Risoluzione del Parlamento europeo del 24 aprile 2009 sul consolidamento della stabilità e della prosperità nei Balcani occidentali (2008/2200(INI))
Il Parlamento europeo,
– viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Copenaghen del 21 e 22 giugno 1993,
– vista la dichiarazione adottata a Salonicco il 21 giugno 2003 in occasione del Vertice UE-Balcani occidentali,
– vista la comunicazione della Commissione, del 27 gennaio 2006, dal titolo "I Balcani occidentali sulla strada verso l'UE: consolidare la stabilità e rafforzare la prosperità" (COM(2006)0027),
– vista la dichiarazione UE-Balcani occidentali, approvata all'unanimità l'11 marzo 2006 a Salisburgo dai ministri degli Esteri degli Stati membri e dai ministri degli Esteri dei paesi dei Balcani occidentali,
– viste le conclusioni della Presidenza dei Consigli europei del 14 dicembre 2007 e del 19 e 20 giugno 2008 nonché la dichiarazione sui Balcani occidentali ad esse allegata, e le conclusioni dei Consigli "Affari generali e relazioni esterne" del 10 dicembre 2007, del 18 febbraio 2008 e dell"8 e 9 dicembre 2008,
– vista la comunicazione della Commissione, del 5 marzo 2008, dal titolo "Rafforzare la prospettiva europea dei Balcani occidentali" (COM(2008)0127),
– vista la dichiarazione di Brdo su una "Nuova attenzione per i Balcani occidentali", resa dalla Presidenza dell'Unione europea il 29 marzo 2008, in cui si sottolinea la necessità di dare nuovo impulso all'agenda di Salonicco e alla dichiarazione di Salisburgo,
– viste la strategia della Commissione sull'allargamento e le relazioni di novembre 2008 sui progressi compiuti dai singoli paesi,
– vista la sua risoluzione del 18 dicembre 2008 sulle prospettive di sviluppo per la costruzione della pace e la ricostruzione della nazione nelle situazioni postconflittuali(1),
– vista la sua risoluzione del 13 gennaio 2009 sulle relazioni economiche e commerciali con i Balcani occidentali(2),
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere dalla commissione per il commercio internazionale (A6-0212/2009),
A. considerando che i Balcani occidentali sono innegabilmente parte dell'Europa e che il futuro di tutti i paesi della regione sarà quello di Stati membri pienamente integrati dell'Unione europea,
B. considerando che la prospettiva di un'adesione all'Unione europea e dei relativi benefici rappresenta la principale garanzia di stabilità, nonché il più importante motore delle riforme per i paesi dei Balcani occidentali, una regione dell'Europa che in tempi lontani e recenti è stata teatro di conflitti armati, pulizia etnica e regimi totalitari,
C. considerando che il retaggio dei conflitti degli anni "90 rappresenta tuttora un importante ostacolo all'instaurazione di una sicurezza e di una stabilità politica durature nella regione; che ciò comporta nuove e singolari sfide per la politica di allargamento dell'Unione europea e che è indispensabile ricorrere a tutti gli strumenti di politica estera e di sicurezza comune (PESC)/politica europea di sicurezza e di difesa (PESD) a disposizione dell'Unione, nell'ambito di un approccio globale mirato alle esigenze delle società postbelliche,
D. considerando che sussistono questioni bilaterali pendenti tra diversi partner regionali dell'Unione e i loro vicini; che l'Unione europea e i paesi dei Balcani occidentali concordano sul fatto che il mantenimento di relazioni di buon vicinato e la cooperazione regionale restano i fattori chiave per progredire verso l'adesione all'Unione,
1. sottolinea che l'influenza dell'Unione europea e la sua capacità di fungere da stabilizzatore e da motore delle riforme nei Balcani occidentali dipendono dalla credibilità del suo impegno a permettere a quegli Stati della regione che soddisfino appieno i criteri di Copenaghen di diventare membri a pieno titolo dell'Unione europea; rimarca, pertanto, che la Commissione e gli Stati membri devono tenere saldamente fede all'impegno assunto per un futuro allargamento che comprenda i Balcani occidentali;
2. sottolinea l'esigenza che i paesi del Balcani occidentali assumano la responsabilità del loro avvicinamento all'Unione europea; ribadisce che il processo d'integrazione deve essere spinto dall'interno e che un'adesione riuscita dipende dall'esistenza di una forte società civile, da un basso livello di corruzione e da un passaggio globale verso società ed economie basate sulla conoscenza;
