Proposta di risoluzione comune del Parlamento europeo sulle prospettive per la Bosnia-Erzegovina
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Bosnia-Erzegovina, in particolare quella sullo stato dell'integrazione regionale nei Balcani occidentali(1), del 14 aprile 2005, quella del 17 novembre 2004 sull'operazione militare UE "Althea" in Bosnia-Erzegovina(2), e quella su Srebrenica, del 7 luglio 2005(3),
– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio sui progressi compiuti dalla Bosnia ed Erzegovina nell'attuare le priorità identificate nello "Studio di fattibilità sul grado di preparazione della Bosnia-Erzegovina a negoziare un accordo di stabilizzazione e di associazione con l'Unione europea (COM(2003)0692)" (COM(2005)0529),
– vista la decisione del Consiglio sui principi, le priorità e le condizioni contenute nel partenariato europeo con la Bosnia-Erzegovina (15267/05), in particolare le priorità di breve e medio termine identificate nel settore dei requisiti politici,
– visto il documento di strategia del 2005 sull'ampliamento della Commissione (COM(2005)0561),
– vista la comunicazione della Commissione dal titolo "I Balcani occidentali in cammino verso la UE: consolidare la stabilità e aumentare la prosperità" (COM(2006)0027),
– visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che l'agenda di Salonicco definisce una chiara prospettiva di integrazione europea e afferma in modo inequivocabile che il futuro dei Balcani occidentali è nell'Unione europea, una volta che essi si siano conformati ai criteri fissati, e considerando che il processo di stabilizzazione e di associazione rappresenta la fase iniziale del processo di integrazione nell'UE,
B. considerando che la UE ha iniziato i negoziati con la Bosnia-Erzegovina il 25 gennaio 2006 su un accordo di associazione e stabilizzazione (SAA) e che l'Unione europea continua a rappresentare un partner affidabile per i paesi vicini, dedicato a promuovere democrazie stabili ed economie prospere nella prospettiva dell'integrazione nella UE, soprattutto per i Balcani occidentali,
C. considerando che l'avvio dei negoziati rappresenta un ulteriore stimolo ad una riforma costituzionale e alla creazione di istituzioni statali pienamente efficienti, trasparenti e stabili che possano prendere le decisioni necessarie per adottare e attuare criteri e valori UE nella legislazione,
D. considerando che è urgente sviluppare un'efficiente amministrazione statale e giudiziaria, creare sistemi educativi moderni, non segregazionisti e infine promuovere misure di inclusione economica e sociale per i profughi ritornati in Bosnia-Erzegovina e in genere che sono necessarie ulteriori forti iniziative di riforma per giungere ad un'economia più competitiva,
E. considerando che, nonostante gli enormi progressi compiuti in molti campi, il Paese è tuttora profondamente diviso da demarcazioni etniche e che il processo di riconciliazione non è ancora ultimato,
F. considerando che le principali forze politiche bosniache hanno avviato colloqui al fine di modificare la Costituzione, a seguito dei colloqui di Bruxelles del 12-14 novembre 2005 e della Dichiarazione di Washington del 21 novembre 2005, in consultazione con l'Istituto per la pace degli Stati Uniti, e considerando che tali colloqui, che dovrebbero concludersi entro il marzo 2006, devono condurre a un modello costituzionale e istituzionale che superi le divisioni etniche e riconosca i diritti individuali piuttosto che i diritti collettivi,
G. considerando che la Bosnia-Erzegovina non potrà raggiungere la necessaria incorporazione dell'acquis dell'Unione europea e l'integrazione nella UE con il suo attuale quadro istituzionale e costituzionale, sebbene siano stati compiuti notevoli progressi tra cui la creazione di nuove istituzioni statali,
