Risoluzione del Parlamento europeo sul Libro bianco su una politica europea di comunicazione (2006/2087(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione della Commissione sul "Libro bianco su una politica europea di comunicazione" (COM(2006)0035),
– vista la parte II del trattato CE,
– visti gli articoli 195, 211 e 308 del trattato CE,
– visti gli articoli 11, 41, 42 e 44 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,
– visto il regolamento (CE) n. 1049/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2001, relativo all'accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione(1),
– vista la comunicazione della Commissione sul "Piano d'azione della Commissione relativo al miglioramento della comunicazione sull'Europa" (SEC(2005)0985),
– vista la comunicazione della Commissione su "Il contributo della Commissione al periodo di riflessione e oltre: un piano D per la democrazia, il dialogo e il dibattito" (COM(2005)0494),
– vista la sua risoluzione del 13 marzo 2002 sulla comunicazione della Commissione su un nuovo quadro di cooperazione per le attività di politica dell'informazione e della comunicazione nell'Unione europea(2)
– vista la sua risoluzione del 10 aprile 2003 su una strategia di informazione e comunicazione per l'Unione europea(3),
– vista la sua risoluzione del 12 maggio 2005 sull'attuazione della strategia di informazione e comunicazione per l'Unione europea(4),
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per la cultura e l'istruzione e i pareri della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni e della commissione per gli affari costituzionali (A6-0365/2006),
A. considerando che la comunicazione costituisce un elemento importante tanto in una democrazia rappresentativa che in una democrazia partecipativa,
B. considerando pertanto che una delle forze degli elementi democratici dell'Unione europea è correlata alle strutture di comunicazione a livello europeo che uniscono le istituzioni ai cittadini,
C. considerando che il diritto all'informazione e la libertà di espressione dovrebbero essere i cardini della democrazia europea e la base dei sistemi politici a livello europeo e nazionale e che quindi, nella misura del possibile, le informazioni dovrebbero essere messe a disposizione del pubblico,
D. considerando che l'esperienza delle elezioni e dei referendum europei ha mostrato che coloro che conoscono e sono interessati alle tematiche europee sono maggiormente propensi a partecipare, mentre è più probabile che coloro che dispongono di scarse conoscenze non partecipino,
E. considerando che attualmente non esiste una sfera pubblica europea consolidata, ma sfere pubbliche nazionali molto dinamiche, che mostrano profonde differenze per quanto riguarda la misura in cui le tematiche europee sono discusse e i contenuti,
F. considerando che si compierebbe un importante passo in avanti se nelle sfere pubbliche nazionali le tematiche europee avessero un rilievo maggiore,
G. considerando che un primo passo verso la creazione di una sfera pubblica europea consiste nel superare l'isolamento delle sfere nazionali mediante un'azione di comunicazione a livello europeo; considerando inoltre che ciò è strettamente correlato alle strutture di comunicazione a livello paneuropeo o transnazionale,
H. considerando che appare evidente che i cittadini europei sono scarsamente informati sulle tematiche europee, così come indicato dai risultati di diversi sondaggi di Eurobarometro,
I. considerando inoltre che la comunicazione è legata alle questioni concernenti la trasparenza, la semplificazione delle procedure, la cittadinanza e i valori comuni,
J. sottolineando che le questioni europee e il "valore aggiunto" della legislazione comunitaria sono raramente riconosciuti durante i dibattiti nazionali, che vedono spesso i politici nazionali prendersi il credito per i successi europei pur essendo pronti a criticare l'Unione europea, sovente per fallimenti politici originati a livello nazionale,
K. considerando che il Consiglio europeo di Bruxelles del 16 e 17 giugno 2006 ha riportato la questione della riforma istituzionale all'ordine del giorno,
L. considerando che l'obiettivo del "periodo di riflessione" è quello di rendere l'Unione più democratica ed efficace, nonché di rimetterla in contatto con i cittadini,
