Protezione degli animali utilizzati a fini scientifici ***II
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Risoluzione legislativa del Parlamento europeo dell'8 settembre 2010 relativa alla posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici (06106/1/2010 – C7-0147/2010 – 2008/0211(COD))
(Procedura legislativa ordinaria: seconda lettura)
Il Parlamento europeo,
– vista la posizione del Consiglio in prima lettura (06106/1/2010 – C7-0147/2010),
– vista la proposta della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio (COM(2008)0543),
– visti l'articolo 251, paragrafo 2, e l'articolo 95, paragrafo 1, del trattato CE, a norma dei quali la proposta gli è stata presentata dalla Commissione (C6-0391/2008),
– vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dal titolo «Ripercussioni dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona sulle procedure decisionali interistituzionali in corso» (COM(2009)0665),
– visti l'articolo 294, paragrafo 7, e l'articolo 114, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
– visto il parere del Comitato economico e sociale europeo del 13 maggio 2009(2),
– visti gli articoli 70 e 72 del suo regolamento,
– vista la raccomandazione per la seconda lettura della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (A7-0230/2010),
1. approva la posizione del Consiglio;
2. constata che l'atto è adottato in conformità della posizione del Consiglio;
3. incarica il suo Presidente di firmare l'atto, congiuntamente al Presidente del Consiglio, a norma dell'articolo 297, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea;
4. incarica il suo Segretario generale di firmare l'atto, previa verifica che tutte le procedure siano state debitamente espletate, e di procedere, d'intesa con il Segretario generale del Consiglio, alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la posizione del Parlamento al Consiglio e alla Commissione nonché ai parlamenti nazionali.
Orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione *
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Risoluzione legislativa del Parlamento europeo dell'8 settembre 2010 sulla proposta di decisione del Consiglio sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione. Parte II degli orientamenti integrati di Europa 2020 (COM(2010)0193 – C7-0111/2010 – 2010/0115(NLE))
– vista la proposta della Commissione al Consiglio (COM(2010)0193),
– visto l'articolo 148, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, a norma del quale è stato consultato dal Consiglio (C7-0111/2010),
– visto l'articolo 55 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali e i pareri della commissione per i problemi economici e monetari e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A7-0235/2010),
1. approva la proposta della Commissione quale emendata;
2. invita la Commissione a modificare di conseguenza la sua proposta, in conformità dell'articolo 293, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea;
3. invita il Consiglio ad informarlo qualora intenda discostarsi dal testo approvato dal Parlamento;
4. chiede al Consiglio di consultarlo nuovamente qualora intenda modificare sostanzialmente la proposta della Commissione;
5. reitera l'appello da tempo rivolto alla Commissione e al Consiglio al fine di garantire che il Parlamento disponga del tempo necessario, e in ogni caso non meno di cinque mesi, per svolgere il ruolo consultivo che gli è attribuito dall'articolo 148, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea nel contesto della revisione degli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione;
6. incarica il suo Presidente di trasmettere la posizione del Parlamento al Consiglio e alla Commissione.
Testo della Commissione
Emendamento
Emendamento 1 Proposta di decisione Considerando 1 bis (nuovo)
(1 bis)L'articolo 157, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea prevede che il Parlamento europeo e il Consiglio adottino misure che assicurino l'applicazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento tra uomini e donne in materia di impiego e occupazione, ivi compreso il principio della parità delle retribuzioni per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore.
Emendamento 2 Proposta di decisione Considerando 2
(2) Il trattato sull'Unione europea sancisce nell'articolo 3, paragrafo 3 che l'Unione combatte l'esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali e dispone che l'Unione prenda iniziative per assicurare il coordinamento delle politiche sociali degli Stati membri. L'articolo 9 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea stabilisce che nella definizione e nell'attuazione delle sue politiche e azioni l'Unione tenga conto delle esigenze connesse con la garanzia di un'adeguata protezione sociale e la lotta contro l'esclusione sociale.
(2) Il trattato sull'Unione europea sancisce nell'articolo 3, paragrafo 3, che l'Unione mira a conseguire la piena occupazione e il progresso sociale, combatte l'esclusione sociale e le discriminazioni, promuove la giustizia e la protezione sociali e dispone che l'Unione prenda iniziative per assicurare il coordinamento delle politiche sociali degli Stati membri. L'articolo 9 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea stabilisce che nella definizione e nell'attuazione delle sue politiche e azioni l'Unione tenga conto delle esigenze connesse con la promozione di un elevato livello di occupazione, la garanzia di un'adeguata protezione sociale, la lotta contro l'esclusione sociale e un elevato livello di istruzione e formazione.
Emendamento 3 Proposta di decisione Considerando 2 bis (nuovo)
(2 bis)L'articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea sancisce che, in tutte le sue azioni, l'Unione mira ad eliminare le ineguaglianze, e a promuovere la parità, tra uomini e donne. L'articolo 10 aggiunge che, nella definizione e nell'attuazione delle sue politiche e azioni, l'Unione mira a combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale. L'articolo 2 del trattato sull'Unione europea dichiara che la società europea è caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini.
Emendamento 4 Proposta di decisione Considerando 4
(4) La strategia di Lisbona lanciata nel 2000 era basata sulla consapevolezza che l«UE doveva migliorare la sua produttività e la sua competitività, rafforzando nel contempo la coesione sociale, per far fronte alla concorrenza mondiale, ai cambiamenti tecnologici e all'invecchiamento della popolazione. La strategia di Lisbona è stata rilanciata nel 2005 a seguito di un riesame intermedio che ha conferito maggiore centralità alla crescita, da un lato, e al miglioramento quantitativo e qualitativo dell'occupazione.
(4) La strategia di Lisbona lanciata nel 2000 era basata sulla consapevolezza che l«Unione europea doveva migliorare la sua produttività e la sua competitività attraverso la conoscenza e ricreare le condizioni per la piena occupazione, rafforzando nel contempo la coesione sociale e regionale, per far fronte alla concorrenza mondiale, ai cambiamenti tecnologici e all'invecchiamento della popolazione. La strategia di Lisbona è stata rilanciata nel 2005 a seguito di un riesame intermedio che ha conferito maggiore centralità alla crescita, da un lato, e al miglioramento quantitativo e qualitativo dell'occupazione.
Emendamento 5 Proposta di decisione Considerando 5
(5) La strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione ha contribuito a creare un consenso sull'impostazione generale delle politiche economiche e occupazionali dell«UE. Nel 2005 il Consiglio ha adottato nell'ambito di tale strategia indirizzi di massima per le politiche economiche e orientamenti in materia di occupazione, che sono stati riveduti nel 2008. I 24 orientamenti hanno posto le basi dei programmi nazionali di riforma, definendo le principali priorità per le riforme macroeconomiche, microeconomiche e del mercato del lavoro per l'intera UE. L'esperienza dimostra tuttavia che le priorità definite dagli orientamenti non erano sufficientemente chiare e che i collegamenti tra di essi non erano abbastanza forti, il che ne ha limitato l'impatto sull'elaborazione delle politiche nazionali.
(5) La strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione avrebbe dovuto contribuire a definire l'impostazione generale delle politiche economiche e occupazionali dell«Unione europea. Nel 2005 il Consiglio ha adottato nell'ambito di tale strategia indirizzi di massima per le politiche economiche e orientamenti in materia di occupazione, che sono stati riveduti nel 2008. I 24 orientamenti hanno posto le basi dei programmi nazionali di riforma, definendo le principali priorità per le riforme macroeconomiche, microeconomiche e del mercato del lavoro per l'intera Unione europea. L'esperienza dimostra tuttavia che gli orientamenti non fissavano obiettivi sufficientemente vincolanti per una partecipazione sociale, politica e culturale di tutte le persone che risiedono nell'Unione europea e per un'economia sostenibile e che i collegamenti tra le priorità avrebbero dovuto essere più forti. In ultima analisi, gli obiettivi fondamentali della strategia non hanno potuto essere realizzati anche perché gli Stati membri non hanno fatto propri detti orientamenti.
Emendamento 6 Proposta di decisione Considerando 5 bis (nuovo)
(5 bis)A prescindere da nuove iniziative legislative dell'Unione europea orientate al sociale, è necessario che l'Unione europea migliori in modo significativo le politiche esistenti e la relativa attuazione.
Emendamento 7 Proposta di decisione Considerando 6
(6) La crisi finanziaria ed economica iniziata nel 2008 ha provocato pesanti perdite di posti di lavoro e di produzione potenziale e un gravissimo deterioramento delle finanze pubbliche. Il piano europeo di ripresa economica, tuttavia, ha aiutato gli Stati membri ad affrontare la crisi, in parte mediante uno stimolo di bilancio coordinato, mentre l'euro ha costituito un'ancora per la stabilità macroeconomica. La crisi ha dimostrato pertanto che, se rafforzato e reso efficace, il coordinamento delle politiche economiche dell«UE può dare ottimi risultati. La crisi ha evidenziato altresì la stretta interdipendenza fra le economie e i mercati del lavoro degli Stati membri.
(6) La crisi finanziaria ed economica iniziata nel 2008 ha provocato pesanti perdite di posti di lavoro e di produzione potenziale e un gravissimo deterioramento delle finanze pubbliche. Il piano europeo di ripresa economica, tuttavia, ha aiutato gli Stati membri ad affrontare la crisi, in parte mediante uno stimolo di bilancio coordinato. La crisi, tuttora in atto, evidenzia l'assenza di meccanismi efficaci per reagire prontamente ai suoi segnali e dimostra pertanto che, se rafforzato e reso efficace, il coordinamento delle politiche economiche dell«Unione europea può dare ottimi risultati fermo restando il rispetto del principio di sussidiarietà. La crisi evidenzia altresì la stretta interdipendenza fra le economie e i mercati del lavoro degli Stati membri, per cui anche il pieno sfruttamento del potenziale del mercato interno rientra tra i principali strumenti per rafforzare la competitività europea, e rende inoltre necessario procedere a una vasta revisione dei meccanismi attraverso gli obiettivi occupazionali e sociali, che continueranno ad essere garantiti.
