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Procedura : 2010/2152(INI)
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Ciclo del documento : A7-0255/2011

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A7-0255/2011

Discussioni :

PV 27/09/2011 - 4
CRE 27/09/2011 - 4

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PV 27/09/2011 - 8.17
CRE 27/09/2011 - 8.17
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P7_TA(2011)0412

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Martedì 27 settembre 2011 - Strasburgo
Nuova politica commerciale per l'Europa nel quadro della strategia Europa 2020
P7_TA(2011)0412A7-0255/2011

Risoluzione del Parlamento europeo del 27 settembre 2011 sulla nuova politica commerciale per l'Europa nel quadro della strategia Europa 2020 (2010/2152(INI))

Il Parlamento europeo,

–  vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni dal titolo «Commercio, crescita e affari mondiali. La politica commerciale quale componente essenziale della strategia 2020 dell'UE» (COM(2010)0612),

–  vista la comunicazione della Commissione dal titolo «Europa 2020: una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva» (COM(2010)2020),

–  vista la comunicazione della Commissione intitolata «Europa globale: Competere nel mondo un contributo alla strategia per la crescita e l'occupazione dell'Unione europea» (COM(2006)0567),

–  vista la sua risoluzione del 17 febbraio 2011 sulla strategia Europa 2020(1),

–  vista la sua risoluzione dell'11 maggio 2011 sullo stato di avanzamento dei negoziati dell'Accordo di libero scambio UE-India(2),

–  vista la sua risoluzione dell'11 maggio 2011sulle relazioni commerciali UE-Giappone(3),

–  vista la sua risoluzione dell'8 giugno 2011sulle relazioni commerciali UE-Canada(4),

–  vista la sua risoluzione del 6 aprile 2011 sulla politica europea in materia di investimenti internazionali(5),

–  vista la sua risoluzione del 17 febbraio 2011 sull'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e la Repubblica di Corea(6),

–  vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo e al Comitato economico e sociale europeo del 5 maggio 2009 intitolata «Contribuire allo sviluppo sostenibile: il ruolo del commercio equo e solidale e dei programmi non governativi in ambito commerciale a garanzia della sostenibilità» (COM(2009)0215),

–  vista la sua risoluzione del 25 novembre 2010 sulle politiche commerciali internazionali nel quadro degli imperativi dettati dai cambiamenti climatici(7),

–  vista la sua risoluzione del 25 novembre 2010 sui diritti umani e le norme sociali e ambientali negli accordi commerciali internazionali(8),

–  vista la sua risoluzione del 25 novembre 2010 sulla responsabilità sociale delle imprese negli accordi commerciali internazionali(9),

–  vista la sua risoluzione del 21 ottobre 2010 sulle relazioni commerciali dell'Unione europea con l'America Latina(10),

–  vista la sua risoluzione del 21 settembre 2010 sulle relazioni economiche e commerciali con la Turchia(11),

–  vista la sua risoluzione del 16 giugno 2010 sulla strategia Europa 2020(12),

–  vista la sua risoluzione del 26 marzo 2009 su un accordo di libero scambio tra l'UE e l'India(13),

–  vista la sua risoluzione del 5 febbraio 2009 sulle relazioni economiche e commerciali con la Cina(14),

–  vista la sua risoluzione del 5 febbraio 2009 sul rafforzamento del ruolo delle PMI europee nel commercio internazionale(15),

–  vista la sua risoluzione del 18 dicembre 2008 sull'impatto della contraffazione sul commercio internazionale(16),

–  vista la comunicazione della Commissione del 17 ottobre 2008 dal titolo «Le regioni ultraperiferiche: un'opportunità per l'Europa»,

–  vista la sua risoluzione del 4 settembre 2008 sul commercio dei servizi(17),

–  vista la sua risoluzione del 20 maggio 2008 sul commercio di materie prime e prodotti di base(18),

–  vista la sua risoluzione del 24 aprile 2008 sul tema «Verso una riforma dell'Organizzazione mondiale del commercio»(19),

–  vista la sua risoluzione del 19 febbraio 2008 sulla strategia dell'Unione europea per assicurare alle imprese europee l'accesso ai mercati(20),

–  vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2007 sulle relazioni economiche e commerciali con la Corea(21),

–  vista la sua risoluzione del 22 maggio 2007 sull'Europa globale – Aspetti esterni della competitività(22),

–  vista la sua risoluzione del 12 ottobre 2006 sulle relazioni economiche e commerciali tra l'UE e il Mercosur in vista della conclusione di un accordo di associazione interregionale(23),

–  vista la sua risoluzione del 28 settembre 2006 sulle relazioni economiche e commerciali dell'Unione europea con l'India(24),

–  vista la sua risoluzione del 1° giugno 2006 sulle relazioni economiche transatlantiche UE-USA(25),

–  viste le conclusioni della Presidenza a seguito della riunione del Consiglio europeo del 17 e 18 giugno 2010,

