Risoluzione del Parlamento europeo del 22 maggio 2008 sulla crescente tensione in Burundi
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sul Burundi,
– visto l'accordo di Dar-es-Salam per un totale cessate il fuoco, firmato il 7 settembre 2006, tra il governo del Burundi e il Fronte di liberazione nazionale (FNL),
– visto il piano d'azione adottato a Città del Capo il 22 e 23 febbraio 2008 (Piano d'azione),
– vista la dichiarazione della Presidenza a nome dell'Unione europea, del 23 aprile 2008, sui recenti combattimenti a Bujumbura,
– vista la dichiarazione del Presidente del Consiglio di sicurezza dell'ONU sulla situazione in Burundi, del 24 aprile 2008,
– viste le relazioni del Segretario generale dell'ONU sull'Ufficio integrato dell'ONU nel Burundi,
– vista la relazione dell'aprile 2008 dello Human Rights Watch, intitolata "Every Morning They Beat Me: Police Abuses in Burundi",
– visto l'articolo 115, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando che a partire dal 17 aprile 2008 avvengono nuovi scontri fra le truppe governative e i ribelli dell'FNL nel Burundi e che le ostilità hanno causato la fuga di migliaia di civili e la morte di 50 combattenti ribelli,
B. considerando che dopo 14 anni di guerra civile il Burundi non ha ancora trovato una pace duratura, mentre il conflitto ha creato una situazione umanitaria e socioeconomica critica che mette a repentaglio la stabilità regionale,
C. considerando che negli ultimi due anni gli sforzi internazionali per raggiungere un accordo di pace fra il governo del Burundi e l'FNL, compresa l'Iniziativa di pace regionale per il Burundi, sono stati vani,
D. considerando che le trattative fra il governo del Burundi e l'FNL si sono interrotte nel luglio 2007, allorché l'FNL è uscito dal Meccanismo congiunto di verifica e controllo, creato per sorvegliare l'applicazione dell'accordo per un totale cessate il fuoco, firmato nel settembre 2006,
E. considerando che le insurrezioni persistenti ad opera dell'FNL sono da molti ritenute l'ostacolo ultimo a una stabilità duratura nel Burundi e che è necessaria una soluzione politica per assicurare il disarmo dell'FNL,
F. considerando che ai primi di maggio 2008 i ministri per gli Affari esteri di Tanzania e Uganda, in una riunione avvenuta sotto gli auspici dell'Iniziativa di pace regionale per il Burundi, hanno esortato l'FNL e altri capi ribelli a lasciare il territorio della Tanzania, dove hanno le proprie basi, e a trasferirsi nel Burundi per avviare colloqui di pace,
G. considerando gli attacchi lanciati nell'agosto 2007 contro i domicili di personalità politiche che non sostengono, o hanno smesso di sostenere, il presidente del Burundi, Pierre Nkurunziza,
H. considerando che 46 parlamentari burundesi, temendo per la propria incolumità fisica, hanno scritto al Segretario generale dell'ONU per chiedere la protezione delle Nazioni Unite,
I. considerando che l'Unione europea ha scelto il Burundi quale progetto pilota per l'attuazione di un piano d'azione prioritario inteso a migliorare la rapidità e l'efficacia dell'aiuto fornito ai paesi in via di sviluppo in situazione di fragilità,
J. considerando che oltre 700 nuclei familiari (circa 3 500 persone) sono stati affidati alle cure delle autorità e mancano di cibo e di forniture d'emergenza,
K. considerando che gli ultimi combattimenti sono parte di una serie di ostilità che hanno causato una quantità ancora maggiore di sfollati (35 000), portando così il numero totale delle persone sfollate a oltre 100 000; che la Tanzania intende restituire i rifugiati burundesi al loro paese e che il Burundi continua ad accogliere migliaia di rifugiati ruandesi e congolesi,
L. considerando che le forze di sicurezza del Burundi hanno presumibilmente detenuto illegalmente circa 200 persone, accusate di sostenere i ribelli dell'FNL,
M. considerando che il 2 maggio 2008 il governo burundese ha riferito che quattro combattenti ribelli e un soldato dell'esercito burundese sono morti in quello che è stato descritto come un agguato dell'FNL,
N. considerando che il clima di impunità nel Burundi ha creato una situazione in cui la tortura od opera delle forze di polizia e di sicurezza e la detenzione illegale sono pratiche diffuse,
O. considerando che le forze di polizia nazionale del Burundi, costituite sotto un governo di transizione nel 2004, non dispongono di una formazione adeguata e sono costituite da ex ribelli, soldati e da ufficiali di polizia,
P. considerando che fra il 2004 e il 2006 l'UNICEF ha contribuito al disarmo di oltre 3 000 bambini soldato; che i bambini sono di recente fuggiti da un centro di disarmo e si sono ribellati e che oltre 500 bambini sono ancora nelle mani dell'FNL,
