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Procedura : 2010/2916(RSP)
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Testi presentati :

RC-B7-0605/2010

Discussioni :

PV 11/11/2010 - 5
CRE 11/11/2010 - 5

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PV 11/11/2010 - 8.12
CRE 11/11/2010 - 8.12
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P7_TA(2010)0402

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Giovedì 11 novembre 2010 - Bruxelles
La crisi nel settore dell'allevamento dell'UE
P7_TA(2010)0402RC-B7-0605/2010

Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 novembre 2010 sulla crisi nel settore dell'allevamento dell'UE

Il Parlamento europeo,

–  vista la sua risoluzione dell'8 luglio 2010 sul futuro della politica agricola comune dopo il 2013(1),

–  vista la sua risoluzione del 7 settembre 2010 sulle entrate eque per gli agricoltori: migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa(2),

–  vista la sua risoluzione del 5 maggio 2010 sulla valutazione e la verifica del programma d'azione per il benessere degli animali 2006-2010(3),

–  visto l'articolo 115, paragrafo 5, del suo regolamento,

A.  considerando che attualmente la sostenibilità di un gran numero di aziende zootecniche è seriamente minacciata da una combinazione di fattori, e precisamente:

   l'aumento dei costi dei fattori di produzione, quali il carburante e i fertilizzanti,
   gli elevati costi di conformità alla normativa dell'Unione europea,
   una maggiore concorrenza da parte delle importazioni provenienti dai paesi terzi,
   la dipendenza dai paesi terzi per quanto riguarda le materie prime per mangimi,
   la recente impennata dei prezzi dei cereali, dovuta in particolare a condizioni climatiche impreviste nonché all'impatto negativo della speculazione e della volatilità dei prezzi,
   i bassi prezzi ottenuti dagli agricoltori per i prodotti a base di carne,

B.  considerando che i produttori europei devono attenersi alle normative più rigorose al mondo in materia di sicurezza e qualità degli alimenti, ambiente, salute e benessere degli animali e condizioni di lavoro; considerando altresì che la necessità di rispettare questi standard estremamente elevati aumenta notevolmente i costi di produzione per i produttori europei, mettendoli in una posizione concorrenziale svantaggiosa rispetto ai produttori dei paesi terzi,

C.  considerando che la crisi di cui risente attualmente il settore dell'allevamento può portare a una notevole riduzione della produzione di carne in tutta l'Unione europea, che avrà gravi conseguenze non solo per i prezzi ma anche per la sicurezza alimentare nell'UE e che comporterà una maggiore dipendenza dalle importazioni,

D.  considerando che l'Unione europea dipende fortemente dalle importazioni di fagioli di soia e mais da paesi terzi e che un'eventuale interruzione della fornitura di tali prodotti dovuta a un'esigua presenza di OGM non autorizzati ha un impatto estremamente dispendioso sull'industria europea dei mangimi e sugli allevatori (ad esempio, dell'ordine di 1 miliardo di EUR per un'interruzione di sei mesi),

E.  considerando che le importazioni provenienti dai paesi terzi stanno conquistando quote di mercato nell'Unione europea ed esercitano ulteriori pressioni sui prezzi di mercato dei prodotti di origine animale,

F.  considerando che la domanda mondiale di carne e di altri prodotti di allevamento nei prossimi decenni aumenterà a causa dell'aumento della popolazione mondiale combinato con l'aumento del potere d'acquisto dei paesi in via di sviluppo, che li porterà ad una dieta occidentalizzata,

G.  considerando che gli investimenti su larga scala necessari nel settore zootecnico lo rendono particolarmente vulnerabile alle crisi di mercato,

H.  considerando che in alcuni dei nuovi Stati membri sono pochissimi gli allevatori che hanno beneficiato di pagamenti diretti e che pertanto essi hanno incontrato maggiori difficoltà nell'attenersi alle rigorose norme europee che richiedono costosi investimenti,

