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Procedura : 2009/2624(RSP)
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B7-0025/2009

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Giovedì 17 settembre 2009 - Strasburgo
Accordo di partenariato e cooperazione CE/Tagikistan
P7_TA(2009)0017B7-0025/2009

Risoluzione del Parlamento europeo del 17 settembre 2009 sulla conclusione di un accordo di partenariato e di cooperazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica del Tagikistan, dall'altra

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sull'Asia centrale, in particolare quelle del 23 ottobre 2003 sul Turkmenistan e sull'Asia centrale(1), del 20 febbraio 2008 su una strategia comunitaria per l'Asia centrale(2) e del 14 febbraio 2006 sulla clausola relativa ai diritti dell'uomo e alla democrazia negli accordi dell'Unione europea(3),

–   vista la sua posizione del 2 settembre 2008 sulla proposta di decisione del Consiglio e della Commissione relativa alla conclusione del protocollo all'accordo di partenariato e di cooperazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica del Tagikistan, dall'altra, per tener conto dell'adesione della Repubblica di Bulgaria e della Romania all'Unione europea(4),

–   visti gli accordi di partenariato e di cooperazione conclusi tra l'Unione europea e l'Uzbekistan, il Kirghizistan e il Kazakistan, i quali sono tutti in vigore dal 1999,

–   viste le clausole sui diritti umani contenute in tali accordi,

–   visto l'attuale quadro per le relazioni UE-Tagikistan, l'accordo commerciale e di cooperazione tra l'Unione europea e l'ex Unione Sovietica, che sarà sostituito da un accordo di partenariato e di cooperazione, previa ratifica da parte di tutti gli Stati membri dell'Unione europea e dal Tagikistan e previo parere conforme da parte del Parlamento europeo,

–   vista la ratifica dell'accordo di partenariato e di cooperazione con il Tagikistan da parte di tutti i 27 Stati membri dell'Unione europea e del Tagikistan,

–   visto l'accordo interinale sugli scambi e sulle questioni commerciali tra la Comunità europea e la Comunità europea dell'energia atomica, da una parte, e la Repubblica del Tagikistan, dall'altra, firmato l'11 ottobre 2004 e in vigore dal maggio 2005(5),

–   vista l'adozione da parte del Consiglio europeo del 21 e 22 giugno 2007 di una strategia dell'Unione europea per un nuovo partenariato con l'Asia centrale,

–   viste la relazione comune del giugno 2008 del Consiglio e della Commissione destinata al Consiglio europeo sull'attuazione della strategia dell'Unione europea per l'Asia centrale nonché la valutazione ivi contenuta secondo cui l'attuazione della strategia è a buon punto,

–   visto il piano d'azione del Consiglio europeo (2007-2013) per una politica energetica per l'Europa, adottato dal Consiglio europeo dell'8 e 9 marzo 2007,

–   vista la sua risoluzione del 26 settembre 2007 dal titolo "Verso una politica estera comune dell'Europa in materia di energia"(6),

–   vista la prima riunione del dialogo ufficiale sui diritti umani tra l'Unione europea e il Tagikistan nell'ottobre 2008 nonché l'elenco di raccomandazioni risultante dalla riunione che, si prevede, sarà debitamente preso in considerazione nell'ambito delle riforme della giustizia in corso,

–   visti il primo seminario UE-Tagikistan con la società civile sui diritti umani svoltosi a Dusanbe il 10 e 11 luglio 2009 e il dialogo sui diritti umani che si terrà a Dusanbe il 23 settembre 2009,

–   vista la conferenza internazionale patrocinata dall'Unione europea sulla droga tenutasi a Dusanbe nell'ottobre 2008,

–   visto lo scambio di opinioni tra la commissione per gli affari esteri e il Presidente del Tagikistan Emomali Rahmon il 10 febbraio 2009,

–   vista la Quarta riunione interparlamentare del Parlamento europeo e del Majlisi del Tagikistan svoltasi a Dusanbe dal 6 all'8 aprile 2009,

