Risoluzione del Parlamento europeo del 22 maggio 2008 sull'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari nell'Unione europea e nei paesi in via di sviluppo
Il Parlamento europeo,
– vista la celebrazione, quest'anno, del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che contempla, all'articolo 25, paragrafo 1, il diritto all'alimentazione,
– visti le conclusioni del Vertice mondiale sull'alimentazione del 1996 e l'obiettivo di dimezzare, entro il 2015, il numero delle persone che soffrono la fame,
– visti gli obblighi contenuti nel Patto internazionale delle Nazioni Unite sui diritti economici, sociali e culturali, segnatamente l'articolo 11 che sancisce il diritto all'alimentazione, Patto di cui tutti gli Stati membri dell'Unione europea sono Stati parte,
– vista la sessione speciale del Consiglio sui diritti dell'uomo delle Nazioni Unite che sarà dedicata a "L'impatto negativo dell'aggravarsi della crisi alimentare mondiale, causata fra l'altro dall'impennata dei prezzi dei prodotti alimentari, sulla realizzazione del diritto all'alimentazione", il 22 maggio 2008 a Ginevra,
– vista la dichiarazione comune del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione: "il consenso europeo sull'aiuto umanitario"(1),
– visto l'articolo 33 del trattato CE,
– vista la "verifica dello stato di salute della PAC" attualmente in corso,
– viste le raccomandazioni sulla produzione alimentare mondiale contenute nella recente valutazione delle scienze e tecnologie agricole per lo sviluppo (IAASTD - International Assessment of Agricultural Science and Technology for Development), promossa dall'UNDP (il Programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite), dalla FAO (l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura), dal Gruppo della Banca mondiale e da altri organismi della comunità internazionale e realizzata con il loro sostegno,
– viste le relazioni del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC),
– visti i negoziati del Ciclo di Doha sullo sviluppo attualmente in corso,
– vista la dichiarazione di Kigali del 22 novembre 2007 per gli accordi di partenariato economico (APE) orientati allo sviluppo, adottata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,
– vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2007 sull'aumento dei prezzi dei mangimi e dei prodotti alimentari(2),
– visto l'articolo 103, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che, dopo anni di stagnazione o diminuzione dei prezzi dei prodotti di base, nei 36 mesi precedenti il mese di febbraio 2008 i prezzi mondiali del grano hanno subito un aumento del 181%, che da gennaio 2008 a questa parte i prezzi del riso sono aumentati del 141% e che i prezzi dei prodotti alimentari a livello globale hanno registrato complessivamente un aumento dell'83%,
B. considerando che l'aumento dei prezzi ha ritardato di sette anni la realizzazione degli obiettivi di riduzione della povertà e che, stando ai calcoli del gruppo della Banca mondiale, un rincaro incontrollato dei generi alimentari potrebbe acuire le condizioni di povertà di oltre 100 milioni di persone nei paesi in via di sviluppo,
C. considerando che 854 milioni di persone nel mondo soffrono la fame o la malnutrizione (insicurezza alimentare) e che tale numero aumenta ogni anno di 4 milioni; considerando inoltre che 170 milioni di bambini soffrono di denutrizione e che 5,6 milioni muoiono ogni anno perché malnutriti,
D. considerando che la crisi alimentare attuale è anche conseguenza di un aumento della speculazione sulle materie prime agricole e alimentari,
E. considerando che, secondo la FAO, l'alimentazione rappresenta il 60-80% della spesa per i consumi nei paesi in via di sviluppo e circa il 10-20% nei paesi industrializzati; considerando inoltre che l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari ha conseguenze più pesanti per le famiglie a basso reddito,
