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Procedura : 2008/2328(INI)
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Ciclo del documento : A6-0125/2009

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A6-0125/2009

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Giovedì 2 aprile 2009 - Bruxelles
Istruzione per i figli dei migranti
P6_TA(2009)0202A6-0125/2009

Risoluzione del Parlamento europeo del 2 aprile 2009 sull'istruzione per i figli dei migranti (2008/2328(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visti gli articoli 149 e 150 del trattato CE,

–   visto l'articolo 14 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–   visto il Libro verde della Commissione del 3 luglio 2008 dal titolo "Migrazione e mobilità: le sfide e le opportunità per i sistemi d'istruzione europei" (COM(2008)0423),

–   vista la direttiva 77/486/CEE del Consiglio, del 25 luglio 1977, relativa alla formazione scolastica dei figli dei lavoratori migranti(1),

–   vista la direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica(2),

–   viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000,

–   viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 13 e 14 marzo 2008,

–   vista la sua risoluzione del 13 ottobre 2005 sull'integrazione degli immigrati in Europa grazie alle scuole e a un insegnamento plurilingue(3),

–   vista la sua risoluzione del 27 settembre 2007 sull'efficienza e l'equità nei sistemi europei d'istruzione e formazione(4),

–   vista la sua risoluzione del 16 gennaio 2008 sull'educazione degli adulti: Non è mai troppo tardi per apprendere(5),

–   vista la sua risoluzione del 23 settembre 2008 sul miglioramento della qualità della formazione degli insegnanti(6),

–   visto il parere del Comitato economico e sociale europeo, del 25 febbraio 2009, sul Libro verde della Commissione dal titolo "Migrazione e mobilità: le sfide e le opportunità per i sistemi d'istruzione europei",

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per la cultura e l'istruzione (A6-0125/2009),

A.   considerando che il Consiglio europeo del 13 e 14 marzo 2008 ha chiesto agli Stati membri di migliorare i livelli di istruzione degli allievi appartenenti a famiglie migranti,

B.   considerando che l'Anno europeo del dialogo interculturale 2008 ha offerto un quadro propizio per avviare la discussione sulle sfide e le opportunità dei sistemi d'istruzione dell'Unione europea,

C.   considerando che la migrazione all'interno dell'Unione e l'immigrazione verso l'Unione sono aumentate negli ultimi decenni, modificando in molti luoghi la composizione delle scuole,

D.   considerando che le differenze culturali ostacolano spesso la comprensione e il dialogo tra allievi, nonché tra allievi e insegnanti,

E.   considerando che è chiaramente dimostrato che il livello d'istruzione dei figli di migranti è notevolmente inferiore a quello dei figli di non migranti; che nelle scuole è elevato il numero di bambini provenienti da un contesto migratorio che si trovano in una posizione socioeconomica debole,

F.   considerando il fatto che spesso il talento dei bambini migranti rimane celato e inutilizzato comportando svantaggi sociali, culturali ed economici per l'intera società,

G.   considerando che l'istruzione scolastica fino a una certa età è un diritto di base nonché un obbligo per i bambini, a prescindere dal contesto a cui appartengono, come sancito dall'articolo 14 della Carta dei diritti fondamentali, che richiede anche l'osservanza delle leggi nazionali in materia d'istruzione,

H.   considerando che il contenuto e l'organizzazione dell'istruzione e della formazione sono aspetti di competenza nazionale e che le strategie devono essere definite e attuate a livello nazionale o regionale,

I.   considerando che la migrazione può arricchire la scuola in termini di cultura e d'istruzione, ma può anche, in assenza di misure di accompagnamento adeguate, comportare serie divergenze,

J.   considerando che gli Stati membri devono riformare i propri sistemi nazionali di istruzione e formazione; che devono collaborare tra loro al fine di sviluppare gli strumenti politici necessari alla gestione delle conseguenze della migrazione,

K.   considerando che la sempre maggiore diversità della popolazione scolastica, imputabile a una più forte migrazione, rappresenta una sfida per la professione dell'insegnamento, che non riceve una formazione su come affrontare in modo adeguato questa nuova forma di diversità in classe,

1.   accoglie con favore il summenzionato Libro verde della Commissione del 3 luglio 2008;

