Risoluzione del Parlamento europeo sulle relazioni dell'UE con le isole del Pacifico – Una strategia per un partenariato rafforzato (2006/2204(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo e al Comitato economico e sociale europeo del 29 maggio 2006 dal titolo "Le relazioni dell'UE con le isole del Pacifico – Una strategia per un partenariato rafforzato" (COM(2006)0248),
– viste le conclusioni del Consiglio su una strategia europea per il Pacifico adottate dal Consiglio Affari generali del 17 luglio 2006,
– visto l'Accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACI), e la Comunità europea, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000 ("accordo di Cotonou")(1),
– visto l'articolo 89 paragrafo 1, dell'Accordo di Cotonou che prevede delle "disposizioni e misure specifiche per sostenere gli Stati ACP insulari negli sforzi che essi compiono per superare le difficoltà naturali e geografiche e gli altri ostacoli che frenano il loro sviluppo, in maniera da consentire loro di accelerare il rispettivo ritmo di sviluppo",
– vista la relazione del progetto per il Millennio delle Nazioni Unite dal titolo "Investire nello sviluppo: un piano concreto per conseguire gli Obiettivi di sviluppo del Millennio",
– vista la Dichiarazione comune del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione sulla politica di sviluppo dell'Unione europea: "Il consenso europeo"(2),
– vista la dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti approvata il 2 marzo 2005 dai ministri dello Sviluppo e dai rappresentanti dei paesi in via di sviluppo incaricati della promozione dello stesso, nonché dai vertici delle istituzioni multilaterali e bilaterali che si occupano di sviluppo,
– vista la sua risoluzione del 23 marzo 2006 sull'impatto degli accordi di partenariato economico (APE)(3) sullo sviluppo,
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per lo sviluppo (A6-0325/2006),
A. visto il coinvolgimento storico dei paesi europei nella regione del Pacifico,
B. considerando che la maggior parte dei paesi insulari del Pacifico hanno conquistato l'indipendenza solo relativamente di recente,
C. considerando la significativa presenza dell'UE nella regione attraverso i Territori d'oltremare della Nuova Caledonia, della Polinesia francese, di Wallis e Fortuna (Francia) e le isole Pitcairns (Regno Unito),
D. ricordando che il movimento per un Pacifico denuclearizzato e indipendente (NFIP) milita sia per la cessazione di tutti i test nucleari nella regione sia per il rispetto della dignità dei popoli autoctoni,
E. considerando che l'UE è un donatore rilevante per la regione, alla quale ha concesso aiuti per un importo complessivo superiore a 1,8 miliardi di euro dall'adesione dei primi paesi insulari del Pacifico alla prima Convenzione di Lomé nel 1975,
F. considerando il piano per il Pacifico approvato dai sedici paesi membri del Forum delle isole del Pacifico, che è inteso a rafforzare la cooperazione e l'integrazione regionale ponendo l'accento sulla crescita economica, lo sviluppo sostenibile, il buongoverno e la sicurezza attraverso il regionalismo, e che offre la possibilità di approfondire i rapporti tra l'UE e il Pacifico,
G. considerando i gravi problemi che devono affrontare i paesi insulari del Pacifico in ragione dell'elevata crescita demografica, dell'insufficiente disponibilità di manodopera specializzata, della scarsa crescita economica, delle tensioni etniche, delle sperequazioni socioeconomiche, delle carenze amministrative e dell'impatto delle tendenze economiche mondiali, tutti problemi che sollevano preoccupazioni per l'ulteriore crescita della povertà e dell'instabilità nella regione,
H. considerando che, pur disponendo di ingenti risorse naturali, la regione del Pacifico possiede complicati ordinamenti della proprietà fondiaria, che costituiscono ostacoli diretti allo sviluppo,
I. considerando che tutti gli Stati ACP del Pacifico sono democrazie a pieno titolo, ad eccezione di Tonga, che è una monarchia costituzionale,
