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Procedura : 2011/2756(RSP)
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RC-B7-0389/2011

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PV 06/07/2011 - 12
CRE 06/07/2011 - 12

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PV 07/07/2011 - 7.2
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P7_TA(2011)0333

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Giovedì 7 luglio 2011 - Strasburgo
Situazione in Siria, Yemen e Bahrein nel contesto della situazione nel mondo arabo e in Nord Africa
P7_TA(2011)0333RC-B7-0389/2011

Risoluzione del Parlamento europeo del 7 luglio 2011 su Siria, Yemen e Bahrein nel contesto della situazione nel mondo arabo e in Nord Africa

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla Siria, lo Yemen e il Bahrein, in particolare quella del 7 aprile 2011 sulla situazione in Siria, Bahrein e Yemen(1),

–  vista la sua risoluzione del 24 marzo 2011 sulle relazioni dell'Unione europea con il Consiglio di cooperazione del Golfo(2),

–  vista la sua risoluzione del 7 aprile 2011 sulla revisione della politica europea di vicinato – dimensione meridionale(3),

–  viste le dichiarazioni del Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante sulla Siria, del 18, 22, 24 e 26 marzo, 23 aprile, 6 e 11 giugno 2011, quelle sullo Yemen, del 10, 12 e 18 marzo, 27 aprile, 11, 26 e 31 maggio e 3 giugno 2011, e quelle sul Bahrein, del 10, 12 e 18 marzo, 3 maggio e 1° luglio 2011,

–  vista la dichiarazione rilasciata sulla Siria a nome dell'Unione europea dal Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante il 29 aprile 2011,

–  vista la comunicazione congiunta intitolata «Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento», del 25 maggio 2011, che completa la comunicazione congiunta relativa a «Un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale», dell'8 marzo 2011,

–  vista la dichiarazione sul Vicinato meridionale rilasciata in occasione del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2011,

–  vista la risoluzione del Consiglio per i diritti dell'uomo sulla Siria del 29 aprile 2011,

–  viste le decisioni del Consiglio 2011/273/PESC, del 9 maggio 2011, 2011/302/PESC, del 23 maggio 2011, e 2011/367/PESC, del 23 giugno 2011, sulla Siria,

–  viste le conclusioni del Consiglio «Affari esteri» del 23 maggio e del 20 giugno 2011,

–  vista la dichiarazione del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla Siria del 3 giugno 2011,

–   vista la dichiarazione del Segretario generale delle Nazioni Unite, del 23 giugno 2011, sulle sentenze pronunciate contro 21 attivisti politici del Bahrein, difensori dei diritti dell'uomo e leader dell'opposizione,

–  vista la relazione preliminare dell'Alto Commissario per i diritti dell'uomo sulla Siria del 14 giugno 2011,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–  vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo del 1990,

–  visto il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966,

–  vista la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti del 1975,

–  visti gli orientamenti dell'UE del 2004 sui difensori dei diritti dell'uomo, quali aggiornati nel 2008,

–  visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.  considerando che manifestanti pacifici di paesi del Nord Africa e del Medio Oriente hanno espresso legittime aspirazioni democratiche e una forte richiesta di riforme istituzionali, politiche, economiche e sociali per conseguire una democrazia autentica, lottare contro la corruzione e il nepotismo, garantire il rispetto dello Stato di diritto, dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, ridurre le disuguaglianze sociali e creare condizioni economiche e sociali migliori,

B.  considerando che la comunicazione congiunta intitolata «Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento», del 25 maggio 2011, adotta un approccio nuovo, rivedendo la messa in atto dei principi di base che disciplinano l'azione esterna dell'Unione, segnatamente i valori universali dei diritti dell'uomo, della democrazia e dello Stato di diritto, che sono al centro della politica di vicinato, e rispecchiando nel contempo la necessità per l'Unione europea di sostenere il cambiamento democratico in Nord Africa e in Medio Oriente,

