Risoluzione del Parlamento europeo del 19 gennaio 2011 sulla situazione ad Haiti un anno dopo il terremoto: aiuto umanitario e ricostruzione
Il Parlamento europeo,
– vista la Conferenza internazionale dei donatori per un nuovo futuro ad Haiti svoltasi a New York il 31 marzo 2010 e la relazione della missione a New York della delegazione della commissione per lo sviluppo del Parlamento europeo,
– visto il piano d'azione del marzo 2010 per la rinascita e lo sviluppo nazionale di Haiti e i grandi cantieri per il futuro,
– viste le conclusioni della riunione straordinaria del Consiglio Affari esteri che si è tenuta a Bruxelles il 18 gennaio 2010,
– vista la dichiarazione sul terremoto ad Haiti dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza del 19 gennaio 2010,
– viste le conclusioni della riunione preparatoria della Conferenza ministeriale che si è tenuta a Montréal il 25 gennaio 2010,
– visto il consenso europeo sull'aiuto umanitario firmato dalle tre istituzioni europee nel dicembre 2007,
– vista la sua risoluzione del 10 febbraio 2010 sul recente terremoto ad Haiti(1),
– vista la relazione della missione ad Haiti (svoltasi dal 25 al 27 giugno 2010) della commissione per lo sviluppo del Parlamento europeo,
– vista la relazione dell'assemblea parlamentare paritetica ACP-UE del 30 agosto 2010 sulla missione conoscitiva ad Haiti e nella Repubblica Dominicana,
– visto il documento comune di Catherine Ashton, Vicepresidente e Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, e Kristalina Georgieva, Commissaria UE per l'aiuto umanitario, del giugno 2010, su Haiti e la risposta alla catastrofe,
– vista la comunicazione della Commissione del 26 ottobre 2010 «Potenziare la reazione europea alle catastrofi: il ruolo della protezione civile e dell'assistenza umanitaria» (COM(2010)0600),
– vista la Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite ad Haiti (MINUSTHA),
– vista la relazione di Michel Barnier intitolata «Per una forza europea di protezione civile: EuropeAid», pubblicata nel maggio 2006,
– visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che il terremoto di magnitudo 7,3 della scala Richter, che ha colpito Haiti il 12 gennaio 2010, ha causato 222 750 morti, colpito 3 milioni di persone e generato quasi 1,7 milioni di sfollati, di cui più di un milione si trova tuttora nei campi di fortuna che dovevano essere temporanei, e che le associazioni di difesa dei diritti umani denunciano le «spaventose» condizioni di vita nei campi e in particolare le «violenze e molestie sessuali» nei confronti delle donne,
B. considerando che tra 2,5 e 3,3 milioni di persone si trovano in condizioni di insicurezza alimentare, in un paese dove il 60% della popolazione vive in zone rurali e l'80% in condizioni di povertà assoluta,
C. considerando che un anno dopo il terremoto, la situazione ad Haiti resta caotica in quanto il paese è tuttora in una situazione di emergenza e la ricostruzione fatica ad avviarsi,
D. considerando che decenni di povertà, degrado ambientale, vulnerabilità di fronte alle molteplici calamità naturali, violenza, instabilità politica e dittatura hanno fatto di questo paese il più povero del continente americano in cui, prima della catastrofe, la maggior parte dei dodici milioni di abitanti sopravviveva con meno di due dollari al giorno; e che i danni provocati dal sisma hanno aggravato ulteriormente l'incapacità dello Stato di fornire servizi pubblici di base e di rispondere quindi attivamente agli sforzi di soccorso e ricostruzione,
E. considerando che ad oggi sono stati versati 1,2 miliardi di dollari sui 10 miliardi (in due fasi: 18 mesi e 3 anni) promessi durante la Conferenza internazionale dei donatori per la ricostruzione di Haiti, tenutasi a New York il 31 marzo 2010,
F. considerando che la recente tragedia di Haiti ha dimostrato la necessità di potenziare in termini di efficacia, rapidità, coordinamento e visibilità gli strumenti di cui l'UE dispone per far fronte alle catastrofi (aiuto umanitario e meccanismo comunitario di protezione civile),
G. considerando che, su proposta haitiana, è stata creata una commissione temporanea per la ricostruzione di Haiti (CTRH) al fine di assicurare il coordinamento e lo spiegamento efficace di risorse e attuare il piano d'azione per lo sviluppo di Haiti, e che la Commissione, in quanto principale donatore, è membro della CTRH e ha diritto di voto,
