Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2009 sulla relazione concernente i progressi compiuti dalla Turchia nel 2008
Il Parlamento europeo,
– vista la relazione sui progressi compiuti dalla Turchia nel 2008, pubblicata dalla Commissione il 5 novembre 2008 (SEC(2008)2699),
– viste le sue precedenti risoluzioni del 27 settembre 2006 sui progressi compiuti dalla Turchia in vista dell'adesione(1), del 24 ottobre 2007 sulle relazioni UE-Turchia(2) e del 21 maggio 2008 sulla relazione 2007 relativa ai progressi compiuti dalla Turchia(3),
– visto il quadro negoziale per la Turchia approvato il 3 ottobre 2005,
– viste la decisione 2008/157/CE del Consiglio, del 18 febbraio 2008, relativa ai principi, alle priorità e alle condizioni contenuti nel partenariato per l'adesione con la Repubblica di Turchia(4) ("partenariato per l'adesione"), nonché le precedenti decisioni del Consiglio, del 2001, 2003 e 2006, sul partenariato per l'adesione,
– visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che i negoziati di adesione con la Turchia sono stati avviati il 3 ottobre 2005, dopo l'approvazione del quadro negoziale da parte del Consiglio, e che l'apertura di tali negoziati ha costituito il punto di partenza di un processo di lunga durata e senza limiti di tempo,
B. considerando che la Turchia si è impegnata a intraprendere riforme, a intrattenere relazioni di buon vicinato e ad allinearsi progressivamente con le posizioni dell'Unione europea, e che tali sforzi andrebbero considerati come un'opportunità di ulteriore modernizzazione per la Turchia stessa,
C. considerando che la piena osservanza di tutti i criteri di Copenaghen e la capacità di integrazione all'Unione, conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2006, rimangono la base per l'adesione all'Unione europea, che è una comunità fondata su valori condivisi,
D. considerando che, secondo le conclusioni della Commissione, il 2008 è stato caratterizzato da profonde tensioni politiche, a seguito delle quali il governo turco, pur disponendo di un forte mandato, non ha presentato un programma coerente e organico di riforme politiche,
E. considerando che la Turchia non ha ancora attuato le disposizioni contenute nell'accordo di associazione tra la Comunità europea e la Turchia e nel relativo protocollo aggiuntivo,
F. considerando che quattro nuovi capitoli negoziali sono stati aperti nel 2008,
1. esprime preoccupazione per il continuo rallentamento del processo di riforma registrato in Turchia per il terzo anno consecutivo ed esorta il governo del paese a dare prova della propria volontà politica di portare avanti il processo di riforma che si è impegnato a intraprendere nel 2005; sottolinea che tale modernizzazione rientra innanzitutto nell'interesse della Turchia stessa e della società turca nel suo complesso;
2. si dichiara preoccupato per la polarizzazione in atto nella società turca e tra i principali partiti politici, che si è accentuata nel corso del 2008 ripercuotendosi negativamente sul funzionamento delle istituzioni politiche e sul processo di riforma;
3. sottolinea che le riforme politiche sono l'elemento cardine del processo di riforma e accoglie con favore il fatto che il governo turco abbia elaborato e approvato il programma nazionale per l'adozione dell'acquis;
4. sollecita i leader dei partiti politici ad adoperarsi seriamente per avviare un dialogo e a concordare, in uno spirito di compromesso, un piano per le riforme finalizzato a modernizzare il paese, creando una società stabile, democratica, pluralista, laica e prospera, ispirata al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e basata sullo Stato di diritto;
Conformità con i criteri di Copenaghen Democrazia e Stato di diritto
5. deplora che gli sforzi inizialmente intrapresi per riformare in profondità la costituzione siano sfociati in una polemica sulla questione del velo e abbiano accentuato la polarizzazione della società; invita il governo turco a riprendere la stesura di una nuova costituzione civile imperniata sulla tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali e lo esorta vivamente a garantire che i partiti politici e la società civile, nonché le minoranze etniche e religiose, siano strettamente associate a tale processo costitutivo;
6. esprime preoccupazione per le cause di interdizione di due partiti parlamentari avviate nel 2008, in particolare per la causa pendente nei confronti del Partito della società democratica (DTP); sottolinea la necessità di modificare in via prioritaria la legislazione sui partiti politici, al fine di allinearla pienamente alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e alle raccomandazioni della Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa;
