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Procedura : 2008/2131(INI)
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A6-0366/2008

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PV 21/10/2008 - 8.15
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Martedì 21 ottobre 2008 - Strasburgo
Dar vita ad un'alleanza mondiale contro il cambiamento climatico
P6_TA(2008)0491A6-0366/2008

Risoluzione del Parlamento europeo del 21 ottobre 2008 su "Dar vita ad un'alleanza mondiale contro il cambiamento climatico tra l'Unione europea e i paesi poveri in via di sviluppo maggiormente esposti" (2008/2131(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la comunicazione della Commissione, del 18 settembre 2007, dal titolo "Dar vita ad un'alleanza mondiale contro il cambiamento climatico tra l'Unione europea e i paesi poveri in via di sviluppo maggiormente esposti" (COM(2007)0540),

–   viste le conclusioni del Consiglio del 20 novembre 2007 in merito ad un'alleanza mondiale contro il cambiamento climatico tra l'Unione europea e i paesi poveri in via di sviluppo maggiormente esposti,

–   vista la comunicazione della Commissione, dell'11 marzo 2003, dal titolo "I cambiamenti climatici nel contesto della cooperazione allo sviluppo (COM(2003)0085),

–   vista la relazione del 2007 della Commissione sui progressi realizzati (2004-2006) in relazione al piano d'azione dell'Unione europea sui cambiamenti climatici e lo sviluppo,

–   visto il documento dell'Alto rappresentante e della Commissione al Consiglio europeo dal titolo "Cambiamenti climatici e sicurezza internazionale", del 14 marzo 2008,

–   visto il Libro verde della Commissione del 29 giugno 2007 dal titolo "L'adattamento ai cambiamenti climatici in Europa – quali possibilità di intervento per l'UE" (COM(2007)0354),

–   vista la dichiarazione comune del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione sulla politica di sviluppo dell'Unione europea: "Il consenso europeo"(1),

–   vista la dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti approvata il 2 marzo 2005 a seguito del Forum di alto livello sull'efficacia degli aiuti ("dichiarazione di Parigi"),

–   vista la dichiarazione congiunta del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione "Il consenso europeo sull'aiuto umanitario"(2),

–   vista la Convenzione quadro delle Nazioni Unite del 1992 sul cambiamento climatico (UNFCCC),

–   vista la relazione sullo sviluppo umano 2007/2008 dal titolo "Combattere il cambiamento climatico: solidarietà umana in un mondo diviso", del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite,

–   vista la dichiarazione di Male sulla dimensione umana del cambiamento climatico globale, adottata a Male (Repubblica delle Maldive) il 14 novembre 2007,

–   vista la roadmap di Bali adottata in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici svoltasi a Bali (Indonesia) nel dicembre 2007,

–   vista la quarta relazione di valutazione dal titolo "Cambiamento climatico 2007: impatti, adattamento e vulnerabilità", elaborata dal Gruppo di lavoro II del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC),

–   vista la relazione di Nicholas Stern dal titolo "Relazione Stern sull'economia del cambiamento climatico", del 2006,

–   vista la dichiarazione sull'integrazione dell'adattamento al cambiamento climatico nella cooperazione allo sviluppo, adottata dai ministri per lo sviluppo e l'ambiente dei paesi membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) il 4 aprile 2006,

–   vista la relazione dell'OCSE, del 2007, dal titolo "Bilancio dei progressi compiuti nell'integrazione dell'adattamento ai cambiamenti climatici nelle attività di cooperazione allo sviluppo",

–   visto il "Quadro d'azione di Hyogo 2005-2015: costruire la capacità di ripresa di nazioni e comunità a fronte di disastri naturali", approvato dalla Conferenza mondiale sulla riduzione delle catastrofi, tenutasi a Hyogo (Giappone), nel gennaio 2005,

–   vista la relazione biennale dell'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) delle Nazioni Unite, dal titolo "Stato delle foreste mondiali 2007",

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per lo sviluppo e i pareri della commissione per gli affari esteri, della commissione per i bilanci e della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (A6-0366/2008),

A.   considerando che il cambiamento climatico minaccia gravemente la riduzione della povertà, i diritti umani, la pace e la sicurezza, la disponibilità idrica e alimentare, nonché il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) in molti paesi in via di sviluppo,

B.   considerando che in alcuni paesi in via di sviluppo è in corso il disboscamento delle foreste per far spazio alle colture destinate alla produzione di biocarburanti,

