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Procedura : 2008/2212(INI)
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Ciclo del documento : A6-0035/2009

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A6-0035/2009

Discussioni :

PV 09/03/2009 - 26
CRE 09/03/2009 - 26

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PV 11/03/2009 - 5.18
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P6_TA(2009)0118

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Mercoledì 11 marzo 2009 - Strasburgo
Affrontare le sfide connesse all'approvvigionamento di petrolio
P6_TA(2009)0118A6-0035/2009

Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 marzo 2009 sulle ipotesi per affrontare le sfide connesse all'approvvigionamento di petrolio (2008/2212(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la comunicazione della Commissione del 10 gennaio 2007 dal titolo "Una politica energetica per l'Europa" (COM(2007)0001),

–   vista la comunicazione della Commissione del 13 giugno 2008 dal titolo "Il rincaro del petrolio: come affrontare la sfida" (COM(2008)0384),

–   vista la direttiva 73/238/CEE del Consiglio, del 24 luglio 1973, concernente le misure destinate ad attenuare le conseguenze delle difficoltà di approvvigionamento di petrolio greggio e prodotti petroliferi(1),

–   vista la decisione 77/706/CEE del Consiglio, del 7 novembre 1977, che fissa un obiettivo comunitario di riduzione del consumo di energia primaria in caso di difficoltà di approvvigionamento di petrolio greggio e di prodotti petroliferi(2),

–   vista la direttiva 2006/67/CE del Consiglio, del 24 luglio 2006, che stabilisce l'obbligo per gli Stati membri di mantenere un livello minimo di scorte di petrolio greggio e/o di prodotti petroliferi(3),

–   vista la proposta della Commissione del 13 novembre 2008 riguardante una direttiva del Consiglio relativa all'obbligo degli Stati membri di allestire scorte minime di petrolio e/o di prodotti petroliferi (COM(2008)0775),

–   vista la comunicazione della Commissione del 13 novembre 2008 dal titolo "Secondo riesame strategico della politica energetica: piano d'azione dell'UE per la sicurezza e la solidarietà nel settore energetico" (COM(2008)0781),

–   visto il libro verde del 12 novembre 2008 "Verso una rete energetica europea sicura, sostenibile e competitiva" (COM(2008)0782),

–   vista la sua risoluzione del 15 febbraio 2007 sulle ripercussioni economiche dell'aumento del prezzo del petrolio(4),

–   vista la sua risoluzione del 29 settembre 2005 sulla dipendenza dal petrolio(5),

–   vista la sua risoluzione del 19 giugno 2008 sulla crisi del settore della pesca in seguito all'aumento del prezzo del gasolio(6),

–   viste le conclusioni della Presidenza in merito alla sicurezza energetica del Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre 2008,

–   viste le conclusioni della Presidenza in merito alle ripercussioni del rincaro dei prezzi dei prodotti alimentari e del petrolio nei vari settori politici del Consiglio europeo del 19 e 20 giugno 2008,

–   vista la relazione "World Energy Outlook 2008" dell'Agenzia internazionale per l'energia (AIE),

–   visto il parere interlocutorio del Comitato economico e sociale europeo del 14 gennaio 2009 sulle ipotesi per affrontare le sfide connesse all'approvvigionamento di petrolio(7),

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e i pareri della commissione per gli affari esteri, della commissione per i problemi economici e monetari e della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (A6-0035/2009),

A.   considerando che il livello europeo acquista sempre maggiore rilevanza per diversificare i canali e i vettori di approvvigionamento energetico nonché per conseguire risparmi energetici ed efficienza energetica, al fine di garantire la sicurezza dei rifornimenti energetici nei prossimi decenni,

B.   considerando che è sempre più pressante la necessità di sviluppare una politica energetica comunitaria coerente e globale che garantisca la sicurezza degli approvvigionamenti in un momento in cui l'Unione europea sta diventando sempre più dipendente dalle importazioni,

C.   considerando che il petrolio è una risorsa destinata all'esaurimento,

D.   considerando che la produzione petrolifera dell'Unione europea e della Norvegia è riuscita ancora a contribuire alla copertura della domanda interna per oltre il 30% nel 2007,

