Risoluzione del Parlamento europeo sul contributo al Consiglio europeo della primavera 2007 per quanto riguarda la strategia di Lisbona
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio europeo di primavera dal titolo "E' ora di cambiare marcia: il nuovo partenariato per la crescita e l'occupazione" (COM(2006)0030),
– visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione intitolato "Community Lisbon Programme: Technical Implementation Report 2006" (Programma comunitario di Lisbona: relazione tecnica di attuazione 2006) (SEC(2006)1379),
– visti i venticinque programmi nazionali di riforma per la crescita e l'occupazione presentati dagli Stati membri (PNR),
– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni intitolata "Esame strategico per legiferare meglio nell'unione europea" (COM(2006)0689),
– visti gli orientamenti strategici comunitari per la coesione economica, sociale e territoriale, 2007-2013, e gli orientamenti della Commissione sull'attuazione dei fondi strutturali nell'ottica della strategia di Lisbona,
– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni intitolata "Europa globale: competere nel mondo - Un contributo alla strategia per la crescita e l'occupazione dell'UE" (COM(2006)0567),
– vista la comunicazione del Presidente della Commissione di concerto con il vice presidente e con i commissari Almunia e Spidla sugli orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione (2005-2008) (COM(2005)0141),
– viste le conclusioni della presidenza del Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000, del Consiglio europeo di Stoccolma del 23 e 24 marzo 2001, del Consiglio europeo di Bruxelles del 22 e 23 marzo 2005 e del Consiglio europeo di Bruxelles del 23 e 24 marzo 2006,
– vista la sua risoluzione del 14 dicembre 2006 su una strategia europea per un'energia sostenibile, competitiva e sicura - Libro verde(1),
– vista la relazione della commissione per i problemi economici e monetari sulle recenti ripercussioni economiche dell'aumento del prezzo del petrolio (A6-0001/2007),
– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio europeo e al Parlamento europeo "Una politica energetica per l'Europa" (COM(2007)0001),
– visto l'accordo interistituzionale "Legiferare meglio" del 2003(2),
– vista la direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro(3),
– visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,
Osservazioni generali
1. plaude agli sforzi compiuti dalla Commissione e dagli Stati membri per realizzare con successo la strategia di Lisbona e rileva che questa è la risposta dell'Europa alle sfide della globalizzazione; ribadisce però con fermezza che la crescita e l'occupazione sono premesse per il successo della strategia di Lisbona, unitamente alle riforme economiche, sociali e ambientali, nell'ottica di pervenire a un'economia e a una società dinamica e innovativa; raccomanda di non ridurre la strategia soltanto ad alcune priorità legate al completamento del mercato interno e a un miglioramento della legislazione; ricorda i numerosi elementi complementari tra la nuova strategia per uno sviluppo sostenibile e la strategia di Lisbona, qiuali i loro obiettivi comuni di aumentare la competitività, creare posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità, rafforzare l'inclusione sociale, proteggere l'ambiente e prevenire i rischi;
2. si compiace del rilancio della strategia di Lisbona nel corso del Consiglio europeo di primavera 2005 e del chiarimento apportato in detta occasione sulla ripartizione delle competenze tra Stati membri e Comunità in materia di attuazione di misure specifiche;
3. ritiene che in un mondo dalle risorse limitate e con un ecosistema fragile l'Unione europea dovrebbe impegnarsi per diventare la regione economica più efficiente del mondo a livello delle risorse e dell'energia; richiama l'attenzione sul costo dell'inerzia o del differimento dell'intervento in materia e sottolinea l'enorme potenziale economico delle tecnologie efficienti in campo energetico nonché delle fonti energetiche rinnovabili sul mercato mondiale, settori in cui per l'Unione europea esistono ottime possibilità di valorizzazione;
4. ritiene che l'innovazione svolga un ruolo importante e cruciale nella capacità dell'Unione europea di reagire con efficacia alle sfide e alle opportunità dell'economia mondiale e alle altre sfide ancora maggiori, per esempio il cambiamento climatico;
5. ricorda che la realizzazione della strategia di Lisbona esige risorse finanziarie adeguate e mirate tramite il bilancio comunitario; deplora al riguardo la scarsità delle risorse finanziarie per concretizzare le ambiziose intenzioni enunciate dalla strategia di Lisbona;
6. riconosce che la politica regionale apporta un particolare valore aggiunto nell'applicazione degli obiettivi di Lisbona, valore che si palesa anche negli "orientamenti strategici comunitari in materia di coesione 2007-2013: una politica di coesione per sostenere la crescita e l'occupazione"; richiama l'attenzione sul fatto che, durante l'attuale periodo di programmazione, all'UE a 15 è chiesto di destinare il 60% della spesa all'obiettivo "Convergenza dei fondi strutturali" e il 75% della spesa all'obiettivo "Competitività regionale e occupazione", per raggiungere gli obiettivi dell'Agenda di Lisbona; invita la Commissione a monitorare i risultati degli Stati membri, tramite gli interventi a titolo dei Fondi strutturali, ai fini del raggiungimento degli obiettivi di Lisbona;
Migliorare la governance di Lisbona per legiferare meglio Legiferare meglio
7. sostiene tutti gli sforzi compiuti dalle istituzioni volti a far avanzare l'iniziativa "legiferare meglio"; ritiene che il Parlamento dovrebbe svolgere un ruolo propulsore nella promozione di un miglioramento dell'attività legislativa assicurando le basi per procedure comuni con altre istituzioni, per una valutazione indipendente dell'incidenza della legislazione proposta, per una maggiore apertura nel processo decisionale in seno al Consiglio e per un migliore controllo democratico sull'adozione della legislazione delegata da parte della Commissione; ricorda che "legiferare meglio" non significa "deregulation" o riduzione della regolamentazione al minimo;
8. ribadisce la necessità di un totale riconoscimento delle prerogative del PE nel settore della comitatologia, il che contribuirebbe a semplificare la normativa tramite l'effettivo ritiro delle misure attuative pur garantendo allo stesso tempo il pieno rispetto dei poteri legislativi del PE; osserva che i vincoli alla democrazia e gli obblighi dai costi elevati provengono non solo dalla legislazione, ma anche e soprattutto dalle decisioni di comitatologia; sollecita pertanto che anche le decisioni di comitatologia siano soggette a una valutazione d'impatto globale e indipendente;
