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Procedura : 2007/2206(INI)
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A6-0165/2008

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Mercoledì 21 maggio 2008 - Strasburgo
Donne e scienza
P6_TA(2008)0221A6-0165/2008

Risoluzione del Parlamento europeo del 21 maggio 2008 su donne e scienza (2007/2206(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la risoluzione del Consiglio del 20 maggio 1999 su donne e scienza(1),

–   vista la risoluzione del Consiglio del 26 giugno 2001 su scienza e società e donne e scienza(2),

–   vista la risoluzione del Consiglio del 27 novembre 2003 sulla parità di accesso e di partecipazione delle donne e degli uomini alla società dei saperi per la crescita e l'innovazione(3),

–   viste le conclusioni del Consiglio del 18 aprile 2005 sul rafforzamento delle risorse umane nella scienza e nella tecnologia all'interno dello Spazio europeo della ricerca,

–   vista la decisione n. 1982/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, concernente il settimo programma quadro della Comunità europea per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (2007-2013)(4) (7PQ),

–   vista la direttiva 2002/73/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 settembre 2002, che modifica la direttiva 76/207/CEE del Consiglio relativa all'attuazione del principio della parità di trattamento tra gli uomini e le donne per quanto riguarda l'accesso al lavoro, alla formazione e alla promozione professionali e le condizioni di lavoro(5),

–   vista la comunicazione della Commissione del 4 dicembre 2001dal titolo "Piano d'azione scienza e società" (COM(2001)0714),

–   visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione dal titolo "Le donne e la scienza: eccellenza ed innovazione – Uguaglianza tra uomini e donne nella scienza" (SEC(2005)0370),

–   visti il Libro verde della Commissione dal titolo "Nuove prospettive per lo Spazio europeo della ricerca" (COM(2007)0161) e il relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione (SEC(2007)0412),

–   vista la sua risoluzione del 3 febbraio 2000 sulla comunicazione della Commissione dal titolo "Donne e scienza - Mobilitare le donne per arricchire la ricerca europea"(6),

–   vista la sua risoluzione del 9 marzo 2004 sulla conciliazione della vita professionale, familiare e privata(7),

–   viste la comunicazione della Commissione del 1° marzo 2006 dal titolo "Una tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010" (COM(2006)0092) e la relativa risoluzione del Parlamento europeo del 13 marzo 2007(8),

–   vista la sua risoluzione del 19 giugno 2007 su un quadro regolamentare per misure di conciliazione della vita familiare e degli studi per le giovani donne nell'Unione europea(9),

–   vista la sua risoluzione del 27 settembre 2007 sulla parità tra donne e uomini nell'Unione europea - 2007(10),

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere e il parere della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (A6-0165/2008),

A.   considerando che la ricerca rappresenta un settore cruciale per lo sviluppo economico dell'Unione europea e che l'Unione europea deve assumere altri 700 000 ricercatori nell'ambito della realizzazione della strategia di Lisbona per la crescita e lo sviluppo,

B.   considerando che le ricercatrici rappresentano una minoranza all'interno dell'Unione europea, corrispondente, in media, al 35% dei ricercatori impegnati nel settore pubblico e dell'istruzione superiore e soltanto al 18% dei ricercatori occupati nel settore privato,

C.  considerando che è comunemente accettato che la diversità stimola la creatività in ambiente aziendale e che si potrebbe affermare che ciò vale anche per la ricerca,

D.  D considerando che la percentuale di donne che occupano incarichi accademici di massimo livello di rado supera il 20% e che per gli uomini le probabilità di ottenere una cattedra o un posto equivalente sono tre volte maggiori rispetto a quelle delle donne,

E.   considerando l'ancora scarsa disponibilità di dati ripartiti per sesso relativi a qualifiche, campo scientifico ed età dei ricercatori anche negli Stati membri,

F.   considerando che le ricercatrici incontrano maggiori difficoltà nel conciliare l'attività lavorativa con la vita familiare rispetto ai colleghi maschi,

