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Procedura : 2008/2654(RSP)
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Ciclo del documento : B6-0541/2008

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B6-0541/2008

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PV 22/10/2008 - 12
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Giovedì 23 ottobre 2008 - Strasburgo
Accordo di stabilizzazione e di associazione CE/Bosnia-Erzegovina
P6_TA(2008)0522B6-0541/2008

Risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2008 sulla conclusione dell'accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra

Il Parlamento europeo,

–   viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Salonicco (19-20 giugno 2003) e l'allegato intitolato "Agenda di Salonicco per i Balcani occidentali: Procedere verso l'integrazione europea",

–   vista la decisione del Consiglio del 7 novembre 2005 di avviare i negoziati con la Bosnia-Erzegovina in vista di un Accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA),

–   viste la sigla dell'ASA in data 4 dicembre 2007 e la firma dello stesso in data 16 giugno 2008,

–   visto il progetto di accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra (8226/2008),

–   vista la tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti consegnata alla Bosnia-Erzegovina dalla Commissione europea il 5 giugno 2008,

–   visti l'accordo interinale sugli scambi e sulle questioni commerciali tra la Comunità europea, da un lato, e la Bosnia Erzegovina, dall'altra parte, gli allegati e i protocolli allegati nonché la dichiarazione congiunta e la dichiarazione della Commissione allegata all'atto finale,

–   visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.   considerando che l'ASA è il primo accordo internazionale globale tra la Bosnia-Erzegovina e l'Unione europea, il quale instaura rapporti contrattuali tra le due parti che faciliteranno la transizione della Bosnia–Erzegovina verso uno Stato pienamente funzionante, uno Stato il cui futuro, come affermato in occasione del summenzionato Consiglio europeo di Salonicco, è nelle mani dell'Unione europea,

B.   considerando che tale accordo ha la potenzialità di imprimere uno slancio all'economia della Bosnia-Erzegovina, dal momento che contiene disposizioni che vincolano il paese a liberalizzare i mercati, incrementando quindi la competitività delle imprese e attirando gli investimenti, a modernizzare il suo quadro giuridico rendendolo più efficiente e trasparente e ad attuare un graduale ravvicinamento della legislazione e dei regolamenti della Bosnia-Erzegovina all'acquis comunitario,

C.   considerando che l'accordo interinale, in vigore dal 1° luglio 2008, abolisce gradualmente gran parte delle restrizioni agli scambi commerciali tra le due parti e potrebbe pesare nel breve periodo sull'economia della Bosnia-Erzegovina a causa della concorrenza dei prodotti dell'Unione europea e della riduzione delle entrate doganali,

D.   considerando che l'ASA contiene disposizioni riguardanti il rafforzamento delle istituzioni, il consolidamento dello Stato di diritto e il rispetto dei diritti dell'uomo, compresi i diritti delle minoranze,

E.   considerando che lo stesso stabilisce una cooperazione tra le parti in settori sensibili quali i visti, i controlli alle frontiere, l'asilo e l'immigrazione, il riciclaggio di denaro sporco, la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata,

F.   considerando che l'attuazione della prevista riforma delle strutture di polizia della Bosnia-Erzegovina dovrebbe essere considerata come parte degli sforzi del paese per migliorare la sua capacità di far fronte ai problemi sopra accennati,

G.   considerando che un altro degli obbiettivi dell'accordo è l'aumento del livello generale di educazione e di istruzione e formazione professionale in Bosnia-Erzegovina, nonché politiche per i giovani, ivi compresa l'istruzione non formale,

H.   considerando che sono necessari maggiori sforzi per superare la divisione secondo logiche etniche e per procedere verso un'effettiva riconciliazione tra le parti; che tali sforzi devono essere rivolti in particolare alle giovani generazioni attraverso programmi di istruzione comuni nelle due entità e attraverso una comune comprensione dei recenti tragici eventi registrati nel paese,