–   vista la sua posizione del 17 settembre 2009(7) sulla conclusione dell'accordo di partenariato e cooperazione con il Tagikistan,

   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.   considerando che i paesi dell'Asia centrale, e tra questi il Tagikistan, si trovano in un punto chiave d'intersezione tra l'Europa e l'Asia e storicamente e tradizionalmente rappresentano un importante punto d'incontro e di transito tra i due continenti,

B.   considerando che l'Unione europea nutre un vivo interesse per la sicurezza e la stabilità, lo sviluppo e il consolidamento di istituzioni democratiche e il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto nella regione, in particolare in quanto gli sviluppi in campo strategico, politico ed economico e le crescenti sfide trans-regionali nell'Asia centrale hanno anche un impatto diretto e indiretto sugli interessi della stessa Unione europea,

C.   considerando che la nuova strategia dell'Unione europea per l'Asia centrale mira a migliorare il dialogo politico e a rafforzare i legami tra l'Europa e i suoi partner dell'Asia centrale, nel rispetto dei valori su cui si fonda l'Unione europea,

D.   considerando che il Tagikistan, la cui frontiera con l'Afghanistan misura oltre 1 300 km, è un attore regionale di grande importanza che è in prima linea negli sforzi dell'Unione europea e di altri attori internazionali nei confronti dell'Afghanistan nella lotta al traffico di droga, all'estremismo e alle minacce alla sicurezza regionale,

E.   considerando che gli obiettivi politici dell'Unione europea nei confronti del Tagikistan mirano a sostenere la riduzione della povertà, il buon governo e le riforme e, sul piano regionale, a favorire una lotta più efficace contro il traffico di droga e la criminalità organizzata e che l'Unione europea fornisce assistenza a tal fine, in particolare attraverso il sostegno alla gestione delle frontiere nel quadro dei suoi programmi di gestione delle frontiere e controllo sugli stupefacenti (BOMCA/CADAP),

F.   considerando che l'accordo di partenariato e di cooperazione con il Tagikistan prevede impegni e cooperazione in materia di riammissione e controllo dell'immigrazione illegale; che dovrebbe essere concluso un accordo distinto che definisca i dettagli di tale cooperazione,

G.   considerando che la guerra civile conclusasi nel 1997 ha distrutto le infrastrutture e le istituzioni e devastato l'economia del Tagikistan, facendone l'ex Repubblica sovietica più povera; che, sebbene il paese abbia registrato una forte ripresa negli ultimi anni, circa il 60% della sua popolazione vive ancora in assoluta povertà e nelle aree più povere l'assistenza sanitaria e l'istruzione rimangono inaccessibili; considerando che i tagiki dipendono fortemente dalle rimesse degli emigranti, ma che tale fonte di reddito è seriamente minacciata dalla crisi economica della regione, per cui è estremamente importante aiutare il Tagikistan a sviluppare un'economia nazionale sostenibile e solida,

H.   considerando che il Tagikistan ha il tasso di natalità più elevato dell'Asia centrale, con quasi il 40% della sua popolazione di 7,3 milioni di abitanti costituito da giovani di età inferiore ai 15 anni; che per il futuro del paese è fondamentale sviluppare un valido sistema d'istruzione,

I.   considerando che i principali motori economici del Tagikistan sono il cotone e la produzione di alluminio, ma che i prezzi di questi prodotti sono in calo nel mercato mondiale; che il Tagikistan non ha petrolio e ha poco gas naturale e che, nonostante le consistenti riserve idroelettriche, soffre di una grave penuria energetica,

J.   considerando che il contesto istituzionale, giuridico e finanziario non è favorevole allo sviluppo delle imprese tagike e richiede incisive misure di promozione,

K.   considerando che il Tagikistan dipende dagli aiuti esterni e dall'assistenza umanitaria e che quasi la metà della forza lavoro opera all'estero, anzitutto in Russia, e sostiene le famiglie d'origine attraverso le rimesse,