Politica di comunicazione e sfera pubblica europea
1. si compiace per la presentazione del Libro bianco e condivide le intenzioni della Commissione di trasformare la politica di comunicazione in una politica autonoma, dotata di propri contenuti;
2. rileva la necessità di migliorare la comunicazione tra l'Unione europea e i suoi cittadini; sostiene pertanto la proposta di rivedere il modo in cui è strutturata la comunicazione con i cittadini; sottolinea che una migliore comunicazione non può compensare politiche insufficienti, ma può contribuire a migliorare la comprensione delle politiche seguite;
3. plaude al riconoscimento da parte della Commissione che ogni comunicazione, oltre ad essere indissociabile dal proprio contenuto, deve costituire un processo "bi-direzionale" che implichi l'ascolto dei cittadini, ma deplora che tali principi, enunciati all'inizio del Libro bianco, non trovino poi alcun riscontro concreto; invita pertanto la Commissione a specificare come intenda tener conto della voce dei cittadini e suggerisce al riguardo di recepire le eventuali iniziative delle altre istituzioni quali "l'Agora", organo di concertazione con i rappresentanti della società civile che il Parlamento ha deciso di istituire;
4. invita la Commissione a sostenere la creazione di una sfera pubblica europea, strutturata principalmente attraverso i media nazionali, regionali e locali, senza trascurare il ruolo importante svolto dai principali quotidiani nazionali e regionali e dai notiziari televisivi nel coprire in modo adeguato le questioni europee; a questo fine, chiede agli Stati membri di stimolare le reti audiovisive pubbliche nazionali ad informare adeguatamente i cittadini sulle politiche attuate a livello europeo;
5. osserva che lo scopo di una politica europea di comunicazione non deve consistere nella creazione di una sfera di comunicazione in concorrenza con le sfere pubbliche nazionali, ma piuttosto in una più stretta corrispondenza tra i dibattiti nazionali e quelli a livello europeo;
6. invita la Commissione a valutare le proposte concrete presentate nella sua summenzionata risoluzione del 12 maggio 2005 nell'ambito dell'elaborazione di una politica di comunicazione;
Definizione di principi comuni
7. sostiene l'idea di istituire una comunicazione bi-direzionale tra l'Unione europea e i suoi cittadini, capace e disposta a dare maggiore spazio alle opinioni dei cittadini sull'Europa; sottolinea tuttavia che la proposta che i cittadini diventino i promotori della partecipazione e del dialogo non appare ragionevole, in quanto non sono i cittadini a dover andare alla ricerca di informazioni, ma le informazioni a dover andare incontro ai cittadini;
8. non ritiene appropriato sottoporre il Parlamento europeo a un codice di condotta che regolamenti la comunicazione tra quest'ultimo e i cittadini dell'Unione europea;
9. chiede alla Commissione di presentare un progetto di accordo interistituzionale per definire principi comuni che possano organizzare la cooperazione tra le istituzioni europee in materia di comunicazione;
10. invita la Commissione a valutare la possibilità di avviare un vero e proprio programma comunitario per l'informazione e la comunicazione sull'Europa, al fine di migliorare gli attuali meccanismi di partenariato istituzionale in tale settore; ritiene che, qualora la Commissione presenti una proposta in materia, il Parlamento sarà pienamente coinvolto nella definizione e nella formulazione del preciso contenuto e dell'ambito di applicazione del programma;
11. ritiene necessario fare maggiormente riferimento ai principi e ai valori sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali al fine di definire l'ambito di una politica europea di comunicazione;
12. ricorda che la Carta dei diritti fondamentali definisce già i diritti dei cittadini in materia di informazione e che qualsiasi eventuale nuovo strumento dovrà rispettare le prerogative del Parlamento, assemblea eletta, in particolare il suo potere di rivolgersi liberamente ai cittadini di tutta l'Unione; invita la sua commissione competente per gli affari costituzionali ad enucleare la tipologia e contenuto di un siffatto strumento interistituzionale;