Siria

C.  considerando che sin dall'inizio del giro di vite registrato in Siria nel marzo 2011 la violenza è andata aumentando e le forze di sicurezza hanno risposto alle continue proteste con arresti di massa e una brutalità crescente, che ha fatto più di 400 vittime fra i civili nel solo governatorato di Daraa e probabilmente più di 1 000 in tutta la Siria,

D.  considerando che recentemente sono stati diffusi in tutto il mondo filmati che mostravano immagini sconvolgenti di bambini siriani detenuti arbitrariamente cui erano stati inflitti torture o maltrattamenti che, in alcuni casi, avevano provocato la loro morte, come nel tragico caso di Hamza al-Khateeb, un ragazzo di 13 anni; che inoltre l'uso di munizioni vere contro i manifestanti ha già provocato la morte di almeno 30 bambini, come segnalato dall'UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, il 31 maggio 2011,

E.  considerando che, in occasione del suo terzo discorso del 20 giugno 2011, il Presidente Bashar al-Assad ha affermato che un dialogo nazionale determinerà il futuro della Siria; che, nonostante si siano ripetutamente impegnate a porre in atto riforme e cambiamenti politici nel paese, le autorità siriane non hanno preso alcuna iniziativa credibile in tal senso, che le organizzazioni per i diritti dell'uomo hanno già documentato più di 800 casi di sparizione forzate e 11 000 casi di detenzione arbitraria,

F.  considerando che il 23 giugno 2011, data la gravità della situazione in Siria, il Consiglio ha adottato una decisione e un regolamento che impongono misure restrittive ad altre sette persone che vanno ad aggiungersi alla lista stilata il 9 maggio 2011 allo scopo di introdurre misure speciali, quali un blocco dei visti e un congelamento dei beni, e ha altresì imposto un embargo sulle armi e sulle attrezzature che potrebbero essere utilizzate per la repressione interna, contro quattro entità associate al regime siriano,

G.  considerando che l'Accordo di associazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica araba siriana, dall'altra, non è mai stato firmato; che la firma di tale Accordo è stata ritardata, su richiesta della Siria, dall'ottobre 2009 e che il Consiglio ha già deciso di non compiere nessun altro passo; che il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali costituisce una parte essenziale dell'Accordo,

H.  considerando che si delinea il grave rischio di un aumento degli attacchi violenti da parte di gruppi estremisti, compresi gruppi armati della Jihad; considerando altresì che è importante garantire la protezione delle varie comunità religiose presenti in Siria, compresi i numerosi profughi iracheni giunti nel paese,

I.  considerando che, dopo l'assedio di Daraa, le forze di sicurezza hanno lanciato un'operazione e una campagna su vasta scala di arresti arbitrari nelle città vicine; che, secondo le stime, 12 000 siriani di Jisr el-Shugour e delle zone circostanti hanno attraversato la frontiera siro-turca per timore di rappresaglie da parte delle forze di sicurezza e che, secondo la Mezzaluna Rossa, altri 17 000 sono in attesa di fare la stessa cosa,

Yemen

J.  considerando che la situazione nello Yemen continua a destare forti preoccupazioni dopo mesi di violenze e disordini che hanno imposto profonde sofferenze al popolo yemenita e portato a numerosi decessi e ferimenti gravi nonché all'incarcerazione di manifestanti e all'inasprimento della crisi economica e politica nel paese,

K.  considerando che il Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) ha avviato un piano per un passaggio di poteri pacifico che non è ancora stato firmato dal Presidente yemenita Ali Abdullah Saleh,

L.  considerando che durante i recenti attacchi al palazzo presidenziale avvenuti il 3 giugno 2011 il Presidente Saleh è stato gravemente ferito ed è ora sottoposto a cure mediche in Arabia Saudita; che il potere è stato temporaneamente affidato al Vicepresidente del paese, Abd Rabbuh Mansur Hadi,

