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Procedura : 2010/2504(RSP)
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RC-B7-0078/2010

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PV 10/02/2010 - 9.6
CRE 10/02/2010 - 9.6

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P7_TA(2010)0016

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Mercoledì 10 febbraio 2010 - Strasburgo
Situazione in Iran
P7_TA(2010)0016RC-B7-0078/2010

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 febbraio 2010 sull'Iran

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sull'Iran,

–   vista la dichiarazione rilasciata il 5 febbraio 2010 da Catherine Ashton, Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, sulle imminenti esecuzioni in Iran,

–   vista la dichiarazione congiunta dell'Unione europea e degli Stati Uniti d'America, dell'8 febbraio 2010, che esorta il governo iraniano ad adempiere ai propri obblighi in materia di diritti dell'uomo,

–   vista la dichiarazione del suo Presidente in data 9 ottobre 2009, in cui si ribadisce l'impegno del Parlamento a favore dell'abolizione della pena capitale in tutto il mondo e si denuncia in particolare il ricorso a detta pena per i crimini giovanili,

–   vista la dichiarazione del Consiglio sull'Iran del 10-11 dicembre 2009,

–   vista la dichiarazione dell'Alto rappresentante del 12 gennaio 2010 sul processo di sette leader Baha'i in Iran,

–   viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite 1737(2006), 1747(2007), 1803(2008) e 1835(2008),

–   vista la risoluzione adottata dal Consiglio dei governatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) il 27 novembre 2009 sull'applicazione del trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP) e delle pertinenti disposizioni contenute nelle risoluzioni sopra citate del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nella Repubblica islamica dell'Iran,

–   viste la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (ICESCR), la Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale e la Convenzione sui diritti dell'infanzia, tutte sottoscritte dall'Iran,

–   visto il comunicato del ministero iraniano della sicurezza del 5 gennaio 2010, che dichiara "illegale" ogni contatto tra i cittadini iraniani e sessanta organizzazioni non governative, nonché numerose testate e media internazionali che trasmettono in lingua Farsi,

–   visto il "rinvio", da parte delle autorità iraniane, della visita a Teheran della delegazione per le relazioni con l'Iran, prevista per l'8-11 gennaio 2010,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

Sulla democrazia e i diritti umani

A.   considerando che la situazione politica in Iran continua ad aggravarsi e che mancano indicazioni da parte del governo iraniano della sua volontà di affrontare le preoccupazioni nazionali e mondiali concernenti la legittimità delle elezioni tenutesi nel giugno 2009; che gli indizi di brogli massicci hanno dato origine a un movimento di protesta su vasta scala (denominato "movimento verde") con dimostrazioni di massa proseguite anche negli ultimi mesi,

B.   considerando gli sviluppi politici occorsi in Iran in seguito alle controverse elezioni presidenziali del giugno 2009, da cui emerge che nel paese esiste un notevole potenziale per un cambiamento democratico basato sulla volontà popolare e guidato da una società civile attiva e impegnata,

C.   considerando che le forze di sicurezza dell'Iran – guardie della rivoluzione, milizie Basij e polizia – hanno reagito con una repressione spietata, arrestando arbitrariamente migliaia di manifestanti pacifici e dissidenti, tra cui studenti e docenti, attivisti dei diritti delle donne, sindacalisti, avvocati, giornalisti, blogger, esponenti del clero e noti difensori dei diritti umani, con la chiara intenzione di intimidire le critiche e soffocare il dissenso,

D.   considerando che molte delle persone arrestate hanno riferito di essere state picchiate o torturate e, in alcuni casi, sottoposte a violenze sessuali nelle prigioni e nelle strutture segrete di detenzione; che da un'indagine effettuata dal Majles della Repubblica islamica dell'Iran all'inizio del 2010 risulta che il sostituto procuratore Saeed Mortazavi è direttamente responsabile della morte di almeno tre detenuti, imputabile alle torture e all'incuria nella prigione di Kahrizak, che l'autorità giudiziaria aveva ordinato di chiudere tre anni fa,

E.   considerando che funzionari governativi hanno confermato che, dal giugno 2009, almeno trenta manifestanti sono morti durante le proteste o in carcere e almeno altri sette sono stati vittime degli scontri del 27 dicembre 2009, il giorno sacro dell'Ashura; che il numero reale di vittime della violenza di matrice governativa è ritenuto essere molto più elevato,

