Risoluzione del Parlamento europeo del 25 marzo 2010 sulla relazione relativa alla dichiarazione annuale sull'area dell'euro e sulle finanze pubbliche per il 2009 (2009/2203(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione della Commissione sulla dichiarazione annuale sull'area dell'euro 2009 e il suo documento di lavoro sulla relazione annuale sull'area dell'euro, entrambi del 7 ottobre 2009 (COM(2009)0527 e SEC(2009)1313),
– visto il documento di lavoro della Commissione del 12 agosto 2009 sulle finanze pubbliche nell'UEM 2009 (SEC(2009)1120),
– vista la comunicazione della Commissione, del 14 ottobre 2009, sulla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche per un'economia in ripresa (COM(2009)0545),
– vista la raccomandazione della Commissione del 28 gennaio 2009 di raccomandazione del Consiglio sull'aggiornamento nel 2009 degli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità e sull'attuazione delle politiche per l'occupazione degli Stati membri (COM(2009)0034),
– vista la sua risoluzione del 18 novembre 2008 sull'UEM@10: Successi e sfide di un decennio di Unione economica e monetaria(1),
– vista la sua risoluzione dell«11 marzo 2009 su un piano europeo di ripresa economica(2),
– vista la sua risoluzione del 13 gennaio 2009 sulle finanze pubbliche nell'UEM 2007-2008(3),
– vista la sua risoluzione del 9 luglio 2008 sulla relazione annuale della BCE per il 2007(4),
– visto l'articolo 48 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per i problemi economici e monetari (A7–0031/2010),
A. considerando che gli Stati membri hanno attraversato la peggiore crisi economica e sociale dall'inizio del processo d'integrazione europea,
B. considerando che una moneta stabile e sane politiche fiscali hanno dimostrato il loro valore, mitigando gli effetti della crisi sull'Europa,
C. considerando che il coordinamento della politica fiscale e delle monetaria nonché le misure di stabilizzazione del settore finanziario sono state d'importanza cruciale per la stabilizzazione dell'economia europea,
D. considerando che il coordinamento nel tempo della politica fiscale e delle misure anticrisi nel quadro del G-20, dell'UE e degli Stati membri ha contribuito ad evitare un ulteriore aggravarsi della crisi,
E. considerando che la politica fiscale di molti Stati membri è prociclica,
F. considerando che una reale politica economica dell'UE esiste solo nel campo della politica monetaria e considerando che per la politica fiscale, che è principalmente di competenza degli Stati membri, il coordinamento è limitato,
G. considerando che i prezzi del petrolio, del gas, dei minerali e di altre risorse non rinnovabili sono estremamente volatili, contribuiscono agli squilibri mondiali e sono una causa principale degli ostacoli che si frappongono al raggiungimento dell'obiettivo della BCE di un tasso d'inflazione per il 2008, inferiore ma vicino al 2%; considerando che si prevede che i prezzi suddetti aumenteranno nel medio termine mettendo in pericolo la stabilità macroeconomica dell'area dell'euro,
H. considerando che i disavanzi pubblici degli Stati membri dovrebbero aumentare rapidamente raggiungendo circa il 7% del PIL nel 2010, a causa dell'impatto combinato di una spesa più elevata dovuta agli stabilizzatori automatici e a misure discrezionali di sostegno dell'economia e del settore finanziario e di un gettito fiscale più basso; considerando tuttavia che per il 2011 si prevede un certo miglioramento dei disavanzi; considerando che già ben prima della crisi alcuni Stati membri non hanno ripetutamente soddisfatto i criteri del patto di stabilità, che il ritorno a finanze pubbliche sane è fondamentale e una condizione preliminare per la stabilità della nostra moneta comune,
I. considerando che i costi della crisi sono stati la ragione principale di un nuovo peggioramento delle finanze pubbliche, mentre gli equilibri fiscali degli Stati membri erano migliorati prima della crisi, e che vari Stati membri presentavano un debito pubblico elevato anche prima della crisi,
J. considerando che la spesa pubblica anticiclica si è resa necessaria per evitare un tracollo economico ancora più grave e che essa è ancora necessaria per garantire la stabilità economica; considerando tuttavia che eccessivi disavanzi di bilancio strutturali e un debito pubblico eccessivo sono un grave ostacolo alla crescita economica e limitano rigorosamente la spesa in settori quali l'istruzione, l'assistenza, l'innovazione e i servizi pubblici,
