Risoluzione del Parlamento europeo del 24 aprile 2008 sui preparativi in vista delle riunioni COP-MOP sulla diversità biologica e la biosicurezza che si terranno a Bonn (Germania)
Il Parlamento europeo,
– vista la 9a conferenza delle parti (COP 9) della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (CDB), che si terrà dal 19 al 30 maggio 2008 a Bonn (Germania),
– vista la 4a riunione delle Parti (MOP 4) del Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, che si terrà dal 12 al 16 maggio 2008 a Bonn, Germania,
– vista la sua risoluzione del 22 maggio 2007 dal titolo "Arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010"(1),
– visto l'articolo 108, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando che la CDB rappresenta il più ampio accordo globale sulla protezione della biodiversità, vertente sulla conservazione e sull'uso sostenibile della biodiversità e sulla condivisione giusta ed equa dei benefici derivanti dall'uso di risorse genetiche, e considerando che è stata firmata da 190 parti, inclusi i 27 Stati membri dell'Unione europea e la Comunità europea,
B. considerando che le parti della CDB si sono impegnate a ridurre considerevolmente il tasso di perdita di biodiversità entro il 2010 e ad instaurare una rete mondiale di zone protette terrestri (entro il 2010) e marine (entro il 2012),
C. considerando che la credibilità della CDB dipenderà dalla sua capacità di raggiungere questi obiettivi,
D. considerando che la credibilità dell'Unione europea nel contesto della CDB è compromessa dall'insufficiente attuazione della sua legislazione e delle sue politiche interne in materia di biodiversità, come le direttive "Uccelli(2)" e "Habitat"(3), dall'insufficiente lavoro pratico svolto per tenere fede all'impegno di arrestare entro il 2010 la perdita di biodiversità nel suo territorio, dalla sua riluttanza ad entrare in negoziati sulla base di un testo relativo a uno strumento giuridicamente vincolante sull'accesso e la distribuzione equa dei benefici e dalla sua resistenza a fornire fondi nuovi e aggiuntivi destinati all'attuazione della CDB nei paesi in via di sviluppo,
E. considerando che la perdita di biodiversità forestale, i tassi di deforestazione e le perturbazioni climatiche hanno raggiunto proporzioni tali che non si può attendere fin oltre il 2012 per prendere misure significative volte ad affrontare il fenomeno della deforestazione e del degrado delle foreste,
F. considerando la necessità di colmare significative lacune attuative nei programmi di lavoro della CDB,
G. considerando che l'ultima conferenza delle parti della CDB ha compiuto progressi a favore del rafforzamento del ruolo dei rappresentanti delle popolazioni indigene e delle comunità locali nei futuri negoziati sull'accesso e la ripartizione dei benefici e del loro diritto a determinare le priorità sui propri territori, quale definito nella dichiarazione delle Nazioni Unite 2007 sui diritti delle popolazioni indigene,
H. considerando che, all'ultima riunione della conferenza delle parti della CDB, le parti sono state invitate a intensificare gli sforzi per migliorare l'applicazione della normativa in materia forestale e ad affrontare la questione del relativo commercio,
I. considerando che l'ultima riunione delle parti della CDB ha ribadito l'applicazione del principio di precauzione per quanto concerne il ricorso alla tecnologia di restrizione dell'uso genetico (Genetic Use Restriction Technology) e raccomandato che non vengano approvati le sperimentazioni sul terreno e l'utilizzo commerciale,
J. considerando che il cambiamento climatico non farà che aggravare la situazione per quanto riguarda la diversità biologica mondiale, comportando il degrado degli ecosistemi e l'estinzione di talune specie nonché ripercussioni sullo sviluppo umano e sull'eliminazione della povertà,
K. considerando che, secondo le stime, circa il 20% delle emissioni di carbonio nel mondo è causato dalla deforestazione e dal degrado delle foreste,
L. considerando che la CDB e la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) forniscono il quadro giuridico internazionale che disciplina la protezione dell'ambiente marino nel suo insieme; considerando che ancora non esiste alcun accordo globale e giuridicamente vincolante che garantisca che gli impegni esistenti siano sistematicamente applicati a tutte le zone marittime, comprese le acque internazionali di alto mare,
M. considerando che la CDB ha un ruolo primario nel sostenere il lavoro dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA) relativo alle aree marine protette al di là della giurisdizione nazionale, fornendo informazioni e consulenza scientifiche e, ove necessario, tecniche sulla diversità biologica marina,
