Risoluzione del Parlamento europeo del 13 gennaio 2009 sulla politica agricola comune e la sicurezza alimentare globale (2008/2153(INI))
Il Parlamento europeo,
– visto l'articolo 33 del trattato CE,
– vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2007 sull'aumento dei prezzi dei mangimi e dei prodotti alimentari(1), nonché la sua risoluzione del 22 maggio 2008 sull'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari nell'Unione europea e nei paesi in via di sviluppo(2),
– vista la sua risoluzione del 29 novembre 2007 dal titolo "Dare slancio all'agricoltura africana – Proposta per lo sviluppo agricolo e la sicurezza alimentare in Africa"(3),
– vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento di risposta rapida all'impennata dei prezzi alimentari nei paesi in via di sviluppo (COM(2008)0450),
– vista la comunicazione della Commissione del 20 maggio 2008 al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni dal titolo "Far fronte alla sfida dell'aumento dei prezzi alimentari - Linee d'intervento dell'UE" (COM(2008)0321),
– visti le conclusioni del Vertice mondiale sull'alimentazione svoltosi a Roma dal 13 al 17 novembre 1996 e l'obiettivo di dimezzare entro il 2015 il numero delle persone che soffrono la fame,
– visto il rapporto "Agricultural Outlook 2008-2017" ("prospettive agricole 2008-2017") pubblicato dall'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) e dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE),
– viste le raccomandazioni dello IAASTD (International Assessment of Agricultural Knowledge, Science and Technology for Development - Valutazione internazionale delle scienze e tecnologie agricole al servizio dello sviluppo),
– visto il risultato della "valutazione dello stato di salute" della politica agricola comune (PAC),
– visti i negoziati in corso in seno all'OMC sull'agenda di Doha per lo sviluppo,
– vista la dichiarazione di Parigi del 2 marzo 2005 sull'efficacia degli aiuti,
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e i pareri della commissione per lo sviluppo, della commissione per gli affari esteri, della commissione per il commercio internazionale e della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (A6-0505/2008),
A. considerando che, per la prima volta dagli anni '70, il mondo si trova ad affrontare una crisi alimentare acuta, determinata sia da fattori strutturali, a lungo termine, che da altre cause, con l'aumento del prezzo del mais, triplicato dal 2006, un aumento del prezzo del grano a livello mondiale di oltre il 180% nell'arco di due anni e un aumento generale dei prezzi mondiali dei prodotti alimentari dell"83% circa,
B. considerando che tale cospicuo e imprevisto aumento dei prezzi si è verificato in un arco temporale relativamente breve, tra settembre 2006 e febbraio 2008; considerando inoltre che i prezzi mondiali di altri prodotti alimentari sono raddoppiati negli ultimi 2 anni e che si prevede rimarranno elevati, nonostante il calo che attualmente si registra nei prezzi di alcuni cereali, come dimostra l'andamento del mercato a termine,
C. considerando che l'aumento dei prezzi dei mangimi comporta un aggravio dei costi di produzione, il che rischia a sua volta di causare un calo della produzione di prodotti d'allevamento mentre la domanda di tali prodotti è in aumento e si prevede che continui ad esserlo, in particolare nelle economie emergenti,
D. considerando che secondo le previsioni della FAO e dell'OCSE i prezzi dei prodotti di base potrebbero abbassarsi rispetto ai livelli più alti dello scorso anno, ma non si prevede che tornino ai livelli antecedenti il 2006; considerando che tuttavia le forti fluttuazioni dei prezzi dei prodotti di base potrebbero divenire una caratteristica più pronunciata e costante del mercato globale; considerando che prezzi alimentari più elevati non si traducono automaticamente in redditi agricoli più alti, a causa soprattutto della velocità di crescita dei costi dei fattori di produzione agricola e del divario sempre più ampio osservabile tra prezzi alla produzione e prezzi al consumo,
E. considerando che le riserve alimentari mondiali si sono assottigliate fino a raggiungere livelli critici, passando da una quantità sufficiente a soddisfare il fabbisogno di un anno dopo la seconda guerra mondiale ad appena 57 giorni nel 2007 e a soli 40 giorni nel 2008,
F. considerando che questi ed altri fattori hanno avuto immediate e gravi conseguenze per un considerevole numero di persone; considerando che, a livello globale, la crisi dei prezzi alimentari ha ridotto alla povertà e alla fame molti altri milioni di persone; considerando che tale situazione ha scatenato rivolte e disordini in tutto il mondo, destabilizzando ulteriormente paesi e regioni di varie parti del globo; considerando che perfino nell'Unione europea le riserve alimentari si sono ridotte a tal punto che il programma di aiuto alimentare d'urgenza non dispone più, al momento, di prodotti alimentari da distribuire,
G. considerando che, secondo stime attuali di organizzazioni impegnate nella lotta alla fame nel mondo, nei paesi in via di sviluppo una persona su cinque è attualmente denutrita e soffre di fame cronica e ogni giorno nel mondo più di 30 000 bambini muoiono di fame e per la povertà,
H. considerando che l'agricoltura fornisce occupazione e sostentamento a oltre il 70% della forza lavoro nei paesi in via di sviluppo e ad oltre l'80% in molti paesi africani, e che di conseguenza le politiche di sviluppo rurale sono fondamentali al fine di combattere efficacemente la povertà e la fame,
I. considerando che nei paesi in via di sviluppo le donne producono tra il 60 e l'80% degli alimenti e sono responsabili della metà della produzione alimentare mondiale; tenendo conto dell'estrema importanza del ruolo svolto dalle donne nel provvedere alla famiglia; e considerando che le donne possono accedere molto meno degli uomini alla terra e ai mezzi di produzione, per cui vanno aiutate e appoggiate in modo appropriato,