L.   considerando che la dissoluzione dell'Unione sovietica ha determinato l'interruzione delle relazioni economiche tradizionali e la disgregazione dei mercati regionali, che vanno ad aggiungersi alla crisi economica attuale; considerando che l'Unione europea dovrebbe adoperarsi al massimo per ripristinare la fiducia tra i paesi della regione e, così facendo, facilitare la ripresa della cooperazione regionale,

M.   considerando che, oltre a ricevere assistenza a titolo dello Strumento di cooperazione allo sviluppo, il Tagikistan partecipa anche a numerosi programmi regionali in corso,

N.   considerando che, nonostante l'apparente sostegno popolare, il Presidente Rahmon ha sistematicamente represso qualsiasi opposizione e praticamente accantonato la condivisione del potere che l'accordo di pace del 1997 voleva garantire,

O.   considerando che la relazione finale di osservazione elettorale dell'OSCE/ODIHR (l'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell'uomo dell'OSCE) ha rilevato la mancanza di un'effettiva possibilità di scelta e di un pluralismo significativo nelle elezioni presidenziali del 2006,

P.   considerando che la corruzione è ampiamente riconosciuta come endemica e onnipresente a tutti i livelli e che gran parte dei finanziamenti ricevuti dai donatori internazionali non viene destinata allo scopo per cui era stata prevista,

Q.   considerando che la società civile sta muovendo i suoi primi passi, che il governo ne ha spesso ostacolato l'effettivo sviluppo e che dovrà passare molto tempo prima che essa possa dispiegare le proprie potenzialità per lo sviluppo umano del paese; considerando che talune attività svolte da gruppi religiosi sono state ostacolate dall'obbligo di registrazione presso la commissione statale per gli affari religiosi e da altre misure restrittive previste da una nuova legge sulla libertà di coscienza e le associazioni religiose,

1.   si compiace che il Tagikistan abbia espresso chiaramente il suo impegno alla cooperazione con l'Unione europea, che intenda migliorare il commercio con l'Unione europea e promuovere i contatti nel campo dell'istruzione e che intenda applicare misure specifiche in settori chiave, quali la previdenza sociale, la sanità, l'istruzione, la lotta alla corruzione e il miglioramento dei diritti umani, a dimostrazione della serietà dei suoi impegni;

2.   è consapevole del forte senso di delusione da parte del governo tagiko per il fatto che l'accordo di partenariato e cooperazione non è stato ancora concluso, in particolare a causa della posizione dell'Unione europea secondo cui la profonda diversità delle condizioni politiche, economiche, sociali, ecc. degli Stati dell'Asia centrale le impone di differenziare di conseguenza le proprie politiche; manifesta pertanto l'intenzione di esprimere il proprio parere conforme e auspica che l'accordo di partenariato e di cooperazione sia concluso nel più breve tempo possibile;

3.   ritiene che il proprio parere conforme sulla conclusione dell'accordo di partenariato e di cooperazione rappresenti un segnale della volontà di impegnarsi con il Tagikistan e di incoraggiare il paese a compiere tutti i passi necessari verso le riforme quanto mai necessarie; tuttavia, richiama l'attenzione del Tagikistan innanzitutto sulla condizionalità implicita della clausola sui diritti umani e la sospensione;

4.   ritiene che il pieno sviluppo dell'accordo di partenariato e di cooperazione e il rafforzamento delle relazioni bilaterali dovrebbero basarsi su una valutazione accurata e tempestiva dei progressi realizzati nei settori chiave e sollecita a questo proposito la Commissione a definire una chiara serie di obiettivi di riferimento e condizioni;

Situazione economica

5.   prende atto delle gravi difficoltà economiche che il Tagikistan si trova a fronteggiare e delle sue fragili infrastrutture nel campo dei trasporti e dell'energia ed è seriamente preoccupato per il fatto che, a partire dal maggio del 2009, l'impatto della crisi economica e le carenze del settore agricolo provocano una situazione di insicurezza alimentare per 1,5 milioni di persone;

