, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero sforzarsi di muoversi lungo lo spettro che va dagli aiuti a progetti ad approcci settoriali, e da questi al sostegno finanziario diretto;

3.   riconosce che gli sforzi della comunità di donatori dovrebbero integrare il cambiamento e l'impatto risultanti dalla rinnovata autostima africana, che ha trovato espressione nelle nuove istituzioni, l'Unione africana e gli organismi regionali; ribadisce il concetto che la volontà politica, sia nei paesi donatori che in Africa, rappresenta il fattore chiave per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio;

4.   plaude, a tale riguardo, al piano strategico 2004-2007 della Commissione dell'Unione africana e sollecita la Commissione europea a dirigere le azioni proposte nell'ambito della sua strategia in direzione del sostegno finanziario, logistico, tecnico e in termini di risorse umane alle istituzioni dell'Unione africana e alle iniziative e priorità da queste elaborate (ad esempio NEPAD), piuttosto che proporre nuove iniziative da parte dei donatori e strutture parallele;

5.   sottolinea che una strategia integrata dell'UE per l'Africa deve tener conto anche della mancanza di coerenza tra altri settori politici e la politica per lo sviluppo, indicando in che modo altri settori politici possono contribuire (in termini di formulazione delle politiche e di finanziamento) all'attuazione del piano di sviluppo strategico per il continente, inteso a eradicare la povertà;

6.   plaude all'impegno degli Stati membri dell'UE relativo all'obiettivo dell'aiuto pubblico allo sviluppo dello 0,7% del reddito nazionale lordo (RNL) e sollecita la Commissione e il Consiglio a monitorare gli sforzi per realizzare tale obiettivo; chiede inoltre un'attività costante di ricerca in materia di fonti innovative di finanziamento che potrebbero fornire fondi altamente necessari oltre lo 0,7%;

7.   osserva che porre rimedio alla mancanza di coerenza significa anche far fronte ai problemi collegati ai sussidi all'esportazione, agli aiuti vincolanti, all'onere debitorio, ai crediti alle esportazioni e all'uso commerciale degli aiuti alimentari;

8.   chiede un maggiore coordinamento dell'aiuto europeo tra strategie e azioni a livello UE e nazionale ma anche tra gli stessi Stati membri, in modo da evitare una frammentazione e duplicazione degli aiuti e consentire all'UE di assumere il ruolo di leader mondiale che essa dovrebbe svolgere nella lotta contro la povertà;

9.   insiste sulla necessità dell'iscrizione in bilancio del Fondo europeo di sviluppo, che consentirebbe un migliore utilizzo dei fondi nonché la riduzione del differenziale fra stanziamenti di impegno e di pagamento;

10.   sottolinea, a tale proposito, che la Commissione non deve assumere semplicemente la posizione di 26° donatore dell'UE, ma deve soprattutto imporsi come punto di riferimento per garantire il coordinamento e la complementarità degli aiuti, nel quadro di un programma comune ispirato al "consenso europeo", e chiede che vengano intensificati in via prioritaria gli sforzi per individuare il valore aggiunto dell'aiuto comunitario nonché i principali donatori dell'UE per questioni tematiche e paesi partner;

11.   chiede l'adozione dei meccanismi necessari per attuare politiche in materia di coerenza, coordinamento e complementarità, che contribuiranno ad aumentare l'efficacia della cooperazione allo sviluppo dell'UE;

12.   chiede alla Commissione di dare pieno sostegno al processo di armonizzazione tra i donatori, in conformità della Dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti del 2 marzo 2005 adottata dai membri del Comitato per l'aiuto allo sviluppo dell'OCSE, in cui si sottolinea che parte importante dell'agenda in materia di armonizzazione, consiste nell'allineare il sostegno dei donatori saldamente con le priorità definite a livello locale; sottolinea che la consegna degli aiuti attraverso i sistemi locali contribuisce a migliorare le istituzioni locali e a renderle responsabili;

13.   accoglie con favore l'istituzione, in seno al Segretariato dell'Unità africana, di unità specifiche che serviranno ad accelerare e migliorare le politiche di sviluppo dell'UA e chiede alla Commissione di appoggiare l'istituzione e il funzionamento di tali unità;