E.   considerando che attualmente, in molti paesi del mondo, molte risorse petrolifere, in parte anche di agevole sfruttamento, non sono completamente accessibili per vincoli ambientali o nel contesto della gestione delle risorse e che a causa dell'aumento generalizzato dei costi delle materie prime e delle attrezzature, dal 2005 sono raddoppiati anche i costi per l'estrazione,

F.   considerando che la domanda mondiale di petrolio, secondo calcoli della United States Energy Information Administration, nel 2030 sarà di oltre un terzo superiore a quella del 2006, mentre tra il 2005 e il 2030 nell'Unione europea la domanda aumenterà dello 0,25% all'anno soprattutto per il suo incremento nel settore dei trasporti e pertanto nel 2030 nell'Unione europea la quota del petrolio nella domanda di energia primaria sarà pari al 35%,

G.   considerando che la dipendenza dell'Unione europea dalle importazioni di petrolio raggiungerà il 95% entro il 2030, mentre, allo stesso tempo, le riserve convenzionali di petrolio saranno sempre più concentrate nei paesi situati nella cosiddetta "ellisse strategica" e una crescente concorrenza nel settore della domanda potrebbe causare incertezze nell'ambito dell'offerta,

H.   considerando che sono da prevedersi aumenti a lungo termine del prezzo del petrolio,

I.   considerando che l'aumento dell'inflazione, scatenato dalle impennate dei prezzi del petrolio e dei prodotti di base, ha provocato un'erosione del potere d'acquisto,

J.   considerando che le oscillazioni del prezzo del petrolio nel 2008 non possono essere attribuite soltanto al rapporto tra domanda e offerta in un determinato momento e hanno ripercussioni negative sull'economia,

K.   considerando che lo sviluppo di nuovi strumenti d'investimento sul mercato del petrolio e di altri prodotti di base ha amplificato la volatilità dei prezzi di tali merci; considerando che è necessario garantire maggiore trasparenza sui mercati dell'energia,

1.   nota che nella summenzionata comunicazione della Commissione sul secondo riesame strategico della politica energetica è di nuovo al centro dell'attenzione un elemento come la sicurezza degli approvvigionamenti; deplora tuttavia che la Commissione non abbia tratto alcun insegnamento dalla crisi economica, la quale ha dimostrato che solo un cambiamento radicale della politica energetica dell'Unione europea può portare a una soluzione in relazione alla sicurezza degli approvvigionamenti, alla solidarietà tra gli Stati membri e all'occupazione, nonché in questioni economiche, sociali e ambientali; lamenta inoltre la mancanza di un chiaro impegno a favore dell'ulteriore perfezionamento delle politiche e delle strutture di approvvigionamento nel settore energetico;

2.   sottolinea espressamente che accanto a misure a breve termine per la sicurezza degli approvvigionamenti dovrebbero essere considerate anche opzioni a più lungo termine;

3.   invita la Commissione a concentrarsi maggiormente, durante la stesura di proposte legislative, sull'analisi delle conseguenze sia dirette che indirette delle misure proposte sulla sicurezza degli approvvigionamenti e sui costi;

Sfruttamento delle risorse disponibili

4.   rileva che, secondo varie stime, sarà ancora possibile estrarre petrolio in quantità sufficienti per soddisfare la domanda nei prossimi decenni, anche se nuovi metodi di estrazione potrebbero comportare prezzi petroliferi più elevati; nota che ciò, a sua volta, stimolerà un comportamento orientato verso l'efficienza energetica e promuoverà i carburanti alternativi, come i biocarburanti di seconda generazione e l'idrogeno, nonché l'uso delle auto elettriche; rileva inoltre che occorre migliorare le condizioni d'investimento e sottolinea altresì a questo proposito che la forte domanda di petrolio ha spinto sempre di più l'offerta verso i limiti di capacità;

5.   segnala le incognite in merito alle dimensioni e al momento in cui si arriverà a un divario tra domanda in crescita e offerta in calo; esprime la preoccupazione che tali incognite aggraveranno il rischio di volatilità dei prezzi petroliferi; è pertanto convinto che dovrebbero essere perseguite con determinazione tutte le misure che potrebbero comportare una riduzione della domanda di vettori energetici fossili;

