Risoluzione del Parlamento europeo del 15 settembre 2011 sulla situazione in Siria
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Siria, in particolare la risoluzione del 7 luglio 2011 sulla situazione in Siria, Yemen e Bahrain nel contesto della situazione nel mondo arabo e in Nord Africa(1),
– vista la dichiarazione del Presidente del Parlamento europeo sulla situazione in Siria e le reazioni della comunità internazionale del 19 agosto 2011,
– vista la decisione 2011/522/PESC del Consiglio che modifica la decisione 2011/273/PESC relativa a misure restrittive nei confronti della Siria, la decisione 2011/523/UE del Consiglio che sospende parzialmente l'applicazione dell'accordo di cooperazione tra la Comunità economica europea e la Repubblica araba siriana e il regolamento (UE) n. 878/2011 del Consiglio, del 2 settembre 2011, che modifica il regolamento (UE) n. 442/2011 concernente misure restrittive in considerazione della situazione in Siria,
– viste le dichiarazioni del Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulla Siria dell'8 e 31 luglio, dell'1, 4, 18, 19, 23 e 30 agosto e del 2 settembre 2011,
– viste le conclusioni del Consiglio sulla Siria del 18 luglio 2011,
– vista la comunicazione congiunta dal titolo «Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento» della Commissione europea e dell'Alto rappresentante al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni del 25 maggio 2011,
– vista la dichiarazione presidenziale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 3 agosto 2011,
– vista la risoluzione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti dell'uomo nella Repubblica araba siriana, del 23 agosto 2011,
– vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,
– visto il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, di cui la Siria è parte,
– visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che, dall'inizio della violenta repressione dei manifestanti pacifici in Siria nel marzo 2011, e nonostante la revoca dello stato di emergenza annunciata il 21 aprile 2011 dal governo, le uccisioni sistematiche, la violenza e la tortura stanno aumentando drammaticamente, mentre l'esercito e le forze di sicurezza siriani continuano a rispondere con uccisioni mirate, torture e arresti di massa; che, secondo stime delle Nazioni Unite, più di 2 600 persone hanno perso la vita, molte altre sono state ferite e migliaia sono detenute;
B. considerando che la missione conoscitiva effettuata dall'Alto Commissario il 19 agosto 2011 ha acquisito le prove concernenti centinaia di esecuzioni sommarie, l'utilizzo di munizioni attive contro i dimostranti, il diffuso impiego di cecchini durante le proteste, la detenzione e la tortura di persone di ogni età, il blocco di città e villaggi da parte delle forze di sicurezza e la distruzione delle condotte idriche;
C. considerando che il governo della Repubblica araba siriana ha espresso il proprio impegno ad attuare riforme democratiche e sociali, ma non ha adottato alcuna misura concreta in tal senso;
D. considerando che molti siriani si trovano ad affrontare un deterioramento della situazione umanitaria causato dalle violenze e dagli spostamenti della popolazione; che i paesi confinanti con la Siria e la comunità internazionale stanno facendo sforzi considerevoli per impedire un ulteriore deterioramento e aggravamento della crisi umanitaria;
E. considerando che la crisi in Siria costituisce una minaccia alla stabilità e alla sicurezza di tutta la regione mediorientale;
F. considerando che l'Unione europea ha adottato misure restrittive nei confronti del regime siriano in seguito all'inasprimento della brutale campagna che il regime sta conducendo contro il popolo siriano e che l'UE sta vagliando l'opportunità di estendere tali sanzioni;
G. considerando che l'accordo di associazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica araba siriana, dall'altra non è mai stato firmato; che la ratifica di tale accordo è rinviata su richiesta della Siria dall'ottobre 2009, e che il Consiglio ha deciso di non intraprendere ulteriori azioni in tale ambito nonché di sospendere in parte l'applicazione dell'accordo di cooperazione vigente;
H. considerando che il nuovo approccio proposto dalla Commissione europea e dall'Alto rappresentante come risposta nuova a un vicinato in evoluzione si basa sulla responsabilità reciproca e su un impegno comune per i valori universali dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto;
I. considerando che il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha adottato, il 23 agosto 2011, una relazione in cui sollecita l'invio di una commissione internazionale indipendente d'inchiesta con l'incarico di indagare sulle violazioni dei diritti umani in Siria, che potrebbero prefigurarsi come crimini contro l'umanità;
1. condanna con forza l'uso crescente della forza contro i dimostranti pacifici e la brutale e sistematica persecuzione degli attivisti a favore della democrazia, i difensori dei diritti dell'uomo e i giornalisti; esprime la sua più viva preoccupazione per la gravità delle violazioni dei diritti dell'uomo perpetrate dalle autorità siriane, fra cui arresti in massa, uccisioni extragiudiziali, detenzione arbitraria, sparizioni e tortura;
