Risoluzione del Parlamento europeo del 25 aprile 2007 sulla strategia tematica per l'uso sostenibile delle risorse naturali (2006/2210(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Verso una strategia tematica per l'uso sostenibile delle risorse naturali" (COM(2003)0572),
– vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Strategia tematica per l'uso sostenibile delle risorse naturali" (COM(2005)0670),
– visto il riesame della strategia dell'Unione europea in materia di sviluppo sostenibile - Nuova strategia(1),
– vista la Convenzione sulla diversità biologica adottata a Rio de Janeiro nel 1992,
– vista la direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente(2),
– visti gli articoli 2 e 6 del trattato CE, secondo i quali le esigenze connesse con la tutela dell'ambiente devono essere integrate nei vari settori delle politiche comunitarie, nella prospettiva di promuovere uno sviluppo ecologicamente sostenibile delle attività economiche,
– visto l'articolo 174 del trattato CE,
– visto il sesto programma d'azione comunitario in materia di ambiente(3),
– vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Portare avanti l'utilizzo sostenibile delle risorse: una strategia tematica sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti" (COM(2005)0666),
– vista la sua risoluzione del 5 luglio 2005 sulla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo su "Incentivare le tecnologie per lo sviluppo sostenibile: Piano d'azione per le tecnologie ambientali nell'Unione europea"(4),
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (A6-0054/2007),
A. considerando che, a causa dei rapidi sviluppi demografici nel mondo, si assisterà nei prossimi decenni a una pressione sempre maggiore sul clima, sulle risorse naturali e sulla biodiversità, e che tale evoluzione è anche da mettere in relazione alla disparità di ricchezza tra i paesi industrializzati e i paesi in via di sviluppo,
B. considerando che è necessario uno sviluppo economico sostenibile, combinato ad una condivisione equa e giusta dei vantaggi derivati dalle risorse naturali, dall'accesso alle risorse e ai mercati, al fine di alleviare la povertà e aumentare il benessere degli uomini,
C. considerando che, a seguito della rapida crescita demografica mondiale, nel 2010 vivranno sul pianeta 400 milioni di persone in più rispetto ad oggi; che in un mondo in cui la dipendenza reciproca si accentua sempre più, non si può continuare a produrre e consumare nel modo attuale e che, nel mondo, 15 500 specie di piante e animali sono seriamente minacciate di estinzione; che negli ultimi decenni quasi tutte le forme di ecosistemi e tutte le specie hanno gravemente sofferto e che anche l'acqua dolce è una risorsa preziosa sottoposta a pressioni; che la crisi mondiale dell'acqua costituisce una minaccia per la vita umana e lo sviluppo sostenibile e, in ultima analisi, per la pace e la sicurezza,
D. considerando che l'impronta ecologica media(5) è oggi nel mondo pari a 2,2 ettari pro capite, mentre non dovrebbe essere superiore a 1,8 ettari per restare entro i limiti della biocapacità del pianeta; che nel mondo l'uomo consuma il 25% in più rispetto a quanto il pianeta produce in un anno, in altre parole che la terra ha bisogno di un anno e tre mesi per produrre quanto abbiamo consumato in un anno (2003) (Rapporto 2006 del WWF sull'ambiente),
E. considerando che secondo il "Millennium Ecosystem Assessment", rapporto 2005 delle Nazioni Unite sullo stato degli ecosistemi del pianeta, dall'inizio degli anni '60 si registra un declino nei due terzi di tutti gli ecosistemi, mentre durante lo stesso periodo la domanda di risorse naturali è aumentata del 70%,
F. considerando che, secondo l'Agenzia europea per l'ambiente, l'impronta ecologica dell'Europa ha già superato il suo limite di biocapacità nel 1960 ed ha oggi un valore due volte superiore alla propria biocapacità; che tale situazione non è compatibile con uno sviluppo equo e sostenibile,
G. considerando che il fatto di non aver finora attribuito un valore al capitale naturale, in particolare ai servizi di ecosistema, rappresenta un grosso ostacolo agli sforzi compiuti per definire un quadro per l'uso sostenibile delle risorse naturali,
H. considerando che gli interessi del commercio e dell'ambiente non devono essere necessariamente in contrasto fra loro; che, tuttavia, una prosperità economica duratura sarà possibile in futuro solo in un sistema di mercato in cui tutte le forme di capitale, compreso il capitale naturale, siano correttamente valutate e i costi dei danni arrecati alla salute umana e all'ambiente siano internalizzati nel prezzo dei prodotti;
I. considerando che l'aumento della crescita economica nei paesi in via di sviluppo farà salire ulteriormente la pressione sull'ambiente,