–  visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per il commercio internazionale e i pareri della commissione per lo sviluppo, della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (A7-0255/2011),

Diminuisce la quota del PIL mondiale relativo(26) rappresentata da Unione europea e Stati Uniti a fronte di un rapido miglioramento delle prestazioni dei paesi emergenti

A.  considerando che, mentre l'Unione rappresentava nel 2000 il 25% del PIL mondiale (misurato a parità di potere d'acquisto (PPA)) al momento dell'avvio della strategia di Lisbona, si stima attualmente che nel 2020 rappresenterà soltanto il 18% del PIL mondiale, il che significa un calo del 28% delle sue prestazioni economiche relative,

B.  considerando che, mentre le due maggiori economie sviluppate, Unione europea e Stati Uniti, rappresentavano nel 2000 il 48% del PIL mondiale (a PPA), si stima attualmente che nel 2020 rappresenteranno il 35% del PIL mondiale, il che significa un calo del 27% delle loro prestazioni economiche relative combinate,

C.  considerando che, mentre le due maggiori economie emergenti, Cina e India, rappresentavano nel 2000 il 10% del PIL mondiale (a PPA), si stima attualmente che nel 2020 rappresenteranno il 25% del PIL mondiale, il che significa una crescita del 150% delle loro prestazioni economiche relative,

Il calo relativo del PIL dell'Unione si riflette nelle sue prestazioni economiche(27)

D.  considerando che l'Unione rappresentava il 19% delle esportazioni mondiali di merci nel 1999, percentuale che era scesa al 17,1% delle esportazioni mondiali nel 2009, il che significa un calo del 10% della sua quota relativa dell'export,

E.  considerando che l'Unione rappresentava il 19,5% delle importazioni mondiali di merci nel 1999, percentuale che era scesa al 17,6% delle importazioni mondiali nel 2009, il che significa un calo del 10% delle sue importazioni relative,

F.  considerando che tra il 1999 il 2009 la quota dell'esportazione di servizi è cresciuta dal 26,7% al 30,2% nelle prestazioni globali dell'Unione in termini di export(28),

G.  considerando che 50 paesi (30, se si considera l'UE come un'unica entità) rappresentano l'80 per cento del commercio mondiale,

I cambiamenti demografici(29) influiscono anche sulle prestazioni economiche

H.  considerando le previsioni secondo cui la popolazione dell'Unione dovrebbe aumentare di quasi il 5% entro il 2035, cui farebbe seguito un costante declino e considerando che la popolazione attiva dell'Unione dovrebbe iniziare a calare a decorrere dal 2010,

L'economia dell'Unione dipende in larga misura dalla partecipazione alla crescita esterna

I.  considerando che la crescita, la prosperità, l'occupazione e il mantenimento del modello sociale europeo sono tutti elementi interconnessi, che si sostengono reciprocamente,

J.  considerando le stime della Commissione, secondo cui, entro il 2015, il 90% della crescita mondiale sarà generato al di fuori dell'Unione,

K.  considerando che la liberalizzazione del commercio stimola la produttività, contribuisce a una maggiore competitività esterna e potrebbe generare fin d'ora oltre l'1,5% di crescita economica diretta, comportando notevoli vantaggi per i consumatori,

L.  considerando le stime della Commissione, secondo cui il 18% della forza lavoro dell'Unione europea, ossia 36 milioni di posti di lavoro, dipende dalle prestazioni commerciali dell'Unione e che dal raffronto tra liberalizzazione del commercio e occupazione nel corso dell'ultimo decennio si evince che tale liberalizzazione va di pari passo con l'occupazione e la creazione di posti di lavoro,

M.  considerando che, tenuto conto delle stime relative all'andamento demografico dell'Unione e delle loro incidenze negative sul potenziale di crescita, è essenziale sfruttare e trarre beneficio dal potenziale di crescita insito nell'incremento della produttività e dal potenziale di crescita insito nel commercio esterno,

Una futura strategia europea in materia di politica commerciale dovrebbe tener conto delle specificità delle industrie e dei territori dell'UE e della dipendenza dalla crescita esterna

N.  considerando che la comunicazione della Commissione dal titolo «Commercio, crescita e affari mondiali», pur consigliando adeguate misure a breve termine, non riflette il futuro ruolo dell'Unione in un mondo mutato,

O.  considerando che la Commissione ha presentato una proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce disposizioni transitorie per gli accordi bilaterali conclusi da Stati membri e paesi terzi in materia di investimenti,

Il Parlamento si aspettava di ricevere una vera e propria strategia commerciale per il futuro, che tenesse conto degli sviluppi a medio e a lungo termine e non si fondasse sull'erroneo presupposto del perdurare dello status quo nell'attuale contesto commerciale internazionale

