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Procedura : 2010/3006(RSP)
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Testi presentati :

RC-B7-0707/2010

Discussioni :

PV 15/12/2010 - 18
CRE 15/12/2010 - 18

Votazioni :

PV 16/12/2010 - 6.7

Testi approvati :

P7_TA(2010)0492

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Giovedì 16 dicembre 2010 - Strasburgo
Situazione in Costa d'Avorio
P7_TA(2010)0492RC-B7-0707/2010

Risoluzione del Parlamento europeo del 16 dicembre 2010 sulla situazione in Costa d'Avorio

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla Costa d'Avorio,

–  viste le disposizioni del codice elettorale della Costa d'Avorio, in particolare la legge 2001-303 e il decreto 2008-133, segnatamente l'articolo 64,

–  vista la relazione interlocutoria della missione di monitoraggio elettorale dell'Unione europea,

–  visti il comunicato del presidente dell'Unione africana, la dichiarazione del Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana e il comunicato finale dell'Autorità dei capi di Stato e di governo sulla Costa d'Avorio, del 7 dicembre 2010, in occasione della seduta straordinaria della commissione dell'ECOWAS, tenutasi ad Abuja in Nigeria,

–  vista la dichiarazione dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE adottata il 3 dicembre 2010 a Kinshasa,

–  viste le dichiarazioni del vicepresidente/alto rappresentante Catherine Ashton sul processo elettorale, in particolare quella del 3 dicembre 2010, sui risultati delle elezioni in Costa d'Avorio, e quella del 1° dicembre 2010, sul secondo turno delle elezioni presidenziali in Costa d'Avorio,

–  vista la dichiarazione resa il 3 dicembre 2010 dal Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite in Costa d'Avorio, Young Jin Choi, sulla certificazione dei risultati del secondo turno delle elezioni presidenziali, svoltosi il 28 novembre 2010,

–  vista la dichiarazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dell'8 dicembre 2010,

–  viste le conclusioni sulla Costa d'avorio, adottate in occasione della 3058a sessione del Consiglio «Affari esteri» UE che si è tenuta il 13 dicembre 2010,

–  visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando lo svolgimento delle elezioni presidenziali in Costa d'Avorio e la grave crisi politica e istituzionale che ha inghiottito il paese dopo il secondo turno elettorale del 28 novembre 2010; che la campagna elettorale per il secondo turno delle elezioni è stata caratterizzata da un clima di tensione e atti di violenza che hanno provocato feriti e vari morti,

B.  considerando che, stando a relazioni di monitoraggio indipendenti, in particolare delle Nazioni Unite e dell'Unione europea, le elezioni - la cui organizzazione è costata 400 milioni di dollari - in genere si sono svolte in modo soddisfacente,

C.  considerando che la Commissione elettorale indipendente della Costa d'Avorio ha annunciato la vittoria di Alassane Ouattara, mentre il Consiglio costituzionale del paese ha ribaltato il risultato sostenendo che in alcune regioni si erano registrati dei brogli, dichiarando vincitore Gbagbo,

D.  considerando che il Consiglio costituzionale ha il dovere nei confronti del popolo ivoriano di applicare la legge con imparzialità e che la Costituzione, la legge 2001-303 e l'articolo 64 del decreto del 2008 gli assegnano solo il potere di annullare le elezioni presidenziali, ma non di proclamare risultati diversi da quelli della Commissione elettorale indipendente,

E.  considerando che due risoluzioni delle Nazioni Unite, adottate a seguito dell'accordo di pace del 2005, conferiscono alle Nazioni Unite l'incarico di certificare i risultati, e che questa è la prima volta che ciò avviene in Africa,

F.  considerando che il Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite ha certificato la qualità del processo elettorale in Costa d'Avorio e il fatto che i risultati resi noti dalla Commissione elettorale indipendente sono rappresentativi della volontà dei cittadini della Costa d'Avorio, e ha dichiarato vincitore delle elezioni Alassane Ouattara,

G.  considerando che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha accolto positivamente la comunicazione dei risultati provvisori da parte della Commissione elettorale indipendente della Costa d'Avorio e ha ribadito di essere pronto ad adottare opportune misure nei confronti di quanti ostacolano il processo di pace, e in particolare il lavoro della Commissione elettorale indipendente, come indicato al paragrafo 6 della risoluzione 1946(2010),

H.  considerando che l'unica fonte di legittimità democratica è il suffragio universale, i cui risultati sono stati certificati dalle Nazioni Unite,

I.  considerando che, in occasione del suo vertice straordinario del 7 dicembre 2010, la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) ha invitato Gbagbo a cedere il potere senza indugio e ha sospeso la Costa d'Avorio da tutte le sue attività fino a nuovo ordine,

J.  considerando che Bingu Wa Mutharika, Presidente dell'Unione africana (UA), ha ritenuto, nella sua dichiarazione ufficiale dell'8 dicembre 2010, che Gbagbo deve rispettare la volontà del popolo espressa attraverso le urne e rinunciare pacificamente al potere, al fine di evitare un altro bagno di sangue in Africa e che l'UA sta a fianco dell'ECOWAS e degli osservatori internazionali che hanno certificato la vittoria di Ouattara,