2.   ritiene che sia opportuno che la Commissione affronti le conseguenze per i sistemi d'istruzione degli Stati membri non solo della migrazione all'interno dell'Unione ma anche dell'immigrazione verso l'Unione;

3.   sottolinea che i lavoratori all'interno dell'Unione europea possono essere meno disponibili a lavorare all'estero se sussiste il rischio che i loro figli soffrano dal punto di vista dell'istruzione, e che un'istruzione soddisfacente per i bambini migranti è legata alla libera circolazione dei lavoratori;

4.   è dell'avviso che siano necessari maggiori sforzi a livello di Unione europea in quanto tutti gli Stati membri devono affrontare sfide simili al riguardo; ricorda che la percentuale di bambini migranti nella scuola è destinata ad aumentare in futuro;

5.   rammenta che l'istituzione di centri di sostegno per gli immigrati legali è uno strumento fondamentale poiché consente agli immigrati stessi di affrontare con efficacia tutti gli ostacoli all'integrazione (questioni legate al lavoro, istruzione, salute, e così via) con l'assistenza di un professionista;

6.   incoraggia lo sviluppo negli Stati membri di un modello di partenariato tra le scuole e le comunità che consenta ai bambini i cui genitori lavorano all'estero di trarre vantaggio da programmi di assistenza, di sostegno e di consulenza dalla comunità;

7.   ribadisce che i bambini e gli adulti migranti devono avere, ed essere pronti a sfruttare, l'opportunità di apprendere la lingua del paese ospitante ai fini della piena integrazione;

8.   chiede ai governi degli Stati membri di garantire l'istruzione ai figli di migranti legali, inclusi l'insegnamento delle lingue ufficiali del paese ospitante e la promozione delle loro lingue e delle loro culture d'origine;

9.   reputa fondamentale che i genitori, e soprattutto le madri, dei figli di migranti siano coinvolti nei programmi per l'insegnamento delle lingue ufficiali del paese ospitante, per assicurare che i bambini non siano separati dalla società e per aiutarli a integrarsi nella scuola;

10.   ritiene che salvaguardare e promuovere il multilinguismo debba essere parte di ogni percorso scolastico; insiste affinché l'apprendimento delle lingue sia incoraggiato dall'età prescolare nell'ottica di favorire l'inclusione dei migranti; è dell'avviso tuttavia che il ruolo attribuito all'insegnamento della lingua madre nel programma scolastico e nell'organizzazione dello stesso debba essere lasciato alla competenza specifica degli Stati membri;

11.   chiede, riguardo ai bambini che accompagnano i genitori che si trasferiscono in un altro Stato membro per lavoro, che siano affrontate le difficoltà cui devono far fronte nell'iscriversi a scuola ad un livello corrispondente a quello in cui studiavano nello Stato membro d'origine;

12.   ribadisce l'importanza del coinvolgimento diretto delle famiglie e di altri membri della comunità locale, poiché la responsabilità dell'integrazione sociale spetta all'intera società e non solo alle scuole; sottolinea che gli organismi che prestano consulenza in campo sociale agli immigrati devono essere incoraggiati a collaborare nel fornire informazioni più adeguate in merito all'istruzione e alla formazione professionale nell'ambito del mercato del lavoro del paese ospitante;

13.   riconosce l'importanza del ruolo della società civile impegnata nel settore dell'immigrazione che, parallelamente al sistema d'istruzione ufficiale, può fornire un contributo essenziale in ambiti quali, ad esempio, l'insegnamento della lingua del paese d'accoglienza;

14.   sottolinea la necessità di integrare nella società i migranti e le categorie sociali, quali i Rom; rimarca che l'integrazione deve basarsi sui principi di pari opportunità nell'istruzione, garantendo pari accesso a un'istruzione di qualità; respinge qualsiasi soluzione, temporanea o permanente, che si basi sulla segregazione e su un'istruzione inadeguata o le comporti;

15.   sottolinea l'importanza di sviluppare capacità di comunicazione interculturali nei bambini, sia migranti sia dei paesi ospitanti, e ritiene che la capacità di comunicare la propria cultura e di comprendere la cultura e i valori degli altri costituisca un elemento centrale della competenza chiave "consapevolezza ed espressione culturale";

