Risoluzione del Parlamento europeo sulla relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo relativa agli aspetti principali e alle scelte di base della politica estera e di sicurezza comune (PESC), comprese le implicazioni finanziarie per il bilancio generale dell'Unione europea - 2004 (2005/2134(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la relazione annuale del Consiglio (7961/2005 PESC 272 FIN 117 PE 70),
– visto il trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, firmato a Roma il 29 ottobre 2004,
– vista la strategia europea in materia di sicurezza adottata dal Consiglio europeo il 12dicembre 2003,
– visto l'accordo interistituzionale del 6 maggio 1999 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e il miglioramento della procedura di bilancio(1), in particolare il paragrafo 40,
– visto l'articolo 21 del trattato UE,
– viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles del 16-17 giugno 2005, in particolare la dichiarazione sulla ratifica del trattato che adotta una Costituzione per l'Europa,
– viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 15-16 dicembre 2005 sulle Prospettive finanziarie 2007-2013,
– vista la sua risoluzione del 12 gennaio 2005 sul trattato che adotta una Costituzione per l'Europa(2),
– vista la sua risoluzione del 14 aprile 2005 sulla politica estera e di sicurezza comune (2003)(3),
– vista la sua risoluzione del 14 aprile 2005 sulla strategia europea di sicurezza(4),
– vista la sua risoluzione del 9 giugno 2005 sulla riforma delle Nazioni Unite(5),
– vista la sua risoluzione del 6 luglio 2005 intitolata "Appello mondiale alla lotta contro la povertà: fare della povertà un elemento del passato"(6),
– vista la sua risoluzione del 26 maggio 2005 sulle relazioni UE-Russia(7),
– viste la sua risoluzione del 9 giugno 2005 sulle relazioni transatlantiche(8) e le otto dichiarazioni comuni risultanti dall'ultimo Vertice UE-USA tenutosi a Washington DC il 20 giugno 2005,
– vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2003 su pace e dignità in Medio Oriente(9),
– vista la sua risoluzione del 27 gennaio 2005 sulla situazione in Medio Oriente(10),
– vista la sua risoluzione del 6 luglio 2005 su Unione europea e Iraq - Quadro per l'impegno(11),
– vista la sua risoluzione del 28 aprile 2005 sulla relazione annuale sui diritti umani nel mondo nel 2004 e sulla politica dell'UE in materia(12);
– visto l'articolo 112, paragrafo 1, del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A6-0389/2005),
A. considerando che il Consiglio continua a mantenere un approccio a posteriori, limitandosi a presentare un elenco descrittivo delle attività della politica estera e di sicurezza comune (PESC) dell'anno precedente invece di consultare il Parlamento in via preliminare, come previsto dall'articolo 21 del trattato sull'Unione europea e dall'accordo interistituzionale del 6 maggio 1999,
B. considerando che il Parlamento ha più volte chiesto al Consiglio di sostituire tale pratica con una consultazione vera del Parlamento al fine di garantire che le opinioni di quest'ultimo abbiano un impatto reale sulle scelte effettuate per l'anno successivo,
C. considerando che il periodo di riflessione sul processo di ratifica del trattato costituzionale, deciso dal Consiglio europeo di Bruxelles del 16-17 giugno 2005, dovrebbe ora andare di pari passo con l'attuazione ottimale dei trattati esistenti al fine di ottenere una PESC capace di far fronte alle responsabilità, alle minacce e alle sfide globali del mondo di oggi,
D. considerando che il Parlamento ha espresso a più riprese il parere che le relazioni dell'Unione con ciascuna regione e ciascun paese terzo dovrebbero essere mantenute a un livello appropriato, tenendo conto degli interessi dell'Unione, della vicinanza di ciascuna regione o paese terzo al modello e ai valori europei nonché del fatto che l'Unione sta diventando uno dei principali attori geopolitici sulla scena mondiale, per cui necessita di partner politici ed economici forti e affidabili,
E. considerando che lo sviluppo e il consolidamento della democrazia, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali sono obiettivi generali della PESCdell'Unione europea,