13. sottolinea l'importanza di una Costituzione per l'Europa, che conferirebbe all'Unione un'immagine più politica e democratica rendendola più attraente agli occhi dei cittadini; ricorda la responsabilità politica del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione di sostenere tale processo;
Rafforzare il ruolo dei cittadini
14. accoglie con favore il desiderio espresso dalla Commissione di portare l'Europa a tutti i livelli, ossia di integrare le questioni europee a livello nazionale, regionale e locale al fine di decentralizzare il messaggio e sottolinea la necessità che tale comunicazione circoli in modo molto regolare; plaude al piano d'azione della Commissione e ne attende la rapida attuazione;
15. ritiene che lo sviluppo di un'amministrazione europea di prossimità, atta a coadiuvare la miriade degli attuali centri di accoglienza e di informazione sull'Europa, contribuirebbe a intrecciare preziosi legami diretti fra l'Unione e i suoi cittadini promuovendo, in particolare, l'accesso di questi ultimi alle iniziative e ai programmi europei loro destinati; ritiene che gli uffici d'informazione della Commissione e del Parlamento europeo negli Stati membri svolgano un ruolo importante in materia; in tale contesto, rileva la necessità di riesaminare e ripensare a fondo le attività finora svolte da tali uffici d'informazione, dato che la loro politica di relazioni pubbliche non suscita l'interesse dei cittadini e le risorse all'uopo utilizzate potrebbero essere impiegate in modo molto più efficiente; si augura pertanto che essi assumano un carattere più attivo e meno burocratico;
16. si compiace dell'iniziativa avviata nel novembre 2005 dalla Commissione in materia di trasparenza, nell'ambito della quale si sottolinea che norme rigorose in materia di trasparenza rappresentano elementi costitutivi della legittimità di qualsiasi amministrazione moderna; ritiene che i cittadini europei abbiano diritto a istituzioni pubbliche efficaci, responsabili e desiderose di servire;
17. ritiene che le regioni e le città rappresentino le piattaforme più adatte per promuovere l'idea dell'Europa tra i cittadini e chiede il coinvolgimento del Comitato delle regioni nell'attuazione di una futura politica di comunicazione;
18. sostiene l'idea di incentivare i dibattiti sulle questioni europee in seno ai parlamenti nazionali e regionali;
19. incoraggia i parlamenti nazionali a promuovere il ruolo di scrutinio dei rispettivi governi quando agiscono in seno al Consiglio, accrescendo così la consapevolezza e, di conseguenza, la responsabilità democratica delle istituzioni dell'Unione europea;
20. sottolinea che i parlamenti nazionali dovrebbero sforzarsi di interessarsi più da vicino ai progetti legislativi europei, in una fase molto più precoce del processo decisionale;
21. richiama l'attenzione sulle conclusioni della Presidenza alla Conferenza dei Presidenti dei parlamenti dell'Unione europea (Budapest, 6 e 7 maggio 2005), in cui si invitano i parlamenti nazionali a tenere ogni anno, di preferenza durante una tornata, un dibattito sul programma legislativo e di lavoro annuale della Commissione,
22. sottolinea l'importanza di convocare Forum interparlamentari sul futuro dell'Europa, di cui uno sarà riunito in occasione del cinquantesimo anniversario dei trattati di Roma; chiede di tenere conto delle discussioni a livello dei rappresentanti della popolazione europea nel contesto della politica di comunicazione europea;
23. sottolinea l'importanza dell'educazione civica sull'integrazione europea; ritiene che possedere un certo livello di conoscenza sull'Europa costituisca un requisito indispensabile per una comunicazione interattiva con l'Unione europea e possa contribuire a un sentimento di cittadinanza europea;
24. si rammarica del fatto che gli aiuti ai programmi settoriali con un forte effetto moltiplicatore quali Leonardo da Vinci, Socrates ed Erasmus siano stati ridotti, in quanto tali programmi promuovono la dimensione europea e favoriscono l'istituzione di reti transnazionali;
