Risoluzione del Parlamento europeo su un modello europeo di società dell'informazione per la crescita e l'occupazione (2005/2167(INI))
Il Parlamento europeo,
– visti la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni intitolata "i2010 – Una società europea dell'informazione per la crescita e l'occupazione" (COM(2005)0229) e l'allegato "Documento di lavoro dei servizi della Commissione – Analisi di impatto approfondita" (SEC(2005)0717),
– vista la direttiva 2002/21/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, che istituisce un quadro normativo comune per le reti e i servizi di comunicazione elettronica (direttiva quadro)(1),
– visto il regolamento (CE) n. 460/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 marzo 2004, che istituisce l'Agenzia europea per la sicurezza delle reti dell'informazione(2),
– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni intitolata "L'e-accessibilità" (COM(2005)0425),
– vista la realizzazione del Forum sulla frattura digitale, del 15 luglio 2005, sull'accesso a banda larga e sostegno pubblico nelle zone poco servite,
– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni intitolata "Un approccio basato sul mercato in materia di gestione dello spettro radioelettrico nell'Unione europea" (COM(2005)0400),
– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo intitolata "Spettro radio: una politica strategica per l'Unione europea – seconda relazione annuale" (COM(2005)0411),
– visto il parere del Gruppo per la politica dello spettro radioelettrico relativo alla compravendita dei diritti di utilizzo delle radiofrequenze, del 19 novembre 2004,
– viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles del 22 e 23 marzo 2005,
– vista la strategia di sviluppo sostenibile dell'Unione europea adottata dal Consiglio europeo di Göteborg del 15 e 16 giugno 2001,
– visto il documento di lavoro della Commissione intitolato "L'integrazione delle considerazioni ambientali nelle altre politiche – Un bilancio del processo di Cardiff" (COM(2004)0394),
– viste le conclusioni del 2.695a sessione, svoltasi dal 1° al 5 dicembre 2005, del Consiglio "Trasporti, telecomunicazioni e energia" sulla strategia i2010,
– visti i venticinque programmi nazionali di riforma elaborati dagli Stati membri su richiesta del precitato Consiglio europeo di Bruxelles,
– viste le sue risoluzioni del 23 giugno 2005 sulla società dell'informazione(3) e del 1° dicembre 2005 sulla regolamentazione e i mercati delle comunicazioni elettroniche in Europa nel 2004(4),
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e i pareri della commissione per la cultura e l'istruzione, della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere e della commissione per i problemi economici e monetari (A6-0036/2006),
A. considerando che l'Unione europea non potrà conseguire gli obiettivi di Lisbona a meno che gli Stati membri non intraprendano un'azione decisiva volta ad attuare integralmente la strategia i2010,
B. considerando che, da un primo esame dei venticinque programmi nazionali di riforma, si evince che gli Stati membri hanno in generale colto la sfida posta dalla ricerca e lo sviluppo e dall'innovazione; inoltre, la maggior parte degli Stati membri reputa che la generalizzazione dei servizi on line sia un modo efficace per rafforzare l'amministrazione e i servizi pubblici,
C. considerando che gli Stati membri e le altre parti interessate condividono con la Commissione la responsabilità del successo dell'iniziativa i2010,
D. considerando che una corretta e puntuale applicazione del quadro regolamentare attuale è una condizione essenziale per creare un mercato aperto, concorrenziale e innovativo per i servizi di comunicazione elettronica; osservando tuttavia che le procedure di trasposizione e di applicazione di tale quadro variano non poco, a seconda degli Stati membri,
E. constatando che, per quanto riguarda la ricerca sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), l'UE è il fanalino di coda dato che investe solo 80 euro pro capite, mentre il Giappone ne investe 350 e gli Stati Uniti 400, e che pertanto, se vuole colmare il ritardo, essa deve aumentare i propri investimenti nella ricerca e nell'innovazione e incoraggiare gli Stati membri ad accrescere le spese della ricerca e dell'innovazione nel settore delle TIC,
F. considerando che l'adozione delle TIC da parte della popolazione, dei servizi pubblici e delle imprese, in particolare le piccole e medie imprese (PMI), è necessaria per approfittare pienamente dei progressi della ricerca e dell'innovazione,
G. considerando che nel tempo di due anni gli abbonati alla banda larga sono pressoché raddoppiati, ma che le regioni periferiche o rurali sono meno collegate, dal momento che lo sviluppo della rete si concentra nelle zone densamente popolate,
H. ritenendo che i vantaggi delle TIC debbano essere messi a disposizione di tutti, a prescindere dal livello di istruzione, dalla classe sociale, dal genere o dall'età,
I. considerando che tutti i cittadini hanno diritto di accedere a media liberamente accessibili, dai contenuti vari e di elevata qualità,