H. considerando che la rimozione delle macerie costituisce la sfida principale per la ricostruzione del paese – una minima parte delle rovine è stata rimossa – e che al ritmo attuale occorreranno almeno sei anni per rimuovere i milioni di metri cubi di detriti,
I. considerando che ad oggi l'epidemia di colera, scoppiata il 19 ottobre 2010, ha causato 3 000 decessi, coinvolgendo oltre 150 000 persone, che il propagarsi dell'epidemia sottolinea le evidenti carenze strutturali dello Stato haitiano e i limiti del sistema degli aiuti internazionali e della Minustah, e che la crisi politica attuale, sviluppatasi in seguito alle elezioni, influisce in modo particolare sulle attività messe in atto per debellare il colera,
J. considerando che l'ONU ha ricevuto soltanto 44 milioni di dollari su 174 milioni per combattere l'epidemia di colera,
K. considerando che l'Organizzazione mondiale per la sanità prevede 400 000 nuovi casi di colera nei prossimi dodici mesi se l'epidemia non sarà debellata,
L. considerando che le elezioni del 28 novembre 2010, i cui risultati provvisori sono stati proclamati all'inizio di dicembre, hanno provocato violente manifestazioni ad Haiti e numerose denunce di brogli, che la comunità internazionale dovrebbe sostenere un processo elettorale trasparente e legittimo per assicurare la sincerità del voto, indispensabile alla ricostruzione del paese, e che la protezione dei civili rappresenta una priorità,
1. ribadisce la sua solidarietà agli abitanti di Haiti vittime del sisma e del colera e sottolinea che la ricostruzione deve avvenire consultando e coinvolgendo la popolazione e la società civile haitiane;
2. insiste sulla necessità di un impegno deciso e a lungo termine della comunità internazionale, compresa l'UE, affinché siano mantenute tutte le promesse fatte durante la Conferenza internazionale dei donatori di New York e i fondi siano consegnati senza indugio; sottolinea altresì che tutta l'assistenza umanitaria e alla ricostruzione da parte europea è fornita sotto forma di sovvenzioni, non di prestiti che generano un debito;
3. ricorda la forte mobilitazione della comunità internazionale a seguito del sisma che ha devastato Haiti e la sua reale volontà politica di sostenere la ricostruzione del paese in altro modo, cioè senza commettere gli errori del passato, e di affrontare una volta per tutte le cause profonde della povertà ad Haiti;
4. deplora l'entità della catastrofe che si è abbattuta su Haiti, le cui conseguenze sono ancora ben visibili a un anno dal sisma; si compiace dell'importo dell'aiuto umanitario della Commissione europea a favore di Haiti che ammonta a 120 milioni EUR (di cui 12 milioni per la lotta contro il colera) e degli Stati membri dell'Unione che ammonta a circa 200 milioni EUR, nonché dell'impegno del Commissario europeo responsabile della cooperazione internazionale, dell'aiuto umanitario e della protezione civile e della DG ECHO e dei suoi esperti;
5. sottolinea che l'installazione di clusters ha consentito di coordinare in loco gli interventi umanitari, ma che questo metodo ha tuttavia mostrato i suoi limiti di fronte alla grande molteplicità degli attori umanitari e alla complessità dell'emergenza, per via della forte concentrazione urbana;
6. accoglie favorevolmente gli sforzi compiuti e il lavoro realizzato dalle organizzazioni umanitarie (Croce Rossa, ONG, Nazioni Unite) e dagli Stati membri e insiste sulla necessità di comunicare le conseguenze non visibili degli interventi umanitari e sul fatto che la situazione ha potuto essere contenuta soprattutto facendosi carico dei feriti, dell'approvvigionamento di acqua potabile e derrate alimentari, nonché dei ricoveri provvisori;
7. rileva che l'epidemia di colera ha messo in luce l'incapacità quasi totale dello Stato haitiano di far fronte a una malattia facile da prevenire e guarire nonché i limiti del sistema dell'aiuto internazionale in un paese che beneficia di un apparato umanitario massiccio (12 000 ONG); sottolinea che gli attori umanitari non devono e non possono continuare a ovviare alle debolezze dello Stato haitiano o a sostituirsi a quest'ultimo e che è urgente agire finalmente a favore di uno sviluppo a lungo termine, soprattutto per l'accesso alle cure sanitarie, all'acqua potabile e al risanamento;