7. chiede alle autorità turche di prendere tutte le necessarie misure per permettere a tutti i partiti che concorrono alle elezioni di essere rappresentati nella commissione elettorale;
8. deplora che non si siano compiuti progressi nell'instaurare una piena vigilanza civile e sistematica sull'esercito e nel rafforzare il controllo parlamentare sulla politica militare e di difesa;
9. prende atto dei progressi compiuti nello sviluppo di una strategia di riforma del sistema giudiziario; sottolinea, tuttavia, l'impellente necessità di intraprendere ulteriori sforzi sistematici per migliorare l'imparzialità e la professionalità della magistratura e garantire che i suoi membri si astengano dall'interferire con il dibattito politico e rispettino le disposizioni della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU);
10. deplora l'assenza di sviluppi nell'istituzione dell'ufficio del difensore civico; prende atto della decisione negativa della Corte costituzionale relativa alla legge sul difensore civico ed esorta vivamente il governo turco a reintrodurre quanto prima la necessaria normativa relativa all'istituzione di tale ufficio, sostenuta in passato sia dal governo che dal parlamento;
11. deplora che il governo turco non abbia presentato alcuna strategia di ampio respiro contro la corruzione; sottolinea la necessità di rafforzare il controllo parlamentare sulla spesa pubblica nonché la necessità di introdurre una nuova normativa sulla Corte dei conti;
12. si compiace dell'avvio del processo che vede imputati i presunti appartenenti all'organizzazione criminale denominata Ergenekon; incoraggia le autorità a proseguire le indagini e a identificare tutta la rete di collegamento dell'organizzazione che ha infiltrazioni negli apparati dello Stato; si dichiara preoccupato per le denunce circa il trattamento riservato agli imputati nell'ambito di tale causa; sollecita le autorità turche a garantire loro un giusto processo e ad attenersi strettamente ai principi dello Stato di diritto;
Diritti umani e rispetto e tutela delle minoranze
13. deplora che in Turchia la libertà di espressione e la libertà di stampa non siano ancora pienamente tutelate; è convinto che la frequente censura di siti web o le pressioni e i processi ai danni di giornalisti critici non giovano alla libertà di stampa in una società democratica e pluralista; è altresì del parere che la modifica dell'articolo 301 del codice penale adottata nell'aprile 2008 sia insufficiente, in quanto chi esprime le proprie opinioni non violente continua a essere perseguito sulla base di questo e di altri articoli del codice penale, della legge antiterrorismo o della legge sulla stampa, come il Premio Sakharov per la libertà di pensiero del 1995 Leyla Zana; ribadisce la necessità di abrogare l'articolo 301 e di riformare in modo sostanziale il codice penale e altre leggi invocate per limitare arbitrariamente l'espressione di opinioni non violente, al fine di garantire che la libertà di espressione sia pienamente rispettata, conformemente alle disposizioni della CEDU;
14. apprezza le scuse che Mehmet Ali Sahin, ministro della Giustizia, ha presentato a nome del governo alla famiglia di Engin Ceber, deceduto in carcere a causa degli abusi subiti; condivide le preoccupazioni espresse dalla commissione per i diritti umani del parlamento turco in merito all'inerzia della magistratura nell'avviare procedimenti penali nei casi di torture e maltrattamenti di cui si registra un aumento; esorta il governo turco a intraprendere ulteriori sforzi sistematici per eliminare la tortura e i maltrattamenti, tanto all'interno quanto all'esterno dei luoghi di detenzione ufficiali e di porre fine alla cultura dell'impunità; sottolinea a tale proposito che la ratifica e l'applicazione del protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura delle Nazioni Unite rafforzerebbero notevolmente la credibilità di tali sforzi; esprime altresì la sua preoccupazione circa l'uso spropositato della forza dal parte della polizia in occasione di manifestazioni pubbliche;
15. si compiace del lavoro svolto dalla commissione d'inchiesta per i diritti umani della Grande assemblea nazionale turca nell'ambito delle indagini sulla tortura e i maltrattamenti nelle carceri e sull'omicidio del giornalista Hrant Dink; invita le autorità turche a dare pieno seguito alle conclusioni delle relazioni elaborate dalla commissione nonché alle conclusioni della relazione del comitato di controllo della Presidenza del Consiglio; ritiene inoltre che sarebbe opportuno considerare più seriamente l'ipotesi del coinvolgimento di Ergenekon nell'analisi di altri casi irrisolti, come quello dell'assassinio di Hrant Dink;