F.   considerando che, inoltre, le forze di sicurezza hanno intensificato le loro vessazioni sistematiche nei confronti dei membri delle minoranze religiose, quali i Baha'i (tutti i sette membri della loro ex leadership sono stati arrestati e sono ora sotto processo), i sunniti e i cristiani (tra cui otto sacerdoti), e hanno condotto una campagna di arresti ed esecuzioni arbitrari contro la società civile e gli attivisti politici curdi, azeri, baluci e arabi; che, in particolare, ventuno curdi sono attualmente in attesa di esecuzione,

G.   considerando che il 9 settembre 2008 il parlamento iraniano ha approvato una "legge sull'apostasia", che rende la conversione dall'Islam passibile di pena di morte,

H.   considerando che, a partire dall'agosto 2009, le autorità giudiziarie hanno inscenato processi farsa nei confronti di centinaia di riformatori e attivisti di primo piano, che avrebbero avuto rapporti con i "ribelli" nel tentativo di promuovere una "rivoluzione di velluto"; che, durante tali processi, molti dei dissidenti hanno pronunciato confessioni teleregistrate che appaiono estorte,

I.   considerando che il governo iraniano continua ad accusare i paesi europei di interferire negli sviluppi politici dell'Iran; che tali accuse hanno portato all'espulsione di due diplomatici britannici, all'arresto di diversi iraniani impiegati presso l'ambasciata britannica e al breve arresto di uno svedese e due tedeschi impiegati presso le rispettive ambasciate per un loro presunto ruolo nelle proteste svoltesi in Iran nel periodo postelettorale,

J.   considerando che il 28 gennaio 2010 è avvenuta l'esecuzione di Mohammad Reza Ali-Zamani e Arash Rahmanipour, le prime sentenze capitali eseguite che fonti ufficiali hanno collegato al movimento di protesta, nonostante il fatto che almeno uno dei due, se non entrambi, erano già incarcerati al momento delle elezioni;che secondo quanto riferito sono almeno nove le persone condannate a morte con l'accusa di essere legate al movimento verde,

K.   considerando che il 27 dicembre 2009, l'ultimo giorno delle festività Ashura, Ali Mousavi, nipote trentacinquenne di Mir Hossein Mousavi, il principale candidato dell'opposizione alle elezioni presidenziali del giugno 2009, è stato colpito a morte da un'arma da fuoco e investito deliberatamente da un veicolo, in un episodio che ha tutti i connotati di un omicidio mirato per trasmettere un avvertimento perentorio allo zio,

L.   considerando che l'8 gennaio 2010 Mehdi Karroubi, il secondo più importante candidato dell'opposizione alle elezioni presidenziali, è stato vittima di un tentato omicidio, quando due colpi sono stati sparati contro la sua auto - blindata - mentre membri della milizia Basij e delle guardie della rivoluzione erano radunati per protestare contro la presenza di Karroubi a Qazvin,

M.   considerando che aumentano le restrizioni sulla libertà di stampa e di espressione, e che le autorità iraniane hanno iniziato a oscurare su larga scala e con frequenza le reti radiotelevisive internazionali, diversi siti web internazionali, tra cui Facebook e Twitter, nonché i siti locali dell'opposizione e i servizi di telefonia mobile a Teheran, provocando problemi di trasmissione nelle reti di altri paesi mediorientali e perfino in Europa,

N.   considerando che imprese europee e russe hanno fornito all'Iran i necessari dispositivi di filtraggio e di oscuramento, alcuni dei quali possono anche comportare rischi per la salute di coloro che abitano in prossimità degli impianti,

O.   considerando che le guardie della rivoluzione, i loro servizi segreti e le milizie Basij svolgono un ruolo sempre più attivo nella società iraniana, con atti di repressione nei confronti dei civili iraniani e arresti di difensori dei diritti umani, e che sembrano stare impadronendosi della giustizia,

Sulla questione nucleare

P.   considerando che l'Iran ha aderito al Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari (TNP), che ratificando tale trattato si è impegnato a non procurarsi armi nucleari ed è legalmente tenuto a dichiarare e porre tutte le sue attività nucleari, compreso il materiale nucleare, sotto le garanzie dell'AIEA,