Buon governo e costruzione delle capacità

14.   sottolinea le necessità globali di costruzione della capacità, in particolare nei settori dell'amministrazione, dell'assistenza sanitaria, dell'istruzione, dell'economia e della democratizzazione, sia nel settore pubblico che in quello privato;

15.   sottolinea l'importanza che deve rivestire il supporto finanziario e tecnico, al fine di rafforzare l'amministrazione, la responsabilità e la trasparenza a livello locale, nazionale, regionale e panafricano (anche in seno all'Unione europea e alle sue istituzioni);

16.   sottolinea che la costruzione di uno Stato in grado di funzionare deve andare di pari passo con il sostegno alla società civile, in modo da garantire la sostenibilità della democratizzazione; chiede che sia prestata una particolare attenzione al dialogo con le comunità religiose e le chiese, in considerazione della loro importanza culturale in Africa;

17.   sottolinea che la costruzione di uno Stato in grado di funzionare nel rispetto dello Stato di diritto deve andare di pari passo con il sostegno alla società civile, in modo da garantire la sostenibilità della democratizzazione; chiede che sia prestata una particolare attenzione al dialogo con le comunità religiose ed etniche, i sindacati, i movimenti locali, le organizzazioni non governative e le organizzazioni internazionali;

18.   sottolinea che i parlamenti nazionali e le organizzazioni della società civile dovrebbero svolgere un ruolo importante per quanto riguarda la pianificazione, l'individuazione delle priorità e il monitoraggio delle politiche di cooperazione allo sviluppo;

19.   sottolinea che i principi guida della strategia di sviluppo dell'UE per l'Africa dovrebbero basarsi sul dialogo sociale e politico e sui valori democratici sanciti dall'accordo di partenariato di Cotonou, dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite e dal Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, senza il quale nessuno sviluppo sostenibile dell'Africa è possibile;

20.   accoglie con favore l'obiettivo di rafforzare le capacità dei parlamenti nazionali e regionali e sottolinea il ruolo che il Parlamento europeo (unitamente alla Commissione) riveste in tutte le iniziative dell'UE a tal fine;

21.   sostiene i principi di partenariato autentico, appropriazione e dialogo politico; sottolinea che i documenti strategici per la riduzione della povertà (PRSP) dei paesi partner dovrebbero essere preparati dagli stessi paesi con la stretta partecipazione di parlamenti democraticamente eletti e delle organizzazioni della società civile;

22.   sottolinea il ruolo essenziale delle donne nel settore dell'agricoltura, nell'assistenza sanitaria e nell'istruzione, ai fini della realizzazione dello sviluppo sostenibile; evidenzia la necessità di coinvolgerle in tutte le fasi non solo della politica di cooperazione allo sviluppo, ma anche dei processi decisionali politici, comprese la pianificazione e la valutazione;

23.   ricorda che è essenziale il rispetto dei diritti umani da parte dei paesi beneficiari dei fondi per lo sviluppo dell'UE ed esorta vivamente i soggetti dell'UE attivi nell'assistenza allo sviluppo a esaminare, in sede di elaborazione e monitoraggio dei progetti finanziati o cofinanziati dall'UE, i progressi, o l'assenza dei medesimi, da parte di tali paesi in materia di diritti umani;

24.   sottolinea l'esigenza che l'UE si adoperi per la democratizzazione delle istituzioni internazionali onde realizzare una più forte rappresentanza degli interessi dei paesi in via di sviluppo, e, in particolare, l'esigenza di sollecitare una democratizzazione della Banca mondiale, del Fondo monetario internazionale e dell'Organizzazione mondiale del commercio;

Infrastrutture sociali

25.   sottolinea che la disponibilità ed economicità dei servizi sanitari di base rappresentano una condizione fondamentale per un'attuazione efficace delle politiche sanitarie in Africa; sottolinea pertanto la necessità che i programmi sanitari nazionali in Africa si incentrino sulla sanità di base (curativa e preventiva), sulla disponibilità di acqua sicura, sistemi fognari e servizi di sanità sessuale e riproduttiva; sottolinea la necessità di particolari sforzi per garantire l'accesso ai servizi di base per i gruppi più indigenti e vulnerabili in Africa;

