Risoluzione del Parlamento europeo sulla politica europea di prossimità (2004/2166(INI))
Il Parlamento europeo,
– visto l'articolo I-57 del trattato che adotta un Costituzione per l'Europa, né in vigore né approvata, concernente l'Unione e l'ambiente circostante,
– visti il regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio, del 21 giugno 1999, recante disposizioni generali sui Fondi strutturali(1)e la proposta della Commissione concernente un regolamento del Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione (COM(2004)0492 def.),
– visti la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sul tema "Europa ampliata - Prossimità: un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali" (COM(2003)0104), il suo documento di strategia sulla politica europea di prossimità (COM(2004)0373), la sua proposta di regolamento per uno strumento europeo di vicinato e partenariato (COM(2004)0628), la sua comunicazione sui piani d'azione nell'ambito della politica europea di prossimità (COM(2004)0795) e i piani d'azione per l'Ucraina, la Moldova, Israele, la Giordania, il Marocco, l'Autorità palestinese e la Tunisia,
– visto il piano d'azione per l'Ucraina (Ferrero-Waldner/Solana in 10 punti), approvato dal Consiglio di cooperazione UE-Ucraina in data 21 febbraio 2005,
– vista la strategia di sicurezza europea "Un'Europa sicura in un mondo migliore", adottata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003,
– visto il secondo piano d'azione sulla dimensione settentrionale (2004-2006) quale approvato dal Consiglio europeo di Bruxelles del 16 e 17 ottobre 2003,
– viste le sue risoluzioni del 20 novembre 2003(2) e del 16 novembre 2005(3) sulla dimensione settentrionale,
– viste le conclusioni della quarta riunione ministeriale sulla dimensione settentrionale svoltasi a Bruxelles il 21 novembre 2005,
– vista la sua risoluzione del 27 ottobre 2005 sul processo di Barcellona rivisitato(4),
– visto il partenariato strategico per la regione mediterranea e il Medio Oriente, deciso dal Consiglio europeo il 18 giugno 2004,
– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo dal titolo "Imprimere un nuovo impulso alle azioni dell'UE coi partner mediterranei nel campo dei diritti umani e della democratizzazione" (COM(2003)0294),
– vista la risoluzione del 15 marzo 2005 sulle questioni economiche, finanziarie e sociali e sull'istitruzione adottata dalla prima riunione dell'Assemblea parlamentare euromediterranea, svoltasi al Cairo,
– vista la terza relazione 2004 "Verso la libertà nel mondo arabo", del 5 aprile 2005, pubblicata dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP),
– vista la relazione della delegazione del Parlamento europeo inviata ad osservare, dal 7 al 10 gennaio 2005, le elezioni dell'Autorità palestinese,
– viste le sue risoluzioni del 13 gennaio 2005, sui risultati delle elezioni in Ucraina(5), del 24 febbraio 2005, sulle elezioni parlamentari nella Repubblica di Moldova,(6) e del 10 marzo 2005, sulla situazione in Libano(7),
– vista la sua risoluzione del 20 novembre 2003 sul tema "Europa ampliata – Prossimità: un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali"(8),
– vista la sua risoluzione dell'11 giugno 2002 sulle relazioni tra l'Unione europea e l'Unione del Maghreb arabo: messa in atto di un partenariato privilegiato(9),
– vista la sua risoluzione del 28 aprile 2005 sulla relazione annuale sui diritti umani nel mondo nel 2004 e sulla politica dell'UE in materia(10),
– viste le sue precedenti risoluzioni sui paesi e le regioni vicine all'Unione europea in fase di allargamento,
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A6-0399/2005),
A. considerando che, in seguito all'allargamento dell'Unione europea avvenuto il 1° maggio 2004, le frontiere esterne dell'Unione sono mutate e che essa ha ora nuovi vicini,
B. considerando che non è nell'interesse dell'Unione allargata tracciare nuove linee di divisione attraverso frontiere esterne chiuse, e che nelle relazioni con i paesi vicini orientali e meridionali occorre quindi perseguire una strategia che permetta di creare uno spazio comune di pace, stabilità, sicurezza, rispetto dei diritti umani, democrazia, legalità e prosperità,
C. considerando che è nell'interesse dell'Unione europea contribuire allo sviluppo democratico dei paesi vicini e che l'evoluzione della politica europea di prossimità dipende essenzialmente dalla volontà degli Stati vicini e dei loro cittadini di condividere i valori che sono alla base dell'UE,
D. considerando che la politica europea di prossimità dovrebbe perseguire l'ambizioso obiettivo di offrire ai paesi partner relazioni privilegiate affinché possano rivestire un ruolo attivo di parti interessate nelle politiche comunitarie,
E. considerando che la politica europea di prossimità riguarda sia i paesi europei che, in base ai trattati vigenti, in linea di principio possono richiedere l'adesione all'UE sia quei paesi vicini che sono da tempo stretti partner dell'Unione, ma che non possono aderire ad essa, e considerando che tutto ciò non influisce in alcun modo sui diritti summenzionati dei paesi europei di chiedere di aderire all'Unione europea,
F. considerando che tutti i paesi vicini, a prescindere dalla questione di una loro possibile adesione all'Unione europea, hanno uguali possibilità di stabilire con quest'ultima relazioni privilegiate, fondate allo stesso tempo su interessi comuni e su valori condivisi, conformemente alle loro rispettive ambizioni,
