Risoluzione del Parlamento europeo del 31 gennaio 2008 sull'Iran
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sull'Iran, in particolare quelle riguardanti il tema nucleare e i diritti dell'uomo, e in particolare le risoluzioni approvate il 13 ottobre 2005(1) e il 17 novembre 2005(2), la sua risoluzione del 15 febbraio 2006 sull'Iran a fronte della comunità internazionale(3) e la sua risoluzione del 25 ottobre 2007 sull'Iran(4),
– viste le conclusioni del Consiglio europeo sull'Iran, in particolare quelle del 14 dicembre 2007,
– viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) 1696 (2006), 1737 (2006) e 1747 (2007) sul programma nucleare iraniano,
– visto il piano di lavoro concordato tra l'Iran e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) del 21 agosto 2007, volto a chiarire temi relativi al programma nucleare dell'Iran (compreso l'allegato INFCIRC/711 alla relazione del Consiglio dei Governatori dell'AIEA (GOV/2007/48) del 30 agosto 2007, intitolato "Attuazione dell'accordo sulle salvaguardie del Trattato di non proliferazione nucleare nella Repubblica islamica dell'Iran"),
– viste le relazioni del Consiglio dei Governatori dell'AIEA e in particolare la relazione (GOV/2007/58) del 15 novembre 2007 intitolata "Attuazione dell'accordo sulle salvaguardie del Trattato di non proliferazione nucleare e pertinenti disposizioni delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza 1737 (2006) e 1747 (2007) della Repubblica islamica dell'Iran,
– vista la relazione di valutazione del National Intelligence Estimate degli Stati Uniti sulle intenzioni e le capacità nucleari dell'Iran (NIE) pubblicata il 3 dicembre 2007 e la dichiarazione fatta a tale proposito dal Direttore generale dell'AIEA, dott. Mohamed Elbaradei (comunicato stampa 2007/22),
– viste le risoluzioni 61/176 del 19 dicembre 2006 e 62/168 del 18 dicembre 2007 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti dell'uomo nella Repubblica islamica dell'Iran, in particolare la seconda,
– vista la risoluzione 62/149 del 18 dicembre 2007 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite su una moratoria sull'uso della pena di morte,
– vista la seconda riunione interparlamentare tra il Parlamento europeo e il Majilis della Repubblica Islamica dell'Iran, svoltasi a Teheran dall'8 al 9 dicembre 2007,
– vista la dichiarazione della Presidenza del Consiglio a nome dell'Unione europea del 25 gennaio 2008 sulle condanne a morte in Iran,
– visto l'articolo 103, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che l'articolo IV del trattato di non proliferazione nucleare (TNP) afferma che nessuna disposizione di tale trattato deve essere considerata come pregiudizievole per il diritto inalienabile delle parti di promuovere la ricerca, la produzione e l'utilizzazione pacifica dell'energia nucleare, senza discriminazione e conformemente alle disposizioni degli articoli I e II di tale trattato,
B. considerando che l'Iran finora non ha sospeso tutte le attività di arricchimento e di ritrattamento e non ha dato attuazione ai protocolli addizionali del TNP, come gli è stato chiesto di fare con le risoluzioni dell'UNSC nn. 1696 (2006), 1737 (2006) e 1747 (2007) per ripristinare la fiducia nella natura interamente pacifica del suo programma,
C. considerando che il dott. ElBaradei, nella suddetta relazione del 15 novembre 2007, ha notato che sono stati fatti progressi nell'attuazione delle salvaguardie dell'AIEA in Iran e che l'Iran ha fornito maggiori informazioni sugli aspetti passati del suo programma nucleare; considerando tuttavia che egli ha sottolineato che è necessaria una maggiore cooperazione per spiegare l'attività corrente, comprese le tracce di uranio altamente arricchito trovate dagli ispettori nei siti nucleari, e che ha sollecitato l'Iran ad attuare il protocollo addizionale quanto prima,
D. considerando che, nei colloqui con il dott. ElBaradei, svoltisi a Teheran il 12 gennaio 2008, i leader iraniani hanno accettato di rispondere entro quattro settimane a tutti gli interrogativi che rimangono aperti circa le passate attività nucleari del paese,