F. considerando che, negli ultimi decenni, la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale e l'Organizzazione mondiale del commercio hanno imposto liberalizzazioni commerciali nei paesi in via di sviluppo a seguito delle quali in molti paesi si è affermato un modello dominante di agricoltura su vasta scala orientata verso l'esportazione, a spese di una produzione alimentare locale sostenibile e dei mercati locali delle derrate alimentari,
G. considerando che l'aumento dei prezzi sta aggravando i problemi di accessibilità, in particolare per le persone a basso reddito o prive di reddito,
H. considerando che la domanda di prodotti alimentari sta crescendo, segnatamente in paesi emergenti quali la Cina e l'India, dal momento che aumenta la popolazione mondiale; considerando che non vi è mancanza di cibo a livello globale nel pianeta, che secondo la FAO può sfamare 12 miliardi di persone; sottolineando che nel 2007 vi è stato un ottimo raccolto di grano e di riso; rilevando che probabilmente soltanto 1,01 miliardi di tonnellate del raccolto del 2007 saranno destinati all'alimentazione dell'uomo, mentre una quota importante di esse sarà utilizzata per l'alimentazione animale (760 milioni di tonnellate) e circa 100 milioni di tonnellate per la produzione di biocarburanti; considerando altresì che, in base alle più recenti previsioni, la produzione mondiale di cereali nel 2008 dovrebbe aumentare del 2,6% e raggiungere il quantitativo record di 2.164 miliardi di tonnellate, sebbene siffatte previsioni dipendano da condizioni climatiche favorevoli,
I. considerando che numerosi paesi in via di sviluppo non stanno realizzando il loro potenziale di produzione alimentare; considerando inoltre che la mancanza di investimenti nell'agricoltura, nello sviluppo rurale e nella formazione degli agricoltori nei paesi in via di sviluppo e da parte delle istituzioni finanziarie internazionali ha fatto sì che soprattutto i piccoli agricoltori fossero esposti a una concorrenza sleale, il che ha aumentato la loro indigenza e vulnerabilità, e ridotto la loro capacità di produrre derrate alimentari in quantità sufficiente,
J. considerando che uno dei principali ostacoli all'incremento della produzione agricola nei paesi in via di sviluppo è rappresentato dal fatto che spesso i piccoli agricoltori non possono accedere a prestiti o microcrediti per investire nel miglioramento delle sementi, dei fertilizzanti e dei meccanismi di irrigazione, né ai diversi strumenti di tutela delle colture per proteggere il loro raccolto dai parassiti e dalle malattie, il che è a volte riconducibile al fatto che, non essendo i proprietari dei terreni, non dispongono di garanzie per i prestiti,
K. considerando che il Programma alimentare mondiale ha segnalato che solo 260 dei 750 milioni USD necessari per coprire i bisogni 2008 sono già stati impegnati stabilmente,
L. considerando che l'incremento dei prezzi dei prodotti di base sta diventando una fattore destabilizzante per l'economia mondiale e ha già provocato disordini in diversi paesi,
M. considerando che l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari accentua la necessità di una risposta politica integrata e di una strategia globale per risolvere il problema alimentare,
Diritto all'alimentazione
1. sottolinea la natura fondamentale del diritto all'alimentazione e la necessità di migliorare l'accesso, per tutte le persone e in ogni momento, a prodotti alimentari sufficienti per una vita attiva e sana; sottolinea altresì che gli Stati hanno l'obbligo di proteggere, di rispettare e di far rispettare tale diritto umano fondamentale, e che il fatto che due miliardi di persone vivano ancora in condizioni di povertà estrema e che 850 milioni di esseri umani soffrano quotidianamente la fame dimostra che il diritto all'alimentazione, quale sancito dal diritto internazionale in materia di diritti dell'uomo, viene sistematicamente violato; chiede pertanto misure adeguate per dare attuazione al disposto della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo per quanto riguarda il diritto all'alimentazione; sollecita il Consiglio a garantire la coerenza di tutte le politiche nazionali e internazionali in materia di alimentazione con gli obblighi che derivano dal diritto all'alimentazione;