3. sottolinea che, in attesa dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona, i vigenti trattati consentirebbero ancora tecnicamente di effettuare i richiesti adeguamenti istituzionali necessari per ulteriori allargamenti; ritiene nondimeno che la ratifica del trattato di Lisbona rivesta un'importanza fondamentale;
4. sottolinea che gli Stati membri non devono ritardare indebitamente la preparazione del parere della Commissione sui potenziali paesi candidati che hanno presentato domanda di adesione, ed esorta il Consiglio e la Commissione a trattare con la dovuta rapidità le domande di adesione recenti e future;
5. sottolinea che il processo di adesione dev'essere basato sull'equa e rigorosa applicazione del principio di condizionalità, in ragione del quale ciascun paese sarà giudicato unicamente alla luce della sua capacità di soddisfare i criteri di Copenaghen, le condizioni del processo di stabilizzazione e di associazione e tutti i parametri stabiliti in relazione a una specifica fase dei negoziati e che, di conseguenza, non si può rallentare o arrestare il processo di adesione per i paesi che hanno soddisfatto i requisiti precedentemente stabiliti;
6. sottolinea che il processo di adesione deve mantenere una chiara prospettiva regionale e che si devono compiere gli sforzi necessari per evitare che eventuali differenze nel ritmo di integrazione conducano all'erezione di nuove barriere nella regione, con particolare riferimento al processo di liberalizzazione dei visti; sostiene il ruolo svolto dal Consiglio di cooperazione regionale nel rafforzamento della titolarità regionale e quale interlocutore principale dell'Unione europea in tutte le questioni concernenti la cooperazione regionale nell'Europa sudorientale;
7. invita i parlamenti degli Stati membri ad approvare rapidamente gli accordi di stabilizzazione e di associazione che sono attualmente in fase di ratifica;
8. sottolinea che tutte le parti interessate devono impegnarsi seriamente per trovare soluzioni reciprocamente accettabili alle controversie bilaterali rimaste irrisolte tra gli Stati membri dell'UE e i paesi dei Balcani occidentali come pure tra gli stessi paesi dei Balcani occidentali; sottolinea in questo contesto che le relazioni di buon vicinato e l'accettazione del rispettivo patrimonio culturale e storico sono estremamente importanti per salvaguardare la pace e migliorare la stabilità e la sicurezza; ritiene che l'apertura di negoziati di adesione con i paesi dei Balcani occidentali e l'apertura e la chiusura di singoli capitoli negoziali non dovrebbero essere intralciate o bloccate per questioni relative a controversie bilaterali e che per tale motivo i paesi dovrebbero concordare procedure per la soluzione delle questioni bilaterali prima dell'avvio dei negoziati di adesione;
9. prende atto, a tale riguardo, della decisione di taluni paesi dei Balcani occidentali di adire la Corte internazionale di giustizia o di chiedere a tale giurisdizione un parere consultivo sulle controversie bilaterali; esprime l'opinione che l'Unione europea debba compiere ogni sforzo per appoggiare e facilitare una composizione globale e duratura delle questioni pendenti;
10. ritiene necessario continuare a promuovere il dialogo interetnico e interculturale per superare sia l'onere del passato che le tensioni nelle relazioni tra i paesi della regione balcanica; ritiene che le organizzazioni della società civile (OSC) e i contatti interpersonali (sia tra i paesi dei Balcani occidentali che tra tali paesi e l'Unione) contribuiscano a far progredire la riconciliazione, a facilitare la comprensione reciproca e a promuovere una coabitazione interetnica pacifica; chiede pertanto alla Commissione di rivolgere maggiore attenzione e di accordare maggiori finanziamenti alle iniziative intese a promuovere la riconciliazione, la tolleranza e il dialogo fra i diversi gruppi etnici, e di sostenere l'attuazione di accordi interetnici;
11. offre pieno sostegno alle missioni PESD e ai rappresentati speciali dell'Unione europea (RSUE) inviati nella regione, che rivestono ancora un ruolo primario ai fini del mantenimento della stabilità e dell'avanzamento del processo di costruzione di Stati funzionanti capaci di soddisfare i criteri di Copenaghen; sottolinea che nessuna missione PESD può essere sospesa e nessun ufficio di RSUE può essere chiuso finché i rispettivi mandati non siano stati inequivocabilmente assolti;