K.  considerando le inquietudini dei soggetti economici interessati i quali temono che la situazione attuale potrebbe comportare un impoverimento del paese e quindi della popolazione nonché di tutta l'Africa occidentale, dal momento che la Costa d'Avorio rappresenta il 40% del PIL dell'Unione economica e monetaria dell'Africa occidentale,

L.  considerando che il Presidente uscente ha la responsabilità di consentire una transizione pacifica che mantenga la pace civile, il che è indispensabile per il futuro della Costa d'Avorio, ritirandosi ed evitando così di infliggere ulteriori sofferenze al suo popolo e alla regione,

1.  ritiene che l'unica fonte di legittimità democratica sia il suffragio universale, i cui risultati sono stati certificati dalle Nazioni Unite, e chiede quindi a Gbagbo di ritirarsi e di cedere il potere ad Alassane Ouattara;

2.  esorta tutte le forze politiche ed armate della Costa d'Avorio a rispettare la volontà popolare sancita dai risultati del voto del 28 novembre 2010 comunicati dalla Commissione elettorale indipendente e certificati dal Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite;

3.  deplora i violenti scontri che hanno preceduto la proclamazione dei risultati del secondo turno delle elezioni presidenziali in Costa d'Avorio ed esprime la sua più profonda solidarietà alle vittime e ai loro familiari; deplora altresì l'ostruzionismo politico ed i tentativi di intimidazione nei confronti dei membri della Commissione elettorale indipendente, che hanno finito per ritardare la comunicazione dei risultati provvisori, ostacolando così il normale corso del processo elettorale democratico;

4.  deplora vivamente la decisione del Consiglio costituzionale ivoriano, i cui membri sono stati tutti nominati dal Presidente uscente, di modificare i risultati annunciati dalla Commissione elettorale, violando la legge che ha il compito di far rispettare, e ritiene che tale decisione sia contraria al desiderio espresso dal popolo della Costa d'Avorio attraverso le urne;

5.  sottolinea l'importanza della decisione da parte dell'UA di sospendere la Costa d'Avorio da ogni partecipazione alle attività dell'Organizzazione fino a quando il presidente democraticamente eletto, Alassane Ouattara, non eserciterà effettivamente il potere;

6.  si compiace delle dichiarazioni dei vari attori della comunità internazionale che hanno espresso sostegno al processo elettorale in Costa d'Avorio e riconoscono Alassane Ouattara come legittimo vincitore della consultazione;

7.  sostiene con vigore gli sforzi dell'Unione africana e dell'ECOWAS per scongiurare la violenza e garantire il riconoscimento del governo legittimo;

8.  accorda piena fiducia al Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite, responsabile della certificazione dei risultati;

9.  esprime profonda preoccupazione per l'attuale stallo politico postelettorale regnante nel paese e per le notizie di atti di violenza in cui sarebbero coinvolte, in alcuni casi, le forze di sicurezza ivoriane; sottolinea la necessità di monitorare da vicino la situazione nel paese ed i presunti atti di violenza,

10.  deplora le violenze che hanno avuto luogo e ritiene prioritario proteggere i civili; invita tutte le parti interessate in Costa d'Avorio ad evitare qualsiasi rischio di escalation di tensione e ad evitare lo scontro; chiede pertanto un intervento per ripristinare il funzionamento democratico delle istituzioni nel solo interesse del popolo ivoriano e del mantenimento della pace;

11.  accoglie con favore tutti gli sforzi di mediazione ed invita tutte le forze politiche della Costa d'Avorio ad appoggiare attivamente una transizione pacifica, evitando così la divisione del paese;

12.  condanna fermamente gli atti di intimidazione nei confronti degli osservatori dell'Unione europea in Costa d'Avorio, che hanno costretto la missione a ritirarsi per ragioni di sicurezza;

13.  deplora la sospensione dei media non governativi in Costa d'Avorio; ricorda che è essenziale che tutto il popolo della Costa d'Avorio goda di pieno accesso ad un'informazione pluralistica e diversificata dei media, e invita le autorità ivoriane a ripristinare immediatamente l'equo accesso ai media di Stato;

14.  appoggia la decisione dell'Unione europea di imporre sanzioni contro Laurent Gbagbo e accoglie con favore la decisione del Consiglio dell'UE di adottare misure mirate contro chi ostacola il processo di pace e di riconciliazione nazionale, e in particolare contro chi sta mettendo a rischio l'esito del processo elettorale; invita il vicepresidente/alto rappresentante Catherine Ashton a presentare al più presto nuove iniziative a sostegno delle autorità democraticamente elette in Costa d'Avorio;

15.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, al vicepresidente/alto rappresentante dell'Unione europea Catherine Ashton, al Consiglio di sicurezza e al Segretario generale delle Nazioni Unite, all'ONUCI, alle istituzioni dell'Unione africana, all'ECOWAS, all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE nonché agli Stati membri dell'Unione europea.

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