8. si compiace dell'impegno assunto collettivamente dalla Commissione e dagli Stati membri per un importo pari a 1,2 miliardi EUR, di cui 460 milioni di aiuto non-umanitario da parte della Commissione, durante la Conferenza internazionale dei donatori per la ricostruzione di Haiti; ribadisce la sua richiesta affinché l'Unione europea, in quanto principale erogatore di fondi, svolga un ruolo di leadership politica negli sforzi di ricostruzione;
9. chiede alla Commissione e agli Stati membri di integrare la produzione alimentare locale e la sicurezza alimentare negli sforzi di ricostruzione ad Haiti mediante lo sviluppo delle infrastrutture rurali e l'aiuto ai piccoli agricoltori, nell'ambito del loro approccio congiunto alla programmazione delle rispettive risorse per la ricostruzione di Haiti e della revisione di metà percorso della programmazione dei fondi restanti della Commissione, pari a 169 milioni di EUR tuttora disponibili sui 460 milioni EUR annunciati a New York; chiede l'attuazione del nuovo quadro politico sulla sicurezza alimentare annunciato dalla Commissione nel marzo 2010;
10. deplora il fatto che la commissione temporanea per la ricostruzione di Haiti, che dovrebbe avere un ruolo centrale nel coordinamento della ricostruzione, abbia cominciato in ritardo i suoi lavori; deplora la mancanza di informazioni quanto al suo funzionamento e alla sua efficacia e chiede alla Commissione, in qualità di membro della CTRH, di intervenire per accelerare la realizzazione del mandato di quest'ultima e rivederne il funzionamento, e presentare al Parlamento europeo una relazione sull'attività della CTRH, sullo spiegamento delle risorse e dei fondi promessi durante la Conferenza di New York e effettivamente impegnati per la ricostruzione;
11. riconosce che la CTRH, struttura centrale per la gestione della ricostruzione, può funzionare efficacemente solo attraverso il ripristino delle capacità statali di Haiti e il rinnovo dei dirigenti haitiani che devono essere eletti con un voto trasparente e legittimo e da una reale volontà politica di prendere le decisioni indispensabili per avviare questo cantiere titanico;
12. esorta il governo di Haiti a proseguire e attuare gli impegni previsti dal piano nazionale di ricostruzione per rafforzare l'autorità dello Stato, rendendo il governo locale più efficace, potenziando le capacità delle istituzioni locali e nazionali e integrare il concetto di decentramento politico, economico e istituzionale;
13. ritiene che le autorità locali e i rappresentanti della società civile debbano essere maggiormente sostenuti e coinvolti nel processo decisionale;
14. deplora il fatto che gli haitiani dispongano unicamente di pale, picconi e carriole per evacuare le tonnellate di macerie che bloccano la capitale, il che appare irrisorio di fronte alla gravità della situazione; sottolinea che la rimozione delle macerie è indispensabile per la ricostruzione di Haiti e deplora il fatto che praticamente nessun fondo è stato sbloccato per rimuovere i detriti; invita quindi la Commissione a fornire aiuti finanziari e assistenza tecnica per la rimozione delle macerie;
15. invita l'ONU a rivedere il mandato della Minustah, prestando particolare attenzione ai problemi in materia di sicurezza, ed esprime preoccupazione riguardo alla sua efficacia in relazione agli ultimi avvenimenti in corso, ovvero l'epidemia di colera e le elezioni;
16. deplora la grave crisi di alloggi ad Haiti; sottolinea che la ricollocazione dei senzatetto, sistemati per la maggior parte in campi di fortuna soprattutto nella capitale Port-au-Prince, si scontra con la mancanza di terreni disponibili, con un sistema fondiario inesistente e il controllo di numerosi appezzamenti da parte di cittadini haitiani emigrati e fa appello alla volontà politica delle autorità del paese affinché prendano disposizioni volontaristiche soprattutto in materia di espropri;
17. esprime preoccupazione per la situazione dei soggetti più vulnerabili, soprattutto donne e bambini, in seguito al terremoto che ha colpito in pieno più di 800 000 bambini che sono stati esposti ai pericoli della violenza, degli abusi sessuali, della tratta di esseri umani, dello sfruttamento e dell'abbandono e chiede all'Unione europea (Commissione) di impegnarsi con determinazione per ristabilire condizioni di vita favorevoli e sicure per l'infanzia, al fine di promuovere il processo di attuazione di un sistema di protezione sociale ad Haiti e appoggiare la riforma dell'istruzione; chiede che siano migliorate le condizioni di vita e la sicurezza nei campi;
