Risoluzione del Parlamento europeo del 12 luglio 2007 sulla relazione 2006 sui progressi compiuti dall'ex Repubblica iugoslava di Macedonia (2006/2289 (INI))
Il Parlamento europeo,
– viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Salonicco del 19-20 giugno 2003 nelle quali è stata promessa a tutti gli Stati dei Balcani occidentali l'adesione a lungo termine all'UE,
– viste la decisione del Consiglio europeo del 16 dicembre 2005 di accordare all'ex Repubblica iugoslava di Macedonia lo status di paese candidato all'adesione all'Unione europea e le conclusioni della Presidenza dei Consigli europei del 15-16 giugno 2006 e 14-15 dicembre 2006,
– viste le conclusioni della seconda riunione del Consiglio di stabilizzazione e di associazione UE- ex Repubblica iugoslava di Macedonia, del 18 luglio 2005, e le conclusioni della terza riunione del Consiglio di stabilizzazione e di associazione UE - ex Repubblica iugoslava di Macedonia dell'11 dicembre 2006,
– vista la decisione del Consiglio 2006/57/CE, del 30 gennaio 2006, relativa ai principi, alle priorità e alle condizioni contenuti nel partenariato europeo con l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e che abroga la decisione 2004/518/CE(1),
– vista la relazione della Commissione sui progressi compiuti dall'ex Repubblica iugoslava di Macedonia (SEC(2006)1387),
– vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2006 sulla comunicazione della Commissione concernente la strategia di allargamento e le sfide principali per il periodo 2006-2007(2),
– viste le raccomandazioni della commissione parlamentare mista UE - ex Repubblica iugoslava di Macedonia del 29-30 gennaio 2007,
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A6-0214/2007),
A. considerando che l'ulteriore ampliamento dell'UE non costituisce un obiettivo in sé, che agli Stati membri è richiesto un rigoroso rispetto dei criteri di Copenaghen e che ciascun paese candidato all'adesione sarà giudicato in funzione dei propri meriti,
B. considerando che l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha partecipato con successo a negoziati che riguardano tra l'altro le relazioni con l'UE, quali l'accordo di stabilizzazione e associazione, l'accordo di libero scambio dell'Europa centrale (CEFTA), gli sforzi dell'Unione europea tesi al superamento pacifico delle divergenze interne nel 2001 e la preparazione dell'adozione dell'acquis dell'UE nel periodo che si estende fino al 2011,
C. considerando che, dal riconoscimento all'ex Repubblica iugoslava di Macedonia dello status di paese candidato all'Unione europea il 16 dicembre 2005, non sono stati ancora avviati negoziati di adesione,
D. considerando che, sebbene i principi su cui si fonda l'accordo quadro di Ohrid del 13 agosto 2001 siano stati inclusi nell'ambito costituzionale e giuridico del paese, è necessario compiere uno sforzo sostenuto per dare pienamente attuazione alle disposizioni dell'accordo, segnatamente per quanto concerne il proseguimento del processo di decentralizzazione e la rappresentanza equa delle comunità non maggioritarie a livello nazionale e locale,
E. considerando che il Consiglio europeo di Salonicco del 19 e 20 giugno 2003 ha ribadito la sua determinazione ad appoggiare appieno ed efficacemente la prospettiva europea dei paesi dei Balcani occidentali, che diverranno parte integrante dell'UE una volta soddisfatti i criteri stabiliti,
F. considerando che non potrà essere garantita una buona riuscita nella promozione delle riforme economiche se non saranno stati prima raggiunti il consenso politico e la fiducia interetnica,
G. considerando che il Consiglio europeo di Bruxelles del 14-15 dicembre 2006 ha affermato che l'UE tiene fede ai suoi impegni nei confronti dei paesi coinvolti nel processo di allargamento e ha ribadito che i progressi di ciascun paese verso l'UE dipendono dai suoi sforzi per ottemperare ai criteri di Copenaghen e alla condizionalità del processo di stabilizzazione e associazione,
H. considerando la Dichiarazione di Salisburgo UE-Balcani occidentali, dell'11 marzo 2006, adottata all'unanimità da tutti i ministri degli Esteri dell'UE e dai ministri degli Esteri dei paesi dei Balcani occidentali, la quale ribadisce l'importanza di intrattenere buone relazioni di vicinato e la necessità di trovare soluzioni reciprocamente accettabili riguardo alle questioni in sospeso con i paesi vicini,