J. considerando che la crisi attuale si ripercuote nel modo più drammatico sulle famiglie a basso reddito sia nell'Unione europea sia nei paesi in via di sviluppo, dove la quota del reddito familiare spesa per l'alimentazione è compresa tra il 60% e l'80% del reddito complessivo, contro una media europea che non raggiunge il 20%,
K. considerando che il Parlamento e il Consiglio hanno ripetutamente chiesto una risposta forte al problema globale, assicurando in particolare i finanziamenti necessari per i fattori di produzione agricola e per l'assistenza nell'uso di strumenti di gestione basati sul mercato,
L. considerando che l'Unione europea, con il 17% della produzione mondiale di grano, il 25% di quella di latte, il 20% di quella di carni suine e il 30% di quella di carni bovine, rimane uno dei principali produttori di derrate alimentari; considerando che essa è anche un grande importatore di prodotti agricoli, essendo largamente al di sotto della soglia di autosufficienza per l'approvvigionamento di numerosi prodotti agricoli di base,
M. considerando che l'Unione europea è all'avanguardia nella definizione di norme in materia di produzione alimentare che si situano ai livelli più elevati, incentrandosi sul sistema di tracciabilità del prodotto dal campo alla tavola e garantendo la sicurezza degli alimenti prodotti nell'Unione europea,
N. considerando che l'Unione europea svolge un ruolo di protagonista anche nelle iniziative per la protezione dell'ambiente, che servono a tutelare le risorse naturali, ma comportano anche ulteriori oneri finanziari per gli agricoltori dell'Unione europea,
O. considerando che l'Unione europea è il primo donatore mondiale di aiuti umanitari e allo sviluppo, ma che a livello internazionale la quota degli aiuti destinati all'agricoltura, in particolare di quelli provenienti dall'Unione europea, non ha cessato di diminuire a partire dagli anni '80,
P. considerando che, in aggiunta ai contributi dei singoli Stati membri, l'Unione europea finanzia tradizionalmente circa il 10% della cooperazione allo sviluppo a livello mondiale; considerando che ciò è confermato dall'attuale contributo apportato attraverso strumenti CE (circa 1,8 miliardi EUR: 1 miliardo attraverso il nuovo strumento di risposta rapida all'impennata dei prezzi alimentari nei paesi in via di sviluppo, il resto tramite gli strumenti di aiuto umanitario e allo sviluppo attualmente disponibili),
Q. considerando che, in un contesto di pressione sulle risorse naturali, la domanda globale di alimenti si prevede raddoppi entro il 2050 e la produzione mondiale di derrate alimentari dovrà necessariamente aumentare,
R. considerando che secondo la FAO sarebbe sufficiente un investimento annuo di 30 miliardi di euro per garantire la sicurezza alimentare di una popolazione mondiale che entro il 2050 raggiungerà i 9 miliardi di abitanti,
S. considerando che gli attuali accordi internazionali e regionali si sono rivelati incapaci di normalizzare l'approvvigionamento del mercato e gli scambi; considerando che il recente aumento dei prezzi alimentari dovrebbe costituire un campanello d'allarme per i governi di tutto il mondo, ricordando loro che la produzione agricola non va data per scontata,
1. afferma che la sicurezza alimentare globale è una questione della massima urgenza per l'Unione europea e chiede un'azione immediata e continuativa per garantire la sicurezza alimentare dei cittadini dell'Unione europea e di tutto il mondo; considera importante valorizzare tutte le agricolture e le culture alimentari del mondo; sottolinea che i prodotti alimentari devono essere accessibili ai consumatori a prezzi ragionevoli, mentre occorre garantire al contempo un tenore di vita equo agli agricoltori;
2. sottolinea l'importanza della PAC come strumento per assicurare la produzione alimentare nell'Unione europea; ritiene che sin dal suo avvio nel 1962 la PAC abbia garantito ai cittadini dell'Unione europea la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare, unitamente alla protezione e al miglioramento dell'ambiente rurale e alla definizione di norme comunitarie in materia di produzione alimentare che sono le più rigorose al mondo; sottolinea la necessità che l'agricoltura comunitaria continui a svolgere questo ruolo in futuro;
3. nota tuttavia, che negli ultimi 25 anni il risultato delle molteplici riforme della PAC è consistito in una riduzione della produzione agricola nell'Unione europea, con uno spostamento del'accento dalla quantità a una produzione di qualità, guidata dai meccanismi di mercato; ritiene che tale evoluzione abbia comportato una perdita di potenziali opportunità di mercato per i produttori dell'Unione europea e abbia determinato una maggiore dipendenza dalle importazioni di alimenti provenienti dall'esterno dell'Unione europea, prodotti secondo norme di produzione molto diverse, il che ha esposto i prodotti agricoli dell'Unione europea a condizioni impari di concorrenza;
Situazione e cause
4. osserva che prima della più recente impennata dei prezzi alimentari il numero di persone che in tutto il mondo soffrivano la fame cronica superava gli 860 milioni; nota che, secondo le previsioni della Banca mondiale, l'impennata dei prezzi alimentari potrebbe gettare altri 100 milioni di persone nella povertà più estrema;
5. condivide il parere della FAO secondo cui i paesi importatori netti di prodotti alimentari sono i più duramente colpiti dall'aumento dei prezzi e molti di essi sono i paesi meno sviluppati al mondo; ribadisce che la povertà e la dipendenza dalle importazioni alimentari costituiscono le cause principali dell'insicurezza alimentare; è consapevole del fatto che sui mercati internazionali viene di fatto scambiata soltanto una piccola percentuale della produzione alimentare mondiale, proveniente sempre di più da un esiguo numero di paesi esportatori;