1. è profondamente preoccupato per la continua perdita di biodiversità e per la sempre crescente impronta ecologica dell'Unione europea, le cui ripercussioni sulla biodiversità si estendono ben oltre le frontiere dell'Unione europea;
2. invita la Commissione e gli Stati membri a dar prova di leadership e di convinzione accordandosi su misure concrete di protezione della biodiversità, sia a livello interno che internazionale, e agevolandone l'applicazione;
3. invita gli Stati membri, la Commissione e le altre parti alla CDB a costituire un panel scientifico internazionale sulla biodiversità incaricato di consigliare le parti della Convenzione e di effettuare una mappatura globale esauriente delle aree di elevato valore in termini di conservazione;
4. riconosce il contributo della rete europea delle aree protette Natura 2000, che rappresenta il perno degli sforzi che compie l'Unione europea per ottemperare ai propri impegni internazionali ed interni in materia di biodiversità, nonché il suo importante contributo alla rete mondiale delle aree protette; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire la piena attuazione delle direttive "Uccelli" e "Habitat" e si oppone risolutamente a qualsiasi tentativo volto ad indebolire la protezione consentita da tali direttive;
5. ritiene che il dibattito in seno alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra causate dalla deforestazione e dal degrado delle foreste nei paesi in via di sviluppo debba ispirarsi alla CDB e assicurare coerenza con gli obiettivi della CDB e l'obiettivo di preservare la biodiversità forestale;
6. invita inoltre a potenziare gli sforzi intesi a migliorare le sinergie tra la CDB, la Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta alla desertificazione (UNCCD) e la UNFCCC nel settore della mitigazione e dell'adattamento ai cambiamenti climatici;
7. sollecita la Commissione e gli Stati membri a:
–
garantire che le decisioni prese dalla COP 9 siano orientate verso l'applicazione del programma di lavoro della CDB sulle aree protette e il rafforzamento dell'attuazione per raggiungere gli obiettivi del 2010, in particolare per quanto riguarda il programma di lavoro della CDB sulla diversità biologica forestale,
–
sostenere finanziariamente l'iniziativa LifeWeb, intesa a coniugare gli impegni volontari delle parti per la designazione e la gestione delle aree protette con gli impegni volontari dei donatori per un finanziamento e un cofinanziamento mirato,
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svolgere un ruolo di primo piano nei negoziati ai fini dell'adozione di un regime internazionale di accesso e di ripartizione dei benefici delle risorse genetiche che sia giusto, equo e giuridicamente vincolante; reputa essenziale che la COP 9 progredisca nell'identificazione degli elementi principali del sistema internazionale di accesso e ripartizione dei benefici e garantisca la piena conformità con la legislazione nazionale dei paesi fornitori al fine di assicurare misure efficaci contro la biopirateria,
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rafforzare le sinergie e i collegamenti fra l'UNFCCC e la CDB al fine di massimizzare i benefici comuni in termini di attenuazione del cambiamento climatico, di protezione della biodiversità e di sviluppo umano sostenibile,
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ritenere che una delle massime priorità della COP 9 dovrebbe essere quella di preservare la biodiversità e garantirne un uso sostenibile,
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far riconoscere la necessità vitale di una gestione e di un finanziamento efficaci delle aree protette e della loro rete e fare adottare meccanismi finanziari innovativi e permanenti in quanto mezzi per contribuire alla conservazione e all'uso sostenibile della biodiversità,
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compiere una valutazione d'impatto a livello dell'Unione europea sulla siccità e la penuria d'acqua causate dal cambiamento climatico e sui loro effetti sugli habitat selvatici, mettendo l'accento sulle zone in cui nidificano gli uccelli migratori e promuovendo la cooperazione internazionale per proteggere gli uccelli migratori e le paludi stagionali che forniscono loro acqua e cibo,
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garantire che la COP 9 inviti le parti ad avviare una discussione e ad accordarsi su principi e criteri comuni di buona gestione forestale, basandosi sul progresso già realizzato nei vari processi regionali per l'applicazione delle normative, il governo e il commercio nel settore forestale (Forest Law Enforcement, Governance and Trade) FLEG/T e con il trattato amazzonico,