G.   considerando la mancanza ancora significativa di donne in posizioni di responsabilità nel settore scientifico,

H.   considerando che le donne non sono sufficientemente rappresentate nell'ambito degli organi decisionali delle università ai fini dell'attuazione di una politica di genere equilibrata,

I.   considerando che nella maggioranza dei paesi la percentuale di donne presenti nei comitati scientifici non ha raggiunto la parità,

J.   considerando che uno dei settori prioritari dell'azione dell'Unione europea nel quadro della citata tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010 è costituito dalla pari rappresentanza nel processo decisionale, con un obiettivo del 25% di donne in posizioni di responsabilità nel settore della ricerca pubblica, da raggiungere entro il 2010,

K.   considerando che il Consiglio europeo per la ricerca (CER), con soltanto 5 donne su 22 membri del Consiglio scientifico, non ha raggiunto un equilibrio in materia di genere,

L.   considerando che, nonostante le donne rappresentino più del 50% degli studenti dell'UE e conseguano il 43% dei diplomi di dottorato di ricerca, ricoprono, in media, soltanto il 15% degli incarichi accademici di alto livello e godono pertanto di un'influenza considerevolmente più limitata in termini di posizioni decisionali nel settore della ricerca,

M.  considerando che la relazione della Commissione del 2008 dal titolo "La mappatura del labirinto: assumere più donne ai vertici della ricerca" dimostra che per quanto le corrette procedure di valutazione e promozione siano strumenti necessari, queste da sole non sono sufficienti, mentre occorre un cambiamento di mentalità nel campo della ricerca per migliorare l'equilibrio di genere a livello decisionale,

N.   considerando che il 7PQ non prevede misure obbligatorie in materia di genere per i progetti proposti,

O.   considerando che, secondo alcuni studi, i sistemi di valutazione e selezione esistenti non sono neutrali da un punto di vista di genere,

1.   porta all'attenzione degli Stati membri il fatto che i sistemi di istruzione nell'Unione europea continuano ad alimentare stereotipi di genere, in particolare in settori di ricerca come le scienze naturali;

2.   ritiene che sia della massima importanza promuovere quanto prima possibile la scienza come settore di interesse per i due sessi; esorta a tenere conto di questo principio nella pianificazione del materiale educativo e nella formazione degli insegnanti; incoraggia le università e le facoltà ad analizzare i loro sistemi di selezione, al fine di individuare eventuali discriminazioni implicite di genere e procedere alle necessarie correzioni;

3.   rileva che una percentuale eccessivamente elevata di donne abbandona la carriera scientifica nel corso degli anni; ritiene che tale fenomeno, che è spesso stato descritto con il modello del "tubo che perde" (leaking pipeline), debba essere analizzato in base a differenti modelli, tra cui quello "dei fattori di attrazione e di espulsione"; invita le autorità competenti a tener conto, nel proporre soluzioni, di differenti fattori, come l'ambiente di lavoro, gli stereotipi professionali, la concorrenza, i requisiti di mobilità e le responsabilità familiari;

4.   rileva che l'approccio tradizionale alla valutazione del "livello di eccellenza" e dei "risultati" in termini, tra l'altro, di numero di pubblicazioni, può non essere neutrale dal punto di vista del genere, che è invece restrittivo e non tiene conto né delle risorse disponibili, quali fondi, spazio, attrezzature e personale, né delle qualità essenziali in ogni ricercatore, come la capacità di organizzare e tenere unita un'équipe di ricerca o di formare giovani componenti dell'équipe;

5.   invita la Commissione e gli Stati membri a tenere debitamente conto nelle definizioni di "eccellenza" e di "buon ricercatore" delle differenze tra carriera scientifica tipicamente femminile e maschile; sottolinea che le ricercatrici danno un contributo al mondo della ricerca con prospettive e scelte di argomenti di ricerca differenti;