1. plaude all'iniziativa della Commissione intesa a elaborare la prima strategia comunitaria per il Pacifico dopo trent'anni di cooperazione a seguito della firma della prima Convenzione di Lomé del 1975 fino all'Accordo di Cotonou del giugno 2000;
2. sottolinea che quale uno tra i principali donatori della regione, l'Unione ha la possibilità di mettere a punto una strategia destinata ad aiutare i paesi insulari del Pacifico a conseguire gli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM);
3. rileva l'eterogeneità della regione e chiede pertanto che la strategia della Commissione dia prova di flessibilità, onde assicurare che gli aiuti allo sviluppo siano concessi in base alle priorità nazionali e regionali, garantendo in tal modo il massimo beneficio sia per i paesi sviluppati che per quelli meno sviluppati nel Pacifico;
4. conviene con la Commissione sulla necessità di intensificare il dialogo politico con il Forum delle isole del Pacifico, i cui leader hanno raggiunto un nuovo accordo che ha fatto del Forum un'organizzazione intergovernativa ai sensi del diritto internazionale; sottolinea nel contempo che qualsiasi rafforzamento del dialogo a livello regionale deve essere inteso altresì nel senso di venire incontro alle necessità dei paesi più poveri della regione;
5. sottolinea la necessità che qualsiasi strategia sia opportunamente incentrata sulle esigenze di sviluppo di tutti i paesi insulari del Pacifico, soprattutto di quelli più poveri, per sostenere i loro sforzi a conseguire gli OSM;
6. riconosce che la regione del Pacifico dispone di abbondanti risorse naturali, segnatamente prodotti della pesca, minerali e foreste, e che l'economia di numerosi paesi della regione si basa sostanzialmente sull'agricoltura e il turismo; sottolinea pertanto la necessità che uno sviluppo ecologicamente ed economicamente sostenibile sia al centro di qualsiasi strategia che verta sui suddetti settori chiave; rileva altresì la necessità che lo sfruttamento delle risorse naturali contribuisca a generare reddito per tutta la popolazione dei paesi insulari del Pacifico e a contribuire in particolare alla riduzione della povertà,
7. riconosce che l'aiuto finanziario dell'Unione europea è importante per incoraggiare lo sviluppo della pesca locale nella regione, che costituisce una fonte non irrilevante di reddito per i paesi insulari del Pacifico, specie gli Stati con PIL piuttosto bassi quali Kiribati, le isole Marshall, la Micronesia e Tuvalu;
8. sottolinea l'importanza di una corretta gestione del settore della pesca al fine di scoraggiare lo sfondamento eccessivo delle risorse ittiche e il ricorso a tecniche di pesca rovinose ed evitare che la vita marina sia compromessa dai rischi ambientali, in particolare nel caso della pesca al tonno, di cui la regione del Pacifico possiede una delle più ricche zone di pesca al mondo;
9. si compiace per l'approccio regionale adottato dai paesi insulari del Pacifico per gestire la pesca del tonno nella loro regione e incoraggia l'UE a negoziare i futuri accordi sul tonno con l'intera regione piuttosto che con singoli Stati;
10. riconosce l'importanza di imporre diritti di licenza sulla pesca estensiva al tonno nelle zone economiche esclusive (ZEE) dei paesi della regione, poiché, detti diritti rappresentano un'importante fonte di reddito per i paesi insulari del Pacifico, in particolare quelli a basso reddito come Kiribati, le isole Marshall, la Micronesia e Tuvalu; esprime tuttavia preoccupazione per l'esiguo numero di catture attualmente registrate nelle ZEE e la conseguente perdita di reddito;
11. accoglie con soddisfazione la proposta della Commissione intesa a intensificare gli sforzi per promuovere una gestione sostenibile della pesca attraverso un sostegno ai sistemi di monitoraggio, controllo e sorveglianza della regione, nonché a rafforzare la capacità di combattere la pesca illegale, clandestina e selvaggia;
