Risoluzione del Parlamento europeo sull'integrazione della dimensione di genere nell'ambito dei lavori delle commissioni (2005/2149(INI))
Il Parlamento europeo,
– visti l'articolo 2, l'articolo 3, paragrafo 2, l'articolo 13 e l'articolo 141, paragrafo 4, del trattato CE,
– viste la Convenzione europea sulla salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, la Carta sociale europea riveduta e la giurisprudenza della Corte europea per diritti dell'uomo,
– visti i lavori della Direzione per i diritti dell'uomo del Consiglio d'Europa, ed in particolare del Comitato direttivo per la parità fra gli uomini e le donne del Consiglio d'Europa,
– visti la quarta Conferenza mondiale sulle donne tenutasi a Pechino nel settembre 1995, la dDichiarazione e la piattaforma d'azione adottate a Pechino nonché i successivi documenti finali adottati in occasione delle successive sessioni speciali delle Nazioni Unite "Pechino+5" e "Pechino+10" su ulteriori azioni ed iniziative volte ad attuare la dichiarazione e la pPiattaforma d'azione di Pechino, adottati rispettivamente il 9 giugno 2000 e l"11 marzo 2005,
– vista la direttiva 2002/73/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 settembre 2002, che modifica la direttiva 76/207/CEE del Consiglio relativa all'attuazione del principio della parità di trattamento tra gli uomini e le donne per quanto riguarda l'accesso al lavoro, alla formazione e alla promozione professionali e le condizioni di lavoro(1),
– vista la sua risoluzione del 13 marzo 2003 sul gender mainstreaming (integrazione della dimensione di genere)(2),
– visto il documento di lavoro della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere sull'integrazione della dimensione di genere nell'ambito dei lavori delle commissioni, predisposto successivamente all'analisi delle risposte al questionario inviato ai presidenti e ai vicepresidenti incaricati dell'integrazione della dimensione di genere nominati dalle ventidue commissioni parlamentari,
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A6-0478/2006),
A. considerando che la maggioranza delle commissioni accorda sempre o talvolta una notevole rilevanza all'integrazione della dimensione di genere mentre sono in minoranza le commissioni che non si interessano affatto o solo raramente,
B. considerando che la parità tra uomini e donne è un principio fondamentale del diritto comunitario e la sua promozione costituisce, a norma dell'articolo 2 del trattato, uno dei compiti della Comunità,
C. considerando che l'articolo 3, paragrafo 2, del trattato stabilisce il principio dell'integrazione della dimensione di genere affermando che in tutte le sue azioni la Comunità mira ad eliminare le ineguaglianze nonché a promuovere la parità tra uomini e donne,
D. considerando la dinamica innescata dal 2005 sotto la responsabilità della sua commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere, nonché i lavori del gruppo di alto livello sulla parità tra uomini e donne,
E. considerando che un(a) presidente o un(a) vicepresidente preposto(a), nell'ambito dei lavori della rispettiva commissione parlamentare, all'attuazione dell'integrazione della dimensione di genere ha attivamente partecipato ad ogni riunione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere,
F. considerando la costante progressione della percentuale di donne membri del Parlamento, passata dal 17,5% nel 1979, al 30,33% nel 2004,
G. considerando che in seno alla sua amministrazione risultano sottorappresentate le donne che occupano posti di responsabilità negli organi preposti alle decisioni politiche,
H. considerando che in seno alle sue otto Direzioni generali solo due donne sono state nominate direttrici generali, deplora il numero insufficiente di candidature femminili ai posti di direttrice generale e pertanto incoraggia le donne a valutare seriamente una loro candidatura a posti di responsabilità in seno alla sua amministrazione,
I. considerando che, quantunque la maggioranza delle commissioni si pronunci a favore dell'integrazione della dimensione di genere, esse hanno per lo più definito le loro future priorità politiche senza prevedere alcuna strategia relativa all'integrazione della dimensione di genere,
J. considerando che, finora, nessuna commissione si è prefissa obiettivi concreti per l'attuazione di siffatta strategia relativa all'integrazione della dimensione di genere,
K. considerando che la metà delle commissioni ritiene che la loro competenza in materia va sviluppandosi e che la stessa proporzione di commissioni manifesta un vivo interesse per una formazione, nell'ambito della loro segreteria, in materia di integrazione della dimensione di genere,
L. considerando che la cooperazione politica e amministrativa delle commissioni parlamentari con la commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere può risultare sia regolare che sporadica,
M. considerando che, a norma dell'articolo 46, paragrafo 6 del suo regolamento, la maggioranza delle commissioni invita regolarmente i relatori per parere della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere a partecipare alle riunioni della commissione competente per il merito, allorquando viene esaminata la relazione di cui trattasi,
N. considerando che, per meglio legiferare, la maggioranza delle commissioni si pronuncia a favore dell'integrazione della dimensione di genere e che la metà di esse si è già avvalsa delle consulenze di esperti in materia di parità fra uomini e donne;
Valutazione dell'integrazione della dimensione di genere
1. sottolinea che la rivendicazione circa la parità fra uomini e donne deve concretarsi in una impostazione pratica che non opponga le donne agli uomini;
2. ritiene che l'integrazione della dimensione di genere comporti sviluppi positivi sia per le donne che per gli uomini;
