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Procedura : 2010/2552(RSP)
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RC-B7-0099/2010

Discussioni :

PV 11/02/2010 - 10.2
CRE 11/02/2010 - 10.2

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PV 11/02/2010 - 11.2

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P7_TA(2010)0032

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Giovedì 11 febbraio 2010 - Strasburgo
Madagascar
P7_TA(2010)0032RC-B7-0099/2010

Risoluzione del Parlamento europeo dell«11 febbraio 2010 sulla situazione in Madagascar

Il Parlamento europeo,

–   visti gli articoli 8 e 9 degli accordi di Cotonou, vertenti rispettivamente sul dialogo politico e sul rispetto dei diritti dell'uomo,

–   vista la risoluzione adottata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE a Luanda il 3 dicembre 2009,

–   viste le proprie risoluzioni precedenti sul Madagascar, e in particolare quella del 7 maggio 2009 sulla situazione in Madagascar,

–   vista la sospensione del Madagascar dalla Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe (SADC) e dall'Unione africana (UA),

–   vista la posizione dell'Unione africana, che il 2 febbraio 2010 ha chiesto al regime illegale del Madagascar di porre fine ai tentativi di imporre soluzioni unilaterali alla crisi, e che ha riaffermato la necessità di porre in essere le istituzioni della transizione convenzionale conformemente alla Carta di Maputo e all'Atto addizionale di Addis Abeba,

–   vista la posizione dell'organo di sicurezza e difesa della SADC, espressa il 15 gennaio 2010, che chiede alla comunità internazionale di respingere i progetti di Andry Rajoelina, il quale vuole scavalcare gli accordi di ripartizione del potere e convocare elezioni legislative in marzo,

–   vista la decisione degli Stati Uniti d'America di non fare più partecipare il Madagascar ai vantaggi derivanti dall'atto di crescita e opportunità per l'Africa (African Growth and Opportunity Act, AGOA) a causa della sua situazione politica,

–   visti gli accordi di Maputo dell«8 e 9 agosto 2009 e l'Atto addizionale di Addis Abeba del 6 novembre 2009, firmati dai quattro capofila dei raggruppamenti politici del Madagascar,

–   visto l'articolo 122, paragrafo 5, del suo regolamento,

A.   considerando l'instabilità politica persistente che regna dal colpo di Stato e che ha gettato il paese in una situazione precaria tanto sul piano socio-economico quanto su quello umanitario,

B.   considerando che il 18 dicembre 2009 il leader del Madagascar appoggiato dall'esercito, Andry Rajoelina, si è ritirato dai negoziati sulla ripartizione del potere con i raggruppamenti politici in Madagascar,

C.   considerando che il 18 dicembre 2009 Andry Rajoelina ha nominato primo ministro un ex ufficiale dell'esercito, il colonnello Albert Camille Vital,

D.   considerando che i gruppi di opposizione, compresi quelli guidati dall'ex presidente Marc Ravalomanana, hanno condannato la nomina a primo ministro del colonnello Albert Camille Vital in quanto atto illegale commesso da un potere illegale,

E.   considerando le diffuse violazioni dei diritti umani, le vessazioni e gli arresti arbitrari di parlamentari, di religiosi e di membri della società civile, nonché il saccheggio delle chiese e l'intimidazione della stampa,

F.   considerando che la comunità internazionale ha favorito un'uscita negoziata dalla crisi, attualmente in situazione di stallo deliberato in quanto il regime illegale al potere continua a sfidare la comunità internazionale,

G.   considerando che lunedì 6 luglio 2009 l'Unione europea ha avviato un processo di consultazione con il Madagascar in applicazione dell'articolo 96 dell'accordo di Cotonou, aprendo così un dialogo volto a trovare soluzioni adeguate ai problemi politici del paese,

H.   considerando la necessità e la capacità della popolazione malgascia di scegliere il proprio avvenire e di decidere per se stessa,

I.   considerando che il regime illegale al potere monopolizza i poteri esecutivo, legislativo e giudiziario oltre che i media,

J.   considerando che Andry Rajoelina ha annunciato l'intenzione di organizzare unilateralmente elezioni legislative in contrasto con il calendario elettorale e in assenza di una consultazione del popolo malgascio, elementi previsti dalla Carta di Maputo e dall'Atto addizionale di Addis Abeba,

K.   considerando che, secondo il FMI, l'assistenza dei donatori al Madagascar ha rappresentato il 50% del bilancio nazionale e che l'UE ha sospeso i suoi finanziamenti di aiuto allo sviluppo finché non sarà trovata una soluzione democratica all'attuale crisi,

L.   considerando che la maggior parte della popolazione dispone di meno di un dollaro al giorno per vivere, che 7000 bambini soffrono di malnutrizione grave e che la situazione si è aggravata dall'inizio della crisi politica,

M.   considerando che il governo ha emanato un decreto che legalizza l'esportazione di legno non trattato e minacciato, mettendo a rischio la biodiversità del paese, che può essere persa per sempre,