9. accoglie con favore l'iniziativa della Commissione di ridurre gli oneri amministrativi e finanziari per le imprese; chiede di poter partecipare più intensamente all'elaborazione di corrette analisi sul rapporto costi / benefici che poi servano come base per decisioni con conoscenza di causa e invita pertanto la Commissione a sviluppare una metodologia per una valutazione ex ante degli oneri amministrativi; sollecita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a impegnarsi a favore di un obiettivo comune di riduzione dei costi nel corso del prossimo Consiglio europeo di primavera 2007; invita la Commissione a esaminare regolarmente tutti gli strumenti politici, legislativi e non legislativi, nell'ottica del conseguimento degli obiettivi previsti; insiste affinché tutte le iniziative di semplificazione siano integralmente conformi ai principi e ai criteri definiti nella sua risoluzione del 16 maggio 2006 sulla strategia per la semplificazione del contesto normativo(4);
10. osserva che una riduzione del 25% degli oneri amministrativi negli Stati membri porterebbe a un incremento dall'1% all'1,4% del PIL reale; sollecita tutti gli Stati membri a stabilire obiettivi quantitativi e qualitativi specialmente in questo campo e a contribuire in particolare, nel quadro di un migliore recepimento, alla semplificazione della regolamentazione esistente e a introdurre procedure di valutazione dell'incidenza, segnatamente istituendo procedure di consultazione e di ricorso con i competenti responsabili decisionali; sottolinea l'importante ruolo dei parlamenti nazionali e l'esigenza di predisporre strutture in cooperazione in tale contesto;
Recepimento migliore e tempestivo
11. chiede che, al fine di migliorare la trasparenza e di promuovere un maggiore consenso sulla strategia di Lisbona e sulla sua attuazione, sia sviluppata una struttura comune e coerente per i PNR, destinata a consentire una migliore analisi comparativa dell'incidenza delle azioni proposte a livello di Stato membro, nonché un dialogo aperto e costruttivo a livello europeo sui progressi compiuti; sostiene in proposito l'ipotesi di definire raccomandazioni specifiche per paese e di istituire un sistema di classificazione delle prassi migliori riguardante i programmi di riforma nei differenti settori politici; invita tutti i governi nazionali a pubblicare e a comunicare alla Commissione il testo delle disposizioni nel contesto del recepimento delle direttive UE, le cosiddette tabelle di correlazione;
12. chiede un coinvolgimento ampio delle società civili che renda possibili i cambiamento in vista di una maggiore crescita e di un aumento dei posti di lavoro; ricorda che il successo delle riforme dipende dal coinvolgimento e dalla partecipazione di tutta la società; propone pertanto di avviare uno scambio di opinioni sulle migliori prassi riguardanti la partecipazione dei rappresentanti della società civile in questo processo di riforma;
Migliorare la governance di Lisbona e l'appropriazione nazionale
13. sottolinea che le raccomandazioni specifiche per Stato membro devono essere discusse e adottate nel Consiglio onde sviluppare un quadro realmente europeo, rafforzare il lavoro di coordinamento in campo economico e occupazionale e promuovere una maggiore appropriazione nazionale;
14. ribadisce che i problemi economici ed occupazionali dell'Unione europea non saranno superati senza un coinvolgimento attivo dei parlamenti a livello nazionale ed europeo; sostiene la richiesta della Commissione che gli Stati membri promuovano un più ampio dibattito sui loro PNR e sulle relazioni di attuazione, comprese le raccomandazioni nazionali, con i rispettivi parlamenti nazionali e istituiscano un legame più stretto tra PNR e discussione sui bilanci nazionali;
15. incoraggia la Commissione a introdurre una forma di monitoraggio della valutazione comparativa utilizzando gli indicatori di politica strutturale aventi un nesso ben definito con i risultati ottenuti in campo economico e occupazionale e con gli indicatori alla base del monitoraggio strutturale, tenendo in conto le politiche che stimolano l'innovazione e la creazione di posti di lavoro;
16. sottolinea l'esigenza che i rappresentanti governativi specificamente responsabili dell'attuazione della strategia di Lisbona assumano un ruolo più efficace in tutti gli Stati membri, al massimo livello politico, onde convincere i responsabili nazionali a migliorare il ventaglio di opzioni nel programma di riforma, a livello nazionale ed europeo;
17. segnala che il Consiglio europeo di primavera 2007 ha un ruolo propulsore nel lavoro per stabilire il programma di riforma dell'Unione europea in materia di crescita e di occupazione; invita il Consiglio europeo ad assicurare l'equa partecipazione di tutte le formazioni; sottolinea il ruolo del Parlamento europeo nel monitoraggio dell'applicazione della strategia di Lisbona, nel suo complesso;
Crescita, occupazione e competitività Creare più posti di lavoro e moltiplicare le opportunità di occupazione
18. ritiene che la riforma del mercato del lavoro debba puntare a conciliare le esigenze formulate dall'industria di maggiore flessibilità e le esigenze dei lavoratori riguardanti maggiori garanzie, per esempio creando nuove prospettive occupazionali e nuove formule di garanzia; è persuaso che una simile combinazione tra flessibilità e sicurezza sociale faciliti ai lavoratori, alle imprese e alle piccole e medie imprese (PMI) l'adattamento alle sfide di un'economia dinamica e di una società in evoluzione; invita di conseguenza il Consiglio europeo e gli Stati membri a definire principi obiettivi e chiari e a introdurre una prassi intensificata di analisi comparativa delle prestazioni e lo scambio delle prassi migliori in vista dell'elaborazione e dell'attuazione della flessibilità con garanzie;
19. esige maggiori investimenti e lavoratori con formazione più elevata al fine di rafforzare la produttività e il tasso di occupazione e di conseguire gli obiettivi della strategia di Lisbona, in quanto ciò dovrebbe consentire all'Unione europea di raccogliere la sfida della concorrenza mondiale; ricorda come resti un imperativo politico modernizzare i regimi occupazionali e previdenziali in tutti gli Stati membri, anche promuovendo misure attive nel mercato del lavoro (come è il caso del modello danese), mentre nel contempo la strategia di Lisbona considera la prosperità e la solidarietà come obiettivi che si sostengono a vicenda;