E. considerando che il NIE ha stabilito che l'Iran aveva interrotto nel 2003 il proprio programma di armi nucleari e che fino alla metà del 2007 non l'aveva riavviato, nonostante le preoccupazioni derivanti dall'arricchimento dell'uranio e dal suo potenziale uso futuro per armi nucleari e considerando che, data la pubblicazione della suddetta valutazione del NIE, le azioni militari preventive contro l'Iran prima della fine del mandato del Presidente Bush sono state escluse dalle opzioni possibili,
F. considerando che i leader del G8, nel loro vertice annuale svoltosi dal 6 all'8 giugno 2007 ad Heiligendamm, hanno sottolineato l'importanza di sviluppare e attuare un meccanismo di impostazioni multilaterali al ciclo del combustibile nucleare quale possibile alternativa al perseguimento di attività nazionali di arricchimento e di ritrattamento,
Sui diritti dell'uomo
G. considerando che la situazione nella Repubblica Islamica dell'Iran per quanto concerne l'esercizio dei diritti civili e delle libertà politiche si è deteriorata negli ultimi due anni, specialmente a decorrere dalle elezioni presidenziali del giugno 2005, nonostante l'Iran si sia impegnato a promuovere e a proteggere i diritti dell'uomo e le libertà fondamentali a titolo di vari strumenti internazionali in materia,
H. considerando che il numero delle esecuzioni in Iran, incluse quelle di minori, spesso effettuate mediante impiccagione pubblica, è aumentato notevolmente negli ultimi anni e in particolare nel corso degli ultimi mesi,
I. considerando che sono stati confermati casi di esecuzioni, spesso svolte in pubblico per impiccagione o lapidazione, di torture e maltrattamenti dei prigionieri, di un ricorso sistematico e arbitrario a una detenzione prolungata nelle celle d'isolamento, di detenzioni clandestine, di applicazioni di pene o trattamenti crudeli, disumani e degradanti, tra cui la fustigazione e l'amputazione, e d'impunità delle violazioni dei diritti dell'uomo,
J. considerando che è aumentata la repressione violenta contro gli oppositori politici, gli attivisti per i diritti dell'uomo, i giornalisti, i blogger, gli insegnanti, gli intellettuali, le donne, gli studenti, i sindacalisti e le persone che appartengono a minoranze religiose, etniche, linguistiche o di altro genere,
K. considerando che minoranze quali gli azeri, i sufi e i sunniti, sono sempre più discriminate e perseguitate per la loro appartenenza religiosa o etnica e continuano a subire la repressione dei loro diritti culturali e civili; considerando che i membri di talune minoranze, quali gli ahwazi, i curdi ed i beluchi, rischiano addirittura la tortura e l'esecuzione,
L. considerando che i membri della comunità religiosa dei baha'i non possono praticare il loro culto e sono esposti a gravi persecuzioni e privati virtualmente di tutti i diritti civili (ad esempio i diritti di proprietà e l'accesso ai gradi più alti dell'istruzione), e considerando che i loro luoghi di culto sono oggetto di vandalismi,
M. considerando che numerosi militanti del movimento per i diritti delle donne sono o sono stati perseguiti per il loro impegno nella campagna "Un milione di firme", che cerca di ottenere l'abrogazione delle leggi che discriminano le donne e che ha in programma la presentazione di un milione di firme al parlamento nazionale (Majilis) e considerando che l'Iran ancora non fa parte della Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne,
N. considerando che centinaia di docenti sono stati rimossi dalle loro cattedre con l'accusa di essere troppo secolari e che numerosi studenti sono stati arrestati in seguito a proteste, come quelli partecipanti alle manifestazioni per il giorno nazionale dello studente universitario il 7 dicembre 2007,
O. considerando che il periodo di registrazione dei candidati alle elezioni parlamentari del Majilis nel marzo 2008 si è chiuso il 10 gennaio 2008; considerando che il Ministro degli Interni annuncerà le decisioni a partire dal 22 gennaio 2008 e che il Consiglio dei Guardiani, che controlla la validità delle elezioni conformemente alla Costituzione, ha il diritto di escludere i candidati,
