Risoluzione del Parlamento europeo del 9 luglio 2008 sulla relazione annuale della BCE per il 2007 (2008/2107(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la relazione annuale per il 2007 della Banca centrale europea (BCE),
– visto l'articolo 113 del trattato CE,
– visto l'articolo 15 del Protocollo sullo statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea allegato al trattato,
– vista la propria risoluzione del 2 aprile 1998 sulla responsabilità democratica nella terza fase dell'UEM(1),
– vista la propria risoluzione del 20 febbraio 2008 sugli orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione (parte "Indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità"): lanciare il nuovo ciclo (2008-2010)(2),
– vista la comunicazione della Commissione dal titolo "UEM@10 - successi e sfide di un decennio di Unione economica e monetaria" (COM(2008)0238),
– visto il rapporto sulla stabilità finanziaria della BCE del dicembre 2007 nonché il rapporto sull'integrazione finanziaria in Europa dell'aprile del 2008,
– viste le previsioni economiche di primavera della Commissione del 2008-2009,
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per i problemi economici e monetari (A6-0241/2008),
A. considerando che nel 2007 il PIL dell'area dell'euro è cresciuto del 2,6% (a fronte di un incremento del 2,7% registrato nel 2006) pur in presenza di un contesto caratterizzato da profonda incertezza conseguente alle perturbazioni dei mercati finanziari nella seconda parte dell'anno,
B. considerando che il tasso di inflazione si è assestato al 2,1% rispetto al 2,2% del 2006 malgrado il contesto economico fosse caratterizzato da notevoli pressioni al rialzo dei prezzi,
C. considerando che la BCE ha apportato ulteriori adeguamenti ai tassi di interesse nel 2007 fino a raggiungere il 4,0% di giugno 2007 da un tasso pari al 3,5% del dicembre 2006, mantenendo invariato tale livello nel corso del secondo semestre,
D. considerando le dichiarazioni del Fondo monetario internazionale (FMI) e l'appello dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici a favore di un approccio estremamente cauto all'aumento dei tassi di interesse nell'area dell'euro,
E. considerando che nel 2007 il tasso di cambio dell'euro si è apprezzato del 6,3% in termini nominali reali, e che tale apprezzamento è stato particolarmente pronunciato nei confronti del Dollaro americano (11,8%),
F. considerando che le turbolenze dei mercati finanziari, associate ad ampi squilibri su scala mondiale, rappresentano un fattore di rischio per la crescita economica e gli sviluppi dei tassi di cambio a livello globale,
G. considerando la prevista crescita dell'inflazione nell'area dell'euro ad una percentuale variabile fra il 2,0% e il 3,0% nel corso del 2008, essenzialmente sulla scia dell'attuale tendenza al rialzo dei prezzi delle materie prime, cui farà seguito una diminuzione ad un valore più moderato oscillante fra l'1,2% e il 2,4% nel 2009,
H. considerando che il principale obiettivo del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) è quello di mantenere la stabilità dei prezzi sostenendo le politiche economiche generali comunitarie, così come sancito dall'articolo 105 del trattato CE; riconoscendo la piena indipendenza della BCE e del SEBC in tale contesto,
I. considerando che la Banca centrale europea si trova di fronte al dilemma di dover affrontare le sfide della crescente inflazione e i primi segnali di un rallentamento dell'economia causato dalle perturbazioni dei mercati finanziari degli ultimi mesi,
J. considerando l'intenzione del Parlamento di contribuire a rafforzare il ruolo e l'autorità internazionale della BCE e dell'area dell'euro sullo scenario internazionale,
La BCE oggi
1. constata con soddisfazione che a dieci anni dal varo dell'Unione economica e monetaria (UEM) sia la BCE sia l'euro godono di rispetto e accettazione generale sul panorama economico mondiale e osserva come l'euro abbia acquistato pregio di valuta globale quasi al pari del dollaro americano;
2. rammenta che il trattato CE contiene un'esplicita distinzione tra gli obiettivi della Banca centrale europea in materia di stabilità dei prezzi, da un lato, e di sostegno alle politiche economiche generali, dall'altro, e che, pertanto, questi due obiettivi non possono essere semplicemente considerati surrogabili, evidenzia l'importanza dell'indipendenza della BCE nell'assolvere questo duplice incarico e plaude al fatto che il trattato di Lisbona conferisce alla BCE lo status di istituzione con personalità giuridica ed uno status ben consolidato di indipendenza politica e finanziaria; ritiene che il riconoscimento della BCE quale istituzione dell'Unione europea rafforzi la responsabilità del Parlamento e, in particolare, della sua commissione competente per gli affari economici e monetari, come istituzione nei confronti della quale la BCE è responsabile per le sue decisioni in materia di politica monetaria;