Q.   considerando che l'articolo IV del TNP sancisce il diritto inalienabile di tutte le parti di detto trattato a sviluppare la ricerca, la produzione e l'uso dell'energia nucleare per scopi civili pacifici, senza discriminazione e in conformità con gli articoli I e II del trattato,

R.   considerando che, in violazione degli obblighi che gli derivano dal TNP, l'Iran ha costruito clandestinamente un impianto di arricchimento a Qom e ne ha notificato l'esistenza all'AIEA solo molto tempo dopo l'inizio della costruzione; che tale violazione delle regole ha indotto a ritenere possibile l'esistenza di altri siti nucleari segreti e mina ulteriormente la fiducia nelle riassicurazioni iraniane sul carattere meramente civile del programma nucleare del paese,

S.   considerando che nella relazione del 16 novembre 2009, il direttore generale uscente dell'AIEA, Dr. El Baradei, osservava che se l'Iran non attua il protocollo aggiuntivo e non chiarisce le questioni in sospeso in modo soddisfacente per l'AIEA, l'Agenzia non sarà in grado di fornire garanzie plausibili sull'assenza di materiali e attività nucleari non dichiarati in Iran, e che permangono una serie di questioni in sospeso che danno luogo a preoccupazioni su una possibile dimensione militare del programma nucleare iraniano,

T.   considerando che, per individuare una soluzione diplomatica alla questione del programma nucleare iraniano, l'UE, gli Stati Uniti, la Cina e la Russia avevano proposto un accordo sotto gli auspici dell'AIEA inteso a trasferire in Russia e in Francia l'uranio a basso arricchimento presente in Iran per la trasformazione in barre di combustibile destinato al funzionamento del reattore di ricerca medica di Teheran, e osservando che, dopo il rifiuto della proposta da parte dell'Iran, nel Consiglio di Sicurezza sono state avviate discussioni su un inasprimento delle sanzioni contro l'Iran,

U.   considerando che l'Iran sta continuando a sviluppare la tecnologia dei missili balistici e perseguendo la capacità di mettere in campo missili balistici intercontinentali che potrebbero lanciare testate nucleari,

V.   considerando che il governo iraniano ha rilasciato dichiarazioni contraddittorie in merito al programma nucleare del paese e ha ordinato l'avvio di ulteriori attività di arricchimento dell'uranio il 7 febbraio 2010,

Sulla democrazia e i diritti umani

1.   esprime seri dubbi sull'esattezza dei risultati delle elezioni che hanno portato alla conferma del presidente Ahmadinejad per un secondo mandato nonostante forti indicazioni di brogli elettorali su larga scala e considera che la legittimità del presidente iraniano sia stata gravemente danneggiata;

2.   rende onore al coraggio di tutti i cittadini iraniani che chiedono maggiori libertà fondamentali e diritti democratici ed esprimono la loro volontà di vivere in una società libera dalla repressione e dalle intimidazioni; rende un omaggio speciale alle donne iraniane che hanno svolto un ruolo cruciale nelle manifestazioni postelettorali del giugno 2009;

3.   appoggia fermamente le aspirazioni democratiche del popolo iraniano e deplora severamente il fatto che il governo e il parlamento iraniani apparentemente siano incapaci di dare una risposta alle richieste giustificate dei cittadini iraniani, in particolare la generazione dei giovani, che per troppo tempo hanno visto conculcate le proprie speranze di sviluppo economico e sociale;

4.   chiede al governo iraniano di rispettare pienamente il diritto di riunione pacifica e di libertà di espressione, anche in riferimento alle manifestazioni previste per l'11 febbraio 2010; condanna fermamente il ricorso alla violenza da parte delle autorità iraniane nei confronti di manifestanti che cercano di esercitare la loro libertà di espressione e il loro diritto di riunione pacifica;

5.   chiede che le persone detenute solo per aver esercitato pacificamente i loro diritti di libertà espressione, di associazione e di riunione o arrestate per via delle loro convinzioni religiose o del loro orientamento sessuale siano rimesse immediatamente in libertà ed esorta le autorità iraniane a disporre indagini e sanzioni a carico dei funzionari governativi e dei membri delle forze di sicurezza responsabili degli omicidi, abusi e torture dei dissidenti o dei membri delle loro famiglie, dei dimostranti e dei detenuti;