M.  considerando che lo Yemen è il paese più povero del Medio Oriente e che è caratterizzato da una malnutrizione diffusa, dal calo delle riserve petrolifere, da un aumento della popolazione, dalla debolezza del governo centrale, da una sempre più grave penuria idrica e da scarsi investimenti nell'economia nazionale; considerando inoltre che, alla luce della fragile tregua raggiunta a febbraio con i ribelli sciiti nel nord del paese, dell'esistenza di un movimento secessionista nel sud e della presenza di numerosi militanti di Al-Qaeda che pare utilizzino lo Yemen come rifugio, suscita forti preoccupazioni l'eventualità di una disintegrazione dello Stato yemenita,

Bahrein

N.  considerando che nel Bahrein lo stato di emergenza nazionale è stato revocato il 1° giugno 2011 e che il Re Hamad Bin Isa al-Khalifa ha sollecitato un dialogo nazionale iniziato il 2 luglio 2011,

O.  considerando che il 29 giugno 2011 il Re Hamad ha istituito una commissione con una componente internazionale indipendente per indagare sulle violazioni dei diritti umani perpetrate durante la repressione recentemente messa in atto dal governo nei confronti dei manifestanti pro-riforma,

P.  considerando che il 22 giugno 2011 la Corte di sicurezza nazionale del Bahrein, un tribunale militare, ha emesso il proprio verdetto contro 21 attivisti dell'opposizione del paese, sette dei quali condannati in contumacia; che otto attivisti dell'opposizione sono stati condannati all'ergastolo e che ad altri 13 sono state inflitte pene detentive fino a 15 anni per aver «cospirato per rovesciare il governo»; che numerosi altri attivisti politici, difensori dei diritti umani e giornalisti sono stati arrestati durante le recenti proteste a favore della riforma, e che, secondo le organizzazioni di difesa dei diritti umani, avrebbero subito torture, maltrattamenti e vessazioni,

Q.  considerando che il 22 maggio 2011 la Corte d'appello del Tribunale di sicurezza nazionale ha confermato le sentenze capitali inflitte ad Ali Abdullah Hassan al-Sankis e ad Abdulaziz Abdulridha Ibrahim Hussain per l'uccisione di due poliziotti durante le proteste antigovernative in Bahrein, e che le esecuzioni sono state rinviate a settembre,

R.  considerando che 47 operatori tra medici e infermieri del Bahrein sono stati accusati di aver «sostenuto il rovesciamento del regime con la forza» e saranno processati dinanzi a un tribunale militare del paese; considerando inoltre che il personale medico ha prestato soccorso a tutti i feriti senza distinzioni, così come previsto dal codice etico della professione,

S.  considerando che, a seguito della richiesta del governo del Bahrein, sono state spiegate nel paese forze straniere operanti sotto l'egida del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG),

1.  condanna fermamente il ricorso sproporzionato alla violenza contro i manifestanti pacifici da parte dei regimi e si rammarica per l'elevato numero di morti e feriti; esprime il proprio cordoglio alle famiglie delle vittime e dei feriti; chiede l'immediata cessazione dello spargimento di sangue e il rilascio delle persone arrestate; sollecita un'indagine sulle uccisioni, gli arresti e il presunto ricorso alla tortura;

2.  elogia i popoli per il coraggio dimostrato nella pacifica lotta a favore di una svolta democratica e in particolare le donne, che sono state, e in molti casi sono tuttora, in prima linea nelle proteste;

3.  invita i leader politici dei paesi arabi a rispettare gli impegni assunti avviando, senza indugi o precondizioni, un dialogo politico aperto e costruttivo che coinvolga tutti i partiti e i movimenti politici democratici nonché i rappresentanti della società civile, onde aprire la strada a un'autentica democrazia e alla realizzazione di riforme istituzionali, politiche, economiche e sociali effettive, ambiziose e di rilievo in quanto elemento essenziale per la stabilità e lo sviluppo a lungo termine dei paesi in questione e della regione in generale;