6.   lamenta il fatto che le interruzioni dell'attività scientifica femminile legate a motivi familiari abbiano ricadute negative sulle opportunità di carriera delle donne, dal momento che la maggior parte dei loro colleghi maschi non sono costretti a sospendere la loro attività e quindi raggiungono posizioni di livello simile in più giovane età, trovandosi avvantaggiati nelle future prospettive di carriera; invita pertanto a considerare l'età come un criterio di eccellenza insieme alla situazione familiare, compreso il numero di persone a carico del ricercatore; invita, inoltre, tutti gli enti di ricerca e le università dell'UE a istituire borse per studi di dottorato in conformità delle disposizioni nazionali per il congedo per maternità;

7.   sottolinea che i limiti di età per l'assegnazione di borse di studio si ripercuotono negativamente sui giovani che si prendono cura di persone a carico, e che nella maggior parte dei casi sono donne; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri a garantire, in tali circostanze, l'introduzione di misure legislative che correggano una simile anomalia, ad esempio aggiungendo un anno alla scadenza prevista per le domande per ogni anno di cura di una persona a carico;

8.   rileva che la mobilità è uno dei fattori fondamentali per lo sviluppo e la certezza di una crescita professionale nel settore della ricerca, che può essere difficile da conciliare con la vita familiare, e che si debbano quindi adottare misure politiche adeguate per rendere tale situazione più fattibile;

9.  sottolinea il ruolo delle infrastrutture nel facilitare un equilibrio sostenibile tra lavoro e vita privata, nonché l'importanza di accrescere la sicurezza della carriera scientifica;

10.  invita la Commissione e gli Stati membri a migliorare la situazione attraverso un'integrazione del punto di vista familiare nel quadro generale, ricorrendo alla possibilità di orari di lavoro flessibili, di migliori strutture per l'assistenza all'infanzia nonché dell'accessibilità delle prestazioni previdenziali a livello transnazionale; sollecita condizioni per quanto concerne i congedi parentali che consentano davvero a uomini e donne la libertà di scelta; sottolinea che conciliare la vita familiare con l'attività lavorativa è una responsabilità che riguarda sia gli uomini che le donne;

11.  prende atto che la summenzionata relazione della Commissione 2008 dal titolo "La mappatura del labirinto: assumere più donne ai vertici della ricerca'conclude che l'impegno al vertice è fondamentale per la realizzazione della parità di genere nel campo della ricerca e che tale impegno deve esprimersi a livello nazionale e istituzionale;

12.   invita gli Stati membri ad analizzare i fattori che scoraggiano la presenza delle donne in incarichi di alto livello nelle università e in seno alle autorità competenti per l'istruzione, riducendo pesantemente la loro influenza nel processo decisionale nel campo della ricerca nell'Unione europea, nonché a proporre soluzioni adeguate;

13.   incoraggia le università, gli istituti di ricerca e le imprese private ad adottare e attuare strategie di parità all'interno delle loro organizzazioni nonché a condurre valutazioni d'impatto di genere nell'ambito dei processi decisionali;

14.  invita la Commissione ad avviare iniziative di sensibilizzazione all'interno della comunità scientifica, nonché tra i decisori politici sul tema delle pari opportunità nella scienza e nella ricerca;

15.   invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare procedure di selezione più trasparenti e a prevedere l'obbligo di garantire un equilibrio di genere nelle commissioni di valutazione e selezione nonché in tutte le altre commissioni e nei gruppi di esperti nominati attraverso quote non obbligatorie di almeno un 40% di donne e un 40% di uomini;

16.  critica l'obiettivo poco ambizioso e insufficiente del 25% di donne in posizioni di responsabilità nel settore della ricerca pubblica fissato dall'UE e rammenta alla Commissione e agli Stati membri che la parità di genere implica una rappresentanza femminile pari ad almeno il 40%;

17.   invita la Commissione a far sì che si presti attenzione alla partecipazione delle donne nell'ambito di programmi di ricerca scientifica, fornendo una formazione mirata alla consapevolezza di genere a quanti hanno incarichi decisionali, ai membri di commissioni consultive e di valutazione e ai responsabili dell'elaborazione di bandi e offerte di gara e dello svolgimento delle trattative contrattuali;