J. considerando che i progressi compiuti in materia di know-how e tecnologia sono di importanza cruciale per conseguire un equilibrio tra crescita economica, da un lato, e sostenibilità sociale ed ecologica, dall'altro,
K. considerando che a norma dell'articolo 6 del trattato, rafforzato dal processo di Cardiff, le esigenze connesse con la tutela dell'ambiente devono essere integrate nella definizione e nell'attuazione delle politiche dell'Unione europea,
L. considerando la scarsa complementarità e l'insufficiente coordinamento esistenti tra le varie assise internazionali responsabili dello sviluppo sostenibile (convenzione sulla diversità biologica, protocollo di Kyoto, convenzione sulla lotta alla desertificazione, ecc.), e constatando l'assenza di strumenti per far rispettare tali accordi in tutto il mondo,
M. considerando che la strategia dell'Unione europea per la crescita e l'occupazione(6), approvata dal Consiglio europeo di primavera del 2005, accorda elevata priorità a un uso più sostenibile delle risorse naturali e chiede all'Unione europea di essere la prima ad adottare modelli di consumo e di produzione più sostenibili nell'economia mondiale,
N. considerando i principi guida per lo sviluppo sostenibile adottati dal Consiglio europeo del 15 e 16 giugno 2006, in particolare quelli attinenti alla qualità della vita e alla solidarietà inter- e intragenerazionale,
O. considerando che la Commissione, nella sua comunicazione sul riesame della strategia dell'Unione europea per lo sviluppo sostenibile - una piattaforma d'azione (COM(2005)0658), afferma che:
–
l'Unione europea e gli Stati membri devono continuare ad investire nella ricerca e nella tecnologia per trovare nuovi modi di produzione e consumo che siano economicamente validi ed efficienti sotto il profilo dell'utilizzo delle risorse;
–
l'Unione europea deve diventare leader mondiale nel campo delle tecnologie ecoefficienti ed economizzatrici di energia per ridurre l'elevato grado di dipendenza dalle risorse naturali;
–
l'Unione europea deve salvaguardare la capacità del pianeta di sostenere tutte le diverse forme di vita, rispettare i limiti delle sue risorse naturali e garantire un elevato livello di protezione e miglioramento della qualità dell'ambiente;
–
entro il 2010 il 12% del consumo energetico deve provenire da fonti rinnovabili;
–
entro la stessa data il 21% del consumo di elettricità dell'UE-25 deve essere coperto da fonti rinnovabili,
P. considerando che nel giugno 2006 il Consiglio europeo ha in particolare espresso le seguenti esigenze per quanto riguarda la strategia rinnovata dell'Unione europea in materia di sviluppo sostenibile:
–
la strategia dell'Unione europea per lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali andrebbe integrata da una serie di traguardi e di misure a livello di Unione europea,
–
l'utilizzo efficace delle risorse andrebbe migliorato per ridurre lo sfruttamento complessivo delle risorse naturali non rinnovabili e i correlati impatti ambientali prodotti dallo sfruttamento delle materie prime, utilizzando nel contempo le risorse naturali rinnovabili a un ritmo compatibile con le loro capacità di rigenerazione,
Q. considerando che il sesto programma d'azione per l'ambiente:
–
definisce un programma i cui obiettivi si riallacciano alle priorità essenziali della Comunità, ossia cambiamenti climatici, natura e biodiversità, ambiente, sanità pubblica e qualità della vita, risorse naturali e rifiuti;
–
prevede che siano incoraggiate modifiche dei regimi di erogazione di sussidi che hanno un notevole impatto negativo sull'ambiente e non sono compatibili con lo sviluppo sostenibile;
–
stabilisce che le strategie tematiche devono includere i pertinenti traguardi e scadenze ambientali in termini qualitativi e quantitativi,
–
chiede esplicitamente, tra l'altro, un'analisi dell'efficacia delle misure politiche e dell'impatto di sussidi connessi alle risorse naturali e ai rifiuti, come pure la fissazione di traguardi e obiettivi in materia di efficacia delle risorse e di uso ridotto delle medesime, dissociando la crescita economica dagli impatti ambientali negativi,
R. considerando che la strategia tematica indica nell'allegato che:
–
se si realizza un incremento annuo della produttività delle risorse del 3% in presenza di una crescita economica del 3% l'anno, l'utilizzo delle risorse si manterrà più o meno stabile;
–
a parità degli altri fattori, la stabilizzazione dell'uso delle materie prime non sarà sufficiente a ridurre l'impatto ambientale generale e a conseguire la dissociazione;
S. considerando che nella sua risoluzione del 16 novembre 2005 su: "Vincere la battaglia contro i cambiamenti climatici"(7), il Parlamento europeo ha affermato che i paesi industrializzati devono procedere a forti riduzioni delle emissioni, dell'ordine del 15-30% entro il 2020 e del 60-80% entro il 2050,