20. ricorda che la disoccupazione colpisce soprattutto le categorie vulnerabili, specialmente i lavoratori meno qualificati e che è pertanto necessario un intervento specifico mirato a promuovere politiche attive di formazione professionale dei lavoratori disoccupati con scarse qualificazioni e per migliorare il sistema scolastico, onde ridurre la quota eccessiva di abbandoni scolastici;
21. ritiene che gli ostacoli alla creazione di posti di lavoro, tra cui anche i fattori che inducono a non accettare i posti di lavoro poco remunerati, debbano essere eliminati; riconosce che spetta alla responsabilità del disoccupato accettare le offerte di lavoro; ammette che occorrono disposizioni in materia di durata dell'orario di lavoro abbastanza flessibili per rispondere alle esigenze dei datori di lavoro e dei lavoratori e per consentire alle persone di conciliare vita professionale e vita famigliare;
22. deplora che la quota di donne che lavorano sia ancora assai lontana dagli obiettivi della strategia di Lisbona; ritiene inoltre che i lavoratori anziani dovrebbero avere la possibilità di continuare a lavorare su basi volontarie, con il sostegno di una formazione appropriata e di assistenza sanitaria sul posto di lavoro; ritiene che occorra scoraggiare i pensionamenti anticipati e che i lavoratori dovrebbero avere la possibilità, su basi volontarie, di lavorare anche oltre l'età legale del pensionamento, ove il datore di lavoro e gli interessati stessi decidano in tal senso; afferma che dette misure sono necessarie per stimolare la crescita economica e per consolidare la stabilità della finanze pubbliche;
23. sottolinea che i lavoratori anziani costituiscono una quota sempre più rilevante nella popolazione attiva dell'Unione europea e nel potenziale di produzione economica; invita gli Stati membri a rafforzare gli sforzi volti a modificare i regimi fiscali e previdenziali per incoraggiare il prolungamento della vita professionale e chiede un'attuazione efficace della legislazione contro la discriminazione basata sull'età;
24. osserva che nell'Unione europea mancano lavoratori qualificati e che l'apprendimento nel corso dell'intero arco di vita assume un ruolo capitale nella realizzazione degli obiettivi della strategia di Lisbona; esorta gli Stati membri a impegnarsi maggiormente, in cooperazione con le parti sociali, per creare occupazione e aumentare la partecipazione dei giovani, delle donne e dei lavoratori anziani al mercato del lavoro, in particolare:
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provvedendo a che un'occupazione, una formazione o altro impiego e opportunità collegate siano offerte entro sei mesi dalla conclusione della scuola a ogni giovane che conclude la scuola e offrendo ai lavoratori disoccupati un accesso più ampio alla formazione a prescindere dal loro genere, religione o credo, disabilità, età o inclinazione sessuale,
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assicurando un maggiore tasso di occupazione delle persone disabili, sfruttando appieno la loro capacità creativa;
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riducendo a una settimana al massimo il periodo di avvio delle nuove imprese, con un basso livello delle spese di avvio e dei costi amministrativi,
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mobilitando maggiori investimenti nelle strutture di assistenza all'infanzia e in altre strutture di supporto, con servizi completi a un costo ragionevole,
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riducendo ulteriormente gli oneri fiscali a carico dell'occupazione,
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combattendo l'esclusione sociale e la discriminazione e definendo politiche di immigrazione e di integrazione corrispondenti alle esigenze dell'economia e della società europea,
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imprimendo un nuovo dinamismo in materia di conoscenza e innovazione tramite il rafforzamento degli investimenti; istituendo diritti e doveri più chiari nei settori dell'istruzione, della formazione professionale e dell'apprendimento nell'intero arco di vita; utilizzando le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC); assicurando una migliore corrispondenza tra il sistema d'istruzione e le esigenze dei nuovi mercati del lavoro e integrando la formazione allo spirito d'impresa nei programmi scolastici;
25. sostiene la politica di autorizzare il finanziamento privato delle università e incoraggia il settore privato a esprimersi in merito alle esigenze del mercato in materia di istruzione e formazione;
26. ritiene che gli aspetti sanitari dell'evoluzione demografica siano estremamente importanti e ricorda che più a lungo le persone restano in buona salute, più a lungo potranno e vorranno restare attive economicamente ed eviteranno di appesantire i costi dell'assistenza sanitaria; è convinto che siano particolarmente importanti gli investimenti in misure volte a proteggere i cittadini dai fattori all'origine delle malattie croniche e prolungate; chiede nel contempo che siano fatti sforzi per assicurare che le persone affette da tali malattie non siano oggetto di discriminazione sul luogo di lavoro;
27. sollecita gli Stati membri a rivedere i modelli sociali inefficaci alla luce della loro sostenibilità finanziaria a lungo termine, delle dinamiche mondiali in evoluzione e delle tendenze demografiche, al fine di rendere detti modelli sociali più sostenibili;
Eliminare le carenze persistenti del mercato interno
28. sottolinea che, se vuole essere competitiva a livello mondiale, l'economia europea ha bisogno anche di un mercato interno dinamico; raccomanda che l'accesso al mercato sia facilitato e che siano promosse politiche propizie all'innovazione, nel rispetto dei principi dell'interesse pubblico e di un elevato livello di protezione dei consumatori, allo scopo di consentire ai cittadini di trarre pieno vantaggio dal mercato interno; si compiace dell'iniziativa della Commissione di rivalutare il funzionamento del mercato interno condivide pienamente la sua ambizione di completare il progetto; invita gli Stati membri a far proprio il mercato interno e a definire una cultura di reciproca cooperazione per controllare e promuovere la partecipazione delle imprese alle attività paneuropee; sottolinea in particolare l'importanza di un'applicazione e di un'esecuzione appropriata della legislazione comunitaria e sottolinea al riguardo il ruolo di magistrati nazionali in possesso di adeguata formazione;