F. considerando che, per essere credibili, la PESC e la politica europea di sicurezza e difesa (PESD) devono essere dotate di bilanci all'altezza delle loro ambizioni e deplorando che, attualmente, le risorse finanziarie destinate a tali due politiche risultino ancora insufficienti; deplorando infine che il finanziamento delle operazioni militari dell'Unione europea sfugga ancora troppo spesso al controllo democratico,
1. prende atto dell'esauriente relazione annuale presentata dal Consiglio a metà aprile 2005 sugli aspetti principali e le scelte di base della politica estera e di sicurezza comune per il 2004; si ritiene di conseguenza ben informato in merito a quanto accaduto nel 2004; reitera tuttavia la richiesta di essere pienamente coinvolto e ribadisce il proprio diritto ad essere consultato annualmente "ex ante" sugli aspetti e sulle scelte future, come previsto dai trattati in vigore;
2. chiede pertanto alla commissione giuridica di vagliare l'opportunità di adire la Corte di giustizia europea per quanto concerne la pratica del Consiglio che consiste nel limitarsi a informare il Parlamento presentandogli un elenco descrittivo delle attività PESC condotte l'anno precedente, invece di consultarlo all'inizio dell'anno sugli aspetti principali e sulle scelte di base da compiere per quell'anno e di riferirgli in seguito se, e in caso affermativo in quale modo, è stato tenuto conto del suo contributo, come previsto dall'articolo 21 del trattato UE e dall'accordo interistituzionale del 6 maggio 1999;
3. esorta vivamente il Consiglio a promuovere una PESC molto più aperta, trasparente e responsabile, impegnandosi a presentarsi dinanzi alla commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo per riferire su ogni Consiglio "Affari generali" e "Relazioni esterne" nonché su ogni vertice ad alto livello con partner internazionali chiave;
Impatto che il periodo di riflessione sul processo di ratifica del trattato costituzionale esercita sugli aspetti principali e le scelte di base della PESC per il 2006
4. rammenta le misure già adottate per anticipare l'applicazione di talune disposizioni del nuovo trattato costituzionale relative alla PESC/PESD, in particolare la creazione dell'Agenzia europea di difesa, lo sviluppo del concetto di "Gruppo di battaglia", l'instaurazione di una politica europea di vicinato molto più elaborata e l'applicazione della clausola di solidarietà al fine di contrastare le minacce o gli attacchi terroristici;
5. reitera, nel quadro dei trattati esistenti, l'invito al Consiglio e all'Alto Rappresentante/Segretario generale del Consiglio a partecipare attivamente a un dibattito annuale, sia con il Parlamento europeo che con i parlamenti nazionali, sugli aspetti principali e le scelte di base della PESC per l'anno successivo nonché sulla strategia europea in materia di sicurezza;
6. è del parere che il periodo di riflessione sul processo di ratifica del trattato costituzionale, deciso dal Consiglio europeo di Bruxelles del 16-17 giugno 2005, rappresenti un'ottima occasione per individuare ed esaminare ulteriormente eventuali carenze nei settori PESC/PESD e per trovare il modo di farvi fronte in maniera adeguata, innanzitutto sfruttando appieno i trattati in vigore e, in secondo luogo, applicando, a tempo debito, le nuove disposizioni costituzionali;
7. lamenta, a tale riguardo, l'atteggiamento di taluni Stati membri che, malgrado l'adozione della Costituzione da parte del Consiglio europeo, hanno fatto ricorso, per motivi interni, al diritto di veto in relazione a importanti questioni di politica estera; osserva che la PESC non può essere ridotta a una semplice appendice delle politiche estere dei singoli Stati membri e chiede pertanto a tutti gli Stati membri di agire in modo costruttivo in conformità dello spirito della Costituzione, onde consentire all'Unione europea di svolgere un ruolo efficace sulla scena mondiale;
Proposte specifiche su vari aspetti tematici per il 2006
8. accoglie con favore l'approccio del Consiglio che consiste nel raggruppare gli sviluppi principali nel settore della PESC e della PESD sotto i vari aspetti tematici contenuti nella strategia in materia di sicurezza dell'Unione europea adottata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003;