T. considerando che il settore agricolo occupa il 50% del territorio, utilizza il 30% delle risorse idriche ed è responsabile del 20% del consumo di combustibili,
U. considerando che i trasporti sono il settore di uso finale a più rapida crescita, e sono responsabili del 40% dell'intero consumo energetico mondiale e del 40-80% circa di tutto l'inquinamento atmosferico e del 28 % di tutte le emissioni di CO2 in Europa,
V. considerando che una maggiore comprensione del funzionamento dei sistemi naturali potrà aprire nuove opportunità per l'introduzione di sistemi di produzione e consumo ecocompatibili; che già oggi esistono oltre 2000 tecnologie brevettate che hanno tratto ispirazione dai processi naturali ("biomimicry"),
W. considerando che uno degli obiettivi di sviluppo del Millennio adottati nel 2000 dalle Nazioni Unite consiste nel garantire un ambiente sostenibile entro il 2015, integrando lo sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi nazionali, arrestando la perdita di risorse naturali e dimezzando il numero delle persone che non hanno accesso ad acqua potabile sicura; che entro il 2020 devono essere migliorate in modo significativo le condizioni di vita di almeno 140 milioni di abitanti delle baraccopoli,
X. considerando che ogni anno 5-6 milioni di persone, principalmente bambini, muoiono per malattie causate dall'inquinamento idrico e atmosferico e che in Europa quest'ultimo è responsabile di 370 00 decessi prematuri,
Y. considerando che l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali è una "conditio sine qua non" per una prosperità duratura,
Z. considerando che alla base della maggior parte dei problemi ambientali vi è l'uso non sostenibile delle risorse naturali,
AA. considerando che è urgentemente necessaria una trasformazione dell'attuale sistema di produzione e consumo;
AB. considerando che la società dipende soprattutto da prodotti composti da un certo numero di materiali diversi (biologici, minerali e sintetici) che sono sovente combinati per produrre materiali compositi; che questi vanno utilizzati e trattati in modo tale che, quando il ciclo di vita utile dei prodotti è concluso, essi non divengano rifiuti inservibili,
AC. considerando che entro il 2015, al più tardi, migliorando la gestione ed evitando lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali rinnovabili, come gli stock ittici, la biodiversità, l'acqua, l'aria, il suolo e l'atmosfera, si dovrà pervenire al recupero degli ecosistemi marini danneggiati, in conformità con il piano di attuazione adottato al vertice delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile svoltosi a Johannesburg nel 2002,
AD. considerando che il nostro sistema industriale, alimentato tramite il commercio da ecosistemi distanti, è sovente insensibile al loro degrado; che la strategia in materia di risorse naturali deve essere pertanto basata sull'applicazione della metodologia dell'impronta ecologica ed avere quale scopo primario la riduzione dell'impronta ecologica dell'UE nel mondo, e l'assunzione di un ruolo di guida incoraggiando altri paesi a seguire l'esempio dell'Europa,
AE. considerando che è necessario arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010, in conformità del Piano di attuazione di Johannesburg,
AF. considerando che esistono disparità considerevoli tra gli Stati membri per quanto riguarda la produttività delle risorse; che anche solo eliminando tali disparità la maggiore produttività ridurrebbe la quantità di risorse naturali utilizzate e di conseguenza diminuirebbe la pressione sull'ambiente e migliorerebbe la posizione concorrenziale degli Stati membri,
AG. considerando che gli Stati membri economicamente sviluppati e orientati verso i servizi hanno esportato una gran parte delle loro attività che consumano energia e risorse naturali verso paesi meno sviluppati, all'interno e all'esterno dell'Unione europea; che la Commissione dovrebbe considerare che i vari Stati membri utilizzano differenti quantità di risorse naturali per raggiungere uno stesso tasso di crescita economica,
AH. considerando che il Piano di attuazione di Johannesburg chiedeva anche una dissociazione tra crescita economica e degrado ambientale attraverso una maggiore efficienza e sostenibilità nell'uso delle risorse e nei processi produttivi e una riduzione del declino delle risorse, dell'inquinamento e dei rifiuti,
AI. considerando che il summenzionato piano d'azione per le tecnologie ambientali nell'Unione europea
–
rileva che l'utilizzo efficiente di risorse e materiali riduce i costi dell'industria e delle famiglie, liberando così dei fondi e rendendo l'economia dell'Unione europea meno dipendente da risorse peraltro scarse e da mercati altamente instabili,
