Risoluzione del Parlamento europeo sulla discriminazione nei confronti di giovani donne e ragazze nel settore dell'istruzione (2006/2135(INI))
Il Parlamento europeo,
– ribadendo i principi stabiliti negli articoli 2, 3, paragrafo 2, 13, 137, paragrafo 1, lettera i) e 141 del Trattato che istituisce la Comunità europea,
– vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea proclamata nel 2000, in particolare l'articolo 23,
– vista la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali del 1950,
– vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite del 10 dicembre 1948,
– visti gli obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) delle Nazioni Unite, in particolare l'OSM 3 sulla promozione dell'uguaglianza di genere e il rafforzamento del ruolo della donna quale presupposto, tra l'altro, per il conseguimento dell'uguaglianza a tutti i livelli di istruzione e in tutti i settori di lavoro,
– viste la quarta Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne tenutasi a Pechino nel settembre 1995, la Dichiarazione e la Piattaforma d'azione adottate a Pechino come pure i susseguenti documenti adottati alle successive sessioni speciali delle Nazioni Unite Pechino + 5 e Pechino +10 sulle ulteriori azioni e iniziative ai fini dell'attuazione della Dichiarazione di Pechino adottata il 9 giugno 2000 e della Piattaforma d'azione adottata l'11 marzo 2005,
– visto il protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne (CEDAW), adottato nel 1999, secondo cui le persone o i gruppi di persone, sotto la giurisdizione di uno Stato facente parte di detta Convenzione, che affermano di essere vittime di violazioni di uno dei diritti stabiliti nella Convenzione da parte di detto Stato, possono presentare notifiche al Comitato per l'eliminazione delle discriminazioni nei confronti delle donne,
– viste le relazioni globali di controllo dell'istruzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) per tutti del 2003/2004, 2005 e 2006,
– viste le raccomandazioni del Consiglio d'Europa e in particolare la sua risoluzione e il suo piano d'azione adottati alla sesta Conferenza ministeriale europea sull'uguaglianza tra le donne e gli uomini tenutasi a Stoccolma l'8 e il 9 giugno 2006,
– vista la raccomandazione 2006/143/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 febbraio 2006 sul proseguimento della cooperazione europea in materia di certificazione della qualità nell'istruzione superiore(1),
– vista la raccomandazione 98/561/CE del Consiglio del 24 settembre 1998 sulla cooperazione europea in materia di certificazione della qualità nell'istruzione superiore(2),
– viste le sue risoluzioni del 28 aprile 2005 sulla situazione dei Rom nell'Unione europea(3) e del 1° giugno 2006 sulla situazione delle donne Rom nell'Unione europea(4),
– vista la comunicazione della Commissione del 4 luglio 2006 intitolata "Verso una strategia dell'Unione europea sui diritti dei minori" (COM(2006)0367),
– vista la comunicazione della Commissione del 1° marzo 2006 intitolata "Una tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010" (COM(2006)0092),
– vista la comunicazione della Commissione del 1° giugno 2005 intitolata "Una strategia quadro per la non discriminazione e le pari opportunità per tutti" (COM(2005)0224),
– viste le comunicazioni della Commissione del 19 febbraio 2004 (COM(2004)0115) e del 14 febbraio 2005 (COM(2005)0044) sull'uguaglianza tra uomini e donne,
– vista la comunicazione della Commissione del 5 febbraio 2003 dal titolo'Il ruolo delle università nell'Europa della conoscenza" (COM(2003)0058),
– vista la comunicazione della Commissione del 7 giugno 2000 intitolata "Verso una strategia quadro comunitaria per la parità tra donne e uomini (2001-2005)" (COM(2000)0335),
– vista la Dichiarazione pronunciata dai ministri dell'Unione europea responsabili per la politica dell'uguaglianza di genere alla Conferenza dei Ministri per l'uguaglianza di genere svoltasi a Lussemburgo il 4 febbraio 2005,
– vista la Dichiarazione sul "Decennio per l'inclusione dei Rom 2005-2015" firmata a Sofia il 2 febbraio 2005 dai primi ministri degli Stati dell'Europa centrale e sudorientale partecipanti,
– vista la Dichiarazione di Atene pronunciata al Vertice europeo del 1992 sulle donne al potere secondo cui le donne rappresentano la metà del talento e delle capacità potenziali dell'umanità,
– viste le relazioni e i discorsi della commissione per la cultura e l'istruzione nonché della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere,