Q. considerando che il Burundi è soltanto il terzo paese, dopo l'Uganda e l'Etiopia, che contribuisce, con l'invio di 800 soldati, alla missione dell'Unione africana per il mantenimento della pace in Somalia, con sede a Mogadiscio (AMISOM), nonostante la fragile situazione della sicurezza in Burundi,
1. esprime grave preoccupazione per i recenti scontri militari nel Burundi fra le forze di difesa nazionale e quelle dell'FNL, causa della perdita di vite innocenti;
2. invita tutte le parti a rispettare l'accordo per il totale cessate il fuoco, a riprendere le trattative e ad attivarsi celermente per applicare il Meccanismo congiunto di verifica e controllo, stabilito subito dopo il cessate il fuoco;
3. esorta in particolare l'FNL, e il suo capo Agathon Rwasa, a impegnarsi costruttivamente nel processo di pace;
4. chiede agli Stati confinanti col Burundi di fare in modo da non servire da retrovie al movimento ribelle, e si compiace della decisione della Tanzania di non ospitare più i dirigenti dell'FNL;
5. chiede alla Commissione di preparare misure per facilitare, in caso di accordo, l'integrazione sociale degli ex combattenti dell'FNL;
6. chiede alla Commissione di rafforzare la sua assistenza umanitaria, compresa quella a favore dei rifugiati e degli sfollati interni, e di ridurla solo in funzione della sua effettiva sostituzione con azioni di sviluppo, onde assicurare una buona transizione tra gli interventi di tipo umanitario e le politiche di sviluppo;
7. invita i donatori a rispettare i loro impegni e a rafforzare il loro coordinamento a monte onde potenziare l'efficacia dell'aiuto;
8. chiede alla Commissione di proporre un aumento rapido e consistente dei mezzi finanziari concessi al Burundi dall'Unione europea, in particolare in occasione della revisione di metà percorso del decimo Fondo europeo di sviluppo;
9. chiede alla Commissione, tenendo conto della situazione di fragilità del Burundi e nel quadro dell'attuazione dell'indispensabile piano d'azione, di sostenere in via prioritaria:
–
i programmi di miglioramento della governance e di gestione democratica dello Stato,
–
le politiche sanitarie mediante l'istituzione di centri sanitari e l'indispensabile ristrutturazione della rete ospedaliera,
–
la decisione del governo burundese di rendere gratuita l'istruzione elementare,
–
il proseguimento degli sforzi in materia di ristrutturazione delle infrastrutture in Burundi;
10. insiste, vista l'urgenza della situazione, perché siano privilegiate azioni concrete e visibili per la popolazione burundese;
11. chiede alla Commissione e agli Stati membri di rafforzare la loro presenza in Burundi;
12. chiede alla Commissione di promuovere le azioni delle ONG e delle autorità locali nell'Unione europea, a favore delle autorità locali e della società civile burundese;
13. ribadisce il proprio sostegno alla facilitazione sudafricana e alle iniziative regionali e, in quanto parte del direttorio politico, resta determinato a svolgere un ruolo attivo nella rimozione degli ostacoli all'applicazione del Piano d'azione e a dare il proprio contributo a tutti gli sforzi per riattivare le trattative e consolidare la pace nel Burundi; sostiene altresì gli sforzi di mediazione della commissione dell'ONU per il consolidamento della pace;
14. prende atto dell'aumentata stabilità nel Burundi da quando è entrata in vigore una nuova Costituzione, seguita da elezioni generali; chiede tuttavia l'istituzione di una commissione per la pace e la riconciliazione, quale misura che alimenti la fiducia e contribuisca a ripristinare un clima di fiducia e stabilità fra le varie parti interessate, e invita i governi degli Stati membri a sostenere tale iniziativa finanziariamente e dal punto di vista logistico;
15. invita il governo del Burundi a prendere immediati provvedimenti per assicurare il rispetto dello Stato di diritto, porre fine al clima di impunità, garantire che i colpevoli di abusi siano condotti dinanzi alla giustizia e migliorare la formazione delle forze di polizia;
16. si compiace del recente rilascio di 232 bambini, reso possibile, dopo otto mesi di trattative con una fazione dissidente dell'FNL, tra l'altro dal governo del Burundi, dalla società civile e dalle agenzie dell'ONU;
17. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai copresidenti dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio di sicurezza dell'ONU, all'Unione africana nonché ai governi e ai parlamenti della Regione dei Grandi Laghi e del Sudafrica.