Risoluzione del Parlamento europeo del 7 luglio 2011 sull'India, in particolare sulla condanna a morte di Davinder Pal Singh
Il Parlamento europeo,
– vista la Risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite n. 63/168, in cui si chiede l'attuazione della Risoluzione dell'Assemblea generale n. 62/149 del 18 dicembre 2007 e con cui 106 Stati hanno votato a favore di una moratoria internazionale sulle condanne a morte e sulle esecuzioni capitali, con 34 astenuti e solo 46 voti contrari,
– vista la risoluzione n. 65/206 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 21 dicembre 2010, concernente una moratoria sull'applicazione della pena di morte,
– visti gli orientamenti dell'Unione europea in materia di pena di morte,
– viste la sua precedente risoluzione su una moratoria universale in materia di pena di morte, del 27 settembre 2007(1),
– visto l'Accordo di cooperazione concluso nel 1994 tra la Comunità europea e la Repubblica dell'India,
– visto il Dialogo tematico UE-India sui diritti dell'uomo,
– visto l'articolo 2 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,
– vista la sua risoluzione del 7 ottobre 2010 sulla Giornata mondiale contro la pena di morte(2),
– visto l'articolo 122, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando che fino al maggio del 2011 vi sono state esecuzioni solo in nove Paesi, il che indica chiaramente che a livello internazionale si riconosce sempre più il carattere crudele e inumano della pena capitale,
B. considerando che l'India non applica la pena di morte dal 2004,
C. considerando che è stato data l'autorizzazione presidenziale per l'esecuzione di due condannati,
D. considerando che, su raccomandazione del Ministero dell'interno dell'Unione indiana, il Presidente dell'India Pratibha Patil ha respinto le istanze di revisione presentate a norma dell'articolo 73 della Costituzione indiana per conto di Davinder Pal Singh Bhullar, originario del Punjab, e di Mahendra Nath Das, originario dall'Assam,
E. considerando che Mahendra Nath Das era stato condannato a morte nel 1997 dopo essere stato giudicato colpevole di omicidio; che tutti i rimedi giuridici sono stati esperiti e che la sua esecuzione è stata sospesa fino al 21 luglio 2011 dall'Alta Corte di Gauhati (nell'Assam, a nord-est dell'India) avendo il governo indiano chiesto tempo per rispondere alla Corte,
F. considerando che Davinder Pal Singh Bhullar erta stato condannato a morte il 29 agosto 2001 dopo essere stato giudicato colpevole di aver partecipato all'attentato dinamitardo del 1993 contro lo Youth Congress Office di nuova Delhi,
G. considerando che le circostanze del ritorno di Davinder Pal Singh Bhullar in India dalla Germania e la sua permanenza prolungata di Mahendra Nath Das nel braccio della morte sollevano più di un interrogativo,
H. considerando che l'India, presentando la sua candidatura per il Consiglio dei diritti umani prima delle elezioni del 20 maggio 2011, si è impegnata a salvaguardare i più alti standard di protezione e promozione dei diritti dell'uomo,
1. esprime grave preoccupazione per il fatto che il governo indiano potrebbe ripristinare l'applicazione della pena di morte dopo una moratoria di fatto di sette anni, andando così contro la tendenza internazionale verso l'abolizione della pena capitale;
2. ribadisce il suo fermo supporto alla richiesta dell'Assemblea generale dell'ONU di proclamare una moratoria sulle esecuzioni capitali, in vista di una loro abolizione;
3. fa urgentemente appello al governo indiano perché non esegua la condanna a carico di Davinder Pal Singh Bhullar e Mahendra Nath Das e commuti le condanne a morte;
4. invita le autorità dell'India a trattare i casi di Davinder Pal Singh Bhullar e Mahendra Nath Das con grande trasparenza;
5. invita il governo e il parlamento indiano ad adottare una legge che introduca una moratoria permanente sulle esecuzioni capitali, in vista di una loro completa abolizione nel prossimo futuro;
6. invita il suo presidente a trasmettere la presente risoluzione al Presidente, al governo e al Parlamento dell'India, al Ministro per la legge e la giustizia e al Ministro dell'interno dell'India, all'Alto Commissario dell'ONU per i diritti umani, all'Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Commissione e ai governi e parlamenti degli Stati membri.