12. appoggia pienamente gli sforzi volti a istituire, entro il 2010, un quadro globale per gli investimenti nei Balcani occidentali destinato a coordinare le sovvenzioni e i prestiti offerti dalla Commissione, dalle istituzioni finanziarie internazionali e da singoli paesi donatori; accoglie con favore lo strumento per i progetti infrastrutturali (IPF) e sottolinea che i progetti IPF nei settori dei trasporti, dell'ambiente, dell'energia e in campo sociale dovrebbero essere elaborati e portati avanti in una chiara prospettiva regionale; sottolinea la necessità di un più stretto coordinamento per assicurare veramente la complementarità, la coerenza e l'efficienza dell'assistenza nei Balcani occidentali; ritiene che tali strumenti coordinati di prestito/sovvenzione dovrebbero essere rivolti in particolare ai quei potenziali paesi candidati che non hanno accesso alle risorse di tutte e cinque le componenti dello strumento di assistenza preadesione(3) (IPA); sottolinea l'importanza della cooperazione regionale nel settore delle migliori pratiche per quanto riguarda l'accesso ai fondi di preadesione;
13. ricorda che la controversia tra Russia e Ucraina riguardo alle forniture di gas nel gennaio 2009 ha causato gravi interruzioni dell'approvvigionamento energetico dei paesi dei Balcani occidentali; chiede che vengano diversificate le rotte di transito e che venga migliorata l'interconnessione delle reti energetiche nella regione con l'aiuto di finanziamenti dell'Unione europea;
14. ricorda l'importanza delle infrastrutture di trasporto per lo sviluppo economico e la coesione sociale; esorta pertanto la Commissione a sostenere la realizzazione di un adeguato sistema intermodale per i trasporti fra l'Unione europea e i paesi dell'area dei Balcani occidentali e a favorire la libera e veloce circolazione di beni e persone all'interno di tale area, in particolare attraverso la realizzazione del corridoio paneuropeo di trasporto VII;
15. accoglie con favore il nuovo strumento per la società civile creato nell'ambito dell'IPA e la conseguente triplicazione dei fondi disponibili per le OSC; invita la Commissione a rafforzare la titolarità locale dello sviluppo della società civile e a creare possibilità di interazione e consultazione su base regolare con le OSC locali al fine di tener conto dei pareri e delle esigenze di queste ultime nelle fasi di pianificazione e programmazione dell'assistenza nel quadro dell'IPA; esorta la Commissione ad incoraggiare la creazione di un forum regionale di discussione composto da OSC, quale strumento di diffusione delle migliori pratiche per quanto riguarda l'accesso ai fondi di preadesione;
16. invita inoltre la Commissione a dedicare maggiore attenzione alla promozione delle OSC di piccole e medie dimensioni e non urbane nella regione, segnatamente assegnando una più elevata percentuale dei propri contributi finanziari a dette organizzazioni, facilitando le procedure per la richiesta di finanziamenti comunitari come pure rivedendo le regole e aumentando il cofinanziamento dei progetti destinati alle OSC di piccole e medie dimensioni;
17. sottolinea l'importanza della liberalizzazione del regime di visto in ambito Schengen per i cittadini dei paesi dei Balcani occidentali come mezzo per far conoscere meglio l'Unione europea agli abitanti della regione; accoglie con favore il dialogo sulla liberalizzazione dei visti e invita il Consiglio e la Commissione a condurre il processo nel modo più trasparente possibile e sulla base di parametri chiaramente definiti, al fine di facilitare il monitoraggio esterno e di aumentare la responsabilità pubblica per quanto concerne tale processo;
18. sottolinea che una procedura di visto gravosa, cui si aggiunge la carenza di personale nei consolati e nelle ambasciate nella regione, è suscettibile di generare ostilità nei confronti dell'Unione europea tra gli abitanti della regione, in un momento in cui la popolarità dell'Unione è implicitamente il più forte stimolo alla riforma;
19. incoraggia i paesi dei Balcani occidentali ad accelerare gli sforzi per soddisfare i requisiti stabiliti nelle rispettive tabelle di marcia, in modo da assicurare che la soppressione del regime di visto per i loro cittadini avvenga quanto più rapidamente possibile; ritiene che il rispetto di tali condizioni sia indispensabile per un'accelerazione del processo di adesione all'Unione europea; è del parere, in tale contesto, che l'IPA dovrebbe appoggiare gli sforzi compiuti dai paesi beneficiari per rispondere ai requisiti stabiliti nella tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti;