G. considerando che vi sono regioni insulari dell'Unione europea estremamente periferiche situate nell'Oceano Atlantico le quali sono tuttavia collegate con il continente europeo; ciò solleva problemi specifici nel contesto della ENP in quanto tali isole sono vicine a altre isole extra UE con cui hanno in comune legami storici,
H. considerando che fra i criteri di Copenaghen rientra anche la capacità dell'Unione europea di assorbire nuovi Stati membri,
I. considerando che la "rivoluzione delle rose" in Georgia e la "rivoluzione arancione" in Ucraina hanno espresso la volontà dei popoli di questi due paesi di partecipare alla costruzione dell'Europa, sulla base dei valori comuni indicati nel trattato che adotta una Costituzione per l'Europa,
J. considerando che l'Unione dovrebbe fare tutto il possibile per sostenere il ritorno della Bielorussia in seno alla comunità democratica, affinché il paese possa diventare un partner stabile e prospero,
K. considerando che l'Unione europea non ha sfruttato appieno il partenariato strategico con la Russia al fine di risolvere il conflitto in Transnistria, che costituisce una delle principali ragioni della profonda crisi economica in cui versa la Moldova,
L. considerando che lo sviluppo pacifico del continente europeo e delle regioni limitrofe è nell'interesse dell'Unione e che essa deve quindi contribuire alla risoluzione dei conflitti in Transnistria, Ossezia meridionale, Abhasia, Nagorno-Karabah e Cecenia, da un lato - il che presuppone una stretta collaborazione con la Russia e l'Ucraina -, e di quelli in Medio Oriente e nel Sahara occidentale, dall'altro,
M. considerando che anche il movimento di liberazione in Libano e le libere elezioni in Palestina sono stati ispirati da uno spirito di libertà e democrazia,
N. sottolineando il fondamentale ruolo positivo svolto da istituzioni quali il Consiglio d'Europa, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e le Nazioni Unite (ONU) nella prevenzione, gestione e soluzione delle crisi politiche e militari in molte regioni d'Europa, essenzialmente grazie all'abilità e agli strumenti di cui esse dispongono e che sono complementari a quelli dell'UE,
O. considerando che, in occasione del vertice in Chisinau del 22 aprile 2005, i paesi che collaborano nell'ambito del GUAM (Georgia, Ucraina, Azerbaigian e Moldova) hanno espresso la chiara ambizione di voler intensificare la cooperazione con l'UE,
P. considerando che il 31 maggio 2003 l'Unione europea e la Russia hanno deciso di rafforzare ulteriormente il loro partenariato strategico basato sugli stessi valori della politica europea di prossimità e che prevede la creazione di quattro spazi comuni, e considerando che detto partenariato deve dare ora risultati concreti,
Verso accordi europei di vicinato
1. dichiara che l'obiettivo dello sviluppo di relazioni privilegiate con i paesi vicini dell'Unione europea implica, quale indispensabile condizione preliminare, un impegno attivo e concreto a favore di valori comuni relativamente allo Stato di diritto, al buon governo, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, alla democrazia e ai principi di un'economia sociale di mercato trasparente e dello sviluppo sostenibile;
2. sottolinea che il suo obiettivo non è quello di accettare lo status quo, bensì fare in modo che l'Unione europea si impegni a sostenere, attraverso tutti i mezzi diplomatici, finanziari e politici disponibili, le aspirazioni dei popoli dei paesi vicini al raggiungimento della piena libertà politica, unita alla democrazia, alla giustizia e allo sviluppo economico e sociale;
3. appoggia l'allargamento dell'Unione europea, sulla base dei trattati e conformemente alle decisioni prese dal Consiglio europeo; sottolinea che il processo di allargamento deve essere accompagnato da una politica di prossimità ambiziosa, flessibile e concreta per i paesi europei che attualmente non sono membri dell'UE e che non possono ancora aderirvi, o che non vogliono farlo, ma che si ispirano ai valori dell'Unione e sono intenzionati a partecipare al progetto europeo;
4. rileva che il trattato di Nizza non costituisce una base accettabile per ulteriori decisioni in merito all'adesione di nuovi Stati membri e insiste pertanto affinché le riforme necessarie siano messe in vigore nel quadro del processo costituzionale;
5. sottolinea che l'ENP va calibrata sulla base delle esigenze dei singoli paesi cui è applicata e non deve essere una politica "uguale per tutti";
6. sottolinea che è necessario istituire un meccanismo di monitoraggio efficace ed essere pronti a ridurre o sospendere gli aiuti, o addirittura ad annullare gli accordi con i paesi che violino le norme internazionali ed europee concernenti il rispetto dei diritti umani e la democrazia; invita la Commissione ad attuare una politica decisa a sostegno delle forze democratiche nei suddetti paesi, garantendo in particolare l'accesso a mezzi di comunicazione e a un'informazione indipendenti;
