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Procedura : 2007/2076(INI)
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Ciclo del documento : A6-0516/2007

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A6-0516/2007

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PV 16/01/2008 - 15
CRE 16/01/2008 - 15

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PV 17/01/2008 - 6.3
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Giovedì 17 gennaio 2008 - Strasburgo
Una politica UE più efficace per il Caucaso meridionale: dalle promesse alle azioni
P6_TA(2008)0016A6-0516/2007

Risoluzione del Parlamento europeo del 17 gennaio 2008 su una politica UE più efficace per il Caucaso meridionale: dalle promesse alle azioni (2007/2076(INI))

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sul Caucaso meridionale e in particolare la sua risoluzione del 26 febbraio 2004, contenente una raccomandazione del Parlamento europeo al Consiglio sulla politica dell'Unione europea nei confronti del Caucaso meridionale(1),

–   vista la comunicazione della Commissione intitolata "Sinergia del Mar Nero – Una nuova iniziativa di cooperazione regionale" (COM(2007)0160),

–   vista la comunicazione della Commissione sullo sviluppo della politica europea di vicinato (COM(2006)0726),

–   visti i piani d'azione della politica europea di vicinato (ENP) adottati con l'Armenia, l'Azerbaigian e la Georgia,

–   visto lo strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI), che è strettamente associato all'attuazione dei piani d'azione adottati congiuntamente e si sostituisce all'assistenza tecnica fornita finora dai programmi TACIS e MEDA,

–   vista la comunicazione della Commissione intitolata "Una politica energetica per l'Europa" (COM(2007)0001),

–   vista la Conferenza sulla politica europea di vicinato tenuta dalla Commissione il 3 settembre 2007,

–   vista la sua risoluzione del 15 novembre 2007 sullo sviluppo della politica europea di vicinato(2),

–   viste la raccomandazione 1771 (2006) e la risoluzione 1525 (2006) dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa su un patto di stabilità per il Caucaso meridionale,

–   vista la sua risoluzione del 26 settembre 2007 su una politica estera comune dell'Europa in materia di energia(3),

–   vista la sua risoluzione del 17 gennaio 2008 sull'approccio in materia di politica regionale per il Mar Nero(4),

–   viste le conclusioni della Presidenza dei Consigli europei del 14 e 15 dicembre 2006 e del 21 e 22 giugno 2007, nonché la relazione di avanzamento della Presidenza tedesca, del 15 giugno 2007, sul rafforzamento della politica europea di vicinato,

–   visti le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, su sicurezza e sviluppo, del 19 e 20 novembre 2007, e l'impegno assunto dall'Unione europea di dare attuazione alla risoluzione 1325 (2000) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su donne, pace e sicurezza,

–   visti gli accordi di partenariato e cooperazione conclusi con l'Armenia, l'Azerbaigian e la Georgia,

–   viste la dichiarazione finale e le raccomandazioni della nona riunione della commissione di cooperazione parlamentare UE-Armenia, svoltasi il 30 gennaio 2007,

–   viste la dichiarazione finale e le raccomandazioni dell'ottava riunione della commissione di cooperazione parlamentare UE-Azerbaigian, svoltasi il 12 settembre 2007,

–   vista la dichiarazione finale e le raccomandazioni della nona riunione della commissione di cooperazione parlamentare UE-Georgia, svoltasi il 26 giugno 2007,

–   viste le recenti elezioni parlamentari in Armenia e Azerbaigian e le relazioni di osservazione dell'OSCE/ODIHR,

–   vista la risoluzione 1781 (2007) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 15 ottobre 2007, sul conflitto Georgia/Abkhazia e la proroga del mandato della missione di osservazione delle Nazioni Unite in Georgia,

–   viste le dichiarazioni della Presidenza del Consiglio 14818/07 sull'attuale situazione in Georgia, e 14809/07 sulla condanna di Eynulla Fatullayev in Azerbaigian,

–   visti l'iniziativa di Baku per lo sviluppo della cooperazione in materia di energia e il memorandum d'intesa fra l'UE e l'Azerbaigian su un partenariato strategico nel settore dell'energia, firmato a Bruxelles il 7 novembre 2006,

–   visti l'impegno assunto dall'UE di favorire la realizzazione degli obiettivi del di sviluppo del Millennio sanciti dalle Nazioni Unite nonché il consenso europeo in materia di sviluppo(5),

–   vista la strategia europea in materia di sicurezza intitolata "Un'Europa sicura in un mondo migliore", adottata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003,

–   viste le relazioni di monitoraggio dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa,

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per il commercio internazionale (A6-0516/2007),

A.   considerando che, in occasione del Consiglio "affari generali" del 26 febbraio 2001, l'UE ha espresso la propria disponibilità a svolgere un ruolo politico più attivo nella regione del Caucaso meridionale, ad adoperarsi nella ricerca di modalità per sostenere gli sforzi volti alla prevenzione e alla risoluzione di conflitti nella regione e a partecipare alla riabilitazione successiva ai conflitti,

B.   considerando che la realizzazione della linea ferroviaria Baku-Tbilisi-Kars aprirà un nuovo varco fra la regione del Caucaso meridionale, la Turchia e l'Europa occidentale, ma che sta anche aumentando l'isolamento dell'Armenia in contrasto con gli obiettivi dell'ENP; considerando tuttavia che le raccomandazioni del gruppo ad alto livello sui trasporti saranno attuate e che il Corridoio di trasporto Europa-Caucaso-Asia (TRACECA) rimane il principale asse transnazionale per il Caucaso, che collega tutti i paesi della regione,

C.   considerando che l'estensione dell'ENP all'Armenia, all'Azerbaigian e alla Georgia costituisce un importante passo avanti per quanto concerne l'impegno dell'Unione nella regione, perché crea le premesse necessarie a un impegno costruttivo dell'UE nel Caucaso meridionale e offre ai paesi dell'area opportunità per una più stretta cooperazione con l'Unione europea; considerando altresì che sono necessari ulteriori incentivi per motivare l'Armenia, l'Azerbaigian e la Georgia a progredire sulla strada delle riforme,