16. si compiace dell'adozione, nel febbraio 2008, della legge sulle fondazioni ed esprime apprezzamento per la valutazione della Commissione secondo cui la legge sulle fondazioni affronta svariate questioni irrisolte in materia di proprietà che interessano le comunità non musulmane; invita il governo turco ad assicurare che la legge venga applicata conformemente alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e ad affrontare la problematica ancora in sospeso delle proprietà confiscate e vendute a terzi e delle proprietà di fondazioni fuse anteriormente all'adozione della nuova legge;
17. ribadisce la necessità di sviluppare un quadro giuridico conforme alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, affinché tutte le comunità religiose possano operare senza indebite restrizioni, in particolare per quanto riguarda il loro status giuridico, la formazione del clero, l'elezione della gerarchia ecclesiastica, l'istruzione religiosa e la costruzione di luoghi di culto; invita le autorità turche, tutti i partiti politici, la società civile e le comunità interessate ad adoperarsi per la creazione di un contesto favorevole al pieno rispetto nella pratica della libertà di religione; reitera l'invito a riaprire immediatamente il seminario greco-ortodosso di Halki e a utilizzare in pubblico il titolo ecclesiastico di Patriarca ecumenico; si compiace delle recenti iniziative intraprese dal governo e dei colloqui che esso sta intrattenendo con i leader aleviti su questioni che si trascinano da tempo, come i luoghi di culto di questa confessione religiosa e la creazione di un monumento commemorativo del massacro di Sivas, ed esorta il governo turco ad affrontare quanto prima i problemi degli aleviti nonché a rendere facoltativi i corsi di religione gestiti dallo Stato; si rammarica del previsto esproprio del monastero siro-ortodosso di S. Gabriele di Tur Abdin e dei procedimenti giudiziari nei confronti dei suoi rappresentanti;
18. esorta il governo turco ad avviare, in via prioritaria, un'iniziativa politica che favorisca una soluzione duratura della questione curda e sia finalizzata tanto a creare opportunità economiche e sociali per i cittadini di origine curda quanto a rafforzare concretamente i loro diritti culturali, compresa la possibilità reale di imparare il curdo nelle scuole pubbliche e private e di utilizzarlo nelle trasmissioni radiotelevisive e per l'accesso ai servizi pubblici, e a consentire ai funzionari eletti di utilizzare una seconda lingua, oltre al turco, per comunicare con i rispettivi elettori; plaude all'avvio di un canale televisivo pubblico che dal 1° gennaio 2009 trasmette programmi in lingua curda 24 ore al giorno;
19. condanna le violenze perpetrate dal partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) e da altri gruppi terroristici nel territorio turco; esprime la propria solidarietà alla Turchia nella sua lotta contro il terrorismo e reitera l'appello al PKK affinché dichiari e rispetti una tregua immediata e incondizionata;
20. invita il DTP e tutti i suoi membri eletti a prendere chiaramente le distanze dal terrorista PKK e dal suo uso della violenza e chiede il contributo di tutti i partiti per giungere a una soluzione che rafforzi la stabilità, la prosperità e l'integrità dello Stato turco;
21. osserva che il governo turco ha deciso di completare il Progetto per l'Anatolia sudorientale (GAP) per lo sviluppo della Turchia sudorientale; segnala tuttavia le conseguenze sociali, ecologiche, culturali e geopolitiche, anche per l'approvvigionamento idrico dei paesi vicini, Iraq e Siria, ed esorta il governo a tenere pienamente conto di tali ripercussioni, a tutelare i diritti delle popolazioni interessate e a garantire la stretta cooperazione con le autorità locali e regionali nel quadro dell'elaborazione del piano; chiede alla Commissione di presentare uno studio sul GAP e sulle sue conseguenze;