H. considerando che il Rappresentante speciale/Alto Rappresentante per la Bosnia-Erzegovina, recentemente nominato ed altamente competente sulla situazione del paese, ha dichiarato che è di vitale importanza preparare la Bosnia-Erzegovina all'integrazione europea e concentrarsi sullo sviluppo economico,
I. considerando che la NATO ha concluso con successo la missione della Forza di stabilizzazione (SFOR) e che l'Unione europea ne ha assunto la responsabilità il 2 dicembre 2004, lanciando l'operazione EUFOR (forza di stabilizzazione dell'UE in Bosnia ed Erzegovina) Althea,
J. considerando che la Presidenza austriaca ha fatto della regione dei Balcani occidentali una delle sue priorità e prevede di tenere una discussione esauriente sui Balcani occidentali durante la riunione informale dei ministri degli esteri che avrà luogo il 10 e l'11 marzo 2006, a Salisburgo,
1. esprime apprezzamento per l'avvio dei negoziati sull'accordo di stabilizzazione e di associazione (SAA) e sottolinea che il ritmo dei negoziati dipenderà dalla capacità delle tre maggiori comunità del paese - bosniaci, serbi e croati - di accordarsi attorno a un programma di riforme, nonchè dalla capacità del paese di attuarle;
2. prende nota del venir meno, a metà gennaio 2006, dei colloqui tra i leader serbi, croati e bosniaci dei partiti politici, avviati da una ONG americana sulla revisione di taluni meccanismi costituzionali, sebbene sia stato parzialmente raggiunto un accordo sul rafforzamento dei poteri del Primo Ministro e sull'espansione del governo centrale;
3. chiede al governo, al Parlamento e a tutti i partiti in Bosnia-Erzegovina di continuare le discussioni in modo dinamico, partendo dalle basi che già sono state accettate, su eventuali riforme istituzionali, che dovrebbero avere come obiettivo l'inclusione dei valori della democrazia, dei diritti dell'uomo e dell'uguaglianza tra i cittadini di Bosnia-Erzegovina al fine di semplificare le strutture statali e consolidare l'autorità dello Stato, superando le divisioni etniche in uno spirito di autodeterminazione locale;
4. invita il Consiglio e la Commissione ad impegnarsi in misura maggiore nella riflessione comune sulle riforme istituzionali, sostenendo le forze politiche del paese e i cittadini nella ricerca del consenso;
5. accoglie con favore la decisione del Consiglio di nominare Christian Schwartz-Schilling alla carica di Rappresentante speciale/Alto rappresentante dell'Unione europea per la Bosnia-Erzegovina, e invita quest'ultimo e la Commissione a fornire la necessaria assistenza politica, tecnica e giuridica ai leader bosniaci nei loro sforzi di riforma dell'attuale quadro istituzionale;
6. sottolinea che il ritmo delle riforme e la loro attuazione sarà determinato dalla capacità degli attori politici nazionali di assumersi le responsabilità e di appropriarsi sempre di più del processo politico del paese; invita il nuovo Rappresentante Speciale/Alto Rappresentante UE a utilizzare i propri poteri con moderazione, in modo da incoraggiare lo sviluppo di istituzioni nazionali solide e democratiche;
7. ricorda l'importanza per la Bosnia-Erzegovina di un passaggio risoluto dalla costruzione della pace alla costruzione dello Stato, nella quale rientra l'evoluzione costituzionale; ricorda che la velocità dei negoziati SAA dipenderà in modo particolare dai progressi nello sviluppo di un buon quadro giuridico ed un'amministrazione pubblica efficiente;
8. in particolare invita le autorità e le istituzioni competenti del paesi dell'importanza di onorare gli impegni presi per dare esecuzione e completare, secondo i contenuti e i calendari convenuti, le riforme dei mezzi di trasmissione pubblici, della polizia, della difesa e della sicurezza e per l'adozione e l'esecuzione di tutte le leggi necessarie;
9. ribadisce ancora che la piena cooperazione con il Tribunale penale internazionale per l'ex Iugoslavia costituisce una condizione preliminare per instaurare relazioni più strette con l'Unione europea nonché un elemento fondamentale per la completa riconciliazione tra tutte le diverse componenti della società bosniaca, al fine di lenire le ferite del recente tragico passato,