9. chiede che la strategia in materia di sicurezza dell'Unione europea venga aggiornata, mantenendone il duplice approccio civile/militare e i concetti fondamentali di impegno preventivo e multilateralismo efficace, onde riflettere il principio della responsabilità di proteggere adottato al Vertice dell'ONU del settembre 2005; è del parere che sia il cambiamento climatico sia la diffusione della povertà nel mondo vadano attualmente considerati come grandi minacce per la sicurezza dell'Unione, che richiedono un intervento decisivo, compromessi concreti e uno scadenziario rigoroso; ritiene, tuttavia, che la proliferazione delle armi di distruzione di massa debba essere vista come la più grave minaccia per la sicurezza internazionale;
10. sottolinea l'importanza della dimensione politica estera delle questioni di sicurezza energetica; raccomanda un aggiornamento delle politiche di sicurezza dell'Unione europea che presti un'attenzione particolare alla soluzione del problema della crescente dipendenza dell'Unione dall'energia e da altre forniture strategiche provenienti da paesi e regioni sempre più instabili, ponendo in evidenza i possibili scenari futuri e sottolineando la questione dell'accesso alle fonti alternative e dello sviluppo di queste ultime; è persuaso che la recente interruzione delle forniture di gas decisa unilateralmente dalla Russia richieda una risposta strategica da parte dell'Unione europea ; invita la Commissione a presentare una comunicazione che tratti gli aspetti di politica estera e di vicinato della politica in materia di energia;
11. ritiene pertanto che la difesa interna sia una componente fondamentale della strategia dell'Unione europea in materia di sicurezza poiché concerne le frontiere esterne e infrastrutture essenziali;
12. ribadisce a tale proposito la sua convinzione che la sicurezza è una nozione collettiva globale, che non può essere adattata unicamente agli interessi e alle esigenze di un determinato paese ma deve essere perseguita in un quadro multilaterale;
13. sottolinea l'importanza del ruolo della NATO in relazione alla politica estera e di sicurezza dell'Unione europea;
14. sottolinea che il rafforzamento della governance globale, delle istituzioni internazionali e del valore del diritto internazionale è di interesse vitale per l'Unione europea; ritiene che uno degli obiettivi chiave della PESC dovrebbe essere quello di coinvolgere la Cina e l'India, in quanto potenze emergenti, nonché la Russia, nella responsabilità rispetto allo stato della governance globale e alla ricerca di soluzioni alle sfide che si pongono a tale livello; sottolinea il ruolo insostituibile che i partner transatlantici dovrebbero svolgere congiuntamente in tale contesto;
15. condanna fermamente gli attentati terroristici di vasta portata che hanno colpito Londra il 7 luglio 2005; manifesta la sua solidarietà con il popolo britannico ed esprime in particolare le sue condoglianze alle vittime di tali attentati brutali e alle loro famiglie;
16. ribadisce una volta di più che la lotta contro il terrorismo deve essere considerata come una delle priorità dell'Unione e come una componente fondamentale delle sue azioni esterne, riaffermando allo stesso tempo l'importanza del rispetto dei diritti umani e delle libertà civili; ritiene che si debba tener conto del fatto che la linea di demarcazione tra sicurezza interna e sicurezza esterna sta diventando più indistinta; sottolinea che è essenziale chiarire questa priorità interna ed esterna in modo inequivocabile in tutti i rapporti con paesi e regioni terzi e che occorre fare molto di più per rafforzare la cooperazione internazionale nella lotta contro il terrorismo; chiede nuovamente al Consiglio di informare e consultare pienamente la commissione per gli affari esteri e la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni sulla questione della lista europea delle organizzazioni terroristiche;
17. sottolinea l'urgente esigenza di bloccare la diffusione della povertà nel mondo, di lottare contro la stigmatizzazione e la discriminazione e di combattere le grandi malattie; riafferma l'importanza di mantenere gli impegni dell'Unione per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio;
18. riconosce l'importanza decisiva delle azioni dell'Unione in materia di prevenzione dei conflitti e di consolidamento della pace; ribadisce il suo impegno a lottare contro l'impunità per i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità e altre gravi violazioni dei diritti umani, anche rafforzando il ruolo della Corte penale internazionale;