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A6-0416/2006),
A. considerando che dalle statistiche degli Stati membri risulta che una percentuale più bassa di donne rispetto agli uomini ottiene qualifiche post-laurea e che un numero più ridotto di donne rispetto agli uomini partecipa ad una formazione lungo tutto l'arco della vita a causa di varie restrizioni connesse con il genere,
B. considerando che la cura della casa e della famiglia spetta ancora in ampia misura alle donne e che di conseguenza il tempo a loro disposizione per un'ulteriore formazione e per l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita è limitato,
C. considerando che l'accesso all'istruzione, in particolare all'istruzione superiore, è particolarmente difficile per i giovani provenienti da famiglie a basso reddito, il che conduce a un rafforzamento della preferenza tradizionale a favore dell'istruzione per i ragazzi,
D. considerando che i significativi progressi compiuti per quanto riguarda le pari opportunità nell'istruzione hanno riguardato soprattutto gli sviluppi positivi, vale a dire l'aumento del numero di donne che possono accedere a tutti i livelli d'istruzione, ma non hanno portato a corrispondenti sviluppi qualitativi per quanto riguarda la scelta dei corsi di studio e delle specializzazioni, soprattutto a causa delle percezioni sociali e dei ruoli tradizionali dei sessi,
E. considerando che l'istruzione è un importante valore europeo, un diritto fondamentale ed uno strumento chiave per l'inclusione sociale, che nella società continuano ad esistere sfide e determinati pregiudizi nei confronti delle donne istruite e che spesso queste ultime non trovano sbocchi corrispondenti alle loro ambizioni professionali e personali,
F. considerando che in alcune culture continuano ad esistere pregiudizi tradizionali e religiosi che limitano l'accesso delle ragazze e delle giovani donne all'istruzione,
G. considerando che i mezzi d'informazione continuano a riproporre stereotipi di genere rafforzando in tal modo l'immagine tradizionale della donna, piuttosto che ammirabili esempi degni di essere imitati come quello di Maria Skłodowska-Curie,
H. considerando che l'accesso all'istruzione per le ragazze e le giovani donne appartenenti a minoranze nazionali, e in particolare alla minoranza rom, o per le ragazze e le giovani donne che fanno parte di gruppi di immigrati è particolarmente limitato e/o spesso caratterizzato da discriminazioni e segregazione nelle scuole, anche a livello dei programmi didattici di recupero che dispongono di risorse limitate, di personale non motivato e con scarsa formazione, nonché di infrastrutture carenti e di programmi didattici e metodi di valutazione inadeguati,
I. considerando che in molti Stati membri le risorse di bilancio destinate all'istruzione sono insufficienti e che il personale insegnante è costituito in prevalenza da donne,
1. rileva che l'istruzione e la formazione di ragazze e donne è un diritto umano ed un elemento essenziale per il pieno godimento di tutti gli altri diritti sociali, economici, culturali e politici;
2. accoglie con favore il fatto che una media di otto ragazze su dieci che studiano in istituti di istruzione superiore negli Stati membri completano i loro studi e che le statistiche indicano l'esistenza di pari opportunità per entrambi i sessi per quanto riguarda il conseguimento di un'istruzione superiore e in realtà un livello più elevato di motivazione tra le donne quando non sono limitate da motivi di genere;
3. sottolinea che nei settori dell'istruzione e della ricerca il numero di donne laureate (59%) è superiore a quello degli uomini, mentre la loro presenza diminuisce costantemente man mano che avanzano nella carriera, da una quota del 43% delle persone che hanno compiuto studi post-universitari ad appena il 15% dei professori ordinari;
4. accoglie con favore l'adozione di varie misure pratiche come parte del progetto delle Nazioni Unite per il millennio al fine di ridurre la disuguaglianza di genere in termini di accesso all'istruzione e si compiace che la questione relativa all'uguaglianza dell'accesso all'istruzione per entrambi i sessi venga discussa apertamente negli Stati membri;
5. approva la riforma del sistema universitario a seguito della Strategia di Lisbona e relativa in particolare all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita che fornisce alle giovani donne la possibilità di proseguire la loro istruzione;