7. invita la Commissione a definire la finalità e le chiare priorità della politica europea di prossimità, fissando pertanto i criteri per la valutazione dei progressi compiuti, e plaude all'idea di proporre, al termine del processo relativo alla politica europea di prossimità, la conclusione di accordi di vicinato con i paesi non candidati all'adesione all'UE che abbiano ravvicinato la propria legislazione all'acquis comunitario; invita la Commissione a proporre e ad attuare politiche specifiche per estendere, ove possibile, l'ENP ai paesi insulari dell'Atlantico che sono vicini a regioni ultraperiferiche adiacenti al continente europeo, nel caso in cui esistano particolare aspetti di vicinanza geografica, affinità culturali e storiche e sicurezza reciproca;
8. considera opportuno che gli accordi di vicinato possano favorire progressi graduali verso il pieno accesso al mercato interno e verso la partecipazione alla politica estera e di sicurezza comune (PESC), il che richiederà un adeguato sostegno finanziario e tecnico da parte dell'Unione; ritiene inoltre necessario permettere una fitta cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni, che dovrebbe essere anche parte integrante dei piani d'azione, allo scopo di collaborare strettamente nel campo della difesa dei diritti umani della lotta al traffico di droga, armi ed esseri umani, della lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, nonché in materia di asilo, visti e immigrazione;
9. invita il Consiglio a rafforzare il dialogo con i singoli paesi partner ENP invitandoli, dove e quando opportuno, a partecipare a settori di interesse e di importanza reciproca per l'Unione europea, come la PESC, e consentendo loro di partecipare, in quanto rappresentanti senza diritto di voto, alle discussioni dei gruppi di lavoro del Consiglio su settori pertinenti, ad esempio la lotta contro il terrorismo (COTER), la cooperazione internazionale allo sviluppo (CODEV), i diritti dell'uomo (COHOM), le organizzazioni internazionali (CONUN), ecc.;
10. ritiene che la gestione congiunta delle frontiere tra i vari paesi confinanti e l'UE dovrebbe costituire un elemento essenziale degli accordi di vicinato europei, onde garantire al tempo stesso la sicurezza delle frontiere e lo sviluppo della cooperazione transfrontaliera;
11. considera necessario consentire ai paesi partner di partecipare a tutti i programmi comunitari nei settori della cultura, dell'istruzione, della gioventù, della società dell'informazione, dell'ambiente, della scienza e della ricerca, e reputa che ciò costituisca un primo passo realizzabile fin da ora;
12. ritiene fondamentale che l'ENP contribuisca in modo significativo a promuovere i diritti delle donne ed i diritti economici e sociali; a tale riguardo, invita la Commissione a includere tra le questioni prioritarie lo scioglimento di tutte le riserve espresse da alcuni paesi nei confronti della Convenzione sull'abolizione di qualsiasi forma di discriminazione nei confronti delle donne e a dare piena attuazione al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali;
13. invita la Commissione e il Consiglio a utilizzare l'ENP non soltanto per rafforzare il dialogo politico e la cooperazione ma anche per trasformare in realtà pratica i piani d'azione con i paesi partner, sulla base del principio di differenziazione secondo l'idoneità e le caratteristiche di ogni paese, allo scopo di aprire la loro partecipazione ai programmi e alle agenzie comunitarie, come l'Agenzia europea dell'ambiente, l'Agenzia spaziale europea, Eurojust e "Europa energia intelligente", il programma comunitario per le nuove risorse energetiche, concedendo loro anche l'autorizzazione di partecipare a programmi e agenzie UE di cooperazione e di aiuto allo sviluppo, come TACIS, PHARE e ECHO;
14. ritiene importante potenziare il programma di visite del Parlamento europeo onde consentire ai cittadini dei paesi vicini di familiarizzarsi con la cultura democratica della nostra istituzione;
15. ritiene utile istituire un fondo speciale europeo per sostenere in modo efficiente e flessibile le iniziative volte a promuovere la democrazia parlamentare nei paesi vicini;
16. ritiene importante differenziare la formulazione dei piani d'azione relativi ai singoli paesi, in funzione dello stato attuale delle relazioni, dei progressi realizzati quanto all'attuazione delle riforme, nonché della volontà di tali paesi di rispettare gli impegni concordati; ribadisce la necessità che detta differenziazione si basi su criteri trasparenti e oggettivi;
17. ritiene che i piani d'azione dovrebbero fungere da strumento per il conseguimento degli obiettivi di una potenziale adesione all'UE, per i paesi che soddisfano ai criteri richiesti, e di un partenariato sempre più stretto, per gli altri paesi interessati;
18. appoggia la messa a punto di piani d'azione per tutti i paesi interessati dalla politica di prossimità e ribadisce la necessità di considerare lo sviluppo dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto quali priorità centrali di tutti i piani d'azione nazionali; sottolinea a tale proposito che è importante istituire con tutti i paesi vicini sottocommissioni per i diritti umani che dovrebbero contribuire alla valutazione dell'attuazione dei piani d'azione; ritiene che dette sottocommissioni dovrebbero riunirsi almeno una volta l'anno e che dovrebbe essere garantita una regolare verifica a tutti i livelli politici; invita il Consiglio e la Commissione a coinvolgere pienamente il Parlamento nel processo di valutazione e ritiene pertanto che il Parlamento debba essere rappresentato in seno alle sottocommissioni;
