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Procedura : 2010/2027(INI)
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A7-0268/2010

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PV 10/11/2010 - 22
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PV 11/11/2010 - 8.10
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Giovedì 11 novembre 2010 - Bruxelles
La sfida demografica e la solidarietà tra generazioni
P7_TA(2010)0400A7-0268/2010

Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 novembre 2010 sulla sfida demografica e la solidarietà tra le generazioni (2010/2027(INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la sua risoluzione del 14 marzo 1997 sulla relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla situazione demografica nell'Unione europea (1995)(1),

–  vista la sua risoluzione del 12 marzo 1998 sulla «Relazione demografica 1997» della Commissione(2),

–  vista la sua risoluzione del 15 dicembre 2000 sulla comunicazione della Commissione «Verso un'Europa di tutte le età - Promuovere la prosperità e la solidarietà tra le generazioni»(3),

–  visto il Libro verde della Commissione «Una nuova solidarietà tra le generazioni di fronte ai cambiamenti demografici» (COM(2005)0094),

–  vista la sua risoluzione del 23 marzo 2006 sulle sfide demografiche e la solidarietà tra generazioni(4),

–  vista la sua risoluzione del 6 settembre 2006 su un modello sociale europeo per il futuro(5),

–  vista la sua risoluzione del 20 maggio 2008 sui progressi realizzati in materia di pari opportunità e non discriminazione nell'Unione europea (trasposizione delle direttive 2000/43/CE e 2000/78/EC)(6),

–  vista la sua risoluzione del 21 febbraio 2008 sul futuro demografico dell'Europa(7),

–  vista la sua risoluzione del 9 ottobre 2008 sulla promozione dell'inclusione sociale e la lotta contro la povertà, compresa la povertà infantile, nell'Unione europea(8),

–  vista la sua posizione del 2 aprile 2009 sulla proposta di direttiva del Consiglio recante applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale(9),

–  vista la comunicazione della Commissione «Il futuro demografico dell'Europa - trasformare una sfida in un'opportunità» (COM(2006)0571),

–  vista la comunicazione della Commissione «Promuovere la solidarietà tra le generazioni» (COM(2007)0244),

–  visto il parere del Comitato economico e sociale europeo del 14 marzo 2007 su «La famiglia e l'evoluzione demografica»(10), con la sua proposta fondamentale che gli Stati membri dovrebbero stipulare un Patto europeo per la famiglia,

–  visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione dal titolo «Il futuro demografico dell'Europa: fatti e cifre» (SEC(2007)0638),

–  viste le pubblicazioni del Cedefop «Innovative learning measures for older workers»(11), «Working and ageing. Emerging theories and empirical perspectives»(12), «Modernising vocational education and training. Fourth report on vocational education and training research in Europe: Synthesis report»(13) e «Skills supply and demand in Europe. Medium-term forecast up to 2020»(14),

–  vista la relazione 2008 della Commissione sulla demografia: far fronte ai bisogni di natura sociale in una società in via di invecchiamento, (SEC(2008)2911),

–  vista la relazione comune elaborata dalla Commissione e dal Comitato di politica economica (Gruppo di lavoro sull'invecchiamento) sulla «Relazione 2009 sull'invecchiamento demografico: proiezioni economiche e di bilancio per l'UE a 27» (2008–2060),

–  visti gli articoli 25 e 34 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea che definiscono esplicitamente i diritti degli anziani a una vita indipendente e a partecipare alla vita sociale e culturale e il diritto di accesso alle prestazioni di sicurezza sociale e ai servizi sociali che garantiscono una protezione nella vecchiaia,

–  visto l'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea che vieta esplicitamente qualsiasi discriminazione fondata sull'età,

–  viste la proposta di direttiva del Consiglio recante applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale (COM(2008)0426) e la posizione del Parlamento al riguardo,

–  visti l'articolo 2 e l'articolo 3, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–  vista la direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che istituisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro(15),

–  visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali nonché i pareri della commissione per i problemi economici e monetari e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A7-0268/2010),

A.  convinto che una società degna dell'uomo debba fondarsi sul principio della giustizia generazionale,

B.  considerando la necessità di tener conto della dimensione specifica di genere che caratterizza le relazioni tra generazioni,

C.  considerando che molto resta ancora da fare per porre fine all'ingiusta discriminazione ampiamente diffusa di cui sono spesso vittima gli anziani per il semplice fatto della loro età sia sul mercato del lavoro sia per quanto riguarda l'accesso a beni, infrastrutture e servizi,

D.  considerando che esistono stretti legami tra la discriminazione fondata sull'età nei confronti degli anziani e l'esclusione sociale e la povertà tra gli stessi,

E.  notando che numerosi anziani soffrono altresì di disabilità e che possono quindi formare oggetto di molteplici discriminazioni,

F.  considerando che i cambiamenti demografici hanno un notevole impatto sulla vita personale e lavorativa delle persone, soprattutto delle donne, mentre la scarsità di servizi, i bassi livelli contributivi, il lento e difficile inserimento nel mercato del lavoro regolare, la lunga permanenza in occupazioni precarie e a termine e i sostegni insufficienti alle giovani coppie sono tra le ragioni che inducono i giovani a posporre nel tempo la creazione di un nucleo familiare e la nascita di figli,

G.  considerando che, per raggiungere i loro obiettivi, l'economia e la società hanno bisogno dell'esperienza, dell'impegno e del patrimonio di idee di tutte le generazioni,

H.  considerando che tali cambiamenti demografici potrebbero, secondo le stime della Commissione, modificare in profondità la struttura della popolazione e la piramide delle età; che il numero dei giovani di età compresa fra 0 e 14 anni passerebbe da 100 milioni (indice 1975) a 66 milioni nel 2050, che la popolazione in età lavorativa raggiungerebbe i 331 milioni verso il 2010 per poi diminuire costantemente (circa 268 milioni nel 2050), a fronte di un aumento della speranza di vita di 6 anni per gli uomini e di 5 anni per le donne nel periodo 2004-2050, il numero degli anziani di oltre 80 anni passerebbe dal 4,1% nel 2005 all'11,4% nel 2050,

I.  considerando che, nel quadro degli ambiziosi obiettivi di occupazione contenuti nella strategia UE 2020, si prevede di innalzare al 75%, entro il 2020, il tasso di occupazione delle donne e degli uomini di età compresa fra i 20 e i 64 anni, affrontando al contempo una sfida demografica,

J.  considerando che l'evoluzione demografica è gestibile e sostenibile se correttamente prevista e presa sul serio da tutti e che la questione demografica deve essere affrontata in una prospettiva strategica a lungo termine e devono essere intraprese azioni per lottare contro l'ingiusta discriminazione basata sull'età,

K.  considerando che in tempi di evoluzione demografica il ruolo dei genitori assume particolare rilevanza, dal momento che entrambi sono indispensabili sia in quanto lavoratori sia in qualità di (co-)madri e padri e che il rischio di questa doppia responsabilità che pesa unicamente sulle madri deve essere evitato,

L.  considerando che oggi ci troviamo di fronte a una duplice crisi, ossia un forte tasso di disoccupazione giovanile e a un ripensamento del finanziamento dei sistemi pensionistici, e che questi due fenomeni devono essere trattati congiuntamente operando per un accrescimento dei diritti sociali e una migliore partecipazione dei giovani alla creazione di ricchezza e al rilancio dell'economia; che, come ricordato dal Comitato delle regioni (CdR 97/2009), nella nostra società in via di invecchiamento la gioventù deve essere considerata come una risorsa preziosa e essenziale che può e deve essere mobilitata per raggiungere obiettivi sociali ed economici,