1.  plaude in generale al triplice obiettivo della strategia Europa 2020 di una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile, come pure alla comunicazione della Commissione dal titolo «Commercio, crescita e affari mondiali» ed esorta vivamente la Commissione a presentare una futura strategia lungimirante e innovativa in materia di commercio e investimenti che tenga conto delle nuove sfide che si pongono all'UE;

2.  deplora il mancato conseguimento a tutt'oggi degli obiettivi specifici della strategia «Europa globale» e si sarebbe aspettato un'analisi più critica della strategia, ai fini di una migliore comprensione di talune ragioni alla base dell'insuccesso;

3.  insiste sul fatto che l'Unione ha bisogno di una coerente strategia commerciale a lungo termine onde tener conto delle sfide future e, in particolare, dei grandi paesi emergenti; ribadisce che una tale strategia dovrebbe fondarsi su un'analisi approfondita delle attuali tendenze del commercio internazionale e dello sviluppo interno ad esterno dell'Unione nonché sulla diversità delle imprese europee, delle loro conoscenze specializzate e dei loro progressi tecnologici; deplora la mancata inclusione nella comunicazione di previsioni dettagliate sulla possibile configurazione del «mondo del commercio» in una prospettiva programmatica di 10 o 15 anni; ritiene che nel quadro di tale revisione si debbano definire le ambizioni della Commissione in merito ai suoi rapporti commerciali bilaterali in detto periodo, compresa una chiara strategia geografica, per esempio mediante la definizione di nuovi accordi od obiettivi per l'eliminazione delle barriere tariffarie e di altro tipo con i principali partner commerciali;

4.  invita la Commissione a elaborare siffatte previsioni come punto di partenza e a presentare una strategia riveduta a medio e a lungo termine entro l'estate del 2013, in quanto non figura nella comunicazione sul commercio, la crescita e gli affari mondiali;

Il Parlamento è consapevole che la politica commerciale non è fine a se stessa

5.  rammenta a tutti gli interessati che una moderna politica commerciale deve tener conto di altri ambiti politici, quali:

   a) diritti umani,
   b) creazione e conservazione dei posti di lavoro,
   c) diritti del lavoro e principali norme del lavoro dell'OIL,
   d) responsabilità sociale delle imprese,
   e) politica agricola,
   f) politica ambientale,
   g) cambiamenti climatici,
   h) lotta alla povertà all'interno e all'esterno dell'UE,
   i) politica di sviluppo,
   j) tutela degli interessi e dei diritti dei consumatori,
   k) sicurezza dell'approvvigionamento di materie prime e di energia,
   l) politica estera,
   m) politica di vicinato,
   n) politica industriale,
   o) tutela dei diritti di proprietà, inclusi i diritti di proprietà intellettuale,
   p) promozione dello Stato di diritto,

6.  sottolinea che i principi espressi nelle risoluzioni del 25 novembre 2010 approvate a larga maggioranza dal Parlamento europeo, rispettivamente, sui diritti umani e le norme sociali e ambientali negli accordi commerciali internazionali(30), sulla responsabilità sociale delle imprese negli accordi commerciali internazionali(31) e sulle politiche commerciali internazionali nel quadro degli imperativi dettati dai cambiamenti climatici(32), dovrebbero essere presi in considerazione a livello trasversale e che occorre rendere vincolante l'inserimento di norme sociali e ambientali e dei diritti umani in tutti gli accordi di libero scambio;

7.  ritiene che raggiungere gli obiettivi climatici sia possibile solo cooperando con i principali partner commerciali dell'UE, i quali sono allo stesso tempo i maggiori produttori di CO2;

8.  rileva che, per quanto sia necessario evitare che la politica commerciale sia ostacolata da questioni non direttamente legate al commercio internazionale, essa non può essere affrontata in modo completamente isolato e sottolinea la necessità di bilanciare gli obiettivi commerciali dell'Unione e altri aspetti della sua politica esterna, tra cui la strategia ambientale, gli obiettivi umanitari e i precedenti impegni dell'UE volti a garantire la coerenza politica per lo sviluppo; invita la Commissione a dare la massima priorità agli interessi commerciali dell'UE nei confronti dei suoi partner in sede di negoziati per gli accordi commerciali e a garantire un miglior coordinamento tra le istituzioni e all'interno delle stesse nella gestione delle questioni commerciali;

9.  chiede con insistenza che gli accordi commerciali multilaterali e bilaterali che saranno conclusi in futuro siano parte integrante di una strategia industriale di lungo termine dell'UE, in particolare per il rinnovo e il rafforzamento sostenibili della base industriale e dei posti di lavoro che questa assicura nell'Unione europea;

10.  evidenzia che la politica commerciale è un importante elemento della nuova politica industriale dell'Unione e che il commercio dovrebbe basarsi su una concorrenza globale equa e sulla piena reciprocità per mantenere una solida base industriale in Europa;

Il Parlamento preferisce nettamente una strategia multilaterale nell'ambito dell'Organizzazione mondiale per il commercio (OMC)