29. sottolinea che il rafforzamento sostenibile del mercato interno è un compito essenziale sia per realizzare gli obiettivi della strategia di Lisbona, sia per, in particolare, conseguire una collocazione competitiva a lungo termine dell'Unione europea nell'economia globalizzata; rileva anche che tutte le istituzioni europee e gli Stati membri devono proseguire i loro sforzi per rafforzare questo elemento essenziale del processo di integrazione;
30. sottolinea che la libera circolazione delle merci è una delle pietre angolari del mercato interno; ricorda che, per quanto riguarda i prodotti che non hanno formato oggetto di armonizzazione comunitaria, gli articoli da 28 a 30 del trattato CE proibiscono agli Stati membri di conservare o imporre barriere agli scambi intracomunitari di merci; invita pertanto gli Stati membri e la Commissione a sopprimere definitivamente tutti gli ostacoli alla libera circolazione delle merci nell'Unione europea;
31. rileva che per quanto riguarda la libera circolazione delle merci sussistono notevoli carenze in materia di reciproco riconoscimento dei prodotti non armonizzati; sostiene pertanto i progetti della Commissione volti a rendere vincolante in tutti gli Stati membri, attraverso un atto giuridico, la giurisprudenza in materia della Corte europea di giustizia;
32. sottolinea l'obbligo della Commissione - ora che è stata definitivamente approvata la direttiva servizi - di fornire orientamenti agli Stati membri e monitorare i loro progressi; raccomanda alle competenti autorità degli Stati membri di cooperare tra loro per garantire un recepimento coerente nell'intera Unione europea; sottolinea quanto ciò sia essenziale per l'economia europea per conformarsi alle disposizioni del trattato e proseguire il completamento del mercato interno;
33. sottolinea che la libera circolazione dei servizi è uno dei pilastri del mercato interno; segnala che l'industria dei servizi rappresenta non meno del 70% del PIL e del mercato del lavoro; raccomanda di migliorare la collaborazione tra i servizi sanitari, in particolare per quanto riguarda la mobilità dei pazienti;
34. sottolinea che applicare e proteggere i diritti di proprietà intellettuale resta relativamente oneroso in termini di costi e di tempo in Europa e che ciò frena l'innovazione mirata alla competitività; rileva che la questione della normalizzazione non ha ottenuto la necessaria attenzione, né a livello europeo né a quello nazionale; chiede nuovamente che siano migliorate le condizioni quadro per una migliore politica in materia di proprietà intellettuale e di brevetti, obiettivo che deve essere raggiunto tramite norme a livello dell'Unione europea, il rafforzamento della cooperazione tra gli organi nazionali di normalizzazione e procedure semplificate; riafferma la necessità di combattere in modo efficace la contraffazione, in particolare la contraffazione di medicinali nell'interesse della sicurezza del paziente;
35. considera estremamente deprecabile il fatto che finora non si sia riusciti a far progredire la politica riguardante i brevetti europei e giudica inaccettabile che non si sia riusciti ad adottare una strategia europea uniforme in materia di brevetti; rimanda al risultato della sua prima lettura sul regolamento concernente il brevetto europeo, che potrebbe contribuire a risolvere i problemi non ancora risolti in seno al Consiglio; invita la Commissione a presentare senza indugi proposte per una nuova strategia in materia di brevetti, affinché sia individuata quanto prima una nuova base negoziale per le discussioni in seno al Consiglio; chiede agli Stati membri di adottare un sistema di brevetti efficace, basato sulle precedenti consultazioni, prevedendo la partecipazione dell'European Patent Litigation Agreement (EPLA), onde garantire il prima possibile i progressi e la certezza giuridica;
36. sottolinea l'importanza, ai fini della creazione di un mercato interno competitivo, di un regime efficace, innovativo e operativo per gli appalti pubblici; chiede alla Commissione di proseguire la sua riforma delle direttive sugli appalti pubblici al fine di massimizzare la partecipazione e minimizzare la burocrazia e di esaminare gli strumenti migliori per garantire alle PMI un accesso equo agli appalti pubblici;
37. si rallegra dei progressi compiuti grazie all'applicazione del primo piano d'azione sui servizi finanziari e fa osservare come per le prospettive di crescita dell'economia europea sia essenziale un mercato finanziario che funzioni correttamente; sollecita vivamente gli Stati membri e la Commissione a fare in modo che tutti gli Stati membri attuino correttamente la legislazione europea sui servizi finanziari e che i nostri interlocutori internazionali la rispettino integralmente;
38. sottolinea che per il funzionamento del mercato unico sono essenziali mercati finanziari efficienti; ritiene che lo sviluppo di prodotti finanziari di alta qualità, su base transfrontaliera, contribuisca alla crescita delle imprese innovative in Europa; ritiene che un'innovazione e una crescita rapide delle transazioni finanziarie internazionali costituiscano sfide nuove al settore delle imprese e al sistema finanziario internazionale; invita la Commissione a rafforzare la trasparenza e a definire politiche regolamentari più efficaci per promuovere la stabilità finanziaria, la protezione adeguata dei consumatori e l'integrità dei mercati; chiede al Consiglio e alla Commissione di esaminare la necessità di regole più efficaci di vigilanza dei fondi speculativi e dei fondi di investimento del settore privato;
39. invita gli Stati membri e la Commissione a concretizzare la libera circolazione dei capitali; deplora che taluni governi nazionali abbiano recentemente tentato di ostacolare fusioni transfrontaliere nell'Unione europea; si compiace con la Commissione per la sua risoluta difesa del trattato CE in questo campo e l'invita pertanto a presentare quanto prima nuove proposte legislative, concernenti anche il campo del diritto societario, per facilitare la mobilità delle imprese e dei capitali nell'Unione europea; analoga considerazione vale in particolare per la quattordicesima direttiva relativa allo spostamento del luogo di registrazione e per quella relativa alla società privata europea;
40. Chiede che si presti una maggiore attenzione alle altre politiche di accompagnamento intese a migliorare il funzionamento del mercato interno; ritiene che la priorità debba esser data soprattutto ai trasporti e ci si debba preoccupare di dimostrare le potenzialità di una migliore logistica e di un più rapido sviluppo delle reti transeuropee di trasporto; sostiene l'iniziativa della Presidenza tedesca dell'UE in tale settore;