Emendamento 8 Proposta di decisione Considerando 7
(7) La Commissione ha proposto di definire una nuova strategia per il prossimo decennio, denominata Europa 2020, per consentire all'Unione di uscire più forte dalla crisi e di far progredire la sua economia verso una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Cinque obiettivi principali, elencati negli orientamenti corrispondenti, costituiscono traguardi comuni su cui deve basarsi l'azione degli Stati membri e dell'Unione. Gli Stati membri devono adoperarsi con il massimo impegno per conseguire i traguardi nazionali ed eliminare gli ostacoli che frenano la crescita.
(7) La Commissione ha proposto di definire una nuova strategia per il prossimo decennio, denominata Europa 2020, per consentire all'Unione europea di uscire più forte dalla crisi e anche di reagire più efficacemente a futuri sconvolgimenti e crisi e di far progredire la sua economia verso una crescita solida, ecologicamente ed economicamente sostenibile e inclusiva, accompagnata da elevati livelli di occupazione, produttività e coesione sociale. Gli obiettivi principali, elencati negli orientamenti corrispondenti, costituiscono traguardi comuni su cui deve basarsi l'azione degli Stati membri e dell'Unione. Gli Stati membri dovrebbero impegnarsi a conseguire i traguardi nazionali. Essi dovrebbero concentrarsi sull'incremento dell'occupazione e rimuovere gli ostacoli alla crescita che derivano dalla legislazione, dalla burocrazia o da un'errata allocazione nazionale delle risorse.
Emendamento 9 Proposta di decisione Considerando 8
(8) Nell'ambito di strategie globali di uscita dalla crisi economica, gli Stati membri devono attuare riforme ambiziose per garantire la stabilità macroeconomica e la sostenibilità delle finanze pubbliche, migliorare la competitività, ridurre gli squilibri macroeconomici e migliorare le prestazioni del mercato del lavoro. Il ritiro dello stimolo fiscale deve essere operato e coordinato nell'ambito del patto di stabilità e crescita.
(8) Nell'ambito di strategie globali di uscita dalla crisi economica e di strategie per creare le condizioni per la crescita, gli Stati membri devono attuare e mantenere riforme strutturali volte a garantire la stabilità macroeconomica, la promozione di nuovi e migliori posti di lavoro e la sostenibilità delle finanze pubbliche, migliorare la competitività e la produttività, ridurre gli squilibri macroeconomici, rafforzare la coesione sociale, combattere la povertà e migliorare le prestazioni del mercato del lavoro. Il ritiro graduale dello stimolo fiscale, da avviare non appena sarà assicurata una ripresa sostenibile dell'economia,dovrebbe essere operato e coordinato, tra l'altro, nell'ambito del patto di stabilità e crescita. Tuttavia, per raggiungere concretamente gli obiettivi di una coesione economica e sociale sostenibile, è necessario superare i grandi squilibri macroeconomici e le disparità tra gli Stati membri.
Emendamento 10 Proposta di decisione Considerando 8 bis (nuovo)
(8 bis)La strategia Europa 2020 dovrebbe mettere al primo posto le persone e la protezione dell'ambiente ed essere volta a uscire dalla crisi ed evitare un nuovo collasso economico e sociale, dovrebbe essere strettamente coordinata con la politica strutturale e di coesione e rinvigorire nel medio e lungo termine le economie europee e affrontare le sfide del mercato del lavoro originate dall'invecchiamento della società.
Emendamento 11 Proposta di decisione Considerando 9
(9) Nell'ambito della strategia Europa 2020 gli Stati membri devono attuare riforme finalizzate a una «crescita intelligente», guidata dalla conoscenza e dall'innovazione. Le riforme devono puntare a migliorare la qualità dell'istruzione, a garantire l'accesso a tutti e a migliorare i risultati della ricerca e delle imprese onde promuovere l'innovazione e il trasferimento delle conoscenze in tutta l«UE. Le riforme devono incoraggiare l'imprenditoria e contribuire a trasformare le idee creative in prodotti, servizi e processi che permettano di stimolare la crescita, creare posti di lavoro di qualità, favorire la coesione territoriale, economica e sociale e gestire meglio le sfide proprie della società europea e mondiale. In tale contesto, è di fondamentale importanza sfruttare appieno le tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
(9) Nell'ambito della strategia Europa 2020 gli Stati membri devono attuare riforme finalizzate a una «crescita intelligente», guidata dalla conoscenza e dall'innovazione. Le riforme dovrebbero puntare a migliorare la qualità dell'istruzione, a garantire l'accesso a tutti, a recuperare la dispersione scolastica e formativa, a consentire, attraverso l'affermazione del diritto individuale all'apprendimento permanente, di sviluppare, riconoscere e certificare le competenze, e a migliorare i risultati della ricerca e delle imprese onde promuovere l'innovazione e il trasferimento delle conoscenze in tutta l'Unione europea, così da contribuire all'eliminazione degli squilibri regionali e prevenire la «fuga dei cervelli». Le riforme dovrebbero incoraggiare l'imprenditoria e lo sviluppo delle piccole e medie imprese (PMI) e contribuire a trasformare le idee creative in prodotti innovativi, in servizi e processi innovativi, validi dal punto di vista sociale, che permettano di stimolare la crescita, creare posti di lavoro di qualità e sostenibili, favorire la coesione territoriale, economica e sociale e gestire meglio le sfide proprie della società europea e mondiale. In tale contesto, è di fondamentale importanza sfruttare appieno le tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
Emendamento 12 Proposta di decisione Considerando 9 bis (nuovo)
(9 bis)Per stimolare la crescita economica, gli Stati membri dovrebbero contrastare le misure che la rallentano, come ad esempio gli oneri burocratici, l'eccesso di regolamentazione e norme, le imposte elevate e le tendenze protezionistiche.
Emendamento 13 Proposta di decisione Considerando 9 ter (nuovo)
(9 ter)La realizzazione di un mercato unico coeso ed efficiente è un elemento essenziale per garantire i risultati macroeconomici complessivi dell'Unione europea; in particolare, è fondamentale che la solidità dell'unione economica e monetaria apporti benefici economici, rilanci la crescita e crei nuove opportunità di lavoro.
Emendamento 60 Proposta di decisione Considerando 9 quater (nuovo)
(9 quater)In fase di pianificazione e di attuazione dei programmi nazionali di riforma tenendo conto degli orientamenti contenuti nell'allegato, gli Stati membri dovrebbero garantire una governance efficace delle politiche occupazionali e sociali. I soggetti interessati, anche a livello regionale e locale, nonché quelli su cui incidono i vari aspetti di Europa - 2020, gli organi parlamentari e le parti sociali dovrebbero essere strettamente associati all'intero processo di definizione, attuazione, monitoraggio e valutazione di tali programmi, compresa la fissazione degli obiettivi e indicatori. È necessario che gli Stati membri monitorino da vicino l'impatto occupazionale e sociale delle riforme attuate nell'ambito dei rispettivi programmi nazionali di riforma.
Emendamento 14 Proposta di decisione Considerando 10
(10) I programmi di riforma degli Stati membri devono puntare anche a una «crescita sostenibile». Crescita sostenibile significa costruire un'economia efficiente sotto il profilo delle risorse, sostenibile e competitiva, assicurare un'equa ripartizione di costi e benefici e avvalersi del ruolo guida dell'Europa per sviluppare nuovi processi e tecnologie, comprese le tecnologie verdi. Gli Stati membri devono intraprendere le riforme necessarie per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e garantire un uso efficiente delle risorse. Gli Stati membri devono inoltre migliorare il clima imprenditoriale, favorire la creazione di posti di lavoro verdi e modernizzare la propria base industriale.
(10) I programmi di riforma degli Stati membri dovrebbero puntare anche, sulla base di posti di lavoro dignitosi, a una «crescita sostenibile». Crescita sostenibile significa costruire un'economia efficiente sotto il profilo delle risorse, sostenibile e competitiva, assicurare un'equa ripartizione di costi e benefici, rendendo disponibili finanziamenti sufficienti per far fronte al processo di ristrutturazione, e avvalersi del ruolo guida dell'Europa per sviluppare nuovi processi e tecnologie, comprese in particolare le tecnologie verdi che creano maggiori posti di lavoro. Tali tecnologie dovrebbero essere rese accessibili, nei limiti del possibile, a tutte le aziende, comprese le microimprese e le PMI. Gli Stati membri dovrebbero intraprendere le riforme necessarie per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e garantire un uso efficiente delle risorse. Gli Stati membri devono inoltre migliorare il clima imprenditoriale, favorire la creazione di posti di lavoro sostenibili nella vecchia e nella nuova economia, anche attraverso l'organizzazione delle offerte formative e delle competenze necessarie per tali posti di lavoro, e modernizzare la propria base industriale, in particolare nel settore della riconversione.
Emendamento 15 Proposta di decisione Considerando 11
(11) Infine, i programmi di riforma degli Stati membri devono puntare anche a una «crescita inclusiva». Crescita inclusiva significa costruire una società coesa in cui i cittadini possano prepararsi ai cambiamenti e gestirli così da partecipare attivamente alla società e all'economia. Le riforme degli Stati membri devono pertanto garantire a tutti accesso e opportunità in tutto l'arco della vita, in modo da ridurre la povertà e l'esclusione sociale eliminando i fattori che ostacolano la partecipazione al mercato del lavoro, specialmente per le donne, i lavoratori più anziani, i giovani, i disabili e i migranti legali. Occorre inoltre estendere i benefici della crescita economica a tutti i cittadini e a tutte le regioni. I programmi di riforma degli Stati membri, quindi, devono puntare in via prioritaria a garantire il buon funzionamento dei mercati occupazionali mediante investimenti finalizzati al buon esito delle transizioni, allo sviluppo di competenze appropriate, al miglioramento qualitativo dei posti di lavoro e alla lotta contro la segmentazione, la disoccupazione strutturale e l'inattività, assicurando al tempo stesso una protezione sociale adeguata e sostenibile e un'inclusione attiva per ridurre la povertà.