J. ritenendo che la Commissione debba vigilare affinché sia tenuto conto della dimensione di genere in sede di messa a punto degli strumenti tecnici e di regolamentazione; considerando che la Commissione e gli Stati membri dovrebbero adottare delle misure concrete per aumentare il numero delle studentesse nelle discipline tecniche legate alle TIC e per assicurare che le donne abbiano a tutti i livelli accesso alle nuove opportunità occupazionali nel settore delle TIC e nei media; considerando altresì che occorre prestare una particolare attenzione alla situazione delle donne nelle zone rurali, insulari, di montagna e geograficamente remote, nonché a quella delle altre donne in situazioni di estrema vulnerabilità,
K. sottolineando che una buona gestione delle TIC e della società dell'informazione può contribuire a ridurre le disparità sociali, a superare la frattura digitale e favorire la coesione sociale e territoriale,
L. considerando che la convergenza numerica può offrire ai consumatori l'accesso a una grande varietà di servizi migliorati e ricchi di contenuto e che è di conseguenza opportuno migliorare e rafforzare un'infrastruttura sicura e creare un ambiente propizio e sicuro che dia impulso alla messa in concorrenza di tali servizi convergenti,
M. considerando che le TIC hanno un impatto positivo diretto sull'ambiente e, indirettamente, effetti economici e sociali,
N. considerando che lo spettro radioelettrico è una risorsa fondamentale per numerosi servizi essenziali per la società e che pertanto un suo utilizzo efficace e coerente può aiutare l'UE a raggiungere gli obiettivi stabiliti a Lisbona, se verrà garantita un'erogazione sufficiente di servizi di interesse economico generale con frequenze opportunamente al riparo da interferenze, in quanto stimola in modo ottimale la crescita, la competitività e l'occupazione,
O. osservando d'altronde che questi obiettivi implicano investimenti chiari, concreti e armonizzati nel settore delle TIC, da parte dell'UE, dei suoi Stati membri e delle imprese,
P. considerando indispensabile il fatto che gli Stati membri devono impegnarsi nell'elaborazione di una normativa flessibile che sostenga i diritti dei cittadini e fornisca ai soggetti operanti entro questo settore una buona base per introdurvi le loro innovazioni,
1. ritiene che la libertà di accesso e di utilizzo della conoscenza sia il criterio primo che permetterà l'evoluzione democratica e la necessaria innovazione tecnologica della società della conoscenza, come auspicato a Lisbona;
2. considera che senza l'eliminazione del "digital divide" (la frattura digitale), ovvero senza la possibilità per tutti i cittadini di accesso, utilizzo e partecipazione alla produzione della conoscenza, non ci sarà una società della conoscenza, ma un declino culturale ed industriale dell'intera Unione europea;
3. chiede alla Commissione di considerare i cittadini non solo come passivi consumatori dei contenuti digitali, ma anche come produttori di conoscenza, e di preparare un programma e un contesto giuridico favorevole per trasformarli in soggetti attivi nella società della conoscenza e per raggiungere così gli obiettivi di Lisbona;
4. invita la Commissione ad attenersi, in sede di rinnovo della normativa comunitaria sulle TIC, a una linea concreta, innovatrice e anticipatrice, considerando tali tecnologie come un insieme ben più ampio di quanto non lo consideri la sua comunicazione, un insieme che deve comprendere i diritti dei consumatori e degli utenti; ritiene che ogni ulteriore proposta dovrebbe contenere una chiara definizione dei concetti di "servizi della società dell'informazione", "media", "servizi dei media" e "servizi audiovisivi" impiegati dalla Commissione;
5. esige che tutta la normativa comunitaria in materia di comunicazione e di informazione sia neutrale per quanto riguarda le scelte tecniche, e ciò per garantire alle invenzioni e ai nuovi agenti un accesso al mercato il più possibile facile;
6. osserva che il passaggio dal sistema analogico a quello digitale, visto che incoraggia la proliferazione di diversi tipi di fornitura, dovrebbe avvenire nell'ambito di politiche coordinate e di un quadro giuridico adeguato per contrastare l'uniformazione cui la concentrazione dei mass media può portare;
7. invita gli Stati membri a porre ulteriormente l'accento sul buon utilizzo delle TIC nel settore pubblico, in particolare la sanità, l'istruzione e il governo, ambiti in cui esse possono facilitare la risposta alle necessità future dei servizi sociali e promuove lo sviluppo di servizi paneuropei;
8. ritiene che la fornitura di servizi pubblici nella società dell'informazione debba riflettere chiaramente le esigenze sempre più sofisticate dei singoli utenti e gruppi di utenti e che pertanto dovrebbe essere basata su una risposta adeguata dell'industria fornitrice a tali esigenze, nell'ottica di una progettazione di servizi efficaci e mirati ai consumatori;
9. esorta gli Stati membri e le imprese, dal momento che gli investimenti nelle TIC sono essenziali per la crescita e la produttività, ad incoraggiare maggiori investimenti in questo settore al fine di ridurre il "divario di rendimento" rispetto ai nostri concorrenti;
10. riconosce che le TIC costituiscono uno dei principali strumenti necessari per trasformare i paesi in via di sviluppo in potenze a livello mondiale;