M.  considerando che gli Stati membri dispongono degli strumenti principali per promuovere l'equità tra le generazioni (sistemi pensionistici, bilancio, indebitamento e prestazione di assistenza sanitaria e di riabilitazione complessa) e per porre fine alla discriminazione ingiusta, ma che l'Unione può prendere iniziative importanti in materia di monitoraggio, di scambi di buone pratiche e di programmi d'azione e controllare l'attuazione della normativa europea relativa alla lotta contro le discriminazioni basate sull'età nonché adottare nuove proposte legislative importanti in tale settore, che vieteranno la discriminazione basata sull'età nell'accesso ai beni, alle strutture e ai servizi,

N.  considerando che la proporzione di persone con più di 60 anni nell'Unione europea conoscerà un aumento senza precedenti, il cui picco massimo sarà registrato tra il 2015 e il 2035 allorché 2 milioni di persone verranno ogni anno a ingrossare questo gruppo di popolazione,

O.  considerando che la discriminazione fondata sull'età pregiudica la solidarietà tra generazioni; che tale discriminazione è vietata dal trattato, ma resta ampiamente diffusa e restringe gravemente l'accesso dei lavoratori più anziani e di quelli più giovani al mercato del lavoro, alla sicurezza sociale e a taluni servizi,

Principi e obiettivi

1.  ritiene che giustizia e solidarietà fra le generazioni siano sinonimi e definisce la giustizia intergenerazionale come la ripartizione equilibrata, ragionevole e consapevole delle necessità e degli oneri fra le generazioni, e la solidarietà, in generale, come uno dei valori fondamentali della cooperazione europea;

2.  sostiene che una cooperazione funzionale fra le generazioni poggia sui valori fondamentali della libertà, del rispetto dei diritti e della solidarietà, della giustizia e del sostegno disinteressato nei confronti delle generazioni future, che deve essere caratterizzato dal rispetto reciproco, dalla responsabilità condivisa e dalla volontà di ammettere i diritti fondamentali di tutte le persone, in quanto esseri umani e cittadini europei, e di far prova di sollecitudine, così come di farsi carico del proprio futuro, compreso un maggiore impegno ai fini di un comportamento basato sulla prevenzione sanitaria;

3.  ritiene che la prospettiva di una contrazione demografica entro il 2050 possa implicare una riduzione della pressione sull'ambiente e offrire un'opportunità di sviluppo sostenibile, che a sua volta richiede politiche proattive per adattare di conseguenza l'assetto territoriale, gli alloggi, i trasporti e tutti gli altri tipi di infrastrutture;

4.  si compiace del fatto che l'aspettativa di vita sia in aumento e che le persone siano attive più a lungo e partecipino in modo indipendente e determinato alla vita sociale; è del parere che l'aumento della speranza di vita sia uno sviluppo positivo che non deve tradursi in una riduzione dei diritti dei lavoratori; riconosce d'altronde che negli Stati membri i tassi di natalità sono a livelli molto bassi da vari anni, una situazione che, se non affrontata in modo tempestivo, sarà all'origine di un pesante onere sulle generazioni future e provocherà conflitti in termini di ripartizione degli oneri; rammenta che tali sfide possono essere un fattore chiave ai fini di una più equa ripartizione degli oneri e di sistemi di sicurezza sociale più inclusivi e di qualità migliore;

5.  ritiene che l'obiettivo di una politica che tratti in modo equo le generazioni debba essere quello di puntare a creare le basi necessarie di un dialogo aperto e franco fra le generazioni, di definire i diritti e di creare gli strumenti necessari affinché tutti ne traggano vantaggio e le misure adottate favoriscano un'equa ripartizione degli oneri fra le generazioni;

6.  reputa importante affermare con chiarezza che le persone anziane, con o senza disabilità, e i lavoratori in età prossima alla pensione non sono un onere per l'economia e la società, né costituiscono un ostacolo alla modernizzazione dei processi di lavoro, ma sono piuttosto, grazie alla loro esperienza, le loro realizzazioni, le loro conoscenze e la loro maggiore fedeltà al posto di lavoro, un bene prezioso e un valore aggiunto notevole; ritiene importante combattere i pregiudizi e la discriminazione in tutte le sue forme e nei confronti di tutti i gruppi della società e procedere verso per una società in cui gli anziani vengano trattati in modo equo, come esseri umani che godono dei diritti fondamentali; rileva che la politica dell'UE nei confronti degli anziani si basa sul principio di una «società per tutti» e che tutte le misure previste nel quadro di tale politica devono puntare a rafforzare tale concetto; è convinto che tutti gli Stati membri devono garantire alle varie categorie di persone anziane piene possibilità per partecipare attivamente alla vita della società, a prescindere dalla loro età; sottolinea che il futuro dipende dai giovani e che i responsabili politici devono tener conto della modernizzazione della società e dell'impegno di tutti;

7.  chiede di prestare particolare attenzione alla prospettiva di genere nell'affrontare la sfida demografica e la questione della solidarietà, dal momento che le relazioni di genere scandiscono l'intero ciclo della vita, dalla nascita alla vecchiaia, incidendo sull'accesso alle risorse e alle opportunità e modellando le strategie di vita in ogni sua fase;

8.  sottolinea che le economie europee poste di fronte alle sfide demografiche hanno bisogno di imprese competitive e che a tal fine devono ridurre gli oneri fiscali e amministrativi e riformare i rispettivi settori pubblici; ritiene che un settore privato competitivo e innovatore costituisca un elemento chiave per la creazione di nuove possibilità di occupazione per le future generazioni;

9.  considerando che la società civile, le chiese e le organizzazioni senza scopo di lucro sono favorevoli a misure di sostegno e sviluppo sociale sia a favore della famiglia sia per tutte le categorie di cittadini in stato di bisogno; considerando che la loro partecipazione alla programmazione e attuazione di misure di sostegno e di sviluppo sociale costituirà un arricchimento delle politiche in tema di solidarietà sociale e intergenerazionale, nel rispetto del principio di sussidiarietà;

10.  fa notare che a causa dell'evoluzione demografica si conta un gran numero di potenziali volontari tra gli anziani che rappresentano una considerevole risorsa non utilizzata in seno alle nostre comunità; invita la Commissione a promuovere opportunità per i volontari più anziani e a sviluppare un programma «Anziani in azione», destinato al crescente numero di cittadini anziani dotati di grande esperienza che vogliono svolgere attività di volontariato, programma che potrebbe essere parallelo e complementare al citato programma «Gioventù in azione», e a promuovere inoltre programmi specifici per il volontariato intergenerazionale e il tutorato;

Iniziativa «Trasparenza»

11.  chiede alla Commissione e al Consiglio di introdurre bilanci generazionali quali strumenti di informazione e di affinamento di EUROSTAT Sustainable Development Indicators (SDIs) in tutti gli Stati membri e a livello UE al fine di registrare e pronosticare in modo attendibile le correnti di pagamento, le prestazioni e gli oneri di ogni generazione;

12.  chiede su una valutazione d'impatto (Check generazionale) obbligatoria che segnali a livello europeo e nazionale l'impatto delle leggi sulla giustizia generazionale, consentendo di valutare costi e benefici di lungo termine;