6.   esorta il governo tagiko ad affrontare alla radice il problema dei rifornimenti e a rivedere la sua politica di progetti troppo ambiziosi che non fanno nulla per affrontare i bisogni essenziali e immediati della popolazione; chiede, nel contempo, al governo tagiko di rafforzare i mercati regionali e di migliorare la produzione locale e di applicare con urgenza programmi di sostegno alimentare e di creazione di posti di lavoro;

7.   invita il governo del Tagikistan ad affrontare con urgenza le disastrose condizioni dei settori dell'istruzione e della sanità, che minacciano di creare una nuova ondata di problemi sociali nelle generazioni future e di compromettere l'avvenire del paese;

8.   rileva, inoltre, che la povertà cronica contribuisce ad alimentare il traffico di stupefacenti e che, secondo talune fonti, il 30-50% delle attività economiche del paese sarebbe legato al narcotraffico;

9.   esorta vivamente il Tagikistan a sfruttare le sue enormi potenzialità di energia elettrica per la in modo razionale e democratico visti i timori dei paesi a valle che tradizionalmente dipendono da flussi idrici stagionali sicuri; esorta la Commissione, a questo proposito, a compiere ogni sforzo per favorire la messa a punto di progetti comuni che coinvolgano tutti gli attori regionali potenzialmente interessati e siano conformi alle norme dell'Unione europea;

10.   chiede con insistenza al Tagikistan di apportare cambiamenti strutturali per migliorare il clima per gli investimenti delle imprese straniere;

11.   sollecita il Tagikistan ad attuare pienamente le necessarie riforme economiche, ponendo in particolare l'accento sull'avvio di riforme agricole che consentano agli agricoltori di essere esenti da debiti e passare dalla monocoltura del cotone a forme alternative di agricoltura;

Situazione politica

12.   riconosce che il Tagikistan è un paese relativamente stabile in cui nulla lascia presumere la presenza di minacce esterne o di insurrezioni locali organizzate; registra tuttavia segnali di una certa instabilità del regime (ad esempio, nel 2008, i casi di violenza e le manifestazioni nella regione autonoma montana del Badakhshan e una recente operazione di sicurezza nel distretto orientale di Tavildara, che ha opposto forze governative, ex combattenti dell'opposizione e militanti stranieri) che hanno suscitato interrogativi quanto al controllo del potere da parte del presidente; analogamente, richiama l'attenzione sul timore che la povertà radicata, la corruzione dilagante e un governo sempre più autoritario possano creare il rischio di una futura instabilità sul piano politico, economico e sociale;

13.   ricorda al Tagikistan gli Obiettivi di sviluppo del Millennio e il sostegno dell'Unione europea agli sforzi concreti per compiere progressi in questo settore;

14.   richiama l'attenzione sulla struttura parlamentare del Tagikistan, dominata dal partito democratico popolare (PDP) vicino al Presidente; deplora il fatto che i partiti all'opposizione siano stati messi fuori gioco e i potenziali rivali incarcerati o esiliati; invita il governo tagiko, in vista delle elezioni promesse dal Presidente per il 2010, a onorare gli impegni assunti in materia di democratizzazione, consentendo la nascita di un vero sistema politico pluralista e rivedendo la legge elettorale (ad esempio mediante la presenza di osservatori indipendenti, l'abolizione della tassa di registrazione per i candidati e una maggiore trasparenza nel conteggio e lo scrutinio dei voti e la pubblicazione dei risultati);

15.   critica le restrizioni imposte alle ONG e l'assenza di iniziative influenti e visibili da parte della società civile, dato che tale assenza potrebbe compromettere i futuri sviluppi della democrazia, e ribadisce la necessità di riforme importanti e del rispetto dei diritti umani in tutti i settori della società;

16.   rileva che la corruzione è ampiamente riconosciuta come uno dei principali problemi del Tagikistan, dovuto in parte alla mancanza di una cultura giuridica e all'incapacità del paese di retribuire adeguatamente i propri dipendenti pubblici; auspica di poter constatare che la legge in materia di corruzione, l'agenzia contro la corruzione e l'ambiziosa strategia anticorruzione per il periodo 2008-2012, attualmente in vigore, non siano semplici operazioni di facciata, ma diano risultati concreti;