11.  ribadisce che il sistema commerciale multilaterale, incarnato dall'OMC, resta di gran lunga lo strumento più efficace per garantire scambi commerciali liberi ed equi a livello mondiale; ritiene tuttavia che occorra riformare il sistema dell'OMC, con particolare riferimento al suo organo di conciliazione, al fine di accrescerne l'efficacia e che l'Unione europea debba formulare proposte volte a rafforzare l'OMC e a estenderne la capacità normativa a nuovi settori della politica commerciale garantendo che le norme dell'OMC siano interpretate e sviluppate in modo da sostenere gli impegni assunti negli accordi ambientali multilaterali;

12.  deplora che ancora dopo dieci anni non si sia potuto concludere il Doha Round e che la sua necessaria e ragionevole conclusione appare attualmente quanto mai improbabile; ribadisce il proprio convinto sostegno a una conclusione soddisfacente del ciclo negoziale di Doha sullo sviluppo, tenendo presente che la riuscita dei negoziati dovrebbe riflettere le caratteristiche del commercio internazionale e della distribuzione dei suoi benefici sin dal principio del ciclo di Doha, e tenendo altresì presente la necessità di un testo equilibrato relativo all'accesso ai mercati non agricoli (NAMA) per garantire l'accesso ai mercati emergenti quali India, Cina e paesi ASEAN, evitando nel contempo che le economie emergenti ricorrano alle flessibilità previste dal NAMA per proteggere settori chiave specifici mediante il mantenimento dei picchi tariffari;

Il Parlamento considera gli accordi di libero scambio (ALS) importanti strumenti per l'accesso al mercato

13.  ribadisce che tutti i nuovi ALS conclusi dall'Unione europea dovrebbero essere compatibili con le regole dell'OMC, globali ed ambiziosi (anche in materia di sviluppo sostenibile), bilanciati e tali da assicurare un'effettiva reciprocità nell'accesso al mercato e spingersi oltre gli attuali impegni multilaterali e quelli risultanti da una positiva conclusione dell'agenda di Doha sullo sviluppo; plaude ai progressi compiuti in taluni ambiti negoziali ma deplora nel contempo la mancata conclusione della maggior parte dei negoziati; chiede alla Commissione di esaminare ciò che potrebbe essere fatto o cambiato per concludere in modo migliore e più rapidamente i negoziati di ALS ancora in sospeso, senza però mai sacrificare gli interessi europei, giacché il criterio contenutistico deve sempre prevalere su quello temporale; chiede alla Commissione di esaminare il possibile impatto in termini di occupazione, in particolare per adeguare i suoi mandati allo scopo di poter concludere ALS favorevoli a lungo termine alla crescita dell'UE; invita la Commissione a esaminare la possibilità di integrare i meccanismi di risoluzione delle controversie dell'OMC negli accordi bilaterali di libero scambio; chiede altresì alla Commissione di ridurre il cosiddetto effetto piatto di spaghetti, negoziando ad esempio norme di origine multilaterali; chiede che negli ALS venga inserito un capitolo sulla sostenibilità, collegato a clausole di salvaguardia, per affrontare aspetti quali il commercio, l'ambiente, la produzione e la lavorazione;

14.  rammenta alla Commissione di effettuare, all'interno di un quadro che stabilisca le priorità commerciali in termini di calendario e zone geografiche strategiche, una valutazione dettagliata, imparziale e senza pregiudiziali degli interessi europei prima di decidere in merito a futuri partner di ALS e al contenuto dei mandati negoziali; sottolinea che gli ALS dovrebbero essere negoziati soltanto con i paesi d'interesse economico e rispettare principi fondamentali quali la reciprocità, l'eliminazione delle tariffe «zero contro zero», l'abbattimento di tutte le barriere non tariffarie, il divieto di restituzione dei dazi doganali e l'applicazione uniforme di una soglia elevata per le norme di origine; rammenta altresì alla Commissione e al Consiglio di tenere debitamente conto dei pareri del Parlamento espressi in sede di decisione sui mandati; chiede alla Commissione di effettuare ampie valutazioni d'impatto, in particolare per quanto riguarda l'impatto delle varie industrie e settori dell'UE attraverso consultazioni approfondite con tutte le parti interessate prima della conclusione dei negoziati e periodicamente durante il periodo di validità dell'accordo; fa osservare alla Commissione e al Consiglio che per consentire al Parlamento di esercitare responsabilmente il suo potere di formulare un parere conforme, esso deve essere coinvolto in tutte le fasi, dall'approvazione del mandato negoziale ai successivi cicli negoziali;

Il Parlamento esige maggiori e migliori risultati dal dialogo di alto livello con i principali partner commerciali, quali gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone e la Russia