K. considerando che l'istituzione dell'area dell'euro, per quanto lodevole, ha tuttavia precluso la possibilità di ricorrere a politiche nazionali flessibili in materia di cambi,
L. considerando che è pressoché impossibile prevedere nella pianificazione una crisi di queste dimensioni eccezionali e che il patto di crescita e di stabilità (SGP) è stato concepito per essere applicato in periodi favorevoli e non favorevoli, ma molti Stati membri hanno ignorato l'obbligo previsto dall'SGP di prepararsi per i periodi sfavorevoli,
M. considerando che la globalizzazione impone alla zona euro di svolgere un ruolo efficace nella governance economica e finanziaria mondiale,
N. considerando che il potenziale dell'euro non è sufficientemente sfruttato a livello mondiale, dal momento che la zona euro manca di una strategia internazionale ben definita e di un'efficace rappresentanza a livello internazionale,
Politica monetaria
1. è allarmato dalla prevista contrazione dell'occupazione nell'Unione europea nonostante gli sforzi eccezionali di politica monetaria e fiscale; evidenzia che, in aggiunta alle misure eccezionali di recupero, le riforme strutturali devono essere intensificate, anziché ritardate, affinché l'economia e il mercato del lavoro europei siano più solidi e resistenti alle turbolenze economiche globali;
2. si compiace della politica monetaria attiva e flessibile condotta dalla BCE dall'ottobre 2008 estendendo agli istituti di credito le immissioni di liquidità;
3. è preoccupato perché la liquidità supplementare immessa dalla BCE e da altre banche centrali non è stata utilizzata da tutte le banche per alleviare la rarefazione del credito cui sono confrontate l'industria e soprattutto le piccole e medie imprese;
4. si compiace di una più intensa collaborazione tra il Consiglio, la BCE e l'Eurogruppo;
5. è preoccupato delle conseguenze economiche della veloce perdita di valore del dollaro statunitense e dello yuan-renminbi, svalutato artificialmente da un intervento illegale del governo cinese; per l'economia della zona euro e dell'eventuale comparsa di una nuova bolla speculativa in Asia esorta ad intensificare i dialoghi macroeconomici internazionali al fine di adeguare i tassi di cambio e conseguire un maggiore equilibrio nell'economia mondiale;
6. sottolinea che l'obiettivo della stabilità dei prezzi può essere raggiunto in modo efficace solo se le cause dell'inflazione vengono affrontate adeguatamente alla radice; sottolinea, in tale contesto, che l'aumento dell'inflazione verificatosi prima che iniziasse la crisi finanziaria non è stato causato da un'eccessiva domanda interna, bensì da un aumento dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari, nonché dei beni finanziari e immobiliari;
7. sottolinea che la disciplina della moderazione salariale contribuisce anche a frenare la crescita del reddito familiare e, di conseguenza, dei consumi privati; lancia l'allarme contro manovre incentrate essenzialmente sulla moderazione salariale quale mezzo per raggiungere la stabilità dei prezzi; ricorda che l'aumentata concorrenza mondiale ha già contribuito ad una pressione al ribasso dei salari, mentre i prezzi più elevati dei beni e dell'energia hanno deteriorato il potere d'acquisto dei consumatori dell'UE; occorre fare evolvere i salari reali allo stesso ritmo degli aumenti di produttività onde garantire una stabilità della ripartizione dei redditi sul lungo termine;
8. ribadisce la sua richiesta di un maggiore coordinamento tra la OMC, l'FMI, il Consiglio di stabilità finanziaria e il Gruppo della Banca mondiale al fine di combattere la speculazione e affrontare le sfide poste dalla crisi economica;
9. rammenta che le fluttuazioni del tasso di cambio sono un ostacolo per la ripresa economica globale e che è essenziale coordinare la politica monetaria per impedire l'emergere di squilibri finanziari che possono dar luogo a instabilità macroeconomica; chiede che sia organizzata una conferenza monetaria e mondiale sotto gli auspici dell'FMI quale Foro a livello mondiale sulle questioni monetarie;
