Risoluzione del Parlamento europeo del 21 gennaio 2010 sulle violazioni dei diritti umani in Cina, e in particolare sul caso di Liu Xiaobo
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Cina, in particolare quelle del 13 dicembre 2007 sul dialogo per i diritti umani e sulle relazioni UE-Cina e del 26 novembre 2009 sui diritti delle minoranze e l'applicazione della pena di morte,
– vista la sua risoluzione del 6 settembre 2007 sul funzionamento dei dialoghi e delle consultazioni con i paesi terzi in materia di diritti dell'uomo,
– vista la dichiarazione della Presidenza a nome dell'Unione europea del 19 dicembre 2008 riguardo alla Carta 08 e all'arresto di attivisti per i diritti umani,
– visto lo svolgimento del Vertice UE-Cina tenutosi a Praga nel maggio 2009,
– viste le dichiarazioni della Presidenza a nome dell'Unione europea del 26 giugno 2009 e del 14 dicembre 2009 sul procedimento penale a carico di Liu Xiaobo,
– visto lo svolgimento del seminario UE-Cina del 18-19 novembre 2009 e del dialogo sui diritti umani UE-Cina del 20 novembre 2009,
– vista la dichiarazione della Presidenza a nome dell'Unione europea del 29 dicembre 2009 sull'esecuzione di Akmal Shaikh,
– visto l'articolo 122, paragrafo 5, del proprio regolamento,
A. considerando che l'8 dicembre 2008 Liu Xiaobo, eminente studioso e attivista dei diritti umani, nonché coautore della "Carta 08", è stato sottoposto a "vigilanza domiciliare" - una forma di detenzione in attesa di giudizio che può essere applicata senza che siano formulate imputazioni e può durare fino a sei mesi - ad un indirizzo di Pechino che non è stato rivelato,
B. considerando che il 23 giugno 2009 Liu Xiaobo è stato arrestato e il giorno successivo è stato imputato di "istigazione alla sovversione dei poteri dello Stato", reato previsto dall'articolo 105 del codice penale,
C. considerando che Liu Xiaobo è uno dei 303 firmatari della Carta 08, una petizione che sollecita una riforma costituzionale, la democratizzazione e la tutela dei diritti umani e che successivamente è stata firmata da oltre 10.000 cittadini cinesi,
D. considerando che il 25 dicembre 2009 il Tribunale intermedio del Popolo n. 1 della municipalità di Pechino ha ritenuto Liu Xiaobo colpevole di "istigazione alla sovversione dei poteri dello Stato" e lo ha condannato a 11 anni di detenzione, e che il governo ha motivato la condanna con il ruolo di Liu nella redazione e nell'organizzazione della firma della Carta 08 e con sei saggi pubblicati tra il 2005 e il 2007 in cui si criticava il governo cinese,
E. considerando che la moglie di Liu Xiaobo e il personale di una dozzina di ambasciate a Pechino hanno chiesto di assistere la processo, ma è stato loro negato l'accesso all'aula del tribunale,
F. considerando che tale sentenza ha sollevato vaste critiche nei blog cinesi e da parte di gruppi della società civile internazionale e di governi stranieri, e che Liu Xiaobo ha interposto appello contro la sentenza del tribunale,
G. considerando che all'ex presidente ceco Vaclav Havel, che voleva presentare un appello per il rilascio di Liu Xiaobo, è stato negato l'accesso all'ambasciata della Repubblica popolare cinese a Praga,
H. considerando che le autorità cinesi non hanno prestato ascolto ai ripetuti inviti dell'Unione europea e di uno dei suoi Stati membri a commutare la condanna a morte inflitta a Akmal Shaikh,
I. considerando che, alcuni giorni fa, per la prima volta un funzionario cinese ha riconosciuto la scomparsa di Gao Zhiseng, attivista cristiano dei diritti umani e candidato al Premio Nobel per la pace,
J. considerando che nel dicembre 2009 si sono verificati altri casi di violazione dei diritti umani in Cina, come le molestie inflitte a membri del Forum per i diritti umani della provincia del Guizhou al fine di impedire loro di svolgere le attività in programma per celebrare la Giornata dei diritti dell'uomo, e le percosse e i maltrattamenti ricevuti durante la detenzione da Qi Choghuai, cronista ed ex capo dell'ufficio della provincia dello Shandong del Fazhi Morning Post,
K. considerando che, in vista del 60° anniversario del paese che si celebrava il 1° ottobre, le autorità cinesi hanno aumentato la sorveglianza, le molestie e gli arresti di attivisti per impedire loro di sollevare la questione dei diritti umani, e che secondo Amnesty International in tale occasione varie centinaia di attivisti e dissidenti sono stati sottoposti a vari tipi di vigilanza o agli arresti domiciliari,
L. considerando che nell'aprile 2009 la Repubblica popolare cinese ha presentato alle Nazioni Unite un documento a sostegno della propria candidatura a far parte del Consiglio per i diritti dell'uomo, in cui affermava che la Repubblica popolare cinese è "impegnata nella promozione e nella tutela di diritti umani e delle libertà fondamentali del popolo cinese",