2. invita quindi il Consiglio ad adoperarsi ulteriormente a favore del conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) ribadendo i suoi impegni in materia di finanziamento e adottando, in occasione del Consiglio europeo di giugno, un'Agenda d'azione OSM dell'Unione europea; ritiene che detta Agenda d'azione dovrebbe individuare tappe fondamentali e azioni specifiche da compiere entro tempi determinati in settori chiave quali l'istruzione, la salute, l'acqua, l'agricoltura, la crescita e le infrastrutture, cosa che contribuirà a garantire il raggiungimento degli OSM entro il 2015 con lo scopo, fra l'altro, di eradicare la fame entro tale anno;
3. è preoccupato in relazione agli effetti che può avere sulla fame e sulla povertà la speculazione sui prodotti alimentari di base, compresi gli hedge fund sui prodotti di base; invita la Commissione ad analizzare le ripercussioni della speculazione sui prezzi dei prodotti alimentari e, partendo da tale analisi, a proporre misure adeguate;
4. evidenzia che questa crisi alimentare è strettamente correlata con la crisi finanziaria nell'ambito della quale le iniezioni di liquidità effettuate dalle banche centrali per impedire i fallimenti potrebbero aver rafforzato gli investimenti speculativi nei prodotti di base; invita l'FMI e il Forum per la stabilità finanziaria a valutare questo "effetto collaterale" e a tenerlo presente all'atto della proposta di rimedi globali;
5. ricorda che coloro che risentono maggiormente della crisi sono gli strati più svantaggiati della popolazione e sottolinea quindi la necessità di politiche sociali adeguate per conferire maggiore autonomia ai poveri e alle popolazioni svantaggiate, e per mitigare gli effetti della crisi alimentare attuale;
Produzione alimentare sostenibile
6. sottolinea che la fornitura di cibo a tutta la popolazione mondiale dovrebbe essere prioritaria rispetto a qualsiasi altro obiettivo; sottolinea altresì la necessità che i generi alimentari siano disponibili a prezzi ragionevoli, come stabilisce l'articolo 33 del trattato;
7. ricorda la necessità di garantire una regolamentazione interna e globale dei mercati agricoli nell'interesse dei consumatori, dei redditi degli agricoltori, delle industrie di trasformazione e di una politica alimentare sostenibile dell'Unione europea;
8. ricorda che l'obiettivo primario della PAC è garantire la stabilizzazione del mercato, fornire ai consumatori sicurezza e prezzi ragionevoli e sottolinea la necessità di una PAC post-2013 al fine di garantire la politica alimentare sostenibile dell'Unione europea rispettando al tempo stesso la sostenibilità, la sicurezza e la qualità dei prodotti agricoli;
9. sottolinea che il costo delle materie prime è una componente relativamente secondaria del costo totale di molti prodotti alimentari; invita la Commissione e gli Stati membri ad analizzare le discrepanze tra i prezzi agricoli alla produzione e quelli applicati dalla grande distribuzione al dettaglio;
10. invita pertanto ad effettuare una valutazione d'impatto sul ruolo dei dettaglianti nella catena alimentare, dal momento che i prezzi degli alimentari al dettaglio sono aumentati in modo sproporzionato rispetto al costo della vita; invita i dettaglianti ad offrire un prezzo equo ai produttori, fornendo ai consumatori prodotti alimentari a prezzi ragionevoli;
11. sottolinea che le attuali riserve di cereali dell'Unione europea sarebbero sufficienti per appena 30 giorni e si chiede se le riserve alimentari siano sufficienti, soprattutto nell'eventualità di una crisi; chiede alla Commissione di elaborare strategie volte a costituire riserve alimentari, per prevenire crisi future;
12. chiede un migliore sistema di previsione della produzione agricola, onde essere in grado di individuare con un ampio margine di anticipo le principali tendenze dell'offerta alimentare mondiale;