11. è preoccupato, tuttavia, per il fatto che la Commissione continui a definire la sua strategia e a formulare la sua politica in materia di creazione di posti di lavoro sulla base di prove statistiche poco o per nulla affidabili; ricorda che mentre la crescita globale continua nel settore delle TIC, non sempre c'è stata una crescita analoga nell'occupazione; ricorda che i tassi di occupazione nell'Unione europea sono attualmente sette punti al di sotto degli obiettivi di Lisbona; esorta la Commissione a effettuare analisi statistiche approfondite degli effetti del mutamento tecnologico sul mercato dell'occupazione nel settore delle TIC nell'Unione europea;
12. ricorda l'importanza della convergenza digitale e sostiene la necessità di rimuovere gli ostacoli che rendono difficile la realizzazione dello sviluppo economico, sociale e culturale dei singoli Stati, un obiettivo formulato nel 2005 in occasione del Vertice mondiale sulla società dell'informazione (Impegno di Tunisi del 18 novembre 2005);
13. invita gli Stati membri e la Commissione, in sede di valutazione dei programmi di stabilità e convergenza degli Stati membri, a esaminare approfonditamente l'importanza e il ruolo delle TIC ai fini della crescita economica e dell'occupazione e del funzionamento dell'UEM;
14. ricorda che gli obiettivi dell'iniziativa i2010 per la società dell'informazione, come pure gli obiettivi dell'Agenda di Lisbona, devono essere tenuti in debita considerazione nelle prospettive finanziarie 2007-2013;
15. ribadisce l'importanza per le PMI, le nuove imprese e il settore delle TIC in generale della trasparenza e della liquidità dei mercati dei capitali; appoggia in modo particolare i microprestiti e altre forme di capitali di rischio;
16. mette in guardia contro la persistente, forte mancanza di imprenditorialità e di una cultura del rischio nell'UE; chiede l'eliminazione degli oneri amministrativi per le PMI e le nuove imprese, nonché agevolazioni finanziarie nella fase di avvio;
17. ribadisce l'importanza dell'iniziativa i2010 riguardante la società dell'informazione ai fini della lotta contro le disparità regionali e sociali nei 25 Stati membri dell'Unione europea, come sottolineato nella comunicazione della Commissione intitolata "Politica di coesione a sostegno della crescita e dell'occupazione: linee guida della strategia comunitaria per il periodo 2007-2013" (COM(2005)0299);
Obiettivo 1: uno spazio europeo unico dell'informazione
18. fa notare che, ai fini della crescita e dello sviluppo dell'UE, quel che importa, al pari della produzione di nuove conoscenze sulle TIC, è anche un utilizzo su grande scala delle conoscenze e tecnologie odierne, a prescindere dalle attività e dai settori, sia nell'amministrazione pubblica sia nel mondo degli affari e nella vita quotidiana delle persone; si tratta in altre parole di dar vita a una società dell'informazione onnipresente;
19. sottolinea che l'iniziativa i2010 rappresenta una tappa fondamentale nell'emergere della società dell'informazione, che dovrebbe consentire a tutti di parteciparvi attraverso l'accesso alle tecnologie e alle conoscenze e di utilizzarla attraverso l'interattività e le nuove forme di interazione sociale offerte dalle reti, nonché di essere cittadini critici e liberi di operare le proprie scelte; fa notare che l'avvento della società dell'informazione implica nuove responsabilità per chi fa informazione e comunicazione, e sta creando nuove modalità perché i cittadini, in particolare quelli delle categorie più deboli (anziani, disabili, persone isolate o con difficoltà sociali, ecc), esercitino i diritti che consentono loro di trarre pieno vantaggio dalla diffusione delle TIC; esorta la Commissione e gli Stati membri a contribuire a che la tecnologia sia più accessibile ai cittadini e conforme alle esigenze etiche della società;
20. sostiene energicamente l'iniziativa i2010 quale nuovo strumento strategico per istituire il quadro per tutte le iniziative connesse alle TIC nell'Unione europea; raccomanda di tenere presente che non si può definire uno spazio comunitario della società dell'informazione isolato dagli sviluppi internazionali in tale settore;
21. chiede che sia tenuto conto dell'aspetto trasversale delle TIC, fatto che implica cooperazione e coordinamento nelle azioni dell'Unione, a livello degli Stati membri, nonché incentivi per gli agenti del settore a produrre e a utilizzare le innovazioni;
22. chiede che la normativa europea e quella nazionale incoraggino la concorrenza conformemente al carattere orizzontale delle TIC e impediscano il sorgere e il mantenimento di strutture verticali che pregiudicano la concorrenza e l'innovazione; osserva che le strutture verticali possono impedire ai consumatori di approfittare della concorrenza;
23. invita la Commissione e gli Stati membri a porsi come obiettivo una regolazione flessibile della normativa in tale settore, la sua semplificazione, un'applicazione rapida e simultanea e un rapido adeguamento alle nuove esigenze che scaturiscono dagli sviluppi tecnologici; reputa che, per quanto riguarda le TIC, la normativa debba incoraggiare la produzione di nuove conoscenze e lo sviluppo di nuove tecnologie, favorire gli investimenti nella produzione di contenuti, gli strumenti, le reti e i servizi on line, nonché la concorrenza, il buon utilizzo dei servizi e dell'informatica e la sicurezza delle comunicazioni e, infine, sostenere le piccole e medie imprese in modo che svolgano un ruolo decisivo in tale settore;