6. nota che nel 2007 e nel 2008 i raccolti dei cereali di base si sono attestati su un buon livello; osserva che il problema immediato dell'insicurezza alimentare nel 2007 è stato determinato dalla diminuzione dell'offerta e dall'aumento dei prezzi dei prodotti di base; esprime profonda preoccupazione per i bassi livelli delle riserve alimentari mondiali, che attualmente sono in grado di soddisfare il fabbisogno mondiale di cereali per meno di 40 giorni;
7. sottolinea che il soddisfacimento dei fabbisogni primari delle popolazioni, soprattutto quelli alimentari e idrici, è spesso fonte di conflitti; osserva che l'aumento demografico mondiale, stimato in 3 miliardi di persone entro il 2050, inasprirà tali tensioni in ogni regione del pianeta; chiede pertanto che in sede di elaborazione delle future politiche agricole si tenga conto di questa dimensione geostrategica;
8. sottolinea con preoccupazione il continuo aumento dei costi dei fattori della produzione agricola (aumento dei prezzi dei fertilizzanti, delle sementi, etc.), che si è tradotto in un aumento dei costi non compensato in maniera uniforme per tutti gli agricoltori (soprattutto nel settore dell'allevamento) e che ha comportato una significativa erosione di ogni potenziale di crescita dei redditi agricoli derivante dai prezzi più elevati dei prodotti di base e degli alimenti, erodendo in tal modo l'incentivo ad aumentare la produzione; teme che forti aumenti dei prezzi dei fattori di produzione possano riflettersi in un loro minor utilizzo e in una produzione potenzialmente inferiore, con conseguente aggravamento della crisi alimentare nell'Unione europea e nel mondo;
9. osserva che i mercati dei prodotti di base hanno visto nel corso dell'attuale stagione un brusco calo dei prezzi, causando preoccupazioni fra i produttori e intaccando la fiducia tra gli agricoltori;
10. sottolinea l'importanza di un'analisi esauriente dell'aumento dei prezzi alimentari, che tenga conto dell'aumento dei prezzi dell'energia per i consumatori finali, della maggiore intensità dei fenomeni atmosferici e dell'aumento della domanda di energia dovuto alla crescita della popolazione mondiale, e invita la Commissione ad indagare ulteriormente sul possibile collegamento tra prezzi alimentari elevati e aumento dei prezzi dell'energia, in particolare del carburante; sottolinea inoltre la necessità di adottare misure per ridurre la dipendenza dell'agricoltura dalle fonti energetiche fossili attraverso un uso più efficiente dell'energia e tramite lo sviluppo di sistemi di coltura che consentano un risparmio energetico;
11. chiede l'adozione di strumenti politici volti a prevenire tali drammatiche e dannose fluttuazioni dei prezzi e improntati alla necessità di assicurare un tenore di vita equo ai produttori; ritiene che il sistema del pagamento unico per azienda offra agli agricoltori l'opportunità di cambiare tipo di produzione in base alle esigenze del mercato, ma possa non essere sufficiente per affrontare forti fluttuazioni dei prezzi di mercato;
12. richiama l'attenzione sulle cause strutturali a più lungo termine che sono entrate in gioco nel recente aumento dei prezzi dei prodotti agricoli di base, tra le quali una domanda mondiale in costante crescita e riduzioni sostenute degli investimenti nella produzione agricola; osserva che, fra tali fattori, l'aumento del prezzo dell'energia e soprattutto del petrolio ha avuto un impatto di primaria importanza sulla produzione agricola mondiale (a causa dei maggiori costi della produzione agricola e della distribuzione alimentare) e sull'emergere di crisi alimentari nei paesi poveri (a causa dei costi dei trasporti degli alimenti al loro interno);
13. nota che nel 2007 il 2% della produzione di cereali dell'Unione europea è stata destinata alla produzione di biocarburanti, rispetto al 25% della produzione di mais che, nello stesso anno, è stata destinata alla produzione di etanolo negli Stati Uniti; chiede una valutazione globale di questa tendenza e dell'impatto sui prezzi alimentari, e auspica un coordinamento delle politiche a livello mondiale per assicurare che l'approvvigionamento alimentare non venga compromesso dalla spinta alla produzione di energie rinnovabili; chiede inoltre che gli accordi internazionali e regionali comportino degli obblighi in virtù dei quali gli aiuti concessi per la produzione di biocarburanti non possano mettere in pericolo la sicurezza alimentare del pianeta e debbano attenersi alle regole applicabili al fine di non incidere sulla concorrenza tra partner commerciali; chiede tuttavia un forte impegno da parte dell'Unione europea per la promozione dei biocarburanti di seconda generazione;
14. sottolinea la necessità di giungere a un equilibrio tra la produzione di biocarburanti e bioenergia, da un lato, e le indispensabili riserve alimentari mondiali, dall'altro; osserva che l'aumento della produzione di biocarburanti e di bioenergie può avere un impatto positivo sul settore agroalimentare, che attualmente subisce le ripercussioni dei prezzi elevati delle materie prime necessarie all'industria della trasformazione, quali fertilizzanti, gasolio, ecc.; considera che lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili rappresenta quindi una valida alternativa economica e sociale per lo sviluppo delle aree rurali e, al contempo, un approccio sostenibile per la protezione dell'ambiente, ancor più se si tiene conto degli obiettivi dell'Unione europea in tema di energie rinnovabili per il 2020; sottolinea tuttavia la necessità di adottare nel contempo delle misure per evitare possibili effetti negativi dell'aumento della produzione di colture energetiche sulla biodiversità, sui prezzi dei prodotti alimentari e sulla destinazione dei terreni;
15. nota che, abolendo il suo regime di messa a riposo delle terre, l'Unione europea ha dato un notevole contributo all'aumento dell'offerta di prodotti agricoli di base;
16. richiama l'attenzione sul rapido cambiamento nelle abitudini alimentari dei consumatori, in particolare nei paesi emergenti, dove si registra la tendenza a un maggior consumo di carne e di proteine, la cui produzione richiede una maggior quantità di cereali; constata inoltre con piacere l'aumento del reddito reale in paesi quali Cina e India, che continuerà a dare impulso alla domanda di prodotti agricoli e di alimenti trasformati;