1. plaude ai progressi compiuti dall'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, successivamente alla sua richiesta di diventare membro dell'UE, in merito al rispetto dei criteri politici di Copenaghen e alla messa in atto delle raccomandazioni del partenariato europeo 2004, delle disposizioni dell'accordo di stabilizzazione e di associazione e dei requisiti del processo di stabilizzazione e di associazione; rileva che l'impulso alle riforme deve essere mantenuto e che occorre procedere alla corretta e tempestiva attuazione delle normative adottate, in particolare nei settori della polizia, dell'ordinamento giudiziario e della lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione, al fine di istituire una vera e propria economia di mercato, stimolare la crescita economica e l'occupazione e migliorare il clima imprenditoriale;
2. sottolinea che l'avvio di negoziati di adesione dipenderà dai progressi che verranno compiuti in materia; incoraggia tutti i soggetti interessati a mantenere lo slancio e sottolinea la necessità, sia per il governo sia per le forze politiche dell'opposizione, di proseguire con la messa in atto delle riforme necessarie ai fini dell'integrazione del paese nell'UE;
3. loda il governo dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia per la sua cooperazione nel settore della politica estera e di sicurezza comune (PESC) e della politica europea di sicurezza e difesa (PESD), in particolare la sua partecipazione alla missione ALTHEA dell'UE e la sua volontà a contribuire allo sviluppo delle capacità della PESD e alle future missioni guidate dall'UE per la gestione delle crisi civili e militari;
4. prende atto con compiacimento che dopo il conflitto interno del 2001 sono state trovate, in stretta cooperazione con l'UE nell'ambito dell'accordo quadro di Ohrid, soluzioni per la convivenza nella pace e nell'uguaglianza di tutti i cittadini, a prescindere dalla loro origine etnica, mediante il rafforzamento dell'uso delle lingue minoritarie nell'amministrazione e nell'insegnamento, un riassetto dei comuni e l'applicazione del principio della doppia maggioranza nella votazione delle leggi (principio Badinter) che tutela la posizione delle comunità non maggioritarie nel processo decisionale parlamentare; prende atto che nel 2007 è stato raggiunto un accordo sulle feste nazionali dei vari gruppi etnici e religiosi;
5. sottolinea che l'accordo quadro di Ohrid ha trasformato il paese in quanto ha tenuto pienamente conto del suo carattere multietnico e multiculturale e rappresenta quindi un elemento cardine dei criteri politici di Copenhagen ai fini dell'adesione all'UE; rileva che resta cruciale il rispetto della lettera e dello spirito dell'accordo in vista del cammino europeo del paese verso l'adesione all'UE; sottolinea ancora una volta che il principio di Badinter deve essere pienamente rispettato e che tutte le parti devono lavorare nell'ambito delle istituzioni democratiche che il paese è riuscito a instaurare con grandi sforzi e rispettarle;
6. sottolinea che il meccanismo Badinter, come sancito dalla Costituzione, è concepito come uno strumento per il dialogo e il consenso in uno Stato plurietnico; deplora che all'inizio del 2007 il maggior partito di opposizione albanese, insoddisfatto dall'applicazione del principio Badinter, abbia cessato tutte le sue attività parlamentari; si compiace che le consultazioni tra il governo e l'opposizione abbiano portato ad un accordo concernente l'elenco delle leggi da adottare ai fini dell'applicazione del principio di Badinter, l'uso dell'albanese nelle istituzioni pubbliche, la situazione previdenziale degli ex guerriglieri albanesi e la composizione della Commissione per le relazioni interetniche, consentendo così a tutti i partiti rappresentati in seno al Parlamento di riprendere le loro attività parlamentari e dar prova di responsabilità politica; chiede, alla luce di quanto sopra, che dopo l'attuazione di tale accordo, lo status di paese candidato all'UE riconosciuto nel 2005 si accompagni quanto prima all'effettiva apertura di negoziati di adesione; invita, infine, tutti i partiti a mantenere e a consolidare questo spirito di dialogo nel comporre le loro divergenze e per portare avanti di comune accordo il calendario delle riforme che è essenziale ai fini delle prospettive europee del paese;
7. deplora la pratica del boicottaggio delle attività parlamentari e sottolinea che tali prassi sono incompatibili con il funzionamento delle istituzioni parlamentari che ci si aspetta da tutti i paesi candidati all'UE o che aspirano ad esserlo;