19. propone alla Commissione di pubblicare con scadenza annuale relazioni di avanzamento che valutino i progressi conseguiti nell'ambito della politica di prossimità nei singoli paesi interessati, sulla base di criteri e parametri ben definiti, e che fungano da base per progredire ulteriormente in vista della conclusione di accordi europei di vicinato; si attende che i paesi partner forniscano, da parte loro, informazioni dettagliate ai fini del monitoraggio congiunto; considera necessario un dibattito approfondito in seno al Parlamento sulle relazioni di avanzamento;
20. sottolinea a tale proposito l'importanza di creare, insieme a tutti i paesi interessati, un contesto multilaterale nell'ambito del quale valutare congiuntamente gli aspetti trasversali delle relazioni sullo stato di avanzamento e dibattere sul futuro dell'ENP;
21. deplora il fatto che nel suo documento di strategia (COM(2004)0373) la Commissione si sia espressa solo sulla posizione del Consiglio, ignorando la dettagliata risoluzione del Parlamento del 20 novembre 2003;
22. sottolinea il legame fondamentale esistente tra la strategia dell'UE nei confronti della Russia e la politica di prossimità; fa rilevare che il successo di tale politica in alcuni dei paesi da essa coperti dipende dalle relazioni tra l'UE e la Russia; invita pertanto la Commissione e il Consiglio a riformulare la strategia comune nei confronti della Russia al fine di consolidare le stesse considerazioni in materia di democrazia , di legalità e di diritti dell'uomo che sono state accettate nel contesto della politica di prossimità; incoraggia il governo russo a prevedere una maggiore flessibilità e una maggiore libertà d'azione per quanto riguarda gli strumenti decisionali delle sue regioni prossime ai paesi UE; ritiene che tale sviluppo sia un'importante precondizione per il buon funzionamento delle relazioni transfrontaliere;
23. tiene a ricordare che, in qualità di autorità di bilancio, il Parlamento partecipa, nell'ambito della codecisione, al finanziamento della politica europea di prossimità attraverso lo strumento europeo di vicinato e partenariato di recente creazione; invita quindi la Commissione a non disgiungere le priorità politiche della politica europea di prossimità dal finanziamento di quest'ultima attraverso lo strumento europeo di vicinato e partenariato né dall'allocazione delle risorse di bilancio, ma a deliberare in maniera trasparente, con la piena partecipazione del Parlamento, in particolare per quanto concerne la definizione dei programmi pluriennali e dei documenti di strategia nazionali; invita la Commissione ad individuare soluzioni che permettano di collegare fra loro i vari strumenti dell'azione esterna;
24. esorta la Commissione ad evitare la burocratizzazione della politica europea di prossimità e a consultare e coinvolgere pienamente non solo il Consiglio, ma anche il Parlamento, nella definizione dei tempi e dei contenuti dei futuri piani d'azione;
25. evidenzia che, oltre ad essere finalizzato al consolidamento della democrazia presso i vicini europei, lo strumento europeo di vicinato e partenariato deve essere anche uno strumento per favorire la democratizzazione di quei paesi sprovvisti di un sistema democratico, come la Bielorussia, e prevedere pertanto finanziamenti intesi a contribuire a questo tipo di evoluzione;
26. sollecita la rapida messa a disposizione di assistenza tecnica ai paesi vicini che hanno già approvato ampi programmi di riforma e stanno tenendo fede agli impegni concordati; conferma la propria determinazione a chiedere un aumento e una ridistribuzione significativi dei fondi per la politica europea di prossimità che siano compatibili con le prossime prospettive finanziarie definite dal Parlamento, poiché a partire dal 1° gennaio 2007 lo strumento europeo di vicinato e partenariato sostituirà gli attuali programmi, tra cui TACIS, MEDA e INTERREG; riconosce che, per i paesi vicini, la partecipazione graduale al mercato interno prevista dalla politica di prossimità rappresenta un'opportunità ma anche una grande sfida, e propone quindi alla Commissione di prevedere un'assistenza finanziaria specifica per sostenere il ravvicinamento di tali paesi al mercato interno, come avviene per i paesi candidati prima della loro adesione;
27. evidenzia che, avendo attuato con successo le riforme di transizione necessarie alla nascita di un'economia di mercato, di un sistema democratico e di una società civile, gli Stati membri di recente adesione vantano un bagaglio d'esperienza unico in fatto di riforme che può essere trasmesso ai vicini dell'Est europeo e della regione Euromed; invita pertanto la Commissione ad approntare i meccanismi necessari, in virtù dei quali gli Stati membri possano condividere detto bagaglio di esperienze con i paesi interessati dalla politica di prossimità, nonché a facilitare il processo in questione;
28. sottolinea la necessità che tutti i piani d'azione comprendano e sostengano, a breve e medio termine, risolute misure anti-corruzione;
29. sollecita garanzie affinché le autorità locali e regionali e le organizzazioni della società civile degli Stati membri e dei paesi vicini siano coinvolte nell'elaborazione e nell'attuazione della politica europea di prossimità;