19. insiste sulla necessità di continuare a promuovere un'attuazione coerente della strategia dell'UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa (WMD) a livello internazionale, di porre maggiormente l'accento sulle iniziative per il disarmo nonché sulle questioni relative alla non proliferazione, di rafforzare i trattati multilaterali alla base dei regimi di non proliferazione, e di prevedere le risorse finanziarie necessarie per attuare la strategia dell'UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa; esprime il suo rammarico per l'incapacità dei principali Stati e governi di raggiungere, nel quadro dell'ONU, un accordo sulla firma di un trattato di non proliferazione delle armi nucleari;
20. ritiene che gli aspetti relativi alle migrazioni, inclusa la questione dell'immigrazione illegale, dovrebbero costituire un elemento molto rilevante dell'azione esterna dell'Unione, nelle sue relazioni sia con i paesi d'origine sia con quelli di transito; chiede che il Consiglio e la Commissione informino regolarmente il Parlamento in materia, per il tramite della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni e della commissione per gli affari esteri;
21. ritiene che la difesa interna meriti maggiore rilievo nel pensiero strategico europeo e che la protezione delle frontiere esterne dell'Unione dovrebbe costituire un elemento importante; ritiene altresì che la gestione congiunta delle frontiere esterne dovrebbe diventare una parte essenziale della politica europea di vicinato; è del parere che l'Unione dovrebbe acquisire attrezzature comuni per la protezione delle sue frontiere esterne;
22. chiede che si tenga conto delle preoccupazioni di taluni Stati membri per quanto concerne il loro approvvigionamento energetico, dato che quest'ultimo può essere utilizzato come strumento politico;
Priorità del Parlamento nelle varie aree geografiche per il 2006
23. ritiene che gli allargamenti successivi dell'Unione decisi dal Consiglio europeo del 16-17 dicembre 2004 dovrebbero rimanere tra le priorità dell'agenda politica dell'Unione nel 2006, unitamente allo sviluppo di un'autentica politica europea di vicinato, che comprenda una struttura appositamente concepita come uno spazio economico e politico europeo per i paesi europei;
24. condivide il parere del Consiglio secondo cui, per molti versi, le future priorità della PESC per un'Unione che punta a divenire un protagonista sulla scena mondiale si definiscono da sé, e che in particolare il Mediterraneo, il partenariato transatlantico, il Medio Oriente, i Balcani e l'Europa orientale nonché le situazioni di conflitto, la promozione della pace, la sicurezza in tutti i suoi aspetti, la prosecuzione della lotta contro il terrorismo, il disarmo e la non proliferazione delle armi di distruzione di massa devono restare al centro della PESC nel 2006;
25. chiede alla Presidenza del Consiglio di tenerlo informato sulla revisione del mandato e della programmazione della missione EUFOR (European Union Force) in Bosnia ed Erzegovina, nonché sullo sviluppo dell'iniziativa Gruppi di battaglia; è del parere che la cooperazione con le Nazioni Unite vada sostanzialmente rafforzata e che quella con la NATO debba essere resa più efficace sulla base dell'esperienza acquisita nel corso delle recenti operazioni civili e militari dell'Unione europea; ritiene che l'Unione europea dovrebbe essere pronta ad assumere la responsabilità della missione di polizia nel Kosovo;
26. invita il Consiglio e la Commissione a svolgere un ruolo attivo nel processo di riforma costituzionale in atto nella Bosnia-Erzegovina, al fine di pervenire a un accordo fra le forze politiche e presso la pubblica opinione circa l'opportunità di andare oltre il quadro istituzionale previsto dagli accordi di Dayton, di snellire e razionalizzare l'attuale architettura istituzionale per creare uno Stato più efficiente e autosostenibile, anche nella prospettiva della futura integrazione europea, e al fine di creare le condizioni per una democrazia rappresentativa che elimini le attuali divisioni etniche;