24. rileva che, attraverso l'interpretazione e l'applicazione delle norme relative all'infrastruttura dei mezzi di comunicazione elettronici, la Commissione ha l'obbligo di garantire e promuovere il pluralismo dei mezzi di comunicazione; richiama l'attenzione sulla sua reiterata richiesta alla Commissione di elaborare un Libro Verde sulla concentrazione delle proprietà dei media e sul rispetto dei principi di libertà di informazione e di pluralismo, tenendo conto del fatto che ciò incoraggerebbe il dibattito sulle questioni a monte in un momento di grandi trasformazioni tecnologiche e di mercato; si rammarica dell'assenza di questo punto dal piano di lavoro i2010; invita la Commissione ad istituire un quadro normativo relativo a Internet, dal momento che esso costituisce il vettore fondamentale per una economia basata sulla conoscenza;
25. chiede che la normativa punti a uno sviluppo accelerato della società dell'informazione, alla sua diversificazione e alla generalizzazione dei suoi vantaggi per tutta la società;
26. fa osservare l'importanza di garantire ai cittadini, nei limiti imposti dalle circostanze, un accesso il più ampio possibile a contenuti e a servizi di alto livello, a prescindere dal tipo di tecnologia scelto; fa inoltre osservare che gli utenti (consumatori e cittadini) sono disposti ad adottare nuovi servizi e strumenti tecnici solo a condizione che siano di facile utilizzo e il loro contenuto sia interessante;
27. ricorda che il requisito indispensabile per sviluppare una società dell'informazione onnipresente e funzionale è promuovere le tecnologie a banda larga e senza fili, il che necessita di ulteriori aiuti a livello degli Stati membri, e chiede che venga posto l'accento su progetti comuni e vengano aumentati i relativi investimenti, che siano garantiti i diritti d'autore e incoraggiata la numerizzazione dei media; ritiene che occorra altresì permettere all'utente di cambiare il provider senza dover mutare indirizzo di posta elettronica;
28. riconosce che la banda larga è requisito essenziale per sviluppare una società dell'informazione onnipresente; ritiene altresì che essa debba costituire un chiaro obiettivo di convergenza tra gli Stati membri e le loro regioni;
29. ricorda che il passaggio alla società dell'informazione onnipresente favorirà altresì quello sviluppo sostenibile che l'Unione europea si è impegnata a raggiungere; ritiene che le TIC debbano diminuire il carico ambientale e l'utilizzo di risorse naturali e favorire lo sviluppo sociale;
30. prende atto del ruolo sempre più importante dei diritti immateriali quale strumento di politica commerciale, per quanto riguarda le questioni connesse con la libertà di commercio, e chiede che vengano adottate misure per tutelare i diritti del produttore e combattere la pirateria commerciale; ritiene che soltanto così si assicurerà e favorirà lo sviluppo del contenuto; mette in guardia dinanzi agli aumentati tentativi, negli Stati Uniti, di servirsi del diritto di brevetto e della proprietà intellettuale come di strumenti protezionistici in politica commerciale;
31. chiede alla Commissione di definire chiare linee d'azione a tutela dai contenuti dannosi e, in tale contesto, di promuovere, fra le altre cose, anche il ruolo dell'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione;
32. chiede alla Commissione, in sede di revisione della normativa, di prevedere, d'intesa con altri organismi, ad esempio l'Organizzazione mondiale della sanità, misure a garanzia del principio di cautela per quanto riguarda le questioni attinenti alla salute e alla protezione del consumatore, ma anche dell'ambiente;
33. chiede alla Commissione, in sede di revisione della normativa, di definire i criteri qualitativi come quello della tutela dell'infanzia e della libertà di scelta del consumatore;
34. riconosce che la Commissione ha adottato una proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 89/552/CEE del Consiglio relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti l'esercizio delle attività televisive (COM(2005)0646) e volta a modernizzare la cosiddetta direttiva sulla televisione senza frontiere e che ciò è essenziale, dal momento che l'Unione europea si sta evolvendo in una società dell'informazione europea; sottolinea che la direttiva deve essere adeguata ai cambiamenti del mondo mediatico convergente e che è opportuno tenere adeguatamente conto di tali cambiamenti al momento di stabilire il campo di applicazione della direttiva; rileva che ciò dovrebbe contribuire alla creazione di un contesto favorevole per l'industria europea, abrogando le norme inutili e puntando verso una società dell'informazione onnipresente; riconosce inoltre che i collegamenti fra regolamentazione dei contenuti e dell'infrastruttura, riconosciuti nel quadro regolamentare per le comunicazioni elettroniche, si sono dimostrati validi e devono essere mantenuti;
35. invita la Commissione a presentare d'urgenza misure concrete per agevolare e sostenere la creazione e la diffusione di contenuti europei; reputa opportuno garantire la continuità dei programmi di sostegno esistenti e riconoscere la loro indispensabilità per lo sviluppo della società dell'informazione; chiede che i sistemi di diffusione paneuropei come EuroNews siano sostenuti; sottolinea che la produzione di contenuti rispettosi della diversità culturale e linguistica costituisce un'opportunità per favorire nuove competenze e nuovi posti di lavoro, segnatamente nei settori della progettazione e della creazione, in tutti i 25 Stati membri; sottolinea altresì che queste nuove occupazioni devono potersi sviluppare nell'ambito di un quadro normativo armonizzato, atto a garantire la sicurezza economica e la certezza giuridica;