8. ricorda che una coerente applicazione del principio Badinter garantisce una costante collaborazione interetnica ed un rapporto di fiducia tra tutte le parti; deplora, a tale riguardo, il recente esempio della votazione sugli emendamenti alla legge in materia di radiodiffusione, che ha visto un'approvazione degli emendamenti solo a maggioranza semplice, quando la legge stessa era stata approvata in conformità del principio Badinter; chiede con insistenza che sia preservata e applicata in modo coerente l'indipendenza della radiotelevisione pubblica sancita dalla legge del novembre 2005, che, contrariamente alla precedente situazione di ingerenza politica, è conforme alle norme europee relative ai mezzi di informazione;
9. raccomanda al paese di trarre insegnamento dalle migliori pratiche europee nell'amministrazione pubblica e nell'istruzione che tengono conto delle differenze etniche e linguistiche; chiede che sia concluso un ulteriore accordo che permetta alle due principali comunità etniche e alle varie minoranze di poter convivere nell'uguaglianza e nell'armonia; chiede a tale proposito un'efficace attuazione delle disposizioni costituzionali volte a garantire una equa rappresentanza delle comunità non maggioritarie nell'amministrazione pubblica;
10. richiama l'attenzione sul fatto che devono essere adottate misure specifiche ed urgenti per migliorare la situazione dei Rom utilizzando la strategia nazionale sui Rom, coinvolgendo la loro società civile ben sviluppata come partner principale; ritiene che lo stanziamento di fondi attinenti allo strumento di assistenza preadesione(3) pari a quelli governativi e il riconoscimento ufficiale del Gruppo consultivo Rom dovrebbero costituire il modo di migliorare la partecipazione sociale dei Rom nell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia;
11. ricorda che in Europa esistono vari Stati il cui nome coincide con una parte del territorio di uno Stato vicino e che ogni Stato è libero di scegliere il proprio nome; si compiace del fatto che l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia abbia cambiato la propria bandiera nazionale ed abbia effettuato emendamenti costituzionali per confermare la mancanza di rivendicazioni territoriali nei confronti dei paesi vicini; deplora la recente modifica del nome dell'aeroporto nazionale che è diventato "Alessandro il Grande";
12. deplora che dall'ammissione dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia alle Nazioni Unite nel 1993, quando per ottenere il riconoscimento internazionale è stato impiegato il nome provvisorio di "ex Repubblica iugoslava di Macedonia", e dall'accordo interlocutorio del 13 settembre 1995, non è stato ancora concluso un accordo con la vicina Grecia; esorta vivamente l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e la Grecia a concludere positivamente negoziati in materia quanto prima possibile sotto l'egida delle Nazioni Unite; invita il Consiglio a facilitare tali negoziati;
13. sottolinea, a tale riguardo, che molti paesi inclusi gli Stati Uniti, la Federazione russa e la Cina, nonché taluni Stati membri dell'UE, hanno già riconosciuto l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia con il suo nome costituzionale; ricorda che alcuni di questi paesi hanno ripetutamente affermato che accetteranno l'esito dei negoziati sotto l'egida dell'ONU sulla questione del nome; ritiene che conformemente alle disposizioni dell'Accordo interlocutorio del 1995 la questione del nome non debba essere in alcuno modo utilizzata come ostacolo all'apertura di negoziati per l'adesione all'Unione europea, e che, come accade per tutti gli altri paesi candidati, la sua integrazione nell'UE dipenderà esclusivamente dal rispetto dei criteri di Copenaghen, delle condizioni del quadro di stabilità e di associazione e dalla capacità dell'UE di integrare nuovi Stati membri;
14. prende atto che l'Inviato speciale delle Nazioni Unite, Matthew Nimitz, ha dichiarato apertamente che, entro breve, riprenderà le iniziative per giungere ad una risoluzione reciprocamente accettabile della questione quanto prima possibile ed ha chiesto un sostegno chiaro a favore di queste iniziative;
15. prende atto che l'accordo interlocutorio del 1995 ha portato a un significativo miglioramento delle relazioni bilaterali tra l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e la Grecia e che esso contiene obblighi e diritti per entrambe le parti, comprese disposizioni sull'adesione dell'ex Repubblica iugoslavia di Macedonia a organizzazioni e istituzioni internazionali, multilaterali e regionali;