6.   sostiene la proposta dalla Commissione riguardo alle misure a breve termine da adottare, se necessario, per attenuare future impennate dei prezzi petroliferi; invita gli Stati membri a dare sostegno finanziario agli investimenti in fonti energetiche alternative, come le energie rinnovabili, e a dare la priorità alle misure di sensibilizzazione dei consumatori intese a promuovere l'acquisto di beni e servizi efficienti sotto il profilo energetico, onde ridurre al minimo la spesa sul lungo periodo ed alleviare gli effetti di una futura diminuzione dell'offerta di petrolio;

7.   sollecita l'intensificazione degli sforzi per rendere utilizzabili commercialmente le risorse petrolifere non convenzionali in modo da contribuire anche alla diversificazione, purché siano sviluppati e quindi utilizzati metodi di estrazione più ecologici; sottolinea che un approccio basato sul ciclo di vita in relazione alle emissioni di gas a effetto serra dei carburanti immessi nel mercato dell'Unione europea, come introdotto nella proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 98/70/CE per quanto riguarda le specifiche relative a benzina, combustibile diesel e gasolio nonché l'introduzione di un meccanismo inteso a controllare e ridurre le emissioni di gas a effetto serra dovute all'uso di combustibili per i trasporti su strada e modifica la direttiva 1999/32/CE del Consiglio per quanto concerne le specifiche relative al combustibile utilizzato dalle navi adibite alla navigazione interna e abroga la direttiva 93/12/CEE (COM(2007)0018), fornirà all'industria petrolifera un reale incentivo per ridurre il suo impatto sul cambiamento climatico migliorando i metodi di estrazione;

8.   ritiene che il ricorso al petrolio e ad altre fonti di energia ad alta intensità di carbonio dovrebbe essere ridotto sia aumentando l'efficienza energetica che adottando soluzioni più neutre in termini di emissioni di carbonio;

9.   ritiene che lo sfruttamento delle riserve esistenti sarà sempre più condizionato da fattori politici, tra cui instabilità politica, protezione giuridica insufficiente, ma anche misure ambientali e gestione delle risorse; invita pertanto la Commissione a intensificare a tutti i livelli il dialogo con i paesi produttori e a cercare soluzioni pragmatiche dei conflitti nell'interesse reciproco;

10.   invita la Commissione al dialogo con le compagnie petrolifere e con i paesi di estrazione, mirato a individuare vie per poter consolidare gli investimenti nonostante le fluttuazioni dei prezzi e degli utili;

11.   si attende che le compagnie petrolifere reinvestano i loro recenti consistenti profitti nella prospezione e nello sviluppo di nuove riserve petrolifere e nella promozione della tecnologia per il risparmio energetico e della ricerca sui sostituti del petrolio (in particolare per le applicazioni nel settore dei trasporti);

12.   sollecita relazioni più dinamiche tra l'Unione europea e i paesi produttori di petrolio, che implichino la volontà di entrambe le parti di dare oltre che di ricevere e che puntino a creare in campo petrolifero un contesto più stabile ed equilibrato per l'approvvigionamento e la fissazione dei prezzi, nell'interesse di tutte le parti interessate e dell'economia mondiale nel suo insieme;

13.   plaude all'iniziativa della Commissione di tenere un dialogo politico globale sotto forma di un vertice ad alto livello tra paesi consumatori e paesi produttori di petrolio, al fine di instaurare un giusto equilibrio tra domanda e offerta sul mercato del petrolio e di impedire che i paesi produttori mantengano i prezzi petroliferi a livelli artificialmente elevati;

Trasparenza del mercato e formazione dei prezzi

14.   esprime preoccupazione per la crescente e sfrenata volatilità registrata dai prezzi del petrolio nel 2008, che si ripercuote negativamente sull'intera economia dell'Unione europea e sui suoi consumatori;