(11) Infine, i programmi di riforma degli Stati membri dovrebbero puntare anche a una «crescita inclusiva». Crescita inclusiva significa costruire una società coesa in cui i cittadini possano prepararsi ai cambiamenti, in particolare quelli introdotti dalle nuove tecnologie, dall'automazione e dalla rivoluzione informatica, e gestirli, al fine di partecipare attivamente alla società e all'economia. Le riforme degli Stati membri dovrebbero pertanto garantire a tutti accesso e opportunità in tutto l'arco della vita, in modo da ridurre la povertà e l'esclusione sociale eliminando i fattori che ostacolano la partecipazione al mercato del lavoro, specialmente per le donne, i lavoratori più anziani, i giovani, le persone che prestano assistenza, le persone con disabilità, i lavoratori non qualificati, le minoranze, in particolare i rom, i migranti legali e quanti non sono in grado di partecipare al mercato del lavoro. Con l'introduzione degli opportuni strumenti, gli Stati membri dovrebbero inoltre estendere i benefici della crescita economica a tutti i cittadini e a tutte le regioni. I programmi di riforma degli Stati membri, quindi, devono puntare in via prioritaria a garantire il buon funzionamento dei mercati occupazionali mediante investimenti finalizzati al buon esito delle transizioni, ai sistemi di formazione e allo sviluppo delle competenze che corrispondono alle esigenze del mercato del lavoro, al miglioramento della qualità dei posti di lavoro e della parità di genere, alla lotta contro la segmentazione, apportando la sicurezza ai lavoratori in tutte le forme di occupazione, come pure alla lotta contro la discriminazione, la disoccupazione strutturale e l'inattività, in particolare tra i giovani, assicurando al tempo stesso una protezione sociale adeguata e sostenibile e un'inclusione attiva per ridurre la povertà.
Emendamento 16 Proposta di decisione Considerando 11 bis (nuovo)
(11 bis )Nel contesto dell'obiettivo della «crescita inclusiva» gli Stati membri dovrebbero, su iniziativa della Commissione, stabilire un quadro legislativo adeguato per le nuove forme di lavoro. Tale quadro dovrebbe mirare ad assicurare forme flessibili di lavoro, evitando allo stesso tempo la segmentazione del mercato del lavoro e garantendo una protezione completa dei diritti individuali e collettivi dei lavoratori, compresa la conciliazione tra vita professionale e privata, oltre a una protezione sociale adeguata per i lavoratori.
Emendamento 61 Proposta di decisione Considerando 11 ter
(11 ter)L'obiettivo dei programmi di riforma degli Stati membri dovrebbe essere quello di promuovere una crescita capace di favorire l'occupazione sulla base di un lavoro dignitoso, come promosso dall'OIL, e del «buon lavoro», come principi guida che dovrebbero governare sia la creazione di occupazione che l'integrazione nel mercato del lavoro. In tale contesto, va tutelata e rafforzata la parità di trattamento e di retribuzione a parità di lavoro nello stesso luogo, come stabilito negli articoli 18 e 157 TFUE. Particolare attenzione dovrebbe essere prestata anche alla riduzione della povertà nei confronti del crescente numero di lavoratori poveri, e alla lotta contro la povertà infantile.
Emendamento 17 Proposta di decisione Considerando 12
(12) Le riforme strutturali dell'Unione europea e degli Stati membri possono dare un contributo effettivo alla crescita e all'occupazione purché rafforzino la competitività dell«UE nell'economia mondiale, offrano nuovi sbocchi agli esportatori europei e assicurino un accesso competitivo alle importazioni vitali. Pertanto, le riforme devono tener conto delle proprie implicazioni in termini di competitività esterna per stimolare la crescita e la partecipazione dell'Europa ai mercati aperti ed equi di tutto il mondo.
(12) Le riforme strutturali dell'Unione europea e degli Stati membri possono dare un contributo effettivo a una crescita qualitativa e all'occupazione sostenibile e di qualità, purché reagiscano adeguatamente alla perdurante crisi economica e finanziaria e rafforzino così la competitività dell«Unione europea nell'economia mondiale, offrano nuovi sbocchi agli esportatori europei e assicurino un accesso competitivo alle importazioni vitali. Pertanto, le riforme dovrebbero tener conto delle proprie implicazioni in termini di competitività esterna per stimolare la crescita nell'Unione europea e la partecipazione ai mercati aperti ed equi di tutto il mondo; in questo contesto, l'Unione europea dovrebbe propugnare una rigorosa vigilanza globale sugli attori che influenzano in modo determinante l'occupazione, la mobilità del lavoro e i prodotti finanziari sociali come le pensioni.
Emendamento 18 Proposta di decisione Considerando 13
(13) La strategia Europa 2020 deve essere sostenuta da una serie integrata di politiche, che gli Stati membri devono attuare integralmente e allo stesso ritmo per assicurare le ricadute positive delle riforme strutturali coordinate.
(13) La strategia Europa 2020 deve essere sostenuta da una serie integrata di politiche, che gli Stati membri dovrebbero attuare efficacemente, tenendo debitamente conto della situazione nazionale e delle proprie particolari difficoltà, per assicurare le ricadute positive delle riforme strutturali coordinate. Dovrebbe essere garantita la coerenza tra le azioni intraprese dagli Stati membri nei settori economico, sociale e dell'occupazione.
Emendamento 19 Proposta di decisione Considerando 13 bis (nuovo)
(13 bis)È essenziale creare le condizioni per l'ingresso delle donne e delle ragazze nei settori in cui le donne sono fortemente sottorappresentate e lottare contro gli stereotipi che ancora dominano in tali professioni, al fine di garantire sia l'uguaglianza di genere che l'offerta per il mercato del lavoro. Tutte le politiche e le misure nel quadro della strategia Europa 2020 devono pertanto favorire decisamente la parità di opportunità e l'uguaglianza di genere e devono integrare la prospettiva di genere, il che comprende le iniziative volte a rafforzare i diritti delle donne e a combattere la discriminazione nei confronti delle donne. I regimi previdenziali dovrebbero essere oggetto di revisione al fine di eliminare i fattori che producono disparità di genere. Occorre migliorare le condizioni di lavoro nei settori in cui le donne sono sovra-rappresentate, affrontare il problema del lavoro part-time non volontario e rafforzare la parità di genere nell'ambito della formazione e dell'istruzione. Entro il 2020, il divario retributivo tra uomini e donne dovrebbe essere ridotto a una quota compresa tra lo 0 e il 5%. Aumentare l'offerta di servizi assistenziali universali accessibili, abbordabili, flessibili e di alta qualità, in particolare l'accesso alle strutture per la custodia dell'infanzia, è un modo importante di facilitare e promuovere il processo verso l'uguaglianza di genere.
Emendamento 20 Proposta di decisione Considerando 13 ter (nuovo)
(13 ter)Gli Stati membri dovrebbero prendere in considerazione la strategia Europa 2020, e in particolare i suoi aspetti occupazionali e sociali, nella programmazione ed esecuzione dei finanziamenti dell'Unione europea, compresi quelli a titolo del Fondo sociale europeo, del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo di coesione. Occorre sottolineare l'importanza di un uso più esteso delle sinergie e delle complementarità tra i diversi strumenti finanziari disponibili, al fine di raggiungere i complessi obiettivi della strategia UE 2020 di una crescita intelligente, inclusiva e verde e di fornire un sostegno più efficace alle microregioni più svantaggiate e ai gruppi più vulnerabili che risentono di complessi svantaggi pluridimensionali. L'utilizzo dei finanziamenti dell'Unione europea deve ridurre il numero di ostacoli burocratici e agevolare gli interventi a più lungo termine.
Emendamento 62 Proposta di decisione Considerando 13 quater (nuovo)
(13 quater)Basandosi sull'importanza della politica di coesione nel sostenere l'occupazione e l'inclusione sociale, nel sostenere le regioni nel superamento delle loro difficoltà socio-economiche e nella riduzione delle disparità, come pure nell'accogliere le specificità regionali, gli Stati membri dovrebbero collaborare al fine di organizzare, integrare, coordinare e adeguare i propri obiettivi nazionali internamente e reciprocamente, in modo tale da ridurre gli squilibri di materia di sviluppo economico tra le regioni.
Emendamento 21 Proposta di decisione Considerando 14
(14) Sebbene i presenti orientamenti siano destinati agli Stati membri, la strategia Europa 2020 deve essere attuata in partenariato con tutte le autorità nazionali, regionali e locali e in stretta collaborazione con i parlamenti, le parti sociali e i rappresentanti della società civile, che contribuiranno all'elaborazione dei programmi nazionali di riforma, alla loro attuazione e alla comunicazione globale sulla strategia.
(14) Sebbene i presenti orientamenti siano destinati agli Stati membri, la strategia Europa 2020 dovrebbe essere attuata in partenariato con tutte le autorità nazionali, regionali e locali e in stretta collaborazione con i parlamenti, le parti sociali e i rappresentanti della società civile, che contribuiranno all'elaborazione dei programmi nazionali di riforma, alla loro attuazione e alla comunicazione globale sulla strategia, poiché le politiche sociali devono rispecchiare le circostanze e le preferenze locali.
Emendamento 22 Proposta di decisione Considerando 14 bis (nuovo)
(14 bis)Al fine di garantire l'applicazione degli orientamenti per le politiche a favore dell'occupazione negli Stati membri, occorre perfezionare il metodo di coordinamento aperto, dato che il suo impatto negli Stati membri è troppo modesto.
Emendamento 23 Proposta di decisione Considerando 15
(15) Integra la strategia Europa 2020 una serie più limitata di orientamenti, che sostituisce i precedenti 24 e affronta in modo coerente questioni riguardanti l'occupazione e la politica economica in senso lato. Gli orientamenti per le politiche a favore dell'occupazione degli Stati membri, allegati alla presente decisione, sono strettamente legati agli orientamenti per le politiche economiche degli Stati membri e dell'Unione allegati alla raccomandazione […] del Consiglio del […], insieme ai quali costituiscono gli «orientamenti integrati di Europa 2020».
(15) Integra la strategia Europa 2020 una serie di orientamenti, che sostituisce i precedenti ventiquattro e affronta in modo coerente questioni riguardanti l'occupazione, il consolidamento della coesione sociale e la politica economica in senso lato. Gli orientamenti per le politiche a favore dell'occupazione degli Stati membri, allegati alla presente decisione, sono strettamente legati agli orientamenti per le politiche economiche degli Stati membri e dell'Unione allegati alla raccomandazione […] del Consiglio del […], insieme ai quali costituiscono gli «orientamenti integrati di Europa 2020».