I.   considerando che sotto molti punti di vista la Bosnia-Erzegovina è ancora un paese profondamente diviso secondo logiche etniche, il che rappresenta un ostacolo alla sua trasformazione in uno stato e in una democrazia realmente funzionali,

J.   considerando che l'adesione all'Unione europea rappresenta una prospettiva per la Bosnia-Erzegovina solo in quanto Stato unico e non per le sue entità, le quali non godono di sovranità autonoma; considerando che è pertanto nell'interesse di tali entità garantire che la Bosnia-Erzegovina sia uno Stato pienamente efficiente, in grado di rispettare tutti i criteri e gli obblighi relativi all'adesione,

K.   considerando che ci sono ancora 125 072 persone ufficialmente registrate fra gli sfollati interni, di cui, secondo il governo della Bosnia-Erzegovina, 8 000 sfollati interni continuano a vivere in centri di raccolta, soprattutto a causa della mancanza di alloggi, infrastrutture e lavori adeguati nelle loro zone di origine,

L.   considerando la preziosa attività svolta sul campo dalle organizzazioni non governative (ONG) che cercano di rendere più sopportabile la situazione degli sfollati interni e dei profughi;

M.   considerando che nei registri ufficiali ci sono inoltre 45 000 persone che hanno bisogno di aiuto per ritornare ai luoghi in cui risiedevano prima della guerra,

N.   considerando che i crimini di guerra dovrebbero essere perseguiti con la stessa determinazione, con gli stessi mezzi e con la stessa efficienza a livello sia statale che locale,

1.   si compiace della firma di questo importante accordo ed esorta tutti gli Stati membri dell'Unione europea a ratificarlo rapidamente; è convinto che tale accordo consolidi la prospettiva europea della Bosnia-Erzegovina e che esso offra un'opportunità unica a questo paese per il raggiungimento della pace, della stabilità e della prosperità;

2.   ricorda in particolare ai leader politici che spetta soprattutto a loro cogliere tale opportunità dimostrando lungimiranza e determinazione sufficienti per perseguire congiuntamente a tutti i livelli - statale, locale e di enti - le riforme volte a modernizzare il paese e a renderlo più efficiente e compatibile con gli standard dell'Unione europea, non da ultimo attraverso l'abolizione di tutte le inutili barriere giuridiche e amministrative e la razionalizzazione delle strutture amministrative; ritiene che le autorità della Federazione debbano in particolare prendere immediatamente in considerazione l'opportunità di attuare iniziative concrete in tale direzione;

3.   ricorda al riguardo che la Bosnia-Erzegovina, in linea con l'ASA e con l'accordo interinale, ha tra l'altro l'obbligo di

   a) abolire gradualmente tutte le restrizioni quantitative sui prodotti dell'Unione europea,
   b) abolire i dazi doganali secondo le scadenze concordate,
   c) snellire il flusso di merci con ogni mezzo di trasporto in tutto il suo territorio, e
   d) stilare un inventario esauriente di tutti i regimi d'aiuto nell'intero paese, allineare tali regimi alla normativa comunitaria nonché istituire un'autorità indipendente per gli aiuti di Stato;

4.   ritiene che l'ASA abbia la potenzialità di imprimere uno slancio all'economia della Bosnia-Erzegovina, dal momento che contiene disposizioni che vincolano il paese a liberalizzare il proprio mercato, incrementando quindi la competitività delle sue imprese e attirando investimenti, e a modernizzare il suo quadro giuridico rendendolo più efficiente e trasparente; incoraggia le autorità della Bosnia-Erzegovina ad adottare le misure necessarie per incrementare il livello di investimenti esteri diretti nel paese;

5.   ritiene che le misure sopra indicate implichino la necessità di un rafforzamento delle capacità amministrative della Bosnia-Erzegovina a tutti i livelli, anche dello Stato che ha la responsabilità di sorvegliare e garantire il rispetto degli obblighi derivanti dall'ASA, a prescindere dagli organismi responsabili dell'attuazione dell'ASA;

