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Procedura : 2007/2658(RSP)
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Testi presentati :

B6-0472/2007

Discussioni :

PV 14/11/2007 - 8
CRE 14/11/2007 - 8

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PV 15/11/2007 - 5.8
CRE 15/11/2007 - 5.8
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P6_TA(2007)0536

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Giovedì 15 novembre 2007 - Strasburgo
Situazione in Pakistan
P6_TA(2007)0536B6-0474/2007

Risoluzione del Parlamento europeo del 15 novembre 2007 sul Pakistan

Il Parlamento europeo,

–   visto l'accordo di cooperazione tra la Comunità europea e la Repubblica islamica del Pakistan sul partenariato e sullo sviluppo, del 24 novembre 2001 ed entrato in vigore nel 2004 (detto anche accordo di cooperazione di terza generazione), in particolare il suo articolo 1, il quale sancisce che "il rispetto dei diritti dell'uomo e dei principi democratici [...] costituisce un elemento fondamentale [dell'] accordo",

–   vista la dichiarazione congiunta UE-Pakistan dell'8 febbraio 2007, relativa al summenzionato accordo di cooperazione, nella quale le due parti si impegnano a sviluppare un dialogo politico formalizzato e di ampio respiro fra l'altro sui temi della lotta contro il terrorismo, della non proliferazione, dei diritti umani e del buon governo,

–   vista la dichiarazione del Consiglio dell'8 novembre 2007 sulla proclamazione dello stato di emergenza in Pakistan, come pure le dichiarazioni rese il 4 novembre 2007 dall'Alto rappresentante dell'Unione europea, Javier Solana, e dai capi missione dell'Unione europea a Islamabad,

–   vista la dichiarazione rilasciata dal Segretario generale delle Nazioni Unite il 5 novembre 2007 sulla detenzione, in Pakistan, di attivisti impegnati a favore dei diritti dell'uomo e di appartenenti all'opposizione, fra cui la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione e di credo,

–   visto l'annuncio fatto dai ministri degli esteri del Commonwealth il 12 novembre 2007, che hanno ventilato di sospendere il Pakistan da tale organizzazione se entro il 22 novembre 2007 il Presidente Musharraf non avrà ripristinato l'ordine costituzionale,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sui diritti umani e la democrazia in Pakistan, segnatamente quelle del 12 luglio(1) e del 25 ottobre 2007(2),

–   visto l'articolo 103, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.   considerando che il 3 novembre 2007 il Presidente Musharraf ha emesso un decreto costituzionale provvisorio (PCO) che ha sospeso la Costituzione e lo Stato di diritto sostituendoli lo stato di emergenza, de facto legge marziale,

B.   considerando che tale mossa è avvenuta poco prima dell'attesa sentenza della Corte suprema sulla legalità del nuovo, terzo mandato del Presidente, che rimane allo stesso tempo capo delle forze armate; considerando altresì che, come reazione, molti avvocati e altri cittadini interessati hanno dato inizio a proteste nelle strade, e che molte migliaia di essi sono stati brutalmente percossi e arrestati,

C.   considerando che i recenti provvedimenti del Presidente Musharraf potrebbero accrescere l'instabilità nel paese, incoraggiando così la violenza e l'estremismo, ed esprimendo profonda preoccupazione per le minacce per la pace e la stabilità dei paesi vicini e dell'intera regione,

D.   considerando che la Corte suprema del Pakistan deve ancora stabilire se l'elezione del Presidente Musharraf sia conforme o meno alla Costituzione,

E.   considerando che sono stati conculcati la libertà di stampa, l'indipendenza della magistratura, la libertà di espressione e di riunione e il libero esercizio dell'attività politica, che sono gli elementi distintivi di un sistema politico civile,

1.   chiede esplicitamente la revoca dello stato di emergenza e il ripristino con effetto immediato della Costituzione pachistana del 1973;

2.   esprime la sua solidarietà alle proteste legittime di migliaia di avvocati, rappresentanti della società civile, attivisti impegnati a favore dei diritti umani ed eminenti personalità politiche; condanna la violenza della polizia contro i manifestanti e gli arresti di massa, effettuati senza imputazioni o con accuse di terrorismo prive di qualsiasi fondamento concreto;

3.   si dichiara profondamente preoccupato per l'arresto di più di 3000 cittadini, tra cui esponenti politici di spicco, avvocati, giornalisti, difensori dei diritti umani e rappresentanti della società civile; chiede che siano immediatamente revocati gli arresti domiciliari di Benazir Bhutto, leader del PPP, di Asma Jahangir, presidente della commissione indipendente per i diritti umani e relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione e di credo, e di I.A. Rehman, fondatore della suddetta organizzazione; è allarmato dal fatto che il mandato di arresto nei confronti di Hina Dilani, rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per i difensori dei diritti umani, non è stato revocato;