C.   considerando che i paesi industrializzati hanno la responsabilità storica del cambiamento climatico e sono moralmente obbligati ad aiutare i paesi in via di sviluppo negli sforzi che essi compiono per adattarsi alle sue conseguenze,

D.   considerando che i paesi in via di sviluppo hanno contribuito meno di tutti al cambiamento climatico, ma che saranno i più pesantemente colpiti dalle sue conseguenze, fra cui l'insicurezza idrica e alimentare dovuta alla siccità e alla desertificazione, l'aumento del livello dei mari, nuove sfide per l'agricoltura, nuovi rischi per la salute, fenomeni meteorologici estremi e pressioni migratorie; considerando altresì che, d'altro canto, i paesi in via di sviluppo avranno minori capacità di affrontare tali conseguenze,

E.   considerando che in numerosi paesi industrializzati le misure per l'adattamento al cambiamento climatico e per la riduzione dei rischi sono state recentemente oggetto di considerevole attenzione, e che le stesse urgenti necessità sono state ampiamente trascurate nel contesto dei paesi a basso reddito,

F.   considerando che le importazioni nell'Unione europea di legname proveniente dal disboscamento illegale e non sostenibile sono un incentivo notevole alla deforestazione e che si calcola che costino miliardi di euro all'anno ai paesi poveri,

G.   considerando che la deforestazione contribuisce, secondo alcune stime, al 20% delle emissioni totali di gas a effetto serra, portando ad una perdita annuale di 13 milioni di ettari di foreste tropicali; considerando inoltre che la deforestazione ai Tropici costituisce una grave minaccia per la biodiversità e il sostentamento di più di un miliardo di poveri che vivono in tali foreste e grazie ad esse,

H.   considerando che le conseguenze concrete del cambiamento climatico devono spesso essere trattate a livello locale dalle autorità locali; considerando inoltre che l'appropriata articolazione dei livelli internazionale, nazionale e locale di elaborazione delle politiche costituisce pertanto una sfida chiave in vista della definizione di efficaci strategie di adattamento al cambiamento climatico e di mitigazione; considerando altresì che si devono operare cambiamenti strutturali su vasta scala senza sacrificare un approccio a favore dei poveri basato sulle comunità locali,

I.   considerando che oggi si riconoscono maggiormente le minacce che incombono sulla sicurezza a causa del cambiamento climatico, compresi i conflitti generati da risorse naturali scarse, i disastri naturali provocati dal clima e i flussi migratori su ampia scala; considerando che lo sviluppo di strategie per far fronte alle sfide comuni in materia di clima/sicurezza sarà essenziale per garantire una risposta efficace in materia di adattamento nei paesi in via di sviluppo,

J.   considerando che gli sforzi internazionali nel settore dell'adattamento al cambiamento climatico e della riduzione dei rischi di catastrofi (RRC) finora sono stati limitati, frammentari e mal coordinati e che, in molti casi, i paesi in via di sviluppo hanno avuto difficoltà a beneficiarne, il che si è posto in diretto contrasto con gli obiettivi indicati nel Consenso europeo sullo sviluppo e nella dichiarazione di Parigi,

K.   considerando che le misure di adattamento al cambiamento climatico, la RRC e la creazione di capacità per lo sviluppo dovrebbero essere strettamente interconnesse, ma che finora sono state scarsamente integrate nelle agenzie di cooperazione allo sviluppo e nelle istituzioni internazionali; considerando che un approccio comune e coerente sarebbe essenziale per un'attuazione riuscita dell'alleanza mondiale contro il cambiamento climatico (AMCC),

L.   considerando che è necessario istituire gruppi pluridisciplinari composti da coordinatori dell'emergenza, specialisti dello sviluppo, pianificatori ed esperti in materia di adattamento al clima/climatologia, che dovrebbero adottare le migliori prassi per lo sviluppo regionale,

M.   considerando che gli interventi precoci a favore dell'adattamento al cambiamento climatico e della RRC rappresentano una soluzione efficace dal punto di vista dei costi e che, secondo le stime, ogni dollaro speso per la RRC potrebbe consentire di risparmiare fino a sette dollari nella reazione alle catastrofi, fornendo in tal modo anche un solido argomento per privilegiare la spesa per gli aiuti,

N.   considerando di conseguenza che ogni tentativo di contabilizzare due volte i finanziamenti dell'Unione europea destinati al raggiungimento degli OSM e gli impegni presi nel quadro dell'UNFCCC dovrebbe essere respinto,

O.   considerando che qualsiasi ritardo nell'adottare decisioni ferme sulle misure necessarie per ridurre le cause e gli effetti del cambiamento climatico comporterà costi molto più elevati,