15.   ritiene che le fluttuazioni del prezzo del petrolio dipendano dall'aumento della domanda di petrolio, dal progressivo esaurimento delle riserve petrolifere, da mutamenti negli andamenti demografici e dell'urbanizzazione, specialmente nelle economie emergenti, in cui l'aumento del reddito medio provoca un incremento della domanda, dalla speculazione sui mercati dei prodotti di base e dai cicli economici mondiali; sottolinea inoltre che il petrolio e altri prodotti di base sono sempre più utilizzati per la diversificazione dei portafogli a seguito del deprezzamento del dollaro USA;

16.   esprime preoccupazione in merito alla volatilità dei prezzi del petrolio e al suo impatto sulla stabilità economica e finanziaria; sollecita la Commissione e gli Stati membri, pur riconoscendo i benefici che apportano mercati attivi del petrolio e di altri prodotti energetici, a garantire il massimo livello possibile di trasparenza sui mercati dell'energia;

17.   riconosce che una siffatta volatilità pregiudica anche le economie dei paesi esportatori di petrolio e che pertanto una stabilizzazione dei prezzi del petrolio rientra nel reciproco interesse;

18.   accoglie con favore la comunicazione della Commissione del 13 giugno 2008 dal titolo "Il rincaro del petrolio: come affrontare la sfida" e fa eco alle sue preoccupazioni per la volatilità recentemente mostrata dai prezzi petroliferi e per i conseguenti effetti negativi sull'inflazione, la competitività, il commercio e la crescita economica;

19.   individua la causa principale dell'aumento del prezzo del petrolio negli ultimi otto anni in un incremento sostenuto della domanda, che ha portato a discontinuità nell'estrazione, nel trasporto e nella raffinazione nonché a esorbitanti profitti per pochi grandi oligopoli petroliferi; riconosce che il netto incremento dei prezzi delle materie prime e le transazioni speculative sui mercati finanziari hanno esercitato un effetto di moltiplicazione sull'evoluzione del prezzo del petrolio;

20.   pone in risalto la necessità di dare priorità al monitoraggio della concorrenza a livello di lavorazione e vendita del petrolio e dei prodotti petroliferi e di assicurare una maggiore trasparenza dei dati sulle scorte petrolifere commerciali;

21.   ritiene indispensabile migliorare la trasparenza dei mercati al fine di stabilizzare il prezzo del petrolio; invita la Commissione a presentare al Parlamento e al Consiglio proposte in materia; sottolinea che occorre aumentare al più presto la trasparenza anche nei paesi produttori e che anche i volumi di produzione e il livello delle riserve in particolare devono essere pubblicati in modo trasparente; chiede alla Commissione e agli Stati membri di lavorare ai fini di una maggiore trasparenza nell'ambito dei rispettivi dialoghi con i paesi produttori;

22.   accoglie con favore, in detto contesto, l'analisi proposta per studiare l'utilità e i costi della pubblicazione settimanale del livello delle scorte di petrolio; invita la Commissione a inserire i risultati di detta analisi nelle sue future proposte legislative per un livello minimo di scorte di petrolio; sottolinea contestualmente che la trasparenza al riguardo va conseguita a livello mondiale;

23.   segnala che le differenti specifiche tecniche per i prodotti petroliferi nei principali paesi destinatari portano a una frammentazione dei mercati, la quale può ripercuotersi fortemente sui rincari in caso di forniture irregolari; invita pertanto la Commissione a presentare proposte sulle modalità per eliminare dette limitazioni all'accesso ai mercati;

24.   ritiene che le riserve strategiche abbiano lo scopo di contrastare blocchi fisici in caso di forniture irregolari; respinge pertanto, per ragioni di politica finanziaria sostenibile, tutti i tentativi volti a contrastare la volatilità dei prezzi ricorrendo alle riserve;

25.   sottolinea l'importanza di operare attivamente per assicurare l'accesso delle piccole imprese alle nuove energie alternative, al fine di renderle meno dipendenti dalle fluttuazioni dei prezzi del petrolio; riconosce la rilevanza delle piccole e medie imprese nella produzione di biocarburanti e di altre fonti di energia rinnovabili; esprime tuttavia preoccupazione per le barriere tecniche e regolamentari che ostacolano la produzione e la vendita di detti prodotti e invita pertanto la Commissione a intervenire per agevolare l'accesso ai mercati di detti carburanti;