27. chiede al Consiglio di svolgere un ruolo attivo affinché si possa individuare una soluzione costruttiva, basata sul diritto internazionale e sulle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU, per affrontare la questione del futuro status del Kosovo rispettandone l'integrità territoriale, definendo in modo adeguato i diritti delle minoranze, senza mettere a repentaglio tutta la politica dell'Unione nei confronti dei Balcani e contribuendo a consolidare la pace, la stabilità e la sicurezza nella regione; invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a elaborare una strategia comune in materia, a partecipare attivamente ai negoziati nel quadro del gruppo di contatto e a cooperare strettamente con l'ONU; si compiace dei progressi registrati nel quadro delle relazioni con Serbia-Montenegro che hanno portato all'apertura dei negoziati per un accordo di stabilizzazione e associazione;
28. sollecita il Consiglio a fare della prospettiva dell'Unione europea per i Balcani una delle grandi priorità, malgrado l'attuale crisi interna per quanto riguarda il processo di ratifica della Costituzione; ritiene che la futura adesione dei paesi dei Balcani occidentali rappresenterà un ulteriore passo verso la riunificazione dell'Europa;
29. invita il Consiglio e la Commissione ad intensificare gli sforzi per portare a termine i negoziati in vista della conclusione di accordi di stabilizzazione e di partenariato con i paesi dei Balcani occidentali e ribadisce il suo sostegno alla prospettiva europea dei paesi della regione, conformemente all''Agenda di Salonicco";
30. ribadisce che lo sviluppo dell'Africa deve essere una priorità dell'azione esterna dell'Unione, sulla base del principio fondamentale di solidarietà e che, a tal fine, l'Unione deve assumere un ruolo di guida nell'affrontare le enormi necessità dell'Africa, allo scopo ultimo di promuovere la pace, la stabilità, la prosperità, il buon governo (in particolar modo attraverso la lotta alla corruzione) e il rispetto dei diritti umani in tale regione; a tale proposito chiede un rafforzamento del dialogo politico; plaude all'iniziativa della Commissione volta a configurare una strategia globale per l'Africa che vada al di là delle politiche tradizionali di aiuto allo sviluppo e che miri alla ricostruzione economica e sociale dei paesi del continente africano; si attende che i governi africani rispettino gli impegni assunti nei confronti della democrazia, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti dell'uomo;
31. riconosce che le Nazioni Unite hanno chiesto all'Unione europea di contribuire alla sicurezza delle prossime elezioni nella Repubblica democratica del Congo per mezzo di una missione militare; chiede al Consiglio di esaminare attentamente le possibilità esistenti;
32. sottolinea che la prevenzione dei conflitti, la gestione e il mantenimento della pace in Africa, il sostegno operativo e lo sviluppo delle capacità locali secondo il principio della "proprietà africana" sono indubbiamente d'importanza primordiale, mentre la fame e la povertà, le disuguaglianze economiche e le ingiustizie politiche, l'escalation dei conflitti come conseguenza della violenza, le espulsioni forzate, le epidemie, la penuria di risorse nonché le molteplici minacce ecologiche restano i problemi più acuti per la popolazione africana; è profondamente preoccupato per il fatto che la comunità internazionale non è in grado di reagire adeguatamente ai crimini di guerra e alle violazioni dei diritti umani su grande scala che possono essere interpretati come un genocidio nel Darfur;
33. invita il Consiglio e la Commissione a procedere insieme al Parlamento, quanto prima possibile, a una valutazione globale dei vertici dell'UE con India, Cina (settembre 2005), Russia (ottobre 2005), Ucraina e Canada (novembre 2005), tenendo presente che il concetto di "partenariato strategico" deve basarsi sulla condivisione e sulla promozione di valori comuni e che il Parlamento deve in ogni caso esservi pienamente associato;
34. sottolinea che l'attuale partenariato con la Russia è più pragmatico che strategico, in quanto riflette interessi economici comuni senza realizzare progressi nel settore dei diritti umani e dello Stato di diritto; a tale proposito si attende risultati concreti dalle consultazioni bilaterali recentemente avviate sui diritti umani; è del parere che un partenariato autentico dovrebbe ispirare una soluzione amichevole ed equa della questione dei trattati sui confini con taluni paesi vicini e innescare un vero processo di pace in Cecenia, cui partecipino tutte le componenti democratiche della società, in modo da trovare una soluzione pacifica al conflitto; sottolinea l'importanza del dialogo UE-Russia sulle questioni che investono il loro comune vicinato ed auspica che la Russia adotti un approccio più trasparente e imparziale nei confronti dei comuni vicini; chiede che l'accordo UE-Russia sui quattro spazi comuni sia attuato senza indugi; appoggia il lavoro intrapreso congiuntamente dai due partner per quanto riguarda la gestione delle crisi;