26.   accoglie con favore le proposte del nuovo programma d'azione dell'UE volto a combattere l'HIV/AIDS, la tubercolosi e la malaria e chiede un'attuazione efficace del programma e un'adeguata dotazione finanziaria; ricorda la necessaria cooperazione con le organizzazioni che lavorano al raggiungimento di tali obiettivi, quali la Global Alliance for Vaccines and Immunization (GAVI), il Vaccine Fund e la Roll Back Malaria Partnership;

27.   sottolinea il ruolo importante che riveste l'accesso alla salute sessuale e riproduttiva ai fini del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millenio in materia di salute materna e mortalità infantile;

28.   esorta la Commissione a far sì che l'UE sia in prima linea negli sforzi tesi a garantire un'istruzione di base gratuita e obbligatoria; insiste affinché tale impegno si accompagni allo stanziamento di significative nuove risorse e a una spesa più mirata delle risorse attualmente disponibili;

29.   auspica che la tecnologia dell'informazione e della comunicazione abbia un impiego maggiore, adeguato e innovativo, in modo da estendere le cure sanitarie alle aree rurali e remote e da introdurre un'istruzione informatica (come auspicato dalla Commissione e-Africa del NEPAD), come alternativa ai sistemi d'insegnamento tradizionali, in vista di un'istruzione di qualità per tutti;

30.   sottolinea che oltre agli sforzi in materia di istruzione di base, occorre prestare attenzione all'istruzione superiore per garantire una forza lavoro sufficientemente istruita a livello di cultura generale e servizi sanitari;

31.   sottolinea la necessità di tutelare lo sviluppo e di garantire la protezione sociale dei bambini, cosa che rappresenta un punto fondamentale della strategia di sviluppo per l'Africa, dal momento che più del 50% della popolazione africana è costituito da bambini; e rileva che un fattore importante della lotta contro la povertà a lungo termine è l'investimento nel potenziale umano attraverso l'istruzione;

32.   sottolinea che la Commissione dovrebbe destinare alla sanità e all'istruzione di base almeno il 20% dei fondi di sviluppo che stanzia a favore dell'Africa;

33.   sottolinea l'esigenza che l'UE applichi politiche e programmi concreti intesi a frenare la diffusione dell'HIV/AIDS e a limitarne le conseguenze per i bambini, le loro famiglie e le comunità in cui vivono, poiché l'impatto dell'HIV/AIDS minaccia di ridurre i vantaggi dello sviluppo nella maggior parte dei paesi dell'Africa subsahariana;

34.   invita la Commissione a sostenere l'iniziativa relativa a un Decennio africano per i disabili, adottata dall'Organizzazione per l'Unione africana nel corso della sua 35a sessione tenutasi ad Algeri nel luglio 1999;

35.   sottolinea che, per spezzare il circolo vizioso della povertà in Africa, è necessario porre al centro delle politiche e degli interventi lo stanziamento di un livello di investimenti senza precedenti a favore di questa generazione di bambini e della loro sopravvivenza, del loro sviluppo e della loro tutela;

36.   ritiene che gli investimenti nell'istruzione delle bambine costituiscano la strategia di sviluppo più efficace, dal momento che le donne istruite generano famiglie più piccole e più sane, il che favorisce una maggiore produttività e una minore povertà;

37.   sottolinea l'importanza dell'istruzione delle bambine e delle donne al fine di migliorare la salute, compresi aspetti quali la salute sessuale e riproduttiva, e di prevenire le malattie sessualmente trasmissibili, quali l'AIDS/HIV, e le malattie trasmesse dall'acqua e dovute alle condizioni igieniche, quali tubercolosi, malaria, colera e dissenteria;

Crescita economica

38.   chiede che si tenga pienamente conto del fatto che la maggior parte dei paesi africani dipendono in modo rilevante dalle materie prime, che sono particolarmente esposte alle fluttuazioni dei prezzi e agli aumenti tariffari, e sottolinea l'importanza di una diversificazione e dello sviluppo delle industrie di trasformazione nonché delle piccole e medie imprese;