10. chiede alle autorità governative di moltiplicare le iniziative rivolte a completare il processo del rimpatrio dei profughi e dei rifugiati, soprattutto per quanto riguarda l'attuazione delle condizioni per rendere sostenibile detto ritorno (sicurezza delle persone, accesso agli aiuti di ricostruzione, occupazione, cure sanitarie, pensioni, servizi ed educazione); si dichiara preoccupato per la situazione della regione di Posavina e chiede che venga dato tutto l'aiuto possibile a chi desideri ritornare;
11. sottolinea che la riforma costituzionale non costituisce di per sé un prerequisito e non può essere imposta, ma che la finalizzazione dei negoziati SAA richiede progressi significativi nell'attuazione delle condizioni fissate nel documento del partenariato europeo;
12. appoggia l'iniziativa di istituire una commissione per la verità e la riconciliazione, con lo scopo di chiudere i conti con il recente passato e di affrontare i problemi della giustizia e dell'indennizzo, al fine di giungere alla riconciliazione tra tutte le componenti della società bosniaca;
13. rileva che le prossime elezioni parlamentari, previste per ottobre 2006, saranno cruciali per il futuro della Bosnia-Erzegovina e il suo cammino verso l'integrazione europea; invita tutti i leader politici, i partiti e le autorità a preparare e adottare le riforme e le misure necessarie per garantire elezioni eque, libere e democratiche;
14. valuta positivamente le riforme in materia di polizia, difesa, imposta sul valore aggiunto (IVA) e radiotelevisione pubblica; mette in evidenza la necessità di un piano d'azione globale per la riforma della pubblica amministrazione in grado di potenziare la capacità di attuazione delle riforme; chiede che sia predisposto ed attuato un piano d'azione adeguato contro la corruzione e siano applicate rapidamente la legislazione sull'IVA e la riforma della polizia;
15. sottolinea il fatto che un riesame funzionale dell'attività di polizia finanziata dall'UE ha confermato che il livello dei reati tradizionali è molto basso in Bosnia-Erzegovina, mentre al contrario risulta estremamente elevata la percentuale di reati risolti;
16. chiede al governo di dare maggiore attenzione ai fabbisogni speciali delle zone rurali e di lavorare con la Commissione per attuare le riforme considerate necessarie per un'efficace politica di sviluppo agricolo e rurale;
17. accoglie con favore la nuova comunicazione della Commissione sui Balcani occidentali, che mira a promuovere gli scambi, lo sviluppo economico, la circolazione delle persone, l'istruzione e la ricerca, la cooperazione regionale e il dialogo con la società civile, come un ulteriore passo in avanti nell'integrazione dei paesi della regione nelle strutture europee;
18. ribadisce il suo invito a una maggiore cooperazione con i paesi della regione sul controllo frontaliero nel quadro di una più ampia strategia del pilastro UE giustizia e affari interni per la regione, e si aspetta una progressiva agevolazione dei criteri relativi ai visti, presupposto per tale processo;
19. accoglie positivamente l'accordo recentemente firmato tra Croazia, Bosnia-Erzegovina e Serbia-Montenegro sul ritorno dei rifugiati e sulle riparazioni per i danni alle proprietà, in quanto tappa importante per la soluzione del problema di circa tre milioni di rifugiati e sfollati interni; esorta la Commissione e gli Stati membri a non ridurre ulteriormente i loro contributi ai progetti di ricostruzione delle abitazioni e di sviluppo economico sostenibile e, ove possibile, a subordinare i doni, i prestiti e gli investimenti all'offerta di posti di lavoro a chi ritorni;
20. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, al governo della Bosnia ed Erzegovina e ai governi delle sue entità ed all'Alto Rappresentante per la Bosnia ed Erzegovina.