30. invita la Commissione a proporre un regolamento ad hoc che conferisca la flessibilità necessaria all'Iniziativa europea per la democrazia e i diritti umani (linea di bilancio 19-04) in quanto unico strumento di politica estera dell'UE che non richiede il consenso del paese ospitante, nonché ad acconsentire al ripristino del pieno controllo parlamentare sul programma;
31. sottolinea l'importanza di una maggiore apertura del mercato, in conformità dei principi dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC); ricorda che la dichiarazione di Barcellona prevede la graduale istituzione, entro il 2010, di una zona di libero scambio per le merci; ritiene essenziale che l'Unione europea incoraggi e sostenga tutti i paesi interessati dalla politica di prossimità nel cammino verso l'adesione all'OMC;
32. è favorevole all'idea della Commissione di offrire alla Russia un ulteriore sostegno attraverso il nuovo strumento europeo di vicinato e partenariato, oltre alle attuali forme di cooperazione, ma rileva che è necessario vincolare detto sostegno a relazioni di avanzamento basate su un monitoraggio adeguato;
33. ritiene essenziale rafforzare la politica d'informazione sull'Unione europea, le sue procedure decisionali e i valori che le sono propri; esprime soddisfazione per il fatto che il canale d'informazione finanziato dall'UE, Euronews, trasmette già programmi in lingua russa e auspica che lo stesso avvenga per la lingua araba; si compiace altresì dei programmi della Deutsche Welle finanziati dall'UE il cui scopo è di diffondere i valori democratici europei in Bielorussia;
34. è dell'avviso che, sebbene la possibilità di aderire all'UE debba rimanere l'incentivo ultimo affinché tutti i paesi europei abbraccino gli ideali comuni europei e partecipino al processo di integrazione europeo, la non adesione non dovrebbe essere utilizzata come strumento per punire i paesi che non sono membri; sottolinea che occorre avvalersi di tutte le relazioni bilaterali e di tutte le organizzazioni multilaterali esistenti per promuovere gli obiettivi della cooperazione e dell'integrazione europea che sono propri all'UE;
Collegare tra loro i paesi vicini
35. sottolinea che l'obiettivo della politica europea di prossimità non consiste soltanto nel rafforzamento delle relazioni bilaterali tra l'UE e i paesi vicini, ma anche nella creazione di reti di cooperazione e nello sviluppo di forme di integrazione regionale tra paesi limitrofi; ritiene che, a tale proposito, occorra pensare alla creazione di uno strumento rivolto ai paesi vicini europei e concepito secondo il modello dello Spazio economico europeo, che non comprenda solo la partecipazione al mercato unico ma abbracci anche questioni di natura politica; esprime la sua preoccupazione per i forti ritardi esistenti in questo campo e ritiene essenziale che l'Unione si impegni con tutti i partner della politica di prossimità per attivare tutti gli strumenti politici ed istituzionali atti a sostenere lo sviluppo della dimensione multilaterale;
36. chiede che sia valorizzato, in quest'ottica, lo sviluppo della dimensione regionale e sub-regionale, viste le specificità geografiche, storiche e politiche che differenziano i paesi del vicinato e gli stessi paesi dell'Unione;
37. chiede alla Commissione di definire meglio il rapporto tra la politica di prossimità e il partenariato euromediterraneo, che essa intende rilanciare tramite una comunicazione su questo tema;
38. fa appello in tal senso al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri affinché compiano sforzi più visibili e concreti ai fini di una maggiore interazione con l'OSCE e con il Consiglio d'Europa, per consentire all'UE di acquisire le conoscenze e gli strumenti essenziali di cui essa è carente, specie per quanto riguarda il monitoraggio del rispetto degli impegni assunti relativamente ai diritti umani, alla democrazia e allo Stato di diritto, nonché la gestione e risoluzione di crisi politiche e militari;
39. ritiene che il Consiglio d'Europa debba essere rafforzato e sviluppato, per fare di tale istituzione il più importante forum paneuropeo dedicato alla cooperazione, in particolare per quanto riguarda il rispetto e l'applicazione delle convenzioni in materia di democrazia e diritti umani, e che sia possibile attribuire nuovi compiti a questa organizzazione democratica e ben funzionante; è dell'avviso che il Consiglio d'Europa possa costituire un forum paneuropeo per i diversi "spazi" europei cui l'Unione sta attualmente cercando di dar vita tramite canali bilaterali e multilaterali;
40. sollecita l'Unione europea a firmare la Convenzione europea sui diritti dell'uomo, onde potenziare il legame tra il contesto del Consiglio d'Europa e l'UE;
41. sollecita una cooperazione paneuropea rafforzata e più mirata in tutti i settori di interesse, quali le reti transeuropee, l'ambiente, i regimi dei visti, la giustizia, l'asilo, l'immigrazione e la politica estera e di sicurezza;
42. pur riconoscendo la forte necessità di una futura negoziazione non solo per passare ai prezzi praticati sul libero mercato a livello mondiale per le forniture russe di petrolio e di gas naturale ma anche per fissare il prezzo pagato dalla Russia per i diritti di transito attraverso paesi intermedi, deplora tuttavia la sospensione unilaterale da parte della Russia delle forniture di gas all'Ucraina il 1° gennaio 2006 e invita la Russia a non utilizzare la sua dominazione dei mercati come strumento per la sua politica estera; approva la soluzione soddisfacente di tale crisi e invita l'UE a svolgere una politica coordinata che garantisca la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e l'integrità delle condutture nei paesi di transito oltre a fonti diversificate di origine per queste risorse naturali di vitale importanza;