15.  sottolinea l'importanza di compiere progressi nelle nostre relazioni commerciali con i principali partner commerciali, quali Stati Uniti, Cina, Giappone e Russia per quanto riguarda l'eliminazione delle barriere tariffarie e di altro tipo, soprattutto per quanto riguarda le norme tecniche, i diritti di proprietà intellettuale, l'accesso al mercato, gli appalti pubblici e l'approvvigionamento di materie prime; deplora, tuttavia, i progressi insufficienti che sono stati compiuti finora in questi ambiti; esorta pertanto la Commissione a condurre negoziati più proattivi tesi a conseguire progressi positivi nell'ambito delle nostre relazioni commerciali con i paesi in questione e incoraggia i nostri partner commerciali a fare altrettanto;

16.  sottolinea l'importanza di proseguire il rafforzamento delle relazioni economiche transatlantiche ma senza compromettere le politiche dell'UE in settori quali le norme ambientali, la diversità culturale, i diritti sociali e i servizi pubblici; intende in particolare sottolineare l'importanza di compiere significativi progressi nell'ambito del maggiore rapporto commerciale al mondo, segnatamente per quanto riguarda le norme e gli ostacoli tecnici al commercio; plaude al rilancio delle relazioni economiche transatlantiche e ritiene che, per risultare efficace, tale dialogo debba essere intensificato a tutti i livelli e che le riunioni ad alto livello tra Commissione, Parlamento europeo e le controparti statunitensi debbano avvenire con cadenza più regolare; propone che l'Unione europea e gli Stati Uniti si impegnino da ambo le parti per sviluppare la «iniziativa transatlantica per la crescita e l'occupazione», un'iniziativa globale e in evoluzione che dovrebbe fra l'altro prevedere piani per l'eliminazione, entro il 2020, dei rimanenti ostacoli non tariffari agli scambi e agli investimenti («mercato transatlantico»), e che adottino provvedimenti tesi a introdurre la tariffa zero per alcune tipologie di prodotti, come proposto nel mese in corso dalla Camera di commercio statunitense; ritiene che tale iniziativa dovrebbe essere inserita all'ordine del giorno delle prossime riunioni del Consiglio economico transatlantico e del vertice UE-Stati Uniti;

17.  chiede alla Commissione di realizzare una valutazione d'impatto completa sui vantaggi e gli svantaggi per i diversi settori industriali e il settore dell'occupazione in Europa allo scopo di poter conseguire dei progressi nell'ambito del dialogo economico e commerciale di alto livello con la Cina; sottolinea che la strategia commerciale dell'Unione europea con la Cina deve essere fondata sulla considerazione degli interessi europei, in particolare per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale, l'accesso al mercato, gli appalti pubblici, le materie prime e il rispetto del principio di reciprocità; è del parere che se la Cina vuole evitare il ricorso agli strumenti di difesa commerciale, deve rispettare gli obblighi derivanti dalla sua adesione all'OMC; insiste affinché l'Unione utilizzi in modo più sistematico gli strumenti giuridici appropriati ogniqualvolta la Cina disattende tali obblighi;

18.  si compiace del fatto che sono state risolte le questioni bilaterali in sospeso in relazione all'adesione della Russia all'OMC e considera assolutamente prioritaria una celere adesione a tale organizzazione; si compiace altresì dei negoziati bilaterali su un accordo globale tra l'Unione europea e la Russia ed esorta quest'ultima a migliorare il contesto commerciale per le imprese dell'Unione nel paese;

19.  rileva il proprio interesse al miglioramento delle relazioni commerciali tra l'Unione europea e il Giappone, attraverso l'eliminazione, come primo passo, degli ostacoli non tariffari al commercio e agli investimenti; manifesta la propria insoddisfazione per gli scarsi progressi compiuti in tale ambito nel corso degli ultimi anni; e chiede alla Commissione di presentargli a tempo debito una valutazione d'impatto esaustiva degli eventuali vantaggi e svantaggi di un accordo di libero scambio UE-Giappone prima di assumersi qualsiasi impegno;

20.  riconosce i risultati positivi della strategia di accesso ai mercati e della prevenzione di misure protezionistiche durante la crisi finanziaria; accoglie pertanto con soddisfazione la strategia di accesso ai mercati e la stretta collaborazione tra la Commissione, gli Stati membri e tutte le parti interessate; invita, tuttavia, la Commissione e gli Stati membri a compiere maggiori sforzi per promuovere l'utilizzo delle iniziative e degli strumenti attualmente disponibili, come la banca dati sull'accesso ai mercati e l'export helpdesk, cosicché i cittadini e le PMI possano beneficiare al massimo delle relazioni commerciali dell'UE;

21.  sottolinea che la ragione principale del successo economico dell'Unione europea risiede nell'attività di diversi operatori economici, tra cui anche piccole e medie imprese e multinazionali; esorta pertanto la Commissione a tener presenti in tutti i negoziati commerciali e nelle nuove norme interne le esigenze e gli interessi specifici dei diversi operatori economici;