D.   considerando che l'ENP si basa su valori condivisi e sull'attuazione effettiva di riforme politiche, economiche e istituzionali, con l'obiettivo dichiarato di creare un'area di vicinato amichevole con democrazie solide, fondate su economie di mercato funzionali e sullo Stato di diritto,

E.   considerando che occorre sviluppare l'ENP al fine di migliorare e rendere più efficace la politica dell'UE nei confronti della regione e di conferire all'UE quel ruolo di fattore di sicurezza e stabilità che essa è in grado di svolgere; considerando la necessità che l'UE assuma un profilo chiaro e accentui la sua presenza nella regione,

F.   considerando che l'integrazione dei paesi del Caucaso meridionale nell'ENP comporta maggiori responsabilità e impegni anche da parte dei paesi in questione e che le relazioni di buon vicinato e la cooperazione regionale sono elementi essenziali dell'ENP,

G.   considerando che una risoluzione pacifica del conflitto del Nagorno-Karabah - un conflitto che inasprisce le relazioni fra Armenia e Azerbaigian - e dei conflitti interni alla Georgia, in Abkhazia e nell'Ossezia meridionale, è essenziale per la stabilità nei paesi vicini all'UE nonché per lo sviluppo economico e sociale della regione del Caucaso meridionale,

H.   considerando che la questione dell'ulteriore internazionalizzazione dei conflitti irrisolti dell'era post-sovietica deve costituire uno dei temi principali nelle relazioni UE-Russia per poter affrontare con maggiore efficacia i problemi dei paesi che sono nostri vicini comuni,

I.   considerando che l'importanza della regione ai fini di un impegno positivo da parte dell'UE non è solo connessa alla sua posizione geografica in quanto area di transito per le forniture energetiche dall'Asia centrale all'Europa, ma si fonda anche sull'interesse reciproco, condiviso da tutte le parti interessate, allo sviluppo della regione, al fine di accrescere la democrazia e la prosperità e rafforzare lo stato di diritto, e dunque creare un quadro realistico per lo sviluppo e la cooperazione regionale e interregionale nel Caucaso meridionale,

J.   considerando che la regione è divenuta un'arena in cui si contrappongono gli interessi strategici diversi di vari importanti attori geopolitici; che i piani d'azione di partenariato individuale che legano i tre paesi alla NATO fanno dell'Alleanza un nuovo attore nella regione,

K.   considerando che il dialogo e il coordinamento fra l'Unione europea, la Russia e gli Stati Uniti potrebbero contribuire a promuovere la democrazia, ad accrescere la sicurezza energetica e a rafforzare la sicurezza regionale nella regione del Caucaso meridionale,

L.   considerando che negli ultimi anni la Georgia e l'Armenia hanno registrato una notevole crescita economica e che l'Azerbaigian si colloca tra le economie mondiali a crescita più rapida, con un aumento del PNL pari al 34,5% nel 2006, dovuto soprattutto alle sue riserve di gas e petrolio; considerando che, a prescindere da questi tassi di crescita, le società di questi tre paesi sono caratterizzate da livelli di povertà e disoccupazione ancora molti elevati, da un accesso limitato ai servizi sociali di base, da redditi bassi e da una ripartizione diseguale della ricchezza,

M.   considerando che nel Caucaso meridionale si assiste a una corsa agli armamenti destabilizzante, caratterizzata dall'accumulo di arsenali militari a un ritmo senza precedenti;

Armenia, Azerbaigian e Georgia nel quadro dell'ENP

1.   si compiace per l'inclusione nell'ENP di Armenia, Azerbaigian e Georgia e per l'approvazione, il 14 novembre 2006, dei piani d'azione bilaterali ENP da parte dei competenti Consigli di cooperazione; esprime il proprio sostegno agli sforzi in corso per l'attuazione di tali piani, che dovrebbe veder coinvolte tutte le parti interessate;

2.   sottolinea che la strategia politica nei confronti dei tre paesi del Caucaso meridionale non dovrebbe ignorare le particolari caratteristiche di questi tre Stati; appoggia la differenziazione già prevista nell'applicazione dell'ENP ai paesi interessati e rileva la necessità di rafforzare le relazioni UE con tali paesi sulla base dei loro meriti individuali nell'attuazione dei rispettivi piani d'azione ENP;

3.   richiama l'attenzione sulla situazione geopolitica in Armenia, Georgia e Azerbaigian in relazione a Russia, Iran e Turchia e sul crescente interesse di altre potenze economiche come Russia, Stati Uniti e Cina in quest'area; è pertanto del parere che si debba dare la massima priorità alla cooperazione con il Caucaso meridionale, non ultimo in materia di energia;

4.   ribadisce che gli obiettivi principali dell'UE nella regione consistono nell'incoraggiare la trasformazione dei paesi del Caucaso meridionale in Stati aperti, pacifici, sicuri e stabili, capaci di contribuire a relazioni di buon vicinato nella regione e alla stabilità regionale e pronti a condividere i valori europei e a sviluppare un'interoperabilità istituzionale e giuridica fra loro così come con l'Unione europea; invita l'UE, al fine di raggiungere questi obiettivi, a sviluppare una politica regionale a favore del Caucaso meridionale da attuare congiuntamente con i paesi della regione e che sia integrata da politiche bilaterali individuali;