M. considerando che il 13 gennaio 2010 Google ha annunciato l'intenzione di cessare la propria cooperazione con la censura cinese di Internet, legando tale decisione a sofisticati cyber-attacchi (che si sospettano partiti dalla Cina) ai propri sistemi informatici, rivolti in parte contro gli account di utenti Gmail attivisti di diritti umani,
N. considerando che l'Unione europea è il maggiore partner commerciale della Cina e il maggior investitore in Cina, mentre la Cina è il secondo partner commerciale dell'Unione europea, e che le relazioni commerciali ed economiche hanno fatto passare in secondo piano la questione delle riforme democratiche, del rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto,
O. considerando che il dialogo UE-Cina sui diritti umani, istituito nel 2000, ha finora ottenuto scarsi risultati e che tale mancanza di risultati è anche conseguenza di una politica estera comune dell'UE riguardo alla Cina mal coordinata e inefficace,
1. chiede il rilascio immediato ed incondizionato di Liu Xiaobo ed esprime la propria solidarietà alle sue azioni e iniziative pacifiche a favore delle riforme democratiche e della tutela dei diritti umani; condanna fermamente la persecuzione giudiziaria di cui egli è stato vittima;
2. esprime nel contempo il proprio appoggio ai cinesi che hanno manifestato apertamente il loro malcontento per la condanna di Liu Xiaobo;
3. invita le autorità della Repubblica popolare cinese (RPC) a onorare gli impegni assunti dinanzi al Consiglio per i diritti dell'uomo e a conformarsi alle disposizioni della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 9 dicembre 1998;
4. sollecita la RPC a garantire il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e chiede la ratifica del Patto internazionale sui diritti civili e politici;
5. deplora il fatto che la Cina, nel quadro del suo processo di "revisione periodica universale" del 2009, ha respinto tutte le raccomandazioni formulate dagli Stati membri delle Nazioni Unite in relazione alla libertà di espressione, alla libertà di associazione, all'indipendenza della magistratura, alle garanzie per la professione legale, alla protezione dei difensori dei diritti umani, ai diritti delle minoranze etniche, all'abolizione della pena di morte, all'abolizione della "rieducazione attraverso il lavoro", al divieto della tortura, alla libertà dei media e a rimedi efficaci contro le discriminazioni;
6. condanna nel modo più fermo l'esecuzione di Akmal Shaikh e riafferma la propria opposizione, assoluta e di vecchia data, all'uso della pena di morte in qualsiasi circostanza; è convinto del fatto che l'abolizione della pena di morte sia parte integrante del rispetto dei diritti dell'uomo e della tutela della dignità umana, in tutti i paesi;
7. plaude all'intenzione di Google di cessare la cooperazione con le autorità cinesi per il filtraggio e la censura di Internet, e sollecita tutte le altre società che operano in questo campo ad assumere iniziative analoghe; invita la RPC a rispettare pienamente la libertà di parola su Internet; esprime solidarietà agli utenti cinesi di Internet, che saranno i più colpiti dal prospettato ritiro di Google;
8. sottolinea che il governo cinese ha pubblicato nell'aprile 2009 il suo primo Piano d'azione nazionale per i diritti umani (2009-2010), che intende migliorare la protezione dei diritti dei cittadini e salvaguardarli dagli arresti arbitrari, vietare il ricorso alla tortura per estorcere confessioni e garantire processi equi e aperti;
9. sottolinea che la situazione dei diritti umani in Cina continua a provocare gravi preoccupazioni e invita il Consiglio e la Commissione a sollevare il caso di Liu Xiaobo durante il prossimo vertice UE-Cina; prende atto dei precedenti dialoghi sui diritti umani con la Cina e del dialogo UE-Cina sui diritti umani del 20 novembre 2009; insiste sulla necessità di verifiche rigorose fra un dialogo e l'altro per garantire l'attuazione delle raccomandazioni;
10. mette in risalto la necessità di avviare un'ampia valutazione e un rafforzamento del dialogo UE-Cina sui diritti umani; chiede che durante tali dialoghi vengano sistematicamente sollevati i casi dei difensori dei diritti umani e richiama l'attenzione sull'arresto del vincitore del premio Sacharov 2008 Hu Jia e sulle molestie di cui è stata vittima sua moglie Zeng Jinyan;
11. ritiene che lo sviluppo delle relazioni economiche con la Cina debba essere accompagnato da un efficace dialogo politico ed esige che il rispetto dei diritti umani costituisca parte integrante del nuovo accordo quadro che è in corso di negoziazione con la Cina;
12. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione all'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Presidente del Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione, nonché al Presidente, al Primo Ministro e all'Assemblea nazionale del popolo della Repubblica popolare cinese.