P.   considerando che la maggior parte dei problemi ambientali, compresi quelli derivanti dal cambiamento climatico, tende ad essere aggravata dalla crescita demografica e dal maggior volume di popolazione, mentre le dinamiche demografiche, in termini di crescita, distribuzione e composizione, costituiscono un elemento integrante del processo di sviluppo, dal momento che entrambi influiscono sul cambiamento climatico e ne subiscono gli effetti; considerando inoltre che la Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD) tenutasi al Cairo nel 1994 ha sottolineato chiaramente i numerosi benefici derivanti da politiche demografiche differenziate, orientate localmente e non coercitive, ma che nella maggior parte dei casi le questioni demografiche continuano a non essere integrate nella pianificazione dello sviluppo o dell'adattamento,

Q.   considerando che l'agricoltura, l'acqua, la gestione delle risorse forestali, la salute, le infrastrutture, l'istruzione e le politiche demografiche devono essere tutte prese in considerazione al fine di conseguire un'efficace integrazione dell'adattamento al cambiamento climatico e della mitigazione nelle politiche di sviluppo,

R.   considerando che la riduzione della corruzione aumenterebbe l'efficacia degli sforzi di adattamento al cambiamento climatico e di mitigazione,

S.   considerando che la soprammenzionata relazione sui progressi, del 2007, sul piano d'azione dell'Unione europea sui cambiamenti climatici e lo sviluppo mostra che l'integrazione del cambiamento climatico nelle politiche di sviluppo dell'Unione, segnatamente nei documenti di strategia nazionale (DSN) e nei documenti di strategia regionale (DSR), è stata insufficiente ed eccessivamente lenta,

T.   considerando che nei paesi in via di sviluppo si registrano attualmente carenze enormi nel finanziamento delle misure di adattamento e che, mentre i costi annuali stimati per l'adattamento sono dell'ordine di 50-80 miliardi di dollari l'anno, l'importo complessivo dei fondi impegnati attraverso i meccanismi di finanziamento multilaterali ammontava, a metà 2007, a meno dello 0,5% di tali cifre,

U.   considerando che, benché l'Unione europea si sia fissata l'obiettivo di diventare un leader nella lotta contro il cambiamento climatico, il suo bilancio non rispecchia la priorità concessa alle politiche e alle misure da essa adottate per la lotta contro il cambiamento climatico,

V.   considerando che parte del finanziamento per l'AMCC verrà erogata a titolo del Fondo europeo di sviluppo (FES) e del Programma tematico per l'ambiente e la gestione sostenibile delle risorse naturali, compresa l'energia (ENRTP) (in linea con l'articolo 13 dello strumento comunitario per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (DCI)(3)),

W.   considerando che il FES è stato principalmente utilizzato per finanziare nuove iniziative; considerando inoltre che la Commissione dovrebbe rispettare il proprio impegno di trovare nuove fonti di finanziamento per preservare il FES; considerando altresì che la commissione per lo sviluppo ha concluso, in numerose occasioni, che il FES dovrebbe essere integrato nel bilancio dell'Unione europea in modo da garantire un controllo democratico sul modo in cui viene utilizzato,

X.   considerando che, in conformità dell'articolo 21, relativo all'adozione dei documenti di strategia e dei programmi indicativi pluriennali, e dell'articolo 35, paragrafo 2, del DCI, il Parlamento ha il diritto di controllo sugli atti della Commissione, come stabilito agli articoli 5 e 8 della decisione 1999/468/CE,

Y.   considerando che il Meccanismo di sviluppo pulito (CDM) è stato finora poco adeguato per coprire le necessità di investimento dei paesi più poveri nelle tecnologie pulite, come dimostra il fatto che l'Africa accoglie meno del 3% di tutti i progetti CDM e che pressoché il 90% delle riduzioni certificate di emissioni (CER) è concesso per progetti realizzati in Cina, India, Corea e Brasile,

1.   accoglie positivamente l'iniziativa della Commissione di dar vita ad un'AMCC, cosa che rappresenta un riconoscimento importante degli effetti del cambiamento climatico sullo sviluppo; invita tuttavia la Commissione a chiarire ulteriormente il valore aggiunto distinto dell'AMCC; sottolinea in questo contesto che il coordinamento e la cooperazione con altri attori di rilievo deve costituire parte integrante dell'agenda dell'AMCC, al fine di garantire una complementarità ottimale delle iniziative;