18. chiede all'Unione europea di collaborare con il governo dell'isola per definire una legislazione completa che tuteli i diritti dei minori e recepisca nella normativa nazionale gli obblighi derivanti da numerosi strumenti internazionali ratificati da Haiti in materia di diritti dell'infanzia, diritti dell'uomo, eliminazione della schiavitù e tutela dei diritti dell'infanzia;
19. ritiene estremamente importante che la Commissione sostenga l'attuazione del processo di identificazione, censimento e ricerca dei minori separati e delle loro famiglie e di intensificazione della vigilanza speciale alle frontiere per contrastare la tratta e l'adozione illegale di bambini;
20. ribadisce che è essenziale ripristinare immediatamente le capacità dello Stato haitiano di far funzionare la democrazia e il buon governo del paese, indispensabili alla ricostruzione dello stesso, e favorire il coinvolgimento della società civile e della popolazione haitiane;
21. esprime viva preoccupazione per l'attuale crisi politica, in seguito ai risultati delle elezioni presidenziali e legislative fortemente contestati e ratificati con prudenza dalle delegazioni di osservatori stranieri e che sono attualmente oggetto di un riconteggio delle schede da parte di esperti distaccati dall'Organizzazione degli Stati americani (OSA), che nella sua relazione di giovedì 13 gennaio 2011 ha raccomandato l'esclusione di Jude Célestin, candidato del governo, a favore di Michel Martelly, considerati i brogli accertati;
22. chiede all'Unione europea di fare ogni cosa in suo potere per sostenere con forza un processo elettorale legittimo e trasparente e il corretto svolgimento del secondo turno rinviato a febbraio, per evitare che Haiti cada in una crisi più grave; ritiene che solo un presidente eletto e legittimo nonché parlamentari legittimati potranno prendere le decisioni necessarie e che la ricostruzione richiede stabilità e volontà politica;
23. invita la comunità internazionale e l'Unione europea a cooperare strettamente con le future autorità haitiane, accompagnandole nell'organizzazione delle loro istituzioni e delle capacità statali verso un nuovo equilibrio a tutti i livelli e una democrazia pienamente operativa, durante tutto il processo di ricostruzione;
24. sottolinea l'importanza fondamentale delle rimesse della diaspora haitiana, in quanto il capitale affluisce direttamente nelle mani della popolazione haitiana, che può rapidamente impiegarlo per soddisfare bisogni urgenti; chiede agli Stati membri e al governo haitiano di facilitare il trasferimento delle rimesse e di agire al fine di ridurne i costi;
25. invita l'Unione europea e gli Stati membri ad accordare la massima priorità alla ricostruzione e alla ripresa di Haiti; sottolinea che è tempo di aiutare Haiti a diventare un paese economicamente e politicamente forte e autonomo e invita la comunità internazionale a sfruttare questa opportunità per affrontare definitivamente le cause profonde della povertà ad Haiti;
26. chiede alla Commissione che, nello spirito del consenso europeo sull'aiuto umanitario, si assista a uno sforzo significativo per integrare la dimensione connessa alla preparazione alle calamità e alla riduzione dei rischi naturali, in collaborazione con il governo, le autorità locali e la società civile, nella fase di emergenza e di sviluppo a lungo termine;
27. esorta la Commissione a presentare, il prima possibile, proposte volte a introdurre una forza di protezione civile dell'Unione europea basata sul meccanismo di protezione civile dell'UE;
28. rileva che l'aiuto umanitario è presente ad Haiti da decenni e che l'importanza del nesso tra aiuto di emergenza, ripresa e sviluppo è del tutto evidente in questa crisi; ribadisce il fatto che è fondamentale per le Nazioni Unite essere e rimanere responsabili del coordinamento di tutte le operazioni civili e militari per quanto riguarda il ripristino della sicurezza e l'aiuto umanitario, nonché la ricostruzione e lo sviluppo;
29. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione all'Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri, nonché al Presidente e al governo di Haiti, al Segretario generale aggiunto dell'ONU per gli affari umanitari e il coordinamento dei soccorsi di emergenza, alla Banca Mondiale e all'FMI.