13.  invita la Commissione a presentare separatamente, per consentire una pianificazione delle strategie di vita delle generazioni attuali, le tendenze osservate oggi in materia di tassi di dipendenza, di diminuzione drammatica della fecondità tra i cittadini degli Stati membri, che hanno difficilmente l'accesso alla fecondazione in vitro a causa del costo elevato che rappresenta (nonché della legislazione relativa alla manodopera) e le ripercussioni finanziarie di tutti questi processi;

14.  chiede all'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere di monitorare e analizzare le relazioni tra generazioni, basandosi su indicatori per genere e fascia d'età;

Politiche della formazione e del lavoro

15.  è convinto che il libero ed equo accesso di ogni classe d'età alle possibilità di formazione e ai mercati del lavoro sia un asse portante della politica della giustizia generazionale e la base del benessere, dell'indipendenza e dell'autosufficienza;

16.  ritiene che, di fronte all'invecchiamento della società in Europa, occorra sforzarsi attivamente di integrare le persone nel mercato del lavoro e di mantenervele, indipendentemente dalla loro classe d'età, e compresi perciò i più vecchi; ritiene essenziale trovare un equilibrio tra l'offerta di una sicurezza sufficiente per gli individui e il mantenimento della loro motivazione a lavorare per un salario; reputa che, per raggiungere un più alto livello di competenza, occorra offrire a tutte le categorie sociali una formazione iniziale della migliore qualità possibile e quindi le migliori possibilità di apprendimento lungo tutto l'arco della vita;

17.  ritiene che una politica dell'occupazione che tenga conto della situazione dei lavoratori anziani implichi una riflessione su nuove forme di organizzazione del lavoro nelle imprese, sui mezzi per facilitare un passaggio progressivo alla pensione attraverso formule flessibili, sulla riduzione delle stesse, sul miglioramento delle condizioni di lavoro e sulla formazione di pratiche antidiscriminatorie in materia di assunzione e formazione professionale;

18.  sottolinea che i cambiamenti demografici pongono l'Unione europea di fronte alla sfida della gestione delle risorse umane, il che presuppone una politica volontarista verso la piena occupazione;

19.  riconosce che il lavoro significa più di una semplice occupazione retribuita e che tutti, giovani e anziani, contribuiscono in modo sostanziale attraverso il loro lavoro familiare e comunitario a rendere la nostra società più umana e a migliorare la stabilità dei servizi e dei posti di lavoro; chiede ai governi di facilitare e di riconoscere il volontariato, la creazione di comunità locali e l'assistenza della comunità e della famiglia e di risolvere rapidamente i problemi di responsabilità giuridica a tal riguardo;

20.  invita gli Stati membri a adottare delle misure a favore del riconoscimento del lavoro invisibile e informale, svolto nel quadro della solidarietà tra le generazioni da familiari (per la maggior parte dalle donne) di ogni età, che si prendono cura dei più anziani e dei più giovani, a livello giuridico, sociale e economico (in particolare in materia di sicurezza sociale, di status professionale, di reddito e di parità tra donne e uomini), come evidenziato nella relazione adottata l'8 dicembre 2008 dalla commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere;

21.  è fermamente convinto che è ampiamente diffusa l'iniqua discriminazione fondata sull'età in materia di occupazione e che è opportuno combatterla maggiormente e in via prioritaria, in particolare applicando efficacemente in tutti gli Stati membri la direttiva 2000/78/CE (direttiva europea sulla parità di trattamento in materia di occupazione) e adottando misure legislative supplementari intese a garantire che le persone anziane siano informate dei loro diritti e che abbiano accesso all'aiuto e alla consulenza giuridica, se necessario;

22.  è consapevole che le donne in età avanzata presenti sul mercato del lavoro sono spesso vittime di discriminazione diretta o indiretta e multipla, una situazione che deve essere opportunamente affrontata;

23.  rileva che per poter accedere a un'occupazione gli anziani devono potersi recare sul luogo di lavoro e ritiene che, di conseguenza, sia importante adottare e attuare quanto prima la proposta di direttiva intesa a vietare la discriminazione in materia di accesso ai beni, alle strutture e ai servizi;

24.  ritiene che una persona anziana non dovrebbe essere costretta a porre termine all'attività lavorativa contro la propria volontà a motivo di una decisione arbitraria sull'età di pensionamento obbligatorio; invita pertanto gli Stati membri a rivedere la possibilità di sopprimere l'età di pensionamento obbligatorio, che impedisce di continuare a lavorare a coloro che intendono farlo, pur mantenendo un'età di pensionamento per consentire, a coloro che lo desiderano, di andare in pensione e di percepire la propria pensione e le relative indennità;

25.  ritiene che le misure non equilibrate e volte a ridurre l'età del personale non abbiano l'effetto di aumentare il livello di innovazione, come spesso viene affermato, ma siano in realtà un modo per ridurre i costi, licenziando personale con esperienza e, pertanto, altamente rinumerato, fatto che rappresenta uno spreco di esperienze, conoscenze e competenze, soprattutto quando la formazione di persone anziane giustificherebbe una loro più lunga permanenza sul posto di lavoro;

26.  ritiene che tutte le misure concernenti l'età del pensionamento dovrebbero fondarsi sulle esigenze delle persone interessate; sottolinea la necessità di attuare misure più flessibili in materia di pensionamento che rispettino le esigenze di ciascuno nel contesto di una forza lavoro in progressivo invecchiamento e siano in linea con la domanda del mercato del lavoro; invita gli Stati membri a considerare prioritari lo sviluppo e il perfezionamento dei regimi di sicurezza sociale per far fronte a tali esigenze;

27.  deplora il fatto che l'aumento del lavoro temporaneo e a durata determinata, in alcuni Stati membri, senza salari decenti, né diritti alla sicurezza sociale, così come il lavoro in nero, il precariato, l'occupazione marginale e la disoccupazione, rendano i percorsi professionali di talune persone viepiù irregolari e incerti e che la maggioranza dei posti di lavoro sia di difficile accesso; riconosce che i periodi di lavoro, di formazione, di assunzione a carico o di volontariato sono complementari e forniscono una preziosa esperienza in tutte le età; rileva che l'aumento del lavoro precario ha anche un impatto sulla sicurezza finanziaria delle generazioni odierne e costituisce pertanto un onere maggiore sulle generazioni future; sottolinea anche che molte forme di attività e di lavoro autonomo, di lavoro flessibile, di lavoro a tempo parziale e di diversi tipi di lavoro temporaneo possono svolgere un ruolo assolutamente fondamentale per aiutare molte persone anziane ad aumentare le proprie risorse o per assicurarsi un reddito, ad esempio, se hanno a carico familiari o amici;

28.  è convinto che la flessicurezza possa contribuire a mercati del lavoro più aperti, più reattivi e inclusivi e a facilitare la transizione fra le diverse fasi della vita lavorativa delle persone, in particolare quando essa è basata sulla solidarietà e la responsabilità, è condivisa fra le generazioni e prende in considerazione le varie esigenze di tutte le classi di età e di reddito; ricorda l'importanza di adoperarsi per garantire l'attuazione di meccanismi armoniosi, che permettano una formazione adeguata, il monitoraggio del rispetto dei diritti dei lavoratori e il rispetto della vita familiare; rileva che la flessicurezza comporta anche strategie generali di apprendimento permanente e sistemi di sicurezza sociale aggiornati, appropriati e sostenibili;

29.  sottolinea che deve essere pienamente garantita la sicurezza dei percorsi professionali e di formazione; ogni persona deve avere la possibilità di svolgere una vita attiva completa lungo tutto l'arco della vita, con il diritto a una pensione a tasso pieno;