–
rileva che la scarsità delle risorse è spesso all'origine di conflitti regionali nei paesi in via di sviluppo,
–
richiama l'attenzione sulla necessità di promuovere tecnologie idonee a prevenire le calamità naturali o le azioni che possono portare alla distruzione, o al deterioramento delle risorse naturali,
AJ. considerando che una politica può essere attuata solo se allo stesso tempo si incoraggiano il pubblico e i consumatori a modificare le loro abitudini per tener conto delle esigenze ambientali e sanitarie,
1. prende atto con riluttanza della summenzionata comunicazione della Commissione dal titolo "Strategia tematica per l'uso sostenibile delle risorse naturali" e constata con rammarico l'assenza di una chiara visione dei mezzi per conseguire le finalità generali; ritiene che la comunicazione dovrebbe essere considerata la prima fase di un processo che porta a una strategia organica in materia di uso sostenibile delle risorse naturali;
2. ritiene che la piattaforma d'azione della Commissione concernente lo studio della strategia per lo sviluppo sostenibile sia troppo prudente e di portata troppo limitata e che, nella sua forma attuale, non sia in grado di indurre l'opinione pubblica e i responsabili politici ad affrontare i compiti cruciali ad essa sottesi;
3. invita la Commissione a definire obiettivi e traguardi di efficienza delle risorse a livello politico e settoriale ad accelerare i lavori per l'individuazione di idonei strumenti che consentano di consolidare i progressi raggiunti;
4. constata con rincrescimento che la strategia tematica per l'uso sostenibile delle risorse naturali (strategia tematica) non persegue gli obiettivi del sesto programma d'azione comunitario per l'ambiente; ritiene che gli obiettivi del sesto programma relativi all'uso sostenibile delle risorse naturali non saranno raggiunti se le azioni concertate presentate nella strategia tematica non saranno rese più efficaci; ritiene che ciò si applichi soprattutto all'obiettivo di assicurare che l'utilizzo delle risorse naturali e il suo impatto non superino la capacità dell'ambiente di sostenere la pressione;
5. sollecita l'Unione europea ad intensificare i suoi sforzi e a prendere le decisioni opportune nella prospettiva di divenire l'economia mondiale più efficiente in termini di utilizzo di risorse e di energia; sottolinea cha la realizzazione di tali obiettivi permetterà una maggiore indipendenza e sicurezza in materia di approvvigionamenti in risorse ed energia nonché la dissociazione tra crescita economica e sfruttamento delle risorse naturali;
6. rileva che l'inquinamento, la rarefazione delle risorse naturali e delle materie prime e l'accesso sempre più arduo a queste ultime rappresentano una minaccia per la conservazione della biodiversità ed avranno come conseguenza un aumento dei prezzi la cui entità finirà per destabilizzare più o meno gravemente i sistemi economici dell'Unione europea e dei paesi terzi, generando rischi di conflitti; sollecita risposte da parte della Commissione e dell'Unione europea che siano pari alla gravità della situazione;
7. ritiene che, anche se per taluni settori sono necessari dati più specifici, tale fatto non dovrebbe essere un pretesto per rinviare misure che vanno prese per garantire l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali; rileva, inoltre, che le conoscenze attualmente disponibili consentono già ora di effettuare interventi concreti per migliorare il consumo sostenibile delle risorse naturali;
8. sottolinea gli obiettivi essenziali dell'utilizzo sostenibile delle risorse naturali, compresi un livello elevato di protezione dell'ambiente e della sanità pubblica, la disponibilità di risorse naturali per le future generazioni, un contributo alla stabilità e alla prosperità del nostro sistema economico e sociale e la limitazione dell'utilizzo delle risorse per ridurre e stabilizzare l'impatto ambientale;
9. ritiene che la Commissione dovrebbe prendere sul serio il Parlamento, l'opinione pubblica europea e l'ambiente e la invita a fissare per le risorse naturali obiettivi e tempi vincolanti, agendo su due fronti;
a)
messa a punto e applicazione delle migliori pratiche per ogni catena di produzione;
b)
riduzione del CO2 di almeno il 15% entro il 2020 e del 60-80% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990;
10. invita la Commissione ad individuare le migliori pratiche per le principali categorie di prodotti, iniziando dalle "top ten"(così come identificate dalla Commissione), per le quali il lavoro dovrà essere completato nel giro di tre anni; il compito di identificare le migliori pratiche dovrà essere affidato al Centro dati sulle risorse naturali (proposto nella strategia tematica);