6.   ricorda che entrambe le entità hanno bisogno di compiere progressi nell'ambito del processo di privatizzazione, ma sottolinea che ciò dovrebbe essere effettuato in condizioni trasparenti e nell'ambito di un adeguato quadro giuridico e regolamentare e che i proventi della privatizzazione dovrebbero essere investiti al fine di favorire uno sviluppo economico duraturo del paese;

7.   chiede al parlamento della Bosnia-Erzegovina, in stretta collaborazione con i parlamenti delle entità, di sorvegliare l'attuazione dell'ASA e di facilitare l'adozione delle norme legislative relative all'ASA e al partenariato europeo;

8.   è persuaso che le disposizioni riguardanti la cooperazione in materia di visti, gestione delle frontiere, migrazione, lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo costituiranno un incentivo efficace in Bosnia-Erzegovina per sostenere la riforma della polizia recentemente adottata, promuovendo l'ulteriore cooperazione tra le diverse strutture di polizia e ottenendo una maggiore armonizzazione delle procedure e delle pratiche; richiede alla missione di polizia dell'Unione europea in Bosnia-Erzegovina di facilitare tale processo;

9.   si compiace del fatto che l'accordo sostiene inoltre il principio dell'accesso non discriminatorio all'istruzione e ai sistemi di istruzione e formazione professionale a prescindere dal genere, dall'appartenenza etnica e dalla religione; ritiene infatti che debbano essere compiuti seri sforzi per superare le strutture segregazioniste attualmente presenti nel paese; ritiene che l'istruzione e le conoscenze acquisite nella convivenza sin dall'infanzia siano fattori essenziali per il processo di riconciliazione;

10.   ritiene che l'Unione europea dovrebbe promuovere la cooperazione accademica e nel campo della ricerca, compresi gli scambi di personale, tra la Bosnia-Erzegovina e gli altri paesi della regione e tra questi e gli Stati membri dell'Unione europea; ricorda a tale proposito il contributo che i programmi dell'Unione europea possono offrire a questo obiettivo nonché l'urgente necessità di istituire un'agenzia nazionale incaricata di attuare tali programmi che sono ora aperti ai paesi dei Balcani occidentali;

11.   esorta vivamente le autorità competenti in materia di istruzione a istituire l'agenzia nazionale necessaria per consentire la partecipazione dei cittadini della Bosnia-Erzegovina ai programmi di mobilità della Comunità, i quali, su richiesta del Parlamento europeo, sono stati aperti ai paesi dei Balcani occidentali; ritiene che oltre a promuovere la mobilità degli studenti e dei ricercatori i programmi comunitari in materia dovrebbero altresì promuovere la cooperazione tra gli istituti di istruzione delle diverse entità;