2.   ritiene che l'AMCC sia un pilastro importante dell'azione esterna dell'Unione europea in materia di cambiamento climatico e che costituisca una piattaforma complementare e di supporto al processo in corso nell'ambito dell'UNFCCC e del Protocollo di Kyoto, contribuendo a favorire la loro messa in atto nonché la messa in atto dei relativi accordi;

3.   torna a sottolineare le conclusioni allarmanti del summenzionato documento sui cambiamenti climatici e la sicurezza internazionale, che mette in guardia contro il fatto che il cambiamento climatico intensifica i rischi per la sicurezza dell'Unione europea, minacciando di gravare eccessivamente su quegli Stati e quelle regioni del mondo già deboli e tendenti al conflitto, e compromettendo gli sforzi volti a raggiungere gli OSM;

4.   osserva che gli sforzi intesi a contrastare il cambiamento climatico devono basarsi non solo su una spinta politica, ma anche sulla società civile, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo; ritiene che si dovrebbero lanciare campagne di informazione pubblica nonché adottare programmi di istruzione nelle scuole e nelle università, sia al fine di fornire ai cittadini analisi e valutazioni della situazione del cambiamento climatico sia per proporre risposte adeguate, segnatamente in termini di cambiamento dello stile di vita finalizzato alla riduzione delle emissioni;

5.   sottolinea che è essenziale rafforzare il coordinamento e la collaborazione tra la Commissione e gli Stati membri a livello della politica dell'Unione europea in materia di cambiamento climatico e sviluppo; ritiene che l'AMCC rappresenti un'opportunità unica di tenere fede ai principi alla base del Consenso europeo e della dichiarazione di Parigi come pure al Programma di azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo tenutasi al Cairo nel 1994; è inoltre convinto che uno dei ruoli fondamentali dell'AMCC dovrebbe essere quello di costituire una sorta di "stanza di compensazione" per le iniziative degli Stati membri;

6.   invita l'Unione europea a porre il cambiamento climatico al centro della sua politica di cooperazione allo sviluppo; ritiene che la lotta contro il cambiamento climatico debba trattare le cause strutturali e chiede una valutazione sistematica dei rischi del cambiamento climatico che copra tutti gli aspetti della pianificazione strategica e del processo decisionale, sia nell'Unione europea sia nei paesi in via di sviluppo, compresi il commercio, l'agricoltura e la sicurezza alimentare;

7.   sottolinea che l'AMCC dovrebbe adottare misure concrete per garantire la coerenza, da un lato, tra l'impatto del cambiamento climatico sullo sviluppo, includendo la politica agricola, commerciale e della pesca dell'Unione europea e, dall'altro, i problemi connessi con le sovvenzioni all'esportazione, come gli aiuti vincolati, l'onere del debito, i crediti all'esportazione e l'uso commerciale dell'aiuto alimentare, la privatizzazione forzata e la liberalizzazione di settori economici essenziali;

8.   sottolinea che, poiché l'AMCC, con 60 milioni di euro in finanziamenti per il periodo 2008-2010, deve essere complementare al processo in corso nel quadro dell'UNFCCC, occorre evitare la sovrapposizione delle azioni e concentrare i fondi su azioni che forniscano il più alto valore aggiunto; ritiene che, non appena concluso un accordo post 2012 sul cambiamento climatico, occorrerà rivedere alla luce dei risultati gli obiettivi e il finanziamento dell'AMCC;

9.   è del parere che i fondi esterni all'UNFCCC non si possono contabilizzare come parte dell'esecuzione degli impegni presi dai paesi sviluppati in base a detta Convenzione;

10.   ritiene che i 60 milioni di euro assegnati finora all'AMCC siano purtroppo inadeguati; invita la Commissione a definire un obiettivo di finanziamento di lungo termine per detta alleanza, di almeno 2 miliardi di euro l'anno entro il 2010 e di 5-10 miliardi di euro l'anno entro il 2020;

11.   invita la Commissione a fornire informazioni dettagliate sui meccanismi finanziari esistenti, a livello nazionale e internazionale, in relazione al cambiamento climatico e allo sviluppo; invita altresì la Commissione a suggerire con urgenza, sulla base di tali informazioni, quali misure porre in atto per aumentare gradualmente il sostegno finanziario dell'Unione europea per il cambiamento climatico e lo sviluppo, garantendo il migliore coordinamento e la migliore complementarità possibili con le iniziative esistenti;

