Risoluzione del Parlamento europeo del 17 settembre 2009 sulla Siria: il caso di Muhannad al-Hassani
Il Parlamento europeo,
– vista la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,
– vista la dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani del 1998,
– visto il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, che è stato ratificato dalla Siria nel 1969,
– vista la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti del 1984, che è stata ratificata dalla Siria nel 2004,
– visti l'articolo 11, paragrafo 1, del trattato sull'Unione europea e l'articolo 177 del trattato CE, in base ai quali il rispetto dei diritti dell'uomo costituisce uno degli obiettivi della politica estera e di sicurezza comune,
– visti gli orientamenti dell'Unione europea sui difensori dei diritti umani del 2004,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Siria, in particolare quelle dell'8 settembre 2005(1), del 15 giugno 2006(2) e del 24 maggio 2007(3),
– visto l'articolo 122, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando l'importanza dei legami politici, economici e culturali esistenti tra l'Unione europea e la Siria; considerando che la Siria ha un importante ruolo da svolgere per raggiungere una pace duratura e la stabilità in Medio Oriente; considerando gli eventi positivi che si sono verificati a tale riguardo e che costituiscono una base per il rilancio degli sforzi mirati alla conclusione dell'accordo di associazione,
B. considerando che l'accordo di associazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica araba siriana, dall'altra, deve ancora essere firmato e ratificato; considerando che l'articolo 2 di tale accordo stabilisce che il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici è alla base delle politiche interne e internazionali delle parti e costituisce un elemento essenziale dell'accordo,
C. considerando che Muhannad al-Hassani, un noto avvocato specializzato nella difesa dei diritti umani e Presidente dell'Organizzazione siriana per i diritti umani (Swasiah), è stato arrestato dalle autorità siriane il 28 luglio 2009; considerando che è stato successivamente trasferito al palazzo di giustizia di Damasco, dove è stato interrogato e formalmente accusato di "indebolimento del sentimento nazionale" e di "diffusione di notizie false" in un'udienza a porte chiuse alla quale non é stato concesso l'accesso al suo avvocato,
D. considerando che Muhannad al-Hassani ha partecipato al controllo delle condizioni di detenzione in Siria e in particolare delle prassi giudiziarie della Corte suprema di sicurezza dello Stato, i cui processi, secondo un rapporto pubblicato da Human Rights Watch nel febbraio 2009, non sono conformi alle norme internazionali; considerando che Muhannad al-Hassani è stato interrogato in varie occasioni prima del suo arresto e che gli interrogatori vertevano essenzialmente sui suoi interventi nel settore dei diritti umani e della difesa dei prigionieri politici,
E. considerando che il Parlamento e il suo Presidente sono già intervenuti ripetutamente per ottenere la liberazione dei difensori dei diritti umani, dei parlamentari e degli altri esponenti politici detenuti nelle carceri siriane, tra cui Michel Kilo e Mahmoud Issa; considerando che il Parlamento accoglie con favore tutte le iniziative coronate da successo, prese da attori siriani e internazionali per la liberazione dei difensori dei diritti umani,
F. considerando che la legge di emergenza in vigore dal 1963 limita effettivamente l'esercizio dei diritti civili e politici da parte dei cittadini; considerando che in passato le autorità siriane hanno impedito a Muhannad al-Hassani e ad altri avvocati specializzati nella difesa dei diritti umani di recarsi all'estero per partecipare a manifestazioni e a seminari di formazione sui diritti umani; considerando che si tratta di una prassi ormai consolidata che è utilizzata dalle autorità siriane per molestare e punire i difensori dei diritti umani,
1. esprime profonda preoccupazione per la detenzione di Muhannad al-Hassani, che sembra mirare a sanzionare le sue attività nel campo della difesa dei diritti umani, in particolare il controllo della Corte suprema di sicurezza dello Stato e delle condizioni di detenzione in Siria;
2. invita le autorità siriane a rilasciare immediatamente Muhannad al-Hassani e a garantire in ogni circostanza la sua integrità fisica e psicologica;
3. esprime profonda preoccupazione per la forte repressione nei confronti dei difensori dei diritti umani in Siria e per la mancata realizzazione di progressi in relazione ai diritti umani da parte delle autorità siriane; auspica che la Siria, che potrebbe svolgere un importante ruolo di pacificazione nella regione, si impegni a migliorare e sostenere i diritti umani e la libertà di espressione nel paese;
4. invita le autorità siriane a porre fine alla politica di persecuzione e di molestie nei confronti dei difensori dei diritti umani e delle loro famiglie e a liberare immediatamente tutti i prigionieri di coscienza, i difensori dei diritti umani, inclusi Anwar al-Bunni e Kamal Labwani, e gli attivisti per la pace;
5. invita le autorità siriane a garantire un funzionamento trasparente del sistema giudiziario in particolare per quanto riguarda la Corte suprema di sicurezza dello Stato;
6. esorta le autorità siriane a rispettare rigorosamente la citata Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti come pure gli altri atti e norme internazionali in materia e a garantire che i detenuti nelle carceri siriane:
a)
siano trattati correttamente e non subiscano torture o altri maltrattamenti,
b)
beneficino in tempi rapidi di un diritto d'accesso regolare e illimitato ai propri familiari, avvocati e medici;
7. ribadisce la propria convinzione che la promozione dei diritti umani sia uno dei pilastri delle relazioni UE-Siria; accoglie con favore il proseguimento del dialogo tra l'Unione europea e la Siria e auspica che gli sforzi costanti portino a miglioramenti non solo per quanto riguarda la situazione economica e sociale in Siria, ma anche per quanto riguarda la situazione politica e dei diritti umani; invita la Presidenza svedese del Consiglio e la Commissione ad adottare una tabella di marcia, prima di procedere alla firma dell'accordo di associazione, che indichi chiaramente i miglioramenti della situazione dei diritti umani che si attende dalle autorità siriane;
8. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché al governo e al parlamento della Repubblica araba siriana.