Rafforzare la competitività esterna dell'Unione europea
41. segnala che scambi commerciali liberi ed equi rafforzano la prosperità in Europa e nel mondo; osserva che nel mercato interno le imprese operano in un contesto mondiale in cui i mercati sono interdipendenti e gli operatori planetari; invita gli Stati membri a astenersi da ogni forma di protezionismo; ritiene che proseguire l'integrazione economica mondiale possa stimolare la competitività, la crescita l'occupazione nell'Unione europea; sottolinea l'importanza della cooperazione internazionale nel settore regolamentare, segnatamente in materia di supervisione, di riforma e di semplificazione regolamentari; ricorda tuttavia che il commercio internazionale può comportare anche conseguenze negative per i lavoratori più vulnerabili e meno qualificati di determinati settori;
42. ritiene che l'accesso al mercato, un approccio regionale più equilibrato e la promozione delle norme essenziali in materia di lavoro dell'Organizzazione internazionale del lavoro, così come un lavoro dignitoso nel mondo intero, rivestano una rilevanza cruciale per rafforzare la competitività esterna dell'Unione europea e che evitare il dumping ambientale sia un elemento essenziale di una concorrenza equa; si dichiara disposto a esaminare misure commerciali adeguate contro paesi che agiscono come "scrocconi", ossia che non si fanno carico della loro parte equa di impegno nella lotta contro il cambiamento climatico, pur tenendo in conto gli stadi diversi e differenti dello sviluppo sociale ed economico dei nostri partner commerciali;
43. sottolinea che la responsabilità sociale delle imprese (RSI) non dovrebbe essere interpretata come un'imposizione unilaterale da parte dello Stato, il quale imporrebbe così alle imprese nuovi vincoli giuridici nocivi per la loro competitività e la loro capacità di generare occupazione; ritiene che la RSI dovrebbe invece essere concretizzata con iniziative, fiscali o di altro tipo, delle imprese stesse, cosicché esse si assumano volontariamente un ruolo di interesse sociale;
44. sottolinea la necessità di predisporre migliori condizioni finanziarie, fiscali e di legislazione sul lavoro per le PMI, fonte della competitività economica dell'Europa, onde permettere un'innovazione permanente a livello della produzione; ritiene che occorra assolutamente attuare efficaci politiche per affrontare le sfide della globalizzazione;
45. sottolinea l'importanza della cooperazione internazionale specialmente in materia di riforma e semplificazione regolamentare; ritiene che occorra rafforzare la cooperazione basata sul multilateralismo e la responsabilità democratica, al fine di aprire i mercati esteri ai prodotti e ai servizi delle imprese europee su una base equilibrata; in detto contesto insiste affinché l'accordo sui contratti pubblici dell'Organizzazione mondiale del commercio sia riequilibrato assicurando che le esclusioni a favore delle PMI, mantenute negli impegni di numerosi firmatari, siano controbilanciate negli impegni europei da un'analoga esclusione o da una disposizione volta ad autorizzare i firmatari a concedere un regime preferenziale alle PMI, purché il beneficio di questo regime sia esteso senza discriminazioni a tutte le PMI dei firmatari;
46. ritiene che l'assistenza data dall'Unione europea ai governi dei paesi terzi affinché essi applichino una regolamentazione sociale e ambientale conforme alle convenzioni internazionali ed efficaci meccanismi di controllo costituiscano un'integrazione indispensabile per far avanzare su scala mondiale la RSI delle imprese europee; sottolinea che la RSI deve rientrare nel dialogo imprenditoriale con gli altri mercati;
Rafforzare la capacità innovativa dell'Unione europea
47. sottolinea l'importanza cruciale di intensificare gli investimenti dell'Unione europea nella ricerca e sviluppo, sia per i prodotti che per i servizi;
48. plaude all'approvazione del settimo programma quadro di ricerca, il cui obiettivo principale è rafforzare le basi scientifiche e tecnologiche dell'industria comunitaria e assicurare così un grado elevato di competitività internazionale; riafferma l'importanza degli obiettivi del 3% del PIL destinato a finanziare la ricerca e invita gli Stati membri a onorare pienamente gli impegni assunti nel Consiglio europeo di primavera 2002 a Barcellona; ricorda che l'obiettivo supremo del settimo programma quadro di ricerca è far diventare l'Unione europea il primo spazio di ricerca nel mondo; segnala che il Parlamento europeo ha insistito più volte sull'importanza della ricerca e dello sviluppo nonché sul ruolo crescente assunto dalla conoscenza, nel promuovere la crescita economica e il benessere sociale e ambientale;
49. sostiene risolutamente l'azione delle piattaforme tecnologiche comuni nella promozione di agende strategiche coerenti in materia di ricerca nei settori chiave per la competitività dell'Europa; invita gli Stati membri a incoraggiare le piccole imprese e gli organismi di ricerca a partecipare a dette piattaforme;
50. elogia la Commissione perché, tramite iniziative tecnologiche comuni, ha destinato risorse mirate per favorire il passaggio dalla fase di concezione della ricerca ai programmi concreti; invita gli Stati membri a promuovere detti programmi attraverso le loro iniziative nazionali per l'innovazione;
51. rileva il divario negli investimenti per dipendente nelle TIC tra gli Stati Uniti e l'Unione europea e la correlazione tra investimenti in dette tecnologie e aumento della produttività; condivide la necessità di sostenere e sviluppare un settore delle TIC competitivo nell'Unione europea, segnatamente applicando pienamente il quadro regolamentare dell'Unione europea in materia di comunicazioni in tutti gli Stati membri;
52. sottolinea il notevole potenziale dei fondi dei contratti pubblici nella promozione dell'innovazione; osserva che la fornitura in fase preconcorrenziale di beni e servizi innovativi può avvenire nel contesto dei contratti pubblici esistenti; invita gli Stati membri a incoraggiare tale attività a livello dei rispettivi poteri pubblici; osserva che un impiego efficace delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nella fornitura di servizi pubblici migliorerà l'esperienza dei clienti e aiuterà le imprese dell'Unione europea a produrre beni concorrenziali negli attuali mercati mondiali;
Garantire politiche energetiche sostenibili