16.   suggerisce di fornire ai migranti legali un ulteriore sostegno in termini finanziari e amministrativi a favore di corsi di lingua tenuti da personale formato che comprenda anche la lingua madre dei migranti;

17.   insiste sull'importanza per i bambini migranti di apprendere la propria lingua madre e la lingua del paese di residenza, nonché di acquisire capacità di scrittura e lettura fin dall'età prescolare;

18.   riconosce l'importanza di introdurre nei programmi scolastici ore di insegnamento ai migranti nella loro lingua madre, al fine di garantire la conservazione del loro patrimonio culturale;

19.   sottolinea l'importanza dello sport nell'istruzione e nella formazione e il suo ruolo fondamentale per l'integrazione e l'inclusione sociale di coloro che provengono da contesti meno privilegiati; raccomanda che la politica sociale degli Stati membri tenga pienamente conto dell'essenziale ruolo svolto dallo sport ai fini dell'integrazione per le popolazioni migranti;

20.   sottolinea l'importanza di coinvolgere i giovani migranti in un'ampia serie di attività extracurricolari, poiché si tratta di un ottimo metodo di integrazione sociale;

21.   sottolinea che tanto prima e più efficacemente i bambini e i giovani migranti si integrano nelle scuole, tanto migliori saranno i loro risultati a scuola, nell'istruzione post-obbligatoria e nel mercato del lavoro; è fermamente convinto che l'istruzione pre-primaria precoce rafforzi considerevolmente tali prospettive e chiede pertanto agli Stati membri di accrescere la partecipazione dei migranti nel ciclo di apprendimento pre-primario;

22.   raccomanda agli Stati membri di evitare di creare scuole simili a ghetti o classi speciali per figli di migranti, e di promuovere una politica dell'istruzione inclusiva, in virtù della quale i bambini siano assegnati alle classi in base al livello d'istruzione e alle esigenze individuali;

23.   ritiene che nelle scuole frequentate da figli di migranti il programma scolastico dovrebbe prestare molta più attenzione alle loro esigenze, e che gli insegnanti dovrebbero ricevere una formazione che includa competenze interculturali per consentire loro di affrontare nel modo più efficace possibile la diversità nella scuola;

24.   ribadisce che l'istruzione degli adulti rivolta ai migranti può favorire l'integrazione sia dei migranti adulti che dei loro figli e sottolinea pertanto la necessità di promuovere con decisione l'apprendimento permanente per i genitori migranti;

25.   esprime preoccupazione per il livello elevato di abbandono prematuro della scuola da parte dei figli di migranti e ritiene che debbano essere compiuti sforzi per garantire il completamento degli studi da parte dei figli di migranti;

26.   sottolinea che un sistema d'istruzione di alta qualità deve essere aperto a tutti;

27.   è convinto che le misure volte a migliorare l'istruzione dei bambini migranti vadano a beneficio dell'intera società;

28.   ritiene che la formazione dei docenti dovrebbe essere interdisciplinare e preparare questi ultimi ad affrontare approcci basati su diversità e istruzione multiculturale e multilingue;

29.   è favorevole a regimi di mobilità che consentano di reclutare insegnanti del paese d'origine per facilitare il contatto dei figli di migranti con la cultura e la civiltà del loro paese d'origine;

30.   sottolinea che la qualità della formazione degli insegnanti dovrebbe essere focalizzata in termini di missioni degli insegnanti;

31.   sottolinea, in questo particolare contesto, l'importanza della mobilità dei docenti come parte integrante dei loro programmi di formazione; è dell'avviso che gli insegnanti dovrebbero avere la possibilità di trascorrere uno o due semestri presso università ospitanti all'estero;

32.   ritiene che le scuole abbiano bisogno di insegnanti immigrati, poiché offrono un'esperienza importante ai loro colleghi, rappresentano l'esito positivo dell'integrazione sociale e potrebbero costituire un modello per i bambini in difficoltà;

33.   sottolinea l'importanza di una formazione specifica per gli insegnanti che affronti espressamente la particolare situazione dei bambini migranti, la necessità di una loro integrazione riuscita in sistemi di istruzione tradizionale nonché di un loro migliore livello di istruzione;