30.  sottolinea che l'apprendimento permanente deve essere un obiettivo fondamentale di tutte le misure in materia di istruzione e che tutte le generazioni, le autorità pubbliche e le imprese ne sono responsabili; invita di conseguenza gli Stati membri a sostenere azioni di formazione professionale, soprattutto se comprendono un periodo di formazione pratica, talvolta sotto forma di apprendistato;

31.  sollecita l'UE a condurre una politica efficace affinché i lavoratori più anziani abbiano la possibilità di restare nel mercato del lavoro e non siano oggetto di discriminazione a motivo dell'età;

32.  ritiene che sia opportuno promuovere una cultura della gestione dell'invecchiamento per quanto concerne sia l'ingresso dei giovani lavoratori sia l'uscita dei lavoratori anziani, e adeguarne i diversi aspetti, in particolare prevedendo la possibilità di un pensionamento progressivo, tenendo conto delle difficoltà legate al posto di lavoro e delle condizioni in termini di lavoro, salute e sicurezza;

33.  è convinto che la responsabilità della gestione ottimale delle risorse umane attraverso la formazione iniziale e la formazione lungo tutto l'arco della vita incombe agli attori economici, in particolare ai settori professionali che dovrebbero anticipare i propri bisogni in termini di occupazione e formazione;

34.  rileva che, affinché i lavoratori ne possano beneficiare pienamente, la formazione lungo tutto l'arco della vita deve poter essere comprovata da diplomi e certificazioni; richiama l'attenzione sulla necessità di generalizzare la pratica del riconoscimento delle conoscenze acquisite;

35.  propone che la partecipazione dei lavoratori anziani alle strutture di formazione lungo tutto l'arco della vita sia oggetto di sistematica vigilanza e di una rappresentazione statistica;

36.  propone che siano concessi degli incentivi supplementari ai lavoratori e ai disoccupati anziani per consentire loro di partecipare pienamente a programmi di formazione lungo tutto l'arco della vita, al fine di garantire un consolidamento del loro status o un rientro soddisfacente nel mercato del lavoro;

37.  chiede un maggior coinvolgimento delle donne di tutte le età nei programmi di formazione permanente;

38.  nota che per effetto dell'evoluzione demografica si stima che, nel 2030, il rapporto tra persone attive e inattive sarà di 2 a 1; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere il futuro ruolo delle persone che si dedicano all'assistenza familiare, sviluppando politiche che consentano alle donne e agli uomini di raggiungere un equilibrio tra le responsabilità professionali e di assistenza;

39.  ribadisce che l'evoluzione demografica non può essere addotta a motivazione per lo smantellamento generale dei diritti e delle prestazioni sociali ma che essa rappresenta una sfida proprio per la società odierna e che tali prestazioni e tali diritti devono essere equilibrati nell'ottica delle generazioni sia attive che inattive; esorta gli Stati membri a semplificare la legislazione sociale per renderla più flessibile, più accessibile e più comprensibile per quanto riguarda sia i datori di lavoro sia i lavoratori;

40.  ritiene che la Commissione debba sostenere l'attuazione di nuove iniziative a favore di una vecchiaia caratterizzata da attività, salute e dignità, grazie agli strumenti e ai programmi dell'Unione europea;

Iniziativa «Garanzia europea per la gioventù»

41.  sottolinea che la disoccupazione giovanile è uno dei problemi più urgenti perché comporta l'assenza di prospettive per il futuro, l'emarginazione sociale, l'aumento dei costi sociali e uno spreco di preziose risorse umane, e che tutto ciò costituisce una ragione sociale essenziale ai fini del declino del tasso di natalità e alimenta la spirale della disuguaglianza fra le generazioni; sottolinea la necessità di ridurre il divario di tempo che sorge quando i giovani si trasferiscono da un istituto di istruzione a un altro, o prima di trovare un'occupazione dopo la laurea; rileva che è molto importante garantire l'integrazione sociale dei giovani, per fornire loro la possibilità di ottenere un lavoro adeguato e per sostenere l'imprenditorialità giovanile;

42.  sottolinea la necessità di definire delle prospettive a lungo termine per i giovani, e esorta la Commissione e gli Stati membri a adottare delle misure per incentivare la mobilità dei giovani durante il periodo degli studi e la loro partecipazione a stage di qualità; sottolinea altresì la necessità di creare un numero maggiore di posti di lavoro per i giovani e garantire la loro piena partecipazione alla società, di investire a favore della gioventù e favorirne la mobilità, affinché la generazione futura possa ampiamente beneficiare dei diritti e della dignità che le competono;

43.  sottolinea che la disoccupazione giovanile ma anche, e soprattutto, le disparità di sviluppo tra le regioni costituiscono degli ostacoli alla coesione territoriale;

44.  sottolinea che l'evoluzione demografica comporterà una carenza di mano d'opera qualificata, che in gran parte potrà essere compensata da mano d'opera femminile qualificata; a tale riguardo è indispensabile che Stato e datori di lavoro modifichino la propria linea di condotta e adottino misure per armonizzare maggiormente le condizioni quadro e le condizioni di lavoro con le esigenze delle donne;

45.  sottolinea la necessità di dedicare particolare attenzione all'inizio della carriera professionale dei giovani e di incoraggiarne caldamente un soddisfacente ingresso nel mercato del lavoro, perché un inizio insoddisfacente della carriera professionale può avere delle ripercussioni negative sull'intera vita dei giovani e sulla loro attività nel mercato del lavoro;

46.  chiede che il Consiglio e la Commissione dispieghino sforzi particolari ed elaborino misure concrete, fra le quali una «Garanzia europea per la gioventù», che permetta di offrire ai giovani, dopo un periodo di disoccupazione di non oltre quattro mesi, un posto di lavoro, di apprendistato, di formazione supplementare o una combinazione di lavoro e formazione, a condizione che gli interessati sostengano con sforzi propri il loro processo di inserimento;

47.  ritiene necessario fornire ai disoccupati la consulenza, gli orientamenti e l'aiuto di cui hanno bisogno per reintegrare il mercato del lavoro (o per trovare una prima occupazione) e agire nello stesso modo con gli studenti e i futuri studenti affinché possano scegliere il proprio percorso con piena consapevolezza delle possibili opportunità di lavoro;

Iniziativa «Patto europeo 50 plus»

48.  invita gli Stati membri e la Commissione UE a provvedere a che entro il 2020, a corollario della strategia Europa 2020, siano raggiunti i seguenti obiettivi:

   i) assicurare la piena occupazione fra la popolazione di oltre 50 anni di età, fino all'età legale di pensionamento e un tasso di occupazione minimo del 55%,
   ii) sopprimere gli incentivi finanziari, segnatamente al pensionamento anticipato, che nuoce ai sistemi di previdenza sociale, ripartisce gli oneri in modo disuguale e non è pertanto sostenibile,
   iii) lottare contro la discriminazione basata sull'età,
   iv) definire specificamente per ogni paese, per gruppo di età e genere, obiettivi di accesso alla formazione professionale e all'istruzione lungo tutto l'arco della vita per i lavoratori anziani, conseguendo in tal modo un aumento della percentuale di istruzione secondaria tra tutte le generazioni, agevolando l'accesso alla formazione professionale per i lavoratori anziani e introducendo incentivi/bonus dei datori di lavoro per i lavoratori anziani ultracinquantenni che decidono di proseguire la loro istruzione,
   v) lottare contro la discriminazione basata sull'età sul posto di lavoro e formazione e maggiori incentivi ai lavoratori oltre i 60 anni perché rimangano sul mercato del lavoro, affinché possano trasmettere le loro conoscenze ed esperienze alle generazioni successive, cosa che richiederà agli Stati membri l'adozione di una normativa adeguata, volta a promuovere l'assunzione di queste persone da parte delle imprese,
   vi) aiutare alla (re)integrazione degli anziani disabili sulla base della riabilitazione complessa e tenendo conto in modo indifferenziato del nuovo concetto di ambiente fisico e biologico, invece di quello di invalidità;