11. esorta la Commissione a proporre politiche comunitarie volte a:
-
incentivare l'interazione fra i soggetti interessati e promuovere fra le aziende il ricorso alle analisi del ciclo di vita (LCA) e/o ad altri metodi e fornire informazioni su richiesta;
-
definire gli obiettivi in materia di CO2 su base nazionale e settoriale;
12. ritiene che la strategia tematica dovrebbe comprendere linee guida che spieghino le misure da adottare per determinati settori e illustrino le modifiche proposte per le varie politiche onde pervenire a un uso sostenibile o più efficiente delle risorse;
13. ritiene che, rinviando le azioni concrete, l'Unione europea finirà per perdere la sua posizione concorrenziale nel campo dell'innovazione e del commercio di tecnologie nuove ed ecologicamente efficienti;
14. ritiene che l'Unione europea dovrebbe svolgere un ruolo guida nella ricerca di soluzioni innovative e nella promozione di un uso più efficiente delle risorse, divenendo leader mondiale nel campo delle tecnologie ecoefficienti; osserva che il mercato dei prodotti sostenibili dovrà espandersi per rispondere alla crescente domanda di una "classe media" in rapido sviluppo che chiede beni di consumo e servizi che rispettino la sostenibilità dell'ambiente sul piano regionale e mondiale;
15. apprezza il fatto che la Commissione abbia riconosciuto che la politica in materia di utilizzo sostenibile delle risorse naturali si è finora dimostrata inadeguata;
16. si rende conto che quello dell'uso sostenibile delle risorse naturali è un obiettivo di lungo periodo, ma ritiene che l'orizzonte temporale di 25 anni delineato nella comunicazione della Commissione sia troppo lungo;
17. accoglie con favore l'accento posto dalla Commissione sull'approccio del ciclo di vita in tutta la comunicazione e la esorta a continuare a seguire questo approccio fin nella fase degli interventi concreti;
18. sottolinea che gli sforzi di R&S devono mirare a una migliore comprensione del funzionamento dei sistemi naturali, in modo da strutturare i sistemi di produzione e consumo secondo principi biologici, migliorando in tal modo la produttività delle risorse e riducendo l'inquinamento;
19. ritiene utile l'istituzione di un Centro europeo dei dati prima del 2008 se il suo compito consiste nel valutare ed ottimizzare periodicamente gli indicatori noti e nello stabilire quali altri indicatori siano necessari per facilitare il conseguimento dell'urgente obiettivo di ridurre al minimo l'impatto sull'ambiente e la salute determinato dall'utilizzo delle risorse naturali;
20. non è d'accordo con la Commissione sul fatto che non si conoscano indicatori che consentirebbero di inserire ora nella strategia tematica obiettivi specifici e chiari, da realizzare secondo un calendario preciso; rileva che gli indicatori noti comprendono il PIL (prodotto interno lordo), l'ADM (apporto diretto di materiale) e il CIM (consumo interno di materiale); altri indicatori accurati e di pronto uso come quelli sopra menzionati dovrebbero riferirsi a vari aspetti della qualità della vita, come le condizioni di sanità pubblica, l'inclusione sociale, la consapevolezza sociale dei processi decisionali e la cosiddetta "impronta ambientale"; la sfida al riguardo consiste nel migliorare la qualità della vita grazie al perseguimento di obiettivi più immateriali, con il supporto delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e in generale di tecnologie meno inquinanti, riducendo in tal modo la pressione sulle risorse naturali;
21. propone che la Commissione conduca entro tre anni un'analisi delle possibilità e degli strumenti atti a dissociare l'uso delle risorse naturali e la crescita economica; ritiene che la nuova strategia dovrebbe includere questi strumenti per la dissociazione e che lo stesso approccio dovrebbe essere seguito per la revisione delle politiche attuali;
22. sottolinea la necessità di mettere a punto un indicatore che integri il PIL - prendendo in considerazione gli aspetti qualitativi della crescita - e di elaborare in tale ambito metodologie specifiche che attribuiscano un valore al capitale naturale;
23. ritiene che, se la riduzione dell'utilizzo di risorse naturali si associa all'individuazione di un'alternativa, occorra innanzi tutto svolgere ricerche sull'impatto ambientale dell'alternativa in questione;
24. invita l'Unione europea a garantire che tutti gli strumenti e la legislazione comunitaria contribuiscano globalmente alla conservazione delle risorse naturali e al conseguimento dello sviluppo sostenibile nell'Unione europea e nei paesi terzi; ritiene che l' Unione europea debba incentivare presso i paesi terzi la definizione di strategie in materia di risorse ed adottare un approccio corrispondente nella sua politica di cooperazione finanziaria e di assistenza;
