Risoluzione del Parlamento europeo del 17 settembre 2009 sugli aspetti esterni della sicurezza energetica
Il Parlamento europeo,
– vista la sua risoluzione del 26 settembre 2007 su una politica estera comune dell'Europa in materia di energia(1),
– visto l'accordo intergovernativo tra Austria, Bulgaria, Ungheria, Romania e Turchia sul quadro normativo per il progetto di gasdotto Nabucco, firmato il 13 luglio 2009 ad Ankara,
– vista l'acquisizione di un'ampia quota di minoranza (21,2%) della società petrolchimica ungherese MOL, membro del consorzio Nabucco, da parte della società petro-gassifera russa Surgutneftegas,
– visto il Protocollo sulla cooperazione nel settore del gas firmato il 6 agosto 2009 ad Ankara tra la Russia e la Turchia, con il quale quest'ultima dà un primo via libera alla costruzione del gasdotto South Stream e autorizza la Russia a svolgere lavori di prospezione per la sua realizzazione nelle acque territoriali turche,
– visto il Memorandum d'intesa firmato il 13 luglio 2009 da 12 società dell'Unione europea per la costituzione dell'Iniziativa industriale DESERTEC onde sfruttare il vasto potenziale energetico solare in Medio Oriente e Nord Africa,
– vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Secondo riesame strategico della politica energetica - Piano d'azione dell'Unione europea per la sicurezza e la solidarietà nel settore energetico" (COM(2008)0781),
– vista la proposta della Commissione per un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e che abroga la direttiva 2004/67/CE (COM(2009)0363),
– vista la proposta di regolamento del Consiglio sulla comunicazione alla Commissione di progetti di investimento nelle infrastrutture per l'energia nella Comunità europea, che abroga il regolamento (CE) n. 736/96 (COM(2009)0361),
– viste la prossima XVa Conferenza delle parti (COP 15) alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e la Conferenza delle parti che fungerà come riunione delle parti del protocollo di Kyoto (COP/MOP 5), previste a Copenaghen, Danimarca, dal 7 al 18 dicembre 2009,
– visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che la sicurezza energetica - per la quale, tuttavia, non esiste ancora una base nei trattati - costituisce una componente essenziale della sicurezza, della stabilità e della prosperità globali dell'Unione europea nonché un elemento fondamentale nel perseguimento dello sviluppo economico e sociale in Europa,
B. considerando che la mancanza di una politica estera comune dell'Europa reale ed efficace in materia di sicurezza energetica pregiudica la coerenza e la credibilità dell'azione esterna dell'Unione europea,
C. considerando la notevole dipendenza dell'Unione europea dalle importazioni energetiche, dipendenza che, alle condizioni attuali, è destinata ad aumentare ulteriormente,
D. considerando che, nonostante il calo dei prezzi del petrolio e del gas dovuto alla crisi finanziaria globale, i lenti progressi compiuti sul fronte del passaggio a combustibili più sostenibili, la diminuzione di produzione dei giacimenti petroliferi e di gas mondiali, malgrado la scoperta di nuove riserve, e la continua crescita della domanda comporteranno inevitabilmente, una volta superata la crisi, una tensione sui mercati dei combustibili fossili e una crescente dipendenza dalle importazioni per i paesi consumatori,
E. considerando la forte dipendenza di diversi Stati membri da un unico fornitore di gas naturale e il fatto che un'ingiustificata interruzione dell'approvvigionamento può provocare gravi problemi, come dimostrato dall'ultima crisi del gas tra Russia e Ucraina all'inizio del 2009,
F. considerando che un certo numero di Stati membri non dispone di sufficienti riserve naturali per far fronte a situazioni di crisi,
G. considerando che, a causa dell'attuale e crescente dipendenza energetica da regioni politicamente instabili, gli sforzi compiuti per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti soltanto a livello nazionale si sono rivelati insufficienti e non garantiscono gli interessi a lungo termine di tutti gli Stati membri,
H. considerando che gli attuali strumenti di allarme precoce si sono rivelati inadeguati per prevedere la crisi del gas del gennaio 2009,
I. considerando che le minacce prevedibili che pesano sulla sicurezza degli approvvigionamenti energetici continueranno a sussistere fintantoché i paesi produttori di energia e i paesi di transito non osserveranno norme comuni e trasparenti, definite dal trattato sulla Carta dell'energia e dal relativo protocollo sul transito,
J. considerando che un impegno a favore dell'efficienza energetica a livello sia nazionale che internazionale e una decisa transizione verso un incremento ben più sostanziale delle fonti energetiche rinnovabili nell'attuale mix energetico dell'Unione europea inciderebbe notevolmente sulla riduzione della sua dipendenza dalle importazioni di energia, rafforzandone in tal modo, da un lato, la sicurezza energetica e, dall'altro, aiutandola a rispettare l'impegno di ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2020,