12.   sottolinea che, se si desidera affrontare seriamente il cambiamento climatico, occorre rendere disponibili nuovi finanziamenti a titolo di nuove linee di bilancio e nuove fonti di finanziamento, quali i fondi umanitari in risposta alle catastrofi causate dal clima, i fondi della politica estera e di sicurezza comune (PESC) e lo strumento di stabilità nel contesto della politica di sicurezza preventiva o in risposta alle minacce per la sicurezza o ai conflitti generati dalla problematica del clima e, se del caso, altri fondi di azione esterna, come pure imposte ecologiche, partenariati pubblico-privati e altri meccanismi di finanziamento innovativi previsti a tal fine;

13.   prende atto con interesse delle conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 19 e 20 giugno 2008 e delle loro implicazioni di bilancio; ritiene che queste esigenze di bilancio possano essere soddisfatte solamente mediante il ricorso ai mezzi previsti dall'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria(4); sottolinea ancora una volta che dovrebbero essere previsti nuovi stanziamenti per nuovi compiti;

14.   rileva al riguardo che l'aiuto pubblico allo sviluppo (APS) dell'Unione europea è ancora lontano dall'obiettivo dello 0,56% del reddito nazionale lordo (RNL) dell'Unione europea entro il 2010 e che è difficile immaginare in che modo l'Unione europea potrà rispettare tutti i suoi impegni senza ricorrere ad altre risorse innovative;

15.   invita la Commissione ad aumentare i finanziamenti immediati a favore dell'AMCC, cosa che si potrebbe fare inizialmente con carattere di urgenza, attraverso l'ENRTP e il decimo FES; sottolinea nel contempo la necessità urgente di prevedere fondi aggiuntivi per l'adattamento non a titolo dell'APS e quella di predisporre meccanismi di finanziamento innovativi per tale scopo;

16.   ricorda alla Commissione che se si fa ricorso a fondi dell'ENRTP o del FES per finanziare l'AMCC, essi dovrebbero, in quanto fondi di sviluppo, essere utilizzati unicamente per azioni compatibili con l'aiuto allo sviluppo quale definito dal Comitato di aiuto allo sviluppo (CAS) dell'OCSE; insiste sul fatto che questa fonte di finanziamento dovrebbe essere utilizzata soltanto una volta e che un'ulteriore integrazione dovrà provenire da fonti alternative;

17.   invita la Commissione a garantire che il finanziamento dell'AMCC mediante l'ENRTP e il FES non avvenga a scapito di altri importanti obiettivi di cooperazione allo sviluppo come l'istruzione, la salute, l'uguaglianza di genere o l'accesso all'acqua;

18.   sottolinea che gli Stati membri devono assumersi una responsabilità molto maggiore nel finanziamento dell'AMCC e nell'allineamento delle loro attività di sviluppo a quest'ultima;

19.   invita la Commissione e gli Stati membri a decidere di destinare, nel prossimo periodo di scambio, almeno il 25% dei proventi previsti delle aste che si svolgono nel quadro del sistema comunitario di scambio di quote di emissioni (ETS UE) al finanziamento dell'AMCC e di altre misure in materia di cambiamento climatico nei paesi in via di sviluppo, compresi gli sforzi per proteggere le foreste e ridurre le emissioni derivanti dalla deforestazione e dal degrado delle foreste;

20.   invita la Commissione a utilizzare l'imminente revisione del bilancio dell'Unione europea come un'occasione per riesaminare le priorità globali di spesa dell'Unione europea e destinare ulteriori fondi al cambiamento climatico e allo sviluppo in generale, e all'AMCC in particolare, anche mediante la riassegnazione dei fondi della politica agricola comune (PAC);

21.   invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare con urgenza un meccanismo di finanziamento per il cambiamento climatico a livello globale, ispirandosi al modello dello Strumento internazionale di finanziamento per le vaccinazioni (IFFI) e al concetto di aiuti a monte, al fine di garantire finanziamenti significativi all'AMCC in tempi relativamente brevi;

22.   chiede alla Commissione di invitare il settore privato a diventare partner stretto dell'AMCC, riconoscendo che il denaro pubblico potrebbe svolgere un ruolo di catalizzatore incentivando gli investimenti e fornendo accesso ai mercati e alle tecnologie; incoraggia specificamente la Commissione ad investire nello sviluppo di modelli di partenariato pubblico-privato (PPP) per iniziative chiave come la garanzia della sicurezza idrica e la creazione di infrastrutture in zone vulnerabili, dove attualmente la carenza di finanziamenti è notevole, dal momento che il cambiamento climatico si ripercuote su numerosi settori di politica (accesso all'acqua, salute pubblica, approvvigionamento energetico, ecc) richiedendo l'intervento delle autorità statali e locali; ricorda che la priorità dell'Unione europea dovrebbe essere di rafforzare la capacità per un'azione pubblica in questi settori;