36. ritiene che l'eventuale applicazione di un'impostazione basata su un approccio di mercato allo spettro richiederebbe il sostegno delle autorità regolamentatrici, degli operatori e degli altri agenti, e mette in guardia contro l'opzione di lasciare la politica relativa allo spettro radioelettrico alle sole forze del mercato; reputa tuttavia che lo spettro radioelettrico debba essere regolamentato sulla base di norme che tengono il passo con la rapida evoluzione del mercato, in modo flessibile ed efficace; suggerisce che eventuali modifiche poggino su un'accurata analisi dei punti attualmente problematici e sulla loro rettifica, attribuendo una sufficiente attenzione agli interessi degli Stati membri e, a tal riguardo, ritiene necessario garantire una sufficiente libertà da interferenze; osserva che i prezzi pagati alle vendite all'asta delle frequenze "3G" hanno ritardato l'introduzione delle reti di telefonia mobile di terza generazione e che occorre evitare il ripetersi di tale situazione;
37. ritiene che nella politica in materia di frequenze radio sia essenziale puntare a una regolamentazione flessibile e a un'armonizzazione sufficiente e adeguata delle bande di frequenza a livello comunitario; osserva che l'amministrazione delle frequenze radio dovrebbe facilitare il più possibile l'introduzione delle innovazioni nel mercato, lo sviluppo di media comunitari e l'accesso di nuovi agenti, ivi comprese le regioni; invita la Commissione a presentare proposte adeguate in tale campo; constata che, in un contesto digitale, è indispensabile rispettare le norme intese a evitare le interferenze;
38. ricorda che, per suscitare una maggiore fiducia in tutti i servizi on line, commerciali o di amministrazione pubblica, occorre sviluppare la sicurezza delle reti; invita a promuovere tale sicurezza per mezzo di misure tecniche, della divulgazione e di azioni pilota, elaborando ad esempio una strategia di sicurezza dell'informazione su scala europea o organizzando ogni anno una Giornata europea della sicurezza delle comunicazioni elettroniche per sensibilizzare i cittadini a tale tema, vigilando che tale sicurezza non comporti limitazioni della libertà di espressione e dei diritti dei cittadini; accoglie con favore la proposta della Commissione di avviare nel 2006 una strategia per una società dell'informazione sicura, al fine di aumentare la fiducia nei servizi di Internet e la loro affidabilità, non solo per quanto riguarda gli investitori ma anche gli utenti, a fronte delle frodi nelle transazioni commerciali, dei contenuti illeciti e nocivi (protezione dei minori e della dignità umana, salvaguardia della privacy) e delle carenze tecnologiche (così da garantire un uso efficace ed efficiente delle TIC);
39. ricorda che l'azione della politica industriale e della politica di concorrenza deve sostenere l'industria innovativa dell'Unione; fa osservare che ciò implica la necessità di assicurare un quadro regolamentare flessibile e stimolante;
40. ricorda che la regolamentazione settoriale del settore delle TIC era intesa fin dall'inizio come una soluzione provvisoria per l'apertura dei mercati e che a medio termine è necessario passare a un ricorso esclusivo alle norme generali sulla concorrenza;
41. mette in guardia contro il fatto che la regolamentazione e le altre misure del potere pubblico possano favorire una tecnologia a scapito di altre; ricorda che, nei confronti della tecnologia, la regolamentazione deve invece essere neutrale;
42. rileva l'importanza dei presupposti tecnici per garantire un accesso senza discriminazioni ai contenuti della società dell'informazione e per impedire che si crei una "frattura digitale" all'interno dell'UE; ribadisce pertanto le sue richieste di applicare standard interoperativi ed aperti, soprattutto nel settore delle interfacce programma applicazione, conformemente all'articolo 18 della direttiva quadro;
43. riconosce l'importanza di una bilancia commerciale sana nel settore delle TIC, quale componente essenziale per sostenere la posizione dell'Unione europea nell'economia globale; chiede alla Commissione di presentare, entro settembre 2006, una rassegna completa e analitica dei punti di forza e di debolezza dell'Unione europea in tutti i settori connessi alle TIC;
Obiettivo 2: investire nella ricerca e nell'innovazione
44. sottolinea che un'industria delle TIC innovativa è una condizione necessaria per la crescita economica e nuovi posti di lavoro nell'UE nonché, e sempre più, per creare occupazione in altri settori dell'industria e dei servizi;
45. rammenta che le TIC hanno cambiato il modo di operare delle imprese a livello mondiale e che queste ultime hanno beneficiato della nuova ondata di innovazioni, come gli sviluppi del software e una nuova architettura di servizi web; esorta l'Unione europea a creare un ambiente favorevole a tali innovazioni, per garantire che essa rimanga competitiva a livello mondiale;
46. sollecita l'adozione tempestiva del settimo Programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico del Programma Competitività e Innovazione 2007-2013, i quali devono entrambi fornire risorse finanziarie adeguate per sostenere le TIC, come motore della competitività, della crescita e dell'occupazione; sottolinea la necessità di porre l'accento sull'aiuto all'imprenditorialità, specie alle piccole e medie imprese, soprattutto nei settori favoriti dalle nuove TIC;