Emendamento 24 Proposta di decisione Considerando 16
(16) Questi nuovi orientamenti integrati, che riflettono le conclusioni del Consiglio europeo, danno agli Stati membri indicazioni precise su come definire e attuare i propri programmi nazionali di riforma, tenendo conto dell'interdipendenza e in linea con il patto di stabilità e crescita. Gli orientamenti saranno alla base di tutte le eventuali raccomandazioni specifiche per paese rivolte dal Consiglio agli Stati membri. Costituiranno inoltre la base per la redazione della relazione comune sull'occupazione inviata annualmente dal Consiglio e dalla Commissione al Consiglio europeo.
(16) Questi nuovi orientamenti integrati, che riflettono le conclusioni del Consiglio europeo, danno agli Stati membri indicazioni precise su come definire e attuare i propri programmi nazionali di riforma, tenendo conto dell'interdipendenza e in linea con il patto di stabilità e crescita. Gli orientamenti saranno alla base di tutte le eventuali raccomandazioni specifiche per paese rivolte dal Consiglio agli Stati membri, tenendo conto dei diversi punti di partenza degli Stati membri. Costituiranno inoltre la base per la redazione della relazione comune sull'occupazione inviata annualmente dal Consiglio e dalla Commissione al Consiglio europeo.
Emendamento 63 Proposta di decisione Considerando 16 bis (nuovo)
(16 bis)Gli obiettivi principali elencati nei rispettivi orientamenti dovrebbero guidare gli Stati membri nel definire gli obiettivi e i sotto-obiettivi nazionali, con particolare attenzione all'aumento dell'occupazione e alla riduzione della disoccupazione tra i gruppi più vulnerabili, compresi i giovani, nell'aumentare i livelli di istruzione, nel ridurre i tassi di abbandono scolastico e nel sottrarre le persone alla povertà. I progressi verso il raggiungimento degli obiettivi e dei sotto-obiettivi dovrebbero essere attentamente monitorati e valutati alla luce degli obiettivi di Europa 2020, e, se del caso, in fase di revisione degli orientamenti per l'occupazione, sarebbe opportuno definire obiettivi e sotto-obiettivi rivisti o nuovi.
Emendamento 25 Proposta di decisione Considerando 17
(17) Sebbene debbano essere elaborati ogni anno, i presenti orientamenti dovrebbero rimanere globalmente stabili fino al 2014 per garantire che venga conferita la debita importanza alla loro applicazione,
(17) I presenti orientamenti dovrebbero rimanere globalmente stabili fino al 2020 per garantire che il raggiungimento degli obiettivi ivi fissati possa essere adeguatamente verificato. La valutazione degli obiettivi raggiunti dovrebbe avvenire con cadenza triennale,
Emendamento 26 Proposta di decisione Considerando 17 bis (nuovo)
(17 bis)Nel frattempo le misure introdotte e i relativi risultati dovrebbero essere analizzati a livello accademico e rivisti in modo critico.
Emendamento 27 Proposta di decisione Articolo 2
Le politiche occupazionali degli Stati membri tengono conto degli orientamenti contenuti nell'allegato e di esse si riferisce nei programmi nazionali di riforma. I programmi nazionali di riforma elaborati dagli Stati membri devono risultare in linea con gli obiettivi indicati negli «orientamenti integrati di Europa 2020».
Le politiche occupazionali degli Stati membri attuano gli orientamenti contenuti nell'allegato e i programmi nazionali di riforma. L'impatto occupazionale e sociale dei programmi nazionali di riforma, che devono risultare in linea con gli obiettivi indicati in tali orientamenti, deve essere attentamente monitorato.
Emendamento 28 Proposta di decisione Articolo 2 bis (nuovo)
Articolo 2 bis
In sede di definizione e di attuazione dei programmi nazionali di riforma alla luce degli orientamenti contenuti nell'allegato, gli Stati membri garantiscono una governance efficace delle politiche occupazionali e sociali. I soggetti interessati, anche a livello regionale e locale, nonché quelli su cui incidono i vari aspetti della strategia Europa 2020, gli organi parlamentari e le parti sociali sono strettamente associati all'intero processo di definizione, attuazione, monitoraggio e valutazione di tali programmi, compresa la fissazione di obiettivi e indicatori.
Gli obiettivi principali dell'Unione europea elencati nell'allegato sono accompagnati da adeguati sotto-obiettivi e indicatori, tra i quali indicatori di esito e di risultato, nonché da obiettivi, indicatori e quadri di valutazione nazionali. Gli Stati membri tengono conto di tali obiettivi e indicatori, unitamente agli orientamenti e alle raccomandazioni specifiche per paese rivolte loro dal Consiglio.
Gli Stati membri monitorano da vicino l'impatto occupazionale e sociale delle riforme attuate nell'ambito dei rispettivi programmi nazionali di riforma.
Nel riferire in merito all'applicazione degli orientamenti figuranti nell'allegato, gli Stati membri seguono la struttura che deve essere convenuta a livello dell'Unione e includono gli stessi elementi, al fine di garantire la chiarezza, la trasparenza e la comparabilità tra Stati membri.
Emendamento 29 Proposta di decisione Allegato – Orientamento 7 – titolo
Orientamento 7: aumentare la partecipazione al mercato del lavoro e ridurre la disoccupazione strutturale
Orientamento 7: creare nuovi e migliori posti di lavoro, ridurre la disoccupazione e aumentare la partecipazione al mercato del lavoro al 75% della popolazione attiva
Gli Stati membri definiranno i propri obiettivi nazionali per aumentare il tasso di occupazione di donne e uomini al 75% entro il 2020, con l'obiettivo di raggiungere la piena occupazione, in particolare attraverso una maggiore partecipazione al mercato del lavoro da parte di giovani, lavoratori più anziani, lavoratori scarsamente qualificati, persone con disabilità, minoranze, in particolare i rom, e una migliore integrazione degli immigrati legali. Inoltre, gli Stati membri dovranno definire i propri obiettivi nazionali in modo tale che la percentuale di donne e uomini della fascia di età tra i quindici e i ventiquattro anni che studiano, partecipano a una formazione o hanno un impiego raggiunga almeno il 90%.
Gli Stati membri sono chiamati ad aumentare il tasso di occupazione del 10% entro il 2014, concentrando gli sforzi su determinati gruppi:
– giovani di età compresa tra i quindici e i venticinque anni;
– lavoratori più anziani di età compresa tra i cinquanta e i sessantaquattro anni;
– donne;
– lavoratori non qualificati;
– persone con disabilità;
– persone provenienti da un contesto migratorio.
La percentuale dei disoccupati di lungo periodo dovrebbe essere ridotta del 10%.
Gli Stati membri sono chiamati ad integrare nelle loro politiche occupazionali i principi di flessicurezza appoggiati dal Consiglio europeo ed applicarli sfruttando pienamente il sostegno del Fondo sociale europeo al fine di aumentare la partecipazione al mercato del lavoro e combattere la segmentazione, l'inattività e la disuguaglianza di genere, riducendo nel contempo la disoccupazione strutturale. I provvedimenti volti a migliorare flessibilità e sicurezza dovranno risultare equilibrati e rafforzarsi a vicenda. Gli Stati membri dovranno pertanto introdurre una combinazione di contratti di lavoro flessibili ed affidabili, politiche attive del mercato del lavoro, formazione continua efficace, politiche a favore della mobilità dei lavoratori e sistemi di previdenza sociale adeguati e volti a garantire che quando intende cambiare di ruolo professionale il disoccupato abbia chiari i propri diritti e le proprie responsabilità e possa di conseguenza cercare attivamente un impiego.
Per raggiungere questo obiettivo, gli Stati membri sono chiamati a promuovere la crescita, creando in tal modo nuovi posti di lavoro dignitosi, a rafforzare il potenziale di innovazione dell'economia, in particolare delle PMI, e a liberare l'industria dalle barriere amministrative e non tariffarie. A tal fine gli Stati membri sono parimenti chiamati a sviluppare strumenti normativi e di supporto che tengano conto della diversità delle imprese e dei diritti dei lavoratori affinché tutte le forme di impresa usufruiscano di condizioni equivalenti per quanto concerne la concorrenza e la promozione. Per migliorare l'accesso delle donne e dei giovani al mercato del lavoro, tenendo conto delle sfide demografiche, si dovrebbero creare le condizioni per strutture idonee per la custodia dei bambini, affinché ogni bambino in età prescolare possa essere accudito al di fuori della famiglia e a ogni giovane possa essere proposto un vero lavoro o un'opportunità di formazione o di ulteriore istruzione entro quattro mesi dalla conclusione degli studi, in stretta collaborazione con le parti sociali. I disoccupati di lungo periodo dovrebbero ricevere proposte nel quadro di provvedimenti diretti all'occupabilità, per i quali sarebbe opportuno fissare obiettivi quantitativi al fine di rafforzare le politiche preventive sul mercato del lavoro. Pertanto, almeno il 25% di tutti i disoccupati di lungo periodo dovrebbe partecipare ad una misura attiva per il mercato del lavoro sotto forma di formazione avanzata, istruzione e/o riqualificazione professionale.
Gli Stati membri sono parimenti chiamati ad intensificare il dialogo sociale e affrontare il problema della segmentazione del mercato del lavoro prendendo iniziative per contrastare l«occupazione temporanea e precaria, la sottoccupazione e il lavoro non dichiarato. La mobilità professionale va promossa e premiata. Occorre migliorare la qualità del posto di lavoro e le condizioni lavorative combattendo i salari troppo bassi e garantendo misure di previdenza sociale adeguate anche ai lavoratori con contratti a tempo determinato e ai lavoratori autonomi. I servizi di promozione dell'occupazione vanno migliorati e aperti a tutti, compresi i giovani e le persone che rischiano la disoccupazione e dovranno venir resi capaci di offrire servizi personalizzati a quanti si trovano più ai margini del mercato del lavoro.