3. accoglie Cipro e Malta in seno all'UEM e prende atto che la loro adesione è stata coronata da successo;
Stabilità finanziaria
4. riconosce l'eccellente operato della BCE nella gestione delle perturbazioni dei mercati finanziari scatenate dalla crisi dei mutui sub-prime americani, nello specifico in merito all'operazione lanciata in data 9 agosto 2007 finalizzata a immettere liquidità sui mercati per l'ammontare di 95 miliardi EUR mediante asta a tasso fisso al 4% osservando la medesima procedura seguita dalla BCE per le ordinarie operazioni di mercato; indica che tale iniziativa, abbinata a ulteriori operazioni di fine-tuning e accompagnata da consistenti operazioni di rifinanziamento a cadenza settimanale, ha centrato l'obiettivo di stabilizzare i tassi di interesse a brevissimo termine; reputa che tali interventi siano un'ulteriore testimonianza del valore di una politica monetaria comune prevista dalla BCE mirante a stabilizzare l'economia in periodi di instabilità;
5. condivide il parere della BCE, secondo cui la crescente complessità degli strumenti finanziari e la scarsa trasparenza delle esposizioni degli istituti finanziari possono generare una crescente incertezza in merito al grado di rischio connesso, al soggetto su cui grava in ultima istanza il rischio e all'entità delle possibili perdite;
6. sottolinea la necessità di istituire un quadro UE per la sorveglianza finanziaria e precisa che, sebbene il trattato CE non conferisca alla BCE alcuna responsabilità diretta in relazione alla sorveglianza prudenziale degli istituti di credito e alla stabilità del sistema finanziario, è necessario coinvolgere strettamente la BCE nella sorveglianza;
7. .ritiene che la Banca centrale europea sia stata rafforzata dal modo in cui ha gestito con successo l'attuale crisi finanziaria; si compiace dell'accresciuta credibilità e del riconoscimento internazionale di cui gode la Banca centrale europea; invita l'Eurogruppo a seguire l'esempio della BCE e a rafforzare le sue competenze e il coordinamento nell'ambito delle questioni relative alla regolamentazione e alla supervisione dei mercati finanziari;
8. evidenzia le accresciute esigenze di cooperazione fra banche nazionali e autorità di vigilanza allo scopo di sostenere la stabilità dei mercati finanziari, visto in particolare il crescente livello di integrazione dei sistemi finanziari; invita la BCE a perseguire gli sforzi intesi ad apportare miglioramenti all'integrazione e alla comunicazione a livello intra-europeo nonché nei suoi rapporti con altre banche centrali e istituzioni competenti, nella fattispecie con la Banca d'Inghilterra, in quanto Londra rappresenta il principale centro economico dell'Unione europea; si appella alla BCE affinché svolga un ruolo attivo in seno ai diversi forum di discussione delle modifiche da introdurre nei sistemi di vigilanza, quali il seguito da riservare al processo di Lamfalussy;
9. riconosce che le più eminenti banche centrali, come la BCE e la Riserva federale negli Stati Uniti, hanno messo in guardia dalla sottovalutazione dei rischi economici precedenti allo scoppio della bolla speculativa dell'Information technology nel 2000/2001 e dalle crisi dei mutui sub-prime nel 2007; osserva che i mercati finanziari non hanno saputo reagire in maniera efficace a tali avvisaglie; chiede pertanto alla BCE di esaminare tale reazione e di suggerire le modalità di miglioramento della correlazione fra tali lungimiranti segnali d'allarme e le reazioni dei mercati; esorta la BCE, alla luce delle recenti perturbazioni dei mercati finanziari, ad analizzare e valutare le conseguenze della crisi finanziaria e a verificare se dispone degli strumenti adeguati a gestire una crisi finanziaria transfrontaliera in Europa e di quali poteri necessiti al fine di migliorare la vigilanza macroprudenziale nell'area dell'euro;
Sviluppi economici e monetari
10. osserva le discussioni in corso in merito alle modalità di definizione della stabilità dei prezzi, al cui proposito alcuni sostengono l'adozione di obiettivi diretti in materia di inflazione; ritiene, tuttavia, che il metodo più consono alla misurazione di tale stabilità sia un sistema a due pilastri basato sull'aggregato monetario M3; chiede alla BCE di adottare misure per un continuo miglioramento di tale sistema; riconosce il valore aggiunto apportato da informazioni integrative e dagli allarmi preventivi contro il rischio di inflazione, nonché dei margini di discrezionalità operativa offerti da tale sistema;