5.   sottolinea che l'ENP è stata messa a punto per trascendere le linee di divisione in Europa attraverso l'espansione graduale di un'area di democrazia, prosperità e sicurezza; invita l'UE e i paesi del Caucaso meridionale a trarre beneficio, attraverso gemellaggi, distacchi e altri programmi di assistenza disponibili, dalle vaste conoscenze ed esperienze acquisite dai nuovi Stati membri nella riforma delle loro società ed economie nel contesto del processo di integrazione nell'UE, in particolare per quanto concerne il rafforzamento delle guardie di frontiera e delle autorità doganali e lo sviluppo della cooperazione regionale tra loro;

6.   sottolinea che il riesame e il finanziamento dell'ENP devono servire a promuovere lo sviluppo delle istituzioni, il rispetto dei diritti umani, lo Stato di diritto, la democratizzazione e la cooperazione regionale; ribadisce la necessità che l'UE prenda ulteriori, ferme iniziative per incoraggiare un'autentica cooperazione e integrazione regionale; invita la Commissione a riferire regolarmente in merito all'avanzamento del processo di cooperazione regionale e ad adeguare di conseguenza le sue politiche e i suoi strumenti; auspica lo sviluppo di relazioni sempre più costruttive tra l'UE e i vari portatori d'interesse nei paesi interessati, in particolare con la società civile, per conferire maggior dinamismo e maggiore trasparenza al processo ENP;

7.   rileva che, vista la rapida e decisa crescita del suo PNL, l'Azerbaigian è diventato un paese donatore, per cui i donatori internazionali hanno sensibilmente ridotto le loro attività nel paese stesso; propone che l'UE si concentri sul trasferimento di know-how e delle migliori prassi nel quadro dei programmi Twinning, TAIEX e Sigma (a titolo dell'ENP);

8.   è del parere che la politica commerciale sia un fattore chiave per garantire la stabilità politica e uno sviluppo economico foriero di una riduzione della povertà nel Caucaso meridionale e che essa sia cruciale per un'ulteriore integrazione tra UE e Caucaso meridionale; sottolinea che, in materia di politica commerciale, è indispensabile tener conto della dimensione sociale;

9.   sostiene l'iniziativa della Commissione di realizzare uno studio di fattibilità per valutare la possibilità di un accordo di libero scambio con la Georgia e l'Armenia; è del parere che tale accordo andrà a vantaggio di tutte le parti interessate; invita nel frattempo la Commissione e il Consiglio ad adottare misure per garantire che l'Armenia, la Georgia e l'Azerbaigian beneficino quanto più possibile del sistema di preferenze generalizzate e sottolinea l'importanza dell'adesione dell'Azerbaigian all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) ai fini di un ulteriore rafforzamento delle relazioni commerciali bilaterali; incoraggia le autorità azere ad affrontare gli ostacoli che ancora si frappongono all'adesione del paese all'OMC, quali gli elevati dazi doganali, la mancanza di trasparenza, la corruzione e la carente applicazione dei diritti di proprietà intellettuale, e invita la Commissione a sostenere ulteriormente l'Azerbaigian nel suo processo di adesione all'OMC;

10.   osserva che la Georgia ha subìto forti pressioni a seguito dell'embargo economico russo, posto in atto più di un anno fa, che ha chiuso alle merci di tale paese i mercati tradizionali, privando quindi un certo numero di cittadini dei loro mezzi di sussistenza; sottolinea che la rapida conclusione di un accordo di libero scambio con la Georgia è importante anche per rafforzare le relazioni UE-Georgia e sollevare il paese dalle conseguenze dell'embargo russo;

11.   sottolinea che tutti e tre gli Stati dovranno continuare ad adoperarsi per ridurre la povertà e aderire al principio dello sviluppo sostenibile; suggerisce l'adozione di politiche efficaci per ridurre la polarizzazione sociale e garantire il pieno accesso ai sistemi di sicurezza sociale; invita la Commissione a sostenere ulteriormente i tre paesi nel rafforzamento delle rispettive capacità nazionali in vista del miglioramento delle politiche di riduzione della povertà e della loro attuazione;

12.   ritiene che l'ENP offra un quadro eccellente per la cooperazione regionale e subregionale ai fini della creazione di un vero spazio di sicurezza, democrazia e stabilità, sia nel Caucaso meridionale che nella regione del Mar Nero; è dell'avviso che un approccio bilaterale differenziato nei confronti dei tre paesi del Caucaso meridionale non possa fare a meno di una dimensione multilaterale globale che comprenda lo sviluppo della cooperazione regionale, e pertanto:

   - annette particolare importanza alla partecipazione attiva e al coinvolgimento di Armenia, Azerbaigian e Georgia nel processo di attuazione della sinergia del Mar Nero e dei progetti regionali ad essa collegati;
   - sollecita l'approfondimento del dialogo politico regolare fra l'UE e l'Armenia, l'Azerbaigian e la Georgia;
   - valuta positivamente il fatto che la Georgia e l'Armenia aderiscano a gran parte delle dichiarazioni e posizioni della politica estera e di sicurezza comune dell'UE e appoggia la decisione di coinvolgere l'Azerbaigian allo stesso modo;
   - sollecita i tre paesi in questione a non ostacolare o bloccare con il loro veto programmi e progetti transfrontalieri finanziati dall'UE volti a rilanciare il dialogo, a creare un clima di fiducia fra le parti e ad affrontare i problemi regionali;
   - chiede una cooperazione più efficace fra i tre paesi nel quadro del Centro ambientale regionale per il Caucaso meridionale;
   - chiede il rafforzamento della cooperazione in materia di libertà, sicurezza e giustizia, in particolare per quanto attiene alla gestione delle frontiere, alla migrazione e all'asilo, nonché alla lotta contro il crimine organizzato, il traffico di esseri umani e di sostanze stupefacenti, l'immigrazione illegale, il terrorismo e il riciclaggio di denaro;
   - chiede alla Commissione di coordinare e sostenere l'azione degli Stati membri già impegnati nella risoluzione dei conflitti regionali;