K. considerando che, per ridurre la dipendenza energetica dell'Unione europea, una soluzione molto efficace dal punto di vista dei costi consiste nel promuovere il risparmio energetico, le energie rinnovabili e le misure in materia di efficienza energetica, il che favorisce altresì la lotta contro il cambiamento climatico e i progressi verso un'economia caratterizzata da un uso efficiente delle risorse,
L. considerando che una stretta cooperazione nel settore delle forniture energetiche costituisce una delle misure più efficaci e indispensabili per creare un clima di fiducia nelle relazioni fra l'Unione europea e i paesi vicini,
M. considerando che, nonostante siano già stati effettuati alcuni passi, è necessario creare una politica energetica veramente comune per quanto riguarda la regolamentazione del mercato interno e gli aspetti esterni – ma non il mix energetico di un paese, ambito che rimane prerogativa degli Stati membri - che tenga conto degli interessi politici ed economici di tutti gli Stati membri,
N. considerando che una politica esterna comune in materia di energia, fondata sulla solidarietà, sulla diversificazione, sull'unità nella difesa degli interessi comuni, sulla cooperazione rafforzata con i maggiori paesi produttori, i paesi di transito e i paesi consumatori, nonché sulla promozione della sostenibilità, creerebbe sinergie atte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento per l'Unione europea e accrescerebbe la forza, la capacità di intervento in materia di politica estera e la credibilità dell'Unione come attore globale,
1. auspica che il Consiglio e la Commissione e gli Stati membri diano insieme prova di una leadership strategica più risoluta nella definizione di un'autentica politica estera comune dell'Europa in campo energetico, come richiesto nella summenzionata risoluzione del 26 settembre 2007;
2. accoglie con favore le misure comunitarie volte alla diversificazione e al rafforzamento della sicurezza energetica proposte dalla Commissione nel secondo riesame strategico della politica in materia di energia; ritiene, tuttavia, che per la loro realizzazione siano necessarie priorità chiaramente definite e un intervento rapido, garantendo nel contempo che il Parlamento sia pienamente informato;
3. ribadisce che per prevenire future crisi e interruzioni delle forniture di gas sono fondamentali un mercato interno dell'energia funzionante come pure la diversificazione delle fonti energetiche; sottolinea pertanto la necessità di potenziare gli investimenti nelle energie rinnovabili e a basse emissioni di carbonio e nell'efficienza energetica, che dovrebbero rientrare fra gli elementi centrali del piano d'azione in materia di energia per il periodo 2010-2014;
4. valuta positivamente le summenzionate nuove proposte di regolamento concernenti, rispettivamente, le misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e i progetti di investimento in infrastrutture dell'energia nella Comunità europea, che contribuiranno ad accrescere la sicurezza dell'approvvigionamento di gas nell'Unione europea garantendo che gli Stati membri adottino misure preventive e migliorino i meccanismi di gestione delle crisi e rafforzando nello stesso tempo la trasparenza e riducendo la burocrazia;
5. chiede un maggiore impegno nel prevenire i potenziali problemi nelle forniture di energia, onde evitare future perturbazioni, anche attraverso una maggiore efficacia della rete di corrispondenti per la sicurezza energetica (NESCO) e invita la Commissione a riesaminare urgentemente gli attuali meccanismi di preallarme, la NESCO e gli altri strumenti che si sono dimostrati inefficaci in occasione della crisi energetica tra Russia e Ucraina nel 2009;
6. invita l'Unione europea e gli Stati membri a sviluppare lo stoccaggio di gas naturale con capacità di erogazione rapida;
7. ritiene essenziale il miglioramento delle interconnessioni all'interno dell'Europa, dal momento che per garantire l'efficace funzionamento del mercato interno e la solidarietà energetica è fondamentale colmare le lacune esistenti; valuta positivamente, a tale proposito, l'accordo sul finanziamento dei progetti di infrastrutture come parte del Piano europeo di ripresa economica (250 milioni EUR) nonché l'idea di dotare l'Europa di una nuova "super rete" per l'elettricità e il gas, ma insiste sull'assoluta necessità di un aumento generale dei finanziamenti pubblici nel campo della sicurezza energetica;