53. esprime il convincimento che la strategia di Lisbona potrà essere coronata da successo solo se saranno dispiegati maggiori sforzi per pervenire a una politica energetica comune; è tuttavia del parere che non si tratta di uniformare e "comunitarizzare" le differenti politiche energetiche nazionali, bensì di permettere maggiore concorrenza e di approvvigionare meglio i consumatori; ricorda che la diversità è non soltanto la forza dell'Europa, ma che essa costituisce anche la sua sicurezza in materia di approvvigionamenti energetici;
54. ricorda l'importanza, ai fini della stabilità e della crescita nell'Unione europea, dei tre obiettivi principali della politica energetica, ossia sicurezza degli approvvigionamenti, sostenibilità e competitività; insiste sulla necessità di adattare costantemente questi tre obiettivi all'evoluzione della situazione e di trovare un nuovo equilibrio tra essi;
55. ricorda l'importanza fondamentale di approvvigionamenti energetici sufficienti e a prezzi vantaggiosi per la competitività e la crescita dell'industria europea;
56. si compiace del Libro verde della Commissione sulla strategia europea per un'energia sicura, competitiva e sostenibile (COM(2006)0105), tuttavia sottolinea che occorre essere consapevoli delle condizioni, in perenne evoluzione, nel mercato energetico mondiale e sottolinea che occorre estendere la prospettive del produttore a un approccio sistematico, comprendente la produzione, la distribuzione e il consumo, al fine di sviluppare una politica energetica europea che garantisca un'energia a prezzi sostenibili per le imprese e gli utenti privati europei;
57. concorda con la Commissione sul fatto che una solidarietà rafforzata tra Stati membri dovrebbe diventare un elemento essenziale di una politica energetica comune al fine di far fronte alle difficoltà legate alla sicurezza fisica delle infrastrutture e alla sicurezza degli approvvigionamenti; ritiene inoltre che una solidarietà rafforzata di questo tipo metterebbe l'Unione europea in condizioni più propizie per consolidare la sua capacità di tutelare i suoi interessi comuni in relazione alle questioni energetiche a livello internazionale;
58. osserva chela politica energetica e specialmente la sicurezza degli approvvigionamenti energetici devono diventare parte integrante della politica estera, della politica commerciale, della politica per lo sviluppo e della politica di sicurezza dell'Unione europea e auspica una strategia comune per garantire e diversificare gli approvvigionamenti e gli itinerari di transito, facendo prova di solidarietà all'interno dell'Unione europea; chiede fermamente alla Commissione e agli Stati membri di valutare con la massima serietà, in detto contesto, il rischio reale di una penuria negli approvvigionamenti di gas provenienti dalla Russia dopo il 2010, in particolare a causa degli scarsi investimenti; chiede con forza che gli Stati membri e l'Unione europea, nel quadro delle discussioni sulle questioni energetiche condotte con la Russia, esigano che essa firmi e ratifichi un protocollo sul transito e ratifichi il trattato relativo alla carta dell'energia; ritiene necessario utilizzare gli accordi di partenariato e di cooperazione per istituire un quadro regolamentare stabile e aperto nei paesi fornitori e che al membro della Commissione incaricato per l'energia dovrebbe essere affidato un mandato ben definito, il quale definisca una dottrina di pianificazione europea a lungo termine nel settore energetico;
59. sottolinea che le esperienze dell'inverno 2005-2006 e il drastico aumento della domanda energetica delle economie in espansione, quali Cina e India, hanno evidenziato che nessuna fonte energetica che sia sostenibile e sicura deve essere trascurata ai fini di assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti energetici;
60. plaude agli sforzi volti a realizzare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 concordati a Kyoto; riconosce che l'energia nucleare rappresenta una quota notevole delle opzioni energetiche in parecchi Stati membri; osserva il ruolo da essa assunto oggi in alcuni Stati membri nella salvaguardia della sicurezza degli approvvigionamenti elettrici in quanto elemento delle opzioni energetiche e mezzo per ridurre le emissioni di CO2; sottolinea tuttavia che esistono rischi legati alla produzione e che per il momento non esiste una soluzione definitiva per il riciclaggio dei rifiuti nucleari; sostiene la ricerca nei settori della sicurezza dei reattori e delle nuove tecnologie; ritiene che solo a livello degli Stati membri, nel quadro del principio di sussidiarietà, può essere presa la decisione se la produzione di energia nucleare debba continuare ad avere rilevanza o meno nel rispettivo paese;
61. ricorda la crescente dipendenza dell'Unione europea dalle importazioni di petrolio e di gas naturale, che nel 2030 potrebbero arrivare rispettivamente al 94% e all'85%, mentre la dipendenza dalle importazioni di combustibili solidi aumenterà non oltre il 59%; segnala che le importazioni di petrolio e gas naturale verranno sempre più da regioni instabili politicamente, nelle quali si concentrano, a causa delle importazioni stesse, notevoli flussi monetari, il cui uso è sottratto all'influenza dell'Unione europea;
62. sottolinea che le pressioni inflazionistiche dovute all'aumento del prezzo del petrolio accentuano le incognite sulla portata del rigore nella politica monetaria, portando a una percezione più acuta del rischio, alla contrazione della liquidità mondiale e a una maggiore volatilità, specialmente sui mercati delle materie prime e dei titoli azionari; allerta sul ruolo negativo della speculazione sul prezzo del petrolio nei mercati finanziari, la quale amplifica la crisi dei prezzi petroliferi; invita la Commissione e il Consiglio a elaborare un piano dettagliato per ridurre la dipendenza dell'Unione europea dalle importazioni di petrolio e a compiere la conversione verso fonti energetiche pulite; sollecita un meccanismo d'emergenza integrato a livello dell'Unione europea per assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti;
63. sottolinea che sono ormai diventate indispensabili nuove modalità di dialogo politico e di cooperazione tra i paesi consumatori, specialmente con Stati Uniti, Cina, India e Giappone; osserva che un simile dialogo tra principali paesi consumatori e i paesi produttori è diventato necessario per sviluppare un approccio globale nel settore energetico; ritiene che dette nuove modalità del dialogo globale sull'energia debbano puntare a rendere i mercati energetici globali stabili, sicuri e trasparenti e nel contempo prefigurare una spinta costante a favore di fonti energetiche pulite e dell'efficienza energetica;