18.   invita la Commissione a garantire una valutazione positiva della presenza equilibrata di uomini e donne nelle offerte presentate a titolo del 7PQ; esorta gli Stati membri a introdurre le stesse disposizioni nei loro programmi nazionali e regionali;

19.  ritiene che i piani di azione di genere, previsti dalla fase di proposta e valutazione del 7PQ siano un elemento essenziale della strategia generale d'integrazione delle questioni di genere e della politica per l'uguaglianza di genere dell'Unione europea; ritiene pertanto che essi debbano continuare a far parte integrante dei finanziamenti UE per la ricerca;

20.   crede fermamente alla necessità di introdurre misure specifiche in materia di assunzione, formazione e pubbliche relazioni, al fine di promuovere e incoraggiare una maggiore partecipazione delle donne in settori come le tecnologie, la fisica, l'ingegneria, l'informatica e altri campi;

21.   invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure positive al fine di incoraggiare le ricercatrici e a sviluppare ulteriormente programmi di sostegno e tutoraggio, nonché politiche di promozione con obiettivi precisi; rileva che lo sviluppo di strutture di sostegno nell'orientamento alla carriera e servizi di consulenza rivolti, tra l'altro, alle scienziate produrrebbero risultati particolarmente positivi;

22.   invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare politiche efficaci volte a eliminare il divario retributivo basato sul genere; sottolinea che, nel settore della scienza, il principio della parità di retribuzione deve riguardare anche le borse di studio e i sussidi;

23.  invita la Commissione e gli Stati membri a stanziare fondi di ricerca mirati per le donne al fine di contrastare il sottofinanziamento delle attività di ricerca svolte da queste ultime;

24.   sottolinea quanto sia importante incoraggiare le ragazze ad intraprendere la carriera scientifica e a tale scopo suggerisce alla Commissione e agli Stati membri di promuovere la figura della ricercatrice come modello e di adottare e applicare altre misure che contribuiscano a raggiungere tale obiettivo;

25.   esorta gli Stati membri a promuovere iniziative di sensibilizzazione al fine di informare e incoraggiare le ragazze a frequentare studi e corsi di laurea in campo scientifico e tecnologico; sollecita gli Stati membri a migliorare i processi di condivisione della conoscenza, poiché i vari Stati membri dispongono di modelli molto diversi di scelte di istruzione;

26.   richiama l'attenzione sulla necessità di disporre nelle università di programmi speciali che rafforzino l'interesse di ragazze e donne giovani a intraprendere carriere scientifiche;

27.   invita la Commissione e gli Stati membri a istituire programmi di formazione e sostegno delle giovani scienziate riguardo alla partecipazione a programmi di ricerca e alla presentazione di domande di sovvenzione al fine di aiutarle a restare nel campo accademico e della ricerca;

28.   plaude alle attività svolte dalle organizzazioni non governative e delle agenzie a livello europeo e nazionale per accrescere la partecipazione femminile nel settore scientifico e aumentare il numero di scienziate che ricoprono incarichi decisionali;

29.   invita la Commissione e gli Stati membri a rafforzare ulteriormente le reti di ricercatrici a livello nazionale, regionale ed europeo, in quanto tali reti sono state definite uno strumento fondamentale attraverso il quale potenziare il ruolo delle donne, allo scopo di spingere un maggior numero di esse ad intraprendere la carriera scientifica e incoraggiare le attuali ricercatrici a partecipare al dibattito politico e a migliorare la loro crescita professionale;

30.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1) GU C 201 del 16.7.1999, pag. 1.
(2) GU C 199 del 14.7.2001, pag. 1.
(3) GU C 317 del 30.12.2003, pag. 6.
(4) GU L 412 del 30.12.2006, pag. 1.
(5) GU L 269 del 5.10.2002, pag. 15.
(6) GU C 309 del 27.10.2000, pag. 57.
(7) GU C 102 E del 28.4.2004, pag. 492.
(8) GU C 301 E del 13.12.2007, pag. 56.
(9) Testi approvati, P6_TA(2007)0265.
(10) Testi approvati, P6_TA(2007)0423.

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