   12. è inoltre del parere che, tenuto conto dell'impatto sociale ed economico che potrebbe derivare dalla data di entrata in vigore dell'accordo interinale, lo strumento di assistenza preadesione (IPA)(1)dell'Unione europea deve fornire un sostegno alla modernizzazione dei sistemi di sicurezza sociale del paese e della sua legislazione del lavoro, alle organizzazioni del mercato del lavoro e dei sindacati, al potenziamento delle infrastrutture di trasporto della Bosnia-Erzegovina al fine di agevolare lo sviluppo economico, e alle politiche ambientali per ridurre l'inquinamento, ottimizzare il consumo di energia e migliorare la gestione dei rifiuti; plaude in proposito alla nomina, dopo lunghi negoziati, del coordinatore nazionale IPA, come richiesto dalla Commissione;
   13. invita la Commissione a mettere a punto misure specifiche che riflettano le condizioni particolari in Bosnia-Erzegovina, al fine di assistere e agevolare il processo di adesione all'Unione europea;
   14. esorta la Commissione europea a coinvolgere il paese in tutte le sue iniziative per la promozione dei contatti interpersonali, per lo sviluppo della società civile e per il miglioramento dello sviluppo economico e sociale della Bosnia-Erzegovina;
   15. è preoccupato per la mancanza di progressi per quanto riguarda il ritorno dei profughi e degli sfollati interni, ad esempio a Posavina nella Republika Srpska; ricorda l'esigenza di assicurare che le autorità locali siano maggiormente coinvolte e impegnate nel processo di rimpatrio, l'esigenza di organizzare attività di sensibilizzazione mirate ad accrescere il consenso dell'opinione pubblica sui rimpatriati, l'esigenza di affrontare il problema delle infrastrutture incomplete e soddisfare le richieste di servizi di pubblica utilità nelle aree di ritorno, l'esigenza di creare opportunità di lavoro per i rimpatriati e l'esigenza di armonizzare i sistemi pensionistico, di assicurazione sanitaria e di istruzione in tutta la Bosnia-Erzegovina, al fine di garantire che i rimpatri avvengano in condizioni sicure e dignitose, e contribuire efficacemente e in modo sostenibile al processo di riconciliazione;
   16. ricorda a tale proposito l'impegno ad applicare la dichiarazione di Sarajevo del 2005;
   17. è convinto dell'importanza particolare di esplicare maggiori sforzi per facilitare i rimpatri in considerazione della necessità di effettuare entro il 2011 un nuovo censimento della popolazione basato su dati disaggregati al fine di fornire un quadro aggiornato della struttura demografica in Bosnia-Erzegovina;
   18. chiede alle autorità della Bosnia-Erzegovina di affrontare con urgenza il problema degli 8 000 residenti dei centri collettivi ancora esistenti, per i quali il rientro in condizioni di sicurezza e dignità potrebbe non essere possibile e di esaminare soluzioni appropriate, dignitose e durature per queste persone;
   19. ritiene che occorra esplicare maggiori sforzi per i diritti delle minoranze in Bosnia-Erzegovina visti gli scarsi progressi in questo campo; plaude, a tale proposito, alla modifica della legge elettorale dell'aprile 2008 che permette ai membri delle minoranze nazionali di candidarsi alle elezioni locali; deplora tuttavia il fatto che il numero dei seggi destinati alle minoranze nazionali è a discrezione dei comuni; sottolinea inoltre la necessità di rendere operativi i consigli consultivi sulle minoranze che sono stati recentemente istituiti nella Republika Srpska e saranno istituiti nella Federazione della Bosnia-Erzegovina; deplora infine la persistente discriminazione nei confronti di "altri" nella Costituzione e nella normativa elettorale della Bosnia-Erzegovina;
   20. esprime la sua preoccupazione per il clima di intolleranza nei confronti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT) con particolare riferimento agli incidenti verificatisi all'apertura del primo Queer Festival a Sarajevo il 24 settembre 2008 ed esorta vivamente la Bosnia-Erzegovina e le autorità locali a prendere le necessarie misure per garantire il pieno rispetto del diritto fondamentale di assemblea pacifica anche alle persone LGBT in Bosnia-Erzegovina;