64. invita il Consiglio e la Commissione a promuovere un sistema di mediazione internazionalmente riconosciuto per risolvere le divergenze e i contenziosi riguardanti la fornitura e la distribuzione dell'energia; ritiene che l'Unione europea dovrebbe avviare un simile processo, predisponendo un sistema di mediazione in quanto elemento della sua politica di vicinato e con gli altri principali paesi fornitori, nonché promuovendo attivamente a livello globale detto sistema di mediazione; ritiene che l'Unione europea debba sviluppare un approccio innovativo nella gestione della distribuzione dell'energia a livello internazionale;
65. accoglie con favore il progetto di trattato che istituisce la Comunità dell'energia in quanto contributo essenziale alla stabilizzazione dell'Europa sudorientale, all'apertura dei mercati energetici e alla sicurezza delle vie di transito in Europa; sollecita una graduale estensione della Comunità dell'energia alla Norvegia e alla Turchia, nonché a tutti i paesi coinvolti nella politica europea di vicinato;
Rendere la politica energetica ecocompatibile
66. sottolinea che la necessità di modificare le attuali opzioni della produzione energetica costituisce non un ostacolo, ma un'opportunità e che l'uso dell'energia solare, eolica, da biomassa, idrica o geotermica e tecnologie energetiche più efficienti contribuiranno al rispetto degli impegni assunti a Kioto e nel contesto della convenzione quadro dell'ONU sul cambiamento climatico e intensificheranno l'innovazione, la creazione di posti di lavoro e la competitività in Europa;
67. sostiene pertanto gli sforzi intrapresi nello sviluppo di fonti energetiche rinnovabili per promuovere approvvigionamenti energetici sostenibili; accoglie con favore la costante crescita del settore e i relativi impulsi positivi in campo occupazionale; considera notevoli le prospettive delle esportazioni di impianti per la produzione di energia rinnovabile in Stati terzi;
68. esorta il Consiglio europeo di primavera 2007 a sostenere il piano d'azione sull'efficienza energetica proposto dalla Commissione, il quale dovrebbe come minimo contenere gli elementi seguenti: mettere i consumatori, ossia le utenze sia domestiche che commerciali o industriali, al centro della politica energetica; definire un percorso a livello del Consiglio e della Commissione per conseguire obiettivi come una quota del 50% delle fonti energetiche rinnovabili entro il 2040 nonché una riduzione nell'Unione europea del 30% del CO2 entro il 2020 e del 60-80% entro il 2050, e un obiettivo UE di miglioramenti dell'efficienza energetica di almeno il 20% entro il 2020; una riforma del sistema UE di scambio delle quote di emissione (EU ETS) onde indirizzare il mercato verso investimento in un'economia con meno carbonio tramite la fissazione di un obiettivo in materia di emissioni di carbonio nell'Unione europea entro il 2020, compresi l'obiettivo di una quota del 25% di fonti energetiche rinnovabili nel 2020 e un obiettivo vincolante per quanto riguarda le emissioni degli autoveicoli, un cambiamento radicale nell'efficienza energetica, l'accelerazione dell'attuazione della vigente legislazione comunitaria negli Stati membri oppure, in mancanza di ciò, miglioramenti concreti al quadro normativo, una più netta separazione tra produzione energetica e distribuzione dell'energia tramite un rigoroso controllo regolamentare indipendente che tenga conto dell'interesse dell'Europa nel suo complesso, uno sforzo per risolvere il problema delle interconnessioni mancanti, stimolare gli investimenti e l'innovazione, definire linee direttici vincolanti per gli organi regolatori, compresa una procedura per la nomina dei loro responsabili, garanzie di loro indipendenza, trasparenza e responsabilità, una strategia ambiziosa di ricerca e sviluppo in materia di tecnologie energetiche pulite, compreso un incremento di almeno il 50% delle spese annue nella ricerca energetica nei prossimi sette anni, lo sviluppo di un efficace meccanismo di solidarietà per far fronte a eventuali crisi negli approvvigionamenti energetici, una strategia estera comune di politica energetica onde parlare sempre più con una voce sola con i paesi terzi, il raddoppio degli sforzi affinché la lotta contro il cambiamento climatico diventi planetaria dato che l'Unione europea non è in grado di affrontare da sola il problema e l'attuazione integrale dell'attuale legislazione comunitaria in campo energetico; invita infine la Commissione a proporre, nell'ambito del percorso riguardante le energie rinnovabili, un quadro di opzioni per piani armonizzati di sostegno a queste forme di energia;
69. riconosce che il cambiamento climatico sta causando gravi problemi ambientali, i quali impongono un immediato intervento dell'Unione europea e a livello internazionale; ritiene che entro il 2050 la quota maggioritaria del fabbisogno energetico dell'Unione europea dovrà essere prodotto da fonti senza carbonio o usando tecnologie senza emissione di gas a effetto serra, concentrandosi sul risparmio energetico, sull'efficienza e sulle fonti energetiche rinnovabili e che pertanto esiste la necessità di definire un percorso chiaro per conseguire tale obiettivo; sollecita i governi degli Stati membri a concordare, entro la fine del 2008, un obiettivo vincolante per il CO2 entro il 2020 e un obiettivo indicativo per il CO2 entro il 2050; invita la Commissione a stabilire obiettivi ambiziosi, ma realistici, per le tecnologie energetiche, che riducano drasticamente o eliminino le emissioni di CO2, o siano neutre per quanto riguarda tali emissioni, per far fronte al 60% della domanda di elettricità dell'UE entro il 2020, nell'interesse degli obiettivi europei in materia di clima e di sicurezza dell'approvvigionamento;
70. riconosce l'importante ruolo svolto dalle energie rinnovabili nel sostegno alle SME nel conseguimento degli obiettivi della strategia di Lisbona; sollecita la Commissione e gli Stati membri a decidere misure concrete per migliorare l'efficienza energetica delle SME, tra cui in particolare misure di sensibilizzazione e agevolazioni per l'accesso a mezzi finanziari, tra l'altro dei Fondi strutturali, della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e della Banca europea degli investimenti, onde poter attivare investimenti per ridurre i consumi energetici;