17. considera necessario vigilare sulla crescente concentrazione del mercato nel settore alimentare al dettaglio per evitare che si producano situazioni di monopolio, poiché le attività dei grossi rivenditori possono non corrispondere sempre agli interessi dei produttori, dei trasformatori o dei consumatori;
18. auspica l'adozione di soluzioni alternative per ristabilire l'equilibrio a favore dei piccoli produttori agricoli, che sono impossibilitati a negoziare con i grandi rivenditori; sottolinea che, benché esista a livello di Unione europea un quadro legislativo antimonopoli che impedisce ai grandi produttori di esercitare abusi di posizione dominante sul mercato dell'Unione europea, non esiste ancora una normativa specifica per combattere le pratiche monopolistiche attuate da alcuni supermercati e ipermercati;
Le risposte dell'Unione europea
19. ritiene che la PAC debba continuare ad essere il pilastro fondamentale della politica dell'Unione europea per la sicurezza alimentare, sia ora sia dopo il 2013; ritiene che ecosistemi funzionanti, suoli fertili, risorse idriche stabili e un'economia rurale polivalente siano essenziali ai fini della sicurezza alimentare a lungo termine; considera inoltre d'importanza fondamentale che la PAC, unitamente ad altre politiche comunitarie, svolga un ruolo più rilevante nell'equilibrio alimentare mondiale;
20. è fermamente convinto, tuttavia, che la PAC debba essere ulteriormente adattata per poter soddisfare le esigenze di sicurezza alimentare; è deluso del fatto che, nelle sue proposte legislative nel quadro della "valutazione dello stato di salute" della PAC del maggio 2008, la Commissione europea non sia stata totalmente all'altezza della sfida; è contrario allo smantellamento delle misure di gestione del mercato e ai tagli dei pagamenti di sostegno agli agricoltori;
21. chiede, alla luce della revisione di bilancio 2008-2009, un livello stabile e costante della spesa dell'Unione europea e degli Stati membri per la PAC, che garantisca un reddito equo agli agricoltori; ricorda che gli agricoltori hanno bisogno di un ambiente politico stabile per poter pianificare per il futuro; sottolinea che il principio fondamentale di una politica di questo tipo è la creazione di una rete di sicurezza per i redditi contro i pericoli e le crisi dovuti o a fenomeni naturali avversi o a distorsioni del mercato e a una discesa dei prezzi di durata ed entità inusitate; fa presente a tale riguardo che l'agricoltura apporta un significativo valore aggiunto alle economie nazionali e dell'Unione europea;
22. osserva che il mercato non è in grado da solo di fornire ai produttori la sicurezza del reddito di cui necessitano per continuare a portare avanti la propria attività agricola, a causa dell'elevato costo che comporta il rispetto delle norme dell'Unione europea in materia di produzione e sicurezza alimentare, ambiente e benessere degli animali; accoglie tuttavia con favore il più marcato orientamento della PAC verso il mercato; si rammarica, peraltro, del fatto che non si siano conseguiti pienamente gli obiettivi delle riforme del 2003 di assicurare agli agricoltori prezzi di mercato più alti e uno snellimento della burocrazia;
23. ritiene che le numerose disposizioni in materia di ecocondizionalità (cross-compliance) agiscano da disincentivo per i produttori e che ove possibile occorra semplificarle; accoglie con favore, a questo riguardo, le iniziative di semplificazione della Commissione;
24. è allarmato per il fatto che la legislazione comunitaria proposta (per esempio in materia di prodotti fitosanitari) potrebbe avere un impatto drammatico riducendo gli strumenti a disposizione degli agricoltori per massimizzare le rese e potrebbe, in effetti, portare ad una drastica riduzione della produzione agricola dell'Unione europea; chiede una valutazione dettagliata dell'impatto – in particolare delle implicazioni per la sicurezza alimentare – di tutte le misure proposte;
25. sollecita la Commissione a considerare l'impatto delle iniziative di mitigazione dei cambiamenti climatici nel settore agricolo; ritiene che l'agricoltura debba dare il suo contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici ma debba anche ricevere risorse per contrastare l'impatto di tali cambiamenti, essendo uno dei settori dell'economia più sensibili al clima, affinché la produzione agricola dell'Unione europea non venga depressa e non finisca con l'essere rimpiazzata da prodotti d'importazione;
26. ritiene che occorra rivedere i sistemi dell'Unione europea e gli altri sistemi internazionali di monitoraggio della produzione e del mercato, in modo da disporre di un meccanismo di allerta più rapido per determinare le tendenze della produzione; ritiene che vi sia la necessità di un regime di inventario alimentare globale e di un sistema mondiale di riserve alimentari, e che l'Unione europea dovrebbe assumere la guida nella concezione di un siffatto sistema; esorta la Commissione ad agire in cooperazione con i partner mondiali e ad avanzare una proposta al riguardo;
27. chiede che si rendano disponibili polizze assicurative efficaci che offrano protezione contro le forti fluttuazioni dei prezzi e dei redditi e contro gli effetti dei fenomeni meteorologici sulla produzione;
28. chiede alla Commissione di studiare un efficace sistema comunitario di monitoraggio del mercato che sia in grado di registrare i cambiamenti e le tendenze dei prezzi dei prodotti agricoli e del costo dei fattori di produzione; afferma che tale sistema deve assicurare la trasparenza e facilitare i confronti transfrontalieri di prodotti analoghi;
29. ritiene opportuno istituire nel quadro della FAO un osservatorio internazionale dei prezzi dei prodotti agricoli, dei fattori di produzione e dei prodotti alimentari, onde permettere il monitoraggio di tali dati a livello internazionale;