39.   chiede alla Commissione di effettuare una valutazione dell'efficacia degli strumenti di finanziamento BEI a titolo dell'accordo di partenariato di Cotonou, compreso il nuovo Fondo investimenti, ai fini della realizzazione degli obiettivi della politica UE di sviluppo; nell'assolvere i suoi doveri in termini di prevalutazione delle operazioni BEI, la Commissione dovrebbe valutare la politica di prestiti BEI in relazione alle priorità dei documenti strategici nazionali per ciascun paese ACP;

40.   sottolinea l'importanza di creare un clima stabile e prevedibile per gli investimenti, tra l'altro mediante il rispetto della legge, dei diritti di proprietà e delle norme in materia di proprietà intellettuale, in modo da conseguire flussi finanziari esteri sufficienti e sostenuti e creare così posti di lavoro, ridurre la fuga dei cervelli e creare un contesto che consenta una crescita economica stabile; sottolinea l'importanza della microfinanza nella creazione di una classe media forte per sostenere la crescita economica;

41.   ritiene che, per raggiungere un livello di competitività che possa fare dell'Africa un partner a pieno titolo negli scambi internazionali, occorra creare una strategia di sviluppo sostenibile per combattere la povertà in Africa, che tenga conto delle reali necessità della popolazione e si basi sull'integrazione economica all'interno delle regioni per stimolare la crescita mediante la creazione e il mantenimento di mercati nazionali e regionali e lo sfruttamento delle economie di scala;

42.   sottolinea l'importanza del turismo quale vettore di sviluppo economico e sociale; sollecita la piena integrazione del turismo nella politica di sviluppo dell'UE;

43.   sottolinea che una positiva conclusione dei negoziati di Doha dell'OMC deve contribuire a migliorare la situazione dei paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa; ritiene che ciò comporti l'applicazione di un trattamento speciale e differenziato ai paesi in via di sviluppo, nonché l'abolizione di tutte le sovvenzioni agricole che causano distorsioni commerciali;

44.   approva l'impostazione seguita dalla Commissione in rapporto alle infrastrutture nel senso più ampio, comprese l'acqua, l'energia, la tecnologia dell'informazione e della comunicazione e i trasporti; insiste tuttavia sul fatto che gli investimenti nelle infrastrutture devono essere preceduti sistematicamente da studi di valutazione del loro contributo allo sviluppo economico e alla riduzione della povertà e devono essere meglio bilanciati rispetto ai finanziamenti destinati alle infrastrutture sociali quali l'istruzione e la sanità di base;

45.   sottolinea che un Accordo di partenariato economico (APE), inteso quale strumento per la liberalizzazione incentrato sullo sviluppo, ha le potenzialità di promuovere la crescita economica in Africa; invita, a tale proposito, la Commissione a tener conto dei timori in merito all'assenza di misure di accompagnamento per compensare le perdite a livello tariffario, al sostegno del consolidamento delle capacità, all'assistenza tecnica e ad altri vincoli sul versante dell'offerta, al mantenimento della non reciprocità nell'acceso al mercato, e, ove del caso, all'estensione del calendario dei negoziati; invita inoltre la Commissione a fornire effettivamente dati sul finanziamento delle misure di accompagnamento e a rafforzare l'assistenza tecnica al fine di ottenere risultati migliori;

46.   chiede alla Commissione, nell'ambito dei negoziati sugli APE e in sede OMC, di incrementare l'assistenza tecnica ai paesi ACP in modo da assicurare loro un reddito equo e trasparente; sollecita nuovamente un maggiore sostegno tecnico e strutturale ai paesi meno sviluppati per aiutarli ad accedere al mercato globale;0

47.   chiede alla Commissione di sostenere i paesi africani nell'ambito dei negoziati dell'OMC con una strategia volta a tutelare la loro agricoltura fino al raggiungimento dell'autosufficienza, in modo da assicurare un reddito decoroso ai piccoli agricoltori, aumentare la produzione locale, garantire la sicurezza alimentare e procedere ad aperture selettive del mercato, così com'è avvenuto in Europa;