71. invita il Consiglio e la Commissione a provvedere a che l'Unione europea diventi l'economia più efficiente del mondo in campo energetico entro il 2020 e ad adottare misure di efficienza energetica in quanto priorità orizzontale in tutti i settori dell'economia dell'Unione europea; invita la Commissione ad assicurare una tempestiva attuazione delle direttive comunitarie in questo campo e sollecita il Consiglio ad adottare le proposte che figurano nel Piano d'azione per migliorare l'efficienza energetica nella Comunità europea (COM(2000)0247) e gli Stati membri a utilizzare le prassi migliori come base dei loro primi piani d'azione nazionali sull'efficienza energetica, che la direttiva 2006/32/CE impone di presentare entro il 30 giugno 2007; ricorda che se gli Stati membri attuassero completamente la legislazione comunitaria vigente, l'obiettivo della riduzione energetica del 20% entro il 2020 sarebbe già ora conseguito per metà; invita il Presidente della Commissione a promuovere un accordo globale sull'efficienza energetica;
72. invita il Consiglio europeo di primavera 2007 ad assicurare che la futura politica energetica dell'Europa sia basata su un'ambiziosa strategia di ricerca e sviluppo in campo energetico, compresi finanziamenti pubblici più mirati e solidi incentivi per maggiori finanziamenti privati di ricerca e sviluppo; raccomanda agli Stati membri di attuare una strategia volta a potenziare il bilancio per la ricerca energetica, specialmente in vista della revisione intermedia del bilancio comunitario nel quadro del settimo programma quadro per le azioni di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione e nel programma specifico "Energia intelligente" e pertanto accoglie con favore la proposta della Commissione che l'Unione europea aumenti almeno del 50% le sua spese annuali per la ricerca energetica nei prossimi sette anni; auspica un piano strategico europeo sulle tecnologie energetiche e chiede che esso comprenda settori di ricerca incentrati sulle nuove tecnologie energetiche come tutte le fonti energetiche rinnovabili, compresa l'energia dal moto ondoso e dalle maree, la gassificazione del carbone e specialmente l'immagazzinamento dell'energia, dato che tali elementi riguardano le prospettive a medio e lungo termine;
Creare un mercato interno dell'energia
73. sottolinea che occorrono ulteriori iniziative per far nascere un mercato interno dell'energia funzionante, attraverso una più chiara separazione tra la produzione e la distribuzione dell'energia; plaude pertanto alla proposta della Commissione di ulteriori azioni volte a realizzare tale separazione, accompagnate da un più forte controllo regolamentare indipendente che guardi all'interesse dell'Europa nel suo complesso; insiste che tali azioni, insieme alle misure nazionali, devono consentire di realizzare l'obiettivo dell'Unione europea di livelli di interconnessione pari almeno al 10%, individuando le principali strozzature e nominando dei coordinatori; è convinto che un quadro politico chiaro e stabile e un mercato energetico competitivo siano necessari per instaurare un grado elevato di competitività, di indipendenza energetica, di stabilità a lungo termine, di efficienza, di sensibilità ambientale e di sicurezza degli approvvigionamenti; invita il Consiglio europeo di primavera 2007 a delineare una visione più ampia degli interessi comuni europei nel settore energetico in modo da collocare il completamento del mercato interno nel quadro politico chiaro che attualmente manca;
74. ritiene che gli scambi commerciali transfrontalieri porteranno all'eliminazione delle strettoie esistenti tra mercati nazionali; sollecita la Commissione e gli Stati membri a promuovere una migliore cooperazione tra gli operatori del sistema di trasporto segnatamente in campi come la ripartizione transfrontaliera delle capacità, la trasparenza, i mercati infragiornalieri, la pianificazione delle reti e gli investimenti rilevanti per lo sviluppo dei mercati regionali; chiede alla Commissione di elaborare con gli operatori del sistema di trasporto un codice di rete europeo che assicuri l'interoperabilità delle reti energetiche nazionali;
75. plaude alla Commissione per l'inchiesta sul settore dell'energia e la esorta a portare avanti azioni che assicurino il rispetto delle regole, segnatamente l'imposizione di ammende contro le imprese che violano le regole della concorrenza; incoraggia la Commissione a perseguire gli Stati membri che proteggono indebitamente i colossi nazionali dell'energia;
76. ritiene che i consumatori debbano essere posti al centro di tutte le future politiche energetiche e che la penuria energetica debba figurare più chiaramente nelle proposte della Commissione; ricorda che i consumatori, specialmente gli organi pubblici, i quali devono dare l'esempio in questo campo, hanno obblighi in materia di risparmio energetico; riconosce il ruolo centrale che le tariffe intelligenti e la fatturazione intelligente possono svolgere nella sensibilizzazione dei consumatori su come e perché l'energia è utilizzata e quindi per cambiare il loro comportamento; invita il Consiglio e la Commissione a proporre misure che facilitino ai nuclei familiari a basso reddito il conseguimento di risparmi energetici a livello domestico, riducendo la loro fattura energetica e la loro esposizione ai futuri aumenti dei prezzi;
77. segnala che la politica energetica esige decisioni su investimenti molto costosi e a lungo termine, che esigono un elevato grado di trasparenza e prevedibilità; invita gli Stati membri e la Commissione a offrire alle imprese certezza del diritto e ad evitare nuove proposte regolamentari ad intervalli regolari, che generano incertezza e ritardano gli investimenti urgenti e necessari nell'infrastruttura energetica;
78. riafferma il suo fermo sostegno alle fonti energetiche rinnovabili; al fine di promuovere la diversificazione delle fonti energetiche propone che la Commissione definisca un quadro politico stabile a lungo termine onde creare il clima necessario agli investimenti; detto quadro dovrebbe comprendere un obiettivo dell'Unione europea per un miglioramento dell'efficienza energetica di almeno il 20% entro il 2020; chiede alla Commissione di proporre una serie di opzioni per piani armonizzati di sostegno alle fonti energetiche rinnovabili in quanto elemento del percorso riguardante queste fonti;
79. sottolinea che sono necessarie nuove azioni per predisporre un efficace mercato interno dell'energia tramite una più chiara distinzione tra produzione e distribuzione dell'energia; sollecita pertanto un più rigoroso controllo regolamentare, che tenga in conto il mercato europeo, nonché misure nazionali per conseguire l'obiettivo dell'Unione europea di livelli di interconnessione pari almeno al 10%, individuando le principali strettoie e designando i coordinatori;o
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80. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.