Risoluzione del Parlamento europeo sui preparativi delle riunioni COP-MOP sulla diversità biologica e sulla biosicurezza a Curitiba, Brasile
Il Parlamento europeo,
– vista l'ottava Conferenza delle parti (COP8) della Convenzione sulla diversità biologica (CBD) dell'ONU, prevista dal 20 al 31 marzo 2006 a Curitiba, Brasile,
– vista la terza riunione delle parti (MOP3) al Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza (BSP), in corso dal 13 al 17 marzo 2006 a Curitiba, Brasile,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo di Göteborg del 15 e 16 giugno 2001,
– visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che la CBD rappresenta il più ampio accordo globale sulla protezione della biodiversità, che si occupa della conservazione e dell'uso sostenibile della biodiversità e della condivisione equa e paritaria dei benefici derivanti dall'uso di risorse genetiche, e considerando che è stata firmata da 188 parti, inclusi i 25 Stati membri dell'UE e la Comunità europea,
B. considerando che il Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza fissa criteri minimi comuni per movimenti transfrontalieri di organismi viventi modificati (OVM) e che è stato ratificato da 131 paesi,
C. considerando che la diversità biologica, inclusa la diversità genetica delle specie e degli ecosistemi rappresenta il tessuto della vita ed è alla base della salute, della qualità della vita e della prosperità dell'uomo, e ha di per sé un valore intrinseco,
D. considerando che vi è un collegamento diretto tra la conservazione della diversità biologica e la fornitura di servizi basati sugli ecosistemi, quale la produzione di generi alimentari, la purificazione dell'acqua, la circolazione degli elementi nutritivi e la regolazione del clima; considerando che il consumo umano delle risorse naturali, la distruzione degli habitat, i cambiamenti climatici, l'eccessivo sfruttamento delle specie selvatiche e il commercio insostenibile e illegale della fauna e della flora selvatica stanno aumentando di intensità e già hanno fatto sì che i servizi basati sugli ecosistemi versino in una situazione di profonda crisi,
E. considerando che le parti della CBD, con la decisione CBD VI/26 e, indipendentemente, le parti al Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile (WSSD) di Johannesburg del 2002 hanno convenuto di ridurre significativamente il tasso di perdita della biodiversità entro il 2010,
F. considerando che la Comunità europea si è impegnata a frenare la perdita della biodiversità entro il 2010,
G. considerando che la risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU A/RES/59/25 del 17 novembre 2004 chiede un'iniziativa urgente per "esaminare caso per caso e su una base scientifica, che includa anche l'applicazione del principio precauzionale, il divieto provvisorio di pratiche di pesca distruttive, inclusa la pesca a strascico che ha effetti negativi sugli ecosistemi marini vulnerabili, ad inclusione delle montagne marine, delle bocche idrotermiche e dei coralli di acqua fredda situati oltre le giurisdizioni nazionali, fintanto che non siano state adottate adeguate misure di gestione e di conservazione conformemente al diritto internazionale",
H. considerando che la recente valutazione delle risorse forestali (FRA 2005) dell'Organizzazione delle NU per l'alimentazione e l'agricoltura sottolinea la drammatica perdita delle ultime foreste primordiali del mondo, e valuta che ogni anno nel mondo si perdano più di 13 milioni di ettari di foreste,
I. considerando che si prevede che durante il COP8 le parti prendano nota degli impegni presi nel programma di lavoro sulla diversità biologica delle foreste, delle decisioni CBD VI/22 e VII/28 sull'uso, il consumo e lo scambio sostenibile delle risorse biologiche, nonché dell'applicazione delle leggi e della governance sulle foreste e delle misure contro il disboscamento illegale,
J. considerando che la decisione CBD V/5, sezione III, presa da COP5 nel 2000, fissa una moratoria sulla sperimentazione in loco e la commercializzazione della tecnologia V-GURT (tecnologie per la restrizione dell'uso di varietà genetiche) volta a impedire la germinazione di semi conservati mediante un gene che induce la sterilità,
K. considerando che l'uso dell'ingegneria genetica volto a produrre semi sterili forzerà gli agricoltori ad acquistare ogni stagione nuove semenze e potrebbe pertanto minacciare la sicurezza alimentare, in particolare nei paesi in via di sviluppo; considerando che tali geni potrebbero contaminare colture non GM mediante la fertilizzazione incrociata e per contatto accidentale,
1. è profondamente preoccupato della continua perdita della biodiversità e dell'aumento dell'impronta ecologica dell'Unione europea, il cui impatto sulla biodiversità si estende ben oltre le frontiere dell'Unione;