   21. invita a fornire maggiori finanziamenti per il raggiungimento dell'obiettivo di liberare la Bosnia-Erzegovina dalle mine entro il 2009 previsto dalla strategia nazionale di azione contro le mine; evidenzia che la mancanza di finanziamenti per l'attuazione di tale strategia rappresenta la principale sfida nel settore, ed esorta pertanto le autorità competenti a fornire i finanziamenti necessari ad attuare e completare tale progetto il più rapidamente possibile;
   22. chiede alla Commissione di garantire il finanziamento per il programma delle Nazioni Unite sul disarmo per continuare la distruzione dell'eccedenza di armi, delle apparecchiature militari e delle munizioni delle forze armate della Bosnia-Erzegovina sotto il controllo delle Nazioni Unite e di prendere misure per evitare che tali armi siano vendute a intermediari, paesi o regimi poco raccomandabili;
   23. ricorda, a tale proposito, l'esigenza di rafforzare efficacemente le disposizioni già in vigore riguardanti il processo di restituzione delle proprietà ed esorta le autorità della Bosnia-Erzegovina a superare le loro esitazioni in merito;
   24. ritiene inoltre che maggiori sforzi debbano essere rivolti ad affrontare la questione delle persone scomparse e dei risarcimenti alle famiglie e si compiace del lavoro svolto dalla Commissione internazionale per le persone scomparse e dall'Istituto per le persone scomparse della Bosnia-Erzegovina; esorta le agenzie corrispondenti a livello di entità a sostenere il lavoro degli organi a livello statale trasmettendo loro tutte le pertinenti informazioni che raccolgono;
   25. considera necessario dedicare maggiore attenzione ai processi per crimini di guerra a livello distrettuale e cantonale, al fine di chiarire l'eventualità e le modalità di distribuzione delle cause fra i giudici di Stato e magistrati di livello inferiore e di garantire che gli organi giudiziari e i pubblici ministeri siano dotati di risorse adeguate, che la cooperazione giudiziaria e di polizia transfrontaliera sia rafforzata e che il quadro giuridico applicabile a livello nazionale e locale sia armonizzato; invita la Commissione e i paesi dei Balcani occidentali a intervenire per migliorare sensibilmente la cooperazione a livello regionale e internazionale a tale riguardo;
   26. sostiene a tal proposito l'attuale formulazione della Strategia della Bosnia-Erzegovina per i processi per i crimini di guerra, che, facendo luce sul numero di potenziali casi di crimini di guerra, dovrebbe facilitare l'individuazione delle decisioni a livello politico, finanziario e legislativo nonché le risorse necessarie ad affrontare tali casi;
   27. esprime preoccupazione per il clima di intimidazione nei confronti dei media, degli attivisti per i diritti umani e della società civile in generale che prevale nella Republika Srspka ed esorta i leader politici a riconoscere l'importante ruolo che rivestono media indipendenti e ONG nella vita democratica della loro entità;
   28. si rammarica del fatto che la Republika Srpska abbia minacciato di ritirarsi unilateralmente dalla società di trasmissione energetica statale per formarne una propria ritirando il precedente sostegno alla riforma concordata; precisa che tale atto avrebbe compromesso gli sforzi bosniaci nell'ambito del processo di stabilizzazione e associazione del paese; sollecita nel contempo le autorità della Federazione ad adottare le leggi, attese da lungo tempo, nel settore dell'approvvigionamento energetico;
   29. invita a intraprendere azioni adeguate in risposta alla sottoscrizione da parte della Bosnia-Erzegovina di un accordo bilaterale sull'immunità con gli Stati Uniti riguardante il Tribunale penale internazionale, il quale non è conforme con la posizione comune dell'Unione europea e con gli orientamenti in questo campo;
   30. si rammarica del fatto che, nonostante le importanti sfide che la Bosnia-Erzegovina ha affrontato nella lotta alla corruzione, alla criminalità organizzata, al traffico di esseri umani, al riciclaggio di denaro e al traffico di droga, i progressi in tali settori siano ostacolati da interferenze politiche e dalla mancanza di volontà politica e di coordinamento tra le agenzie e le forze di polizia delle diverse entità; esorta le autorità della Bosnia-Erzegovina a intraprendere rapidamente ulteriori azioni per affrontare tali problemi;
