Risoluzione del Parlamento europeo del 12 maggio 2011 sulla situazione nello Sri Lanka
Il Parlamento europeo,
– visto il rapporto del 31 marzo 2011 del gruppo di esperti del Segretario generale delle Nazioni Unite sul chiarimento delle responsabilità in Sri Lanka,
– vista la dichiarazione del 25 aprile 2011 del Segretario generale delle Nazioni Unite in merito alla pubblicazione del rapporto sullo Sri Lanka redatto dal gruppo di esperti,
– viste le convenzioni di cui lo Sri Lanka è parte, che gli impongono di indagare sulle asserite violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale in materia di diritti umani e di perseguirne i responsabili,
– vista la dichiarazione sulla nomina di un gruppo di esperti delle Nazioni Unite sulle questioni delle responsabilità in Sri Lanka, rilasciata a nome dell'Unione europea il 1° luglio 2010 dal Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR),
– vista la dichiarazione rilasciata dal VP/AR il 10 maggio 2011 sul rapporto del gruppo di esperti del Segretario generale delle Nazioni Unite sul chiarimento delle responsabilità in Sri Lanka,
– viste le sue risoluzioni sullo Sri Lanka del 5 febbraio 2009(1), del 12 marzo 2009(2) e del 22 ottobre 2009(3),
– visto il secondo Protocollo aggiuntivo alla Quarta Convenzione di Ginevra, relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati non internazionali,
– visto l'articolo 122, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando che nel maggio 2009 il lungo conflitto che era in corso in Sri Lanka si è concluso con la resa delle Tigri per la liberazione della patria Tamil (LTTE: Liberation Tigers of Tamil Eelam) e la morte del loro leader; considerando che in seguito al conflitto un gran numero di cittadini dello Sri Lanka vivono come sfollati interni, specialmente nel nord del paese,
B. considerando che negli ultimi mesi del conflitto intensi combattimenti in aree civili hanno provocato, secondo le stime, migliaia di morti e feriti tra la popolazione civile,
C. considerando che il 23 maggio 2009, durante una visita di Ban Ki-moon in Sri Lanka poco dopo la fine del conflitto, il Presidente Mahinda Rajapaksa e Ban Ki-moon hanno rilasciato una dichiarazione congiunta con cui il Segretario generale delle Nazioni Unite ha sottolineato l'importanza di un processo per la «accountability» (la trasparenza delle responsabilità) e il governo dello Sri Lanka ha acconsentito ad adottare misure in relazione alle accuse di violazioni delle leggi di guerra,
D. considerando che il 15 maggio 2010 il governo dello Sri Lanka ha nominato una commissione per la riconciliazione (la LLRC, «Lessons Learned and Reconciliation Commission», ovvero la «commissione per la riconciliazione e sugli insegnamenti tratti dal passato»), composta di otto membri, incaricata di indagare su quanto accaduto in Sri Lanka tra il febbraio 2002 e il maggio 2009, con l'obiettivo di garantire la trasparenza delle responsabilità, la giustizia e la riconciliazione nel paese,
E. considerando che il 22 giugno 2010 il Segretario generale delle Nazioni Unite ha annunciato la nomina di un gruppo di esperti incaricato di fornirgli consulenza sulla questione del chiarimento delle responsabilità per quanto riguarda le asserite violazioni del diritto internazionale umanitario e in materia di diritti umani durante le fasi finali del conflitto nello Sri Lanka,
F. considerando che il rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato il 25 aprile 2011, è giunto alla conclusione che sono credibili le accuse secondo le quali sia le forze governative che le LTTE hanno condotto operazioni militari in evidente spregio della protezione della popolazione civile, dei suoi diritti, del suo benessere e della sua vita, e hanno violato le norme del diritto internazionale,
G. considerando che nelle fasi finali del conflitto la comunità internazionale ha più volte invitato il governo dello Sri Lanka a consentire agli osservatori internazionali di entrare nel paese al fine di monitorare la situazione umanitaria della popolazione civile vittima degli scontri,
H. considerando che il gruppo di esperti ha inoltre concluso che quasi due anni dopo la fine della guerra gli sforzi dello Sri Lanka sono lontani dal soddisfare gli standard internazionali in materia di chiarimento delle responsabilità,
1. esprime la propria preoccupazione per la gravità delle accuse contenute nel rapporto delle Nazioni Unite; sottolinea che tali accuse, e la questione delle relative responsabilità, devono essere adeguatamente trattate prima di poter giungere a una riconciliazione duratura in Sri Lanka;