4.   chiede il ripristino dell'indipendenza del potere giudiziario mediante il reintegro dei magistrati nei loro incarichi; chiede che tutti i rappresentanti dell'ordine degli avvocati arrestati dopo pacifiche dimostrazioni di piazza siano immediatamente rilasciati; denuncia in particolare l'illegittimità degli arresti domiciliari del Presidente della Corte suprema, Iftikar Chaudhry, e l'incarcerazione del presidente dell'Ordine degli avvocati presso la Corte suprema, Aitzaz Ahsan;

5.   invita nuovamente il Presidente Musharraf a rispettare il verdetto della Corte suprema - una volta che essa sia stata ripristinata - in merito alla costituzionalità della sua elezione a Presidente; chiede al Presidente Musharraf di rinunciare alla carica di capo delle forze armate prima di prestare giuramento per un nuovo mandato presidenziale e prima dello scadere, il 15 novembre 2007, della dispensa parlamentare che gli consente di ricoprire contemporaneamente funzioni civili e militari;

6.   ricorda che, a seguito della destituzione della Corte suprema, le audizioni in programma il 13 novembre 2007 e relative alle centinaia di sparizioni forzate sono state sospese; insiste sul fatto che l'inchiesta volta ad accertare dove si trovano le persone scomparse deve continuare e chiede che tutte le persone che si ritiene siano detenute dallo Stato in località segrete compaiano davanti al tribunale;

7.   chiede che tutte le restrizioni imposte ai mezzi di comunicazione vengano revocate e che vengano ritirate le ordinanze che limitano la libera copertura degli eventi politici;

8.   invita il governo del Pakistan a porre in essere le condizioni necessarie per garantire lo svolgimento di elezioni libere, eque e trasparenti come programmato; prende atto, in tale contesto, del fatto che l'11 novembre 2007 il Presidente Musharraf ha annunciato che le elezioni delle assemblee provinciali e dell'assemblea nazionale si concluderanno entro il 9 gennaio 2008;

9.   chiede la formazione di un governo di transizione assolutamente neutrale, in linea con la costituzione e previa consultazione di tutti i partiti dell'opposizione, incaricato di sovrintendere alle votazioni, nonché la ricostituzione della commissione elettorale; chiede sia permesso ai leader di tutti i partiti politici di presentarsi alle elezioni, incluso l'ex Primo ministro Nawaz Sharif, il quale dovrebbe essere autorizzato a rientrare in Pakistan e a partecipare attivamente al processo elettorale;

10.   ricorda che la credibilità del processo elettorale dipenderà dalla liberazione di tutti i prigionieri politici, inclusi quelli posti sotto la custodia illecita dei servizi d'informazione, e dalla cessazione delle sparizioni di oppositori politici, conformemente alla direttiva della Corte suprema; ritiene che la libertà di parola, di movimento, di associazione e di riunione debba essere pienamente attuata e che tutte le restrizioni imposte ai partiti che operano nel rispetto della legge debbano essere abolite;

11.   sottolinea il fatto che l'invio di una delegazione di osservatori del Parlamento europeo in occasione delle elezioni legislative in Pakistan, nel quadro di una missione di osservazione dell'Unione europea, dipende dal rispetto dei prerequisiti basilari per lo svolgimento di elezioni libere ed eque da parte delle autorità pachistane; sottolinea, a tale riguardo, che elezioni preparate e tenute in stato di emergenza costituirebbero un chiaro segnale della natura non democratica del processo;

12.   invita la Commissione a prendere attentamente in considerazione l'invio di un'ulteriore missione di esplorazione, qualora lo stato di emergenza fosse revocato, per valutare la fattibilità di una missione di osservazione elettorale a lungo termine dell'Unione europea;

13.   appoggia pienamente i chiari parametri stabiliti nella dichiarazione del Consiglio dell'8 novembre 2007, in base ai quali dovrà essere valutato il ritorno all'ordine costituzionale in Pakistan;

14.   invita il Consiglio e la Commissione a insistere affinché il governo del Pakistan rispetti tutti i principi sanciti nell'Accordo di cooperazione, segnatamente la clausola in materia di democrazia e diritti dell'uomo; invita la Commissione a presentare una relazione sull'attuazione dell'Accordo di cooperazione;

15.   invita la Commissione, in tale contesto, a considerare la possibilità di ampliare gli aiuti concessi al Pakistan nel campo dell'istruzione, della riduzione della povertà, dell'assistenza sanitaria e dell'aiuto umanitario, convogliando i fondi attraverso le ONG laiche;

16.   chiede che gli Stati membri rispettino pienamente il codice di condotta dell'Unione europea sulle esportazioni di armi;

17.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, al governo della Repubblica islamica del Pakistan e al Segretario generale delle Nazioni Unite.

(1) Testi approvati, P6_TA(2007)0351.
(2) Testi approvati, P6_TA(2007)0489.

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