6. accoglie con favore la relazione della Commissione sulla qualità dell'istruzione scolastica, pubblicata nel 2000, che esamina 16 indicatori, compreso l'accesso all'istruzione dal punto di vista del genere;
7. accoglie con favore la creazione di un Istituto per l'uguaglianza di genere le cui attività dovrebbero comprendere il controllo della situazione per quanto riguarda l'accesso all'istruzione per entrambi i sessi nei singoli Stati membri e in tutto il mondo;
8. raccomanda che la politica nel settore della parità di accesso all'istruzione venga valutata sulla base di un'analisi di statistiche differenziate per genere, al fine di evidenziare meglio e neutralizzare le disuguaglianze che persistono nell'accesso e nel conseguimento di determinate qualifiche accademiche più elevate, comprese quelle post-universitarie e di ricerca scientifica, nonché nel settore dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita;
9. invita gli Stati membri a facilitare l'accesso all'istruzione per le donne e gli uomini che si occupano dei figli e per i genitori che hanno interrotto il processo di ottenimento di una qualifica al fine di avere figli;
10. raccomanda il dialogo con le parti sociali al fine di motivarle a creare condizioni migliori per far sì che le donne che hanno interrotto la loro formazione e quelle scarsamente qualificate possano accedere più facilmente all'istruzione e alla formazione lungo tutto l'arco della vita;
11. ricorda che il divario tra le retribuzioni femminili e maschili rimane a livelli inaccettabilmente elevati e che non sembrano delinearsi tendenze significative verso una riduzione dello stesso; rileva che le donne guadagnano mediamente il 15% in meno degli uomini e che ciò è dovuto sia al mancato rispetto della legislazione sulla parità retributiva sia ad una serie di disuguaglianze strutturali quali, ad esempio, la segregazione del mercato del lavoro, differenze negli schemi lavorativi, l'accesso all'istruzione e alla formazione, sistemi impari di valutazione e di retribuzione nonché stereotipi;
12. esorta la Commissione e gli Stati membri ad avvalersi di tutti i mezzi disponibili per eliminare gli stereotipi comuni che sono fonte di discriminazione nei confronti delle donne sul posto di lavoro, particolarmente evidenti nei settori della scienza e della tecnologia, in cui le donne sono scarsamente rappresentate, nonché a prestare particolare attenzione alle questioni di genere e a controllare e valutare i dati regolarmente;
13. chiede agli Stati membri di favorire l'accesso delle donne a posizioni di responsabilità e a livello decisionale in imprese pubbliche e private, prestando un'attenzione particolare ai posti accademici;
14. incoraggia la Commissione a promuovere, nelle sue relazioni con i paesi terzi e soprattutto nelle sue politiche di buon vicinato e di aiuto allo sviluppo, i principi dell'uguaglianza e del pari accesso delle ragazze all'istruzione;
15. esorta gli Stati membri a rafforzare la posizione delle insegnanti ai livelli più elevati del sistema educativo e nelle sedi decisionali in ordine ai problemi dell'istruzione, dove i loro colleghi maschi continuano ad essere in maggioranza;
16. sottolinea la necessità di rivedere i piani di studio a tutti i livelli d'istruzione e il contenuto dei libri di testo; raccomanda che la formazione degli insegnanti e di altri addetti al settore dell'istruzione sia orientata al soddisfacimento dei requisiti di una politica di genere equilibrata e che le questioni relative alla politica di genere costituiscano parte della formazione degli insegnanti nel loro ciclo di studi e presso altre facoltà;
17. raccomanda che la Commissione e gli Stati membri attuino una politica a favore delle minoranze nazionali, etniche e culturali, senza dimenticare la minoranza Rom, che consenta l'accesso ad un insegnamento di qualità ed eque condizioni a livello d'istruzione per i ragazzi e le ragazze, anche per quanto riguarda i programmi integrati prescolastici e del livello zero, prestando particolare attenzione a un approccio multiculturale che faciliti l'integrazione nel regolare sistema d'istruzione delle giovani donne e delle ragazze appartenenti alle minoranze e ai gruppi di immigrati, al fine di combattere la doppia discriminazione;
18. chiede al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri di adottare tutte le misure necessarie per tutelare i diritti delle donne e ragazze immigrate e per combattere le discriminazioni cui esse devono far fronte nella loro comunità d'origine rifiutando qualsiasi forma di relativismo culturale e religioso suscettibile di violare i diritti fondamentali delle donne;