12. invita l'Unione europea e i paesi insulari del Pacifico a sostenere il piano d'azione internazionale della FAO per combattere la pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata (pesca IUU); ritiene che ciò debba costituire una priorità in sede di conclusione di accordi in materia di pesca con paesi terzi;
13. invita l'Unione europea e i paesi insulari del Pacifico a una stretta cooperazione per eliminare, nell'intera area, la pesca IUU, facendo ogni sforzo per ottemperare agli obblighi in quanto paesi di approdo e/o paesi di bandiera;
14. raccomanda che i paesi insulari più sviluppati del Pacifico continuino a potenziare le strutture per la trasformazione locale del prodotto, creando in tal modo maggiore occupazione, e prendano in considerazione la possibilità di ottenere prestiti agevolati dalla Banca europea per gli investimenti a favore delle piccole e medie imprese detenute da imprenditori delle isole del Pacifico, al fine di rafforzare le capacità di trasformazione per garantire un maggiore reddito alla ragione; si compiace per la valutazione delle risorse ittiche e la capacità di pesca realizzata dall'Agenzia per la pesca del Forum del Pacifico (FFA) e chiede, laddove siano possibili aumenti della capacità, un potenziamento delle flotte locali;
15. chiede alla Commissione di effettuare una valutazione d'impatto ecologico e sociale delle attività industriali di abbattimento delle foreste, illegali e su ampia scala, nonché del relativo commercio nei paesi del Pacifico;
16. invita la Commissione a concentrarsi sulla rapida attuazione della Convenzione sulla diversità biologica e dei relativi accordi, soprattutto il programma di lavoro sulle aree protette, che costituisce uno strumento efficace per impedire l'ulteriore distruzione e degrado degli ecosistemi forestali e marini nella regione del Pacifico;
17. esorta la Commissione ad incrementare il sostegno per una gestione responsabile delle foreste sotto il profilo ecologico e sociale nonché per l'attuazione di sistemi affidabili che possano fornire garanzie credibili ai consumatori europei secondo cui i prodotti del legno venduti sul mercato UE sono fabbricati con legname proveniente da fonti sostenibili; sottolinea l'importanza di abbandonare un eccessivo abbattimento industriale delle foreste su larga scala a favore di progetti ecoforestali al fine di produrre reddito per le comunità locali e contribuire alla riduzione della povertà;
18. approva la Convenzione sulla conservazione e la gestione degli stock di pesci altamente migratori dell'Oceano Pacifico centro-settentrionale firmata nel settembre 2000, allo scopo di conseguire una gestione sostenibile a lungo termine della pesca al tonno, quale gesto di cooperazione tra i paesi insulari del Pacifico e i paesi che praticano la pesca oceanica;
19. sottolinea la necessità di investimenti ben più consistenti nella gestione dei depositi minerali, una fonte vitale di valuta estera sia per i paesi insulari più sviluppati che per quelli meno sviluppati del Pacifico, allo scopo di evitare il prematuro esaurimento delle risorse, come verificatosi a Nauru durante cinquant'anni di continuo sfruttamento delle miniere di fosfato;
20. invita la Commissione ad assicurare, in collaborazione con i paesi insulari del Pacifico, che sia chiaramente indicato nei resoconti finanziari annuali pubblicati dai diversi governi della regione l'insieme delle tasse e dei diritti versati loro dalle imprese petrolifere, minerarie e del settore del gas;
21. richiama l'attenzione sull'importanza economica del turismo per la ragione, in quanto una delle principali ricchezze delle isole del Pacifico è costituita dalla loro ubicazione idilliaca; sottolinea che qualsiasi azione intesa a incoraggiare il turismo nella regione deve andare di pari passo con una maggiore proprietà a livello locale dei servizi turistici, onde assicurare la sostenibilità del turismo e massimizzarne i vantaggi per l'economia locale;
22. chiede la messa al bando di tutti i test nucleari e ritiene che sia essenziale denuclearizzare l'intera regione e riparare i danni causati all'ambiente, agli ecosistemi e alla salute pubblica dagli esperimenti nucleari;