Siria

4.  condanna con fermezza la recrudescenza della violenza in Siria e le ripetute e gravi violazioni dei diritti umani, compresi gli assedi posti su parecchie città, come Daraa, Jisr al-Shughour e Hama, gli arresti di massa, gli omicidi extragiudiziali, la detenzione arbitraria, le presunte sparizioni forzate e le torture;

5.  si rammarica del fatto che la revoca dello stato di emergenza annunciata il 21 aprile 2011 e le riforme promesse dal Presidente Assad non siano state attuate e che i prigionieri politici continuino a essere detenuti nonostante la recente amnistia proclamata dal Presidente; sollecita le autorità siriane a togliere l'assedio alle città interessate senza indugio e a consentire l'accesso immediato e illimitato alle agenzie umanitarie e al relativo personale;

6.  esorta le autorità siriane e il Presidente Bashar al Assad a porre fine alle uccisioni di manifestanti disarmati e a rilasciare immediatamente tutti i manifestanti detenuti, i giornalisti, i difensori dei diritti umani e i prigionieri politici; chiede a tutte le forze democratiche e agli attori della società civile di impegnarsi in un processo politico immediato e autentico volto contribuire a una transizione democratica in Siria, basata su un'agenda concreta di riforme fondamentali e sul rispetto dei diritti dell'uomo e dello Stato di diritto;

7.  invita le autorità siriane a consentire l'accesso al paese alla stampa estera per verificare tutte le asserzioni secondo cui «bande armate di estremisti» sparano per primi contro le forze di sicurezza, ovvero la giustificazione addotta dal regime per motivare l'inaccettabile bagno di sangue in corso; invita le autorità siriane a cooperare pienamente e a garantire un accesso senza restrizioni all'Ufficio dell'Alto commissario e ad altri meccanismi delle Nazioni Unite;

8.  esorta le autorità siriane a liberare immediatamente tutti i minori arrestati durante la repressione delle manifestazioni o in occasione di eventi connessi, a indagare approfonditamente sui presunti casi di violenza su minori e ad astenersi da ulteriori arresti e violenze su minori, o da qualsiasi altra violazione dei diritti dei minori;

9.  plaude alla decisione del Consiglio di imporre misure restrittive nei confronti della Siria e delle persone responsabili della violenta repressione a danno della popolazione civile, di sospendere tutti i lavori preparatori relativi a nuovi programmi di cooperazione bilaterale, di sospendere i programmi bilaterali in corso con le autorità siriane nell'ambito dello strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI) e dello strumento MEDA, di invitare la Banca europea per gli investimenti (BEI) a non approvare per il momento nuove operazioni di finanziamento in Siria, di prendere in considerazione la sospensione di un'ulteriore assistenza dell'UE a favore della Siria, alla luce degli sviluppi, e di non intraprendere ulteriori iniziative in riferimento all'accordo di associazione con la Siria; sostiene la serie di sanzioni intelligenti adottate dal Consiglio e lo invita a prendere una forte iniziativa diplomatica affinché altri paesi adottino le stesse sanzioni; reputa che il Consiglio dovrebbe continuare ad estendere le sanzioni mirate a tutte le persone ed entità legate al regime, al fine di indebolirle e isolarle, aprendo la via ad una transizione democratica;

10.  sostiene con decisione gli sforzi diplomatici che l'UE porta avanti con i partner della comunità internazionale per assicurare che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite condanni la perdurante violenza in Siria ed esorta le autorità siriane a rispondere alle legittime aspirazioni del popolo siriano; si rammarica per il fatto che tali sforzi non siano stati finora coronati da successo e che non sia stato possibile presentare una risoluzione; invita gli Stati membri dell'Unione europea e l'Alto rappresentante/Vicepresidente della Commissione a continuare ad operare con i loro partner internazionali in vista di una partecipazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in relazione alla situazione in Siria e della messa in atto, da parte delle autorità siriane, della responsabilità che esse hanno in termini di protezione della propria popolazione;