22. ribadisce che i valori europei di pluralismo e diversità comportano il rispetto di una definizione delle minoranze, sulla base del Trattato di Losanna (1923), che è notevolmente più ampia di quella adottata dalla Turchia; esprime preoccupazione per le continue manifestazioni di ostilità e violenza nei confronti delle minoranze; si dichiara preoccupato per il fatto che la Turchia non abbia compiuto progressi nel garantire la diversità culturale e nel promuovere il rispetto e la tutela delle minoranze conformemente agli standard della CEDU; esorta il governo turco ad avviare, senza ulteriori ritardi, il dialogo con l'Alto commissario dell'OSCE per le minoranze nazionali, affrontando tematiche quali la partecipazione delle minoranze alla vita pubblica e l'utilizzo delle lingue minoritarie nelle trasmissioni radiotelevisive;
23. esorta il governo turco ad attivarsi contro le organizzazioni e i gruppi che fomentano l'ostilità nei confronti delle minoranze e a tutelare tutti coloro che sono minacciati e temono per la propria vita, compiendo nel contempo sostenuti sforzi per la creazione di un contesto favorevole al pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
24. chiede al governo turco di cercare soluzioni per preservare il carattere biculturale delle isole turche Gökçeada (Imvros) e Bozcaada (Tenedos) e di affrontare i problemi incontrati dai membri della minoranza greca in materia di istruzione e diritti di proprietà;
25. accoglie con favore la creazione della commissione "Pari opportunità tra uomini e donne" nel Parlamento turco; si compiace della valutazione della Commissione secondo cui il quadro giuridico volto a tutelare i diritti della donna e a garantire l'uguaglianza di genere è sostanzialmente definito; sollecita tuttavia il governo turco a garantire che esso sia applicato in modo da produrre effetti positivi sulla condizione delle donne in Turchia; segnala che le prossime elezioni locali possono offrire l'opportunità di riparare alla scarsa rappresentatività femminile in politica;
26. esprime preoccupazione per l'aumento dei cosiddetti "delitti d'onore" registrati in Turchia ed esorta le autorità turche e la società civile a intensificare i loro sforzi per prevenire tali delitti, la violenza domestica e i matrimoni forzati; si compiace dell'aumento del numero dei centri di accoglienza ma chiede con urgenza l'adozione di politiche efficaci e sostenibili su aspetti relativi ai bilanci e alle risorse umane di tali centri nonché un sostegno alle donne e ai loro figli dopo l'uscita dai centri; chiede al governo turco di contrastare la tratta delle donne agendo in stretta collaborazione con gli Stati membri;
27. si compiace della decisione della Corte di cassazione di non condividere la pronuncia di interdizione del gruppo di interesse Lambda Istanbul; esorta vivamente il governo a provvedere affinché l'uguaglianza sia garantita indipendentemente dal sesso, dall'origine razziale o etnica, dalla religione o dalle convinzioni personali, dall'età o dall'orientamento sessuale;
Esistenza di un'economia di mercato funzionante
28. si compiace della valutazione della Commissione secondo cui la Turchia è un'economia di mercato funzionante;
29. osserva che, sebbene in Turchia si sia verificato un rallentamento della crescita nel 2008, i risultati economici generali del paese hanno dimostrato che le basi e la flessibilità dell'economia turca sono considerevolmente più forti di qualche anno fa; rileva che l'impatto della crisi finanziaria globale sul sistema bancario turco è stato sinora contenuto, ma esprime timore per le conseguenze della crisi sulla crescita economica; chiede alla Commissione di riferire specificamente in merito alle conseguenze della crisi per l'economica turca; esorta il governo turco a proseguire la stretta collaborazione con il Fondo monetario internazionale e altre istituzioni finanziarie internazionali ed europee;
Capacità di assumere gli obblighi derivanti dall'adesione
30. deplora che molti degli impegni assunti dalla Turchia nel quadro dell'Unione doganale tra Comunità europea e Turchia non vengano rispettati, il che distorce le relazioni commerciali bilaterali;
31. sottolinea che l'Unione doganale obbliga la Turchia a negoziare e concludere accordi di libero scambio (ALS) con i paesi terzi con cui l'Unione europea ha già stipulato degli ALS; invita il Consiglio e la Commissione a includere la Turchia negli studi sulla valutazione dell'impatto dei potenziali ALS tra Unione europea e paesi terzi e di rafforzare ulteriormente la trasmissione delle informazioni sulla posizione dell'Unione europea e sullo stato di avanzamento dei negoziati ALS;
32. deplora che il governo turco non abbia ancora applicato integralmente l'accordo di associazione tra la Comunità europea e la Turchia e il protocollo aggiuntivo; rammenta che il mancato rispetto degli impegni assunti dalla Turchia entro il dicembre 2009 potrebbe comportare serie ripercussioni sul processo negoziale; chiede al Consiglio di continuare a seguire e a esaminare i progressi relativi alle questioni contemplate nella dichiarazione della Comunità europea e dei suoi Stati membri, del 21 settembre 2005, conformemente alle sue conclusioni dell'11 dicembre 2006;