47. chiede che la Commissione e gli Stati membri adottino misure concrete per approfittare delle possibilità create dalle TIC, al fine di evitare il trasferimento di posti di lavoro verso paesi con salari bassi e dar luogo al massimo livello possibile di crescita e occupazione; ritiene essenziale aumentare il livello degli investimenti per raggiungere l'obiettivo di Barcellona del 3% del PIL e, nel lungo periodo, mantenerlo permanentemente conforme ai livelli della competizione globale;
48. ritiene che il futuro economico dell'UE risieda in una crescita più elevata della produttività del lavoro;
49. chiede alla Commissione e agli Stati membri di presentare al Parlamento, entro settembre 2006, un'analisi d'impatto concernente l'influenza che i risultati economici delle TIC esercitano sul sostegno a una crescita maggiore nei vari Stati membri e nelle varie regioni europee;
50. prende atto della necessità di agire immediatamente e a livello comunitario per eliminare gli intralci allo sviluppo delle reti di nuova generazione; invita la Commissione a esaminare tale questione nel contesto dell'imminente revisione del quadro regolamentare per le comunicazioni elettroniche;
51. osserva che l'applicazione delle TIC alle tecnologie che riguardano, ad esempio, il linguaggio o i servizi sociali costituisce un settore che occorre sviluppare a livello comunitario e che offre un grande potenziale di applicazioni universali; esorta l'Unione e i suoi Stati membri a sostenere la ricerca in tali settori;
52. raccomanda di prestare maggiore attenzione al ruolo svolto dalle TIC nel creare una società aperta e basata sulla conoscenza; chiede alla Commissione e agli Stati membri di elaborare una strategia più coerente per quanto riguarda gli standard educativi in materia di TIC;
53. invita la Commissione e gli Stati membri a cercare mezzi concreti per promuovere la messa in rete di tutti gli agenti importanti (imprese grandi, medie e piccole, amministrazioni, laboratori di ricerca) e per aumentare le opportunità di partecipare all'attuazione e alla gestione dei progetti;
54. ricorda gli impegni dell'UE a favore dell'innovazione e della ricerca contenuti negli orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione (2005-2008) (COM(2005)0141), elaborati dalla Commissione, e chiede la coerente attuazione di tali impegni in concomitanza con la riforma dell'Agenda di Lisbona;
55. crede in una semplificazione dei sistemi fiscali nazionali che crei gli incentivi a investire nelle TIC, nella ricerca e nello sviluppo; si compiace a tale proposito delle proposte della Commissione volte a istituire una base imponibile consolidata comune per le imprese;
Obiettivo 3: una società europea comune dell'informazione
56. invita gli Stati membri a determinare, per mezzo dei propri programmi nazionali di riforma, i centri di gravità della società dell'informazione, a intensificare gli sforzi in tale settore, a comunicare annualmente i progressi effettuati nel contesto di tali programmi e a fornire un dettagliato resoconto degli sviluppi degli indicatori della società dell'informazione, ma anche dell'utilità sociale ed economica dei programmi;
57. ricorda che il successo di tutta la strategia dell'i-2010 dipenderà dalla misura in cui tale strategia giungerà fino all'ultimo cittadino europeo; nel realizzare tale obiettivo, decisivo è il ruolo delle regioni le quali dovranno essere maggiormente mobilitate e sostenute, in modo da assumere importanti iniziative finalizzate alla convergenza e alla coesione regionale attraverso il superamento della frattura digitale;
58. rammenta che il settore della sanità e quello dei servizi sociali rappresentano un ambito essenziale per lo sviluppo della società dell'informazione;
59. constata che i servizi pubblici e anche le offerte della radiodiffusione di diritto pubblico svolgono un ruolo importante nelle attività dei cittadini e in quelle economiche, in quanto contribuiscono alla coesione sociale, al discorso democratico e al pluralismo in Europa; ricorda che un quadro normativo europeo per la società dell'informazione e della comunicazione deve garantire che la radiodiffusione di diritto pubblico possa partecipare allo sviluppo tecnologico e sociale e assolvere il proprio mandato sociale;
60. constata che la radio e la telediffusione di diritto pubblico svolgeranno anche in futuro un ruolo importante nella società dell'informazione onnipresente, in quanto garanti di una mediatizzazione neutrale e di qualità dell'informazione; insiste sulla necessità di assicurare l'accesso della radio e della telediffusione di diritto pubblico alle piattaforme del futuro;
61. sottolinea l'importanza di garantire a tutti il diritto di accesso a un'adeguata istruzione e formazione di base ai media - soprattutto ai media elettronici che convogliano immagini - e alle nuove tecnologie interattive e digitali per evitare nuove forme di esclusione sociale e culturale; considera l'accesso equo a un ambiente dei media che sia gratuito e presenti contenuti diversificati e di qualità, un diritto fondamentale dei cittadini europei; rileva al riguardo il ruolo svolto dalle offerte delle emittenti pubbliche per la coesione sociale, il dibattito democratico e il pluralismo in Europa e insiste perché tali funzioni siano garantite anche in futuro;