30. osserva che, attraverso successive riforme della PAC, si è cercato di ovviare agli elementi della politica agricola dell'Unione europea che distorcono gli scambi, con un impatto negativo sugli agricoltori dei paesi in via di sviluppo, ma constata che i rapporti di scambio restano ineguali e molto resta ancora da fare per costruire un sistema più equo;
31. osserva tuttavia che le riforme delle politiche adottate dall'Unione europea per soddisfare i requisiti dell'OMC hanno comportato un riorientamento degli aiuti della PAC, con l'abbandono dei pagamenti vincolati alla produzione, lo smantellamento delle misure di gestione del mercato e l'apertura dei mercati, lasciando consumatori e produttori sempre più esposti all'instabilità del mercato mondiale; chiede che le politiche della PAC comprendano una clausola sulla sicurezza alimentare e che gli accordi commerciali includano impegni paritari dei partner per una regolamentazione degli scambi che non metta in pericolo la sicurezza alimentare del pianeta; invita la Commissione ad adoperarsi, nel quadro dei negoziati dell'OMC, per un accesso qualificato al mercato tale da garantire che gli elevati standard ambientali dell'agricoltura dell'Unione europea e il diritto di ogni Stato membro alla sicurezza alimentare non siano vanificati da importazioni a basso costo;
32. nota che l'Unione europea sta portando avanti con determinazione i suoi impegni per l'abolizione di tutte le restituzioni all'esportazione entro il 2013, e che attraverso la "valutazione dello stato di salute" della PAC si stanno perseguendo ulteriori riforme degli strumenti di sostegno al mercato, in conformità con gli accordi dell'OMC;
33. considera lo strumento di finanziamento per una risposta rapida all'impennata dei prezzi alimentari nei paesi in via di sviluppo un primo passo necessario per far fronte ai bisogni immediati delle persone maggiormente colpite dalla crisi alimentare; sottolinea tuttavia che tale strumento è una misura una tantum, volta ad indirizzare fondi della rubrica 4 del bilancio generale dell'Unione europea verso la piccola agricoltura nei paesi più duramente colpiti, e che tale misura dovrà essere rafforzata con ulteriori investimenti; ritiene che la Commissione debba controllare in che modo sono spesi i fondi e assicurare che essi siano sempre utilizzati là dove il bisogno è più grande, e ritiene che il Parlamento debba essere costantemente informato; chiede inoltre che il Parlamento eserciti una regolare supervisione dell'esecuzione, attraverso la procedura di regolamentazione con controllo;
34. invita la Commissione a potenziare i suoi attuali programmi volti a garantire la sicurezza alimentare in Europa e nel mondo; chiede un rafforzamento del programma tematico sulla sicurezza alimentare (2007-2010), per il quale sono attualmente stanziati 925 milioni di euro per l'intero periodo di programmazione; accoglie con favore la proposta di aumento degli stanziamenti di bilancio destinati al programma per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti nella Comunità, presentato dalla Commissione il 17 settembre 2008; invita la Commissione ad adottare una strategia complessiva per le questioni della sicurezza alimentare, così da raggiungere la coerenza fra tutte le politiche comunitarie;
35. è allarmato per l'attuale crisi finanziaria mondiale, che potrebbe comportare una riduzione delle risorse finanziarie a disposizione dell'agricoltura; invita la Commissione ad analizzare gli effetti della crisi finanziaria sul settore agricolo e a prendere in considerazione proposte volte a garantire stabilità al settore, anche in termini di accesso a prestiti e garanzie di credito;
36. fa riferimento a una ricerca da cui risulta che la maggior parte dei consumatori non è consapevole dei benefici vitali assicurati dalla PAC in termini di sicurezza alimentare e livello ragionevole dei prezzi alimentari(4); chiede politiche d'informazione dei cittadini e un rinnovato impegno per la semplificazione, che porterebbe ad un'accresciuta conoscenza degli strumenti e dei benefici della PAC; propone che l'opinione pubblica sia resa edotta di quelli che sarebbero i costi dell'assenza di una politica agricola comune;
37. ritiene che la PAC debba svolgere un ruolo importante nella politica estera e nelle politiche di sviluppo dell'Unione europea, con particolare riguardo alla politica esterna di sicurezza alimentare; ritiene che, oltre ad assicurare la produzione alimentare dell'Unione europea, la PAC possa contribuire a soddisfare la crescente domanda alimentare su scala globale;
38. osserva che i conflitti armati hanno un impatto molto negativo sulla produzione alimentare e l'accesso agli alimenti; esprime preoccupazione circa le gravi conseguenze della propensione ai conflitti per quanto riguarda la sicurezza alimentare, ad esempio attraverso migrazioni di massa, paralisi della produzione agricola, danni a infrastrutture vitali;
39. ritiene essenziale evitare dirompenti lotte competitive per risorse alimentari scarse; chiede pertanto un coordinamento più efficace dell'Unione europea con le organizzazioni non governative, la FAO e altre agenzie internazionali - a livello tecnico - e con le Nazioni Unite - a livello politico - al fine di promuovere un accesso equo alle risorse alimentari globali e di incrementare la produzione di alimenti nei principali paesi in via di sviluppo, tenendo costantemente conto, nel contempo, dei criteri della biodiversità e dello sviluppo sostenibile;
40. esorta l'Unione europea ad aiutare i paesi a rischio di conflitto a sviluppare forti politiche agricole proprie, basate su un facile accesso alle materie prime, a un'istruzione di qualità e a finanziamenti adeguati, nonché su infrastrutture affidabili; ritiene che gli aiuti dell'Unione europea debbano essere finalizzati al miglioramento dell'autosufficienza alimentare dei paesi in via di sviluppo beneficiari, il che farà migliorare la sicurezza alimentare a livello regionale e l'accesso al cibo per le fasce più indigenti della società;