11. sottolinea che il rischio di sviluppi economici asimmetrici in seno all'area dell'euro potrebbe accentuarsi con l'aumento del numero dei paesi partecipanti, nella misura in cui diventano più profonde le differenze nelle dimensioni e nella maturità delle economie di tali paesi; invita la BCE a dedicare particolare attenzione a questa situazione e ad affrontare tali rischi fin dal principio e a comunicarli agli Stati membri;
12. si appella a tutti gli Stati membri partecipanti all'area dell'euro, agli Stati membri che beneficiano di una clausola di non partecipazione, nonché agli Stati membri candidati, di prendere atto di tali sfide e pertanto di rispettare pienamente i criteri stabiliti dal patto di stabilità e crescita e di soddisfare i criteri di Maastricht, se del caso, poiché tali condizioni, in sinergia con il consolidamento fiscale e con operazioni di politica salariale, in linea con gli sviluppi in termini di crescita e produttività, garantiscono la principale tutela nei confronti delle sfide poste da sviluppi asimmetrici;
13. sottolinea che, alla luce della recente correzione della crescita attesa, qualsiasi ulteriore aumento dei tassi di interesse dovrebbe essere effettuato con cautela per non compromettere la crescita economica; osserva che, al fine di sostenere la ripresa economica, gli Stati membri debbano attuare le riforme strutturali e le attività d'investimento necessarie;
14. richiede che il Consiglio riservi un trattamento paritario nei confronti di tutti gli Stati membri candidati alla partecipazione all'area dell'euro e di rispettare pienamente la valutazione e le raccomandazioni della BCE in merito al loro potenziale di adozione della moneta unica;
15. prende atto dell'apprezzamento dell'euro, nella fattispecie in riferimento al dollaro americano; pone in rilievo l'obiettivo della stabilità dei prezzi, e riconosce tuttavia che cambiamenti repentini e notevoli nel tasso di cambio della moneta unica non dovrebbero ostacolare la capacità della BCE di gestire la propria politica monetaria, di fronte a una causa di inflazione o, in alternativa, difficili prospettive di crescita per i paesi che dipendono dall'esportazione; invita la BCE a seguire da vicino tali sviluppi e, se del caso, a adottare le misure necessarie, e invita altresì l'Eurogruppo, la Commissione e la BCE a rafforzare il coordinamento delle loro azioni nel settore della politica sui tassi di cambio;
16. riconosce la crescente spinta verso l'alto dell'inflazione, alla quale contribuiscono in particolare i prezzi dei prodotti alimentari e dell'energia; chiede alla Banca centrale europea di intensificare il dialogo con le banche centrali nazionali su tale questione al fine di richiamare una forte attenzione sulla stabilità dei prezzi a livello globale;
Governance e processi decisionali efficaci
17. rammenta il costante appello ad una maggiore trasparenza in seno alla BCE e si compiace dei miglioramenti in tale settore già posti in essere; riconosce in merito le difficoltà esistenti circa la pubblicazione dei verbali delle riunioni del Consiglio direttivo della BCE, dato che le divergenze espresse nelle posizioni individuali potrebbero essere interpretate come rappresentative degli interessi nazionali nonché prova di pressioni esercitate dai governi degli Stati membri nei confronti dei membri dell'organo; chiede alla BCE di fornire al Parlamento e al pubblico un resoconto annuale delle misure adottate per migliorare le sue prestazioni, conformemente alla presente risoluzione;
18. ritiene che il dialogo in materia di politica monetaria tra il Parlamento e la Banca centrale europea sia stato un successo, che è opportuno rafforzare ulteriormente; sottolinea che la responsabilità ex-post della BCE è di primaria importanza per la fiducia, e quindi la stabilità, dei mercati finanziari; reputa importante, ai fini dell'unità del Comitato esecutivo e del Consiglio direttivo della BCE, continuare ad avere fiducia nella loro presentazione pubblica; è favorevole a una politica d'informazione mirata da parte della Banca centrale europea nei confronti del Parlamento, del Consiglio, della Commissione e dell'Eurogruppo; si rammarica dello scarso livello d'impegno mostrato dalla Banca centrale europea nella sua risposta alla risoluzione del Parlamento del 12 luglio 2007 sulla relazione annuale della BCE per il 2006(3); sottolinea con forza che l'appello a migliorare la politica di comunicazione della Banca centrale europea deve essere visto esclusivamente nel contesto del contemporaneo mantenimento dell'indipendenza della Banca centrale europea e dei suoi organi;
19. si appella alla BCE affinché illustri con chiarezza nelle sue dichiarazioni a seguito delle decisioni adottate dal Consiglio direttivo, se, nel corso delle discussioni, il consenso è stato raggiunto agevolmente oppure con maggiori difficoltà dovute al permanere di opinioni divergenti, in quanto un siffatto approccio fornirebbe maggiori informazioni ai mercati pur mantenendo intatta la prospettiva comune europea nelle decisioni del Consiglio direttivo della BCE;