Iniziativa «AGE-Management»

49.  ritiene che l'occupazione delle persone anziane richieda iniziative anche in vari settori: sanità, livello di rimunerazione e dei contributi in denaro o in natura, rispetto alla pensione e ad altri assegni previdenziali, formazione permanente, organizzazione dei tempi di lavoro, autonomia e scelte individuali dei lavoratori, migliore equilibrio fra vita familiare e vita professionale, soddisfazione al lavoro; ritiene che l'occupazione dipenda anche dal comportamento dei quadri dirigenti, dalla garanzia di soluzioni ragionevoli, coerenti con le disposizioni della direttiva 2000/78/CE, nonché dall'accessibilità; reputa che tali iniziative dovrebbero essere elaborate congiuntamente con le parti sociali, se del caso, incoraggiate dalla Commissione e dagli Stati membri;

50.  ritiene che gli Stati membri dovrebbero incoraggiare le imprese ad introdurre strategie di gestione dell'età che potenzieranno la loro competitività sfruttando l'esperienza e le specifiche qualità dei lavoratori anziani;

51.  suggerisce alle parti sociali, ai datori di lavoro e agli Stati membri di garantire ai lavoratori ultracinquantenni la possibilità di beneficiare di promozioni professionali fino al termine della loro vita attiva;

Iniziativa «Tandem delle generazioni»

52.  chiede iniziative concrete per promuovere squadre intergenerazionali nel processo lavorativo e suggerisce di appoggiare questo tipo di imprese e di premiare i progetti migliori, dimostrando così che l'interazione tra le generazioni accresce la competitività e permette una crescita più armoniosa;

53.  propone che siano adottate iniziative concrete al fine di creare una nuova cultura imprenditoriale per la gestione delle risorse umane, onde orientarsi verso l'occupazione dei lavoratori anziani e stabilire un legame fra tale approccio e la responsabilità sociale delle imprese;

54.  è convinto che gli Stati membri potrebbero accrescere l'efficacia delle agenzie pubbliche per l'occupazione a favore dei disoccupati anziani, comprese le opzioni riguardanti le occupazioni sociali e i lavori di utilità pubblica;

Iniziativa «Per una pensione decente»

55.  è convinto che il diritto alla pensione sia un diritto che ogni lavoratore dipendente può far valere una volta raggiunta l'età pensionabile legale definita da ciascuno Stato membro di concerto con le parti sociali e nel rispetto delle tradizioni nazionali; ritiene che la decisione di non prolungare la loro vita attiva oltre l'età pensionabile non debba ripercuotersi affatto sul loro diritto a percepire una pensione né su alcun altro diritto sociale;

56.  invita il Consiglio e gli Stati membri ad esaminare senza preclusioni, entro e non oltre il 2012, i limiti di età posti all'esercizio di professioni e mandati o alla concessione di crediti e alla conclusione di polizze assicurative; invita il Consiglio e gli Stati membri ad esaminare le difficoltà di accesso al credito per le persone anziane;

Iniziativa «Invecchiare attivamente»

57.  invita la Commissione UE ad esaminare le attività per quanto riguarda un sano invecchiamento e a presentare un piano d'azione per il 2011 inteso a:

   promuovere la dignità, la salute e la qualità della vita degli anziani e la loro autonomia,
   permettere loro la parità di accesso all'assistenza sanitaria indipendentemente dal reddito,
   porre in evidenza, in particolare, i rischi per la salute per le persone che improvvisamente cessano di essere attive,
   sottolineare l'importanza della prevenzione dei problemi sanitari il che implica che gli Stati membri incoraggino uno stile di vita sano e adottino le misure necessarie per ridurre il tabagismo, l'alcolismo, l'obesità e i principali altri rischi sanitari;

58.  si compiace del fatto che molte organizzazioni di volontariato abbiano dichiarato il 29 aprile giornata della «Solidarietà fra le generazioni» e invita la Commissione a presentare una proposta per il 2012 come «Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della Solidarietà fra le generazioni», che sottolinei il contributo che gli anziani apportano alla società e affronti la possibilità di mettere giovani e anziani a lavorare insieme;

59.  reputa che gli Stati membri debbano includere la vecchiaia attiva tra le loro priorità per gli anni a venire; fa notare che ciò include, in particolare, la creazione di idonee condizioni quadro per mobilitare il potenziale rappresentato dagli anziani e lo sviluppo di approcci innovativi per le attività, oltre a una formazione adeguata per il personale dei servizi di assistenza;

60.  ritiene che la vecchiaia attiva debba essere considerata nell'ottica più ampia di un'occupazione sostenibile di donne e uomini lungo tutto l'arco della vita lavorativa e che incoraggiare i lavoratori anziani a rimanere in attività richiede segnatamente il miglioramento delle condizioni di lavoro per preservarne la salute e la sicurezza o l'adeguamento dei posti di lavoro al loro stato di salute e alle loro necessità, combattendo la discriminazione dovuta all'età e al genere, aggiornando le loro competenze con un idoneo accesso all'apprendimento e alla formazione permanenti, e, ove necessario, un riesame dei sistemi fiscali e previdenziali per far sì che sussistano reali incentivi al prolungamento dell'attività lavorativa;

61.  è del parere che gli Stati membri e la Commissione europea debbano avvalersi delle possibilità offerte dal metodo aperto di coordinamento, dalla strategia per l'occupazione e da altri strumenti e programmi comunitari, tra cui il sostegno finanziario dei Fondi strutturali, in particolare il Fondo sociale europeo, per promuovere la vecchiaia attiva;

62.  ritiene che gli Stati membri e la Commissione europea debbano avvalersi dei comitati consultivi e politici esistenti, compresi il comitato per la protezione sociale, il comitato per l'occupazione, il Comitato di politica economica e il gruppo di esperti sulle questioni demografiche, per mantenere la vecchiaia attiva ad un elevato livello di priorità nell'agenda politica dell'UE e degli Stati membri;

63.  chiede al Consiglio e agli Stati membri di adottare rapidamente misure per garantire a tutti pensioni decenti, il cui importo non potrà essere in nessun caso inferiore a quello della soglia di povertà;

64.  invita la Commissione a realizzare uno studio sull'efficacia e i vantaggi della partecipazione attiva dei lavoratori anziani al mercato dell'occupazione sotto il profilo della sostenibilità dei regimi di previdenza sociale, della promozione della produttività e della crescita nonché della lotta contro l'esclusione sociale;

Politiche di conciliazione tra vita familiare e professionale

65.  sottolinea che per evitare di scaricare sulle donne un onere eccessivo a causa dell'aumento delle cure necessarie in una società che invecchia, la compatibilità tra lavoro e famiglia sia per quanto riguarda gli uomini che per quanto riguarda le donne deve essere possibile in tutti gli Stati membri, provvedendo a che gli oneri familiari siano ripartiti in modo equilibrato tra uomini e donne; ciò presuppone anche l'esistenza di cure accessibili e di qualità, il miglioramento dell'offerta di custodia e di istruzione dei bambini, l'esistenza del congedo parentale, la promozione del lavoro a tempo parziale tra gli uomini;