2. prende atto che il gruppo di esperti ha giudicato credibili accuse che, se provate, indicherebbero che tanto il governo dello Sri Lanka quanto le LTTE hanno commesso una molteplicità di gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale in materia di diritti umani, alcune delle quali costituirebbero crimini di guerra e crimini contro l'umanità;
3. valuta positivamente l'iniziativa del Segretario generale delle Nazioni Unite di nominare il gruppo di esperti per il chiarimento delle responsabilità nello Sri Lanka in relazione alle asserite violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale in materia di diritti umani commesse durante le fasi finali del conflitto armato;
4. plaude alla decisione di Ban Ki-moon di pubblicare il rapporto il 25 aprile 2011;
5. sottolinea che l'impegno per i diritti umani e la trasparenza delle responsabilità costituiva un punto chiave della dichiarazione congiunta rilasciata il 23 maggio 2009 dal Presidente dello Sri Lanka e dal Segretario generale delle Nazioni Unite;
6. accoglie con favore la decisione del Segretario generale dell'ONU di rispondere positivamente alla raccomandazione del gruppo di esperti di riesaminare le azioni svolte dalle Nazioni Unite in attuazione dei loro mandati umanitari e di protezione durante la guerra in Sri Lanka, in particolare nelle fasi finali del conflitto; rileva che il gruppo di esperti ha raccomandato al Segretario generale dell'ONU di procedere immediatamente all'istituzione di un meccanismo internazionale indipendente, ma che egli è stato informato che ciò richiederà il consenso del paese ospite o una decisione degli Stati membri attraverso un idoneo forum intergovernativo;
7. ritiene che, nell'interesse della giustizia e della riconciliazione in Sri Lanka, le accuse contenute nel rapporto del gruppo di esperti delle Nazioni Unite giustifichino un'indagine completa, imparziale e trasparente; incoraggia il governo dello Sri Lanka a rispondere in modo costruttivo alle raccomandazioni formulate dal gruppo di esperti;
8. è profondamente preoccupato per l'inquietante mancanza d'indipendenza della magistratura, la quale potrebbe svolgere un ruolo complementare a quello di un organismo d'indagine indipendente; esorta il governo dello Sri Lanka a garantire la giustizia riparatrice e retributiva;
9. invita il governo dello Sri Lanka a contribuire agli sforzi già in corso per una riconciliazione globale, in conformità ai suoi obblighi internazionali e al fine di migliorare il processo interno di chiarimento delle responsabilità;
10. dà atto a questo proposito al governo dello Sri Lanka di aver istituito una commissione per la riconciliazione (la LLRC, «Lessons Learned and Reconciliation Commission»); sollecita tale commissione a tenere seriamente conto del rapporto delle Nazioni Unite; rileva che la LLRC ha il potere di chiedere all'Attorney-General dello Sri Lanka di avviare procedimenti penali sulla base delle constatazioni della commissione stessa;
11. chiede che si chiariscano le responsabilità sia delle LTTE che del governo dello Sri Lanka per le asserite violazioni del diritto internazionale umanitario e in materia di diritti umani;
12. sollecita il governo dello Sri Lanka ad attuare le raccomandazioni del gruppo di esperti, a cominciare dalle «misure immediate», e ad avviare immediatamente vere indagini sulle violazioni del diritto internazionale umanitario e in materia di diritti umani commesse, secondo le accuse, da entrambe le parti coinvolte nel conflitto armato;
13. invita il VP/AR, il Consiglio e la Commissione a dare il loro sostegno ad ulteriori sforzi per rafforzare il processo di chiarimento delle responsabilità in Sri Lanka e ad appoggiare il rapporto delle Nazioni Unite;
14. esorta il governo dello Sri Lanka ad essere proattivo nel venire incontro alle reali preoccupazioni e ai reali interessi politici, economici e sociali dei suoi cittadini Tamil; lo sollecita ad adottare di conseguenza misure attive in termini di decentramento politico e a incoraggiare il reclutamento di cittadini Tamil nel pubblico impiego, nella polizia e nelle forze armate, in modo che la popolazione tamil si senta rassicurata, riconosca la sconfitta delle LTTE come una liberazione e guardi a un futuro radioso e prospero, in condizioni di parità con i suoi concittadini singalesi;
15. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, nonché al Presidente, al governo e al parlamento dello Sri Lanka.