25. ritiene importante che si affronti la questione non soltanto dell'utilizzo comunitario (intra-UE) delle risorse naturali, ma anche dell'importazione di risorse dai paesi terzi;
26. sottolinea la necessità di affrontare le evidenti carenze dell'attuale modello economico che non attribuisce valore ai servizi di ecosistema, e di presentare un quadro programmatico che dia priorità all'efficienza delle risorse e alla progressiva strutturazione dei sistemi di produzione secondo modelli biologici;
27. ritiene che entro il 2030 l'uso di risorse primarie non rinnovabili nell'Unione europea debba essere ridotto a un quarto del valore attuale, oppure che il consumo di risorse naturali debba essere dimezzato, sempre entro il 2030, aumentando nel contempo la prosperità a livello mondiale; rileva che possono essere utilizzati i seguenti indicatori: FTM (fabbisogno totale di materiali), ADM (apporto diretto di materiale) e CIM (consumo interno di materiale); osserva che tali indicatori evidenziano l'utilizzo quantitativo di risorse in un'economia e che dividendo il PIL per tali indicatori è possibile misurare la produttività dell'utilizzo delle risorse naturali;
28. conviene sul fatto che attualmente esistono pochissimi indicatori aggregati di impatto generalmente accettati in grado di misurare l'andamento delle riduzioni dell'impatto ambientale derivante dall'utilizzo delle risorse, i cosiddetti indicatori dell'ecoefficienza; ritiene che occorra metterli a punto quanto prima, al più tardi entro il 2008; nota al riguardo che occorre sostenere attivamente il perfezionamento dell'indice EMC (environmentally weighted material consumption, ossia consumo materiale ecologicamente ponderato);
29. ritiene che si possano utilizzare strumenti di mercato, soprattutto fiscali, e sovvenzioni per ridurre l'utilizzo di risorse nocive per l'ambiente, in particolare tramite la riassegnazione delle sovvenzioni nonché riducendo progressivamente ma rapidamente tutte le sovvenzioni alle attività non sostenibili e favorendo l'introduzione di tasse ecologiche; e che l'abolizione delle sovvenzioni che sono dannose per l'utilizzo delle risorse dovrebbe essere inserita nella tabella di marcia della Commissione, come richiesto nella strategia per uno sviluppo sostenibile;
30. ritiene che una riallocazione delle sovvenzioni, ad esempio prevedendo più contributi per l'energia idroelettrica su piccola scala come pure per l'energia eolica e solare, incentiverebbe il ricorso alle nuove tecnologie e migliorerebbe la posizione competitiva dell'Europa nel mondo, riducendo anche la dipendenza dai combustibili fossili importati da altre parti del mondo;
31. rileva che la dissociazione tra crescita economica e miglioramento dell'efficienza nell'uso delle risorse è già considerato un obiettivo politico in nove Stati membri (tra cui Germania e Finlandia) e in Giappone; ritiene che una dissociazione relativa non sia sufficiente, dal momento che il consumo assoluto di risorse naturali resta troppo elevato; sottolinea pertanto che un programma politico riguardante l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali dovrebbe concentrarsi su una separazione tra crescita economica e utilizzo delle risorse naturali che determini una riduzione in termini assoluti sia delle risorse utilizzate che dell'impatto ambientale conseguente al loro uso;
32. sottolinea la necessità che l'Unione europea adotti un obiettivo preciso di riduzione assoluta dell'utilizzo di risorse, visto che l'analisi svolta nell'allegato della strategia tematica indica la necessità di andare oltre un miglioramento annuo dell'efficienza delle risorse del 3%, e che il dimezzamento dell'uso delle risorse nel periodo 2005-2030 richiede un miglioramento annuo dell'efficienza di quasi il 6%;
33. ritiene che occorra dimezzare l'impatto negativo dell'utilizzo totale di risorse nell'Unione europea per categoria di risorse, ad esempio tramite un approccio settoriale nell'edilizia, nei trasporti e in altri settori, al fine di ridurre l'impatto dell'utilizzo delle risorse e la dipendenza da esse;
34. ritiene che la strategia tematica dovrebbe puntare a un uso e a una gestione più efficienti delle risorse naturali e a una migliore gestione dei rifiuti nonché all'adozione di metodi di produzione e modelli di consumo più sostenibili, e fare in modo che l'utilizzo delle risorse naturali non superi il carico potenziale che l'ambiente è in grado di sostenere;
35. propone di fissare obiettivi in materia di riduzione dell'uso delle risorse nei settori dell'alimentazione, dell'edilizia e dei trasporti, che secondo recenti studi sono quelli che hanno il maggiore impatto negativo sull'ambiente;