66.  sottolinea che gli anziani assolvono spesso nella famiglia ad una funzione importante e molto preziosa in sé, occupandosi dei bambini e ospitandoli durante le vacanze scolastiche e dopo l'orario delle lezioni, funzione che riveste un notevole valore economico;

67.  riconosce la necessità di intervenire per migliorare i trattamenti riferiti non solo al congedo di maternità, ma anche a quello di paternità e ai congedi parentali per padri lavoratori;

68.  richiama l'attenzione sul fatto che occorre introdurre in tutta l'UE incentivi per l'incremento delle nascite senza le quali non si potrà risolvere il problema dell'invecchiamento in Europa;

69.  esorta gli Stati membri a intraprendere iniziative strutturali e a lungo termine a favore delle famiglie, compreso il diritto agli assegni supplementari per i genitori, in particolare, misure di sostegno supplementari a favore delle famiglie monoparentali, agevolazioni fiscali e sociali per asili nido e per organizzazioni di volontariato e cooperative senza scopo di lucro; analogamente, incoraggia lo scambio di buone pratiche tramite l'Alleanza europea per le famiglie e altre piattaforme e organizzazioni; invita gli Stati membri ad attuare sistemi di incentivi che consentano ai lavoratori di ottenere il congedo a tempo pieno o a tempo parziale per occuparsi dei propri figli e, al rientro sul posto di lavoro, trovino i loro diritti acquisiti intatti;

70.  invita gli Stati membri, al fine di ridurre l'onere che pesa su coloro che assistono persone anziane o persone disabili e permettergli di lavorare, a istituire fra di loro sistemi integrati di assistenza;

71.  ritiene che il diritto al lavoro a tempo parziale, un luogo di lavoro flessibile, orari di lavoro adeguati ai bisogni dei lavoratori, regolamentazioni adeguate relative alla maternità, alla gravidanza, al congedo parentale e agli assegni familiari e la condivisione del lavoro e il telelavoro, mantenendo elevati livelli di protezione sociale, contribuiscano a conciliare le responsabilità familiari e il lavoro;

72.  reputa necessario che la solidarietà tra generazioni, con particolare riferimento alla dimensione di genere, venga promossa mediante mirate politiche fiscali, misure per incoraggiare l'invecchiamento attivo, politiche abitative e la creazione di reti integrate di servizi per l'infanzia, le persone anziane, le persone disabili e non autosufficienti, valutandone l'impatto sulla conciliazione tra vita professionale, familiare e personale;

73.  osserva che è possibile conciliare vita professionale e famigliare solo grazie a una più equa ripartizione tra uomini e donne delle prestazioni di assistenza non remunerate e se alle famiglie sono forniti servizi di assistenza accessibili e di buona qualità; invita pertanto gli Stati membri a garantire servizi accessibili, poco onerosi, flessibili e di alta qualità e segnatamente l'accesso a strutture di custodia dell'infanzia, con l'obiettivo di coprire il 50% delle esigenze di assistenza ai bambini fino a 3 anni e il 100% dell'assistenza ai bambini di età compresa tra 3 e 6 anni; esorta inoltre gli Stati membri a migliorare l'accesso all'assistenza per le altre persone a carico e a introdurre disposizioni adeguate per i congedi di entrambi i genitori;

74.  rileva che molte persone anziane hanno ben pochi parenti, se non nessuno, su cui contare e invita gli Stati membri ad adoperarsi maggiormente a favore di uno scambio delle migliori pratiche in termini di politiche atte a garantire che le persone anziane possano rimanere autonome il più a lungo possibile e che i servizi di supporto necessari siano disponibili e adattati ai bisogni di ciascuno;

75.  richiama l'attenzione sul fatto che, se sul mercato del lavoro non sussistono le condizioni per conciliare vita professionale, familiare e privata e se lo sviluppo di servizi completi destinati alle famiglie non viene incoraggiato, si faranno meno figli provocando un ulteriore invecchiamento della società europea;

76.  chiede alle imprese e allo Stato di fornire sostegno e consulenza di qualità ai familiari che si occupano dei loro parenti anziani o li assistono e di offrire la possibilità di tener conto di queste prestazioni nel calcolo dei loro diritti pensionistici e ottenere un compenso economico adeguato; ritiene che le cure dispensate dai membri della famiglia non debbano essere indebitamente utilizzate come modello di risparmio;

Politica economica e crescita

77.  ritiene che l'apertura di nuovi mercati nella «silver economy» rappresenti una grande opportunità per migliorare la competitività e l'innovazione e rafforzare la crescita e l'occupazione nonché estendere il volontariato; ritiene che opponendosi alla legislazione proposta relativa alla lotta contro la discriminazione in base all'età, varie organizzazioni professionali si siano lasciate sfuggire questa opportunità;

78.  sottolinea che – per affrontare il digital divide, che interessa in modo diffuso le donne, in particolare in età avanzata, e che è causa di esclusione lavorativa e sociale – è possibile ricorrere ad iniziative sperimentali di alfabetizzazione tecnologica organizzate dalle scuole;

79.  ritiene che l'adozione di nuove severe disposizioni legislative antidiscriminazione in relazione all'accesso ai beni e ai servizi offrirà un'importante opportunità di crescita economica ed occupazione, nella misura in cui vengano smantellati gli ostacoli che incontrano le persone anziane in relazione a determinati beni e servizi; chiede che si ponga fine a qualsiasi divieto generalizzato, eccessivo o abusivo, di accesso a beni e servizi basato unicamente sull'età, di cui sono vittime molte persone anziane nel momento in cui desiderano contrarre un'assicurazione, riservare delle vacanze o affittare un'automobile, ad esempio;

80.  invita gli Stati membri a creare le condizioni quadro, in particolare approcci innovativi e appropriati, che tengano conto delle diverse condizioni regionali;

81.  ritiene che bisogna agire maggiormente sul terreno, ad esempio creando organismi per l'occupazione a livello regionale, territoriale o locale, che riuniscano i decisori politici e le parti sociali;

82.  ritiene che gli Stati membri debbano prendere misure vigorose contro l'economia sommersa e illegale alimentata da una manodopera non dichiarata, i cui effetti sul mercato del lavoro europeo sono negativi, piuttosto che limitarsi a promuovere misure volte a proteggere la propria forza lavoro interna; rileva che la necessità di lottare contro il lavoro al nero tramite misure o sanzioni realmente dissuasive nei confronti dei datori di lavoro e/o degli intermediari;

83.  sollecita sforzi per migliorare la lotta contro il lavoro clandestino, in particolare aumentando le risorse umane e materiali a disposizione degli organismi di controllo (servizi dell'ispettorato del lavoro, tribunali del lavoro, ecc.);

Politica delle pensioni e dei bilanci

84.  ricorda che i sistemi di sicurezza sociale sono confrontati con grandi sfide e che gli Stati membri dovrebbero ottenere a riforme strutturali ambiziose e reperire nuovi mezzi di finanziamento sostenibile dell'assistenza sanitaria e delle pensioni;

85.  ritiene – in considerazione del fatto che il rapido invecchiamento della popolazione sta diventando o è diventato un problema a livello mondiale, ponendo sfide che i sistemi previdenziali degli Stati membri dovranno affrontare nei prossimi anni - che la Commissione dovrebbe assumere un ruolo di coordinamento nell'elaborazione di soluzioni comuni in materia di servizi sanitari e di assistenza per gli anziani e nella diffusione delle migliori prassi negli Stati membri;