48.   ricorda, come stabilito nella Dichiarazione dell'OMC di Doha, nelle conclusioni della conferenza internazionale sul finanziamento per lo sviluppo (Monterrey 2002) e del Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile (Johannesburg 2002), che i paesi in via di sviluppo, specialmente quelli africani, dovrebbero ottenere un'assistenza tecnica che consenta loro di creare la capacità istituzionale e regolamentare necessaria per poter trarre beneficio dal commercio internazionale e dagli accordi preferenziali;

49.   sottolinea che, nelle sue politiche commerciale e agricola, l'UE dovrebbe cercare ulteriori possibilità di offrire ai paesi in via di sviluppo maggiori opportunità di crescita economica ed esorta gli altri paesi a fare altrettanto nell'ambito dei negoziati in corso dell'OMC, in particolare per quanto riguarda i paesi meno sviluppati;

50.   si compiace del rinnovato impegno a concedere un alleviamento del debito del 100% a 18 dei paesi più poveri e più pesantemente indebitati, assunto alla riunione della Banca mondiale, del Fondo monetario internazionale e della Banca per lo sviluppo africano; chiede che questi impegni di alleviamento del debito siano estesi ai governi che rispettano i diritti umani e il principio del buon governo e danno priorità all'eliminazione della povertà sulla base di quanto richiesto dagli obiettivi di sviluppo del millennio; sottolinea che tutte le misure di alleggerimento del debito dovrebbero essere complementari agli aumenti dell'assistenza allo sviluppo ufficiale;

51.   sottolinea il ruolo positivo che i partenariati pubblico-privato possono svolgere per sviluppare e rafforzare la capacità dei paesi di risolvere i problemi;

Pace e sicurezza

52.   chiede alla Commissione di mettere a punto un approccio integrale per la prevenzione dei conflitti e la ricostruzione, quale parte integrale dei partenariati volti a conseguire la stabilità strutturale degli Stati fragili;

53.   sottolinea l'importanza degli organismi regionali nel garantire le condizioni per il mantenimento di un ambiente pacifico; ribadisce la necessità di aiutare gli organismi regionali ad istituire un quadro normativo armonizzato per la lotta alla proliferazione delle armi leggere e delle mine terrestri;

54.   concorda sull'opportunità di rafforzare il fondo per la pace in Africa creato nel 2003 dai Capi di Stato dell'Unione africana al Vertice di Maputo e incoraggia altri meccanismi civili a contribuire alla prevenzione, soluzione e gestione dei conflitti in Africa, con finanziamenti maggiori, flessibili e sostenibili dell'UE; sottolinea che la politica in materia di sviluppo costituisce uno dei molti strumenti per affrontare le cause profonde dell'insicurezza, ma non dovrebbe essere subordinata alla politica in materia di sicurezza; rileva tuttavia che tutte le spese a titolo del bilancio per la cooperazione allo sviluppo della Comunità e del Fondo europeo di sviluppo devono rispettare i criteri per l'ammissibilità come aiuto pubblico allo sviluppo definiti dal Comitato di assistenza allo sviluppo dell'OCSE;

55.   sottolinea l'importanza delle missioni di monitoraggio elettorale dell'UE ai fini della prevenzione dei conflitti e della promozione della democrazia; invita il Consiglio e la Commissione ad incrementare la linea di bilancio relativa all'iniziativa europea per la democrazia e i diritti dell'uomo (EIDHR), al fine di rafforzare il sostegno finanziario alle missioni di monitoraggio elettorale dell'UE, sottolinea che occorre tenere debito conto delle conclusioni di tali missioni nella formulazione delle politiche esterne europee;

56.   sottolinea la necessità di strategie regionali e nazionali coerenti in materia di disarmo, smobilitazione, reintegro e reinserimento al fine di sostenere la stabilizzazione delle situazioni post conflitto;

57.   sottolinea che una strategia integrata dell'UE per l'Africa costituisce la cornice vincolante di una coerente politica dell'Unione europea e dei suoi Stati membri; ritiene che l'applicazione dell'articolo 96 dell'accordo di Cotonou nei confronti di uno Stato partner escluda che uno Stato membro dell'UE, in parallelo, prosegua o riprenda, prima dello scadere di tale azione, la cooperazione con gli organi di polizia, gli organi militari e altre forze di sicurezza di detto paese;