33. si compiace dei progressi compiuti dalla Turchia nell'ambito dell'istruzione e della cultura; ribadisce che l'accesso universale all'istruzione, oltre ad essere una valida strategia di inclusione delle minoranze, costituisce la base di una società prospera e moderna; ritiene che il progetto relativo all'apertura di dipartimenti di studi armeni e curdi presso le università turche rappresenti un segno di buona volontà, cui devono seguire azioni concrete;
Accrescere la prosperità Migliorare la coesione sociale e la prosperità
34. sottolinea che un'economia di mercato attenta alle problematiche sociali costituisce la base di una società coesa, nonché un fattore determinante di stabilità e prosperità; si compiace, a tale proposito, dell'adozione della legge sulla previdenza sociale e l'assicurazione malattia generale quale contributo al rafforzamento della coesione sociale in Turchia;
35. valuta inoltre positivamente il pacchetto sull'occupazione adottato nel maggio 2008 dal parlamento turco allo scopo di promuovere le opportunità lavorative per le donne, i giovani e le persone disabili; esprime tuttavia preoccupazione per la persistente debolezza del mercato dell'occupazione, che impiega solo il 43% della popolazione in età lavorativa, e in particolare per la diminuzione del tasso totale di occupazione delle donne; esorta il governo turco a intraprendere ulteriori azioni per combattere il problema dell'economia informale;
36. ribadisce il suo appello al governo turco affinché prenda ulteriori misure concrete per responsabilizzare le donne nella sfera politica, economica e sociale, ad esempio, mediante misure temporanee atte ad accrescere la loro partecipazione attiva in politica; sottolinea la necessità di adottare misure efficaci per aumentare l'accesso delle donne all'istruzione, che purtroppo registra il dato più basso tra i paesi dell'OECD;
37. prende atto dei progressi compiuti nell'ambito della tutela della salute; esprime preoccupazione, d'altronde, per l'assenza di miglioramenti nel settore della salute mentale; sollecita le autorità turche a destinare risorse più consistenti all'assistenza psichiatrica e a risolvere il problema dell'inadeguatezza dell'assistenza medica generica e del trattamento dei pazienti con disabilità psichiche negli ospedali psichiatrici e nei centri di riabilitazione; chiede che il trattamento dei minori e degli adulti con disabilità presso gli istituti avvenga nel pieno rispetto dei diritti di queste persone;
38. deplora che non siano stati compiuti progressi sulla modifica della legislazione sui diritti dei sindacati e invita il parlamento turco ad adottare una nuova legge sulle organizzazioni sindacali, che sia conforme alle convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro; deplora che, nonostante nel 2004 sia intervenuto un allentamento delle norme sulla costituzione dei sindacati e l'adesione alle organizzazioni sindacali, le attività sindacali siano tuttora soggette a limitazioni; esorta le autorità turche a trovare una soluzione, di concerto con i sindacati, affinché, in occasione del 1° maggio, possano svolgersi manifestazioni pacifiche in piazza Taksim a Istanbul, nel rispetto della libertà di associazione;
39. segnala nuovamente la necessità di affrontare il problema delle disparità di sviluppo tra le regioni turche e tra le aree rurali e le aree urbane, il che costituisce un forte ostacolo alla prosperità della società turca; deplora pertanto che il governo turco non abbia finora presentato alcuna strategia organica per affrontare il problema ed è rammaricato dalla circostanza che la Commissione non abbia presentato informazioni sul contributo dell'Unione europea, nell'ambito dell'assistenza a titolo dello strumento di preadesione, a questa pianificazione strategica, come richiesto dal Parlamento nella sua summenzionata risoluzione del 21 maggio 2008;
Instaurare relazioni di buon vicinato