25. è del parere che, al fine di raggiungere i cittadini, sia importante comunicare meglio e spiegare l'importanza e le ripercussioni delle decisioni dell'Unione europea per la vita quotidiana attraverso una cooperazione con le istituzioni regionali e locali; propone che si ponga l'accento su comunicazioni regolari ai cittadini in merito ai progetti regionali e locali significativi cui l'Unione europea ha partecipato, al fine di favorire un progetto comune europeo;
26. ritiene che il dibattito dovrebbe tenere conto delle esigenze e delle attività specifiche dei disabili e delle minoranze, nonché degli interlocutori nazionali e locali e dei gruppi di destinatari specifici; nota che occorre prestare maggiore attenzione alla trasmissione di informazioni rilevanti, come pure di informazioni di ambito regionale, a categorie di pubblico specifiche, mettendo così in relazione le questioni europee con la vita quotidiana dei cittadini;
27. si compiace delle iniziative prese da talune rappresentanze della Commissione e dalle amministrazioni nazionali per collaborare a campagne di informazione sull'Unione europea; osserva che tale collaborazione potrebbe contribuire a creare un legame più diretto tra i cittadini e le istituzioni;
28. invita la Commissione a garantire la consultazione delle parti interessate e dell'opinione pubblica durante le prime fasi della formulazione delle politiche; ritiene che le proposte principali potrebbero essere accompagnate da una sezione aggiuntiva nella valutazione di impatto in cui si specifichi in che modo si è tenuto conto delle preoccupazioni dei cittadini nell'elaborare la proposta; sottolinea l'opportunità di chiarire l'impatto delle consultazioni pubbliche sul processo decisionale dell'Unione europea;
29. invita la Commissione a mettere a punto una politica delle comunicazioni dinamica e reattiva che, anziché riferire essenzialmente sul consenso finale conseguito, sia maggiormente incentrata sull'evoluzione delle decisioni adottate nelle diverse fasi del processo decisionale; ritiene che l'obiettivo della politica di comunicazione dell'Unione sia quello di fornire ai cittadini una chiara comprensione del modo di formazione della legislazione europea;
Collaborazione con i media e nuove tecnologie
30. sottolinea l'importanza dei media quali intermediari, creatori di opinione e portatori di messaggi ai cittadini nell'ambito della sfera pubblica europea che la Commissione intende sviluppare; in detto contesto, invita la Commissione a sostenere iniziative concrete quali forum di discussione su temi culturali e politici europei nell'ambito dei quali la documentazione sia disponibile in più lingue, in modo che un gran numero di cittadini europei possa intervenire e dialogare;
31. sottolinea che il cittadino informato rappresenta la base di un sistema democratico partecipativo funzionante;
32. chiede alla Commissione di definire, con la maggiore precisione possibile, il ruolo che intende assegnare ai media e sottolinea la necessità di individuare una formula che consenta di coinvolgere maggiormente i media nazionali, regionali e locali nella politica di comunicazione, prevedendo anche il ricorso a mezzi di comunicazione alternativi in quanto tramite di comunicazione;
33. ritiene che la cooperazione transfrontaliera su temi politici europei tra mezzi di comunicazione regionali e locali debba essere potenziata; ritiene che una collaborazione europea tra media e giornalisti sia utile per l'informazione sull'Unione europea e invita la Commissione a istituire, nel quadro del bilancio, un "fondo europeo del giornalismo (d'inchiesta)" che sostenga progetti nell'ambito dei quali giornalisti provenienti da diversi Stati membri approfondiscano insieme un argomento europeo e lo traspongano nelle varie situazioni locali e regionali;
34. accoglie con favore il ritiro della proposta di istituire un'agenzia di stampa dell'Unione europea;
35. raccomanda alla Commissione di usare un linguaggio chiaro e conciso nel comunicare con i cittadini e i media e di utilizzare sistematicamente in tali comunicazioni le lingue ufficiali dei loro Stati membri d'origine o di residenza; ritiene che il gergo comunitario aumenti, anziché ridurre, la distanza tra le istituzioni e i cittadini dell'Unione europea;
36. consiglia di avviare regolari scambi di opinioni su questioni concernenti la comunicazione in Europa tra le istituzioni europee, in particolare il Parlamento, e i media;