I.  considerando che i settori suinicolo e avicolo non ricevono alcun sostegno diretto dalla PAC, non hanno alcuna rete di sicurezza che attenui l'impatto della volatilità del mercato e sono soggetti alle più rigorose normative dell'Unione europea in materia di ambiente e di benessere degli animali,

J.  considerando che il divario tra i prezzi pagati dai consumatori e quelli ricevuti dai produttori si è notevolmente ampliato,

K.  considerando che i produttori primari sono messi alle strette, da una parte, dalle grandi imprese multinazionali di trasformazione e di distribuzione che ne acquistano i prodotti e, dall'altra, dalle grandi imprese multinazionali che li riforniscono,

L.  considerando che le piccole aziende zootecniche nell'Unione europea sono indissolubilmente legate all'economia delle aree rurali europee e apportano considerevoli benefici ambientali, e che molte di esse sono situate in regioni meno favorite dove non esistono produzioni alternative praticabili,

M.  considerando che la situazione del mercato delle carni bovine è strettamente legata all'andamento del settore lattiero-caseario, dato che il 60% delle carni rosse prodotte nell'Unione europea proviene da vacche da latte,

N.  considerando l'estrema volatilità del mercato cui si trova confrontato il settore lattiero-caseario dell'Unione europea sin dal 2007, con effetti deleteri sia sui redditi dei produttori lattieri che sulla loro capacità di produrre in modo sostenibile alimenti di qualità per i consumatori europei,

O.  considerando che i dati della Commissione sul funzionamento del comparto alimentare dimostrano l'esigenza di maggiore trasparenza e di maggiori informazioni riguardo alla produzione e all'andamento dei mercati,

1.  invita la Commissione e il Consiglio a garantire che la PAC post-2013 disponga di una dotazione finanziaria sufficiente al fine di assicurare la sopravvivenza di tutti gli agricoltori dell'Unione, compresi gli allevatori; sottolinea, in tale contesto, la necessità di garantire una concorrenza equa tra gli agricoltori degli Stati membri;

2.  invita la Commissione a introdurre urgentemente meccanismi di mercato efficienti e flessibili nel settore zootecnico e a mettere in atto le misure necessarie per limitare, per il settore agricolo nel suo insieme, l'incidenza della volatilità dei prezzi e della speculazione;

3.  invita la Commissione ad avvalersi dei meccanismi di mercato esistenti per alleviare l'attuale crisi del comparto delle carni suine e di altri comparti zootecnici;

4.  prende atto dell'intenzione della Commissione di immettere sul mercato 2,8 milioni di tonnellate di cereali attualmente immagazzinati in regime di intervento entro la fine di novembre mediante una procedura di aggiudicazione;

5.  invita la Commissione a proporre meccanismi di mercato a garanzia di un'adeguata fornitura di cereali destinati all'alimentazione animale; ritiene che si debba applicare una rete di sicurezza nell'intero comparto cerealicolo con un prezzo minimo d'intervento per il sistema dell'aggiudicazione;

6.  invita la Commissione ad adottare le misure necessarie per lottare contro la speculazione eccessiva sui mercati dell'Unione nonché sui mercati mondiali, in particolare nel quadro della nuova direttiva sugli strumenti finanziari;

7.  invita la Commissione a proporre meccanismi di mercato flessibili che consentano all'Unione di reagire con maggiore celerità a situazioni critiche all'interno dell'OCM unica (articolo 186);

8.  sostiene e considera urgente l'introduzione di un piano proteico per l'Unione europea che promuova la coltivazione di proteaginose e leguminose, il che potrebbe svolgere un ruolo importante anche per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra;

9.  si dichiara seriamente preoccupato per il recente consolidamento del mercato dei fertilizzanti che in molti mercati nazionali ha creato una situazione nella quale di fatto esiste un unico fornitore senza nessuna concorrenza; invita pertanto la Commissione a chiedere alle autorità della concorrenza di esaminare la situazione e di prendere le misure necessarie per impedire intese sui prezzi e abusi della posizione dominante;