34.   ribadisce la necessità di servizi di consulenza per consentire ai bambini e ai giovani migranti di affrontare lo shock culturale e di adattarsi alla società ospitante;

35.   propone che i singoli Stati membri elaborino programmi d'istruzione finalizzati al miglioramento della consapevolezza delle questioni in materia di diritti umani, ponendo l'accento sull'uguaglianza, sull'inclusione e sulla libertà personale, per evitare la xenofobia e la segregazione, che potrebbero sembrare inevitabili quando sono coinvolti migranti e che possono diffondersi in modo spaventosamente rapido;

36.   insiste sulla necessità che tutti i migranti e i non migranti beneficino della parità di trattamento; ritiene che le istituzioni scolastiche e i singoli insegnanti debbano considerare la diversità come una situazione normale, trattare ogni singola persona con rispetto e offrire ai migranti il sostegno di cui hanno bisogno;

37.   apprezza il contributo dell'istruzione non formale nel fornire ai giovani migranti valide competenze, complementari a quelle acquisite nelle scuole, e chiede alle scuole di cooperare più intensamente con i fornitori di istruzione non formale, ad esempio le organizzazioni giovanili;

38.   ribadisce che la discriminazione fondata sulla razza e sull'etnia nell'ambito dell'istruzione è vietata ai sensi della direttiva 2000/43/CE, e chiede di bandire qualsiasi discriminazione, inclusa quella fondata sulla nazionalità e sullo status di residenza, nel campo dell'istruzione;

39.   riconosce che le attuali disposizioni della direttiva 77/486/CEE non corrispondono alla nuova realtà sociale dell'Unione; sostiene con forza il processo di consultazione avviato dalla Commissione;

40.   sottolinea che la diversità nelle scuole dovrebbe essere incentivata e attenzione e sostegno dovrebbero essere indirizzati a specifici a gruppi più vulnerabili di migranti, incluse le giovani migranti;

41.   ritiene che la direttiva 77/486/CEE debba essere modificata contemplandovi l'istruzione di bambini cittadini di paesi terzi o di bambini i cui genitori non sono cittadini di Stati membri;

42.   riconosce l'importanza dell'attuale legislazione europea che garantisce il diritto allo studio degli studenti provenienti da paesi terzi, come ad esempio le direttive 2004/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri(7) e la direttiva 2003/109/CE del Consiglio, del 25 novembre 2003, relativa allo status dei cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo(8); esorta la Commissione ad un'azione di monitoraggio costante su ogni tipo di atto o azione intrapresi negli Stati membri il cui fine sia quello di diminuire o cancellare i diritti acquisiti;

43.   chiede che le scuole con un'elevata percentuale di bambini immigranti siano dotate del personale adeguato e delle strutture necessarie per gestire la sfida posta da classi eterogenee e consentire loro di offrire un insegnamento di qualità; chiede alla Commissione e al Consiglio di avviare un dialogo tra gli Stati membri nel quadro del metodo aperto di coordinamento aperto al fine di scambiare migliori pratiche e sviluppare un'agenda comune volta ad affrontare le lacune nell'istruzione degli immigranti;

44.   invita la Commissione a riferire regolarmente sui progressi compiuti nell'ambito dell'integrazione dei bambini migranti nel sistema scolastico degli Stati membri;

45.   rileva che i grandi centri urbani devono avere ed esercitare il diritto di coordinare le politiche volte a promuovere l'integrazione dei figli di migranti con le politiche e le strategie riguardanti gli alloggi, i servizi (all'infanzia), il mercato del lavoro, la salute e il benessere, tutte aree che hanno un effetto comprovato sui risultati scolastici dei figli di migranti e sulla riuscita della loro integrazione nella società;

46.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Comitato economico e sociale, al Comitato delle regioni nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1) GU L 199 del 6.8.1977, pag. 32.
(2) GU L 180 del 19.7.2000, pag. 22.
(3) GU C 233 E del 28.9.2006, pag. 121.
(4) GU C 219 E del 28.8.2008, pag. 300.
(5) GU C 41 E del 19.2.2009, pag. 46.
(6) Testi approvati, P6_TA(2008)0422.
(7) GU L 158 del 30.4.2004, pag. 77.
(8) GU L 16 del 23.1.2004, pag. 44.

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