40. sottolinea la necessità di pervenire a una soluzione globale della questione cipriota basata sulle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e sui principi su cui si fonda l'Unione europea; valuta positivamente il rinnovato impegno dei leader politici di entrambe le parti a una soluzione negoziata, appoggia i negoziati diretti in corso a Cipro tra i leader delle due comunità e dichiara che accetterà qualunque accordo concluso tra le parti purché sia conforme ai principi basilari dell'Unione europea, comprese le quattro libertà fondamentali, ad eccezione di deroghe temporanee, e transitorie e purché venga approvato tramite un referendum; invita la Turchia a favorire un clima adatto alle trattative ritirando le forze turche e consentendo ai due leader di negoziare liberamente il futuro del loro paese;
41. invita la Turchia ad osservare gli obblighi derivanti dal diritto internazionale, dalle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU e dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo sul quarto ricorso interstatale Cipro contro Turchia relativa alle indagini sulla sorte delle persone scomparse; chiede a tutti gli Stati membri dell'Unione europea di esortare la Turchia ad attivarsi adeguatamente su una questione dal carattere essenzialmente umanitario;
42. sollecita una maggiore cooperazione transfrontaliera tra le autorità locali, le persone d'affari e altri partner locali e gli Stati membri dell'Unione europea limitrofi, Grecia e Bulgaria;
43. si compiace della comunicazione e della cooperazione sviluppate durante lo scorso anno tra le autorità turche e irachene, in particolare dei contatti tra la Turchia e il governo regionale curdo nel nord dell'Iraq; esorta tali autorità a intensificare ulteriormente la collaborazione per garantire che la prevenzione degli attacchi terroristici perpetrati a partire dal territorio iracheno avvenga sotto la responsabilità dell'Iraq, al fine di garantire la stabilità e contribuire allo sviluppo economico di tutti i paesi che confinano con la Turchia e l'Iraq; rinnova i propri appelli al governo turco affinché, nel quadro delle sue operazioni antiterrorismo, rispetti l'integrità territoriale dell'Iraq, i diritti umani e lo Stato di diritto, e garantisca che non vi siano vittime fra i civili;
44. accoglie con favore la visita in Armenia che il presidente Gül ha effettuato nel settembre 2008 su invito del presidente Sarkisian e auspica che tale incontro promuova un contesto favorevole alla normalizzazione delle relazioni tra i rispettivi paesi; esorta il governo turco a riaprire la frontiera con l'Armenia e a ripristinare piene relazioni economiche e politiche con tale paese; ribadisce il proprio appello ai governi turco e armeno affinché avviino un processo di riconciliazione, nel rispetto sia del presente che del passato e che consenta una discussione franca e aperta sugli eventi trascorsi; invita la Commissione a facilitare tale processo di riconciliazione;
45. esprime apprezzamento per l'impegno dimostrato dai governi turco e greco nel migliorare le relazioni bilaterali; ribadisce che la revoca del "casus belli" dichiarato dalla Grande assemblea nazionale turca nel 1995 rappresenterebbe un importante incentivo all'ulteriore miglioramento di tali relazioni; rammenta che la Turchia si è impegnata a intrattenere relazioni di buon vicinato ed esorta il governo turco a compiere sforzi seri e intensi per dirimere le controversie irrisolte in modo pacifico e conformemente alla Carta delle Nazioni Unite, ad altre convenzioni internazionali pertinenti, nonché ad accordi e obblighi bilaterali;
Rafforzare la cooperazione bilaterale tra Unione europea e Turchia
46. chiede al Consiglio di prendere in considerazione la possibilità di andare avanti con l'apertura di negoziati su capitoli rispetto ai quali la Turchia, secondo la valutazione della Commissione, ha soddisfatto le condizioni di apertura;
47. prende atto delle ambizioni della Turchia di diventare un polo energetico euroasiatico e riconosce il ruolo che il paese potrà svolgere nel contribuire alla sicurezza energetica dell'Europa; plaude ai progressi compiuti dalla Turchia nel settore dell'energia; ricorda la summenzionata risoluzione del 24 ottobre 2007 a sostegno dell'apertura di negoziati su tale capitolo e deplora che il Consiglio non sia pervenuto a un accordo al riguardo; incoraggia la Turchia ad aderire, in qualità di membro a pieno titolo, alla Comunità europea dell'energia e a rafforzare così la cooperazione tra l'Unione europea e la Turchia in tale settore, il che può procurare vantaggi per tutte le parti interessate; invita la Turchia a sostenere pienamente la realizzazione del gasdotto Nabucco, un progetto europeo prioritario, e auspica la tempestiva conclusione di un accordo intergovernativo finalizzato a rendere operativo il gasdotto;