43. ritiene che la l'OSCE debba intervenire a livello paneuropeo nei settori coperti dal suo mandato, evitando allo stesso tempo sovrapposizioni con il Consiglio d'Europa e le pertinenti agenzie delle Nazioni Unite; sottolinea che l'OSCE potrebbe inoltre rivelarsi utile per creare contatti tra l'Unione europea e i suoi vicini offrendo lo status di membro a pieno titolo ai paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, ovvero valutando la possibilità di creare un'organizzazione regionale distinta, sul modello dell'OSCE; deplora i recenti tentativi di indebolire il ruolo dell'OSCE per quanto attiene alla salvaguardia dei diritti umani e della democrazia e ritiene che l'UE dovrebbe sfruttare meglio il proprio peso in seno all'OSCE e al Consiglio d'Europa, in modo coordinato, per promuovere i valori e le norme su cui poggia l'appartenenza a queste istituzioni;
44. considera la politica energetica un elemento importante, dal momento che l'Unione europea è circondata dai più estesi giacimenti di petrolio e gas naturale esistenti al mondo (Russia e bacino del Mar Caspio, Medio Oriente e Nordafrica) e che molti paesi vicini, tra cui la Russia, l'Algeria, l'Egitto, la Libia e l'Azerbaigian sono fornitori di energia, mentre altri, tra cui l'Ucraina, la Bielorussia, il Marocco, la Tunisia, la Georgia e l'Armenia, costituiscono zone di transito, per cui il miglioramento dei collegamenti tra le reti energetiche tornerà a vantaggio sia dell'Unione europea che dei paesi partner; osserva che le relazioni nel settore energetico tra l'UE e i paesi del suo vicinato andrebbero considerate nel quadro di una più ampia politica energetica europea, il cui obiettivo dovrebbe essere quello di contribuire alla diversità e alla sicurezza delle forniture energetiche sia dell'UE sia dei suoi paesi partner; chiede alla Commissione di presentare una comunicazione sugli aspetti della politica energetica concernenti la politica estera e di prossimità;
45. sottolinea che l'intensificazione degli scambi commerciali e lo sviluppo del turismo tra l'Unione e i paesi partner rendono necessario un miglioramento delle reti di trasporto e possono incrementare i collegamenti tra tali paesi, permettendo loro di attirare un maggior numero di investimenti;
46. ricorda che l'obiettivo dell'ENP consiste nel promuovere l'adesione a valori condivisi, come il perseguimento di uno sviluppo sostenibile quale definito al vertice mondiale di Johannesburg;
47. sottolinea che anche la cooperazione in campo ambientale, in settori essenziali quali la qualità dell'acqua e la gestione delle risorse idriche, la gestione dei rifiuti, l'inquinamento atmosferico, la gestione delle inondazioni e la lotta contro la desertificazione, può essere attuata solo a livello transnazionale e regionale;
48. considera necessario affrontare nel quadro della politica di prossimità il problema dell'immigrazione legale e illegale; invita il Consiglio e la Commissione a verificare l'attuazione degli accordi con tutti i paesi del vicinato, in particolare nel quadro dei piani d'azione negoziati o in corso di negoziato; chiede inoltre al Consiglio e alla Commissione di procedere a un monitoraggio puntuale degli accordi bilaterali tra i singoli Stati membri e i partner in materia di immigrazione e, in particolare, di riammissione;
49. si compiace del fatto che l'apertura dello spazio di ricerca europeo sia intesa come condizione preliminare per la cooperazione in una società basata sulla conoscenza e ritiene che anche in questo campo esistano possibilità di cooperazione regionale tra i paesi partner;
50. ricorda che occorre prestare particolare attenzione agli Stati sovrani del continente europeo che non sono membri dell'Unione europea, e più precisamente la Norvegia, l'Islanda e il Liechtenstein, in quanto membri del SEE/EFTA, e la Svizzera, in quanto membro dell'EFTA con accordi bilaterali propri con l'UE; ritiene che questi stretti legami politici ed economici debbano costituire la base di ulteriori sviluppi e di una più stretta cooperazione, come con Andorra, Monaco, San Marino e lo Stato della Città del Vaticano, e che tutti questi paesi dovrebbero essere autorizzati, se del caso, a partecipare alla nuova politica di prossimità;
51. è dell'opinione che tutti i paesi candidati dovrebbero essere parimenti associati alla politica di prossimità, in un primo tempo in qualità di partner speciali e in un secondo tempo quali membri dell'UE destinati a svolgere un ruolo particolare nella cooperazione con i futuri vicini dell'Unione; ritiene necessario che siano realizzati progressi circa l'apertura delle frontiere tra la Turchia e l'Armenia e che la Romania e l'Ucraina risolvano le loro controversie circa la delimitazione della piattaforma continentale del Mar Nero, anche attraverso la Corte internazionale di giustizia de l'Aja;