36. invita pertanto la Commissione ad intraprendere tre azioni fondamentali:
a)
identificare e sviluppare politiche ed azioni specifiche per le 20 risorse (materiali) che hanno il maggiore impatto; tali misure dovrebbero essere proposte entro il 2008;
b)
preparare consultazioni fra i soggetti interessati sui settori estrattivi e produttivi a più alta intensità di risorse, onde identificare obiettivi settoriali e idonee misure per migliorare l'efficienza delle risorse;
c)
mettere a punto criteri di riferimento per la gestione sostenibile e lo sfruttamento delle risorse biotiche (quali legno, pesce, prodotti agricoli);
37. invita la Commissione a promuovere attivamente lo sviluppo di nuovi modelli di offerta di prodotti, ricorrendo ad esempio ai sistemi di prodotto-servizio, che servano i consumatori attraverso l'uso di servizi anziché di prodotti, ottimizzando in tal modo l'uso dell'energia e dei materiali;
38. sottolinea che gli sforzi volti ad utilizzare in modo più efficiente le risorse naturali devono essere compiuti tenendo ben presente l'incidenza degli scambi commerciali e devono avere quale obiettivo la riduzione progressiva dell'impronta ecologica dell'Unione europea mondo;
39. ritiene che la strategia tematica debba essere integrata ai vari livelli e in tutte le pertinenti aree di intervento; a tal fine un ruolo fondamentale spetta alla definizione di obiettivi Unione europea materia di prevenzione, riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti;
40. chiede alla Commissione di promuovere tecnologie incentrate su prodotti durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili;
41. ritiene che la riparazione e il riutilizzo dei prodotti aumenti il ciclo di vita degli stessi e costituisca una misura sostenibile per conseguire una riduzione della produzione di rifiuti e per aumentare la conservazione delle risorse; chiede, quindi, alla Commissione e agli Stati membri di promuovere attivamente uno "società del riutilizzo" attraverso misure informative, economiche e strutturali, come il sostegno alle organizzazioni e alle reti di riutilizzo e riparazione;
42. sostiene l'approccio della strategia tematica di analizzare le politiche attuali per rafforzare l'efficacia della strategia stessa, ma propone di selezionare già adesso le politiche più importanti, sia in essere che in preparazione (ad esempio: strategia tematica per la prevenzione ed il riciclo dei rifiuti, politica integrata dei prodotti); ritiene che la strategia tematica dovrebbe essere coerente anche con gli obiettivi di Lisbona;
43. propone di identificare le carenze delle attuali politiche europee che ostacolano un uso sostenibile delle risorse naturali;
44. nota che la Commissione contempla una revisione a intervalli regolari della strategia tematica, che inizierà nel 2010 e proseguirà successivamente con periodicità quinquennale; ritiene tale scelta valida, ma sottolinea la necessità che la revisione preveda un'accurata analisi delle azioni intraprese per conseguire un uso sostenibile delle risorse naturali e tenga conto della necessità costante di far evolvere la politica in questo settore in funzione degli sviluppi scientifici; ritiene che la revisione dovrà anche esaminare gli effetti delle azioni condotte a livello dell'Unione europea sui paesi terzi;
45. ritiene che la politica agricola, in particolare, debba essere in parte finalizzata a ridurre la pressione sull'ambiente tramite l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali, compresi suolo, acqua e combustibili, ma non limitatamente ad essi;
46. sottolinea l'importanza della dimensione globale della politica europea in materia di uso sostenibile delle risorse naturali e la necessità di assicurare che le iniziative in direzione dell'utilizzo sostenibile delle risorse in Europa non accrescano l'impatto ambientale nei paesi terzi;
47. ritiene che il settore dell'agricoltura necessiti delle seguenti misure: ricerche su metodi di produzione ecologici; regolamentazione e controlli su (tra l'altro) fertilizzanti, pesticidi e utilizzo dell'acqua; promozione dei circuiti brevi; internalizzazione dei costi esterni; previsione di requisiti ambientali per gli aiuti economici;
48. ritiene che l'agricoltura biologica e sostenibile debba ricevere riconoscimento e sostegno per il ruolo pionieristico da essa svolto e per il suo uso responsabile delle risorse naturali;
49. ritiene necessaria una politica della pesca rigorosa e responsabile, visto che fra le risorse sostenibili più minacciate figurano varie specie ittiche la cui scomparsa può determinare ulteriori danni ecologici;
50. ritiene che gli Stati membri debbano attuare la strategia dell'Unione europea in materia di biodiversità sia nel settore della pesca che in altri settori e che, cooperando con la Commissione, debbano prendere misure volte a conseguire l'obiettivo di arrestare il declino della biodiversità entro il 2010;