16. prende inoltre atto che, dalla conclusione dell'accordo interlocutorio del 1995, l'entità delle relazioni economiche tra i due paesi è significativamente aumentata, in quanto la Grecia costituisce il maggior investitore estero nell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, e che anche le loro relazioni commerciali hanno registrato un sensibile incremento;
17. valuta positivamente la costruttiva posizione della ex repubblica iugoslava di Macedonia sul futuro status del Kosovo; deplora che, in attesa di definire il futuro status del Kosovo, non sia stato possibile delimitare nuovamente le frontiere; confida che possa essere raggiunto rapidamente un accordo su tale questione tecnica e si compiace che gli agricoltori interessati potranno conservare le loro terre situate al di là del confine;
18. richiama l'attenzione sull'opportunità di adottare misure per agevolare il traffico frontaliero con il Kosovo, migliorando così la cooperazione nel campo dell'istruzione, della cultura e del lavoro nonché delle relazioni familiari;
19. invita le autorità della ex Repubblica iugoslava di Macedonia a promuovere la cooperazione regionale e lo sviluppo di buone relazioni di vicinato;
20. plaude, a tale proposito, al ruolo svolto dall'ex Repubblica iugoslava di Macedonia nel settore della cooperazione regionale, al suo impegno a favore dello sviluppo di relazioni bilaterali e al suo ruolo attivo nei processi di cooperazione regionale quale l'istituzione del Consiglio regionale per la cooperazione, l'accordo di libero scambio dell'Europa centrale (CEFTA) del 2006, il trattato che istituisce la Comunità dell'energia e lo spazio aereo comune europeo;
21. ricorda la necessità di proteggere dall'inquinamento provocato dalle industrie e dalle zone urbane la qualità delle acque del fiume Vardar, che attraversa gran parte del paese e il cui corso prosegue nel territorio greco dove prende il nome di Axiós;
22. chiede con insistenza che sia migliorata e preservata la qualità dell'acqua e il livello dei laghi frontalieri di Ohrid, Prespan e Dojran e siano conclusi accordi soddisfacenti con i vicini paesi Albania e Grecia;
23. richiama l'attenzione sulla necessità di migliorare l'atteggiamento generale nei confronti dell'ambiente, eliminando tra l'altro le discariche illegali lungo le strade, sulle rive dei fiumi o ai margini dei boschi e introducendo una raccolta dei rifiuti quanto più possibile differenziata;
24. chiede alle autorità dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia di continuare il ravvicinamento della legislazione e delle norme ambientali dell'UE e ad attuare e far rispettare la legislazione adottata;
25. ricorda che tutti gli Stati membri UE garantiscono libertà di culto e libertà di organizzazione religiosa;
26. sottolinea che occorre prestare particolare attenzione al traffico di esseri umani e che il rafforzamento della cooperazione regionale, tra l'altro attraverso l'Iniziativa per la cooperazione nell'Europa sudorientale, sta diventando una necessità per la lotta alle reti internazionali della criminalità organizzata;
27. 27 esprime la sua seria preoccupazione per il fatto che la disoccupazione permane estremamente elevata e chiede al governo, in considerazione delle enormi sfide in questo campo, di elaborare politiche efficaci per lottare contro la povertà e le disparità sociali; sottolinea che devono poter coesistere in condizioni di uguaglianza diverse centrali sindacali e ricorda che l'attuale obbligo imposto ai sindacati di raccogliere il 33% dei lavoratori interessati per vedersi riconoscere lo status di partner contrattuale fa sì che le parti interessate mettano costantemente in dubbio il numero dei loro iscritti;
28. raccomanda che la distribuzione delle risorse statali come pure dei finanziamenti dell'UE tenga in considerazione le disparità regionali ed etniche esistenti; è del parere che le disparità regionali ed etniche esistenti dovrebbero essere ridotte attraverso l'applicazione dei principi di solidarietà e di coesione in modo da portare allo sviluppo accelerato delle regioni sottosviluppate;
29. ritiene che l'autorizzazione concessa alle banche straniere debba basarsi su criteri uguali per tutti, come il rispetto dei requisiti di legge nel campo delle transazioni valutarie, della fiscalità e della tutela dei consumatori e respinge qualsiasi strategia volta a favorire determinate imprese o i paesi in cui queste hanno sede;