Democrazia, diritti umani e stato di diritto

13.   plaude alle riforme politiche e istituzionali interne intraprese dall'Armenia a seguito della riforma costituzionale e nel contesto della messa in atto del piano d'azione ENP; incoraggia le autorità armene a proseguire su questa via e a compiere ulteriori passi avanti nel rafforzamento delle strutture democratiche, dello Stato di diritto e della protezione dei diritti umani; chiede, in particolare, che si compiano ulteriori sforzi per istituire un sistema giudiziario indipendente, promuovere riforme nei settori della polizia, dell'amministrazione pubblica e del governo locale, lottare contro la corruzione e creare una società civile vivace; prende atto della dichiarazione della missione internazionale di osservazione elettorale, secondo cui le elezioni legislative del maggio 2007 si sono sostanzialmente svolte nel rispetto degli impegni internazionali; è fiducioso nel fatto che le autorità armene lavoreranno in stretto contatto con l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e il Consiglio d'Europa per affrontare le questioni ancora irrisolte, al fine di migliorare ulteriormente gli standard già raggiunti e di garantire pienamente che le elezioni presidenziali in programma il 19 febbraio 2008 siano libere ed eque; incoraggia, in linea generale, l'avvio di un dialogo costruttivo fra governo e opposizione, allo scopo di rafforzare il pluralismo quale elemento centrale della democrazia; invita inoltre le autorità armene ad indagare sulle accuse di violenze e maltrattamenti verificatisi nel quadro della detenzione preventiva e all'interno degli istituti penitenziari e di corruzione e di violazione della libertà di espressione;

14.   ribadisce la propria profonda preoccupazione dinanzi al deterioramento della situazione dei diritti umani e della libertà dei media in Azerbaigian; invita le autorità dell'Azerbaigian a garantire la libertà dei media; accoglie con favore a tale riguardo l'amnistia presidenziale accordata il 28 dicembre 2007, che ha permesso la liberazione dal carcere di sei giornalisti, e invita le autorità dell'Azerbaigian a rilasciare immediatamente tutti i giornalisti detenuti, a porre fine a quelle vessazioni nei confronti dei giornalisti che assumono, in particolare, la forma di un uso abusivo delle leggi penali sulla diffamazione, e ad annunciare una moratoria sull'ulteriore ricorso alle leggi sulla diffamazione a mezzo stampa per dimostrare il proprio impegno a favore della libertà d'espressione; si aspetta che le autorità dell'Azerbaigian si attengano alle raccomandazioni della commissione di Venezia del Consiglio d'europa, al fine di garantire la libertà di assemblea e l'assenza di restrizioni per quanto concerne le attività dei partiti politici in vista delle elezioni del 2008 e che assicurino il pieno rispetto degli standard dell'OSCE; invita altresì le autorità dell'Azerbaigian a prevenire la violenza da parte della polizia e a indagare su tutti i presunti casi di maltrattamenti durante la detenzione preventiva; ribadisce che l'UE è pronta ad assistere l'Azerbaigian nell'attuazione di riforme connesse con il rispetto dei diritti umani e la democrazia;

15.   prende atto delle riforme di ampia portata avviate dal governo georgiano in seguito alla Rivoluzione delle rose; incoraggia a compiere ulteriori progressi nel senso di una governance pluralistica e del dialogo tra governo e opposizione, dello Stato di diritto e della conformità agli obblighi in materia di diritti umani, in particolare per quanto concerne l'indipendenza del sistema giudiziario, la tolleranza zero nei confronti dell'uso della violenza da parte della polizia, la riforma del sistema penale e il miglioramento delle condizioni di detenzione; invita le autorità georgiane a rispettare i diritti di proprietà, la libertà di assemblea, la libertà di espressione, i diritti delle minoranze, in conformità della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali, e la libertà dei media; si aspetta che la Georgia rispetti gli obiettivi del piano d'azione ENP e le raccomandazioni del Consiglio d'Europa in relazione alla sostenibilità a lungo termine della governance democratica, con particolare riferimento al rispetto del pluralismo e dell'opposizione, a meccanismi interni di pesi e contrappesi e alla riforma istituzionale;

16.   ribadisce il proprio sostegno costante agli sforzi intrapresi dalla Georgia per introdurre riforme politiche ed economiche e rafforzare le sue istituzioni democratiche, inclusa la riforma del Codice elettorale, per costruire in tal modo un paese pacifico e prospero, capace di contribuire alla stabilità sia della regione che del resto d'Europa; esprime forte preoccupazione quanto ai recenti sviluppi politici registrati in Georgia nel novembre 2007, che sono culminati nella violenta repressione di manifestazioni pacifiche da parte della polizia, nella chiusura di emittenti radiotelevisive indipendenti e nella proclamazione dello stato di emergenza; si compiace della valutazione complessiva della missione internazionale di osservazione elettorale, secondo cui l'elezione presidenziale del 5 gennaio 2008 è stata sostanzialmente conforme alla maggior parte degli impegni assunti e delle norme in materia di elezioni democratiche adottate dall'OSCE e dal Consiglio d'Europa; ritiene che, sebbene l'elezione abbia messo in luce importanti sfide che devono essere affrontate urgentemente, essa sia stata la prima elezione presidenziale veramente competitiva che ha permesso al popolo georgiano di esprimere le proprie preferenze politiche; invita tutte le forze politiche della Georgia a impegnarsi a favore di una cultura politica democratica basata sul rispetto degli avversari politici e su un dialogo costruttivo volto a sostenere e consolidare le fragili istituzioni democratiche del paese; invita le autorità georgiane a risolvere le lacune rilevate nella relazione preliminare della missione internazionale di osservazione elettorale prima dello svolgimento delle elezioni parlamentari nella primavera del 2008;