37. considera essere responsabilità della Commissione in regola generale e, in particolare, degli Stati membri, fornire informazioni oggettive, affidabili e imparziali sulle politiche europee quale base per un dibattito con cognizione di causa; a questo titolo, invita gli Stati membri a rafforzare l'informazione dei propri funzionari sulle politiche svolte a livello europeo;
38. plaude al fatto che, in relazione alle nuove tecnologie, il Libro bianco sia in linea con l'ultima relazione del Parlamento sulla strategia di informazione e comunicazione dell'Unione europea;
39. apprezza le proposte della Commissione volte a meglio utilizzare le nuove tecnologie di comunicazione, ma sollecita l'adozione di provvedimenti atti ad evitare che la "frattura digitale" escluda ulteriormente parte dei cittadini dall'accesso all'informazione sull'Unione; sottolinea al riguardo l'opportunità di integrare - in un intento di impostazione globale - i mezzi di comunicazione specifici alle varie istituzioni, come la futura "Web TV" del Parlamento europeo, nel rispetto della sua autonomia; sottolinea altresì che vanno valorizzati anche i mezzi di comunicazione di massa tradizionali, come la televisione;
Capire l'opinione pubblica europea
40. chiede alla Commissione di informare il Parlamento sulla valutazione delle consultazioni che ha avviato;
41. ritiene che la proposta di istituire un Osservatorio dell'opinione pubblica europea in tempi brevi sia discutibile ed è del parere che, prima di realizzare tale obiettivo, sia necessario un uso più coordinato dei dati e delle risorse già disponibili;
42. rileva che non può esistere una politica di comunicazione soddisfacente senza una conoscenza esatta delle lacune nell'informazione a disposizione dei cittadini dell'Unione, che si tratti dell'azione comunitaria o delle istituzioni e procedure che ne consentono l'attuazione; chiede pertanto che i servizi di "Eurobarometro" siano incaricati di un sondaggio di opinione specifico ed esaustivo tale da permettere di misurare in modo esatto e differenziato il livello di informazione dei cittadini comunitari, a seconda dello Stato di origine, della categoria socioprofessionale e dell'orientamento politico;
Cooperazione
43. chiede alla Commissione di elaborare proposte concrete per l'attuazione della politica di comunicazione e per la valutazione delle sue implicazioni giuridiche e finanziarie;
44. ritiene che l'operato del gruppo interistituzionale sull'informazione (GII) debba essere esaminato per valutare se siano possibili miglioramenti;
45. sottolinea la necessità di un maggiore coinvolgimento dei soggetti politici paneuropei nel dialogo con le rispettive circoscrizioni elettorali sulle questioni europee;
46. annette particolare rilevanza al ruolo dei partiti politici nel sostegno alla democrazia parlamentare a tutti i livelli; deplora che il potenziale dei partiti politici transnazionali resti inutilizzato; deplora altresì la reticenza di molti partiti politici nazionali di fronte all'ipotesi di adottare una dimensione europea in modo coerente e convincente; sollecita i partiti politici a tenere conto delle tematiche europee nelle loro attività decisionali e nelle loro campagne elettorali, nonché a operare affinché ai cittadini siano concesse opzioni politiche effettive sul futuro dell'Europa;
47. sottolinea che una politica di comunicazione deve tener conto del particolare "ritmo" degli affari europei, non di rado scollegato dalle agende politiche nazionali e non può svilupparsi veramente al margine delle politiche e delle azioni concrete dell'Unione europea, che seguono un calendario distinto; reputa pertanto necessario che la Commissione, il Consiglio e il Parlamento concordino un calendario delle grandi tematiche atte ad interessare in modo specifico le opinioni pubbliche europee, onde concentrare su tali argomenti i loro sforzi di comunicazione;
48. chiede alle istituzioni di esaminare la possibilità di creare un gruppo di coordinamento di secondo livello, nell'ambito del quale siano rappresentate le competenti direzioni generali delle diverse istituzioni e nel quale siedano i rappresentanti delle commissioni del Parlamento, al fine di coordinare le azioni concrete di esecuzione degli orientamenti fissati dal GII;