19. raccomanda che gli Stati membri favoriscano la sensibilizzazione alla parità di accesso all'istruzione a tutti i livelli, in particolare presso le comunità vulnerabili, al fine di eliminare tutti i tipi di pregiudizio che ostacolano l'accesso all'istruzione da parte delle ragazze e delle giovani donne;
20. raccomanda agli Stati membri di adattare i loro programmi di studio alle esigenze dei giovani che hanno un'occupazione e delle persone, in particolare ragazze e donne, che si occupano di figli piccoli o sono in congedo di maternità; ritiene che le possibilità tecniche attuali consentano di trovare soluzioni adeguate;
21. chiede che vengano compiuti sforzi maggiori per individuare i giovani intellettualmente dotati, in particolare ragazze e giovani donne, e i giovani con difficoltà di apprendimento, quali dislessia, disprassia, discalculia, disturbi da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), e per fornire loro un maggiore sostegno;
22. chiede agli Stati membri di riesaminare i metodi di valutazione utilizzati per collocare i bambini, in particolare i bambini Rom, in scuole di recupero;
23. si compiace dell'attuazione e dell'uso di programmi d'istruzione finanziati da fondi UE come pure da altre fonti, compreso il settore delle organizzazioni senza scopo di lucro, a favore dell'istruzione delle ragazze e delle giovani donne provenienti da famiglie socialmente svantaggiate; accoglie con favore in particolare l'uso di programmi e fondi di sostegno esistenti come pure la ricerca di nuove forme di finanziamento; nel contempo sottolinea la necessità che tutti gli Stati membri investano molto di più nell'istruzione dei giovani in vista del futuro;
24. propone agli Stati membri di utilizzare nei loro bilanci lo strumento del bilancio di genere, in modo da compensare le disuguaglianze basate sul genere, il che va a vantaggio soprattutto del settore dell'istruzione;
25. raccomanda agli Stati membri di attuare e monitorare politiche nazionali d'istruzione che consentano a tutte le ragazze, come pure ai ragazzi, di frequentare e completare la scuola dell'obbligo, assicurando che essi non abbandonino gli studi prima di aver raggiunto l'età legale minima prevista per l'ingresso nel mercato del lavoro;
26. sottolinea l'esigenza vitale di una valutazione accurata dei dati statistici relativi alle questioni di genere e ad altri aspetti della discriminazione multipla come quello dell'etnicità, soprattutto in quanto non sempre esistono dati attinenti al genere, differenziati sotto il profilo statistico, relativi ai bambini e ai giovani; rileva che ciò costituisce uno dei compiti del nuovo Istituto per l'uguaglianza di genere;
27. invita gli Stati membri a incoraggiare una presentazione positiva delle categorie di genere nei mezzi di informazione, fornendo un'immagine dignitosa delle donne e degli uomini, esente da pregiudizi e distorsioni che finiscono per sminuire o sottovalutare uno dei due o entrambi i generi;
28. sottolinea la necessità di adeguare le nuove tecnologie nel settore della formazione ai bisogni educativi delle donne, ad esempio la possibilità dell'apprendimento a distanza utilizzando il computer;
29. chiede agli Stati membri e alla Commissione di adottare misure per eliminare il divario digitale tra i generi come parte della strategia di Lisbona, allo scopo di estendere la società dell'informazione attraverso misure volte a promuovere la parità tra uomini e donne e azioni in grado di facilitare l'accesso alle donne, migliorando l'acquisizione di capacità informatiche e attuando programmi che prevedano interventi specifici per l'inserimento di donne appartenenti a gruppi vulnerabili e compensino gli squilibri esistenti tra le zone urbane e quelle rurali;
30. 30 raccomanda agli Stati membri di elaborare programmi più flessibili per l'istruzione degli adulti e l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, affinché le madri e le donne che lavorano possano proseguire la loro istruzione nell'ambito di programmi che si adattino ai loro orari, assicurando così alle donne un migliore accesso all'istruzione e dando loro la possibilità di partecipare a programmi alternativi di istruzione, in modo da renderle più indipendenti e consentire loro di partecipare in modo costruttivo alla società, promuovendo ulteriormente la parità di genere;
31. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.