23. riconosce i benefici apportati all'economia dei paesi insulari del Pacifico dalla creazione di compagnie aeree low cost che garantiscono i collegamenti della regione e chiede che siano eliminati gli ostacoli che si frappongono all'attuazione di politiche dei "cieli aperti", assicurando tuttavia uno sviluppo razionale del trasporto aereo onde minimizzare le emissioni e altri impatti ambientali dovuti all'aumento del trasporto aereo;
24. sottolinea che, nella maggior parte dei casi, soltanto i paesi più ricchi dotati di un'infrastruttura sviluppata e di collegamenti aerei più frequenti riescono ad attirare un numero significativo di turisti ogni anno; rileva che, in una tale situazione, gli aiuti allo sviluppo devono continuare ad essere utilizzati per finanziare le infrastrutture e incoraggiare un turismo sostenibile;
25. chiede alla Commissione di porre l'accento, nel quadro del Decimo fondo europeo di sviluppo, sul sostegno al sistema educativo e di formazione tecnica degli Stati della regione il cui sviluppo è ostacolato da lacune in tale settore;
26. riconosce l'importanza dell'agricoltura quale principale fonte di reddito, tra cui i proventi delle esportazioni, e quale mezzo di sussistenza e fonte di occupazione della ragione;
27. rileva che la globalizzazione, unitamente alla perdita dell'accesso preferenziale al mercato dell'Unione, ha già avuto notevoli ripercussioni economiche sulla regione, in particolare sulle Figi;
28. sottolinea che nei paesi meno sviluppati, la cui sopravvivenza dipende per lo più dall'agricoltura di sussistenza, andrebbe attuata una graduale transizione dalla produzione di colture di base alla produzione di colture da reddito, al fine di garantire una maggiore varietà di prodotti agricoli per l'esportazione, e andrebbe esaminata altresì la fattibilità economica di creare servizi di trasformazione e confezionamento di generi alimentari;
29. sottolinea che la manodopera specializzata costituisce un importante presupposto per la crescita economica dei paesi del Pacifico ed esorta pertanto la Commissione ad appoggiare i quadri di politica nazionale volti a fornire servizi di formazione professionale e altre formazioni specifiche al fine di sostenere le industrie locali nei paesi insulari del Pacifico;
30. rileva l'importanza degli scambi commerciali intraregionali, nonché gli scambi tra la regione del Pacifico e l'Unione europea, anche nell'ambito di accordi commerciali regionali, quali ad esempio gli Accordi commerciali tra i paesi insulari del Pacifico (PICTA), il proposto Accordo del Pacifico sull'intensificazione delle relazioni economiche (PACER) e gli accordi di partenariato economico (APE), quali strumenti per accrescere il benessere economico della ragione;
31. tenendo conto dei costi di gestione e amministrazione di siffatti accordi commerciali, compresa l'attuazione della strategia del Pacifico da parte dei paesi insulari del Pacifico e di organizzazioni regionali quali il Segretariato del Forum del Pacifico, esorta la Commissione a fornire aiuti finanziari e tecnici adeguati per la tempestiva ed efficace attuazione di tali accordi;
32. condivide la valutazione della Commissione sull'importanza di attori chiave a livello regionale, come l'Australia, la Nuova Zelanda, gli Stati Uniti e il Giappone, in quanto importanti paesi donatori e partner commerciali dei paesi insulari del Pacifico, e secondo cui i rapporti bilaterali tra l'UE e tali paesi potranno migliorare grazie a un maggiore coinvolgimento dell'Unione nel Pacifico;
33. condivide altresì la valutazione della Commissione secondo cui si potrebbe rendere più efficace la fornitura degli aiuti, migliorandone il coordinamento con gli altri partner della ragione, come ad esempio l'Australia e la Nuova Zelanda;
34. sottolinea l'importanza geopolitica della regione del Pacifico e teme che la rivalità tra i diversi Stati possa incoraggiare aiuti di bassa qualità legati a interessi politici, a scapito dello sviluppo a lungo termine, della sostenibilità delle risorse e del buongoverno;