Migliorare il coordinamento e la cooperazione in politica economica
10. condivide la preoccupazione della Commissione sui notevoli squilibri riguardanti i costi unitari del lavoro, i tassi di aumento della produttività, la crescente impari distribuzione del reddito e della ricchezza, i conti correnti delle bilance dei pagamenti e i differenziali dei tassi di interesse nell'UE e nell'area euro ed esprime preoccupazione per la mancanza di meccanismi efficaci volti a impedire che gli squilibri aumentino;
11. invita la Commissione, come proposto nel documento di lavoro allegato alla comunicazione della Commissione del 7 maggio 2008, intitolato «UEM@10: successi e sfide di 10 anni di Unione economica e monetaria» (COM(2008)0238), a mettere a punto strumenti di diagnosi e indicatori che consentano di monitorare e valutare con maggiore efficacia l'evoluzione economica pertinente negli Stati membri e che comprendano la sorveglianza multilaterale dei costi salariali unitari, dei tassi di cambio reali, dei mercati finanziari e delle politiche che incidono sulla competitività;
12. prende atto delle preoccupazioni espresse dalla Commissione nella sua dichiarazione annuale 2009 sull'area euro, sugli squilibri che si sono accumulati all'interno dell'area e su quanto la Commissione identifica come le due principali fronti di squilibrio: da una parte il modello di crescita incentrato sul settore dell« esportazione concorrenziale, che senza essere sostenuto da domande interne è vulnerabile e d'altra parte, gli squilibri per taluni paesi in disavanzo, hanno assunto la forma di pressioni da parte di un'eccessiva domanda interna, un aumento dei prezzi delle abitazioni e un settore edile gonfiato; suggerisce pertanto che la Commissione esamini i modi per migliorare efficacemente la governance economica dell'area euro, creando anche nuovi meccanismi che impediscano per il futuro una nuova crescita eccessiva degli stessi squilibri e di shock asimmetrici cui essi contribuiscono;
13. sottolinea che la Commissione nella sua dichiarazione annuale 2009 sull'area euro afferma chiaramente che i meccanismi esistenti per il coordinamento delle politiche all'interno dell'area euro non hanno funzionato bene nel momento della crisi; condivide il parere dell'opinione che è necessario, con urgenza, approfondire e ampliare la vigilanza macroeconomica per incentivare una reazione coordinata alla crisi;
14. si compiace dell'uso di fondi della BEI nonché dei contributi comuni ma diversi degli Stati membri alla spesa pubblica anticiclica nel corso della crisi, che sono stati utilizzati per compensare parzialmente la modesta dimensione del bilancio europeo; mette tuttavia in guardia dinanzi ad un ricorso eccessivo alla BEI, che risulterebbe in un aggiramento della procedura di bilancio, impedendo al Parlamento europeo di esprimersi sull'orientamento delle spese impegnate; rileva che la BEI non dovrebbe sostituirsi al bilancio dell'UE;
15. è d'accordo con la Commissione che per uno sviluppo riuscito dell'UEM sia essenziale il controllo e la regolamentazione dei mercati finanziari, la disciplina fiscale nonché la limitazione degli squilibri interni ed esterni;
16. sottolinea la necessità di un'applicazione completa delle regole dell'SGP pur prendendo atto che le regole fissate nell'SGP riguardano solo i disavanzi e gli indebitamenti pubblici; sottolinea che questo strumento di coordinamento fiscale affronta solo in parte le cause principali degli squilibri economici all'interno dell'area euro; pertanto ritiene che il coordinamento fiscale debba andare oltre l'attuale campo di applicazione dell'SGP;
17. sottolinea che l'attuale crisi finanziaria ed economica e il rafforzato coordinamento finanziario tra Stati membri che già hanno adottato l'euro non deve portare ad una compartimentazione della zona euro;
18. ribadisce la sua opinione che il coordinamento economico dovrebbe assumere la forma di una Strategia europea economica e occupazionale integrata, in base alla futura Strategia UE 2020, gli Orientamenti integrati, la Strategia per lo sviluppo sostenibile e i Programmi di convergenza e stabilità;
Finanze pubbliche
19. esprime la sua profonda preoccupazione in merito agli insostenibili livelli di indebitamento pubblico e al suo previsto rapido aumento nel 2010 e nel 2011;