62. chiede che sia posto l'accento sulle questioni della interoperabilità e delle migliori prassi nei servizi elettronici del servizio pubblico per i cittadini e le imprese, in materia di fisco, salute, previdenza e pensioni, con l'obiettivo ultimo di agevolare la circolazione, lo stabilimento e il lavoro, in piena libertà e senza ostacoli, per i cittadini negli Stati membri;
63. esorta i governi nazionali a dare attuazione alle iniziative e ai programmi previsti da i2010 nell'ambito della riforma delle rispettive amministrazioni pubbliche, al fine di offrire alle PMI e ai cittadini servizi migliori, più efficienti e di facile accesso;
64. ricorda le possibilità offerte dalle TIC, ma anche i mutamenti istituzionali che si rendono necessari per promuovere la democrazia elettronica tramite la partecipazione elettronica alla procedura decisionale da parte dei cittadini europei e chiede l'adozione delle relative misure promozionali;
65. ricorda che, nella prospettiva di favorire la partecipazione, è opportuno porre l'accento anche sul know-how di cui gli europei hanno bisogno per agire nella società dell'informazione; chiede misure concrete per sviluppare le capacità di utilizzo delle TIC, invita a sensibilizzare ulteriormente i cittadini nei confronti delle nuove possibilità offerte dalle TIC tramite i canali di comunicazione tradizionali, rendendo noti i vantaggi dell'amministrazione on-line e, con ciò, incentivando l'utilizzo di nuovi servizi;
66. osserva che oltre la metà della popolazione dell'Unione europea non beneficia pienamente delle TIC; insiste sul fatto che le TIC implicano anche investimenti in capitale umano, al fine di promuovere la creatività attraverso un incremento dei bilanci per l'istruzione e la cultura; accoglie con favore l'iniziativa della Commissione di promuovere l'alfabetizzazione digitale attraverso l'istruzione e vari programmi di formazione, migliorando al contempo l'accesso ai prodotti e ai servizi delle TIC;
67. evidenzia il ruolo essenziale dell'istruzione specializzata in materia di TIC per quanto riguarda sia i giovani nelle scuole che gli adulti, in particolare le donne, nel quadro dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, affinché siano aggiornati e in grado di utilizzare i moderni strumenti a livello professionale e personale;
68. constata che, a seguito dell'invecchiamento della popolazione europea, è opportuno investire in una concezione di equipaggiamento basata sul principio "Design for all", in altre parole, dare la precedenza a soluzioni valide per tutti per quanto riguarda le tecniche, i servizi e l'ambiente; chiede che prima di tutto sia tenuto conto delle necessità di gruppi specifici, come gli anziani o i disabili; invita la Commissione a orientare verso tale obiettivo la strategia di inclusione che sta elaborando;
69. si attende dagli Stati membri azioni aggiuntive volte a garantire l'accesso ai servizi di amministrazione on line, a prescindere dal luogo, dall'ora e dalle condizioni economiche;
70. rammenta che tutti i cittadini dell'UE hanno diritto ad accedere all'informazione essenziale; esorta la Commissione ad affrettare l'iniziativa a favore dell'inclusione elettronica ("e-inclusion"), prevista nel 2008, per cogliere le sfide riguardanti l'alfabetizzazione informatica, l'invecchiamento della popolazione, la disponibilità di collegamenti ("e-accessibility"), le differenze geografiche e l'accesso per tutti ai servizi sociali; la esorta inoltre a presentare d'urgenza una proposta di dichiarazione dei diritti fondamentali del cittadino nell'era digitale; invita gli Stati membri a vigilare che nessun cittadino o consumatore sia, contro la propria volontà, escluso dai servizi di base della società dell'informazione onnipresente;
71. propone che, per realizzare una buona governance e garantire a tutti gli europei una piena cittadinanza nella società dell'informazione, le pubbliche amministrazioni d'Europa approvino progressivamente una Carta dei diritti dei consumatori nel mondo digitale (eRights), quale serie di principi e di orientamenti condivisi che definisca il quadro entro cui tutti i cittadini possono godere di tali diritti; propone che detti principi si traducano in azioni e programmi di attuazione a livello nazionale e regionale, in modo da ottenere una società competitiva e competente nel mondo digitale e da garantire la coesione sociale e territoriale; rileva che l'accesso equo e non discriminante a un'informazione trasparente, pluralistica e completa, come pure a servizi di alta qualità in un ambiente sicuro, attraverso qualsiasi servizio o piattaforma di telecomunicazioni, da Internet ai telefoni mobili, basato/a su standard aperti e interoperativi, è un diritto fondamentale per il godimento di una cittadinanza attiva nell'era della società dell'informazione, che dovrebbe essere inserito in una carta dei diritti dei consumatori nel mondo digitale (eRights); ritiene che la carta dovrebbe altresì includere, per tutti i cittadini, il diritto di essere in grado di comprendere e di interagire con le amministrazioni interessate e, pertanto, di partecipare su base paritaria ai processi decisionali e strategici; è del parere che la razionalizzazione, la riorganizzazione e la trasparenza dei servizi pubblici, nonché l'accesso ad essi, siano presupposti fondamentali per lo sviluppo di una cittadinanza partecipativa;