26.   sottolinea che un sistema efficace di scambio delle quote di emissione e l'adozione di un'ampia gamma di altri provvedimenti per il risparmio energetico dovrebbero costituire strumenti importanti per stimolare lo sviluppo di un mercato delle tecnologie e dei prodotti ad alta efficienza energetica ampiamente diversificato e all'avanguardia; sottolinea altresì l'importanza dell'applicazione del principio "chi inquina paga"; ricorda che quanto più alto sarà il numero di paesi che porranno in atto politiche del genere, tanto più limitato risulterà l'impatto di queste ultime sulla competitività settoriale;

Investimenti nell'estrazione e nella lavorazione del petrolio

27.   prende atto che, secondo l'AIE, fino al 2020 saranno necessari investimenti per 350 miliardi USD nell'industria del petrolio al fine provvedere alla sicurezza degli approvvigionamenti; invita la Commissione e gli Stati membri a predisporre nelle loro rispettive politiche incentivi agli investimenti, specialmente anche all'interno dell'Unione europea; sottolinea al riguardo il ruolo delle sicurezza a lungo termine degli investimenti; rifiuta tuttavia l'eventualità di sostituire gli investimenti e il capitale privato con il denaro pubblico;

28.   esprime preoccupazione per gli effetti che l'attuale crisi creditizia ha sulle possibilità di investire nell'industria petrolifera e invita la Commissione e gli Stati membri a coordinare strettamente i loro sforzi per superare la crisi;

29.   plaude al contributo che il maggiore impiego di biocarburanti nel settore dei trasporti potrà fornire, specialmente per potenziare la sicurezza degli approvvigionamenti; rileva che in tal modo si arriverà a consolidare e ristrutturare l'industria di lavorazione del petrolio; rileva che occorre attuare ulteriori misure strutturali nel settore dei trasporti per ridurre al minimo la domanda di petrolio;

30.   invita gli Stati membri e gli operatori a provvedere, malgrado tali sviluppi, a che nell'Unione europea siano disponibili riserve sufficienti a compensare forniture irregolari, per esempio in caso di catastrofi naturali;

31.   chiede agli Stati membri, alla Commissione e alle compagnie petrolifere di garantire una formazione adeguata per gli specialisti impiegati nella ricerca nell'ambito delle riserve e della produzione petrolifera;

Vie di trasporto

32.   accoglie con favore i risultati positivi conseguiti con il programma INOGATE proprio nel settore delle misure per promuovere la fiducia; invita la Commissione a elaborare una strategia riguardante le modalità per sostenere simili progetti con misure di accompagnamento e con un coordinamento migliore;

33.   segnala l'importanza centrale di relazioni di buon vicinato con gli Stati di transito nonché tra loro e i paesi loro limitrofi e chiede agli Stati membri e alla Commissione di intensificare i loro sforzi in tale direzione;

34.   prende atto dell'esclusione degli oleodotti dalle reti transeuropee nel settore dell'energia e chiede agli Stati membri e alla Commissione di prendere in considerazione l'inclusione di infrastrutture petrolifere nelle reti transeuropee per l'energia (RTE-E/TEN-E) a fronte degli attuali sviluppi, in particolare del calo della produzione nazionale e dell'aumento concomitante della dipendenza dalle importazioni nonché della richiesta di nuove capacità di trasporto;

35.   invita la Commissione e gli Stati membri a impegnarsi ai fini della stabilizzazione, in particolare nei paesi produttori minacciati dall'instabilità politica, nell'ambito delle politiche estera, commerciale e di sicurezza comuni, poiché dalla stabilità dipendono le basi per gli investimenti e la prosperità;

36.   sottolinea che i nuovi progetti relativi alle infrastrutture petrolifere, come le condotte Odessa-Danzica e Costanza-Trieste, dovrebbero restare progetti ad alta priorità di interesse europeo;