20. sottolinea l'importanza di utilizzare con efficacia le nuove disposizioni del trattato sul funzionamento dell'Unione europea al fine di migliorare il coordinamento e la governance economici della zona dell'euro; si aspetta che a tale riguardo la Commissione e il presidente di Eurogruppo adottino proposte concrete;
21. si compiace della prima relazione annuale del Comitato consultivo europeo per la governance statistica e tra l'altro è d'accordo con la sua conclusione secondo la quale in tutti gli Stati membri, dove ciò non sia ancora stato fatto, occorre assicurare giuridicamente l'indipendenza professionale delle autorità statistiche nazionali; si aspetta che la Commissione (Eurostat) esprima una valutazione a tale riguardo nel contesto del suo controllo annuo sull'osservanza del codice di prassi, come stipulato nella raccomandazione della Commissione relativa all'indipendenza, all'integrità e alla responsabilità delle autorità statistiche nazionali e dell'autorità statistica comunitaria (COM(2005)0217 def.);
22. è preoccupato della ridotta capacità degli Stati membri di affrontare future recessioni economiche e di contribuire agli investimenti urgenti necessari per la conoscenza, per la modernizzazione del settore industriale e per lo sviluppo sostenibile;
23. è d'accordo, aumentando la flessibilità del quadro, che l'SGP rivisto del 2005 fornisce gli strumenti giusti con i quali coordinare le strategie di fuga lasciando sufficiente spazio di manovra nel corso di crisi economiche per consentire il consolidamento della ripresa economica; ritiene tuttavia che una volta usciti dall'attuale recessione occorra pur nell'osservanza dell'SGP rivisto, rafforzare la parte del patto che riguarda la prevenzione, per assicurare che gli Stati membri si astengano veramente da politiche procicliche durante i periodi di crescita;
24. sottolinea che al momento di valutare i programmi di stabilità e convergenza degli Stati membri la Commissione dovrebbe dare grande importanza alle conclusioni della sua comunicazione sulla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche per un'economia in ripresa (COM(2009)0545);
25. sostiene l'uso da parte della Commissione della procedura relativa al disavanzo eccessivo per ridurre i disavanzi pubblici e sottolinea l'importanza di programmi tempestivi, ambiziosi, concreti e quantificabili per l'equilibrio delle finanze pubbliche degli Stati membri a partire dal 2010 e 2011;
26. è estremamente preoccupato per l'andamento del disavanzo in Grecia e chiede che in occasione dei futuri allargamenti dell'area dell'euro si tragga un insegnamento da tale situazione sopratutto in relazione alla qualità dei dati statistici;
27. ritiene che siano gli Stati membri che hanno problemi a sostenere le proprie finanze pubbliche ad essere i primi responsabili della soluzione delle proprie difficoltà, segnatamente mediante una politica fiscale più appropriata e invita gli Stati membri ad accelerare il ritmo delle loro riforme con azioni decise per colmare le lacune di sostenibilità causate dagli alti tassi di indebitamento e dai costi connessi ad un invecchiamento demografico;
28. sottolinea che l'esistenza di talune carenze nella costruzione dell'UEM e in una certa misura la politica economica degli Stati partner, rendono difficile agli Stati membri mettere a posto le loro finanze; ribadisce la sua convinzione che l'attuale meccanismo per il coordinamento all'interno della zona euro deve essere ampliato per affrontare in particolare i correnti e futuri squilibri e divergenze economici all'interno della zona euro; si rammarica in questo contesto che non esistano impegni vincolanti tra i governi per garantire il coordinamento della zona euro;
29. invita la Commissione a proporre una serie di misure che assistano gli Stati membri a riportare in equilibrio i conti pubblici e a finanziare gli investimenti pubblici nel seguente modo:
a)
emissione di eurobonds o misure simili per diminuire il costo degli interessi per il servizio del debito pubblico considerando che i divari dei tassi di interesse tra Stati membri non hanno raggiunto livelli inferiori a quelli precedenti alla crisi;
b)
promozione della cooperazione fiscale tra Stati membri che includa un comune calendario per l'introduzione di una aliquota societaria consolidata;
c)