   31. ritiene che il dibattito sul futuro assetto costituzionale del paese debba essere guidato dal Parlamento della Bosnia-Erzegovina; chiede a questo proposito un dibattito pubblico condotto in modo trasparente e aperto, con la piena partecipazione della società civile; ritiene inoltre che qualsiasi accordo costituzionale debba essere il frutto di accordi volontari fra i vari partiti politici della Bosnia-Erzegovina; ritiene tuttavia che la comunità internazionale e il Rappresentante speciale dell'Unione europea abbiano un importante ruolo da svolgere in qualità di facilitatori e li invita a fornire, in cooperazione con la Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa, il necessario sostegno per lo svolgimento di tale dibattito;
   32. invita i politici locali a riconoscere l'esigenza di una riforma strutturale dello Stato della Bosnia-Erzegovina; rammenta tuttavia che tale riforma potrà avvenire soltanto se sarà fondata su premesse realistiche;
   33. ricorda che rafforzare lo Stato centrale non significa indebolire le entità, ma creare le condizioni per un'amministrazione efficiente che operi per il bene comune di tutti i cittadini della Bosnia-Erzegovina in molti settori, ad esempio la creazione di un mercato unico interno; mette in guardia nel contempo dalla tentazione di utilizzare il dibattito costituzionale come un'opportunità per attribuire indebitamente alle entità poteri e prerogative che sono propri di uno Stato sovrano;
   34. rammenta alle autorità della Bosnia-Erzegovina il loro obbligo di piena collaborazione con il Tribunale penale internazionale per la ex-Jugoslavia, in particolare per agevolare l'arresto dei latitanti, identificare e proteggere i potenziali testimoni e fornire al Tribunale i documenti e le prove necessari allo svolgimento delle indagini e dei processi;
   35. si rammarica del fatto che le autorità elettorali non siano riuscite a far fronte alle preoccupazioni dei cittadini della Bosnia-Erzegovina trasferitisi all'estero durante la guerra ma desiderosi di esercitare il proprio diritto di voto; ritiene che una buona cooperazione con i paesi terzi confinanti potrebbe rappresentare una soluzione per consentire la registrazione di tali cittadini;
   36. ritiene che l'abolizione dell'Ufficio dell'Alto rappresentante, con il parallelo rafforzamento del ruolo del Rappresentante speciale dell'Unione europea, debba rimanere l'obiettivo ultimo sia per la comunità internazionale sia per i leader locali; esorta pertanto i leader politici ad assumersi le proprie responsabilità a tale riguardo e a compiere sforzi rilevanti per soddisfare gli obiettivi e le condizioni stabilite dal Consiglio per l'attuazione della pace, al fine di portare a termine, attraverso un processo consensuale, la transizione da un Alto rappresentante a un Rappresentante speciale dell'Unione europea;
   37. è insoddisfatto, in particolare, dalla mancanza di progressi nell'adozione in via definitiva delle disposizioni riguardanti il distretto di Brcko; avverte i leader politici della Bosnia-Erzegovina che la sentenza del tribunale arbitrale sullo status di Brcko è definitiva e non può essere messa in discussione;
   38. chiede inoltre ai politici della Bosnia-Erzegovina di riconoscere la necessità di ripartire in modo ragionevole i beni immobili tra lo Stato e gli altri livelli amministrativi, il che rappresenta uno degli obiettivi per l'abolizione dell'Ufficio dell'Alto rappresentante; li esorta a impegnarsi a fondo nei negoziati per la soluzione di questa questione di lunga data; ricorda che lo Stato deve stanziare le risorse necessarie a portare a termine i propri compiti;
   39. ricorda ai rappresentanti della comunità internazionale che i loro interlocutori in Bosnia-Erzegovina sono le istituzioni del paese e non i leader dei principali partiti politici; ritiene quindi che le istituzioni della Bosnia-Erzegovina debbano essere coinvolte, e anzi diventare i principali attori, nei processi di riforma che il paese deve portare avanti;
   40. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, al governo della Bosnia-Erzegovina e all'Alto rappresentante per la Bosnia-Erzegovina - Rappresentante speciale dell'Unione europea.

(1) Regolamento (CE) n.1085/2006 del Consiglio, del 17 luglio 2006, che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA) (GU L 210 del 31.7.2006, pag. 82).

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