2. esprime il suo sincero cordoglio alle famiglie delle vittime e la sua solidarietà al popolo siriano che lotta per i propri diritti, ne loda il coraggio e la determinazione e sostiene con forza le sue aspirazioni a realizzare il pieno rispetto dello stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali nonché la garanzia di migliori condizioni economiche e sociali;
3. sostiene le conclusioni del Consiglio del 18 luglio 2011, in cui si dichiara che, scegliendo la via della repressione anziché quella del mantenimento delle promesse di ampie riforme, il regime siriano sta mettendo in questione la propria legittimità; invita il presidente Bashar al Assad e il suo regime ad abbandonare immediatamente il potere e ne respinge l'impunità;
4. chiede nuovamente la cessazione immediata delle violente repressioni contro i dimostranti pacifici e della persecuzione delle loro famiglie, il rilascio di tutti i dimostranti, prigionieri politici, difensori dei diritti umani e giornalisti detenuti ed il libero accesso al paese per le organizzazioni internazionali e di difesa dei diritti umani nonché i media internazionali; invita le autorità siriane a porre fine alla censura praticata dal governo a danno di pubblicazioni locali e straniere, a mettere un termine al controllo repressivo su quotidiani e altre pubblicazioni e ad abolire le restrizioni a Internet e alle reti di comunicazione mobile;
5. ribadisce il suo appello a favore di un'indagine indipendente, trasparente ed efficace sugli omicidi, gli arresti, le detenzioni arbitrarie, le presunte sparizioni forzate e le torture perpetrate dalle forze di sicurezza siriane, al fine di garantire che i responsabili di tali atti siano chiamati a renderne conto; accoglie con favore, in tale contesto, la recente risoluzione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite in cui si chiede l'invio in Siria di una commissione internazionale indipendente d'inchiesta che indaghi su tutte le denunce di violazioni della legislazione internazionale in materia di diritti umani perpetrate dal regime dal marzo 2011, al fine di stabilire i fatti e le circostanze di tali crimini e violazioni, individuare i responsabili e garantire che questi ultimi siano chiamati a rendere conto del loro operato;
6. chiede nel contempo un processo politico immediato, reale e inclusivo, con la partecipazione di tutti gli attori politici democratici e le organizzazioni della società civile, che potrebbe costituire la base per una transizione pacifica e irreversibile verso la democrazia in Siria; plaude, in tale contesto, alla dichiarazione presidenziale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 3 agosto 2011, in cui si sottolinea che l'unica soluzione all'attuale crisi passa attraverso un processo politico inclusivo guidato dalla Siria; invita i membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e in particolare Russia e Cina, a presentare una risoluzione che condanni l'uso letale della forza da parte del regime siriano e chieda che sia posto un termine a tale uso della violenza e siano messe in atto sanzioni in caso di non conformità; prende atto della riunione del Segretario generale della Lega araba con le autorità siriane ed auspica che sia seguita da risultati concreti;
7. accoglie con favore l'adozione da parte del Consiglio, il 2 settembre 2011, di nuove misure restrittive nei confronti del regime siriano, tra cui il divieto d'importazione di greggio verso l'Unione europea e l'aggiunta di quattro persone e tre entità siriane all'elenco delle persone ed entità oggetto di congelamento di beni e divieto di viaggio; sollecita tuttavia ulteriori sanzioni mirate nei confronti del regime, ma chiede di ridurre al minimo gli impatti negativi sulle condizioni di vita della popolazione; invita l'Unione europea a dar prova di unità nei suoi rapporti con le autorità siriane;
8. si compiace dell'assistenza umanitaria fornita dai paesi confinanti con la Siria, in particolare la Turchia, ai rifugiati siriani; incoraggia l'Unione europea e i suoi Stati membri a proseguire la cooperazione con i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, i paesi confinanti con la Siria, la Lega araba, altri soggetti internazionali e le ONG al fine di impedire che l'attuale crisi in Siria, compresa la crisi umanitaria, si estenda ad altre zone della regione e di evitare un ulteriore inasprimento della crisi umanitaria all'interno del paese;
9. plaude alla condanna del regime siriano da parte della Turchia e dell'Arabia saudita; si rammarica del sostegno tuttora fornito dall'Iran al regime del presidente Al Assad;
10. invita il Vicepresidente/Alto rappresentante, il Consiglio e la Commissione a sostenere ulteriormente l'emergere di forze siriane organizzate di opposizione democratica sia all'interno sia all'esterno del paese;
11. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo e al parlamento della Federazione russa, al governo e al parlamento della Repubblica popolare cinese, al governo federale e al Congresso degli Stati Uniti, al Segretario generale della Lega araba e al governo e al parlamento della Repubblica araba siriana.