Risoluzione del Parlamento europeo dell«11 marzo 2010 sui prigionieri di coscienza a Cuba
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione a Cuba, in particolare quelle del 17 novembre 2004, del 2 febbraio 2006 e del 21 giugno 2007,
– viste le sue precedenti risoluzioni relative alle relazioni annuali sulla situazione dei diritti umani nel mondo per gli anni 2004, 2005, 2006, 2007 e 2008, e la politica dell'Unione in materia di diritti umani,
– vista la sua risoluzione sul seguito del Premio Sacharov del 14 dicembre 2006(1),
– viste la dichiarazione della Presidenza del Consiglio del 14 dicembre 2005 sulle «Damas de blanco», così come le precedenti dichiarazioni del 26 marzo 2003 e del 5 giugno 2003 sulla situazione a Cuba,
– vista la posizione comune 96/697/PESC del Consiglio, adottata il 2 dicembre 1996 e periodicamente aggiornata,
– viste le conclusioni del Consiglio Affari generali e relazioni esterne del 18 giugno 2007, del giugno 2008 e del 15 giugno 2009, su Cuba,
– viste le dichiarazioni rilasciate dal portavoce della Vicepresidente della Commissione/Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Baronessa Catherine Ashton, e dal Presidente del Parlamento, Jerzy Buzek, sulla morte a Cuba del prigioniero politico e prigioniero di coscienza Orlando Zapata Tamayo,
– visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che la difesa dell'universalità e dell'indivisibilità dei diritti umani, inclusi i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, continua a essere uno dei principali obiettivi dell'Unione europea,
B. considerando che dozzine di giornalisti indipendenti, dissidenti pacifici e difensori dei diritti umani, per lo più membri dell'opposizione democratica, sono ancora detenuti a Cuba per aver esercitato i diritti fondamentali di espressione e di assemblea nonché il diritto di riunione,
C. considerando che nel 2005 il Parlamento ha conferito il Premio Sacharov per la libertà di pensiero al movimento cubano delle Damas de blanco; considerando che il rifiuto da parte delle autorità cubane di autorizzare le Damas de blanco a recarsi presso la sede del Parlamento per ritirare il premio viola uno dei diritti umani fondamentali, ossia il diritto di lasciare liberamente il proprio paese e di farvi ritorno liberamente, sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,
D. considerando che le istituzioni comunitarie hanno effettuato sforzi per garantire la liberazione e il trattamento umano dei prigionieri politici e di coscienza di Cuba,
E. considerando che il decesso di Orlando Zapata Tamayo - il primo caso da quasi 40 anni di un attivista cubano morto a causa di uno sciopero della fame per protestare contro gli abusi del governo - va considerato come un grave regresso dei diritti umani a Cuba ed è sfociato in un'ondata di proteste a livello internazionale nonché nello sciopero della fame da parte di molti prigionieri politici e dissidenti cubani detenuti,
1. condanna fermamente la morte evitabile e crudele del prigioniero politico dissidente Orlando Zapata Tamayo, avvenuta dopo uno sciopero della fame di 85 giorni, ed esprime la propria solidarietà e le proprie condoglianze alla sua famiglia;
2. condanna la detenzione preventiva degli attivisti e il tentativo del governo di impedire alla famiglia di Orlando Zapata Tamayo di tenere i suoi funerali e di rendergli l'ultimo omaggio;
3. deplora l'assenza di segnali significativi da parte delle autorità cubane in risposta alle richieste dell'Unione europea e della comunità internazionale di rilasciare tutti i prigionieri politici e di rispettare pienamente le libertà fondamentali, in particolare la libertà di espressione e di associazione politica;
4. invita il governo cubano a rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutti i prigionieri politici e i prigionieri di coscienza;
5. esprime la propria preoccupazione per la situazione dei prigionieri e dei dissidenti politici che hanno iniziato lo sciopero della fame in seguito alla morte di Zapata; si compiace del fatto che la maggior parte di essi si alimenta nuovamente, ma richiama l'attenzione sulla preoccupante situazione del giornalista e psicologo Guillermo Fariñas, che continua lo sciopero della fame con possibile conseguenze fatali;
6. deplora che non sia stato dato seguito alle reiterate richieste del Consiglio e del Parlamento in relazione all'immediato rilascio di tutti i prigionieri politici e di coscienza e sottolinea che l'incarcerazione dei dissidenti cubani a causa dei loro ideali e delle loro pacifiche attività politiche viola la Dichiarazione universale dei diritti umani;
7. esorta il Consiglio e la Commissione ad intensificare le iniziative per chiedere la liberazione dei prigionieri politici e promuovere e fornire garanzie per il lavoro dei difensori dei diritti umani, secondo le linee approvate dal Consiglio Affari esteri, nelle sue conclusioni dell«8 dicembre 2009;
8. esorta le istituzioni dell'UE ad appoggiare incondizionatamente e a incoraggiare senza riserve l'avvio di un processo pacifico di transizione politica verso una democrazia pluripartitica a Cuba;
9. esprime la sua profonda solidarietà a tutto il popolo cubano e il suo sostegno nel cammino verso la democrazia e il rispetto e la promozione delle libertà fondamentali;
10. esorta l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e il Commissario responsabile della cooperazione ad avviare immediatamente un dialogo strutturato con la società civile cubana e con quei settori che sostengono una transizione pacifica nell'isola, conformemente alle conclusioni approvate in seguito dal Consiglio dell'UE, utilizzando i meccanismi comunitari di cooperazione allo sviluppo, in particolare attraverso l'Iniziativa europea per la democrazia e i diritti umani;
11. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alla Presidenza di turno dell'Unione europea, alla Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, all'Assemblea EUROLAT nonché al governo cubano e all'Assemblea nazionale del potere popolare.