Gli Stati membri, in collaborazione con le parti sociali, sono chiamati ad aumentare il tasso di occupazione attraverso provvedimenti di attivazione, in particolare per i giovani lavoratori scarsamente qualificati e per le persone che necessitano di protezione e/o di un sostegno particolare, tramite servizi di consulenza, istruzione e formazione professionale adattati alle esigenze del mercato del lavoro. Gli Stati membri dovrebbero salvaguardare e rafforzare la parità di trattamento e la parità di retribuzione per uno stesso lavoro nello stesso luogo di lavoro, come previsto dagli articoli 18 e 157 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Occorre affrontare altresì la qualità del lavoro riducendo il numero di lavoratori poveri. Inoltre, gli Stati membri dovrebbero aumentare l'occupabilità degli immigrati legali attraverso programmi idonei. Si rendono inoltre necessari sforzi costanti e programmi innovativi per reintegrare nel mercato del lavoro le persone con disabilità, anche attraverso posti di lavoro sovvenzionati. Gli Stati membri dovrebbero rimuovere le barriere che ostacolano il primo ingresso sul mercato del lavoro, sostenere la creazione di posti di lavoro, promuovere l'innovazione sociale e migliorare la qualità e l'efficacia dei servizi di collocamento, compresi i servizi pubblici per l'impiego. I centri per l'impiego devono fornire programmi di formazione e tutoraggio, in particolare nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, oltre all'accesso alla connessione Internet ad alta velocità per chi cerca un lavoro, in particolare gli anziani, gli immigrati legali, le minoranze etniche e le persone con disabilità, al fine di agevolare in modo ottimale la ricerca del lavoro. In questo contesto è opportuno che siano sostenute le formule imprenditoriali sia individuali che collettive mediante forme di impresa di economia sociale. È necessario introdurre specifiche misure contro la predominanza delle donne nei lavori mal pagati e promuovere più efficacemente la presenza delle donne nelle posizioni dirigenziali onde evitare una segmentazione del mercato del lavoro basata sul genere. In particolare, occorre adeguare le norme relative al tempo di lavoro così da consentire modalità lavorative che rispettino l'esigenza di conciliare vita familiare e vita lavorativa e che permettano un passaggio più flessibile dalla vita lavorativa al pensionamento. Gli Stati membri sono chiamati a introdurre misure per promuovere la partecipazione dei padri alla custodia dei bambini e a rivedere i propri sistemi fiscali per renderli più favorevoli all'occupazione. Le strategie di flessicurezza esterne e interne per aumentare la flessibilità ed essere in grado di reagire in modo più efficiente ai cicli di produzione andrebbero applicate meglio, attraverso politiche attive del mercato del lavoro e sistemi di previdenza sociale adeguati, disponibili per i lavoratori in tutte le forme di occupazione, affinché cambiare lavoro non comporti costi finanziari sproporzionati. Occorre sottolineare che la flessibilità senza previdenza sociale non è un meccanismo sostenibile per aumentare l'occupazione. Le misure in questione dovrebbero essere accompagnate da un impegno chiaro di sostegno attivo alla ricerca del lavoro. Le nuove forme di organizzazione del lavoro, come il lavoro temporaneo atipico, il lavoro a tempo parziale e il telelavoro o la mobilità dei lavoratori, non devono portare a un indebolimento dei diritti individuali e collettivi nell'ambito del lavoro e della protezione sociale per le persone interessate. Occorre garantire che non siano istituite nuove forme di lavoro a spese dei contratti regolari (a tempo pieno, a tempo indeterminato). Occorre inoltre intraprendere azioni per contrastare l'occupazione non dichiarata, attraverso misure efficaci per monitorare e attuare i diritti dei lavoratori. Il lavoro dignitoso promosso dall'OIL e il «buon lavoro» («good work») in quanto principi guida devono orientare sia la creazione dei posti di lavoro che l'integrazione nel mercato del lavoro. Nel migliorare il funzionamento e le prestazioni del mercato del lavoro, è opportuno che gli Stati membri promuovano il partenariato sociale coinvolgendo attivamente le parti sociali nell'elaborazione della politica nazionale e rispettino pienamente il loro diritto, conformemente alle leggi e prassi nazionali, di concludere e applicare contratti collettivi.
Emendamento 33 Proposta di decisione Allegato – Orientamento 7 – comma 2 bis (nuovo)
È di primaria importanza creare posti di lavoro di elevata qualità che siano necessari anche a più lungo termine e che possiedano un elevato valore aggiunto. È pertanto essenziale che le politiche in materia di istruzione e occupazione sostengano i cambiamenti nella struttura economica. Di norma, i posti di lavoro persi durante la crisi economica non vengono ricreati nello stesso numero e nei medesimi settori in cui erano presenti in precedenza. Pertanto, il sistema di istruzione deve adattarsi in modo flessibile alle esigenze del mercato del lavoro che accompagnano una nuova struttura economica. La politica in materia di occupazione deve garantire che i lavoratori compiano una transizione quanto più agevole possibile sia tra i diversi settori dell'economia che tra i diversi stati del mercato del lavoro. Ora più che in passato è necessario adottare obiettivi a lungo termine come punto di partenza e concentrarsi maggiormente su misure coordinate per l'imprenditoria, l'istruzione e l'occupazione.
Al fine di aumentare i livelli di competitività e partecipazione, in particolare quelli delle persone scarsamente qualificate, e in linea con il secondo orientamento di politica economica è opportuno che gli Stati membri riesaminino il proprio sistema fiscale e previdenziale e l'effettiva capacità dei servizi pubblici di fornire l'appoggio necessario. Occorre ottenere una più ampia partecipazione della forza lavoro mediante l'elaborazione di politiche a sostegno dell'invecchiamento attivo, delle pari opportunità, della parità salariale e dell'inserimento nel mercato del lavoro dei giovani, dei disabili, dei migranti legali e degli altri gruppi vulnerabili. Occorre altresì conciliare vita familiare e vita professionale mediante politiche che prevedono la fornitura di servizi di custodia a prezzi accessibili e un'organizzazione innovativa del lavoro per aumentare i tassi d'occupazione, in particolare quella giovanile, femminile e dei lavoratori anziani, e sfruttare appieno le potenzialità delle professioniste altamente qualificate in campi scientifici e tecnici. È inoltre opportuno che gli Stati membri rimuovano le barriere all'ingresso sul mercato del lavoro e promuovano il lavoro autonomo, l'innovazione sociale e la creazione di posti di lavoro in diversi settori tra i quali l'occupazione verde.
In questo contesto, è opportuno che le risorse del Fondo sociale europeo siano pienamente utilizzate per aumentare l'occupabilità e la qualità dei posti di lavoro, con provvedimenti tesi a sviluppare le competenze personali e a soddisfare i requisiti di qualità dei posti di lavoro di punta. Per promuovere la mobilità professionale, è opportuno che gli Stati membri aumentino la disponibilità delle persone nei confronti della mobilità all'interno dell'Unione europea, fornendo incentivi. A tal fine occorre esaminare e, ove possibile, semplificare le norme per l'ottenimento di sovvenzioni nell'ambito del Fondo sociale europeo. I bilanci nazionali e il bilancio generale dell'Unione europea, compresi il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, dovrebbero essere coordinati e orientati specificamente alla preparazione della forza lavoro per un'economia sostenibile. Con questo obiettivo, gli Stati membri sono chiamati ad adottare misure per pubblicizzare lo scopo di detti fondi e le relative condizioni di utilizzo.
Emendamento 35 Proposta di decisione Allegato – Orientamento 7 – comma 3 bis (nuovo)
Gli Stati membri dovranno promuovere lo strumento di microfinanziamento dell'Unione europea quale esempio di come combinare provvedimenti economici e sociali per promuovere la crescita economica e occupazionale.
Gli strumenti di microfinanziamento a livello nazionale e dell'Unione europea sono accompagnati da programmi specifici di formazione e tutoraggio, oltre che da regimi di prestazioni sociali, che assicurano un reddito minimo nel primo anno dall'apertura dell'attività, così da rendere la scelta imprenditoriale un'opzione reale.
Emendamento 36 Proposta di decisione Allegato – Orientamento 7 – comma 3 ter (nuovo)
È inoltre opportuno che gli Stati membri promuovano i servizi sociali di interesse generale, compresi quelli per il lavoro, la salute e gli alloggi, e investano in tali servizi, che devono poter contare su finanziamenti sufficienti.
L'obiettivo principale dell'UE, in base al quale gli Stati membri definiranno i propri obiettivi nazionali, è portare al 75% entro il 2020 il tasso di occupazione per gli uomini e le donne di età compresa tra i 20 e i 64 anni, ampliando la partecipazione giovanile, dei lavoratori anziani e scarsamente qualificati e facilitando l'integrazione dei migranti legali.
soppresso
Emendamento 38 Proposta di decisione Allegato – Orientamento 8 – titolo
Orientamento 8: disporre di una forza lavoro qualificata conforme alle esigenze del mercato occupazionale, promuovendo la qualità del lavoro e la formazione continua
Orientamento 8: promuovere la qualità del lavoro e la formazione continua, rafforzare il lavoro dignitoso e disporre di una forza lavoro qualificata
Gli Stati membri fisseranno come propri obiettivi nazionali la riduzione del tasso di abbandono scolastico al di sotto del 10% entro il 2020, aumentando nel contempo ad almeno il 40% la quota di popolazione di età compresa tra i trenta e i trentaquattro anni in possesso di titolo di studio universitario o equivalente.
Gli Stati membri sono chiamati a sostenere produttività e occupabilità fornendo conoscenze e abilità in linea con le future esigenze del mercato del lavoro. Ad un'istruzione iniziale di alta qualità e una formazione professionale interessante devono affiancarsi incentivi alla formazione continua e una «seconda opportunità» di formazione che garantiscano ad ogni adulto la possibilità di migliorare le proprie qualifiche professionali, nonché politiche mirate in tema di immigrazione e di integrazione. Occorre che gli Stati membri mettano a punto sistemi per il riconoscimento delle competenze acquisite, rimuovano gli ostacoli alla mobilità professionale e geografica dei lavoratori, promuovano l'acquisizione di competenze trasversali e la creatività e si adoperino per sostenere i lavoratori scarsamente qualificati e aumentare l'occupabilità dei lavoratori più anziani, migliorando nel contempo la formazione, le abilità e l'esperienza dei lavoratori altamente qualificati, compresi i ricercatori.