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garantire che la COP 9 si accordi affinché le parti avviino discussioni volte a introdurre un meccanismo mondiale di regolamentazione della raccolta e del commercio di legname al fine di combattere il disboscamento illegale e promuovere l'uso sostenibile delle risorse forestali, e che la COP 9 inviti le parti ad adottare una normativa nazionale che impedisca la vendita di legname e di prodotti del legno provenienti dall'abbattimento illegale e distruttivo,
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garantire che la COP 9 raccomandi alle parti di integrare ulteriormente le conseguenze del cambiamento climatico sulla biodiversità forestale e le attività di risposta sia nelle strategie e nei piani d'azione nazionali a favore della biodiversità che nei programmi forestali nazionali e in altre strategie correlate alle foreste, nonché di sostenere la ricerca per poter meglio comprendere l'impatto del cambiamento climatico sulla biodiversità forestale,
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garantire una più rapida attuazione degli impegni esistenti a favore di una migliore conservazione e gestione sostenibile della biodiversità marina al fine di proteggere la biodiversità marina da pratiche distruttive,
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garantire che la COP 9 adotti l'insieme dei criteri scientifici proposti per l'identificazione delle aree marine da proteggere e per la creazione di reti rappresentative di aree marine protette, come raccomandato dal Seminario di esperti sui criteri ecologici e i sistemi di classificazione biogeografici per le aree marine da proteggere,
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garantire che la COP 9 raccomandi alle parti di operare a favore di una gestione integrata della biodiversità marina nelle zone che non rientrano nella giurisdizione nazionale, al fine di applicare i criteri concordati e di estendere le reti nazionali e regionali delle aree marine protette alle acque internazionali che non rientrano nella giurisdizione nazionale,
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incoraggiare gli Stati ad avviare negoziati su un accordo di attuazione della Convenzione UNCLOS per la protezione della biodiversità marina nelle zone che non rientrano in una giurisdizione nazionale, così da garantire una gestione integrata a lungo termine,
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fare in modo che la COP 9 adotti una decisione finale che metta al bando tutte le tecnologie "terminator" e concordi una moratoria sull'emissione nell'ambiente, incluse le sperimentazioni sul terreno, e l'uso commerciale di alberi geneticamente modificati,
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garantire che la COP 9 renda disponibili le raccomandazioni sulla biodiversità marina e costiera del seminario di esperti summenzionato al gruppo di lavoro ad hoc informale ed aperto dell'UNGA,
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svolgere un ruolo di spicco nel quadro della riunione delle parti del Protocollo di Cartagena, così da garantire l'attuazione di un regime di responsabilità giuridicamente vincolante dotato di un ampio ambito di applicazione,
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garantire che la COP9 affronti con urgenza gli effetti negativi della produzione di biomassa a fini energetici, segnatamente della produzione di agrocombustibili, sulla biodiversità e sulle comunità indigene e locali,
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promuovere l'attuazione completa dei principi guida CDB sulle specie estranee e invasive e a tal riguardo adottare la normativa dell'Unione uropea per garantire un approccio globale contro le minacce costituite dalle specie estranee e invasive per gli habitat e le specie dell'Unione europea,
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promuovere l'attuazione del programma di lavoro sulle aree protette, con particolare riferimento al suo obiettivo 2.2, inteso a rafforzare e assicurare l'impegno delle comunità indigene e locali e delle parti in causa nella designazione e gestione delle aree protette, compresi la promozione della sensibilizzazione sulle attività di mitigazione e adattamento e il rafforzamento della cooperazione tra le amministrazioni e i proprietari terrieri,
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incoraggiare e sostenere sistemi di certificazione per una silvicoltura sostenibile e altre colture, fra cui i biocombustibili, e l'impianto di alberi in zone destinate all'allevamento;
8. accoglie con favore l'iniziativa presa dalla COP9 di organizzare un dialogo ad alto livello con parlamentari e dà il proprio sostegno ad una partecipazione di questi ultimi in quanto gruppo principale nella messa in atto efficace dei tre obiettivi della Convenzione;
9. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti delle parti della CDB.