redazione di una relazione paese per paese sui redditi societari e la relativa fiscalità;
30. ribadisce il suo parere secondo il quale i governi degli Stati membri, al momento di fissare i rispettivi bilanci nazionali, dovrebbero tenere conto degli Orientamenti integrati e delle raccomandazioni specifiche per il proprio paese nonché della situazione di bilancio globale dell'area dell'euro; i vari calendari fiscali nazionali e i principali presupposti utilizzati per le previsioni di base dovrebbero essere armonizzati per evitare disparità causate dall'uso di varie previsioni macroeconomiche (riguardanti ad esempio la crescita globale, la crescita dell'UE, il prezzo del barile di petrolio e i tassi di interesse) e altri parametri differenti tra di loro;
31. invita la Commissione e gli Stati membri a operare per giungere ad una definizione degli strumenti che consenta la comparabilità dei bilanci nazionali per quanto riguarda la spesa nelle varie categorie;
32. invita la Commissione a presentare quanto prima una proposta concreta in merito alle modalità con cui il settore finanziario dovrebbe contribuire al costo della crisi;
33. invita la BCE, la Commissione e gli Stati membri della zona euro ad incoraggiare il processo di integrazione economica e monetaria all'interno dell'Unione europea e a sostenere l'ampliamento della zona euro;
34. invita la BCE a sostenere le iniziative degli Stati membri al di fuori dell'euro volte ad adottare l'euro, soprattutto nei casi in cui gli Stati membri hanno dimostrato una disciplina fiscale buona e stabile;
Affrontare la dipendenza dalle risorse e creare ulteriori nuovi posti di lavoro in industrie moderne e sostenibili dal punto di vista ambientale
35. ricorda che la crisi non è una scusa per posporre misure volte ad affrontare il cambiamento climatico e il degrado ambientale; sottolinea che un ritardo in questo settore potrebbe essere costoso in termini sia economici che ambientali; sottolinea che l'aumento dell'efficienza dell'energia e delle risorse nonché una conversione verso risorse rinnovabili sostenibili rappresenta il modo migliore per limitare la dipendenza da risorse scarse e per creare nuovi posti di lavoro in industrie moderni e sostenibili dal punto di vista ambientale;
36. invita gli Stati membri e la Commissione ad aumentare radicalmente gli sforzi in questa direzione e chiede alla BCE e alla Commissione di includere questo argomento nelle proprie relazioni economiche ordinarie;
37. invita l'Eurogruppo a prendere le misure necessarie per consentire un'entrata agevole nella zona euro di quegli Stati membri che stanno cercando di aderire e che adempiono alle condizioni di ingresso;
Rappresentanza esterna dell'area euro
38. ribadisce il suo parere secondo il quale gli sforzi compiuti verso una rappresentanza internazionale comune dell'area euro non sono progrediti nonostante la crisi;
39. ritiene che l'agenda politica dell'UEM sarà contrassegnata, tra l'altro, dalle sfide poste dalle economie asiatiche emergenti; si rammarica della mancanza di progressi effettuati per migliorare la rappresentanza esterna dell'area euro nonostante il ruolo mondiale crescente dell'euro quale moneta di riserva; sottolinea che l'area dell'euro deve costruire una strategia internazionale commisurata allo stato internazionale della sua valuta;
40. ricorda inoltre che anche gli squilibri a livello mondiale relativi alle fluttuazioni dei tassi di cambio fra, interalia, il dollaro statunitense e il renminbi-yuan e l'euro, devono essere risolti per evitare crisi finanziarie future; invita l'Eurogruppo, il Consiglio e la BCE a intensificare nel contempo il coordinamento delle loro azioni in materia di politica dei tassi di cambio;
41. sottolinea l'importanza delle conclusioni del G20 sugli squilibri a livello mondiale e su quanto ogni zona economica deve fare per equilibrare la propria economia; sottolinea l'importanza dei tassi di cambio nella preparazione dei prossimi vertici G20; ritiene che questi preparativi dovrebbero essere più trasparenti all'interno dell'UE e che il Parlamento dovrebbe essere tenuto al corrente;
o o o
42. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai parlamenti degli Stati membri nonché all'Eurogruppo, alla Banca centrale europea e alla Banca europea per gli investimenti.