37.   è preoccupato per la crescente pirateria, che minaccia la navigazione marittima e quindi anche il trasporto di petrolio, e accoglie con favore l'azione comune del Consiglio(8) a tale riguardo;

38.   è inoltre preoccupato per le minacce alle vie di trasporto e alle infrastrutture strategiche da parte del terrorismo e invita la Commissione e gli Stati membri a intensificare il dialogo con i principali interlocutori;

Trasporti ed edilizia

39.   segnala il potenziale di risparmio nel settore edilizio, che potrebbe ridurre la domanda di vettori energetici fossili come il petrolio e il gas, e accoglie con favore gli attuali sforzi della Commissione e degli Stati membri per una valorizzazione ancora migliore di detto potenziale;

40.   accoglie con favore gli sforzi dell'Unione europea per diversificare i vettori energetici nel settore dei trasporti; per l'introduzione di nuove tecnologie privilegia approcci basati sul mercato; riconosce che il prezzo è l'indice migliore per la competitività delle nuove tecnologie; deplora tuttavia la scarsa ambizione nello sfruttamento del potenziale di autoveicoli con maggiore efficienza energetica, migliore progettazione e minor peso;

41.   esprime dubbi in merito alla idoneità a medio e lungo termine dei biocarburanti di prima generazione per sostituire il petrolio; sollecita sforzi più intensi nella ricerca su carburanti sintetici;

42.   è convinto che la crescita del consumo di petrolio nel settore dei trasporti possa essere ridotta a medio e lungo termine soltanto se l'Unione europea e gli Stati membri applicheranno ulteriori misure per trasferire i trasporti e la mobilità verso modalità più sostenibili, che consumino meno petrolio o che non ne consumino affatto, quali i trasporti su rotaia e i trasporti per via navigabile, così come le catene di mobilità intermodali nelle aree urbane (percorsi pedonali, piste ciclabili, trasporti pubblici, mobilità collettiva); è convinto che sia possibile conseguire notevoli risparmi energetici grazie al maggiore impiego dei moderni sistemi di gestione del traffico per ridurre i ritardi e le deviazioni nei trasporti stradali e aerei nonché in quelli per via navigabile, nonché con una più decisa promozione di sistemi logistici ecologici;

Relazioni con i paesi con consumi di petrolio in crescita

43.   ritiene che delle tematiche di politica energetica si debba tenere maggiormente conto nelle relazioni esterne dell'Unione europea con paesi in cui si registra un crescente consumo di petrolio e che l'Unione europea debba operare affinché siano eliminate le sovvenzioni pubbliche ai prodotti petroliferi;

44.   invita la Commissione a integrare nelle sue politiche comuni esterna, commerciale e di vicinato misure atte a concorrere ad eliminare a livello mondiale il legame tra crescita economica e consumo di petrolio;

45.   sottolinea che l'Unione europea non ha ancora adeguatamente considerato e analizzato, in particolare, le ripercussioni geopolitiche determinate dai cambiamenti delle condizioni quadro generali rispetto alla sicurezza energetica internazionale nonché le conseguenze per la futura governance a livello internazionale; è del parere che la fedeltà alle soluzioni nazionali debba essere sostituita da nuove e più strette forme di cooperazione politica ed economica fra l'Unione europea, gli Stati Uniti, la Russia e la Cina, che a medio termine è anche opportuno istituzionalizzare;

o
o   o

46.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1) GU L 228 del 16.08.1973, pag. 1.
(2) GU L 292 del 16.11.1977, pag. 9.
(3) GU L 217 dell'8.8.2006, pag. 8.
(4) GU C 287 E del 29.11.2007, pag. 548.
(5) GU C 227 E del 21.9.2006, pag. 580.
(6) Testi approvati, P6_TA(2008)0308.
(7) GU C 182 del 4.8.2009, pag. 60.
(8) Azione comune 2008/851/PESC del Consiglio, del 10 novembre 2008, relativa all'operazione militare dell'Unione europea volta a contribuire alla dissuasione, alla prevenzione e alla repressione degli atti di pirateria e delle rapine a mano armata al largo della Somalia (GU L 301 del 12.11.2008, pag. 33).

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