D'altro canto l'Unione, in quanto economia relativamente aperta, necessita di efficaci strumenti di difesa commerciale

22.  ribadisce che la ricerca di un'ulteriore liberalizzazione commerciale impone tuttora la capacità di tutelare i produttori europei da pratiche commerciali sleali; considera pertanto gli strumenti di difesa commerciale una componente indispensabile della strategia dell'UE, sebbene non dovrebbero essere mai utilizzati in cattiva fede per motivi protezionistici; accoglie con soddisfazione tutti gli sforzi intesi a razionalizzare e accelerare tali strumenti, anche accrescendone la trasparenza e la prevedibilità, e a migliorare la loro l'accessibilità per le imprese dell'Unione, in particolare per le PMI (ad esempio, lo strumento per i reclami del «market access helpdesk»);

La competitività e il successo economico dell'Unione europea non esisterebbero senza servizi e investimenti esteri diretti adeguatamente tutelati

23.  rileva le potenzialità notevolmente accresciute di beni e servizi nell'ambito del commercio internazionale, pur ribadendo che l'accesso al mercato e l'abolizione degli ostacoli commerciali a livello di OMC e nell'ambito dei negoziati di ALS non sono stati in grado di tenere il ritmo di tali sviluppi; è consapevole del fatto che numerosi ostacoli al commercio nel settore dei beni e dei servizi possono per lo più essere imputabili alle regolamentazioni nazionali; ricorda che qualsiasi ulteriore liberalizzazione in tale settore non deve compromettere la capacità di sviluppare i servizi di interesse generale attuali e futuri, che rappresentano un elemento fondamentale dello sviluppo sostenibile in tutti i paesi;

24.  esige che la Commissione si adoperi al massimo affinché i nostri partner commerciali garantiscano un migliore accesso di mercato ai nostri fornitori di servizi nei paesi industrializzati o nelle principali economie emergenti, tenendo presente che il mercato interno dell'Unione garantisce già una sufficiente apertura nei confronti dei fornitori di servizi stranieri; rileva tuttavia la necessità di escludere alcuni servizi pubblici da tale apertura in ragione di diversità culturali a livello nazionale o regionale;

25.  considera assolutamente prioritaria la tutela degli investitori in vista della futura politica europea in materia di investimenti e ritiene che sia altrettanto necessario garantire e proteggere la capacità di regolamentazione pubblica; invita pertanto la Commissione a garantire la certezza giuridica della tutela degli investitori UE; chiede al Consiglio di concedere alla Commissione i suoi mandati negoziali per i futuri accordi di investimento, tenendo conto dei pareri e delle posizioni enunciati dal Parlamento nella sua relazione del 6 aprile 2011 sulla futura politica europea degli investimenti internazionali(33);

26.  ricorda che l'UE ha dei legami storici con l'Africa, l'America Latina e l'Asia e che pertanto è opportuno realizzare in tali contesti una politica adeguata in materia di investimenti che consenta di garantire uno sviluppo sostenibile;

27.  riconosce che la temporanea circolazione delle persone fisiche (modalità 4) assume un ruolo importante nei negoziati bilaterali dell'UE; ritiene importante che la modalità 4 non pregiudichi il principio di contrattazione collettiva e la normativa sul salario minimo;

Il Parlamento chiede il principio della reciprocità positiva sui mercati internazionali degli appalti pubblici

28.  deplora che l'elevato grado di apertura dei mercati degli appalti pubblici dell'UE a tutti i livelli governativi non trovi molto spesso riscontro in un proporzionale accesso per i fornitori dell'Unione all'estero; rileva tuttavia la necessità di escludere alcuni servizi pubblici da tale apertura in ragione di diversità culturali a livello nazionale o regionale;

29.  invita la Commissione a impegnarsi al conseguimento di un accesso reciproco positivo in tal importante settore economico, tenendo presente che la priorità dell'accesso reciproco non è ovviamente quella di chiudere i nostri mercati bensì di aprire quelli degli appalti pubblici esteri;

Il Parlamento chiede un tentativo ambizioso di affrontare il problema delle barriere regolamentari, sia all'interno che all'esterno dell'Europa

30.  sottolinea la crescente importanza delle questioni normative per il commercio internazionale e chiede pertanto una maggiore coerenza tra le norme e le prassi dell'Unione europea e quelle dei nostri principali partner commerciali, tenendo chiaramente presente che ciò non dovrebbe comportare un abbassamento delle norme UE bensì una migliore accettazione delle vigenti norme multilaterali;

31.  sottolinea che l'armonizzazione delle norme internazionale e delle pratiche di certificazione con i paesi terzi non può essere effettuata al prezzo di norme meno rigorose in materia di protezione tecnica, della salute, della sicurezza e della tutela dei consumatori; invita la Commissione a difendere le norme dell'UE e ad applicarle effettivamente nei confronti degli importatori e degli operatori economici che commercializzano i loro prodotti in Europa;