Sulle relazioni Unione europea-Iran
P. considerando che il dialogo comprensivo tra l'Unione europea e l'Iran è stato sospeso dall'Iran nel dicembre 2003 e che dal giugno 2004 non si è svolta nessuna riunione nel quadro del dialogo fra l'Unione europea e l'Iran sui diritti dell'uomo,
Q. considerando che le relazioni tra l'Unione europea e l'Iran negli ultimi anni si sono basate su un'impostazione triplice caratterizzata da negoziati su un accordo di cooperazione e commercio, sul dialogo politico e sul dialogo per i diritti dell'uomo e considerando che questi tre aspetti non possono essere separati,
Sulla questione nucleare
1. ribadisce che i rischi di proliferazione relativi al programma nucleare iraniano continuano a rappresentare una fonte di grave preoccupazione per l'Unione europea e la comunità internazionale, come definito con estrema chiarezza nelle risoluzioni 1696 (2006), 1737 (2006) e 1747 (2007) dell'UNSC; conseguentemente si rammarica del fatto che l'Iran tuttora non rispetti i suoi obblighi internazionali concernenti la sospensione di tutte le attività connesse all'arricchimento e al ritrattamento;
2. esprime il proprio appoggio all'iniziativa Unione europea per trovare una soluzione negoziale di lungo termine sul tema nucleare con l'Iran e sottolinea il ruolo importante che deve essere svolto dall'AIEA;
3. nota i progressi fatti nell'attuazione del piano di lavoro AIEA-Iran e lancia nuovamente un appello all'Iran affinché ripristini la trasparenza del suo programma nucleare fornendo risposte complete, chiare e credibili all'AIEA, trovi una soluzione a tutte le questioni in sospeso e alle preoccupazioni relative a tale programma, compresi gli argomenti che potrebbero avere una dimensione militare, applichi pienamente le disposizioni dell'accordo di salvaguardia generale, incluse le sue norme supplementari, e ratifichi e attui il Protocollo addizionale;
4. ribadisce il suo pieno sostegno alle risoluzioni dell'UNSC approvate a norma dell'articolo 41, capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite; appoggia le suddette conclusioni del Consiglio europeo del 14 dicembre 2007; accoglie con favore l'accordo conseguito in occasione della riunione dei ministri degli Esteri dei membri permanenti dell'UNSC e della Germania, con la partecipazione dell'Alto Rappresentante dell'Unione europea per la politica estera e di sicurezza comune (PESC), in occasione dell'incontro tenutosi a Berlino il 22 gennaio 2008 su un nuovo progetto di risoluzione sull'Iran che prevede ulteriori iniziative e plaude altresì all'approccio comune in materia mantenuto dalla comunità internazionale;
5. ribadisce la sua posizione secondo la quale è possibile una soluzione all'attuale escalation sul tema nucleare e non bisogna prendere in considerazione nessuna azione militare; manifesta il suo appoggio agli sforzi del dott. ElBaradei, volti a risolvere i problemi pendenti con l'Iran entro il marzo 2008; invita l'amministrazione degli Stati Uniti e tutti gli altri attori coinvolti a rinunciare a qualsiasi retorica sulle opzioni militari e su politiche che prevedano un cambiamento di regime contro l'Iran;
6. nota le recenti conclusioni del NIE sul programma nucleare militare e civile iraniano; ritiene che queste conclusioni confermino la politica dell'Unione europea di un'impostazione duplice volta a convincere diplomaticamente l'Iran ad aderire alla richiesta dell'AIEA di abbandonare il potenziale collegamento militare con il programma civile in modo credibile e controllabile;
7. sollecita pertanto l'Iran ad avviare senza indugio un nuovo round di negoziati sul futuro orientamento del proprio programma nucleare e a sospendere tutte le attività relative all'arricchimento; invita gli Stati Uniti, a seguito del loro successo diplomatico nei negoziati con la Corea del Nord, a partecipare direttamente ai negoziati con l'Iran insieme all'Unione europea in quanto si trova in una posizione tale da offrire garanzie di sicurezza addizionali, in particolare in un quadro multilaterale gestito dall'AIEA a Vienna;