6.   condanna severamente le sentenze di pena di morte pronunciate, e a cui è stata data esecuzione, in Iran, in particolare il caso di Mohammed Reza Alizamani e Arash Rahmanipour e chiede che la pena di morte sia abolita; chiede alle autorità iraniane di non accusare più i dissidenti che manifestano pacificamente per un aumento dei diritti democratici di "Moharabeh" (guerra contro Dio), un reato che comporta la pena di morte; chiede all'Iran dare immediata attuazione alla moratoria delle Nazioni Unite sulla pena di morte, come richiesto nelle risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite n. 62/149 e n.63/168;

7.   esprime il proprio sgomento per i tentativi del governo e/o delle forze di sicurezza di assassinare i canditati presidenziali o membri delle loro famiglie e chiede alla guida suprema Khamenei di garantire la sicurezza dei rappresentanti principali dell'opposizione iraniana;

8.   condanna le azioni delle autorità iraniane intese a censurare la stampa scritta, a oscurare la radio e la televisione, per esempio la BBC, e a bloccare internet e chiede all'UE e ai suoi Stati membri di affrontare le conseguenze di tali metodi a livello internazionale nel nell'Unione internazione delle telecomunicazioni (ITU);

9.   condanna la decisione delle autorità iraniane di vietare i contatti con le organizzazioni non governative straniere, in particolare quelle il cui obiettivo è la difesa delle libertà e dei diritti civili, e invita le autorità iraniane a revocare immediatamente tale divieto;

10.   chiede alle autorità iraniane di porre immediatamente fine alla prassi dei processi farsa trasmessi alla televisione e al parlamento iraniano di rettificare la legislazione iraniana che consente al governo di negare i legittimi diritti processuali come l'accesso dell'imputato a un'adeguata assistenza giudiziaria;

11.   critica fermamente le imprese internazionali, segnatamente la Nokia/Siemens, che forniscono alle autorità iraniane la tecnologia necessaria per le operazioni di censura e di sorveglianza e assecondano così le persecuzioni e gli arresti di dissidenti iraniani;

12.   deplora le denunce di interferenza negli affari interni dell'Iran lanciate contro il personale di ambasciate europee e, in tale contesto, chiede alle autorità iraniane di ottemperare alla Convenzione di Vienna e rispettare le norme diplomatiche;

13. è preoccupato per la natura delle dimostrazioni che hanno avuto luogo davanti alle ambasciate degli Stati dell'Unione europea a Teheran il 9 febbraio 2010, orchestrate dalla milizia Basij e invita le autorità iraniane ad assicurare la sicurezza delle missioni diplomatiche;
Sulla questione nucleare

14.   ribadisce che, nonostante il diritto dell'Iran a sviluppare l'energia nucleare per fini pacifici in base alle regole del regime di non proliferazione, i rischi di proliferazione in relazione al programma nucleare iraniano restano una fonte di grave preoccupazione per l'Unione europea e la comunità internazionale, come espresso molto chiaramente nelle risoluzioni UNSC 1696(2006), 1737(2006), 1747(2007), 1803(2008) e 1835(2008);

15.   deplora che non sia stato compiuto nessun progresso sostanziale su questioni fondamentali causa di grave preoccupazione, e ribadisce la sua richiesta all'Iran di ripristinare la trasparenza del suo programma nucleare fornendo risposte complete, chiare e credibili all'AIEA per risolvere tutte le questioni in sospeso e le preoccupazioni relative a questo programma, compresi i temi che potrebbero avere una dimensione militare, ad applicare pienamente le disposizioni dell'accordo globale di salvaguardia, comprese le disposizioni sussidiarie, e a ratificare e applicare il protocollo aggiuntivo;

16.   sostiene l'approccio bidimensionale del Consiglio europeo e tutti gli sforzi dispiegati per trovare una soluzione negoziata a lungo termine alla questione nucleare dell'Iran; insiste che ogni ulteriore sanzione nel quadro della minaccia nucleare dovrebbe escludere misure atte ad avere ripercussioni negative sulla popolazione iraniana in generale;