11.  accoglie favorevolmente la politica della Turchia di mantenere aperte le frontiere per i profughi siriani e la rapida mobilizzazione delle risorse della Mezzaluna Rossa;

12.  accoglie favorevolmente il riconoscimento da parte dell'UE degli sforzi profusi dalla Turchia e da altri partner regionali per affrontare i diversi aspetti della crisi, in particolare sul versante umanitario, e afferma che lavorerà al loro fianco per risolvere la situazione in Siria; invita la Turchia e l'UE a rafforzare il coordinamento in materia di politica estera e incoraggia vivamente il proseguimento di sforzi congiunti a sostegno della democratizzazione e dello sviluppo in Medio Oriente e in Nord Africa;

13.  invita il Consiglio e la Commissione a fornire immediatamente aiuti e sostegno alle autorità turche e libanesi e ai loro sforzi per gestire la crisi umanitaria alle frontiere con la Siria, anche creando un corridoio umanitario a livello di Nazioni Unite;

14.  chiede all'Alto rappresentante/Vicepresidente della Commissione, al Consiglio e alla Commissione di incoraggiare i movimenti di opposizione democratica emergenti all'interno e all'esterno del paese; chiede altresì di avviare con urgenza, a tal riguardo, un autentico dialogo politico che porti a una profonda transizione democratica in Siria;

Yemen

15.  condanna risolutamente i recenti attacchi armati nello Yemen, compreso l'attentato del 3 giugno 2011 al palazzo presidenziale; esorta tutte le parti a cessare le ostilità, rispettare i diritti umani e osservare un cessate il fuoco permanente;

16.  plaude all'impegno del Vicepresidente Abd Rabbuh Mansur Hadi di rispettare il cessate il fuoco, demilitarizzare le città dello Yemen e garantire una protezione adeguata a eventuali ulteriori proteste e manifestazioni pacifiche;

17.  esprime la propria solidarietà nei confronti del popolo dello Yemen, saluta con favore le sue aspirazioni al cambiamento democratico nel paese e sostiene gli sforzi del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) nella misura in cui sono diretti a trovare una soluzione negoziata, il che comporta le dimissioni del Presidente Saleh e dei suoi familiari che tuttora detengono ruoli di potere, nel quadro di un sistema politico più inclusivo, orientato verso la riduzione della povertà e il miglioramento delle condizioni di vita della maggioranza della popolazione;

18.  deplora il fatto che il 22 maggio 2011 le autorità yemenite non abbiano garantito il trasferimento sicuro di diplomatici, fra cui il Segretario generale del CCG e gli Ambasciatori degli Stati membri del CCG, dell'UE, del Regno Unito e degli Stati Uniti, dall'Ambasciata degli Emirati arabi uniti a Sana'a; invita le autorità yemenite a rispettare integralmente la convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche;

19.  esprime la sua preoccupazione per il fatto che il comitato di alto livello designato dal governo yemenita per indagare sugli attacchi contro i manifestanti avvenuti il 18 marzo 2011 a Sana'a, in cui 54 persone hanno perso la vita e più di 300 sono state ferite, non abbia presentato alcuna relazione sui progressi compiuti; ribadisce l'invito rivolto al Vicepresidente/Alto rappresentante a sostenere le richieste di un'indagine internazionale indipendente sull'incidente;

20.  si compiace della missione nello Yemen dell'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti dell'uomo (OHCHR), che ha effettuato una valutazione della situazione dei diritti umani nel paese e formulerà raccomandazioni destinate al governo dello Yemen e alla comunità internazionale;

Bahrein

21.  condanna la repressione nel Bahrein e sollecita il rilascio immediato e incondizionato di tutti i dimostranti pacifici, compresi gli attivisti politici, i giornalisti e i difensori dei diritti dell'uomo nonché dei 47 medici e infermieri bahreiniti che adempivano il loro dovere professionale; esprime profonda preoccupazione per la condanna all'ergastolo inflitta a otto attivisti dell'opposizione e per le condanne fino a 15 anni di detenzione pronunciate per altri 13;