8. rileva l'urgente necessità di realizzare progetti strategici volti a diversificare le forniture di energia, in particolare nel "corridoio meridionale"; si congratula, nel contesto della riduzione della dipendenza dalle forniture russe, con i governi dell'Austria, della Bulgaria, dell'Ungheria, della Romania e della Turchia per aver sottoscritto il 13 luglio 2009 l'accordo intergovernativo sul quadro normativo relativo al progetto di gasdotto Nabucco, che costituisce un importante passo avanti verso la realizzazione di tale progetto prioritario dell'Unione europea, ma sottolinea nel contempo l'importanza di una regolamentazione generale che disciplini lo sviluppo del corridoio al fine di collegare l'Unione europea a nuove fonti di gas dal Medio Oriente e dalla regione del Mar Caspio, indipendentemente da una particolare società o gasdotto, regolamentazione che avrebbe l'obiettivo principale di realizzare rapidamente tale collegamento; esorta le società e gli Stati membri interessati, in stretta collaborazione con la Commissione, ad assicurarsi accordi preliminari con i potenziali fornitori per alimentare i gasdotti;
9. sottolinea la necessità che l'Unione europea avvii un dialogo serrato con i principali fornitori di energia onde rafforzare l'interdipendenza e migliorare la sicurezza energetica per l'intera Unione europea, ponendo particolare enfasi su una maggiore efficienza, la parità di accesso al mercato, la non discriminazione e la trasparenza;
10. sottolinea che il dialogo sull'energia non dovrebbe mai avvenire a scapito di un dialogo sui diritti umani leale e orientato ai risultati e che la protezione dei diritti umani e della sicurezza energetica dovrebbero essere punti prioritari dell'agenda del prossimo vertice UE-Russia e diventare parte integrante del nuovo accordo UE-Russia;
11. propone lo sviluppo di un approccio comune dell'Unione europea ai negoziati sulle regole e i diritti di transito con i partner esterni e invita gli Stati membri a scambiarsi informazioni reciprocamente e con la Commissione in merito alle decisioni e agli accordi strategici concernenti progetti di infrastrutture energetiche;
12. invita la Commissione ad intraprendere un'azione immediata contro tentativi di scalate ostili da parte di entità straniere non trasparenti nel mercato dell'energia dell'Unione europea e ad applicare rigorosamente le regole comunitarie sulla concorrenza; è preoccupato per la recente acquisizione da parte della Surgutneftegas di una quota azionaria della società petrolchimica ungherese MOL e per la sua incapacità di comunicare il suo assetto proprietario nonché l'identità dei suoi proprietari beneficiari finali, come legittimamente richiesto dall'ente di regolamentazione del mercato dell'energia ungherese; invita la Commissione ad esaminare le attività di entità straniere non trasparenti come Centrex, che ha recentemente acquisito una quota del 20% dell'impianto commerciale e di stoccaggio austriaco di Baumgarten;
13. invita l'Unione europea a cooperare con i paesi della regione del Mare del Nord in considerazione delle loro significative potenzialità in materia di fonti energetiche, in particolare attraverso la produzione di energia eolica off-shore;
14. invita il Consiglio e la Commissione a cooperare con gli Stati membri della regione del Mediterraneo e i paesi del Nord Africa, in considerazione delle loro significative potenzialità in materia di risorse energetiche e delle notevoli opportunità che potrebbero essere create per il loro sviluppo in particolare all'interno del Processo di Barcellona; incoraggia, in particolare, l'uso dell'energia solare ed eolica in queste regioni; esprime apprezzamento per i recenti progressi dell'Iniziativa industriale DESERTEC volta a sviluppare su vasta scala le potenzialità di energia solare nel Medio Oriente e nel Nord Africa; sottolinea che l'azione dell'Unione europea in relazione al progetto DESERTEC deve essere coerente e contribuire attivamente allo sviluppo dei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente; invita pertanto le imprese e gli Stati membri partecipanti a questo progetto, in stretta cooperazione con la Commissione, a promuovere lo sviluppo attraverso un vero e proprio trasferimento di tecnologia e un rafforzamento delle capacità destinato alle imprese locali e alla società civile, al fine di garantire la proprietà e costruire un duraturo partenariato con i paesi mediterranei in cui verrà sviluppato DESERTEC;
15. sottolinea l'importanza strategica che la regione artica riveste per l'Unione europea in termini di risorse energetiche, ambiente e questioni relative ai trasporti nonché per l'apertura del passaggio a Nord-Est;
16. sottolinea che i progressi nell'elaborare una politica comune europea in materia di energia dipendono in larga misura dall'entrata in vigore del trattato di Lisbona; sollecita l'Unione europea e gli Stati membri a prendere provvedimenti onde garantire una base giuridica vincolante, progressiva e globale per una politica europea comune in materia di approvvigionamento energetico e sicurezza energetica; invita a ratificare rapidamente il trattato di Lisbona che contiene una clausola sulla solidarietà in materia di energia e fa della politica energetica una responsabilità condivisa tra l'Unione europea e gli Stati membri, il che rappresenta un passo avanti nella giusta direzione;
17. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.