35. esorta la Commissione a riconoscere l'estrema complessità degli ordinamenti della proprietà fondiaria, soprattutto in Papua Nuova Guinea, nelle isole Salomone, a Vanuatu e nella Nuova Caledonia (territorio francese d'oltremare), complessità che costituisce un reale ostacolo allo sviluppo; sollecita pertanto la Commissione a sostenere le iniziative nazionali di riforma fondiaria intraprese da tali paesi e da detto territorio;
36. invita la Commissione ad avviare azioni volte a contrastare la diffusione dell'HIV/AIDS nella regione, un fenomeno in continua crescita in paesi come Papua Nuova Guinea;
37. richiama l'attenzione sui quattro paesi colpiti dalla malaria nella regione, ossia Papua Nuova Guinea, le isole Salomone, Vanuatu e Timor Est; esorta la Commissione a predisporre programmi per far fronte al problema, assicurando un'adeguata protezione contro la malaria, per esempio attraverso la fornitura di zanzariere da letto antimalaria;
38. sottolinea che, ai fini di un'efficiente fornitura degli aiuti, riveste un'importanza vitale la promozione del buongoverno nell'intera regione del Pacifico per prevenire la corruzione, che è uno dei principali ostacoli al conseguimento degli OSM nonché al raggiungimento di uno sviluppo sostenibile; evidenzia la necessità di creare istituzioni nazionali e mettere a punto procedure trasparenti e salde affinché gli aiuti dello sviluppo raggiungano gli effettivi destinatari nella regione;
39. condivide l'opinione della Commissione secondo cui l'instabilità politica e i conflitti possono avere effetti devastanti sullo sviluppo economico della ragione, soprattutto per quanto riguarda la perdita dei proventi del turismo e la distruzione dell'infrastruttura economica;
40. insiste affinché il partenariato rafforzato tra l'UE e le isole del Pacifico si traduca in un maggiore sostegno ai parlamenti di tali Stati al fine di rafforzare le loro capacità e il loro ruolo a favore della stabilità politica regionale;
41. richiama l'attenzione sulla vulnerabilità degli Stati insulari del Pacifico alle calamità naturali e sugli effetti devastanti che dette calamità hanno per la loro economia di tali Stati; approva pertanto l'invito della Commissione a predisporre un programma regionale di prevenzione delle calamità,
42. conviene con la Commissione sul fatto che gli Stati insulari del Pacifico hanno un interesse particolare nell'affrontare i mutamenti climatici, dato l'impatto potenziale sulla regione dell'innalzamento del livello del mare; prende atto del Quadro d'azione delle isole del Pacifico in materia di mutamenti climatici 2006-2015, quale meccanismo regionale di risposta al cambiamento del clima, e chiede un maggiore dialogo tra l'UE e la regione del Pacifico per far fronte ai mutamenti climatici e ai problemi ivi connessi;
43. richiama l'attenzione sull'attuale situazione a Timor Est, che nel corso di maggio e giugno 2006 è stato dilaniato dalla violenza, e si augura che la Commissione, in stretta collaborazione con la comunità internazionale, intenda aiutare i leader di Timor Est ad affrontare i problemi che stanno alla base dell'attuale crisi, tra cui la necessità di stabilità politica e di una riconciliazione tra i vari gruppi della società, nonché della lotta alla povertà;
44. accoglie positivamente le conclusioni del Consiglio del 17 luglio 2006 relative a una strategia comunitaria per il Pacifico e il fatto che venga posto l'accento sull'eradicazione della povertà, sul conseguimento degli OSM, sullo sviluppo delle risorse umane e sui temi legati alla sanità; si rammarica tuttavia che il Consiglio abbia adottato tali conclusioni senza attendere la posizione del Parlamento;
45. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi e al parlamenti gli Stati membri e ai governi e ai parlamenti degli Stati insulari del Pacifico.
Accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000 (GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3).