20. appoggia pienamente l'aumento dei finanziamenti e del numero di borse di studio disponibili nell'Unione europea per studenti e ricercatori provenienti dai Balcani occidentali nel quadro del programma Erasmus Mundus, allo scopo di far conoscere ai cittadini e alle istituzioni degli Stati dei Balcani occidentali l'agenda dell'Unione europea e di rafforzare i livelli di istruzione; invita i paesi beneficiari ad adottare tutte le misure necessarie, comprese campagne pubblicitarie e informative, per consentire ai propri cittadini di sfruttare appieno tali opportunità; chiede ai paesi interessati di intensificare le misure amministrative preparatorie necessarie per soddisfare i criteri di accesso al programma di apprendimento permanente;
21. sottolinea il ruolo vitale dell'istruzione e della formazione nelle odierne economie basate sulla conoscenza; evidenzia in questo contesto la necessità di rafforzare e stimolare le competenze imprenditoriali e innovative a tutti i livelli di istruzione;
22. appoggia pienamente la partecipazione dei paesi dei Balcani occidentali ai programmi e alle agenzie della Comunità; indica, in particolare, la partecipazione di tali paesi al trattato della Comunità dell'energia e la loro prevista partecipazione al trattato della Comunità dei trasporti quali perfetti esempi di piena integrazione nelle strutture comunitarie di paesi candidati e potenzialmente candidati e di adeguamento della legislazione all"acquis comunitario in una fase precoce del processo di adesione;
23. sottolinea che la protezione ambientale è un elemento importante dello sviluppo sostenibile nella regione dei Balcani occidentali; invita pertanto i governi dei paesi dei Balcani occidentali ad aderire ai principi e agli obiettivi della Comunità dell'energia dell'Europa sudorientale in modo da promuovere solide politiche e strategie ambientali, in particolare nel settore dell'energia rinnovabile, in linea con le norme ambientali dell'Unione europea e con la sua politica in materia di cambiamento climatico;
24. appoggia il dialogo interparlamentare a livello regionale e sottolinea l'importanza di coinvolgere pienamente i parlamenti nazionali dei paesi dei Balcani occidentali nel processo di integrazione europea; ritiene che il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali degli Stati membri abbiano un importante ruolo da svolgere nell'instaurazione del dialogo e della cooperazione con i parlamenti dei paesi dei Balcani occidentali; ritiene che la natura delle riunioni interparlamentari del Parlamento europeo dovrebbe essere migliorata nell'ottica di poter costituire una struttura operativa ed efficiente per l'organizzazione di dibattiti e seminari più mirati e orientati alla pratica;
25. sottolinea l'importanza di lavorare a una riduzione di tutti gli ostacoli tariffari e non tariffari agli scambi all'interno della regione e tra i Balcani occidentali e l'Unione europea, quale priorità fondamentale per promuovere lo sviluppo economico, l'integrazione regionale e i contatti interpersonali; pone l'accento sul ruolo centrale dell'Accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA) nella promozione della liberalizzazione degli scambi nella regione e si compiace del sostegno finanziario offerto dalla Commissione al segretariato del CEFTA;
26. esprime la sua solidarietà con i paesi dei Balcani occidentali nel contesto della crisi economica globale e ribadisce il suo sostegno al consolidamento economico e sociale della regione; accoglie pertanto con favore la recente proposta della Commissione di estendere il piano europeo di ripresa economica ai Balcani occidentali e la esorta a rimanere vigile e, se necessario, ad adottare misure adeguate per garantire un proseguimento regolare del processo di stabilizzazione e associazione;
27. esorta le parti aderenti al CEFTA a continuare ad adoperarsi per una riduzione di tutti gli ostacoli non tariffari e di tutte le tariffe e i contingenti nell'ambito del commercio di prodotti agricoli; invita i membri del gruppo Pan-Euro-Med a continuare a lavorare a una soluzione delle questioni irrisolte che attualmente impediscono l'estensione del regime di cumulo diagonale paneuromediterraneo ai paesi dei Balcani occidentali;