La messa a disposizione di un'istruzione iniziale di alta qualità e di una formazione professionale interessante che aiutino i lavoratori ad adeguare le proprie competenze alle esigenze del mercato del lavoro sono priorità importanti per gli Stati membri. Tali priorità devono essere integrate da una «seconda opportunità» per i giovani, in particolare di età compresa tra i venticinque e i trentacinque anni, che includa un'offerta obbligatoria di istruzione e formazione professionale, e da incentivi efficaci alla formazione continua, fermo restando che le parti sociali sono chiamate a fornire il tempo necessario ed anche sostenere finanziariamente la formazione professionale. In particolare, è opportuno che gli Stati membri riducano il tasso di abbandono scolastico a meno del 10% e completino la politica in tema di immigrazione e integrazione con offerte di apprendimento linguistico e di educazione sociale. Occorre che gli Stati membri mettano inoltre a punto sistemi per il riconoscimento delle competenze e capacità acquisite.
Gli Stati membri sono altresì chiamati, in collaborazione con le aziende e le parti sociali, ad aumentare l'accesso alla formazione nonché a migliorare l'orientamento scolastico e professionale mediante informazioni sistematiche sulle nuove opportunità di lavoro, la promozione dell«attività imprenditoriale e una maggiore capacità di anticipare le esigenze del mercato in termini di qualifiche richieste. È indispensabile incoraggiare l'investimento nello sviluppo delle risorse umane, la crescita della qualificazione e la partecipazione agli schemi di formazione continua per mezzo del contributo finanziario congiunto dei governi, dei lavoratori e dei datori di lavoro. Per sostenere i giovani, in particolare quelli disoccupati o non iscritti a corsi d'istruzione o di formazione, gli Stati membri dovrebbero prendere iniziative in collaborazione con le parti sociali per aiutare i neo-laureati nella ricerca di una prima occupazione, corsi postuniversitari o opportunità di formazione, compresi gli stage, e per intervenire prontamente contro la disoccupazione giovanile. Il monitoraggio regolare dei risultati ottenuti dalle politiche a sostegno della crescita della qualificazione dovrebbe contribuire ad individuare i settori da migliorare ed a delineare sistemi d'istruzione e di formazione in grado di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro. Per promuovere i suddetti obiettivi occorre che gli Stati membri mobilitino integralmente i fondi UE.
Gli Stati membri sono altresì chiamati, in collaborazione con le parti sociali e le aziende, ad aumentare l'accesso alla formazione, compresa quella professionale, a migliorare l'orientamento scolastico e professionale mediante informazioni sistematiche sulle nuove opportunità di lavoro, come pure con adeguate misure di promozione di queste ultime, a promuovere l'attività imprenditoriale e lo sviluppo delle PMI, e a rafforzare la capacità di anticipare le esigenze del mercato in termini di requisiti qualitativi. È indispensabile finanziare lo sviluppo delle risorse umane, le qualifiche più elevate e la formazione con il contributo finanziario congiunto dei datori di lavoro e dei governi. L'accesso a una formazione generale e professionale di alta qualità e il reinserimento nel sistema formativo di chi ha abbandonato precocemente gli studi dovrebbe essere possibile per tutti, in qualunque momento. È opportuno che gli Stati membri adeguino gli investimenti nel sistema formativo per raggiungere l'obiettivo di aumentare il livello delle competenze tra la popolazione attiva, tenendo conto anche dell'apprendimento in contesti informali e non formali. In questo ambito le riforme in particolare in materia di occupabilità dovrebbero mirare ad assicurare, attraverso la formazione o le conoscenze nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), l'acquisizione delle competenze essenziali di cui ogni lavoratore ha bisogno per poter riuscire in un'economia basata sulla conoscenza. Si impongono interventi miranti a far sì che la mobilità studentesca e degli insegnanti diventi la norma. È necessario che gli Stati membri migliorino l'apertura e la pertinenza dei sistemi di istruzione e di formazione professionale, in particolare attraverso la realizzazione di schemi nazionali di qualificazione che consentano percorsi di apprendimento flessibili e lo sviluppo di partenariati tra istituti di istruzione e di formazione professionale e mondo del lavoro, compresi gli stage retribuiti, al fine di aumentare notevolmente la percentuale delle persone in possesso di titoli accademici e professionali di livello elevato.
Emendamento 42 Proposta di decisione Allegato – Orientamento 8 – comma 2 bis (nuovo)
Il monitoraggio regolare dei risultati ottenuti dalle politiche a sostegno della crescita della qualificazione e in materia di anticipazione dovrebbe contribuire ad individuare i settori da migliorare e ad aumentare la capacità dei sistemi d'istruzione e di formazione di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro. Per sostenere i suddetti obiettivi occorre che gli Stati membri mobilitino integralmente i fondi dell'Unione europea.
Emendamento 43 Proposta di decisione Allegato – Orientamento 8 bis (nuovo)
Orientamento 8 bis: rafforzare la politica di coesione economica e sociale a sostegno dell'occupazione
Gli Stati membri si impegnano a definire, integrare, coordinare e adeguare i propri obiettivi nazionali, al livello nazionale interno e tra di loro, in modo tale da ridurre gli squilibri di sviluppo economico tra le regioni.
Gli Stati membri sono consapevoli che la politica di coesione rappresenta un efficace strumento di sostegno per gli orientamenti – ai quali non è però subordinata – in quanto tiene conto delle specificità regionali, aiuta le regioni a superare le difficoltà socioeconomiche e riduce le disparità.
Un approccio integrato, una governance a più livelli e i principi del partenariato dovrebbero costituire il fulcro della governance e della realizzazione della strategia, mentre i livelli locale e regionale, in particolare, sono chiamati a svolgere un ruolo fondamentale quali veicoli per raggiungere gli innumerevoli soggetti economici e sociali che vivono e producono nell'Unione, in particolare le PMI, soprattutto nell'ambito dell'economia sociale.
Pertanto, la politica di coesione è non soltanto la fonte di dotazioni finanziarie stabili, ma anche un potente mezzo di sviluppo economico e, di conseguenza, uno strumento al servizio dell'occupazione per tutte le regioni dell'Unione.
Gli Stati membri dovrebbero investire maggiormente nelle infrastrutture per i trasporti, l'energia, le telecomunicazioni e l'informatica e utilizzino appieno i Fondi strutturali europei.
La partecipazione dei potenziali beneficiari ai programmi cofinanziati dall'Unione dovrebbe essere incoraggiata attraverso la semplificazione dei sistemi di erogazione.
A tale scopo, gli Stati membri dovrebbero creare sinergie tra le proprie politiche di coesione e le altre politiche settoriali esistenti, sulla base di un approccio integrato, dato che la coesione non è un costo, bensì un punto di forza, in quanto libera il potenziale inutilizzato, riduce le differenze strutturali tra paesi e regioni, rafforza la crescita e migliora la competitività delle regioni dell'Unione in un mondo globalizzato, controbilancia gli effetti della crisi economica globale e genera capitale sociale nell'Unione.
Emendamento 44 Proposta di decisione Allegato – Orientamento 9 – titolo e comma 1
Orientamento 9: migliorare l'efficacia dei sistemi d'istruzione e formazione a tutti i livelli e aumentare la partecipazione all'insegnamento superiore
soppresso
Per garantire a tutti l'accesso ad un sistema d'istruzione e di formazione di qualità e migliorarne gli esiti, gli Stati membri sono chiamati ad investire nei sistemi d'istruzione e di formazione, segnatamente per innalzare il livello di competenza della forza lavoro dell'UE in modo da soddisfare le esigenze in rapida evoluzione dei mercati del lavoro moderni. Le iniziative dovrebbero interessare tutti i settori (dall'istruzione e dalle scuole della prima infanzia all'istruzione superiore e all'istruzione e alla formazione professionali fino all'istruzione e alla formazione degli adulti) senza escludere l'apprendimento in contesti informali e non formali. È importante che le riforme mirino a garantire l'acquisizione di competenze chiave, ovvero quelle competenze necessarie per il successo in un'economia basata sulla conoscenza, in particolare in termini di occupabilità, apprendimento ulteriore o competenze in tema di TIC. S'impongono anche interventi miranti a far sì che la mobilità studentesca e degli insegnanti diventi la norma. Per favorire l'accesso ai sistemi d'istruzione e di formazione e migliorarne la qualità, gli Stati membri dovrebbero perfezionare gli schemi d'istruzione nazionali con percorsi formativi flessibili e creare collegamenti tra il mondo dell'istruzione e della formazione e quello del lavoro. La professione dell'insegnamento va resa più attraente. L'istruzione superiore deve diventare maggiormente aperta a discenti non tradizionali e consentire un'elevata partecipazione all'istruzione terziaria o equipollente. Al fine di ridurre il numero di giovani disoccupati e non frequentanti corsi di istruzione o di formazione vanno prese tutte le misure necessarie per contrastare l'abbandono scolastico precoce.
L'obiettivo principale dell'UE, in base al quale gli Stati membri definiranno i propri obiettivi nazionali, è ridurre al 10% il tasso di abbandono scolastico e portare almeno al 40% entro il 2020 la quota di popolazione di età compresa tra i 30 e i 34 anni in possesso di un titolo di studio universitario.
soppresso
Emendamento 46 Proposta di decisione Allegato – Orientamento 10 – titolo
Orientamento 10: promuovere l'inclusione sociale e lottare contro la povertà
Orientamento 10: lottare contro la povertà e promuovere l'inclusione e la protezione sociali
Gli Stati membri definiranno i propri obiettivi nazionali per ridurre del 25% il numero di europei che vivono al di sotto delle soglie di povertà nazionali, sottraendo alla povertà oltre venti milioni di persone, in particolare attraverso misure nei settori dell'occupazione e dell'istruzione.