22.  plaude alla revoca dello stato di emergenza nazionale nel Bahrein, come pure all'invito del Re Hamad Bin Isa al-Khalifa ad avviare un dialogo nazionale; ritiene che il dialogo nazionale avviato dal Re Hamad possa essere possibile solo con la partecipazione di tutte le forze politiche, comprese l'opposizione e la società civile, al fine di aprire la via ad un'autentica democrazia e a riforme politiche nel paese;

23.  invita le autorità bahreinite a commutare le condanne a morte pronunciate nei confronti di Ali Abdullah Hassan al-Sankis e di Abdulaziz Abdulridha Ibrahim Hussain e a ripristinare la moratoria de facto sulla pena capitale;

24.  prende atto con soddisfazione della decisione del Re Hamad di istituire una commissione indipendente per indagare sulle violazioni dei diritti umani perpetrate durante i recenti giri di vite del governo nei confronti dei manifestanti pro-riforma; sollecita piena imparzialità e trasparenza da parte della commissione e invita il governo del Bahrein a non interferire nei suoi lavori;

25.  si compiace della creazione, nel Bahrein, di un ministero per i Diritti dell'uomo e lo Sviluppo sociale e invita detto ministero ad agire in conformità delle norme e degli obblighi internazionali in materia di diritti umani;

26.  esprime preoccupazione per la presenza nel Bahrein di truppe straniere operanti sotto la bandiera del CCG; ribadisce l'invito rivolto al CCG a contribuire con le proprie risorse in quanto attore regionale collettivo per agire in modo costruttivo e mediare a favore dell'attuazione di riforme pacifiche nel Bahrein;

Mondo arabo e Nord Africa

27.  sostiene il processo di transizione democratica in Egitto e Tunisia quale primo esempio dell'attuale processo di democratizzazione e della nuova ondata di partecipazione dei cittadini, e segnatamente dei giovani, nel mondo arabo; appoggia fermamente le aspirazioni del popolo alla libertà, ai diritti dell'uomo e alla democrazia; chiede un processo elettorale trasparente, equo e libero in entrambi i paesi, che tenga conto delle loro condizioni specifiche; invita la comunità internazionale a compiere ulteriori sforzi per sostenere e incoraggiare il processo di riforma politica nei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente;

28.  ribadisce l'impegno della comunità internazionale di proteggere la popolazione civile in Libia, anche intensificando la pressione esercitata sul regime libico, e di appoggiare la creazione di uno Stato libico democratico; plaude alla decisione dell'Unione europea di rafforzare le sanzioni contro il regime aggiungendo sei autorità portuali controllate dal regime all'elenco delle entità sottoposte a congelamento dei beni da parte dell'UE; ribadisce il proprio appello al Colonnello Muammar Mohammed Abu Minyar Gheddafi affinché abbandoni immediatamente il potere;

29.  esprime preoccupazione per le privazioni che la popolazione libica sta subendo a causa della scarsità di cibo, dell'impossibilità di accedere all'assistenza medica e della mancanza di flussi di cassa per il pagamento dei salari e per far fronte alle varie esigenze amministrative; invita il Vicepresidente/Alto rappresentante e gli Stati membri dell'Unione europea ad agire con urgenza per mettere a disposizione del Consiglio nazionale di transizione, su autorizzazione e sotto la supervisione del Comitato per le sanzioni delle Nazioni Unite, parte dei beni libici congelati, così da coprire le necessità urgenti;

30.  invita il Consiglio e il Vicepresidente/Alto rappresentante a prendere ulteriori iniziative per trovare una soluzione al conflitto, tenendo conto del recente mandato d'arresto della Corte penale internazionale nei confronti del Colonnello Gheddafi, di suo figlio Saif al-Islam e di Abdullah al-Senussi;