13. sottolinea che la situazione dei redditi degli agricoltori dell'Unione europea deve essere rispettata; rileva che di fronte al rincaro dei mangimi, dell'energia, dei fertilizzanti e di altri prodotti e a norme di conformità sempre più onerose, occorre che il reddito degli agricoltori aumenti sensibilmente affinché possano continuare a soddisfare il fabbisogno di generi alimentari; sottolinea altresì che i redditi agricoli sono cresciuti solo marginalmente e che in taluni Stati membri sono addirittura diminuiti;
14. chiede che la promozione di politiche agricole sostenibili sia inclusa in tutti gli strumenti di ampliamento e di vicinato;
15. chiede che gli operatori dei paesi terzi siano assoggettati allo stesso livello di controlli dei produttori dell'Unione europea, ma riconosce l'esigenza di aiutare i paesi in via di sviluppo a rispettare le norme dell'Unione europea sui prodotti fitosanitari;
16. plaude alla decisione dei ministri dell'Agricoltura dell'Unione europea di approvare la proposta della Commissione di sospendere gli obblighi di ritiro dalla produzione per il 2008 e prende atto delle stime della Commissione secondo le quali questa misura libererà circa 2,9 milioni di ettari per la produzione di cereali e farà crescere il raccolto di quest'anno di circa 10 milioni di tonnellate;
17. invita la Commissione, al fine di aumentare la sicurezza alimentare globale, a condurre una valutazione dell'impatto in materia che possono avere le attuali politiche dell'Unione europea relative alla PAC, gli obiettivi di energia rinnovabile, gli aiuti allo sviluppo e degli accordi commerciali internazionali;
18. sottolinea la necessità di attribuire la priorità agli alimenti, rispetto ai carburanti, e che la produzione di biocarburante sia sottoposta a rigorosi criteri di sostenibilità; constata la necessità di soddisfare a tali criteri nel raggiungimento degli obiettivi proposti per i biocarburanti;
19. ammette che non è più giustificato sovvenzionare le colture destinate alla produzione di biocarburanti ma sottolinea nella maniera più categorica che attualmente nell'Unione europea si utilizza per questo tipo di produzione appena il 2-3% dei terreni agricoli comunitari e considera esagerate, perlomeno per quanto riguarda l'Unione europea, le accuse mosse dai mezzi di informazione secondo cui i biocarburanti sarebbero all'origine dell'attuale crisi alimentare; concorda tuttavia sul fatto che la strategia perseguita in taluni paesi, tra cui gli Stati Uniti, di utilizzare sempre più superfici per la coltivazione di mais destinato alla produzione di bioetanolo ha avuto ripercussioni sul prezzo e sulla disponibilità di mais e di altri cereali sul mercato mondiale dei generi alimentari;
20. invita tuttavia la Commissione e gli Stati membri a impegnarsi maggiormente per promuovere l'impiego e la produzione di bioenergia di seconda generazione, che trasforma i concimi naturali e i rifiuti agricoli piuttosto che le materie prime agricole;
21. sottolinea in particolare che occorrerebbe riservare elevata priorità alla raccolta dei rifiuti urbani e dei residui agricoli e forestali nonché alla loro conversione in gas; evidenzia che ciò permetterebbe di mettere a punto adeguate tecnologie e darebbe il tempo di studiare la compatibilità tra produzione alimentare e produzione energetica;
22. prende atto con viva preoccupazione che il costo dei mangimi composti è salito di 75 EUR la tonnellata e continua a salire per l'acuta scarsità di cereali da foraggio e che ciò rappresenta un costo aggiuntivo di 15 miliardi EUR per l'industria dell'allevamento dell'Unione europea;
23. ritiene che l'attuale crisi richieda un'immediata e profonda discussione tra le istituzioni dell'Unione europea e gli Stati membri sul ruolo che le moderne biotecnologie possono svolgere nell'assicurare la continua produzione di generi alimentari a prezzi ragionevoli;
Politiche di sviluppo migliori
24. ritiene che per lottare veramente contro la fame sia necessaria una politica di sviluppo sostenibile a livello mondiale, onde consentire ai paesi in via di sviluppo di produrre acqua e cibo sufficienti per approvvigionare la loro popolazione;