28. invita il Consiglio e la Commissione ad attuare ogni opportuna misura per favorire una più profonda integrazione dei Balcani occidentali nel sistema economico e commerciale internazionale, in particolare attraverso l'adesione all'Organizzazione mondiale del commercio; sottolinea che la liberalizzazione del commercio deve essere accompagnata dalla riduzione della povertà e dei tassi di disoccupazione, dalla promozione dei diritti economici e sociali e dal rispetto dell'ambiente; invita la Commissione a sottoporre tempestivamente all'approvazione del Parlamento eventuali nuove proposte volte a fornire un'assistenza di bilancio straordinaria agli Stati dei Balcani occidentali;
29. invita gli Stati della regione ad attribuire una priorità elevata alla lotta contro la corruzione, in quanto la corruzione ostacola seriamente il progresso della società; invita detti Stati ad adottare tutte le misure necessarie per combattere la criminalità organizzata e il traffico di esseri umani e di droga;
30. chiede che l'Unione europea continui ad appoggiare le iniziative di cooperazione regionale nel settore della giustizia e degli affari interni (GAI) e gli sforzi volti all'armonizzazione giuridica e giudiziaria, tra cui la Convenzione sulla cooperazione di polizia per l'Europa sudorientale, il Centro per l'applicazione della legge nell'Europa sudorientale (SELEC) e il Gruppo consultivo dei procuratori nell'Europa sudorientale (SEEPAG); prende atto dell'assistenza finanziaria in corso e in previsione per la Rete dei procuratori dell'Europa sudorientale (PROSECO) e per l'istituzione delle Unità di coordinamento per l'applicazione del diritto internazionale (ILECU), e invita la Commissione a coordinare tali progetti con le iniziative di cui sopra;
31. esorta la Commissione a individuare i progetti prioritari e a chiarire i requisiti da essa imposti alle varie istituzioni nazionali e regionali ai fini della cooperazione interstatale e interistituzionale nel settore GAI; sottolinea l'importanza di sviluppare iniziative nel settore della giustizia elettronica nell'ambito del sostegno dell'Unione europea alle iniziative di governance elettronica, al fine di migliorare la cooperazione e aumentare la trasparenza dei procedimenti giudiziari e dei sistemi amministrativi interni;
32. critica le disposizioni costituzionali e/o di legge vigenti in tutti i paesi dell'ex Jugoslavia che vietano l'estradizione dei propri cittadini sotto imputazione in altri Stati della regione, nonché gli ostacoli giuridici che impediscono il trasferimento di processi per crimini gravi fra tribunali di paesi diversi della regione; invita il Consiglio e la Commissione ad esortare i paesi della regione ad adottare provvedimenti in vista di un'abolizione coordinata di tutti i divieti e ostacoli giuridici di questo tipo;
33. sottolinea che le disposizioni giuridiche che limitano l'estradizione possono favorire l'impunità per crimini particolarmente gravi, compresi i crimini contro l'umanità, le violazioni delle leggi o costumi di guerra, la criminalità organizzata transfrontaliera, i traffici illeciti e il terrorismo e che tali disposizioni rappresentano una delle principali cause della pratica ampiamente criticata, ma tuttora diffusa, di celebrare processi in contumacia; appoggia gli sforzi compiuti dai procuratori nazionali per superare gli ostacoli giuridici di cui sopra per mezzo di accordi pragmatici di cooperazione; elogia il lavoro svolto dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) nella promozione di una maggiore cooperazione e incoraggia gli Stati della regione ad agevolare ulteriormente l'assistenza giuridica reciproca e l'estradizione nel pieno rispetto delle norme in materia di diritti umani e di quelle del diritto internazionale;
34. sottolinea che la piena collaborazione con il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia (ICTY), per quanto riguarda l'arresto e l'estradizione degli imputati ancora latitanti, il trasferimento delle prove e la piena collaborazione prima e durante i procedimenti penali, costituisce un requisito fondamentale dell'intero processo di adesione; esorta la Commissione a sostenere, congiuntamente all'ICTY, all'OSCE e ai governi della regione, le iniziative volte a rafforzare le capacità e l'efficienza delle magistrature nazionali impegnate nell'accertamento delle responsabilità dei crimini di guerra e di altri crimini meno gravi e ad assicurare che i processi siano condotti in modo indipendente e imparziale e conformemente agli standard e alle norme del diritto internazionale;