72. sottolinea che, a causa dell'eccezionale sviluppo tecnologico che li ha trasformati radicalmente, i media nelle società contemporanee sono ormai in grado di condizionare in modo rilevante le idee e il comportamento dei cittadini e che quindi sono legati indissolubilmente alla vita democratica di ogni paese; rileva che l'accesso ai servizi elettronici (e-accessibility) è fondato necessariamente sui diritti dell'uomo e invita la Commissione a rispettare questi valori fondamentali del modello audiovisivo nell'ambito della sua iniziativa i2010, nonché a vigilare a che si tenga conto del ruolo particolare che i media audiovisivi - al contempo beni economici e beni culturali - devono svolgere per promuovere la diversità culturale;
73. insiste sull'importanza di tutelare la privacy e la sicurezza delle comunicazioni in una società dell'informazione onnipresente; rammenta che l'obiettivo della legislazione è quello di assicurare la fiducia dei cittadini e degli agenti economici nell'informazione e nella comunicazione numerica;
74. sottolinea l'importanza economica e sociale di porre fine all'isolamento digitale dei territori rurali, nonché il fatto che essi possono contribuire a creare ricchezza regionale, nazionale ed europea; reputa pertanto indispensabile che, invece di pagarne le conseguenze, tutte le regioni approfittino dell'esponenziale aumento dell'innovazione nel settore delle TIC;
75. ritiene che la formazione ai media debba consistere nel fornire al cittadino, sin dalla più tenera età, i mezzi, le tecniche o altri strumenti che gli consentano di interpretare criticamente e utilizzare a proprio vantaggio il volume sempre maggiore d'informazioni e di comunicazioni cui è esposto, come sostenuto nella raccomandazione 1466 (2000) del Consiglio d'Europa; ribadisce inoltre che attraverso questo processo di apprendimento il cittadino sarà in grado di elaborare messaggi e selezionare i media più appropriati per la loro trasmissione, diventando così capace di esercitare appieno il proprio diritto alla libertà d'informazione e d'espressione;
76. chiede alla Commissione di investire le proprie risorse destinate alla ricerca nella valutazione di impatto della società dell'informazione sulla società e la cultura europea;
77. chiede che, nell'epoca della convergenza, della mobilità e dell'interattività, in tutte le decisioni politiche all'interno dell'Unione, sia per la definizione di un quadro normativo relativo ai servizi e ai contenuti trasmessi dai nuovi media, sia nel settore delle azioni infrastrutturali o in quello della normativa sulla concorrenza e gli aiuti, vengano pienamente rispettate la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e la Convenzione UNESCO, del 20 ottobre 2005, sulla protezione e promozione della diversità delle espressioni culturali, che non solo prevede un obbligo di protezione e promozione della molteplicità culturale da parte degli Stati membri, ma sancisce anche la duplice natura dei mezzi audiovisivi in quanto bene economico e al contempo culturale; ricorda che la società dell'informazione e TIC adeguatamente gestite possono essere uno strumento molto positivo per rafforzare e proteggere la diversità culturale e il multilinguismo;
78. segnala che, nel quadro dell'attuale dibattito sul futuro dell'Unione, è estremamente opportuno discutere delle questioni istituzionali al fine di rafforzare e chiarire il modello istituzionale europeo, ma soprattutto affinché le istituzioni, specialmente la Commissione europea, manifestino il loro interesse per gli aspetti più generali della democrazia e per le preoccupazioni dei cittadini; si compiace dell'opportunità che questo periodo di riflessione offre perché le istituzioni europee adottino normative al fine di rispondere alle più diffuse preoccupazioni dei cittadini e di rifletterle nelle loro politiche;
79. ritiene che concentrare l'attenzione sulla dimensione di genere delle TIC sia essenziale per evitare che la rivoluzione digitale abbia un impatto negativo sull'uguaglianza di genere o che si perpetuino le disuguaglianze e le discriminazioni esistenti; osserva che è importante tenere adeguatamente conto delle molteplici sfaccettature della frattura digitale, in particolare del genere, che deve essere oggetto di un'azione specifica nel contesto della futura iniziativa europea per la e-inclusion; ritiene che le donne siano esposte in modo sproporzionato al rischio emergente di esclusione sociale, dovuto all'incapacità di utilizzare le nuove tecnologie e le tecnologie dell'informazione;
80. invita la Commissione a effettuare un'analisi dell'acquis comunitario relativamente alla società dell'informazione, in particolare a partire da una prospettiva di genere; chiede alla Commissione di stabilire un dialogo con i principali protagonisti del mercato dei mezzi di comunicazione allo scopo di elaborare un "Codice della parità di genere" per tali mezzi e la invita a prestare un'attenzione particolare all'abuso delle nuove TIC per la tratta di donne e bambini, nonché a farsi promotrice di tutte le iniziative giuridiche e tecniche necessarie per combattere tale fenomeno;
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81. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi degli Stati membri.