8. chiede passi credibili verso un disarmo nucleare multilaterale grazie ad un rafforzamento del TNP ed invita l'Unione europea a dare l'esempio ponendo fine all'attuale ristagno dei negoziati sul disarmo nucleare;
9. sottolinea l'importanza della cooperazione con gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, i paesi non allineati perché prendano in esame opzioni complementari al fine di giungere ad un accordo globale con l'Iran sulle sue strutture nucleari e su un loro uso che tenga conto delle preoccupazioni di sicurezza dell'Iran;
10. ritiene che questo accordo globale debba contribuire a definire un sistema di sicurezza regionale sostenibile che includa l'India, il Pakistan e altre potenze nucleari e ritiene che l'Iran debba assumersi le proprie responsabilità quale attore regionale;
11. chiede alla comunità internazionale di riflettere seriamente e di agire con urgenza per la creazione di un nuovo quadro multilaterale per l'utilizzazione dell'energia nucleare garantendo la fornitura di combustibili nucleari e minimizzando al tempo stesso il rischio della proliferazione come proposto dall'AIEA;
Sui diritti dell'uomo
12. esprime la propria profonda preoccupazione circa il deterioramento della situazione dei diritti dell'uomo in Iran nel corso degli ultimi anni; chiede alle autorità iraniane di onorare i loro obblighi conformemente ai requisiti internazionali in materia di diritti dell'uomo e agli strumenti ratificati dall'Iran, promuovendo i valori universali e garantendo a tutte le persone il diritto di esercitare i propri diritti civili e le libertà politiche e ricorda la sua summenzionata risoluzione del 25 ottobre 2007 in materia;
13. condanna fermamente le sentenze capitali e le esecuzioni in Iran, in particolare quelle imposte o eseguite contro delinquenti giovanili o minorenni, e sollecita le autorità iraniane a rispettare le garanzie normative riconosciute a livello internazionale per i minori, quali la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo;
14. è profondamente preoccupato dall'aumento drammatico della repressione dei movimenti della società civile in Iran registrato l'anno scorso; chiede alle autorità iraniane di porre termine alla dura repressione contro i difensori dei diritti delle donne, gli attivisti della campagna "Un milione di firme", i movimenti studenteschi, i difensori dei diritti delle minoranze, gli intellettuali, gli insegnanti, i giornalisti, i blogger e i sindacalisti– in particolare Mansour Osanloo e Mahmoud Salehi – e chiede il rilascio di tutte le persone che sono state imprigionate per aver pacificamente espresso le proprie convinzioni;
15. protesta con veemenza contro l'esecuzione in Iran il 30 gennaio 2008 alle 4 del mattino, ora locale, dell'attivista Ahwazi Zamel Bawi, il diciannovesimo attivista Ahwazi ad essere ucciso negli ultimi dodici mesi, e sollecita il governo iraniano a desistere dall'eseguire la condanna a morte del cittadino olandese e attivista dei diritti umani Faleh Abdulah al-Mansouri e dei rifugiati UNHCR Rasoul Ali Mazrea e Said Saki, per i quali è stato assicurato un trasferimento in Norvegia, e a permettere loro di procedere verso i propri paesi di cittadinanza o rifugio; chiede inoltre il rilascio dei giornalisti curdi Abdolvahed 'Hiwa' Butimar e Adnan Hassanpour, che sono stati condannati a morte;
16. esorta le autorità iraniane ad eliminare, de jure e de facto, tutte le forme di tortura, incluse le esecuzioni estremamente disumanee le pene o trattamenti crudeli, disumani e degradanti, a rispettare il diritto a un giusto processo e a cessare l'impunità per le violazioni dei diritti dell'uomo; chiede alle autorità iraniane di modificare con urgenza il codice penale per trasformare la moratoria sulla lapidazione in un divieto definitivo;
17. si compiace della suddetta risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite 62/149 che chiede l'introduzione di una moratoria globale quale passo verso l'abolizione della pena di morte; invita l'Iran ad applicare la risoluzione adottata recentemente sulla moratoria a tutte le esecuzioni;