2. invita la Commissione europea e gli Stati membri a dare un esempio convincente prendendo e agevolando misure concrete per la protezione della biodiversità a livello interno e internazionale;
3. ritiene che non siano stati osservati i criteri della moratoria globale sulla sperimentazione in loco e la commercializzazione della tecnologia V-GURT, per quanto riguarda tra l'altro l'impatto ecologico e socioeconomico e qualsiasi effetto negativo per la diversità biologica, la sicurezza alimentare e la salute dell'uomo;
4. sollecita la Commissione europea e gli Stati membri a:
–
fissare obiettivi globali specifici, misurabili, raggiungibili, realistici e con una dimensione temporale precisa per il riesame dell'obiettivo sulla biodiversità del 2010;
–
utilizzare e accelerare l'attuazione delle ultime decisioni CBD sulla diversità biologica delle foreste e sulle zone protette;
–
assegnare risorse aggiuntive e sviluppare nuovi meccanismi internazionali di finanziamento per creare una rete globale di zone protette entro il 2010 sulla terraferma e entro il 2012 in mare, mettendo l'accento su ampi ecosistemi intatti, la cui importanza è cruciale per la protezione della biodiversità mondiale;
–
sviluppare misure forti per garantire l'uso, il consumo e lo scambio sostenibile delle risorse della biodiversità, migliorare la legislazione sulle foreste, la sua applicazione e governance, combattere il disboscamento illegale e il relativo commercio, tenendo conto delle raccomandazioni contenute nella risoluzione del Parlamento del 7 luglio 2005 su una più rapida attuazione del piano d'azione dell'UE concernente l'applicazione delle normative, la governance e il commercio nel settore forestale (FLEGT)(1),
–
utilizzare l'iniziativa FLEGT e altri processi regionali simili per promuovere l'attuazione degli obiettivi CBD e contribuire agli obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) delle Nazioni Unite;
–
proteggere la biodiversità marina dalle pratiche distruttive, che incidono sugli ecosistemi marini vulnerabili insistendo su un esame su una base scientifica, che includa anche l'applicazione del principio precauzionale, del divieto provvisorio di pratiche di pesca distruttive, inclusa la pesca a strascico che ha effetti negativi sugli ecosistemi marini vulnerabili, fintanto che non siano state adottate adeguate misure di gestione e di conservazione conformemente al diritto internazionale, e sottolineare l'esigenza di rafforzare ove opportuno i poteri di controllo delle esistenti organizzazioni regionali per la gestione delle attività di pesca (RFMO), e di crearne se necessario di nuove;
–
sviluppare uno strumento giuridicamente vincolante per garantire l'accesso equo e paritario e la condivisione dei benefici (ABS) per quanto riguarda le risorse genetiche entro un periodo di tempo preciso;
–
garantire la piena ed effettiva partecipazione delle comunità locali e delle popolazioni autoctone nell'applicazione del programma di lavoro CBD;
–
respingere qualsiasi proposta di indebolire la moratoria sulla sperimentazione in loco e la commercializzazione delle tecnologie cosiddette "terminator", in base alla decisone V/5 CBD, attraverso valutazioni caso per caso o l'autorizzazione di tecnologie di riduzione dell'uso di risorse genetiche;
–
difendere con forza una politica dell'Unione che vieti coltivazioni a cielo aperto con tecnologie di riduzione dell'uso di risorse genetiche, finché non sia stata effettuata in modo trasparente una ricerca approfondita sugli effetti ecologici e socioeconomici e su eventuali danni alla biodiversità, alla sicurezza alimentare e alla salute umana;
–
assicurare che siano sviluppati indicatori della biodiversità, in quanto un'applicazione effettiva è ostacolata dalla mancanza di informazioni coerenti sull'efficacia delle misure già prese e dalla difficoltà di presentare dati sullo stato della biodiversità; e
–
insistere perché si giunga ad un accordo su un regime esauriente relativo ai criteri concernenti la documentazione che accompagna il trasporto di OVM, che consentano di accertare la legalità di OVM importati nel paese di destinazione e permettano all'importatore di seguire una tracciabilità adeguata e controllare un eventuale rilascio non intenzionale nell'ambiente e l'uso e il consumo nella lavorazione degli alimenti e dei mangimi;
5. inoltre sollecita la Commissione europea e gli Stati membri ad accelerare il passo per raggiungere l'obiettivo comunitario di frenare la perdita della biodiversità, incorporando gli obiettivi CBD nella politica di sviluppo e di aiuto dell'UE, in particolare nei prossimi documenti strategici regionali e per paese dell'UE, oltre a migliorare seriamente l'attuazione delle direttive UE sugli habitat(2) e sugli uccelli selvatici(3) e sulla rete associata Natura 2000;
6. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché alle parti della CBD e del BSP.
Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatiche (GU L 206 del 22.7.1992, pag. 7).