86.  chiede che si faccia di più per informare le persone anziane sui loro diritti e i loro obblighi nei confronti dei regimi previdenziali e pensionistici e che questa informazione venga fornita in forma semplice e accessibile;

87.  sottolinea che il diritto a una vita dignitosa è un diritto umano e che le persone che hanno lavorato per tutta una vita non devono essere vittime della crisi economica;

88.  sottolinea la necessità di affrontare il divario retributivo tra donne e uomini (attualmente del 17% nell'UE a 27), che causa redditi inferiori a partire dalla nascita del primo figlio e finisce per determinare pensioni più basse, nonché un alto tasso di povertà tra le donne più anziane;

89.  chiede alla Commissione e agli Stati membri di riconsiderare i sistemi previdenziali in cui permangono consistenti differenziali nei livelli pensionistici tra uomini e donne, e di esaminare la possibilità di introdurre fattori correttivi che tengano conto della discontinuità della prestazione contributiva collegata alla precarietà lavorativa e alle esigenze della maternità;

90.  sottolinea che bisogna tener conto, in questo settore di politica sociale, delle pratiche correnti di tutti gli Stati membri dell'UE, in quanto i sistemi pensionistici nazionali divergono negli Stati membri;

91.  evidenzia che la riduzione degli oneri sempre maggiori che attendono le generazioni future rappresenta una priorità fondamentale, in considerazione dell'aumento spettacolare del numero delle persone anziane di oltre 80 anni;

92.  segnala l'impatto della recessione globale sulle finanze pubbliche e l'economia nel suo insieme; ritiene inoltre che l'invecchiamento della popolazione, associato al declino dei tassi di natalità in Europa, costituisca una profonda svolta demografica, la quale esigerà una riforma dei sistemi previdenziali e fiscali dell'Europa, compresi i sistemi pensionistici, fornendo assistenza di qualità agli anziani e evitando al contempo di accumulare l'onere del debito per le generazioni più giovani; caldeggia la riforma del patto di stabilità e di crescita, al fine di permettere agli Stati membri di adempiere all'obbligo di rendere più sostenibili i loro sistemi pensionistici;

93.  rileva che numerose questioni relative al cambiamento demografico della società sono di competenza esclusiva degli Stati membri e che non esiste una competenza generale dell'Unione nel dettare norme europee per far fronte al cambiamento demografico; riconosce la necessità per ciascuno Stato membro di attivarsi al fine di garantire che le finanze pubbliche siano sostenibili e possano adeguatamente gestire il cambiamento demografico;

94.  rileva che negli ultimi anni sono stati utilizzati diversi metodi di contabilità intergenerazionale, proiettando lo sviluppo del debito pubblico sui prossimi decenni e i costi impliciti sulle generazioni future, il che ha evidenziato gli indicatori del divario di sostenibilità, come il necessario saldo primario, che rappresenta il saldo strutturale di bilancio necessario a garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche;

95.  invita la Commissione a fornire costante contabilità intergenerazionale, comprendente stime sugli oneri futuri del debito e i divari di sostenibilità nelle finanze pubbliche degli Stati membri, e a rendere pubblicamente disponibili i risultati in modo che siano facilmente accessibili e comprensibili;

96.  rileva che le proiezioni del debito corrente sono allarmanti e accumulano enormi oneri debitori per le generazioni future, e invita pertanto gli Stati membri a ridurre il deficit primario e a puntare a un tasso di debito sostenibile;

97.  raccomanda agli Stati membri di presentare misure intese ad aumentare la produttività generale e, in particolare, la produttività dei servizi di assistenza, compresi i servizi sanitari e di assistenza agli anziani;

98.  rileva che, se tutti gli anni aggiuntivi della speranza di vita trascorressero in buona salute invece che in malattia, il divario di sostenibilità delle finanze pubbliche in base ad alcuni calcoli inciderebbe per l'1,5% in meno sul PIL e ritiene quindi sia estremamente importante prevenire le malattie e curarle ai primi sintomi;

99.  è preoccupato per il fatto che molti Stati membri non siano riusciti a riformare i propri sistemi pensionistici; invita la Commissione a presentare un'analisi della situazione in tutti gli Stati membri, evidenziando i rischi a lungo termine per ogni Stato membro;

100.  sottolinea la necessità per gli Stati membri di accrescere la partecipazione al mercato del lavoro attraverso orari di lavoro flessibili e agevolando il lavoro a tempo parziale e il telelavoro;

101.  esorta gli Stati membri a sostenere le famiglie nel quadro dei rispettivi sistemi fiscali e delle prestazioni sociali e a migliorare la fornitura di servizi per l'infanzia alle famiglie con bambini piccoli;

102.  incoraggia gli Stati membri a sopprimere tutte le misure, in particolare quelle di tipo tributario e previdenziale, che disincentivano i lavoratori più anziani dal continuare a lavorare oltre l'età della pensione, e supporta l'adozione di misure di incentivazione efficaci, in quanto l'impatto dell'invecchiamento dipende dal tasso occupazionale e dalla media delle ore lavorative;

103.  ritiene che, in considerazione dell'andamento demografico, il settore dei servizi sociali e sanitari presenti un notevole potenziale di creazione di posti di lavoro duraturi e dignitosi;

Politica della migrazione

104.  ritiene che la migrazione combinata con il successo dell'integrazione, inclusa quella economica, possa contribuire a controllare l'evoluzione demografica e che ancora troppe persone con un background migratorio non sentono di appartenere agli Stati membri in cui vivono;

105.  nutre la convinzione che un dibattito aperto e sincero sia essenziale per discutere le varie politiche in materia di immigrazione, le condizioni di ammissione per gli immigrati e le loro prospettive economiche, i problemi dell'immigrazione clandestina, il crescente tasso di disoccupazione fra gli immigrati a causa dell'attuale crisi economica e misure efficaci per scongiurare l'isolamento sociale e culturale dei nuovi arrivati;

106.  attira l'attenzione sul fatto che la mobilità sociale e la capacità di adattamento a un nuovo contesto è naturalmente più bassa fra gli anziani, nonostante la loro capacità di integrarsi più facilmente;

107.  è convinto che il successo dell'integrazione presupponga l'identificazione, nell'ambito di un processo democratico, in valori costituzionali fondamentali, una partecipazione basata su pari opportunità e responsabilità e che essa potrà riuscire solo grazie alla capacità di adattamento dell'immigrato e alla capacità di accoglienza della popolazione locale; ritiene che la solidarietà fra le generazioni sia arricchita dalla solidarietà fra le culture, il che presuppone che venga messo da parte qualsiasi pregiudizio nei confronti delle varie culture;

108.  ritiene che la creazione di un clima propizio all'accettazione degli immigrati legali da parte della popolazione del paese di accoglienza dipenda direttamente dalla divulgazione di informazioni esatte e esaustive e dalla creazione di una cultura antixenofoba;

109.  è convinto che un invecchiamento attivo presupponga una partecipazione integrale alla vita sociale e ai processi decisionali della democrazia partecipativa;

Politiche sanitarie e sociali

110.  ricorda che l'evoluzione demografica presenta gravi disparità regionali e genera processi di emigrazione dalle regioni rurali e periferiche talché occorre mettere a punto strategie per una trasformazione delle strutture di assistenza sociale e sanitaria, erogare sovvenzioni ed avviare un intenso scambio delle migliori pratiche relative al sostegno dei progressi e dei servizi basati sulle moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione;