23.   invita la Commissione a stringere partenariati con il settore privato delle assicurazioni e a valutare metodi per sviluppare progetti pilota di assicurazione con lo scopo di finanziare i costi dell'adattamento e della RRC, nell'ambito dei livelli assicurativi sia nazionali e regionali sia individuali;

24.   si rammarica che durante l'intero processo di programmazione dell'AMCC il coinvolgimento complessivo dei governi, della società civile e delle autorità locali dei paesi in via di sviluppo sia stato inadeguato; invita la Commissione ad assicurare che durante l'intera fase di elaborazione e attuazione, e di distribuzione e valutazione dei fondi il processo decisionale si svolga in collaborazione con le parti interessate;

25.   invita la Commissione a utilizzare l'AMCC per sostenere e rafforzare le capacità dei paesi partner di individuare, gestire e mitigare le minacce che incombono sulla sicurezza a causa del cambiamento climatico e invita la Commissione a prevedere fondi supplementari a tal fine; invita inoltre la Commissione a garantire che la sua Direzione generale per le Relazioni esterne partecipi pienamente all'intero processo di programmazione e di messa in atto dell'AMCC, per assicurare una coerenza ottimale tra la cooperazione allo sviluppo, il cambiamento climatico e le politiche estera e di sicurezza;

26.   invita la Commissione a utilizzare l'AMCC per avviare discussioni sia con la comunità dei donatori sia con i paesi partner sul rafforzamento della preparazione e della pianificazione dei piani di emergenza per le migrazioni su ampia scala, qualora talune regioni dovessero diventare inabitabili a causa del cambiamento climatico;

27.   insiste sul fatto che l'AMCC dovrà essere dotata di meccanismi di notifica efficaci, compresi indicatori dettagliati dei progressi compiuti e meccanismi per il seguito da dare;

28.   ritiene che una competenza e un valore aggiunto specifici dell'AMCC potrebbero creare un legame tra azioni locali di adattamento e quadri di politica generali in materia di clima e sviluppo; accoglie con favore in tale contesto l'elemento "dialogo politico" dell'AMCC quale passo importante per collegare l'agenda relativa alla riduzione della povertà e gli OSM all'agenda relativa al cambiamento climatico; sottolinea tuttavia che l'AMCC potrà avere successo solo se è parte di una strategia globale dell'Unione europea per i negoziati post 2012, durante i quali una delle principali priorità sarà costituita da un forte sostegno alle attività di mitigazione e di adattamento nei paesi in via di sviluppo;

29.   incoraggia la Commissione a utilizzare il dialogo politico e la sua prevista dichiarazione congiunta Unione europea/paesi meno avanzati (PMA)/piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS) per formulare l'idea di un "contratto globale" che integrerebbe strettamente la cooperazione allo sviluppo e le attività connesse al cambiamento climatico con la presa in considerazione delle preoccupazioni della popolazione, in quanto elemento esplicito, come previsto nell'iniziativa per un piano Marshall globale;

30.   sottolinea la necessità di intensificare gli sforzi per integrare l'adattamento al cambiamento climatico, la RRC e le misure in materia di popolazione e salute riproduttiva nell'aiuto allo sviluppo della Commissione e degli Stati membri, segnatamente nella fase di attuazione, in quanto da un punto di vista sistemico tali aspetti sono assolutamente fondamentali; invita la Commissione ad approfittare dell'ormai prossima revisione intermedia dei DSN per compiere progressi in questo settore;

31.   insiste affinché la Commissione, parallelamente all'AMCC, continui a sviluppare la propria risposta alla revisione del piano d'azione dell'Unione europea sui cambiamenti climatici e lo sviluppo, con l'inclusione di molti elementi importanti che non devono andare persi, fra cui la creazione di "stanze di compensazione" in loco volte a migliorare il coordinamento e l'accesso all'informazione;

32.   sottolinea che lo sviluppo e l'esecuzione dei programmi d'azione di adattamento nazionale (NAPA) attraverso i finanziamenti del Fondo mondiale per l'ambiente (GEF) hanno sofferto di varie carenze, in ragione di finanziamenti inadeguati, della sottostima dei costi di adattamento, di legami deboli con lo sviluppo umano, di canali di accesso eccessivamente burocratizzati e di distorsioni legate ai progetti; invita la Commissione ad affrontare in modo completo tali carenze all'atto di fornire ulteriore sostegno all'esecuzione dei NAPA nei PMA e nei SIDS attraverso l'AMCC; si compiace, in questo contesto, dell'intenzione della Commissione di valutare un rafforzamento delle capacità delle istituzioni di governance sulla base dei programmi, ricorrendo al sostegno di bilancio;