41. rileva che alcune economie in crescita potrebbero star progettando di prendere in affitto ampie superfici di terreno nelle regioni più povere di Africa e Asia, per impiantarvi colture da spedire ai propri mercati per migliorare la propria sicurezza alimentare; ritiene che, insieme alla FAO, l'Unione europea debba prendere sul serio tale fenomeno quale grave minaccia per la sicurezza alimentare e per una politica agricola efficace nei paesi ospitanti;
L'agricoltura nei paesi in via di sviluppo
42. sottolinea che le attuali sfide alimentari impongono di aumentare la produzione di cibo per stare al passo con la domanda crescente, e nel contempo di migliorare la qualità, abbassare i costi e garantire maggiore sostenibilità; ritiene che per conseguire tali scopi sia indispensabile rivedere le politiche pubbliche al fine di migliorare i metodi di produzione, la gestione delle scorte nonché la regolamentazione dei mercati mondiali;
43. sottolinea la necessità di altre azioni a medio e lungo termine per sviluppare il settore agricolo e la produzione alimentare nei paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, tenendo conto delle summenzionate raccomandazioni dello IAASTD; ritiene che lo sviluppo agricolo possa servire come punto di partenza per il generale sviluppo economico di un paese;
44. ritiene che il Fondo europeo di sviluppo dovrebbe concentrarsi maggiormente sull'agricoltura, in particolare sulle piccole aziende e sulla trasformazione dei prodotti in loco, dal momento che nel mondo la grande maggioranza delle persone povere vive in zone rurali, altamente dipendenti dalla produzione agricola; ritiene inoltre che occorra adoperarsi per stabilire norme per il commercio agricolo che garantiscano l'approvvigionamento alimentare in tutti i paesi; ritiene che ai paesi in via di sviluppo debbano essere accordati vantaggi commerciali che favoriscano il rafforzamento della produzione nazionale; invita la Commissione a tener conto di queste considerazioni in sede di negoziati dell'OMC come pure in occasione dei negoziati per gli accordi di partenariato economico con paesi in via di sviluppo;
45. è del parere che un forte ostacolo all'aumento della produzione agricola nei paesi in via di sviluppo sia rappresentato dalla mancanza di accesso dei piccoli agricoltori a prestiti e microcrediti per investimenti in sementi, fertilizzanti e sistemi d'irrigazione migliorati; sottolinea inoltre la questione delle garanzie sui prestiti, che nella maggior parte dei casi non sono disponibili; invita la Banca europea per gli investimenti a studiare modi per dotare i programmi per produttori locali di generi alimentari nei paesi in via di sviluppo di garanzie di prestiti che agevolino il loro accesso al credito e al microcredito;
46. riafferma la sua convinzione della necessità di mercati agricoli integrati a livello regionale; invita la Commissione a sostenere la cooperazione e l'integrazione regionale; rammenta al gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) il successo dell'integrazione agricola in Europa e la stabilità che essa ha assicurato per oltre 50 anni; esorta pertanto le comunità economiche regionali degli Stati ACP a intensificare la loro azione nel settore dell'agricoltura e invita i paesi in via di sviluppo a ridurre le barriere commerciali che li dividono;
47. sottolinea inoltre che il settore agricolo ha bisogno di trasformarsi, da un sistema di agricoltura di sussistenza, in un'economia rurale creatrice di posti di lavoro; considera inoltre che per sviluppare settori agricoli solidi occorre porre particolarmente l'accento sulle misure di sostegno ai giovani agricoltori nel mondo in via di sviluppo; ritiene che l'Unione europea debba intensificare gli sforzi di cooperazione e supporto volti a modernizzare, rendendole più efficienti, le catene alimentari nei paesi in via di sviluppo; ritiene altresì che l'Unione europea debba sostenere iniziative come il programma comune per le sementi lanciato dall'Unione africana e dai suoi partner nazionali e regionali;
48. ritiene che, nel quadro di una politica di sviluppo efficace dei paesi in via di sviluppo, sia indispensabile che essi adottino una strategia nazionale o una strategia regionale comune per lo sviluppo rurale, con chiare misure di sostegno dei produttori e dei prodotti; ritiene in tale contesto che l'aiuto allo sviluppo prestato dall'Unione europea non avrà carattere frammentario, ma farà parte di tale strategia nazionale o regionale comune, cofinanziata, di sviluppo rurale;
49. chiede l'istituzione di un fondo permanente per la sicurezza alimentare a sostegno della popolazione mondiale più povera, nell'ambito della rubrica 4 del bilancio generale dell'Unione europea, a integrazione di altre misure di sviluppo finanziate dall'Unione europea;
50. accoglie con favore le iniziative a livello mondiale quale la task force ad alto livello delle Nazioni Unite per la crisi globale della sicurezza alimentare, e ritiene che l'Unione europea debba coordinare i propri sforzi con tale task force; sottolinea l'importanza delle linee guida volontarie adottate dai membri della FAO nel novembre 2004 per sostenere la progressiva realizzazione del diritto umano all'alimentazione nel contesto della sicurezza alimentare nazionale; propone inoltre che, al fine di garantire la disponibilità di alimenti, si istituisca a livello mondiale un programma di obblighi in materia di mantenimento delle scorte, unitamente ad un migliore sistema di base di stoccaggio per i principali fattori di produzione (proteine, fertilizzanti, sementi, pesticidi), preferibilmente fondato su soggetti del settore privato, comprese le cooperative agricole;