17.   accoglie con favore lo svolgimento pacifico delle elezioni presidenziali del 5 gennaio 2008 e ritiene che ciò costituisca un altro passo verso la democratizzazione della società della Georgia, nonché verso la creazione e il consolidamento di istituzioni democratiche nel paese; si attende che il neoeletto Presidente adotti a tal fine le misure necessarie per un dialogo costruttivo con l'opposizione; esprime tuttavia preoccupazione per la generale conduzione della campagna elettorale, che si è svolta in un clima di profonde divisioni, contrassegnato dalla mancanza di fiducia e da accuse generalizzate di violazioni, nonché dalla deliberata sovrapposizione tra le attività ufficiali dell'ex Presidente e la sua campagna elettorale, che ha contribuito a creare condizioni inique nella campagna stessa; invita le autorità georgiane a esaminare adeguatamente e in tempi rapidi tutte le denunce relative al processo elettorale; esorta le autorità georgiane a tenere in debito conto le considerazioni formulate dagli osservatori internazionali, al fine di risolvere tutti i problemi sollevati, e a preparare in modo adeguato ed esaustivo le prossime elezioni generali; invita le forze di opposizione ad agire con responsabilità, rispettando i risultati delle elezioni, e a partecipare con spirito costruttivo al dibattito politico nel quadro delle istituzioni democratiche georgiane;

18.   sottolinea che il chiaro impegno di Armenia, Azerbaigian e Georgia a rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali è di importanza fondamentale per le loro future relazioni con l'UE; si aspetta che detti paesi ottemperino agli obiettivi del piano d'azione ENP e alle raccomandazioni del Consiglio d'Europa in proposito; invita la Commissione a negoziare l'istituzione di sottocommissioni per i diritti umani con tutti e tre i paesi;

19.   si aspetta dalle autorità di Armenia, Azerbaigian e Georgia che garantiscano la libertà di espressione, la libertà di assemblea e la libertà dei mass media prima delle elezioni che si svolgeranno in tali paesi nel 2008; sottolinea che la capacità dei paesi in questione di consentire un accesso equo ed equilibrato ai mass media sia pubblici che privati e di tenere le elezioni in conformità degli standard internazionali è fondamentale per l'ulteriore approfondimento delle loro relazioni con l'UE;

20.   si compiace della decisione di designare la Polonia come mediatore, a nome dell'UE, tra il governo georgiano e i mass media dell'opposizione nella fase precedente le elezioni previste per gennaio 2008; ritiene che l'impegno dei nuovi Stati membri, che hanno stretti legami culturali e storici nella regione, sia di grande rilevanza;

21.   sottolinea l'importanza di sostenere e responsabilizzare la società civile e di sviluppare contatti diretti tra le persone per promuovere la democrazia e lo Stato di diritto; incoraggia la Commissione a fare pieno uso delle opportunità offerte dallo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani, tra l'altro al fine di monitorare l'attuazione dell'ENP; sottolinea che il processo ENP, e in particolare il monitoraggio della sua attuazione, dev'essere aperto alla partecipazione e alla consultazione della società civile; sollecita la Commissione a dare l'esempio introducendo meccanismi concreti per la consultazione della società civile; sottolinea l'importanza di garantire che le risorse siano distribuite equamente, senza interferenze statali aventi motivazioni politiche; invita altresì la Commissione a elaborare direttive destinate alle autorità locali e regionali e concernenti il loro ruolo specifico nell'attuazione dei piani d'azione ENP;

22.   sottolinea l'importanza della cooperazione per quanto concerne la libertà di movimento attraverso le frontiere dell'UE e dei paesi vicini; invita la Commissione e il Consiglio a rendere quanto prima operativa la sottocommissione "giustizia, libertà e sicurezza" UE-Georgia e ad adottare le misure necessarie per l'avvio di negoziati in materia di accordi di riammissione e agevolazione del rilascio di visti tra l'UE e la Georgia e per la firma di un accordo di partenariato in materia di mobilità con l'UE; sottolinea nel contempo gli effetti negativi che qualsiasi ritardo ha sulla soluzione dei conflitti interni alla Georgia e rileva le difficoltà causate dalla decisione delle autorità russe di rilasciare passaporti russi a persone che vivono in Abkhazia e Ossezia meridionale; sostiene l'avvio di negoziati per accordi con l'Armenia e l'Azerbaigian; incoraggia gli Stati membri ad intensificare la cooperazione al fine di migliorare l'efficienza dei servizi consolari nei paesi del Caucaso meridionale e di accelerare la creazione di centri comuni per le domande di visto; è favorevole all'esame di iniziative supplementari, nel quadro della messa a punto di un approccio globale alla migrazione nell'Europa orientale e sudorientale;

23.   invita la Commissione a promuovere anche da un punto di vista finanziario la presenza di ONG europee in Armenia, Azerbaigian e Georgia, per diffonderne le conoscenze e l'esperienza nella creazione di una società civile organizzata;

24.   invita la Commissione a compiere ogni sforzo necessario per riunire le ONG e i rappresentanti della società civile dei tre paesi del Caucaso meridionale, in modo tale da facilitare il dialogo, da favorire la comprensione reciproca e da affrontare in modo esaustivo i problemi della regione; invita le autorità dei paesi in questione a non ostacolare un'iniziativa in tal senso;

25.   sottolinea che l'agevolazione della circolazione delle persone è connessa a frontiere sicure e si compiace dell'iniziativa della Commissione volta a promuovere la cooperazione regionale nel Caucaso meridionale nel settore della gestione integrata delle frontiere; ribadisce la necessità di semplificare effettivamente i requisiti in materia di visti per il traffico frontaliero locale; è consapevole del fatto che la buona volontà di entrambe le parti è un presupposto indispensabile della cooperazione lungo tutto il confine della Georgia con la Russia; sottolinea l'importanza della trasparenza del bilancio e delle entrate per garantire che la spesa governativa sia giustificabile davanti ai cittadini;