25. appoggia i paesi in via di sviluppo nei loro sforzi volti ad assicurare l'accesso della popolazione locale agli alimenti; ritiene che occorra rafforzare ulteriormente uno spazio politico reale al fine di consentire norme e misure nazionali miranti allo sviluppo di questo settore; ritiene che il Malawi rappresenti un esempio positivo di un paese in via di sviluppo nel quale la produzione di generi alimentari è raddoppiata negli ultimi tre anni e sottolinea che la Commissione svolge un ruolo di sostegno di questo sviluppo; invita la Commissione a fornire aiuti per divulgare questo fenomeno che potrebbe rappresentare un esempio per altri paesi in via di sviluppo;
26. invita gli Stati membri dell'Unione europea e la comunità internazionale a reagire senza indugio all'urgente appello straordinario del Programma alimentare mondiale, aiutandolo a raccogliere le nuove sfide della lotta contro la fame; ritiene ciò nondimeno che la dipendenza dalle operazioni di aiuto alimentare vada ridotta e sottolinea quindi la necessità di un'azione a medio e a lungo termine volta a prevenire altre conseguenze negative e ad esaminare le cause più profonde della crisi;
27. chiede un aumento urgente e sostanziale degli investimenti nell'agricoltura, nell'acquacoltura, nello sviluppo rurale e nell'agrobusiness nei paesi in via di sviluppo, concentrato sugli agricoltori poveri e sulle aziende di piccola scala basate su sistemi di produzione di alimenti agroecologici; ricorda che il 75% della popolazione povera mondiale vive nelle zone rurali, ma che soltanto il 4% dell'aiuto pubblico allo sviluppo (APS) è destinato all'agricoltura; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri ad affrontare con più efficacia il tema dell'agricoltura nelle loro politiche di sviluppo, a promuovere l'adeguamento della programmazione del decimo Fondo europeo di sviluppo (FES), in stretta cooperazione con i paesi in via di sviluppo e a rivedere i documenti di strategia nazionali per dare una più elevata priorità all'agricoltura; sottolinea il ruolo delle ONG e delle autorità locali per trovare soluzioni agricole innovative in partenariato con le popolazioni dei paesi in via di sviluppo ed invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere e a promuovere i loro progetti;
28. sottolinea la necessità di dare ai piccoli agricoltori dei paesi poveri, rappresentanti soprattutto da donne, l'accesso alle terre, ai servizi finanziari e al credito, a sementi ad alto rendimento, a sistemi di irrigazione e a fertilizzanti; sottolinea che gli investimenti nel settore agricolo devono incentrarsi maggiormente sull'irrigazione, sulle strade rurali, sulla ricerca e la conoscenza locale, sulla formazione e sullo scambio di pratiche migliori al fine di mettere a punto sistemi di raccolti sostenibili ed efficaci, di creare disponibilità di acqua potabile, di istruzione e di promuovere la produzione locale e gli scambi di mercato; chiede pertanto alla Commissione di rafforzare questi settori nella sua azione e di sostenere le organizzazioni dei produttori, il microcredito ed altri programmi di servizi finanziari e maggiori investimenti nell'agricoltura;
29. invita la Banca europea per gli investimenti (BEI) a studiare le possibilità di istituire immediatamente un fondo di garanzia a sostegno di meccanismi nazionali di micro-credito, di prestito e di copertura dei rischi che operino in linea con le esigenze dei produttori locali di generi alimentari, soprattutto nei paesi in via di sviluppo più poveri;
30. sottolinea l'esigenza che l'Unione europea e i paesi in via di sviluppo cooperino sul cambiamento climatico e, in particolare, la necessità di trasferimenti di tecnologia e di costruzione delle capacità; sottolinea che il cambiamento climatico deve essere tenuto in considerazione in tutta la cooperazione allo sviluppo UE e che talune semplici misure di salvaguardia aiuterebbero gli agricoltori a proteggere i raccolti dalla siccità e da altri disastri ed invita la Commissione ad esaminare questi mezzi; chiede alla comunità internazionale di intensificare gli sforzi nella lotta contro la desertificazione, il degrado dei suoli e le siccità, onde rafforzare la sicurezza alimentare e migliorare l'accesso alle risorse idriche, in particolare nei paesi poveri;