51. è consapevole degli impegni presi dall'Unione europea nei confronti dei paesi in via di sviluppo e dei nostri obblighi attuali e futuri nel quadro dell'OMC; chiede che le misure di sostegno dell'Unione europea vadano nella direzione degli obiettivi sanciti nella Dichiarazione di Maputo del 2002 dei governi africani; invita gli Stati membri a mantenere fede ai propri impegni per la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite, ed in particolare a destinare all'aiuto allo sviluppo lo 0,7% del loro prodotto nazionale lordo; è peraltro del parere che la qualità dell'assistenza allo sviluppo sia più importante delle somme spese a tal fine;
52. esprime rammarico per la riduzione della quota degli aiuti allo sviluppo destinata all'agricoltura e allo sviluppo rurale, passata dal 17% del 1980 ad appena il 3% nel 2006; esorta la Commissione a dirigere e controllare il contributo del sostegno finanziario dell'Unione europea orientandolo verso il conseguimento di una crescita guidata dall'agricoltura, e a fare il possibile per indurre i governi a spendere il 10% del bilancio nazionale per il settore agricolo, secondo gli impegni da loro presi (ad esempio fissando dei target per le politiche agricole nazionali);
53. ribadisce che per i paesi ACP l'agricoltura è un settore in grado più di altri di generare crescita per le popolazioni rurali povere, contribuendo così in modo tangibile al conseguimento del primo Obiettivo di sviluppo del millennio, che consiste nell'eliminare la povertà estrema e la fame; sottolinea come sia pertanto essenziale agire immediatamente e promuovere maggiori investimenti nell'agricoltura e nello sviluppo rurale;
54. pone l'accento sul fatto che lo sviluppo agricolo deve essere basato primariamente sul diritto al cibo e sul diritto a produrre cibo, consentendo a tutti di godere del diritto ad alimenti sani, nutrienti e culturalmente appropriati, ottenuti con metodi di produzione ecologicamente sani e sostenibili nell'ambito di una struttura agricola autonoma;
55. invita l'Unione europea a riconoscere il diritto dei paesi in via di sviluppo alla sovranità alimentare e a sostenere tale diritto con misure mirate, in primo luogo utilizzando e potenziando le strutture e le risorse disponibili - quali sementi, concimi naturali e mezzi di produzione - nonché promuovendo l'integrazione regionale;
56. invita l'Unione europea a ricollocare l'agricoltura al centro della sua agenda per lo sviluppo, attribuendo una priorità specifica ai programmi di sviluppo agricolo che prevedono obiettivi chiari in materia di riduzione della povertà e scopi realizzabili, in particolare misure che promuovano l'agricoltura su piccola scala e la produzione di derrate alimentari destinate ai mercati locali traendo vantaggio dalla biodiversità, con particolare attenzione alla costruzione di capacità per quanto concerne i piccoli coltivatori proprietari di terra e le donne;
57. invita l'Unione europea ad unire le proprie forze a quelle degli Stati membri, dei governi dei paesi ACP, delle organizzazioni internazionali, delle banche di sviluppo regionale e delle fondazioni private, delle organizzazioni non governative e delle autorità locali, ai fini di un miglior inserimento nei programmi regionali di nuovi progetti e interventi programmatici per far fronte all'impennata dei prezzi alimentari;
58. sollecita misure volte a migliorare la formazione per consentire ai giovani di seguire corsi d'istruzione superiore in agricoltura, ivi compresa la formazione su come soddisfare le norme dell'Unione europea in materia sanitaria e fitosanitaria, nonché a creare opportunità di lavoro per i laureati in questo settore, con l'obiettivo di ridurre la povertà e l'esodo dalle zone rurali verso quelle urbane e di evitare la "fuga dei cervelli" dai paesi in via di sviluppo verso i paesi sviluppati;
59. ricorda il "Codice di condotta per la prevenzione e la gestione delle crisi alimentari", del 2008, della Food Crisis Prevention Network (la "rete per la prevenzione delle crisi alimentari") e chiede che esso sia attuato e osservato nel contesto della PAC; appoggia e sollecita inoltre il coinvolgimento della società civile e la promozione degli interessi delle donne, delle cooperative di piccoli agricoltori e dei gruppi di produttori al fine di garantire la sicurezza e l'autosufficienza alimentare;
60. esprime grande preoccupazione per il fatto che, in molti casi, i bilanci per le spese militari e di difesa sono più cospicui di quelli destinati all'agricoltura e all'alimentazione;
61. ritiene che i piccoli proprietari costituiscano l'asse portante dello sviluppo agricolo; sottolinea alcuni dei problemi più gravi che i piccoli agricoltori si trovano ad affrontare nei paesi in via di sviluppo, quali l'accesso ai mercati, alla terra, alla formazione, ai finanziamenti, ai mezzi di produzione e alla tecnologia; riafferma l'importanza di sviluppare le infrastrutture rurali e gli investimenti in piccole aziende agricole e in forme di produzione adatte alle condizioni locali e basate su metodi tradizionali che richiedono una quantità limitata di mezzi di produzione;
62. ritiene che un fattore importante nella produzione alimentare mondiale sia rappresentato dall'insufficienza degli scambi di derrate alimentari; osserva che, secondo la FAO, nel 2007 la produzione mondiale di riso è aumentata mentre nello stesso anno gli scambi di riso sono diminuiti;
63. ritiene che un'ulteriore liberalizzazione non regolamentata degli scambi agricoli comporterebbe un ulteriore aumento dei prezzi alimentari ed anche una loro maggiore volatilità; sottolinea che le parti più colpite sarebbero le più vulnerabili, ossia i paesi in via di sviluppo importatori di prodotti alimentari; sottolinea inoltre che le norme del commercio internazionale non devono in alcun caso scalfire il diritto di paesi o regioni di sostenere il proprio settore agricolo al fine di garantire la sicurezza alimentare della loro popolazione;
64. ritiene che le politiche di apertura dei mercati dei prodotti agricoli nel quadro dell'OMC e di accordi bilaterali di libero scambio abbiano contribuito in modo significativo a intaccare la sicurezza alimentare in molti paesi in via di sviluppo e nel contesto dell'attuale crisi mondiale dell'approvvigionamento alimentare; invita la Commissione a riesaminare di conseguenza il proprio approccio liberista in materia di scambi agricoli;