26.   invita tutti e tre i paesi a intensificare gli sforzi nella lotta contro la corruzione e nella messa a punto di un clima favorevole agli investimenti e alle imprese; sottolinea l'importanza della trasparenza di bilancio, volta a garantire che il governo renda conto della spesa pubblica; sottolinea che lo sviluppo dei diritti di proprietà è fondamentale per la crescita delle piccole e medie imprese e per uno sviluppo economico sostenibile; sostiene la promozione di riforme nel senso dell'economia di mercato volte ad aumentare la competitività e a consolidare il settore privato; appoggia l'armonizzazione e l'ulteriore intensificazione delle misure di liberalizzazione conformemente ai principi dell'OMC; sottolinea che è importante garantire che le riforme economiche siano accompagnate da adeguate misure sociali;

27.   invita le autorità di tutti e tre i paesi a garantire che le misure adottate nella lotta contro la corruzione non vengano utilizzate a fini politici e che le indagini, le azioni penali e i processi siano condotti in modo equo e trasparente;

28.   rileva che i conflitti irrisolti dell'era post-sovietica e la conseguente insicurezza hanno determinato un aumento della spesa militare degli Stati della regione, influenzando negativamente il loro sviluppo economico e sociale; invita pertanto tali paesi a porre fine all'aumento della spesa militare;

Risoluzione pacifica dei conflitti

29.   ritiene che la ricerca di una soluzione pacifica dei conflitti irrisolti dell'era post-sovietica sia la chiave per la stabilità politica e lo sviluppo economico nel Caucaso meridionale, ma anche in un contesto regionale allargato; sottolinea che l'UE deve svolgere un ruolo importante nel contribuire alla cultura del dialogo e della comprensione nella regione e nel garantire l'attuazione della summenzionata risoluzione 1325 (2000) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; invita ad avvalersi di programmi transfrontalieri e del dialogo tra le società civili quali strumenti per la trasformazione dei conflitti e la creazione di fiducia superando le linee di divisione; si compiace soprattutto degli sforzi della Commissione volti a fornire assistenza e informazioni all'Abkhazia e all'Ossezia meridionale; sostiene l'iniziativa di Peter Semneby, Rappresentante speciale dell'UE per il Caucaso meridionale di aprire uffici d'informazione in entrambe le regioni; chiede alla Commissione e a Peter Semneby di estendere lo stesso tipo di assistenza e di attività d'informazione al Nagorno-Karabah;

30.   rifiuta tutti i tentativi di potenze straniere volti a creare sfere d'influenza esclusive; chiede un impegno costruttivo con tutti i paesi vicini comuni e sollecita la Russia a non opporsi a un impegno dell'UE nella gestione dei conflitti e nelle operazioni di mantenimento della pace nel Caucaso meridionale;

31.   rileva che la contraddizione fra i principi di autodeterminazione e integrità territoriale contribuisce al perpetuarsi dei conflitti irrisolti dell'era post-sovietica nella regione del Caucaso meridionale; ritiene che il problema possa essere superato soltanto attraverso negoziati condotti sulla base dei principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e dall'Atto finale di Helsinki nonché nel quadro dell'integrazione regionale; rileva che tale processo non può svilupparsi senza il sostegno della comunità internazionale e invita l'UE a promuovere iniziative a tal fine; ritiene inoltre che il miglioramento delle relazioni interetniche sulla base delle norme europee e un rafforzamento dei diritti delle minoranze atto a consolidare la coesione civica degli Stati del Caucaso meridionale siano essenziali per pervenire a una soluzione negoziata dei conflitti nella regione;

32.   ribadisce il proprio sostegno incondizionato all'integrità territoriale e all'inviolabilità delle frontiere internazionalmente riconosciute della Georgia e appoggia i continui sforzi delle autorità georgiane volti alla composizione dei conflitti interni in Abkhazia e in Ossezia meridionale; deplora tuttavia la persistente retorica aggressiva utilizzata dalle parti in relazione alle controversie e sostiene l'appello lanciato da Ban Ki-moon, Segretario generale delle Nazioni Unite affinché si raddoppino gli sforzi per evitare un'azione che potrebbe portare a una ripresa delle ostilità in Abkhazia; incoraggia le parti a fare pieno uso del dialogo e dei negoziati per giungere a una soluzione definitiva del conflitto in Ossezia meridionale; chiede che le autorità de facto garantiscano condizioni sicure per il ritorno degli sfollati interni alle proprie case e che sia rispettata l'inalienabilità dei diritti di proprietà nelle zone del conflitto, conformemente alla summenzionata risoluzione 1781 (2007) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; sottolinea che il conseguimento di soluzioni soddisfacenti in relazione a questioni concernenti i diritti umani fondamentali - come il ritorno alle loro case degli sfollati interni e la restituzione delle loro proprietà, nonché lo svolgimento di adeguate indagini da parte di tutti in merito ai crimini di guerra e ai casi di persone scomparse - sarà fondamentale per il raggiungimento di qualsiasi soluzione duratura; chiede a tutte le parti di ritornare al tavolo negoziale e plaude alla prima riunione ad alto livello tra funzionari della Georgia e dell'Abkhazia, svoltasi recentemente dopo una lunga interruzione;

33.   ritiene che ulteriori ritardi nella composizione del conflitto nel Nagorno-Karabah non saranno utili a nessuno dei paesi interessati, bensì metteranno a repentaglio la stabilità nella regione e ne ostacoleranno il progresso economico; ribadisce il proprio rispetto e sostegno quanto all'integrità territoriale e alle frontiere internazionalmente riconosciute dell'Azerbaigian, nonchè al diritto di autodeterminazione, in conformità della Carta delle Nazioni Unite e dell'Atto finale di Helsinki; invita pressantemente l'Armenia e l'Azerbaigian a cogliere ogni opportunità per una soluzione pacifica del conflitto nel Nagorno-Karabah; rinnova il proprio deciso sostegno al gruppo di Minsk dell'OSCE, ma deplora la mancanza di progressi concreti nei negoziati; chiede alle parti di applicare le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare consentendo a tutti i profughi e gli sfollati interni di far ritorno alle proprie case in condizioni di sicurezza e dignità; mette in guardia da qualsiasi retorica militante e provocatoria che potrebbe compromettere il processo negoziale;