51. accoglie positivamente la proposta di un panel internazionale comprendente partecipanti provenienti dai paesi in via di sviluppo che definirà, fra l'altro, criteri di riferimento (benchmark) in merito alla sostenibilità delle attività di estrazione, raccolta, trasporto e stoccaggio dei materiali e prodotti provenienti da paesi terzi, prevedendo oltre a norme di qualità per i materiali anche norme di qualità per la produzione e tenendo conto degli aspetti sociali ed ambientali;
52. sottolinea la necessità di aiuti ai paesi in via di sviluppo, ai paesi dell'Europa orientale che non sono membri dell'Unione europea e ai paesi dei Balcani occidentali attraverso, ma non solo, la condivisione di tecnologia e know-how; aggiunge che l'Europa non può in coscienza importare risorse biologiche da altri paesi senza che il loro utilizzo sostenibile divenga un obiettivo anche per tali paesi e senza accertarsi che tali importazioni non riguardino risorse ipersfruttate o minacciate;
53. ritiene necessario aiutare i paesi in via di sviluppo ad allinearsi agli standard e ai requisiti UE in materia di etichettatura;
54. sottolinea l'importanza, ai fini di questa strategia, del requisito già integrato in altre strategie politiche, secondo il quale entro il 2010 mediamente il 12% del consumo energetico e il 21% del consumo di elettricità nell'Unione europea dovrebbero provenire da risorse naturali sostenibili e che la cifra più bassa dovrebbe passare al 15% entro il 2015;
55. mira ad allineare le norme UE in materia di appalti verdi al livello raggiunto attualmente dallo Stato membro più virtuoso;
56. ritiene, in linea con la politica in materia di consumo di energia rinnovabile, che entro il 2010 mediamente il 12% delle materie prime rinnovabili utilizzate nell'Unione europea dovrebbe provenire da fonti che sono dimostrabilmente gestite in modo sostenibile, e che tale cifra dovrebbe passare al 15% almeno nel 2015; sottolinea allo stesso tempo l'importanza dell'obiettivo UE di un risparmio energetico del 20% entro il 2020;
57. ritiene che l'UE debba fare tutto il possibile per fornire a consumatori e produttori informazioni corrette sull'utilizzo sostenibile delle risorse naturali, che l'educazione ambientale e soprattutto l'educazione al consumo sostenibile debbano far parte dell'istruzione di base e che consumatori e produttori debbano essere coinvolti nelle riflessioni sui cambiamenti che potrebbero portare all'utilizzo sostenibile delle risorse naturali;
58. ritiene che i produttori debbano informare i cittadini sull'origine, i metodi di produzione e i circuiti attraversati dai loro prodotti e servizi, fornendo dati anche sulle ripercussioni ambientali nel corso dell'intero ciclo di vita del prodotto e sulle risorse impiegate nel processo produttivo, nonché sulla misura in cui il prodotto è riparabile, riutilizzabile e riciclabile;
59. ritiene che la politica dell'Unione europea dovrebbe essere impostata in modo tale da incoraggiare - e non certo scoraggiare - gli Stati membri ad adottare un approccio più ambizioso nella prospettiva di migliorare l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali;
60. ritiene che la Commissione debba presentare entro il 2008 una tabella di marcia per la riforma, settore per settore, delle sovvenzioni che hanno forti ripercussioni negative sull'ambiente e sono difficilmente compatibili con lo sviluppo sostenibile, in vista di una loro graduale abolizione;
61. esprime apprezzamento per quelle iniziative della Commissione che potrebbero tradursi nell'uso sostenibile delle risorse naturali e nella riduzione dell'impatto negativo sull'ambiente derivante dall'utilizzo di tali risorse;
62. richiama l'attenzione sulla necessità di migliorare la comunicazione fra dettaglianti e consumatori; invita a tal fine la Commissione a estendere entro il 2010 l'etichetta energetica attualmente in vigore (per frigoriferi, autovetture, edifici) a tutti i prodotti che utilizzano energia;
63. propone che la Commissione elabori entro tre anni una metodologia atta a misurare l'impatto ambientale di ogni catena di produzione;
64. propone che la Commissione verifichi con periodicità triennale i progressi compiuti per quanto concerne il miglioramento dell'efficienza delle risorse;
65. raccomanda di ricorrere al panel internazionale (proposto nella strategia tematica) per estendere le migliori pratiche e gli obiettivi per il CO2 su scala globale;
66. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.
Comunicazione al Consiglio europeo di primavera - Lavorare insieme per la crescita e l'occupazione - Il rilancio della Strategia di Lisbona (COM(2005)0024).