20. esorta la BCE affinché presenti le proprie idee di riforma strutturale del Consiglio direttivo, in vista del fatto che a partire dal 1° gennaio 2009 il numero di governatori dovrebbe essere superiore a 15; osserva la crescente urgenza di riforme dato il costante aumento del numero dei paesi partecipanti all'area dell'euro; sostiene il suggerimento precedente della BCE secondo cui il peso economico degli Stati membri partecipanti dovrebbe rappresentare il fattore preponderante in vista della rotazione dei diritti di voto e che, a fini di efficienza, sarebbe opportuno restringere il numero dei membri dotati di potere decisionale;
21. ritiene che l'indipendenza della Banca centrale europea, inclusa la procedura per la nomina dei membri del Comitato esecutivo, si sia dimostrata valida; sottolinea che l'articolo 112, paragrafo 2, lettera b), del trattato CE stabilisce che i membri del Comitato esecutivo sono nominati tra persone di riconosciuta levatura ed esperienza professionale nel settore monetario o bancario, e fa notare che la loro nazionalità dovrebbe essere irrilevante e che essi continueranno ad essere giudicati mediante i rigorosi criteri stabiliti nel trattato CE, tra cui quello relativo alle qualifiche; reputa che la responsabilità democratica e la trasparenza ex-ante migliorerebbero se il Consiglio valutasse diversi possibili candidati e se il candidato proposto dal Consiglio fosse quindi sottoposto all'approvazione del Parlamento mediante votazione;
22. ritiene che, considerato il futuro status accordato alla Banca centrale europea ai sensi del trattato di Lisbona, il ruolo del Parlamento nella nomina del Comitato esecutivo debba essere rafforzato; sottolinea la propria disponibilità, unitamente alle altre istituzioni, a valutare possibili miglioramenti della procedura di nomina prima del prossimo rinnovo del Comitato esecutivo nel 2010;
23. riconosce il ruolo crescente dell'Eurogruppo e del suo presidente nello stabilire una parte rilevante dell'agenda economica in seno all'Unione europea, in particolare nella struttura più formale e nel ruolo centrale di coordinamento della politica economica in seno all'Eurogruppo, come sancito dall'articolo 136 del trattato CE, modificato dal trattato di Lisbona, anche per gli Stati membri che non partecipano all'area euro; sostiene un potenziamento dello sviluppo dell'area dell'euro che si esprima all'unisono nei forum internazionali, come previsto dall'articolo 138 del trattato CE, modificato dal trattato di Lisbona, e dal presidente dell'Eurogruppo;
24. constata con soddisfazione la cooperazione fra la BCE, la Commissione e l'industria dei servizi finanziari all'esito positivo del lancio delle iniziative "Area unica dei pagamenti in euro" (AUPE) e "Titoli europei a breve termine" (STEP); ritiene che questi siano contributi positivi, da parte dell'industria dei servizi finanziari, in vista della promozione dell'integrazione finanziari nell'UE;
25. si compiace dell'avvio delle operazioni Target 2 e nella definizione delle attività di migrazione verso la piattaforma unica condivisa; ritiene che l'utilizzo di una piattaforma comune sia decisivo per la creazione dell'integrazione finanziaria e della riduzione dei costi di compensazione e regolamento; ritiene urgente che la Banca centrale europea proponga ora una struttura di governance per il Sistema Target 2 Securities (T2S);
Dimensione esterna dell'euro
26. osserva una solida ascesa nello status dell'euro quale valuta di levatura internazionale; rileva che la rappresentanza dell'Unione europea sul fronte degli affari economici e monetari nelle sedi internazionali non rispecchia adeguatamente il reale peso economico dell'area dell'euro e come ciò possa rappresentare un ostacolo alla capacità di influire in maniera più significativa sulle questioni finanziarie in ambito internazionale; esorta pertanto a adottare le misure concrete necessarie a istituire una rappresentanza unitaria dell'area dell'euro in seno alle istituzioni finanziarie internazionali quali il FMI;
27. incoraggia la BCE a profondere ulteriori sforzi in vista del consolidamento del suo processo di coordinamento negli ambienti finanziari internazionali; ritiene che uno status internazionale più solido dell'euro si concretizzerà in benefici per l'area dell'euro che favoriranno la richiesta di piena partecipazione all'eurozona da parte dei paesi che ancora non hanno adottato la moneta unica;
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28. incarica il proprio presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, all'Eurogruppo e alla Banca centrale europea.