17.   invita il Tagikistan a istituire una politica di totale trasparenza nel settore economico che comprenda la contabilità pubblica relativa a tutti gli introiti delle imprese di proprietà statale (sia onshore che offshore), come la Talco, compagnia tagika dell'alluminio, e l'azienda elettrica pubblica Barqi Tojik nonché la trasparenza dei finanziamenti nel settore del cotone;

Questioni regionali

18.   sottolinea il ruolo di vicinanza geografica del Tagikistan nei confronti dell'Afghanistan e delle relative problematiche della droga, del terrorismo e dell'estremismo e prende atto delle potenzialità che può offrire il Tagikistan per creare un moderno Stato funzionante, in grado di arginare la diffusione dell'estremismo dall'Afghanistan e nella regione; sottolinea l'importanza di impegnarsi ulteriormente con il Tagikistan al fine di aiutare il paese ad operare come uno Stato stabile e funzionante; osserva che la lotta al terrorismo non può essere invocata a pretesto per la repressione o l'intimidazione delle forze dell'opposizione e deve essere condotta nel pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà civili;

19.   prende atto che l'energia e l'acqua sono questioni di fondamentale importanza per la sicurezza umana e le relazioni tra gli Stati dell'Asia centrale; richiama in particolare l'attenzione sulla controversia relativa all'energia tra il Tagikistan e l'Uzbekistan (come dimostrano, fra l'altro, la temporanea e non annunciata chiusura della frontiera da parte dell'Uzbekistan, il taglio alle forniture uzbeke di gas e il raddoppio del prezzi) e sulle controversie relative alle risorse idriche con l'Uzbekistan e la Repubblica del Kirghizistan; invita, in tale contesto, a intraprendere consultazioni urgenti a livello regionale per un uso razionale delle risorse energetiche;

Diritti umani

20.   è seriamente preoccupato per le violazioni dei diritti umani in Tagikistan, perpetrate con una sostanziale impunità e in vari modi, dalle pressioni sui tribunali e i giudici, esercitate dal governo e dalle organizzazioni criminali, alle pressioni sui mezzi d'informazione e alle diffuse violazioni dei diritti delle donne, al lavoro minorile e allo sfruttamento di studenti; anche minorenni, per la raccolta del cotone, alla situazione dei lavoratori, che l'organizzazione Freedom House con sede negli Stati Uniti descrive come "servitù economica", alle terribili condizioni di detenzione, incluse la tortura e altre forme di maltrattamento, e alla tratta di esseri umani;

21.   si compiace, a questo proposito, dell'avvio del dialogo ufficiale sui diritti umani tra l'Unione europea e il Tagikistan che è basato sui risultati; ritiene che per lo sviluppo delle relazioni bilaterali sia essenziale realizzare progressi in questo campo; sottolinea l'importanza di associare a tale dialogo le ONG operanti nel Tagikistan in modo formale e sostanziale;

22.   deplora la nuova legge sulle ONG, che prende a modello la legge russa, che ha introdotto obblighi onerosi in materia di registrazione e ri-registrazione;

23.   sottolinea che, sebbene la legge tagika garantisca la libertà di parola e di stampa, spesso le autorità sottopongono a intimidazioni quanti non condividono le politiche governative e li scoraggiano dall'esprimersi in modo libero o critico; critica, inoltre, il fatto che i mezzi d'informazione indipendenti siano soggetti a diversi tipi di intimidazioni e controlli che li costringono a praticare l'auto-censura;

24.   è inoltre preoccupato per il fatto che la libertà religiosa sia in declino e che la nuova legge in materia di religione, firmata dal Presidente il 25 marzo 2009, vieti molte pratiche religiose e possa mettere al bando molte comunità religiose, spingendole verso la clandestinità;