Ambiente e risorse naturali

58.   sottolinea la necessità di maggiori sforzi dell'UE per far fronte alle enormi sfide ambientali che incombono su molti paesi poveri, la cui sussistenza spesso dipende totalmente dalle risorse naturali;

59.   accoglie con favore, in tale contesto, il recente impegno della Commissione (atteso da lungo tempo) di passare dalle parole ai fatti per quanto riguarda l'integrazione della dimensione ambientale e l'iscrizione nella sua agenda, come punto prioritario, di strategie per la promozione di uno sviluppo sostenibile;

Attuazione

60.   chiede alla Commissione di integrare la sua Strategia per l'Africa con un piano di attuazione particolareggiato recante uno scadenzario chiaro, un'indicazione dettagliata dei mezzi e delle risorse finanziarie disponibili (compresi gli impegni finanziari degli Stati membri), un'indicazione dei vari livelli di intervento (locale, nazionale, regionale, panafricano) nonché il loro rispettivo ruolo e un'indicazione di un vero e proprio meccanismo congiunto di monitoraggio volto a valutare i progressi compiuti (con la partecipazione del Parlamento europeo e l'Unione africana);

61.   insiste affinché tale piano di attuazione copra l'intero territorio dell'Africa, compresa l'Africa settentrionale, l'Africa subsahariana e il Sudafrica, regioni per le quali esistono regolamenti e accordi distinti (il regolamento MEDA, l'accordo di Cotonou e, per il Sudafrica, l'accordo sugli scambi, lo sviluppo e la cooperazione e il regolamento EPRD) e responsabilità distinte a livello della Commissione, e chiede alla Commissione di indicare come tali responsabilità saranno coordinate e allineate per contribuire all'attuazione delle priorità proposte per l'intero continente africano dall'Unione africana;

62.   rileva che la sostanza delle proposte contenute nella summenzionata comunicazione della Commissione dipende dall'attuazione dei programmi nazionali e regionali esistenti e deplora che a tale proposito non siano state avanzate proposte volte a migliorarne l'applicazione o ad adeguarne gli obiettivi e la programmazione delle azioni alle nuove priorità, e che non sia stata proposta alcuna valutazione dei documenti strategici per paese e dei programmi indicativi nazionali e regionali a seguito di questo nuovo documento strategico e dei nuovi sviluppi in Africa (in particolare la creazione dell'Unione africana e delle sue istituzioni);

63.   esprime la propria delusione per la mancanza di ambizione riscontrabile nel proposto quadro finanziario, dato che la Commissione prevede unicamente la possibilità di mobilitare maggiori risorse finanziarie nella fase successiva al 9° periodo del FES e non prende in esame la possibilità di ricorrere all'alleggerimento del debito quale mezzo per mobilitare risorse finanziarie aggiuntive per gli obiettivi di sviluppo del millennio;

o
o   o

64.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, all'Unione africana e ai paesi ACP.

(1) Sachs J. et al. "Porre fine alla trappola della povertà dell'Africa", Brookings Papers on Economic Activity, 2004 (1), pagg. 117 - 240
(2) GU C 197 del 12.7.2001, pag. 390.
(3) GU C 131 E del 5.6.2003, pag. 164.
(4) GU C 272 E del 13.11.2003, pag. 277.
(5) GU C 67 E del 17.3.2004, pag. 255.
(6) GU C 67 E del 17.3.2004, pag. 285.
(7) GU C 68 E del 18.3.2004, pag. 86.
(8) GU C 92 E del 16.4.2004, pag. 315.
(9) GU C 103 E del 29.4.2004, pag. 550.
(10) Testi approvati, P6_TA(2005)0008.
(11) Testi approvati, P6_TA(2005)0052.
(12) Testi approvati, P6_TA(2005)0053.
(13) Testi approvati, P6_TA(2005)0150.
(14) Testi approvati, P6_TA(2005)0289.

Note legali - Informativa sulla privacy