35. chiede una riduzione degli armamenti nella regione di Kaliningrad;
36. ritiene che la politica attuata dall'Unione europea nei confronti della Bielorussia abbia dato scarsi risultati; propone di conseguenza di mettere a punto nuove misure intese a rafforzare i legami con i cittadini della Bielorussia e a consentire loro di beneficiare dei vantaggi offerti dalla democrazia;
37. sottolinea la necessità di migliorare le relazioni con la Cina in modo tale da compiere progressi non solo nel settore commerciale ed economico, ma anche sulle questioni relative ai diritti umani e alla democrazia; ribadisce a tal fine la sua richiesta di un codice di condotta vincolante dell'Unione europea sulle esportazioni di armi e invita il Consiglio a non revocare l'embargo sulle armi fino a quando non saranno stati compiuti maggiori progressi nel campo dei diritti umani e dei controlli sulle esportazioni di armi in Cina e nelle relazioni tra le due sponde dello Stretto di Taiwan; appoggia la proposta della presidenza britannica del Consiglio di garantire una più stretta cooperazione UE-Cina relativamente alla sicurezza energetica e al cambiamento climatico; sostiene la necessità di una cooperazione più stretta in ambito OMC per risolvere i gravi problemi commerciali bilaterali e ottenere che la Cina rispetti le norme internazionali di tale organizzazione;
38. chiede al Consiglio di rinnovare gli sforzi, nel contesto del Quartetto per il Medio Oriente (Stati uniti, federazione russa, Unione europea e Nazioni Unite), per rilanciare i negoziati tra israeliani e palestinesi; ritiene che occorrerebbe elaborare una strategia globale per la grande regione del Medio Oriente, allo scopo di rafforzare la pace, la sicurezza e la democrazia;
39. sottolinea l'esigenza di imprimere nuovo slancio al processo di Barcellona al fine di promuovere uno sviluppo economico, sociale e democratico equilibrato dei paesi interessati;
40. ritiene che, secondo le pertinenti linee direttrici dell'Unione europea, i dialoghi in materia di diritti umani rappresentino un'opzione accettabile soltanto se il paese partner si impegna in modo adeguato a migliorare la situazione dei diritti umani in loco; chiede pertanto al Consiglio di valutare i risultati di tali dialoghi ad intervalli regolari per determinare in quale misura le aspettative si siano realizzate; ribadisce la sua richiesta di essere maggiormente coinvolto in questo processo;
41. ritiene che l'Unione debba fare tutto quanto è in suo potere per collaborare con le autorità irachene, le Nazioni Unite e gli altri attori regionali interessati nella prospettiva di contribuire al processo costituzionale dell'Iraq sulla scia delle elezioni generali tenutesi il 15 dicembre 2005; accoglie con favore l'azione comune PESC relativa alla missione integrata dell'Unione europea sullo stato di diritto per l'Iraq e chiede che ulteriori azioni siano finanziate a titolo del bilancio dell'Unione europea; appoggia l'apertura di una delegazione della Commissione a Baghdad nei prossimi mesi;
42. è del parere che la promozione della solidarietà nazionale, della stabilità, della pace, della democrazia e di uno sviluppo economico svincolato dalla produzione di oppio debba continuare a svolgere un ruolo di primo piano nella politica comunitaria nei confronti dell'Afghanistan nei prossimi anni; è favorevole all'espansione della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (ISAF), sotto comando NATO, al fine di potenziare il ruolo del parlamento nazionale recentemente eletto, ma sottolinea che la priorità attuale è quella di combattere il terrorismo e di garantire la sicurezza delle frontiere ed insiste, in tale ottica, affinché questa missione sia effettuata nel quadro di un chiaro mandato dell'ONU; ritiene che l'operazione "Enduring Freedom" condotta dagli Stati Uniti non debba fondersi con la missione di ricostruzione ISAF; ritiene necessario che l'Unione europea sostenga in particolare lo sviluppo di istituzioni statali nazionali forti, lo sviluppo economico, sociale e culturale del paese, il disarmo delle milizie private e la lotta contro la coltivazione e il commercio di stupefacenti;