Gli Stati membri sono chiamati ad adoperarsi per ridurre la povertà e in particolar modo per favorire la piena partecipazione sociale e lavorativa e aumentare le occasioni di lavoro avvalendosi appieno del sostegno del Fondo sociale europeo. Vanno garantite le pari opportunità, segnatamente la fruizione di servizi accessibili, sostenibili e di alta qualità (compresi i servizi on-line, in linea con il quarto orientamento) ed in particolare dei servizi sanitari. Gli Stati membri sono parimenti chiamati a mettere in opera misure antidiscriminatorie efficaci. Per combattere l'esclusione sociale, sensibilizzare i cittadini ai loro diritti, promuovere la partecipazione al mercato del lavoro e sostenere i sistemi di protezione sociale occorre puntare sulla formazione continua e migliorare le politiche attive d'inclusione in modo da creare opportunità nelle diverse fasi della vita e proteggere dal rischio di esclusione. I sistemi previdenziali e di pensionamento vanno modernizzati e resi capaci di fornire un'idonea integrazione del reddito e l'accesso alla sanità pubblica‐ creando così coesione sociale ‐ senza per questo diventare finanziariamente insostenibili. I sistemi previdenziali dovrebbero mirare a garantire la sicurezza del reddito ai lavoratori che stanno cambiando ruolo professionale e a ridurre la povertà, in particolare fra i gruppi maggiormente a rischio d'esclusione sociale, come le famiglie monoparentali, le minoranze, i disabili, i bambini ed i giovani, gli anziani, i migranti legali ed i senzatetto. Gli Stati membri sono infine chiamati a promuovere attivamente l'economia sociale e l«innovazione sociale a sostegno della parte più vulnerabile della cittadinanza.
La lotta alla povertà e all'esclusione resta una sfida fondamentale. Per realizzare questo obiettivo è necessario creare opportunità di partecipazione o di ritorno al mercato del lavoro per tutti i gruppi sociali, indipendentemente dal luogo o dal grado di istruzione. È essenziale pervenire a un equilibrio tra la necessità di dare alle persone una sensazione di sicurezza sufficiente e il mantenimento della loro motivazione a lavorare e guadagnare un salario. A tal fine gli Stati membri sono chiamati ad adoperarsi per ridurre la povertà, compresa la povertà in situazione lavorativa, per favorire la piena e autodeterminata partecipazione politica, sociale, culturale ed economica e per aumentare le occasioni di lavoro, ambiti nei quali si deve far ricorso al Fondo sociale europeo. In questo contesto gli Stati membri dovrebbero rivolgere particolare attenzione al numero crescente di lavoratori poveri. Per stabilire obiettivi specifici per la lotta contro la povertà occorre chiarire come «misurare» la povertà. La definizione standard secondo cui è «povero» chi percepisce il 60% del reddito medio deve essere rettificata. La povertà non può essere stabilita in base a un siffatto indicatore unilaterale. Occorre garantire la tutela delle pari opportunità, come anche il mantenimento della fruizione di servizi accessibili, sostenibili e di alta qualità (compresi i servizi on-line, in linea con l«orientamento 4), in particolare nei settori sociale, occupazionale, sanitario e degli alloggi, garantendo che tali servizi siano messi a disposizione anche dei gruppi più vulnerabili e deboli della popolazione. Gli Stati membri dovrebbero altresì provvedere a che le informazioni orali o scritte fornite dai servizi pubblici siano chiare ed esaurienti, e assicurare che, laddove sia negato il riconoscimento di un diritto, venga fornita una motivazione che indichi le possibilità di ricorso per gli interessati. Il principio secondo cui non può esservi discriminazione tra uomini e donne con la stessa formazione e nello stesso tipo di occupazione dovrebbe essere giuridicamente vincolante negli Stati membri per tutti i rapporti di lavoro. Per combattere l'esclusione sociale, sensibilizzare i cittadini a svolgere un ruolo attivo nella società e promuovere la partecipazione al mercato del lavoro, i sistemi di protezione sociale e le politiche attive d'inclusione devono essere ulteriormente migliorati in modo da creare opportunità e prospettive lavorative, tenuto conto delle varie esigenze e responsabilità nelle diverse fasi della vita, proteggere dal rischio di esclusione e fornire sostegno, in particolare a quanti si trovano più ai margini del mercato del lavoro, per un lavoro di qualità. Occorre pertanto adottare approcci efficienti nel quadro di una politica attiva del mercato del lavoro per la formazione e la creazione di posti di lavoro per coloro che sono esclusi dal mercato del lavoro a causa della mancanza di formazione. Nel contempo, i sistemi di sicurezza sociale e di pensionamento devono essere modernizzati in modo da renderli capaci di fornire un reddito di livello superiore alla soglia di povertà e di consentire la partecipazione alla vita sociale e l'accesso alla sanità pubblica, mantenendo allo stesso tempo la sostenibilità finanziaria di tali sistemi. I sistemi previdenziali dovrebbero garantire la sicurezza del reddito ai lavoratori che stanno cambiando ruolo professionale e ridurre la povertà, in particolare fra i gruppi maggiormente a rischio d'esclusione sociale, come le famiglie monoparentali, le minoranze, i disabili, i bambini ed i giovani, gli anziani, i migranti legali ed i senzatetto. In particolare, gli Stati membri si devono impegnare ad affrontare il problema della povertà infantile con misure adeguate, affinché i minori non siano limitati nel loro sviluppo personale e non risultino svantaggiati all'ingresso nella vita professionale a causa delle interferenze della povertà nel loro libero sviluppo. È particolarmente importante assicurare parità di accesso all'istruzione e pari opportunità per i figli di famiglie indigenti onde evitare l'esclusione sociale in età adulta. Allo scopo di rafforzare la sicurezza del reddito nelle diverse fasi della vita gli Stati membri sono chiamati a garantire redditi minimi adeguati, di livello almeno superiore alla soglia di povertà, nel rispetto delle diverse pratiche, dei contratti collettivi e della legislazione degli Stati membri. Gli Stati membri dovrebbero inoltre promuovere attivamente l'economia sociale e le innovazioni sociali destinate a far fronte ai vari rischi sociali che si presentano nel corso della vita, in particolare per quanto concerne le persone più vulnerabili, e ad attuare con efficacia le misure antidiscriminatorie adottate. Occorre che gli Stati membri, nel migliorare la sostenibilità delle finanze pubbliche, prestino particolare attenzione agli effetti positivi che i miglioramenti della coesione sociale producono sui bilanci nazionali. La riduzione della povertà e l'aumento della partecipazione fanno diminuire la spesa sociale e aumentare il gettito fiscale. Occorre che gli Stati membri garantiscano standard minimi elevati per la qualità dei posti di lavoro, al fine di eliminare la povertà tra gli occupati.
Emendamento 49 Proposta di decisione Allegato – Orientamento 10 – comma 1 bis (nuovo)
Occorre rafforzare e modernizzare i sistemi di protezione sociale, compresi i sistemi sanitari e pensionistici, per garantirne l'adeguatezza sociale, la sostenibilità finanziaria e la capacità di adattamento alle mutevoli esigenze, e allo stesso tempo offrire a tutti nell'Unione europea una protezione adeguata rispetto alle insicurezze sociali, come i problemi di salute, la disoccupazione e la povertà.
È opportuno che gli Stati membri migliorino la protezione sociale dei contratti a breve termine, che interessano soprattutto le donne, e le donne in gravidanza in particolare.
L'obiettivo principale dell'UE, in base al quale gli Stati membri definiranno i propri obiettivi nazionali, è ridurre del 25% il numero dei cittadini europei che vivono al di sotto delle soglie di povertà nazionali facendo uscire dalla povertà più di 20 milioni di persone.
soppresso
Diritti umani in Iran, segnatamente i casi di Sakineh Mohammadi-Ashtiani e di Zahra Bahrami
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Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 settembre 2010 sulla situazione dei diritti umani in Iran, in particolare sui casi di Sakineh Mohammadi-Ashtiani e di Zahra Bahrami
– viste le sue precedenti risoluzioni sull'Iran, in particolare quelle aventi per oggetto la questione dei diritti umani, e più specificamente le risoluzioni adottate il 22 ottobre 2009(1) e il 10 febbraio 2010(2),
– vista la dichiarazione del Presidente del Parlamento europeo del 9 ottobre 2009 in occasione della Giornata europea contro la pena di morte e la dichiarazione dell'11 agosto 2010 sulla condanna dei leader religiosi Baha'i,
– viste le dichiarazioni del 14 giugno e 6 luglio 2010 rilasciate dal Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,
– vista la relazione del Segretario generale dell'ONU del 23 settembre 2009 sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica islamica dell'Iran e la dichiarazione sull'Iran rilasciata il 4 marzo 2010 dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo,
– viste le risoluzioni adottate dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, in particolare le risoluzioni 62/149 e 63/168 su una moratoria delle esecuzioni nell'attesa dell'abolizione della pena di morte,
– visti il patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR), il patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali (ICESCR), la convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale e la convenzione sui diritti del fanciullo, patti e convenzioni di cui la Repubblica islamica dell'Iran è firmataria,
– vista la convenzione di Vienna del 1963 sulle relazioni diplomatiche e consolari,
– visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che l'Iran continua a detenere nel mondo il triste primato del paese che sottopone ad esecuzione il maggior numero di delinquenti minorili e considerando che solo nel 2010 sono state emesse qualcosa come 2 000 sentenze di condanna a morte,
B. considerando che, secondo quanto viene riferito, nella prigione Aba Vahil di Mashad soltanto nelle ultime settimane sono stati giustiziati oltre cento prigionieri per reati connessi con la droga, e che centinaia di altri attendono di essere messi a morte nei prossimi giorni; che tali esecuzioni di massa, peraltro decise nel più grande segreto, violano palesemente il diritto internazionale,
C. considerando che contrariamente alle asserzioni fatte dalle massime autorità giudiziarie iraniane, l'Iran infligge ancora la pena della lapidazione per il reato di adulterio, come nel caso di Sahineh Mohammadi Ashtiani, fatto sottolineato nelle sue «confessioni» trasmesse per televisione l'11 agosto 2010,
D. considerando che nel 2006 Sakineh Mohammadi-Ashtiani, accusata di aver avuto due relazioni intime extraconiugali dopo la morte del marito, è stata condannata in Iran alla pena di 99 frustate, eseguita lo stesso anno,