32.  è favorevole alla proposta di legge sul mercato unico relativamente alla convergenza normativa con i principali partner commerciali dell'Unione europea, in particolare in materia di tutela dei consumatori e dell'ambiente, benessere degli animali e norme sanitarie e lavorative; sottolinea l'importanza di adottare norme internazionali di livello elevato in tali settori decisivi; conferma che le politiche di standardizzazione, il riconoscimento reciproco, le licenze, i servizi e l'accesso agli appalti pubblici dovrebbero costituire il fulcro dei negoziati sugli accordi di libero scambio;

33.  invita la Commissione a integrare l'aspetto della competitività internazionale in tutte le valutazioni d'impatto relative alle nuove proposte legislative;

34.  richiama la Commissione europea a prestare particolare attenzione al problema delle «barriere non tariffarie» e degli ostacoli regolamentari praticati da molti paesi, anche membri dell'OMC, nei confronti delle esportazioni europee, anche in vista di futuri accordi di partenariato commerciale; evidenzia la necessità che in sede di negoziazione siano previsti strumenti di intervento volti a ripristinare la reciprocità e le condizioni di equilibrio tra le parti, in presenza di misure unilaterali («barriere non tariffarie») anche solo di carattere amministrativo (certificazioni, ispezioni) che possano portare ad uno svantaggio competitivo per le imprese europee e ad uno squilibrio di condizioni operative; invita l'UE a farsi promotrice a livello internazionale di una cooperazione regolamentare per favorire l'equivalenza e la convergenza degli standard internazionali e limitare così le controversie e i relativi costi commerciali;

Il Parlamento è impegnato nella lotta alla povertà all'interno e all'esterno dell'Unione

35.  rammenta che il Parlamento è impegnato a favore di un commercio libero ed equo e che non solo gli Stati membri ma anche l'Unione nel suo complesso hanno una responsabilità sociale; rileva che il Fondo di coesione e il Fondo di adeguamento la globalizzazione dell'Unione devono essere impiegati e ulteriormente sviluppati nell'interesse dei cittadini e allo scopo di continuare a creare nuovi posti di lavoro competitivi nell'Unione;

36.  rammenta che le microimprese e le piccole e medie imprese rappresentano il 99% di tutte le imprese dell'UE e offrono grandi potenzialità di creazione di nuovi posti di lavoro e di innovazione; ritiene, pertanto, che le politiche interne ed esterne dovrebbero rispondere meglio alle loro esigenze specifiche per migliorarne la competitività e che si debba dedicare una particolare attenzione al miglioramento dei fondi di coesione dell'UE in termini di accessibilità e trasparenza al fine di rilanciare la competitività delle PMI;

37.  rileva che, per quanto riguarda la politica esterna, il Parlamento appoggia l'obiettivo della Commissione di promuovere – tra l'altro – lo sviluppo sostenibile, il commercio equo, norme di lavoro internazionali e posti di lavoro decorosi, ad esempio negoziando accordi di partenariato economico (APE), che associno gli interessi europei a quelli dei paesi ACP; precisa che la politica commerciale deve promuovere lo sviluppo, permettere una migliore cooperazione regionale, incoraggiare gli investimenti e migliorare la governance economica, ricordando a tutte le parti interessate che altre regioni del globo hanno dimostrato in che modo il commercio può contribuire al benessere; invita la Commissione ad adottare un approccio integrato alle politiche commerciale, estera, di sviluppo, sociale, agricola e ambientale; invita nuovamente la Commissione a garantire politiche coordinate a sostegno del commercio equo;

38.  ricorda che nel quadro della sua nuova strategia commerciale, l'Unione europea ha un particolare interesse a sostenere lo sviluppo endogeno delle regioni ultraperiferiche, in virtù della loro biodiversità e della situazione geografica che offre all'UE un accesso al mare, alle foreste tropicali e a una zona di sperimentazione e ricerca spaziale;

39.  invita la Commissione, per quanto concerne gli APE, a rispettare le precedenti risoluzioni del Parlamento, nelle quali si evidenzia la necessità di adottare un approccio flessibile nei negoziati con i nostri partner e di onorare l'impegno assunto a favore di un trattamento speciale e differenziale per i paesi in via di sviluppo;

40.  prende atto che il Parlamento intende adottare un futuro sistema di preferenze generalizzate (SPG), che dovrebbe anche concentrarsi meglio sul modo in cui i paesi più bisognosi che soddisfano i nostri requisiti commerciali e di altro tipo possono beneficiare dell'SPG;

41.  chiede alla Commissione di esaminare la possibilità di adottare misure in materia di aiuti commerciali d'urgenza per i paesi colpiti da calamità naturali e da conflitti al fine di riassestare le loro economie; invita la Commissione a presentare esempi concreti di misure in grado di garantire l'invio a breve termine di soccorsi in caso di emergenza e di misure che possono incidere sullo sviluppo a medio e a lungo termine, prima di chiedere l'approvazione di tali misure da parte del Parlamento;