1.   ribadisce la sua energica condanna del processo di presa di potere in Madagascar da parte di Andry Rajoelina, in flagrante violazione delle disposizioni della costituzione malgascia, il che costituisce un vero e proprio colpo di Stato;

2.   condanna con forza la decisione di Andry Rajoelina di annullare la nomina di Eugene Mangalaza a primo ministro, insediato dopo un accordo di ripartizione del potere tra tutti i partiti politici nell'ottobre 2009;

3.   condanna con forza la decisione di Andry Rajoelina di boicottare il terzo ciclo di negoziati a Maputo in dicembre e di ritirarsi dai negoziati sulla ripartizione del potere;

4.   chiede con urgenza la messa in atto degli accordi firmati a Maputo e Addis Abeba, volti al ripristino di un governo costituzionale;

5.   condanna la repressione sistematica dell'opposizione, la censura dei media e l'intimidazione e l'arresto sistematici di giornalisti, gli arresti e le torture di civili e di uomini politici e la detenzione senza capi d'accusa e in luoghi sconosciuti di numerose persone; chiede la liberazione immediata e incondizionata di tutti i prigionieri politici e l'annullamento dei procedimenti giudiziarie a loro carico;

6.   esprime profonda preoccupazione riguardo alla sparizione di parecchie centinaia di persone, tra le quali un centinaio di bambini e adolescenti;

7.   chiede che venga condotta un'inchiesta indipendente internazionale riguardo a tutti gli assassinii politici in Madagascar, a tutte le violazioni dei diritti umani e a tutti gli atti di repressione commessi dalle forze di sicurezza e dall'esercito;

8.   disapprova ogni tentativo di Andry Rajoelina di organizzare unilateralmente elezioni nel marzo 2010 e sostiene soltanto elezioni preparate da un governo consensuale e inclusivo, quale previsto dalla Carta di Maputo e dall'Atto addizionale di Addis Abeba, che siano conformi al calendario elettorale e basate sulla consultazione del popolo malgascio; chiede di conseguenza alla Commissione e agli Stati membri di inviare una missione di osservazione elettorale solamente nel quadro definito dagli accordi di Maputo e di Addis Abeba;

9.   è convinto che l'accordo di Maputo e l'Atto addizionale di Addis Abeba sul Madagascar costituiscano l'unico contesto possibile per una soluzione alla crisi politica del paese; ritiene che il dialogo costruttivo sia l'unico modo sostenibile di raggiungere una soluzione politica alla crisi;

10.   chiede la messa in atto rapida del processo di disarmo e di dissoluzione delle milizie al fine di ristabilire un esercito repubblicano;

11.   chiede che in caso di mancato rispetto degli impegni presi a Maputo e Addis Abeba, siano adottate selettivamente sanzioni individuali e mirate nei confronti degli attuali dirigenti dell'Alta autorità di transizione che stanno deliberatamente bloccando il processo;

12.   chiede che siano avviati procedimenti giudiziari nei confronti dei presunti autori del saccheggio di beni privati, di beni pubblici e di risorse naturali del Madagascar; chiede a ogni governo interinale del Madagascar di non concludere nessun accordo o contratto con altri paesi o imprese che verta sulle ricchezze naturali e sul patrimonio nazionale prima che si siano svolte elezioni e che il popolo malgascio abbia affidato un mandato legittimo a un nuovo governo;

13.   chiede alla comunità internazionale e all'Unione europea di rafforzare gli aiuti umanitari a favore della popolazione malgascia; ricorda che la ripresa progressiva dei programmi di cooperazione con il Madagascar dipende dall'insediamento delle istituzioni previste dalla transizione convenzionale del governo consensuale e inclusivo, conformemente alla Carta di Maputo e all'Atto addizionale di Addis Abeba, e dal rispetto integrale della totalità dei principi democratici e delle libertà fondamentali;

14.   sostiene gli sforzi dell'ex presidente della Repubblica del Mozambico, Joachim Chissano, mediatore della SADC in tale processo, e invita i quattro raggruppamenti politici del Madagascar a ritornare immediatamente al tavolo negoziale per accordarsi su un'agenda politica ai fini di elezioni giuste, democratiche e trasparenti nel 2010;

15.   chiede all'UA, alla SADC e al gruppo internazionale di contatto di condurre a buon fine il processo di transizione;

16.   chiede alla Commissione di riferire al Parlamento europeo in merito all'evoluzione del processo di consultazione in corso con il Madagascar in seguito all'applicazione dell'articolo 96 dell'accordo di Cotonou;

17.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Vicepresidente/Alto Rappresentante dell'Unione europea, alla Commissione europea, al Consiglio dell'Unione europea, al Consiglio ACP-UE, al Segretario generale delle Nazioni Unite, alla Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe, al Presidente Joaquim Chissano e alla Commissione dell'Unione africana.

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