43. rammenta il suo sostegno di lunga data ad una soluzione negoziata grazie alla quale l'Iran diventi un partner attivo nella regione, rispettoso dei diritti umani; ribadisce il suo invito all'Iran ad adottare tutte le misure necessarie per riacquistare la fiducia della comunità internazionale, in linea con le proposte del Parlamento contenute nel paragrafo 46 della risoluzione del 17 novembre 2005(13); appoggia vigorosamente la posizione dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), secondo la quale a questo punto il modo migliore per avanzare consiste in una rigorosa verifica da parte dell'Agenzia, in combinazione con un dialogo attivo fra tutte le parti interessate; sottolinea la necessità che l'Unione e gli Stati Uniti collaborino strettamente in questo ambito e mantengano una politica coerente nei confronti dell'intera regione, incentrata sia sul popolo e sul regime iraniani che sull'obiettivo finale, che è quello della democratizzazione del paese; si augura che i negoziati fra UE-3 e Iran possano riprendere al più presto e che includano la proposta russa relativa al trasferimento in Russia delle attività iraniane di arricchimento dell'uranio; raccomanda che tali questioni siano oggetto di aggiornamenti periodici e di uno stretto dialogo con altri attori internazionali, come la Cina, la Russia e i paesi in via di sviluppo;
44. sottolinea che il successo del quarto vertice UE-America latina e Caraibi che si terrà a Vienna nel maggio 2006 è una sfida decisiva per entrambi i partner nonché un'ottima occasione per dare uno spessore specifico alla loro associazione strategica al fine di sfruttarne pienamente l'immenso potenziale; ritiene che si dovrebbe evitare accuratamente di dare segnali finanziari negativi durante l'anno del vertice;
45. si rammarica che spesso le sue risoluzioni e relazioni riguardanti le varie aree geografiche di interesse per l'Unione non siano state prese in considerazione dal Consiglio e dalla Commissione; sottolinea che esse contengono preziosi contributi al dibattito sull'evoluzione della politica dell'Unione nei confronti di tali aree; chiede che la clausola dei diritti umani e della democrazia sia estesa a tutti i nuovi accordi tra l'Unione europea e i paesi terzi e ritiene necessaria una maggiore partecipazione del Parlamento alla redazione dei mandati di negoziato relativi a tali accordi;
Finanziamento della PESC
46. ritiene che, in attesa della ratifica del trattato costituzionale, l'accordo interistituzionale del 6 maggio 1999 dovrebbe essere rivisto al più presto per adeguarlo alla nuova situazione politica, istituzionale e finanziaria dell'Unione;
47. propone che la struttura dell'accordo interistituzionale riveduto tenga conto delle azioni che l'Unione deve avviare in virtù della strategia europea in materia di sicurezza e dei compromessi di bilancio previsti a tal fine nelle prospettive finanziarie;
48. ritiene che la posizione del Consiglio sulle Prospettive finanziarie 2007-2013 non rifletta le ambizioni dell'Unione europea come partner globale; deplora le proposte riduzioni dei livelli di spesa per le azioni e politiche esterne, sia in termini assoluti sia in termini di percentuale sulla spesa globale; è persuaso che detti tagli diano segnali sbagliati circa le priorità programmatiche dell'UE e la sua disponibilità ad operare con risultati positivi nel campo della PESC;
49. raccomanda che l'accordo interistituzionale riveduto compia un passo avanti e preveda che le spese comuni per le operazioni militari nell'ambito della PESD siano finanziate dal bilancio dell'Unione europea, ponendo così fine alla pratica in vigore del ricorso ai bilanci suppletivi o ai fondi di avviamento degli Stati membri;
50. propone che l'accordo interistituzionale riveduto preveda inoltre che, in caso di future operazioni PESD, anche i costi congiunti di questo tipo di operazioni siano finanziati dal bilancio comunitario in deroga alle norme esistenti, come il principio secondo cui ciascuno si fa carico delle spese del proprio personale o altri accordi ad hoc come il cosiddetto "meccanismo ATHENA";
o o o
51. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale dell'ONU, al Segretario generale della NATO e al Presidente dell'Assemblea del Consiglio d'Europa.