35. osserva il ruolo fondamentale dei programmi e delle strutture educative per promuovere l'inclusione e ridurre le tensioni interetniche; invita pertanto i governi dei paesi dei Balcani occidentali a migliorare la qualità dell'istruzione includendo i diritti civici, umani e democratici quali valori europei fondamentali nei relativi programmi e a porre fine alla segregazione nelle scuole; segnala che l'insegnamento della storia nelle scuole e nelle università dei Balcani occidentali deve basarsi su ricerche documentate e deve riflettere le diverse prospettive dei vari gruppi nazionali ed etnici della regione se si vogliono ottenere risultati duraturi nella promozione della riconciliazione e nel miglioramento delle relazioni interetniche; sostiene pienamente le iniziative, come il progetto storico congiunto del Centro per la democrazia e la riconciliazione nell'Europa sudorientale, aventi per obiettivo la stesura e la divulgazione di materiali di insegnamento della storia che presentino la storia dei Balcani da una prospettiva molteplice, e invita i ministeri competenti, le autorità nel campo dell'istruzione e gli istituti di insegnamento della regione a sostenere l'uso di materiali comuni per l'insegnamento della storia; invita la Commissione a sostenere tali iniziative sul piano finanziario e politico;
36. sottolinea l'importanza di un quadro efficace per rafforzare, proteggere e garantire i diritti delle minoranze etniche e nazionali in una regione dal carattere multietnico che in passato è stata testimone di violenza diffusa e sistematica per motivi etnici; invita i governi della regione a potenziare gli sforzi intesi a garantire che tutte le leggi nel settore dei diritti umani e delle minoranze siano pienamente rispettate nella pratica e che, in caso di violazione di tali leggi, vengano prese le misure opportune; insiste perché si compiano ulteriori sforzi per garantire l'adeguato finanziamento e la corretta attuazione delle iniziative volte a migliorare l'inclusione delle minoranze e la situazione dei gruppi minoritari svantaggiati (segnatamente i rom);
37. sottolinea la necessità di elaborare e attuare programmi che promuovano la parità di genere e rafforzino il ruolo delle donne nella società quale garanzia dello spirito democratico e dell'impegno a favore dei valori europei;
38. sottolinea che occorre un maggiore impegno da parte dei governi della regione al fine di garantire il ritorno sostenibile dei rifugiati e degli sfollati interni, compresa la restituzione delle proprietà e delle abitazioni temporaneamente occupate, conformemente alla Dichiarazione di Sarajevo adottata il 31 gennaio 2005 dalla Conferenza ministeriale regionale sul ritorno dei rifugiati; invita il Consiglio e la Commissione a insistere affinché i governi della regione sviluppino e attuino programmi per l'accesso dei rimpatriati agli alloggi e ai servizi sociali, e a potenziare gli sforzi volti a combattere la discriminazione contro le minoranze rimpatriate; ritiene che tali misure dovrebbero essere già in vigore quando i paesi in questione acquisiscono lo status di candidato e dovrebbero essere applicate e ampliate con risolutezza durante il processo di adesione;
39. esprime preoccupazione per l'interferenza politica cui sono soggetti i media in tutti gli Stati dei Balcani occidentali e per la commistione di interessi commerciali, politici e mediatici nonché per il clima di minaccia e vessazione nei confronti dei giornalisti investigativi; invita gli Stati dei Balcani occidentali e rispettare appieno i diritti dei giornalisti e dei media indipendenti quale potere legittimo in uno Stato europeo democratico;
40. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, ai governi e ai parlamenti di Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Kosovo, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Montenegro e Serbia, al presidente in carica dell'OSCE, al presidente dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE, al presidente del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, al presidente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, al segretariato del Consiglio di cooperazione regionale, al Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia e al segretariato dell'Accordo centroeuropeo di libero scambio.
Regolamento (CE) n. 1085/2006 del Consiglio, del 17 luglio 2006, che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA) (GU L 210 del 31.7.2006, pag. 82).