33.   sottolinea che un buon utilizzo del sostegno di bilancio per un adattamento al cambiamento climatico orientato allo sviluppo dipende da un ricorso estensivo a tutti i mezzi disponibili nell'ambito delle modalità relative a detto sostegno, compresi la discussione delle priorità strategiche, il controllo a lungo termine e l'assistenza tecnica per l'elaborazione del bilancio e la sua esecuzione; sottolinea inoltre la necessità di un coinvolgimento attivo della società civile e delle comunità locali, e sollecita la Commissione ad essere pronta ad utilizzare misure complementari laddove il sostegno di bilancio non sia idoneo oppure non vada a vantaggio dei poveri e dei più vulnerabili;

34.   invita la Commissione ad assicurare che la ricerca che l'AMCC dovrebbe intraprendere sull'adattamento al cambiamento climatico nei paesi in via di sviluppo abbia una chiara prospettiva "a partire dalla base" (così detta di "bottom-up"), sia indirizzata ai poveri e alle persone più vulnerabili, sia guidata dai bisogni delle comunità locali ed egualmente svolta in cooperazione con le popolazioni interessate; sottolinea l'importanza di comunicare i risultati di detta ricerca sull'adattamento ai suoi gruppi bersaglio tramite canali di informazione accessibili;

35.   invita la Commissione a destinare risorse considerevoli alla ricerca sull'economia dell'adattamento al cambiamento climatico nei paesi in via di sviluppo, migliorando tra l'altro la comprensione dei costi che comporterà la necessaria ristrutturazione delle politiche commerciali, agricole e di sicurezza, nonché delle relative istituzioni; riconosce che le conoscenze lacunose in tale settore ostacolano un'efficace azione di adattamento e la spesa da parte degli attori pubblici e privati;

36.   sottolinea l'importanza di trasferire ai paesi che partecipano all'AMCC le conoscenze e la tecnologia, compresa la tecnologia per la riduzione dei rischi di catastrofe; invita a tal fine la Commissione a promuovere la creazione di una biblioteca consultabile on line e contenente dati riguardanti l'adattamento al clima e a favorire un programma di scambio di esperti in tale materia tra questi paesi;

37.   ribadisce l'importanza di una politica coerente e chiede che la Commissione affronti, in sede di revisione del bilancio dell'Unione europea nonché di revisione a medio termine dei diversi strumenti di sviluppo, la questione dell'integrazione del cambiamento climatico negli sforzi intesi a ridurre la povertà;

38.   invita la Commissione a prestare maggiore attenzione all'incidenza del cambiamento climatico sull'agricoltura e la silvicoltura come pure all'adattamento di tali settori a detto cambiamento; invita inoltre la Commissione a ricorrere all'AMCC per sostenere lo sviluppo di politiche agricole rispettose dell'ambiente e a garantire in via prioritaria la sicurezza alimentare delle popolazioni; invita altresì la Commissione a contribuire a creare un quadro istituzionale e finanziario appropriato per le popolazioni povere delle zone rurali che traggono dall'agricoltura i loro mezzi di sussistenza;

39.   sottolinea che l'agricoltura nei paesi poveri in via di sviluppo è direttamente e fortemente influenzata dal cambiamento climatico, cosa che può avere gravi conseguenze per la sicurezza alimentare; invita pertanto la Commissione a utilizzare l'AMCC per mettere a punto politiche agricole e metodi di produzione che meglio soddisfino i bisogni della popolazione locale e che costituiscano una soluzione di lungo termine all'aumento vertiginoso dei prezzi dei generi alimentari; incoraggia in particolare la Commissione a sostenere soluzioni innovative, come la creazione di "cinture verdi" intorno alle città, per rispondere ai bisogni alimentari di base delle popolazioni urbane nei paesi in via di sviluppo;

40.   si compiace dell'intenzione della Commissione di proporre una strategia dell'Unione europea per la RRC, quale passo importante per colmare il divario tra RRC, sviluppo e sforzi di adattamento; invita a tale proposito la Commissione a chiarire in che modo l'AMCC può agevolare tale integrazione da un punto di vista pratico;

41.   sottolinea che una strategia di RRC non porterà a risultati significativi in assenza di un piano d'azione concreto e di un riorientamento sostanziale degli stanziamenti di bilancio volto a garantire il finanziamento a lungo termine della RRC e dell'adattamento nell'ambito dell'aiuto allo sviluppo ordinario, anziché, come avviene oggi, nell'ambito di una preoccupazione umanitaria di breve termine e scarsamente prioritarizzata;