111.  ritiene che i servizi di assistenza a domicilio per le persone anziane possano essere promossi e organizzati incentivando forme di lavoro autonomo e cooperativo, in convenzione con le autonomie locali e attraverso l'erogazione di voucher specifici alle famiglie;

112.  invita gli Stati membri e la Commissione, tenuto conto dell'ineluttabile invecchiamento della popolazione, a instaurare una stretta cooperazione, segnatamente in relazione all'introduzione di meccanismi durevoli di finanziamento dei sistemi assistenziali, al fine di garantire la fornitura dell'assistenza indispensabile;

113.  sottolinea che la discriminazione nei confronti delle persone anziane nell'ambito dell'assistenza sanitaria è manifesta; rileva che i pazienti anziani hanno minori possibilità dei pazienti più giovani di ricevere tutte le cure necessarie a causa di una discriminazione basata unicamente sull'età e ritiene che queste differenze in termini di cure mediche possano avere conseguenze significative sulla salute delle persone anziane;

114.  richiama l'attenzione sul fatto che i paesi occidentali e i paesi orientali dell'Unione europea sono interessati in maniera diversa dal cambiamento demografico e dalle sue conseguenze e che è necessaria una politica atta a garantire una crescita uniforme ed equilibrata ed uno sviluppo regionale sostenibile;

115.  chiede agli Stati membri di assistere le regioni interessate dall'emigrazione garantendo un alto livello di servizi di interesse generale (come i servizi educativi, compresi i servizi di accoglienza prescolari, i servizi sanitari e i servizi postali), l'accessibilità (ad esempio, trasporti pubblici, infrastrutture di trasporto e reti di telecomunicazione) e la partecipazione economica e le competenze (ad esempio mediante la formazione, compresi metodi di apprendimento permanente, investimenti nelle nuove tecnologie ed uso delle stesse); chiede con insistenza che le condizioni di base per il conseguimento di questi obiettivi siano adeguate ai bisogni locali e agli operatori locali e che sia migliorata la loro capacità di adattamento; richiama in particolare l'attenzione sulla situazione delle regioni insulari, delle zone di frontiera, delle regioni di montagna e di altre regioni ultraperiferiche;

116.  invita gli Stati membri a riflettere su un'immigrazione della manodopera regolamentata (immigrazione da paesi terzi verso l'UE);

117.  sottolinea che indipendentemente dal reddito, dall'età, dallo status sociale o dal rischio sanitario le persone debbano beneficiare di assistenza sanitaria e cure mediche accessibili e di alta qualità e che, per raggiungere questo obiettivo, sia necessario approvare quanto prima la nuova proposta legislativa dell'UE contro le discriminazioni, che verte anche sull'accesso ai servizi sanitari;

118.  accoglie con favore il progetto PREDICT (miglioramento della partecipazione delle persone anziane ai test clinici), finanziato dall'Unione europea, che tenta di determinare per quale motivo la discriminazione nei confronti delle persone anziane persiste nell'ambito dei test clinici; ritiene che gli anziani debbano beneficiare di medicinali di cui è stata testata l'efficacia e l'innocuità per la loro fascia di età;

119.  riconosce la qualità delle prestazioni nella cura degli anziani negli Stati membri, ma chiede a questi ultimi di prestare maggiore attenzione che in passato alla fissazione di criteri qualitativi per i servizi forniti e al loro seguito; invita gli Stati membri e la Commissione a migliorare anche la cooperazione nei settori del monitoraggio dei servizi di cura, cooperazione nel cui ambito gli Stati membri potrebbero prendere in considerazione, per quanto concerne i servizi sanitari nazionali, la creazione di una rete di punti di contatto tramite la quale sia possibile, a livello sia nazionale che europeo, ottenere informazione sui servizi sanitari offerti e sul loro livello di qualità nonché formulare delle lamentele sulla qualità di tali servizi;

120.  chiede che la Commissione elabori un Libro verde sugli abusi ai danni degli anziani e sulla tutela di questi ultimi in seno alla comunità e nelle strutture di cura;

121.  chiede che gli Stati membri procedano, secondo il metodo aperto di coordinamento, a uno scambio di informazioni e di migliori pratiche sulla prestazione di cure di lunga durata agli anziani e che, in particolare, adottino misure per tutelare gli anziani nella comunità e nelle strutture di cura e per combattere gli abusi di cui sono vittime;

122.  riconosce che molte donne migranti lavorano nel settore dell'assistenza alle persone anziane e propone, da un lato, di intensificare i controlli compiuti dagli Stati membri nell'ottica di limitare il lavoro non dichiarato in questo settore e, dall'altro, di consentire ai lavoratori di detto settore di poter accedere più facilmente a seminari in materia nel quadro dell'apprendimento permanente, in modo da garantire la prestazione di un'assistenza di elevata qualità;

123.  chiede agli Stati membri di proporre una soluzione ai problemi ai quali sono confrontate le persone che si dedicano alla cura dei familiari, tra cui il diritto di scegliere liberamente se dedicarsi a questo tipo di assistenza, la possibilità di combinare l'assistenza familiare con un lavoro retribuito e l'accesso ai regimi di sicurezza sociale e alle pensioni di vecchiaia onde evitare l'impoverimento come conseguenza dell'impegno familiare;

124.  sottolinea l'importanza di un sistema di sicurezza sociale su base individuale e di diritti alla pensione che riconoscano l'attività di assistenza non retribuita;

125.  ritiene che esista la necessità di elaborare una codice di comportamento a livello UE, adottato dal PE e del Consiglio, che definisca gli orientamenti e le prestazioni minime per quanto riguarda l'erogazione di cure di lungo periodo;

Politiche di impegno sociale

126.  ritiene che ciascun individuo debba avere l'opportunità e la possibilità di impegnarsi, preservando nel contempo il carattere volontario dell'impegno sociale;

127.  sottolinea che nel contesto dell'evoluzione demografica l'idea centrale di una cittadinanza attiva assume un'importanza sempre maggiore, al cui riguardo l'assunzione di compiti sociali rende necessaria una ridefinizione della relazione fra i cittadini e lo Stato;

128.  ritiene che le cure dispensate richiedano, da parte del personale infermieristico, un elevato livello di qualifiche e un notevole grado di responsabilità, che vanno riconosciuti sul piano finanziario e sociale, e che solo in questo modo sarà possibile mantenere a lungo i livelli di qualità e trovare un numero sufficiente di operatori sanitari ben qualificati e motivati;

o
o   o

129.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1) GU C 115 del 14.4.1997, pag. 238.
(2) GU C 104 del 6.4.1998, pag. 222.
(3) GU C 232 del 17.8.2001, pag. 381.
(4) GU C 292 E dell'1.12.2006, pag. 131.
(5) GU C 305 E del 14.12.2006, pag. 141.
(6) GU C 279 E del 19.11.2009, pag. 23.
(7) GU C 184 E del 6.8.2009, pag. 75.
(8) GU C 9 E del 15.1.2010, pag. 11.
(9) GU C 137 E del 27.5.2010, pag. 68.
(10) GU C 161 del 13.7.2007, pag. 66.
(11) Cedefop, serie Panorama, 159. Lussemburgo, Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, 2008.
(12) Lussemburgo, Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, 2010.
(13) Cedefop, serie Reference. Lussemburgo, Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, 2009.
(14) Lussemburgo, Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, 2010.
(15) GU L 303, del 2.12.2000, pag. 16.

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