31.  plaude al processo di riforma in Marocco e, in particolare, alla proposta di riforma costituzionale che è stata sottoposta a referendum, quale passo nella giusta direzione verso l'apertura, la modernizzazione e la democratizzazione del sistema di governo; invita i partiti politici del Marocco a prender parte attivamente in tale processo di cambiamento; sottolinea che le organizzazioni pubbliche della società civile e i partiti politici dovrebbero restare al centro del continuo processo di attuazione delle riforme e osserva che il Marocco è stato il primo paese della regione al quale è stato attribuito lo status avanzato nelle relazioni con l'Unione europea;

32.  prende atto dell'annuncio positivo del Presidente dell'Algeria relativo all'avvio del processo di democratizzazione e alla garanzia di una migliore governance del paese, che preveda la revoca dello stato di emergenza e una riforma costituzionale pianificata; sottolinea la necessità di accelerare queste iniziative e chiede un forte impegno da parte delle autorità algerine in relazione a questo processo di riforma, che dovrebbe essere inclusivo e aperto alla società civile;

33.  saluta con favore l'impegno a favore di riforme politiche in Giordania, in particolare la revisione della Costituzione giordana e i lavori del Comitato per il dialogo nazionale; elogia gli sforzi compiuti dalle autorità giordane ed evidenzia la necessità di un'attuazione concreta delle riforme; rileva che l'UE ha stabilito di accordare al partenariato con la Giordania uno status avanzato nel 2010;

34.  sottolinea che la libertà di pensiero, di coscienza e di religione rappresenta un diritto fondamentale dell'uomo che dovrebbe essere garantito dalle autorità; esorta queste ultime a fornire una protezione affidabile ed efficace alle comunità religiose presenti nei propri paesi e a garantire la sicurezza personale e l'integrità fisica ai membri di tali comunità;

35.  sostiene fermamente la posizione del Consiglio secondo cui la politica europea di vicinato dovrà essere all'altezza delle nuove sfide nel vicinato meridionale; accoglie favorevolmente l'impegno dell'UE e degli Stati membri di accompagnare e sostenere gli sforzi concreti dei governi sinceramente impegnati in riforme politiche ed economiche, come pure delle società civili; si compiace della creazione della task force per il Mediterraneo meridionale ad opera del Vicepresidente/Alto rappresentante;

36.  invita la Commissione e il Consiglio a seguire un approccio differenziato basato sulla politica del «more for more» formulata nella comunicazione comune del 25 maggio 2011 per quanto riguarda i paesi del Mediterraneo meridionale, nell'ambito del quale dovrebbero essere premiati gli effettivi progressi in termini di democrazia, elezioni libere ed eque e soprattutto diritti umani;

37.  esorta l'Unione europea a continuare a fornire gli aiuti umanitari necessari per gli sfollati della regione, molti dei quali ora vivono come rifugiati alle frontiere del proprio paese;

38.  saluta con favore il «partenariato di Deauville» con i popoli della regione, varato dai membri del G8; osserva che i primi paesi del partenariato saranno l'Egitto e la Tunisia; invita il Consiglio e gli Stati membri dell'Unione europea a coordinare i loro sforzi con i membri del G8, che sono pronti a estendere tale partenariato a tutti i paesi della regione che intraprendano una transizione verso società libere, democratiche e tolleranti;

o
o   o

39.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo e al parlamento della Repubblica araba siriana, al governo e al parlamento della Repubblica dello Yemen, al governo e al parlamento della Repubblica di Turchia, al governo e al parlamento del Regno del Bahrein, al Consiglio nazionale di transizione, al governo e al parlamento del Regno del Marocco, al governo e al parlamento della Repubblica algerina democratica e popolare, al governo e al parlamento del Regno hascemita di Giordania, al governo della Repubblica araba d'Egitto, al governo della Repubblica tunisina, al Segretario generale del CCG e al Segretario generale dell'Unione per il Mediterraneo.

(1) Testi approvati, P7_TA(2011)0148.
(2) Testi approvati, P7_TA(2011)0109.
(3) Testi approvati, P7_TA(2011)0154.

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