10.  chiede alla Commissione di garantire, nel contesto di un accresciuto consolidamento, l'esistenza di un mercato libero nel settore dei fattori di produzione, compresi i fertilizzanti, poiché l'energia e i fertilizzanti sono essenziali per la produzione agricola e la sicurezza alimentare;

11.  invita la Commissione a tener conto, nell'ambito della prossima riforma della PAC, della particolare vulnerabilità di determinati comparti zootecnici, ad esempio la produzione di carni bovine da animali da pascolo, e delle condizioni di concorrenza sleali con i paesi terzi;

12.  chiede alla Commissione di esaminare, nell'ambito della prossima riforma della PAC, misure specifiche intese a evitare che gli allevatori che utilizzano metodi di produzione sostenibili subiscano gravi perdite di sostegno da parte dell'Unione europea;

13.  invita la Commissione a potenziare le misure di sostegno al sottore zootecnico nelle regioni meno favorite;

14.  invita la Commissione a impegnarsi attivamente al fine di semplificare e alleggerire l'onere burocratico per gli allevatori;

15.  ritiene necessario dotare l'Unione europea di uno strumento in grado di prevedere l'evoluzione dei mercati mondiali;

16.  invita la Commissione e gli Stati membri a tener conto dei costi elevati generati dal rispetto della legislazione in materia di benessere degli animali, in particolare visto che tali costi non sono considerati nella determinazione dei prezzi di vendita; invita pertanto la Commissione a garantire che le importazioni dai paesi terzi rispettino le norme dell'Unione europea in materia di benessere degli animali al fine di evitare una concorrenza sleale; sottolinea che nei prossimi anni i settori suinicolo e avicolo dovranno conformarsi a requisiti sempre più rigorosi senza ricevere alcun sostegno finanziario da parte dell'Unione europea;

17.  invita la Commissione a valutare l'impatto economico dell'introduzione di nuove norme in materia di benessere degli animali e sottolinea che, prima di procedere all'elaborazione di nuovi testi legislativi, è necessario garantire una corretta applicazione delle norme già in vigore, sia generali che specifiche;

18.  ritiene che i produttori primari siano messi alle strette, da una parte, dagli elevati prezzi delle loro forniture e, dall'altra, dai bassi prezzi al consumo dovuti alla forte posizione detenuta nella catena dell'offerta alimentare dalle industrie di trasformazione, di distribuzione e di rifornimento e non possono pertanto beneficiare pienamente dell'aumento dei prezzi della produzione;

19.  invita la Commissione a proporre il rafforzamento delle organizzazioni dei produttori in tutti i comparti zootecnici, onde consentire loro di negoziare prezzi migliori per i loro prodotti tenendo conto dei costi di produzione;

20.  chiede alla Commissione di garantire che le sue iniziative nei settori degli scambi e dell'agricoltura non siano in conflitto tra loro e di riconoscere l'esigenza di una serie equilibrata di obiettivi che garantiscano il progresso negli scambi e assicurino al tempo stesso un futuro sostenibile al settore dell'allevamento europeo;

21.  invita la Commissione a tutelare pienamente gli interessi dei produttori europei nei negoziati commerciali bilaterali con il Mercosur e con altri paesi terzi, evitando concessioni che potrebbero mettere a rischio la produzione zootecnica nell'Unione europea;

22.  chiede alla Commissione di garantire certezza giuridica per le importazioni di soia e di mais provenienti da paesi terzi mediante l'introduzione di una soglia pragmatica per la presenza accidentale di OGM non ancora autorizzati nell'Unione europea ma oggetto di esami scientifici;

23.  chiede alla Commissione europea di procedere a un riesame dell'attuale divieto riguardante le farine a base di carne e ossa per animali non ruminanti e di valutare la possibilità di revocare le restrizioni nelle situazioni che garantirebbero un livello massimo di sicurezza alimentare;

24.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1) Testi approvati, P7_TA(2010)0286.
(2) Testi approvati, P7_TA(2010)0302.
(3) Testi approvati, P7_TA(2010)0130.

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