34.   deplora il fatto che l'impegno per avvicinare i tre paesi della regione sia ostacolato dal persistere di conflitti irrisolti dell'era post-sovietica provocati da rivendicazioni territoriali e dal separatismo; sottolinea che le zone in conflitto sono spesso utilizzate come zone franche per la criminalità organizzata, il riciclaggio di denaro sporco, il traffico di stupefacenti e il contrabbando di armi;

35.   ricorda alle autorità interessate che i profughi e gli sfollati interni non andrebbero strumentalizzati nei conflitti; chiede un'azione decisiva per migliorare le condizioni di vita e la situazione sociale degli sfollati interni in attesa che sia loro effettivamente concesso l'esercizio del diritto al ritorno alle proprie case, che è un diritto umano;

36.   invita la Commissione e gli Stati membri a continuare a sostenere finanziariamente gli sforzi compiuti dall'Armenia, dall'Azerbaigian e dalla Georgia per far fronte alla situazione dei profughi e degli sfollati, contribuendo a rinnovare edifici e a costruire strade, infrastrutture per l'approvvigionamento idrico ed elettrico, ospedali e scuole, così da consentire a queste comunità di integrarsi in modo più efficace, facilitando nel contempo lo sviluppo delle regioni in cui vivono, senza dimenticare la popolazione locale, che spesso vive anch'essa al di sotto della soglia di povertà; sottolinea l'importanza di affrontare il problema delle numerose mine terrestri che sono l'eredità del conflitto in Nagorno-Karabah e che continuano a ferire e talvolta ad uccidere le persone;

37.   invita i principali attori nella regione a svolgere un ruolo costruttivo nella risoluzione dei conflitti irrisolti dell'era post-sovietica nella regione e ad avviare azioni per normalizzare i propri rapporti con i paesi vicini; rinnova l'invito alla Turchia ad impegnarsi seriamente e intensivamente per la composizione delle controversie ancora irrisolte con tutti i propri vicini, conformemente alla Carta delle Nazioni Unite, alle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e alle altre convenzioni internazionali applicabili, incluso un dibattito franco e aperto sugli eventi del passato; invita nuovamente i governi turco e armeno ad avviare il processo di riconciliazione relativamente al presente e al passato e chiede che la Commissione favorisca tale processo avvalendosi della cooperazione regionale realizzata nel quadro dell''ENP e della politica di sinergia del Mar Nero; invita la Commissione e il Consiglio ad affrontare la questione dell'apertura del confine turco-armeno con le autorità dei due paesi;

38.   suggerisce l'istituzione di una conferenza 3+3 sulla sicurezza e la cooperazione nel Caucaso meridionale, cui partecipino, da un lato, i tre Stati del Caucaso meridionale e, dall'altro, l'UE, gli Stati Uniti e la Russia, che discuta di tali temi appuntando la propria attenzione sulla creazione delle condizioni quadro adeguate per risolvere i conflitti dell'era post-sovietica ancora irrisolti nella regione;

Cooperazione nei settori dell'energia e dei trasporti

39.   attribuisce grande importanza all'apertura del gasdotto Baku-Tbilisi-Erzurum, e dell'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan e sottolinea la rilevanza dei progetti di corridoi energetici transcaspici, che contribuirebbero allo sviluppo economico e commerciale della regione e promuoverebbero la sicurezza e la diversificazione delle forniture energetiche e dei sistemi di transito dall'Azerbaigian e dal bacino del Mar Caspio verso il mercato dell'Unione europea; esorta tuttavia i paesi interessati e la Commissione a includere l'Armenia nel progetto del gasdotto Baku-Tbilisi-Erzurum, e nei progetti di corridoi energetici transcaspici in linea con l'obiettivo della cooperazione regionale promosso dall'ENP;

40.   sottolinea che è importante approfondire il partenariato energetico tra l'UE e l'Azerbaigian, come previsto nel summenzionato memorandum d'intesa del 7 novembre 2006; valuta positivamente la disponibilità dei governi azero e georgiano a continuare a svolgere un ruolo attivo nella promozione di un approvvigionamento energetico a condizioni di mercato e della diversificazione del transito nella regione, fornendo in questo modo un importante contribuito alla sicurezza energetica dell'Europa;

41.   accoglie favorevolmente la relazione del suddetto gruppo ad alto livello sui trasporti, dal titolo "Rete per la pace e lo sviluppo", e la comunicazione della Commissione dal titolo "Estensione dei principali assi di trasporto transeuropei ai paesi confinanti"(COM(2007)0032); rinnova il proprio sostegno a favore della creazione di nuove infrastrutture e di corridoi di trasporto sostenibili per diversificare tanto i fornitori quanto i percorsi di approvvigionamento, come il corridoio energetico attraverso il Mar Caspio e il Mar Nero, l'oleodotto Nabucco e i progetti INOGATE (Trasporto internazionale di petrolio e metano in Europa) e TRACECA (Corridoio di trasporto Europa/Caucaso/Asia) per il collegamento delle regioni del Mar Nero e del Mar Caspio;

42.   prende atto della nuova realtà che si sta delineando, nell'ambito della quale il cambiamento climatico e la sicurezza dell'approvvigionamento sono elementi di importanza fondamentale; riconosce che è essenziale diversificare gli approvvigionamenti e che tale obiettivo può essere conseguito solo intensificando la cooperazione con i paesi vicini, in particolare quelli del Caucaso meridionale e dell'Asia centrale, ed incoraggia lo sviluppo regionale e interregionale; ritiene che la realizzazione di progetti di diversificazione energetica dovrebbe essere una delle priorità della ENP rafforzata e chiede un sostegno maggiore, inteso a migliorare il clima degli investimenti e il quadro normativo nel settore energetico dei paesi produttori e di transito, sulla base dei principi del trattato sulla carta dell'energia;