30. ricorda che un importante incentivo e garanzia per la stabilità e la prosperità dell'intera regione dell'Europa sudorientale è dato dal consolidamento di una moderna infrastruttura transfrontaliera e richiama pertanto l'attenzione sull'importanza che rivestono la manutenzione e il miglioramento della rete ferroviaria, il traffico ferroviario interno e la funzione di transito tra la Grecia e molti altri Stati membri dell'UE; si compiace del ripristino del collegamento ferroviario con il Kosovo, ma deplora l'assenza di progressi per quanto concerne il previsto collegamento ferroviario diretto con la Bulgaria e attende con impazienza che siano compiuti ulteriori progressi per quanto concerne i corridoi di trasporto VIII e X;
31. giudica inaccettabile che si possano licenziare funzionari o incoraggiarne le dimissioni in caso di cambio di governo e si attende in particolare che i funzionari che hanno conseguito una formazione speciale per poter ottemperare all'acquis comunitario possano conservare il loro lavoro;
32. osserva nuovamente che le autorità sono tenute a indagare sulle circostanze relative al rapimento e al trasferimento in Afghanistan nel 2003 di Khaled El-Masri, cittadino tedesco, e di renderne pubblici i risultati; esorta vivamente il parlamento nazionale della ex repubblica iugoslava di macedonia a istituire quanto prima una commissione di inchiesta incaricata di trattare questo caso e a cooperare pienamente con l'inchiesta in corso in seno al parlamento tedesco al fine di accertare la verità;
33. plaude alla sigla di accordi di facilitazione dei visti e di riammissione con l'UE quale passo transitorio verso un reciproco regime di esenzione dal visto e chiede, a tal fine, alla Commissione di elaborare una tabella di marcia volta ad aumentare la mobilità, compresa una più ampia partecipazione a programmi di scambio di apprendimento permanente e culturali, e al governo dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia di continuare il suo impegno a rispettare le norme europee nei settori della giustizia, della libertà e della sicurezza; si compiace dell'introduzione dei nuovi passaporti dotati di parametri di sicurezza biometrici da parte della Repubblica di Macedonia; rileva le difficoltà registrate dai cittadini dell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia a causa del mancato riconoscimento dei suoi passaporti da parte di uno Stato membro dell'Unione europea; ricorda che la questione è stata sollevata ed esaminata dettagliatamente durante i negoziati sull'accordo sulle agevolazioni in materia di visti; sottolinea che una Dichiarazione congiunta è stata adottata ed allegata al testo siglato; invita tutte le parti interessate ad agire con rapidità in merito a tale Dichiarazione, non appena siano state soddisfatte le condizioni per la sua attuazione;
34. richiama l'attenzione sui vantaggi offerti dall'esperienza dei precedenti negoziati con la Slovenia e la Croazia, le quali hanno ereditato le stesse leggi comunitarie e le stesse prassi dall'ex Iugoslavia; sottolinea la chiara prospettiva che l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia divenga membro dell'UE e chiede che i negoziati comincino quanto prima;
35. chiede ai nuovi Stati membri di svolgere un ruolo attivo nel cammino dell'ex Repubblica di Macedonia verso l'Unione europea, permettendole di beneficiare delle loro esperienze in materia di riforme;
36. deplora la firma da parte dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia del trattato bilaterale in materia di immunità con gli Stati Uniti, che esclude i cittadini americani e il personale militare americano dalla giurisdizione del Tribunale penale internazionale (TPI); rileva che il TPI è uno dei fondamenti del diritto internazionale e che lo Statuto di Roma è stato sostenuto con forza dall'UE; chiede a tale proposito al governo dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia di trovare il modo di abrogare l'accordo bilaterale che pregiudica la piena efficacia del Tribunale penale internazionale;
37. ribadisce l'obiettivo di una chiara appartenenza alla UE dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e di tutti i paesi dei Balcani occidentali, conformemente con l'"Agenda di Salonicco"; ritiene che la prospettiva dell'adesione all'UE debba essere rispettata per consolidare la stabilità e la pace nella regione;
38. ritiene che il sistema di istruzione e di formazione, l'investimento nel capitale umano e l'accesso della popolazione a Internet debbano essere migliorati per rispondere ai bisogni della società;
39. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e al governo e al parlamento dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e al Segretario generale delle Nazioni Unite.
Regolamento (CE) n. 1085/2006 del Consiglio, del 17 luglio 2006, che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA) (GU L 210 del 31.7.2006, pag. 82).