25.   sottolinea che le discriminazioni e le violenze nei confronti delle donne permangono problemi diffusi; invita la Commissione a predisporre programmi ad hoc onde accrescere le opportunità per le donne e sollecita le autorità tagike a compiere ogni sforzo per porre fine alle violazioni dei diritti delle donne e agevolare l'accesso di queste ultime alla giustizia;

26.   prende atto con preoccupazione della legge del 2007 sull'osservanza dei riti e delle tradizioni nazionali, che impone restrizioni su come i tagiki si vestono o celebrano le feste tradizionali;

27.   deplora il diffuso ricorso alla tortura, ricorda che la definizione di tortura è tuttora incompleta nell'ordinamento tagiko e chiede nuovamente l'adozione di tutte le necessarie misure per garantire il rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, in particolare assicurando alla giustizia i funzionari responsabili di trattamenti degradanti o di maltrattamenti, nonché la ratifica del protocollo opzionale (OPCAT) che prevede il monitoraggio dei centri di detenzione; chiede, infine, la totale abolizione della pena di morte;

28.   prende atto che la commissione parlamentare tagika responsabile delle questioni giuridiche e dei diritti umani ha il compito di esaminare la conformità della legislazione con le disposizioni in materia di diritti umani, ma che finora essa non è stata particolarmente efficace;

29.   valuta positivamente la recente nomina del Difensore civico e invita il governo tagiko a garantirne la piena indipendenza;

La comunità internazionale

30.   esorta i donatori internazionali ad adoperarsi al massimo per incoraggiare e sostenere il sorgere di una società civile valida e dinamica e appoggiare i mezzi d'informazione indipendenti affinché trattino la questione della corruzione di Stato e del flusso dei finanziamenti internazionali;

31.   chiede alla Commissione di garantire, in cooperazione con la Presidenza del Consiglio, che si tenga pienamente conto della democrazia e dei diritti umani a tutti i livelli del suo dialogo con il Tagikistan e che l'Unione europea offra al Tagikistan tutta l'assistenza di cui ha bisogno in questi campi;

32.   sottolinea la necessità di destinare direttamente maggiori finanziamenti alle autorità locali e alla società civile, subordinandoli a criteri di trasparenza e verificabilità;

33.   chiede alla Commissione di riferire periodicamente al Parlamento sugli sviluppi nel campo della democrazia e dei diritti umani e di tenere la commissione per gli affari esteri totalmente informata dei progressi compiuti nell'ambito del dialogo politico; chiede al Consiglio di associare il Parlamento al dialogo sui diritti umani con il Tagikistan;

34.   sollecita la Commissione ad avviare quanto prima negoziati con il governo tagiko sulla conclusione di accordi di esecuzione concernenti l'accordo di partenariato e di cooperazione, quali quello riguardante la riammissione e il controllo dell'immigrazione illegale;

35.   sollecita l'Unione europea, alla luce del ruolo del Tagikistan quale paese di transito per la droga proveniente dal vicino Afganistan e destinata alla Russia e all'Europa occidentale, a rafforzare ulteriormente il suo sostegno alle misure volte a contrastare tali attività in Tagikistan, prestando particolare attenzione al finanziamento dell'agenzia tagika antidroga, senza compromettere il commercio transfrontaliero, che è di vitale importanza per lo sviluppo economico delle regioni di confine;

36.   richiama l'attenzione sulla presenza di bombe a grappolo inesplose in Tagikistan e chiede che siano aumentati i finanziamenti per la loro eliminazione;

o
o   o

37.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e al governo della Repubblica del Tagikistan.

(1) GU C 82 E dell'1.4.2004, pag. 639.
(2) GU C 184 E del 6.8.2009, pag. 49.
(3) GU C 290 E del 29.11.2006, pag. 107.
(4) Testi approvati, P6_TA(2008)0375.
(5) GU L 340 del 16.11.2004, pag. 2.
(6) GU C 219 E del 28.8.2008, pag. 206.
(7) Testi approvati, P7_TA(2009)0018.

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