52. ritiene che, date le circostanze, occorra rafforzare la dimensione settentrionale; sottolinea la necessità di curare in particolare le relazioni con il nostro grande vicino eurasiatico, la Russia; chiede pertanto che venga ulteriormente sviluppato il partenariato strategico UE-Russia e che venga intensificata la cooperazione nell'ambito della dimensione settentrionale multilaterale, nonché nell'ambito dell'Europa allargata, evitando la divisione dell'Europa in sfere di influenza e promuovendo un partenariato e una cooperazione paneuropei sinceri;
53. sottolinea d'altro canto la necessità di potenziare le politiche dell'Unione nelle regioni mediterranea e mediorientale, non per ultimo tenuto conto dell'adesione di Cipro e Malta, e dal momento che le prossime adesioni riguarderanno diversi paesi dell'Europa sud-orientale;
Maghreb
54. prende atto che Marocco, Tunisia e Algeria sono da tempo strettamente legati all'Unione europea, come dimostrano gli accordi di associazione attualmente in vigore; ribadisce che la risoluta attuazione delle riforme avviate, in particolare quelle concernenti le libertà politiche e i diritti umani, deve rivestire la massima priorità; invita la Commissione ad approvare nel prossimo futuro un piano d'azione per l'Algeria, al fine di conferire nuovo impulso all'Unione del Maghreb arabo; fa tuttavia rilevare che il successo di tale integrazione regionale dipende essenzialmente dalla soluzione della questione del Sahara occidentale ed esorta nuovamente le parti in causa ad avviare un dialogo costruttivo, nell'ambito delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;
55. chiede che l'Unione europea adotti provvedimenti concreti, parallelamente ad una campagna d'informazione sul processo di Barcellona e sulla nuova politica di prossimità, per cancellare l'immagine di un'Europa piena di paure, principalmente preoccupata della propria sicurezza e intenta a combattere l'immigrazione piuttosto che protesa allo sviluppo sostenibile auspicato e necessario;
56. si compiace per l'avvicinamento della Libia al processo di Barcellona e si attende progressi tangibili nella pratica per quanto riguarda l'annunciata accettazione dell'acquis di Barcellona, che potrebbe portare, a tempo debito, nell'inclusione della Libia nella politica di prossimità in avvenire;
Medio Oriente e Mashrek
57. plaude al modo esemplare in cui è avvenuta, nel gennaio 2005, l'elezione del Presidente dell'Autorità palestinese, e valuta positivamente il segnale lanciato a tutto il mondo arabo; ritiene che le riforme realizzate in seno all'Autorità palestinese e la volontà di combattere il terrorismo abbiano creato nuove opportunità per il processo di pace e l'attuazione della "Road Map"; accoglie con favore il ritiro di Israele dalla striscia di Gaza e dalla parte settentrionale della Cisgiordania; ritiene che vi sia la possibilità di compiere progressi sostanziali nel processo di pace; reputa che entrambe le parti dovrebbero rafforzare il dialogo in vista delle rispettive, prossime elezioni; riconosce che pace e stabilità durature possono essere realizzate nella regione solo se lo Stato di Israele esisterà entro confini sicuri e riconosciuti accanto ad uno Stato palestinese democratico e vitale;
58. si compiace per il contributo attivo fornito da Giordania ed Egitto al processo di pace in Medio Oriente e ritiene che la politica europea di prossimità debba incoraggiare con tutti i mezzi disponibili i recenti segnali di rinnovamento democratico nella regione del Mashrek, in particolare dopo la "rivoluzione dei cedri" in Libano;
59. invita la Siria a cooperare pienamente e attivamente, senza ulteriori indugi, alla lotta internazionale contro il terrorismo e all'indagine internazionale sull'assassinio dell'ex Primo ministro libanese Rafiq Hariri, recentemente prorogata dal Consiglio di sicurezza dell'ONU, nonché a rispettare pienamente le norme in materia di diritti umani riconosciute dalla comunità internazionale;
60. accoglie con favore il ritiro delle truppe siriane dal Libano e lo svolgimento di elezioni legislative in Libano nel giugno 2005; esprime profonda preoccupazione per le recenti aggressioni contro giornalisti e editori che militano per un Libano libero e indipendente e invita a raddoppiare gli sforzi per la costituzione di uno Stato libanese sovrano e democratico, in cui tutte le comunità e i gruppi politici e religiosi possano partecipare alla vita politica e sociale e i diritti umani siano pienamente rispettati;
61. sollecita le autorità egiziane a non mettere a repentaglio gli spiragli recentemente apertisi, soprattutto per quanto riguarda la presentazione di più candidature alle elezioni presidenziali, e a proseguire sulla strada delle riforme democratiche; esprime profonda preoccupazione per la condanna di Ayman Nour, eminente leader dell'opposizione liberale, che è stato recentemente condannato a una pena di cinque anni di lavori forzati da un tribunale egiziano in quanto avrebbe falsificato le firme sulle petizioni utilizzate per creare il suo partito politico; considera questo come un grave regresso e invita le autorità egiziane a compiere ogni sforzo per assicurare che il caso sia trattato in modo corretto;
Europa orientale
62. accoglie con favore la rivoluzione pacifica e il movimento democratico in Ucraina; riconosce le aspirazioni europeiste dell'Ucraina e chiede la definizione di una prospettiva europea a lungo termine; sostiene sia il piano d'azione sia il piano Ferrero-Waldner/Solana in dieci punti, che rappresentano programmi ambiziosi e concreti; ribadisce il suo totale sostegno al nuovo governo ucraino per quanto riguarda l'attuazione dell'annunciato pacchetto di riforme;