17.   deplora il fatto che il governo iraniano abbia respinto di nuovo ogni tentativo di compromesso sulla questione nucleare e che il regime di Ahmedinejad stia apparentemente tentando di sfruttare l'argomento sia come strumento per distogliere l'attenzione dalla crisi interna nel paese che come tattica per guadagnare tempo ed evitare le discussioni in seno al Consiglio di Sicurezza dell'ONU in materia di ulteriori sanzioni; ritiene che le ultime dichiarazioni del presidente Mahmoud Ahmadinejad rientrino in suddetta tattica;

Sulle relazioni Unione europea-Iran

18.   sottolinea l'importanza di proseguire il dialogo con l'Iran a tutti i livelli, in particolare con la società civile; deplora il fatto che la parte iraniana abbia cancellato la visita della delegazione del Parlamento europeo che era stata programmata ed esprime la speranza che il governo e il parlamento iraniani rivedano la propria posizione sui contatti diretti;

19.   invita il Consiglio a restare pronto ad impegnarsi con l'Iran per perseguire una soluzione negoziata alla questione nucleare nonché ai problemi di sicurezza regionale, tenendo conto di quali dovrebbero essere i legittimi interessi di sicurezza e delle giustificate preoccupazioni dell'Iran, compresa la prospettiva a lungo termine di rendere il Medio Oriente una zona senza armi nucleari;

20.   ritiene che si dovrebbe avviare un dibattito serio a livello dell'UE sulla possibilità di introdurre ulteriori sanzioni mirate che non abbiano un impatto negativo sul popolo iraniano nel suo complesso; chiede l'ampliamento dell'attuale elenco di persone e di organizzazioni soggette al divieto di viaggiare nell'UE e al congelamento dei beni, al fine di includervi i responsabili della repressione e della limitazione della libertà nel paese e i responsabili della violazione degli impegni internazionali dell'Iran in relazione alla questione nucleare,

21.   accoglie le recenti dichiarazioni dell'Alto rappresentante/Vice presidente della Commissione e di altri leader dell'UE in cui si afferma che il prossimo passo da intraprendere sarà quello di presentare la questione a fini di discussione nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e chiede alla presidenza francese di suddetto consiglio di mettere la questione nucleare iraniana all'ordine del giorno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per febbraio 2010; esorta le autorità cinesi a sostenere gli sforzi della comunità internazionale volti a ridurre il programma di arricchimento dell'uranio dell'Iran;

22.   ricorda alle autorità iraniane che, per sviluppare relazioni fruttuose con l'UE, l'Iran deve garantire i diritti fondamentali e il rispetto dei principi della democrazia, della libertà di espressione e lo Stato di diritto, in quanto questi sono presupposti per tutti i paesi che mantengono relazioni politiche ed economiche con l'Unione europea; sottolinea che l'eventuale conclusione di un accordo commerciale e di cooperazione tra l'Iran e l'UE è subordinata al rispetto di questi valori, al pieno rispetto da parte dell'Iran delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU e dell'AIEA, alla fornitura di garanzie oggettive circa la natura pacifica del programma nucleare iraniano e alla cessazione del sostegno iraniano alle attività terroristiche;

23.   invita gli Stati membri e la Commissione a sostenere attivamente le attività intese a migliorare il pluralismo dei media e accoglie con favore i progressi compiuti con il progetto che è già lanciato di trasmettere in televisione le notizie europee in Farsi;

24.   chiede alla Commissione e al Consiglio di compiere passi immediati per interdire alle imprese europee di esportare tecnologie di sorveglianza destinate a paesi, come l'Iran, i cui governi potrebbero utilizzarle come strumento per la violazione dei diritti umani;

25.   chiede alla Commissione di istituire una delegazione dell'Unione europea a Tehran;

26.   chiede alla Commissione e al Consiglio di elaborare ulteriori misure nel contesto dell'iniziativa europea per la democrazia e i diritti dell'uomo e della politica europea di immigrazione per proteggere attivamente i difensori dei diritti umani in Iran;

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27.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione all'Alto rappresentante, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nonché al governo e parlamento della Repubblica islamica dell'Iran.

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