48. prende atto dei progressi compiuti nel settore della migrazione e dell'asilo; si rammarica tuttavia del fatto che, dal dicembre 2006, la Turchia non abbia ripreso i negoziati con la Comunità europea per quanto concerne la conclusione di un accordo in materia di riammissione, la cui firma rappresenta una condizione per la stipula di un accordo in materia di agevolazioni per i visti; esorta il governo turco a intensificare la cooperazione con l'Unione europea per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori, anche tramite un'applicazione adeguata degli attuali accordi e protocolli bilaterali conclusi con gli Stati membri in materia di riammissione; osserva che non si sono registrati sviluppi quanto all'allineamento con gli elenchi dei visti dell'Unione europea; invita la Commissione e il governo turco ad avviare negoziati per un accordo in materia di agevolazioni per i visti; esorta gli Stati membri ad alleggerire le restrizioni sui visti per i viaggiatori in buona fede, come studenti, accademici o imprenditori; invita al pieno rispetto dei diritti umani dei richiedenti asilo e dei rifugiati, ivi compreso il libero e illimitato accesso a tutti i centri di detenzione da parte dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati;
49. accoglie con favore la nuova generazione di progetti avviata nel settembre 2008 e finalizzata a migliorare il dialogo tra le società civili della Turchia e dell'Unione europea; chiede alla Commissione di riferire in merito alle attività svolte nel quadro del dialogo della società civile Unione europea-Turchia; invita nuovamente il governo turco a coinvolgere maggiormente la società civile nel processo di riforma;
50. prende atto che la Commissione intende fornire valutazioni d'impatto soltanto su taluni settori politici(5); esorta vivamente la Commissione a pubblicare uno studio d'impatto più approfondito che dia seguito a quello presentato nel 2004 e di presentarlo quanto prima al Parlamento;
51. chiede al governo turco e alle autorità giudiziarie del paese di cooperare in modo più proficuo con gli Stati membri dell'Unione europea e le relative autorità in merito ai fascicoli penali concernenti cittadini e residenti dell'Unione europea rimasti vittime di frodi, come nel caso dei cosiddetti "fondi verdi" (fondi d'investimento islamici con sede in Turchia) e nel caso di "Deniz Feneri", un ente di beneficenza con sede in Germania;
Cooperazione su questioni internazionali e globali
52. apprezza il contributo apportato dalla Turchia alla ricerca di soluzioni per molte regioni in stato di crisi in tutto il mondo, in particolare in Medio Oriente e nel Caucaso meridionale e per quanto riguarda le relazioni tra Afghanistan e Pakistan; nello specifico, esprime apprezzamento per il ruolo attivo e costruttivo che il paese ha svolto in seguito al conflitto tra Russia e Georgia, al fine di promuovere la pace e la stabilità nel Caucaso meridionale, soprattutto attraverso la proposta relativa alla piattaforma di stabilità e cooperazione per il Caucaso; chiede al Consiglio e alla Commissione di intensificare la cooperazione con la Turchia per individuare sinergie negli approcci che quest'ultima e l'Unione europea adottano nei confronti di tali regioni;
53. si congratula con la Turchia per il suo ingresso nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e invita il governo turco ad adottare in seno a tale organismo un approccio strettamente coordinato a quello degli Stati membri dell'Unione europea;
54. esprime apprezzamento per la ratifica del Protocollo di Kyoto da parte del parlamento turco;
55. si compiace del costante contributo apportato dalla Turchia alla politica estera e di sicurezza comune dell'Unione europea e alle operazioni della NATO; si rammarica tuttavia che la Turchia continui ad opporsi alla cooperazione strategica NATO-Unione europea che esula dagli accordi "Berlin Plus", il che ha effetti negativi per la protezione del personale dell'Unione europea dispiegato, ed esorta vivamente la Turchia a ritirare quanto prima le proprie obiezioni; invita il Consiglio a consultare la Turchia, in qualità di uno dei maggiori fornitori di truppe, alle fasi di elaborazione e di decisione della politica europea comune in materia di sicurezza e di difesa;
56. chiede al governo turco di firmare e sottoporre a ratifica lo statuto del Tribunale penale internazionale, accrescendo così il contributo e l'impegno della Turchia al sistema multilaterale globale;
o o o
57. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, al Segretario generale del Consiglio d'Europa, al presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al governo e al parlamento della Repubblica di Turchia.