18. esorta le autorità iraniane a rispettare le garanzie normative riconosciute a livello internazionale in merito alle minoranze religiose, etniche, linguistiche o di altro genere, siano esse riconosciute o meno; condanna fermamente l'attuale mancato rispetto dei diritti delle minoranze e chiede che le minoranze possano esercitare tutti i diritti sanciti dalla costituzione iraniana e dal diritto internazionale; sollecita le autorità iraniane ad agire in termini costituzionali e ad eliminare, de jure e de facto, tutte le forme di discriminazione e le altre violazioni dei diritti dell'uomo contro le persone che appartengono a minoranze religiose, etniche, linguistiche o di altro genere, compresi, tra l'altro, gli arabi, gli azeri, i beluchi, i curdi, i baha'i, i cristiani, gli ebrei, i musulmani sufi e sunniti; invita in particolare a eliminare il divieto di fatto di praticare la fede baha'i;
19. condanna la repressione contro gli oppositori politici, gli attivisti per i diritti dell'uomo, i giornalisti, i blogger, gli insegnanti, gli intellettuali, le donne, gli studenti, i sindacalisti e le persone che appartengono a minoranze religiose, etniche, linguistiche o di altro genere; sollecita le autorità iraniane a porre fine alle molestie, alle intimidazioni e alla persecuzione dei suddetti cittadini e a liberare incondizionatamente tutti i prigionieri politici;
20. chiede al Consiglio e alla Commissione di continuare il loro esame della situazione dei diritti dell'uomo in Iran e di presentare al Parlamento, nella prima metà del 2008, una relazione esaustiva in materia, comprendente proposte di progetti che potrebbero essere finanziati nell'ambito dello strumento europeo per la democrazia e i diritti umani;
21. esprime il proprio sostegno a tutte le forze politiche democratiche e della società civile, in particolare le associazioni delle donne e degli studenti che in Iran si battono in modo non violento, nonostante la crescente repressione, per la democrazia e i diritti dell'uomo;
22. si attende dalle autorità iraniane che esercitino la propria responsabilità per quanto riguarda la procedura di controllo dei candidati elettorali alle prossime elezioni nazionali in modo tale da garantire che tali elezioni siano libere e giuste;
Sulle relazioni Unione europea-Iran
23. sottolinea che la possibile futura conclusione di un accordo di cooperazione e commercio tra l'Unione europea e l'Iran dipende dal miglioramento sostanziale della situazione dei diritti dell'uomo in Iran, dalla piena cooperazione dell'Iran con l'AIEA e dalla garanzia obiettiva fornita dall'Iran in merito alla natura pacifica del proprio programma nucleare;
24. prende atto della decisione del 30 novembre 2007 della commissione britannica d'appello relativa alle organizzazioni vietate (Proscribed Organisations Appeal Commission) di chiedere al Ministro dell'interno britannico di rimuovere immediatamente l'OMPI dall'elenco delle organizzazioni vietate;
25. prende nota della decisione del 12 dicembre 2006 del Tribunale europeo di primo grado della Comunità europea(5);
26. chiede alla Commissione di trasmettere una comunicazione sulla situazione e sulle prospettive delle relazioni tra l'Unione europea e l'Iran e sollecita con fermezza entrambe le parti a riavviare il dialogo sui diritti dell'uomo, parallelamente ai negoziati su un accordo di cooperazione e commercio che potrebbe essere concluso se l'Iran facesse progressi essenziali nel settore dei diritti dell'uomo e del tema nucleare;
27. invita la Commissione a istituire una delegazione in Iran al fine di promuovere il dialogo con le autorità e la società civile e di intensificare i contatti riguardanti, in particolare, l'aiuto ai profughi, la lotta contro il traffico di stupefacenti;
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28. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, all'Alto Rappresentante della PESC, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, ai Presidenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, al direttore generale dell'AIEA, al Capo della Corte Suprema statale dell'Iran nonché al governo e al parlamento della Repubblica Islamica dell'Iran.