43.   rileva che, secondo le stime, le riserve di gas e petrolio dell'Azerbaigian potranno essere sfruttate ancora per 15-20 anni; osserva che, in base a stime recenti, i giacimenti petroliferi sotto il Mar Caspio corrispondono a circa 14 miliardi di barili, mentre le riserve di gas naturale sono valutate tra 850 e 1370 miliardi di metri cubi; riconosce che è necessario impegnarsi affinché il paese eviti la trappola della "maledizione delle risorse"; sottolinea pertanto l'importanza di alternative sostenibili, da un punto di vista sia politico che economico; invita il governo dell'Azerbaigian a compiere i passi necessari per porre in essere il quadro legislativo e operativo indispensabile al fine di poter utilizzare al meglio l'aiuto UE nel settore delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica;

44.   accoglie con interesse la proposta della Commissione di realizzare uno studio di fattibilità su un possibile "accordo energetico di vicinato" e incoraggia a tale fine i paesi partner dell'ENP a rispettare il diritto internazionale e gli impegni assunti sui mercati mondiali;

45.   sostiene gli sforzi del governo armeno tesi a una rapida dismissione dell'attuale reattore della centrale nucleare di Medzamor e a trovare soluzioni alternative sostenibili per l'approvvigionamento energetico, così come richiesto dall'UE, ma si dichiara preoccupato per la decisione del governo di costruire una nuova unità nella stessa centrale, essendo quest'ultima situata in una zona sismica, e incoraggia le autorità armene a trovare soluzioni alternative per l'approvvigionamento energetico;

46.   raccomanda che la cooperazione in campo energetico tenga conto anche del fabbisogno energetico dei paesi in questione e dei vantaggi che essi ne trarrebbero, segnatamente in termini di accesso all'energia; invita la Commissione a garantire che i progetti energetici finanziati attraverso l'aiuto pubblico allo sviluppo nel quadro dell'ENPI abbiano un impatto diretto sulla riduzione della povertà e tornino a beneficio della popolazione locale; invita la Commissione a sostenere maggiormente gli sforzi dei tre paesi in questione per contrastare il cambiamento climatico e studiare soluzioni concrete per affrontare le inefficienze dei modelli di produzione e consumo dell'energia, anche attraverso il trasferimento di tecnologia;

47.   prende atto di iniziative interregionali come il progetto ferroviario Baku-Tbilisi-Kars; ritiene che tale progetto spiani la strada a una migliore integrazione economica e politica di questa parte del mondo nell'economia europea e internazionale e che esso contribuirà allo sviluppo economico e commerciale della regione; sottolinea tuttavia che il progetto "bypassa" la linea ferroviaria pienamente operativa esistente in Armenia; esorta le repubbliche del Caucaso meridionale e la Turchia a perseguire efficacemente politiche di integrazione economica regionale e ad astenersi, per quanto riguarda l'energia e i trasporti, da progetti regionali miopi o politicamente motivati che vìolano i principi ENP di uno sviluppo sano;

Altre osservazioni

48.   ribadisce la richiesta che le relazioni periodiche del Rappresentante speciale dell'UE per il Caucaso meridionale, compresa la relazione globale finale presentata al termine della missione, siano messe a disposizione del Parlamento;

49.   si compiace per la decisione presa dalla Commissione il 10 maggio 2007 di potenziare la sua delegazione a Erewan e di aprire una delegazione a Baku entro la fine del 2007; invita la Commissione a garantire che tali delegazioni divengano operative senza ulteriore indugio;

50.   ritiene che sia estremamente importante accrescere la visibilità del Rappresentante speciale dell'UE per il Caucaso meridionale onde comunicare meglio ai paesi in questione e ai loro cittadini la strategia dell'UE; ritiene che la partecipazione attiva della società civile sia fondamentale al riguardo;

51.   invita la Commissione e il Consiglio a prendere in considerazione la conclusione di nuovi accordi rafforzati con i paesi interessati, sulla base dei risultati conseguiti da ciascuno di essi;

52.   invita i parlamenti dei rispettivi paesi a rafforzare la rappresentanza dell'opposizione parlamentare nelle delegazioni alle commissioni di cooperazione parlamentare e sostiene il potenziamento della cooperazione parlamentare regionale, anche con l'Assemblea parlamentare dell'Organizzazione per la cooperazione economica del Mar Nero e l'Iniziativa parlamentare del Caucaso meridionale;

53.   sottolinea la necessità di utilizzare le organizzazioni multilaterali esistenti per rafforzare l'interazione fra l'Unione europea e i paesi del Caucaso meridionale;

54.   ribadisce la necessità di un coordinamento tra le istituzioni dell'UE e altri attori a livello bilaterale e multilaterale, così da garantire la coerenza tra i piani d'azione e gli impegni assunti nei confronti del Consiglio d'Europa, dell'OSCE, della NATO e delle Nazioni Unite;

55.   sottolinea l'importanza della regione del Caucaso meridionale per l'UE e la necessità che l'attuazione dei vari piani d'azione dell'ENP sia seguita attentamente dal Parlamento;

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56.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, dell' Armenia, dell'Azerbaigian e della Georgia, ai governi della Turchia, degli Stati Uniti e della Federazione russa, nonché al segretario generale delle Nazioni Unite.

(1) GU C 98 E del 23.4.2004, pag. 193.
(2) Testi approvati, P6_TA(2007)0538.
(3) Testi approvati, P6_TA(2007)0413.
(4) Testi approvati, P6_TA(2008)0017.
(5) GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1.

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