Risoluzione del Parlamento europeo del 24 maggio 2007 sui diritti umani in Siria
Il Parlamento europeo,
– vista la dichiarazione universale delle Nazioni unite sui diritti umani del 1948,
– visti l'articolo 11, paragrafo 1 del trattato sull'Unione europea, il quale stabilisce la promozione dei diritti umani quale uno degli obiettivi della politica estera e di sicurezza comune e l'articolo 177 del trattato che istituisce la Comunità europea,
– viste le precedenti risoluzioni concernenti la Siria e il Medio Oriente e vista la sua risoluzione del 26 ottobre 2006 contenente una raccomandazione al Consiglio sulla conclusione di un accordo di associazione euromediterraneo tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica araba siriana, dall'altra(1),
– vista la dichiarazione della Presidenza dell'UE del 14 maggio 2007 sulle condanne pronunciate in Siria a carico dell'intellettuale Michel Kilo e dell'attivista politico Mahmoud Issa in Siria,
– visto il Patto internazionale sui diritti civili e politici, che la Siria ha ratificato il 21 aprile 1969,
– visto l'articolo 115, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando che il rispetto dei diritti umani è un elemento essenziale del partenariato euromediterraneo, espresso in un accordo di cooperazione tra l'UE e la Siria e in un accordo di associazione euro-mediterraneo tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica araba siriana, dall'altra, ancora da concludere,
B. considerando che il Parlamento europeo e il suo Presidente sono già intervenuti in ripetute occasioni per ottenere il rilascio degli attivisti per i diritti umani, dei politici e dei parlamentari detenuti nelle prigioni siriane,
C. considerando che Michel Kilo, scrittore militante per la democrazia, arrestato il 14 maggio 2006 soprattutto per la sua posizione riguardante la dichiarazione Beirut-Damasco, e Mahmoud Issa sono stati condannati il 13 maggio 2007 a tre anni di prigione,
D. considerando che Suleiman Al-Shamar, uno dei maggiori esponenti della Comunità nazionale democratica, e Khalil Hussein, presidente dell'ufficio per le relazioni pubbliche del Kurd Future Trend, sono stati condannati a dieci anni di carcere per avere "indebolito l'etica nazionale" e "cospirato con un paese straniero",
E. considerando che Faek El Mir e Aref Dalila, membri di varie organizzazioni per i diritti umani in Siria, sono detenuti in celle di isolamento da sei anni,
F. considerando che l'8 novembre 2005 le forze di sicurezza hanno arrestato Kamal al-Labwani, medico e cofondatore dell'Unione liberale democratica, durante il suo rientro da un viaggio in Europa, Stati Uniti ed Egitto, e che è stato condannato a 12 anni di prigione con lavori forzati per motivi politici,
G. considerando che Anwar Al Bunni, membro fondatore dell'Organizzazione siriana per i diritti umani e avvocato specializzato in questioni attinenti ai diritti umani, è stato arrestato sulle strade di Damasco nel 2006 poco prima di assumere l'incarico di direttore di un centro per i diritti umani finanziato dall'Unione europea nel 2006 ed è stato ora condannato a cinque anni di detenzione per aver "diffuso informazioni false lesive dello Stato",
1. esprime profonda preoccupazione per le recenti sentenze a carico di prigionieri politici e attivisti per i diritti umani in Siria, che toccano tutte le tendenze politiche dell'opposizione;
2. è profondamente preoccupato per le restrizioni imposte a Mahmoud Issa, Fayek El Mir, Aref Dalila, Kamal al Labwani, Anwar Al Bunni, Michel Kilo, Suleiman Al-Shamar e Khalil Hussein e per le accuse loro mosse per avere esercitato i propri diritti democratici ed essersi impegnati in attività pacifiche;
3. sollecita le autorità siriane a rispettare rigorosamente il diritto internazionale dei diritti umani e, in particolare, il Patto internazionale sui diritti civili e politici, nonché la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, ratificati dalla Siria rispettivamente nel 1969 e nel 2004;
4. invita la Siria a rispettare la libertà di opinione e il diritto a un processo equo;
5. sollecita le autorità siriane a prendere atto delle preoccupazioni espresse dalla Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani nonché:
a)
ad assicurare che i detenuti summenzionati siano trattati bene e non subiscano torture o altri maltrattamenti,
b)
ad assicurare che le persone detenute o imprigionate abbiano accesso rapido e regolare ai propri avvocati, medici e familiari;
6. sollecita gli organi competenti siriani a revocare le succitate sentenze, annullare le accuse ancora in sospeso presso il tribunale militare di Damasco e a rilasciare tutti i summenzionati prigionieri di coscienza e prigionieri politici;
7. chiede l'abrogazione dello stato di emergenza in Siria, posto in essere più di quaranta anni fa
8. invita in particolare le istituzioni comunitarie e gli Stati membri a fornire tutto il sostegno necessario agli attivisti della società civile siriana mediante lo Strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI) e l'Iniziativa europea per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) di nuova adozione, anche attuando senza indugio le cosiddette misure ad hoc dedicate ai difensori dei diritti umani;
9. chiede alla Siria, che potrebbe svolgere un ruolo importante nella promozione della pace nella regione, di migliorare e sostenere i diritti umani e la libertà di espressione nel paese;
10. chiede alla Siria di appoggiare la creazione di un tribunale penale di carattere internazionale una volta che l'indagine del giudice Brammertz, Commissario della Commissione indipendente d'indagini ONU in Libano sarà completata;
11. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione nonché al governo e al parlamento della Repubblica araba siriana.