3. sottolinea che l'integrazione della dimensione di genere presuppone la riorganizzazione, il miglioramento, lo sviluppo e la valutazione dei processi politici, così da consentire a quanti partecipano di norma al processo decisionale di recepire una prospettiva di genere in tutte le politiche, a tutti i livelli e in ogni fase;
4. sottolinea che l'integrazione della dimensione di genere non può sostituire politiche specifiche miranti a rimediare a situazioni risultanti da disparità fra uomini e donne e ricorda che le politiche specifiche finalizzate alla promozione della parità e integrazione della dimensione di genere vanno condotte di pari passo, sono complementari e devono coesistere per conseguire l'obiettivo della parità fra uomini e donne;
5. ringrazia le presidenze austriaca e finlandese per avere insistito in sede di Consiglio dei Ministri, sull'importanza degli uomini in sede di attuazione dell'integrazione della dimensione di genere;
6. rileva che l'integrazione della dimensione di genere postula che la parità di trattamento tra donne e uomini e l'attenzione all'obiettivo della parità occupino una posizione centrale in tutte le attività, quali la definizione delle politiche, la ricerca, la rappresentanza, il dialogo, la legislazione, l'attribuzione di risorse o l'attuazione e la verifica degli scadenzari di programmi e progetti;
7. s'impegna a adottare ed applicare nell'ambito delle politiche comunitarie una strategia corredata di obiettivi concreti relativa all'integrazione della dimensione di genere e incarica la sua commissione competente di predisporla entro e non oltre la fine della legislatura in atto;
8. invita il gruppo ad alto livello sulla parità di genere a proseguire l'incentivazione e la promozione di tale processo nel suo insieme muovendo dalle informazioni regolarmente fornite dalle commissioni e dalla presidente della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere spronando gli Stati membri a perseguire una politica analoga;
9. insiste sul rilevante ruolo che i gruppi politici possono svolgere per incentivare, appoggiare e rendere possibile la piena partecipazione delle donne nella vita pubblica tramite l'applicazione e valutazione dell'integrazione della dimensione di genere nell'ambito dei loro programmi e attività, incoraggiando una maggiore partecipazione delle donne alle elezioni al Parlamento europeo e alle elezioni nazionali;
10. si rallegra con le commissioni parlamentari che hanno reso operativa nei loro lavori l'integrazione della dimensione di genere ed invita le altre commissioni a seguire il loro esempio;
11. incoraggia il Segretario generale a continuare la formazione di funzionari in materia di integrazione della dimensione di genere;
12. rileva che la Direzione generale per le politiche interne vanta il più elevato tasso di amministratori femminili; invita tutti i Direttori generali del Parlamento a porre in atto la legislazione comunitaria sulla parità di trattamento tra uomini e donne in materia di occupazione;
13. chiede che ogni segreteria delle commissioni delle direzioni delle DG politiche interne ed esterne assuma un funzionario con un'apposita formazione sull'integrazione della dimensione di genere e incoraggia il collegamento in rete di tali funzionari sotto il coordinamento della segreteria della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere onde promuovere regolari scambi sulle buone pratiche;
14. deplora che lo statuto dei funzionari delle Comunità europee non preveda misure sufficienti che consentano ai funzionari di operare un'effettiva scelta tesa a conciliare la vita familiare con la vita professionale;
15. chiede che l'integrazione della dimensione di genere sia rispettata nel pubblicare i posti vacanti all'interno delle istituzioni dell'UE;
Futura attuazione dell'integrazione della dimensione di genere
16. sottolinea l'importanza di ricorrere ad un terminologia e a definizioni precise conformi con le norme internazionali in sede di utilizzo dei termini relativi all'integrazione della dimensione di genere;
17. sottolinea la necessità, nell'ambito delle commissioni parlamentari, di disporre di idonei strumenti per una buona conoscenza dell'integrazione della dimensione di genere quali gli indicatori, i dati e le statistiche ripartite per sesso, nonché della distribuzione delle risorse di bilancio sotto il profilo della parità tra uomini e donne spronandole a far tesoro delle competenze interne (segreteria della commissione competente, dipartimento tematico, biblioteca ecc.) e delle competenze esterne contestuali ad altre istituzioni locali, regionali, nazionali e sopranazionali pubbliche e private, alle piccole, medie e grandi imprese e alle università attive nel settore della parità fra uomini e donne;
18. invita la presidente della commissione competente ad informare regolarmente la Conferenza dei presidenti delle commissioni per consentirle di valutare i progressi compiuti in materia;
19. sottolinea che l'integrazione della dimensione di genere deve tener conto della peculiarità di ogni commissione parlamentare; chiede che le valutazioni siano esperite ogni due anni sotto l'egida della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere, sulla scorta del questionario sottoposto ai presidenti ed ai vicepresidenti preposti all'integrazione della dimensione di genere, in seno alle ventidue commissioni parlamentari ivi comprese le inadempienze contestuali ai lavori delle commissioni e delle delegazioni, nonché i progressi in sede di attuazione dell'integrazione della dimensione di genere in seno ad ogni commissione;
o o o
20. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione ed al Consiglio d'Europa.