E. considerando che la stessa è stata anche accusata di complicità nell'omicidio del marito, accusa dalla quale è stata poi assolta, prima di essere accusata di relazione adulterina durante il matrimonio e condannata alla lapidazione,
F. considerando che la lapidazione, che doveva aver luogo il 9 luglio 2010, è stata sospesa «per ragioni umanitarie» dalle autorità iraniane in seguito alle pressioni internazionali,
G. considerando che la sentenza di lapidazione è una palese violazione degli obblighi internazionali cui è soggetto l'Iran in virtù del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici; considerando che soltanto di recente l'Iran ha accettato, durante la revisione periodica universale di cui è stato oggetto presso il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, di rispettare almeno i requisiti minimi e le disposizioni di detto Patto sulla pena di morte fin quando questa sarà mantenuta,
H. considerando che nell'agosto 2010 il diciottenne Ebrahim Hammadi è stato condannato a morte dopo essere stato incriminato per presunti atti di sodomia che sarebbero stati commessi a soli 16 anni, a seguito di una confessione che egli sostiene essergli stata estorta sotto tortura,
I. considerando che l'avvocato difensore per entrambi i casi, Mohammad Mostafaei, che ha cercato di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla situazione degli accusati, è dovuto fuggire dal paese per paura di essere arrestato, e considerando che un numero sempre maggiore di avvocati dei diritti umani, fra cui Mohammed Ali Dadkah, Mohammad Oliyifard e Mohammad Seifzadeh nonché personalità eminenti come il premio Nobel Shirin Ebadi, devono affrontare le persecuzioni dello Stato, che vanno dalle imposizioni fiscali spropositate alle minacce contro le loro vite e le loro famiglie,
J. considerando che l'avvocato per i diritti umani Nasrin Sotoudeh, che gode di ampio rispetto per il suo impegno a favore dei minori condannati alla pena di morte e per la sua difesa di prigionieri di coscienza, è stata arrestata il 4 settembre 2010 con l'accusa di propaganda contro lo Stato e collusione e associazione finalizzate ad attentare alla sicurezza nazionale,
K. considerando che un anno dopo le elezioni presidenziali fraudolente e le successive proteste di massa, restano in carcere centinaia di manifestanti, giornalisti, attivisti civili e persino comuni cittadini, come la olandese Zahra Bahrami, che pur negano ogni collegamento con le dimostrazioni,
L. considerando che Zahra Bahrami, che si era recata in Iran per far visita alla sua famiglia, è stata arrestata in seguito alle proteste della festività dell'Ashura che si celebrava il 27 dicembre 2009 ed è stata costretta a fare delle confessioni in televisione per ammettere la veridicità delle accuse formulate contro di lei,
M. considerando che né le organizzazioni internazionali per i diritti umani, né le autorità olandesi hanno avuto il permesso di vedere Zahra Bahrami,
N. considerando che le confessioni forzate, le torture e i maltrattamenti inflitti ai detenuti, la privazione del sonno, la detenzione in celle di isolamento, la detenzione illegale, il ricorso a trattamenti crudeli, inumani e degradanti, le violenze fisiche, compresa la violenza sessuale, e l'impunità per gli agenti dello Stato continuano a essere largamente diffuse in Iran, il che solleva gravi dubbi circa l'equità e la trasparenza dei processi giudiziari nel paese,
O. considerando che sono in aumento i casi in cui i difensori pacifici dei diritti civili sono imputati di «moharabeh'» (guerra contro Dio) che può comportare la pena di morte come nel caso di Shiva Nazar Ahari, un membro della Commissione dei reporter sui diritti umani (CHRR), detenuta dal 20 dicembre 2009 e il cui processo è imminente,
P. considerando che in Iran non cessa la persecuzione delle minoranze religiose ed etniche; considerando che nell'agosto 2010 i sette leader di fede Baha'i, Fariba Kamalabadi, Jamaloddin Khanjani, Afif Naeimi, Saeid Rezaie, Mahvash Sabet, Behrouz Tavakkoli e Vahid Tizfahm, imprigionati dal 2008 unicamente sulla base delle loro credenze religiose, sono stati condannati a 20 anni di prigione con l'imputazione di propaganda contro lo Stato e spionaggio,
Q. considerando che continuano le vessazioni a carico degli oppositori politici Mir-Hossein Mousavi e Mehdi Karrubi e di altri alti esponenti dei partiti politici; che ai primi di settembre 2010 la residenza dell'ex candidato alla presidenza Mehdi Karroubi è stata attaccata da dozzine di membri delle forze dell'ordine in borghese, con atti di vandalismo, graffiti, vetri infranti e spari all'interno della sua abitazione; considerando che gli attacchi sono stati perpetrati dopo che il comandante della Guardia rivoluzionaria Ali Jafari aveva dichiarato che il popolo dell'Iran avrebbe giudicato i «capi della sedizione», riferendosi ai leader dell'opposizione; considerando che non vi è stato alcun tentativo da parte delle forze di polizia di bloccare gli attacchi,
R. considerando che in Iran le persone accusate di reati sono state associate all'opposizione politica e che i membri dell'opposizione sono considerati dalla giustizia iraniana alla stregua di criminali, allo scopo di rendere l'opposizione politica sinonimo di attività criminosa,
1. rende onore al coraggio di tutti gli uomini e le donne iraniani che lottano per difendere le proprie libertà fondamentali, il rispetto dei diritti umani e i principi democratici, che protestano attivamente contro la lapidazione ed altre forme di pena crudeli e che esprimono la loro volontà di vivere in una società libera da repressioni e intimidazioni;
2. condanna fermamente la condanna a morte per lapidazione di Sakineh Mohammadi-Ashtiani; ritiene che, quali che siano i fatti, una condanna a morte per lapidazione non possa mai essere giustificata o accettata;
3. sollecita le autorità iraniane a sospendere la sentenza inflitta a Sakineh Mohammadi Ashtiani e ad avviare una completa revisione del suo caso;
4. insiste fermamente affinché il governo iraniano riconsideri il caso di Zahra Bahrami, le conceda immediatamente la possibilità di consultare un legale e di beneficiare dell'assistenza consolare, la rilasci o le permetta di essere sottoposta a un equo processo; invita Catherine Ashton, vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ad affrontare la questione della detenzione di Zahra Bahrami con le autorità iraniane;
5. invita il governo dell'Iran a sospendere l'esecuzione di Ebrahim Hamidi, il diciottenne accusato di sodomia, ed esorta la Repubblica islamica dell'Iran ad abolire infine la pena di morte per i crimini commessi prima dei 18 anni e a modificare la propria legislazione per allinearla con le convenzioni internazionali dei diritti umani che l'Iran ha ratificato, tra cui la convenzione sui diritti del fanciullo e la convenzione internazionale sui diritti politici e civili;
6. esprime la sua profonda costernazione per il fatto che l'Iran continua a trovarsi nel gruppo dei pochissimi paesi, insieme all'Afghanistan, la Somalia, l'Arabia Saudita, il Sudan e la Nigeria, che ancora praticano la lapidazione; invita il parlamento iraniano ad emanare una legge che renda illegale la crudele e disumana pratica della lapidazione;
7. riafferma la sua opposizione alla pena di morte e chiede alle autorità iraniane, conformemente alle risoluzioni 62/149 e 63/168 delle Nazioni Unite, di instaurare una moratoria delle esecuzioni in attesa dell'abolizione della pena di morte;
8. chiede che, in occasione della prossima Assemblea generale dell'ONU, sia presentata una risoluzione con una richiesta a tutti i paesi che ancora praticano la pena di morte di mettere a disposizione del Segretario generale dell'ONU e del pubblico tutte le informazioni relative alla pena capitale e alle esecuzioni, in modo da superare il segreto di Stato sulla pena di morte, che è un elemento che caratterizza un elevato numero di esecuzioni;
9. esprime la propria opposizione a qualsiasi criminalizzazione di relazioni sessuali consensuali tra adulti e sollecita le autorità iraniane a depenalizzare l'adulterio e l'omosessualità;
10. sollecita le autorità iraniane a eliminare, di fatto e di diritto, tutte le forme di tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani e degradanti, a rispettare le procedure previste dalla legge e a porre fine alle impunità per le violazioni dei diritti dell'uomo;
11. invita la Repubblica islamica dell'Iran a firmare e ratificare la convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW);
12. deplora profondamente la mancanza di equità e trasparenza dei processi giudiziari in Iran e invita le autorità iraniane a garantire una procedura di ricorso equa e aperta;
13. invita le autorità iraniane a garantire alla Mezzaluna Rossa l'accesso a tutti i prigionieri e a permettere alle organizzazioni internazionali di difesa dei diritti umani di seguire la situazione nel paese;
14. invita le autorità iraniane a rilasciare immediatamente tutti coloro che sono detenuti unicamente sulla base delle loro partecipazione a proteste pacifiche e della loro volontà di utilizzare il diritto fondamentale della libertà di espressione, e in particolare ribadisce la sua richiesta che i sette leader Baha'i siano assolti;
15. rammenta che la libertà di pensiero, di coscienza e di religione sono valori fondamentali che devono essere garantiti in ogni circostanza, conformemente all'articolo 18 della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), di cui la Repubblica islamica dell'Iran è parte contraente e che l'Iran ha ratificato;
16. chiede la liberazione immediata di tutti gli avvocati per i diritti umani che si trovano in stato di arresto;
17. esprime profonda preoccupazione per l'abuso dei poteri giudiziari da parte delle autorità iraniane al fine di colpire i difensori dei diritti umani e gli attivisti civili, tra cui i membri della campagna «Un milione di firme» e del Consiglio centrale dell'organizzazione studentesca ADVAR;
18. chiede alla Commissione e al Consiglio di elaborare ulteriori misure nel contesto dell'Iniziativa europea per la democrazia e i diritti umani in modo da proteggere attivamente i difensori dei diritti umani in Iran ed esorta gli Stati membri a supportare il Programma europeo Shelter City;
19. chiede che venga emesso nuovamente un mandato ONU che incarichi un Relatore speciale di indagare sugli abusi e si adoperi affinché i responsabili delle violazioni dei diritti umani in Iran rendano conto del loro operato;
20. chiede che l'elenco vigente relativo alle persone e alle organizzazioni soggette al divieto di accesso all'UE e al congelamento dei beni sia esteso per includervi quanti sono responsabili delle violazioni dei diritti umani, della repressione e della limitazione della libertà in Iran;
21. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, alla Commissione dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite, al presidente della Corte suprema iraniana nonché al governo e al parlamento della Repubblica islamica dell'Iran.