65. invita i grandi paesi esportatori (Brasile, Argentina, Tailandia ecc.) ad assumere il ruolo di fornitori affidabili di prodotti alimentari di base e ad evitare di applicare restrizioni alle esportazioni che potrebbero avere conseguenze disastrose, specialmente per i paesi poveri in via di sviluppo importatori di prodotti alimentari;
66. è allarmato per l'attuale crisi finanziaria globale, che potrebbe comportare una riduzione delle risorse finanziarie a disposizione dell'aiuto pubblico allo sviluppo; invita la Commissione ad analizzare l'impatto della crisi finanziaria sul settore dell'aiuto allo sviluppo e a continuare ad elaborare proposte finalizzate a sostenere l'agricoltura nei paesi più poveri del mondo;
67. osserva che la crisi alimentare globale è una delle grandi minacce per la pace e la sicurezza nel mondo; plaude, a tale riguardo, all'impegno recentemente profuso dalla Commissione per studiare modi di affrontare il problema della sicurezza alimentare globale; invita gli Stati membri a sostenere tali iniziative a livello nazionale e locale;
Ricerca e sviluppo
68. ribadisce il suo costante favore agli investimenti in tecnologia e innovazione nel settore dell'agricoltura e della produzione agricola;
69. sottolinea l'importanza di una ricerca finanziata con risorse pubbliche che serva a promuovere la sicurezza alimentare anziché curare unilateralmente gli interessi dell'industria; chiede investimenti nella ricerca non soltanto di nuove tecnologie specifiche ma anche di sistemi globali di produzione agricola che vadano in direzione della sicurezza alimentare a lungo termine; pone in rilievo al riguardo il ruolo d'avanguardia che in tale ambito potrebbe svolgere, ad esempio, una piattaforma tecnologica dell'Unione europea per la ricerca nel campo dell'agricoltura ecologica;
70. pone l'accento sull'importanza della ricerca ma anche del trasferimento fino al livello dell'azienda agricola delle conoscenze acquisite grazie ad essa, attraverso un efficace servizio di divulgazione agricola, in particolar modo nei paesi in via di sviluppo; chiede un rafforzamento della ricerca e della generazione di conoscenza nel settore agricolo;
71. esprime preoccupazione per il fatto che l'accento posto nell'Unione europea sulla condizionalità ecologica (cross-compliance) possa andare a detrimento della ricerca e consulenza per la produzione agricola; sottolinea la necessità di garantire entrambe le cose;
72. chiede l'istituzione di un programma accelerato di ricerca e sviluppo sull'agricoltura sostenibile ed efficiente in termini energetici, adatta al luogo in cui è praticata; esorta gli Stati membri a sostenere la ricerca mirante ad aumentare la produttività in relazione alle applicazioni in campo agricolo; è consapevole delle preoccupazioni dei consumatori dell'Unione europea;
Un'agricoltura mondiale sostenibile
73. esprime preoccupazione per le alterazioni degli andamenti meteorologici causate dai cambiamenti climatici, che si prevede renderanno più comuni siccità e inondazioni, con impatti negativi sulle rese dei raccolti e sulla prevedibilità della produzione agricola mondiale;
74. teme che l'attuazione nell'Unione europea di proposte volte a ridurre ulteriormente le emissioni di gas serra possa incidere negativamente sulla produzione alimentare dell'Unione europea, in particolare sulla produzione di bestiame;
75. riconosce l'esigenza di un miglioramento dell'efficienza energetica del settore agricolo, responsabile di una quota considerevole delle emissioni totali di CO2;
76. ritiene che l'espansione della produzione di biocarburanti e bioenergia potrebbe avere effetti positivi sul settore agricolo e della trasformazione alimentare, settore che sta risentendo dell'aumento dei prezzi dei fattori di produzione, quali fertilizzanti, pesticidi, e gasolio, nonché dei costi di trasporto e di trasformazione;
77. riconosce che il settore agricolo fornisce i mezzi di sussistenza alla maggioranza della popolazione in molti paesi in via di sviluppo, e pertanto incoraggia tali paesi a mettere a punto un meccanismo di politiche agricole stabili e trasparenti che assicurino la pianificazione a lungo termine e lo sviluppo sostenibile;
78. chiede alla Commissione di monitorare da vicino gli effetti dell'aumento della produzione di bioenergia nell'Unione europea e nei paesi terzi per quanto riguarda le variazioni di destinazione dei terreni, i prezzi dei prodotti alimentari di base e l'accesso ai prodotti alimentari;
79. ribadisce che gli incentivi alle colture energetiche sostenibili non devono mettere in pericolo la produzione alimentare;
80. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere la ricerca e lo sviluppo finalizzati alla prevenzione dei cambiamenti climatici e all'adattamento ad essi, compresa fra le altre cose la ricerca sulla prossima generazione di biocarburanti, in particolare sull'utilizzo di colture energetiche ad alta resa, su fertilizzanti rispettosi dell'ambiente dotati della massima efficacia possibile, su nuove tecnologie agricole che riducano al minimo le ripercussioni negative in termini di utilizzo dei terreni, sullo sviluppo di nuovi tipi di piante resistenti ai cambiamenti climatici e alle malattie connesse, nonché a sostenere la ricerca sulle modalità di utilizzazione dei rifiuti in agricoltura;
81. ritiene che, al fine di aumentare la produttività agricola sostenibile, siano necessarie ulteriori ricerche in campo agricolo, e invita gli Stati membri a sfruttare appieno le opportunità offerte a tale riguardo dal Settimo programma quadro della Comunità europea per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrative e ad adottare misure che migliorino la produttività agricola nel rispetto dei criteri della sostenibilità e dell'efficienza energetica;
o o o
82. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.