63. riconosce le aspirazioni europeiste della Moldova e chiede la definizione di una prospettiva europea a lungo termine; sottolinea che l'evoluzione democratica del paese favorisce l'instaurazione di relazioni più strette; ritiene necessario che l'UE fornisca assistenza onde contribuire allo sviluppo economico della Moldova e offrire ulteriori incentivi alle autorità, agli ambienti economici e alla popolazione della Transnistria affinché collaborino con l'Unione europea attraverso Chisinau; invita tutte le parti in causa a trovare una soluzione politica alla questione della Transnistria;
64. esprime preoccupazione per l'attuale evoluzione della situazione in Bielorussia, paese in cui esiste un regime dittatoriale che reprime qualsiasi attività dell'opposizione; invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a sostenere maggiormente le attività svolte in Bielorussia dalle organizzazioni non governative e dall'opposizione nell'ambito della società civile; sollecita il Consiglio ad affrontare con la Russia la questione bielorussa sottolineando che la democratizzazione del paese è nell'interesse tanto dell'Unione europea che della Russia, e che sarebbe pertanto necessaria un'azione congiunta al riguardo;
Caucaso meridionale
65. si compiace per il fatto che il Consiglio europeo, dietro insistenza del Parlamento europeo, abbia incluso i paesi del Caucaso nella politica di prossimità;
66. ritiene che il conflitto nel Nagorno-Karabah sia di ostacolo allo sviluppo dell'Armenia e dell'Azerbaigian e alla cooperazione regionale, nonché all'efficace attuazione della ENP in quanto tale; fa pertanto appello ad entrambe le parti affinché si astengano da azioni unilaterali e da dichiarazioni aggressive e si impegnino a trovare una soluzione al conflitto attraverso un dialogo costruttivo con tutte le forze interessate, sulla base del rispetto dei diritti delle minoranze e sulla base dei principi di diritto internazionale; sottolinea l'importanza che la prosecuzione delle riforme democratiche riveste per lo sviluppo della regione e delle sue relazioni con l'UE; sollecita tutte le parti coinvolte a trovare soluzioni per consentire il graduale rientro dei profughi nei territori occupati, nel rispetto dei diritti delle minoranze, con particolare riferimento al ritorno degli azeri; chiede agli Stati che fanno parte del Gruppo di Minsk dell'OSCE di coordinare più efficacemente la loro azione con Heikki Talvitie, il rappresentante speciale dell'Unione europea per il Caucaso meridionale onde far avanzare le trattative;
67. invita le autorità dell'Azerbaigian a porre termine alla demolizione di cimiteri armeni medievali e croci storiche di pietra intagliata nel Nakhichevan meridionale, la quale vìola i termini della Convenzione dell'UNESCO sul patrimonio mondiale, ratificata dal paese nel 1993;
68. chiede alla Russia e alla Turchia di svolgere un ruolo costruttivo tale da spianare la strada ad una composizione pacifica del conflitto e al ripristino della cooperazione regionale; a tal fine invita la Turchia ad aprire le sue frontiere con l'Armenia;
69. è dell'opinione che il piano d'azione per l'Azerbaigian debba incentrarsi sullo sviluppo di un sistema democratico credibile e sul rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto; chiede a tal fine che la Commissione coordini il proprio operato con il Consiglio d'Europa e faccia del proprio meglio per sostenere e consentire lo sviluppo della fragile società civile dell'Azerbaigian;
70. accoglie con favore il piano di pace per l'Ossezia meridionale, basato su un approccio in tre fasi, presentato dalla Georgia in seno all'OSCE alla fine di ottobre 2005; è del parere che tale piano rappresenti un fondamentale progresso sulla via di una soluzione pacifica e comprensiva del conflitto; invita il Consiglio e la Commissione a fornire il necessario sostegno a questa proposta, agevolando il dialogo e i negoziati tra le due parti e contribuendo alla messa a disposizione dei mezzi per rendere possibile il pieno successo dell'iniziativa;
71. raccomanda che l'ENP venga sfruttata appieno per promuovere la cooperazione regionale tra i paesi del Caucaso meridionale in quanto strumento atto a creare un clima di fiducia tra gli Stati;
72. propone di istituire un patto di stabilità UE per il Caucaso meridionale - che preveda anche una dimensione parlamentare e il coinvolgimento della società civile, secondo il modello del patto di stabilità per l'Europa sudorientale - tra l'Unione europea (inclusa la Turchia in qualità di Stato candidato all'adesione), la Russia, gli Stati Uniti e le Nazioni Unite (il "quartetto"); ritiene che un patto di stabilità con queste caratteristiche possa contribuire alla soluzione dei conflitti regionali attraverso il dialogo tra tutte le parti interessate e, se del caso, il coinvolgimento di paesi che non sono vicini diretti dell'Unione europea;
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73. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Segretario generale delle Nazioni Unite, ai governi e ai parlamenti nazionali dei paesi interessati dalla politica di prossimità, alla Russia, al Consiglio d'Europa, all'OSCE e all'Assemblea parlamentare euromediterranea.