31. sottolinea l'importanza di investimenti adeguati nel settore della ricerca, con l'obiettivo di far progredire le rese in tutte le regioni del mondo;
32. chiede, in particolare, di seguire con attenzione qualsiasi sviluppo sugli OGM, nonché qualsiasi dibattito pubblico in materia;
33. ritiene che i paesi debbano avere il diritto alla sovranità e alla sicurezza alimentari, e che abbiano il diritto di proteggere il loro mercato da importazioni di prodotti sovvenzionati; ritiene che tali sovvenzioni dei prodotti agricoli all'esportazione destabilizzino i mercati locali nei paesi in via di sviluppo;
Equità del commercio internazionale
34. ritiene che l'apertura dei mercati agricoli debba essere progressiva, conformemente al progressivo sviluppo di ogni singolo paese in via di sviluppo, e debba basarsi su norme commerciali socialmente eque e rispettose dell'ambiente; constata che i prodotti sensibili che sono fondamentali per le popolazioni dei paesi in via di sviluppo, o particolarmente importanti per la sicurezza alimentare e lo sviluppo rurale di tali paesi, dovrebbero essere esclusi da una liberalizzazione totale per impedire danni irreversibili ai produttori locali; sottolinea che l'Unione europea deve promuovere un sistema preferenziale e asimmetrico nei negoziati commerciali con i paesi in via di sviluppo per consentire loro di mantenere una certa gestione dell'offerta ed altri strumenti di sviluppo nei loro mercati; rileva che i paesi meno sviluppati beneficiano di un accesso al mercato dell'Unione europea esente da contingenti e dazi doganali nell'ambito dell'accordo "Tutto tranne le armi" (Everything But Arms - EBA);
35. sottolinea che negli attuali negoziati per gli accordi di partenariato economico (APE) la priorità della Commissione deve essere quella di reagire alle esigenze di sviluppo formulate dai paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP); ricorda che per affrontare questa sfida gli APE devono essere accompagnati dai nuovi finanziamenti promessi per gli aiuti allo scambio (pari a 2 miliardi EUR annui entro il 2010) e dalla promozione dell'integrazione regionale;
36. sottolinea l'esigenza di un risultato positivo, equilibrato ed equo del round di Doha; evidenzia che i risultati del round di Doha dovrebbero dare incentivi positivi ai paesi in via di sviluppo perché investano nella propria produzione agricola e alimentare; invita la Commissione a sostenere le proposte volte a includere un'iniziativa sui prezzi dei generi alimentari di base nell'attuale round di negoziati OMC;
37. ribadisce il suo invito alla Commissione e al Consiglio di promuovere scambi equi ed altri regimi etici che contribuiscono ad aumentare i criteri ambientali e sociali sostenendo i produttori piccoli e marginali nei paesi in via di sviluppo, diminuendo la volatilità e garantendo prezzi e redditi più equi, ed incoraggia le autorità pubbliche dell'Unione europea a integrare il commercio equo e i criteri di sostenibilità nelle loro offerte pubbliche e nelle loro politiche di approvvigionamento;
Promuovere la democrazia
38. sottolinea che l'attuale crisi dei generi alimentari dimostra la necessità di promuovere la stabilità politica, l'integrazione regionale, la democrazia e i diritti dell'uomo, non solo all'interno dell'UE, ma in tutto il mondo; chiede pertanto a tutte le parti interessate di promuovere i valori umani e democratici e lo stato di diritto nella gestione dell'attuale crisi alimentare e nella soluzione dei problemi di sicurezza alimentare di lungo termine;
o o o
39. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Gruppo della Banca mondiale, al G8, al Segretario generale delle Nazioni Unite e all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ai copresidenti dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE e al Parlamento panafricano (PPA).