42.   sottolinea che in seno a EuropeAid e alle delegazioni dell'Unione europea vi è una grande necessità di risorse umane supplementari se si vuole assicurare l'efficace realizzazione dell'AMCC; invita la Commissione a destinare considerevoli risorse a tale settore nel quadro del bilancio generale 2009 dell'Unione europea; invita altresì la Commissione, più in generale, a destinare risorse molto più significative alla formazione del personale delle sue Direzioni generali interessate e delle sue delegazioni in materia di adattamento al cambiamento climatico e di RRC, mettendo un accento particolare sul miglioramento delle conoscenze pratiche;

43.   sottolinea, nella misura in cui l'AMCC implica azioni di mitigazione, che i PMA e i SIDS necessitano di un sostegno allo sviluppo delle capacità e allo sviluppo tecnico per essere in grado di intensificare la loro partecipazione al CDM; invita la Commissione ad impegnarsi attivamente nei negoziati internazionali sul cambiamento climatico con l'obiettivo di rafforzare il CDM, garantire l'addizionalità e la coerenza con gli obiettivi in materia di sviluppo e di clima; invita altresì la Commissione a non concentrarsi esclusivamente sul CDM quale strumento strategico fondamentale, ma anche a fornire alle azioni di mitigazione un sostegno alternativo maggiormente adatto ai paesi più poveri, attribuendo la priorità alle attività relative alla destinazione dei suoli, al cambiamento della destinazione dei suoli e alla silvicoltura, nonché alle tecnologie a bassa emissione di carbonio;

44.   invita la Commissione a sviluppare urgentemente iniziative strategiche complementari ambiziose, in particolare nei settori della protezione marina e delle foreste, dell'uso sostenibile delle risorse naturali e della cooperazione in materia di tecnologie di mitigazione, dove le esigenze di finanziamento superano di gran lunga le attuali disponibilità dell'AMCC; chiede specificamente un'azione determinata dell'Unione europea sotto forma di sostegno finanziario, assistenza tecnica e trasferimento di tecnologia e cooperazione a favore dei paesi in via di sviluppo, per facilitare l'uso, in una fase il più precoce possibile, di tecnologie a bassa emissione di gas a effetto serra e di metodi di produzione rispettosi dell'ambiente;

45.   invita la Commissione a rivedere la sua proposta relativa a criteri di sostenibilità per i biocarburanti, fissando requisiti più rigorosi per quanto concerne i benefici per il clima e gli ecosistemi e tenendo altresì conto degli effetti dei cambiamenti indiretti della destinazione dei suoli e delle conseguenze di sviluppo per le comunità locali; sottolinea che i criteri di sostenibilità non devono diventare una nuova misura protezionistica, ma dovrebbero essere messi a punto nell'ambito di un dialogo con i paesi in via di sviluppo;

46.   ritiene che il proposto Fondo globale per l'efficienza energetica e le energie rinnovabili rappresenti uno strumento straordinario in tale contesto, suscettibile di svolgere un ruolo importante nei progetti finalizzati all'efficienza energetica e nella promozione dell'energia rinnovabile;

47.   invita la Commissione a sviluppare senza ritardi un'agenda completa per ridurre la deforestazione e il degrado delle foreste nei paesi in via di sviluppo, che preveda, tra l'altro, la promozione di accordi di partenariato volontario nell'ambito dei programmi per l'applicazione delle normative, la governance e il commercio nel settore forestale (FLEGT) e proposte concrete relative a meccanismi di finanziamento da presentare alla Conferenza delle parti alla Convenzione sul cambiamento climatico (COP 14), che si terrà a Poznan nel dicembre 2008; ribadisce l'importanza di meccanismi di questo tipo, che prevedono compensazioni non solo per le emissioni di gas a effetto serra evitate, ma anche per la biodiversità e i vantaggi delle foreste ai fini dello sviluppo;

48.   deplora che la Commissione non abbia ancora presentato proposte chiare e rigorose per vietare l'importazione nel mercato dell'Unione europea di legname tagliato illegalmente e dei relativi prodotti; invita la Commissione a presentare tempestivamente proposte di questo tipo;

49.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1.
(2) GU C 25 del 30.1.2008, pag. 1.
(3) Regolamento (CE) n. 1905/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (GU L 378 del 27.12.2006, pag. 41).
(4) GU C 139 del 14.6.2006, pag. 1.

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