49. ribadisce che l'Unione europea è vista sovente come un'unità da parte dei cittadini, i quali non sono tenuti a conoscerne i dettagli istituzionali e che occorre pertanto integrare le politiche di comunicazione di ogni istituzione in una logica comune, nel rispetto delle competenze e dell'autonomia di ciascuna di esse; sollecita nuovamente un grande dibattito annuale interistituzionale in tal senso, in Aula, per adottare una dichiarazione congiunta sugli obiettivi e strumenti di tale politica;
50. caldeggia il dialogo e le discussioni pubbliche organizzate in sede congiunta tra le istituzioni europee e le istituzioni nazionali e regionali; sottolinea la rilevanza di imperniare la comunicazione su iniziative che facciano leva su vettori di comunicazione "gran pubblico" quali i programmi culturali (premi letterari o cinematografici), gli eventi sportivi, ecc.; ritiene che la comunicazione non debba perdere di vista un orientamento strategico mirato ai settori cosiddetti "destinatari", ad esempio le università, i comuni o le associazioni professionali;
51. sostiene il rafforzamento del ruolo del Mediatore nel conferire maggiore credibilità alla trasparenza;
52. osserva che tradizionalmente il programma PRINCE si basa sull'associazione tra la Commissione e gli Stati membri; ricorda che, nella sua ultima relazione sulla strategia di comunicazione dell'Unione europea, il Parlamento già sottolineava la necessità di una partecipazione parlamentare alla definizione delle priorità del programma PRINCE; per tale motivo, ritiene che occorrerebbe associare pienamente i deputati del Parlamento europeo alle manifestazioni organizzate sotto gli auspici di detto programma;
53. raccomanda di aumentare gli stanziamenti assegnati ai programmi di finanziamento esistenti, quali il programma per l'apprendimento permanente, i programmi Gioventù, Europa per i cittadini, Media e Cultura, per migliorare la comunicazione in termini di integrazione europea, fermo restando il pieno rispetto degli obiettivi dei singoli programmi;
54. appoggia la sostituzione delle cinque linee di bilancio del programma PRINCE attualmente esistenti con un programma unico, gestito dalla Direzione generale della comunicazione, in quanto ciò consentirebbe una maggiore flessibilità con un interlocutore centrale;
55. sottolinea la necessità di dare la massima visibilità possibile ai sostegni finanziari concessi dall'Unione europea e, pertanto, l'obbligo di garantirne la pubblicità che dovrebbe avere ogni istituzione, associazione o attività che usufruisca di una sovvenzione contestuale ad un programma dell'Unione;
56. sottolinea che, per una comunicazione riuscita, la partecipazione attiva degli Stati membri è essenziale e invita pertanto gli Stati membri a trovare i mezzi tecnici e finanziari per contribuire all'impegno comune in materia di comunicazione dell'Unione europea;
57. invita gli Stati membri a recepire la legislazione comunitaria in modo adeguato e tempestivo, al fine di garantire che tutti i cittadini dell'Unione europea beneficino degli stessi diritti, quali conferiti loro dalla legislazione comunitaria; chiede alla Commissione di garantire più attivamente l'attuazione delle disposizioni della legislazione comunitaria; esorta la Commissione a cooperare con i governi degli Stati membri per informare i cittadini del loro diritto di accedere alla giustizia e di ottenere una riparazione in caso di violazione dei loro diritti;
58. invita la Commissione a gerarchizzare meglio le proprie partnership in materia di comunicazione, promuovendo relazioni privilegiate con i partner a "vocazione transnazionale" quali le organizzazioni della società civile europea in via di strutturazione, i partiti politici europei ed i giornalisti; sostiene l'importanza di includervi i mezzi di comunicazione destinati ai giovani, in vista del potenziamento di uno spazio europeo di cittadinanza;
59. sottolinea la necessità di adattare e far progredire le strategie e i contenuti del Libro bianco alla luce del dibattito in corso nella società europea e tra gli Stati membri;
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60. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Comitato delle regioni, al Comitato economico e sociale europeo, nonché ai governi e parlamenti degli Stati membri.