42.  sottolinea che la politica per il commercio estero deve preservare la capacità dell'UE di mantenere un settore agricolo forte al fine di garantire ai 500 milioni di consumatori europei la sicurezza e la sovranità alimentari;

Il Parlamento esige un approvvigionamento sostenibile e senza distorsioni di materie prime

43.  invita la Commissione a portare avanti una politica commerciale coerente, sostenibile, globale e trasversale nel settore delle materie prime, finalizzata alla prevenzione e all'abolizione delle prassi commerciali inique, quali le restrizioni alle esportazioni, la tassazione delle esportazioni e i cosiddetti meccanismi della doppia tariffazione a livello multilaterale e bilaterale, riconoscendo nel contempo che a certe condizioni le restrizioni alle esportazioni possono essere considerate importanti per sostenere obiettivi in materia di sviluppo, la tutela dell'ambiente o lo sfruttamento sostenibile di risorse naturali nei paesi in via di sviluppo più poveri quali i paesi meno sviluppati (PMS) e i piccoli stati insulari in via di sviluppo (SID); invita la Commissione a diversificare i suoi fornitori di materie prime e a concludere accordi bilaterali di lungo termine in tale ambito; ritiene che tale politica debba tener conto della politica di sviluppo dell'UE e degli obiettivi di sviluppo perseguiti dagli accordi di partenariato economico (APE);

44.  sottolinea l'importanza di coinvolgere la società civile nell'ambito degli ALS; sostiene l'iniziativa adottata dalla Commissione nel quadro dell'ALS UE-Corea di istituire un gruppo consultivo nazionale per consentire alla società civile di fornire il proprio contributo; chiede alla Commissione di sviluppare tale iniziativa all'interno dei futuri accordi di libero scambio;

45.  esorta la Commissione a dimostrare fermezza in materia di abolizione delle restrizioni alle esportazioni, della tassazione delle esportazioni e dei cosiddetti meccanismi della doppia tariffazione in tutti i futuri accordi bilaterali di libero scambio; chiede alla Commissione di impegnarsi nel quadro dell'OMC affinché siano negoziate norme chiare multilaterali;

46.  esorta la Commissione non solo a protestare per il comportamento inaccettabile di alcuni partner commerciali ma anche a reagire in maniera risoluta e appropriata a tale riguardo; ricorda alla Commissione che, oltre alla politica commerciale, vi sono altre politiche come quella agricola, ambientale, di sviluppo, di ricerca e la politica estera, che sono chiamate a sostenere una strategia comune in materia di approvvigionamento di materie prime; insiste sulla necessità di sostenere e sviluppare la ricerca, in particolare in materia di chimica bio-vegetale e di riciclaggio di sostanze chimiche, onde ridurre la dipendenza dell'UE nei confronti dei paesi fornitori di materie prime e terre rare;

Occorre migliorare la cooperazione doganale all'interno e all'esterno dell'Unione

47.  è favorevole all'iniziativa della Commissione di intensificare la cooperazione doganale internazionale nell'ambito dell'Organizzazione mondiale delle dogane (OMD) e a livello bilaterale, allo scopo di rendere più efficienti le procedure doganali, ridurre i costi per gli operatori commerciali e affrontare in maniera più incisiva le sfide della sicurezza e dei diritti di proprietà intellettuale;

48.  invita la Commissione e gli Stati membri a prendere seriamente in esame l'idea di istituire un servizio doganale unificato dell'Unione ai fini di un'applicazione più efficace delle regole e delle procedure doganali su tutto il territorio doganale dell'Unione;

Il Parlamento chiede un'adeguata tutela dei diritti di proprietà intellettuale che tenga presenti anche i diritti dei più indigenti

49.  sottolinea che la contraffazione si traduce in perdite di posti di lavoro e compromettono l'innovazione e ricorda inoltre che un'adeguata tutela dei diritti di proprietà intellettuale e la loro effettiva applicazione costituiscono il fondamento di un'economia globale; considera l'adeguata tutela dei diritti di proprietà intellettuale, soprattutto dei marchi di fabbrica e delle indicazioni geografiche da parte dei nostri principali partner commerciali, una premessa indispensabile per mantenere e migliorare la competitività dell'Unione; plaude all'impegno della Commissione di applicare gli impegni attuali;

50.  rammenta alla Commissione che una politica europea in materia di diritti di proprietà intellettuale nei confronti dei paesi meno sviluppati e dei paesi poveri in via di sviluppo, nonché dei principali produttori di medicinali generici, soprattutto India e Brasile, dovrebbe rimanere nell'ambito degli obblighi previsti dall'accordo TRIPS e deve rispettare appieno la dichiarazione di Doha del 2001 sull'accordo TRIPS e la salute pubblica, in particolare nel settore dei medicinali generici e della salute pubblica;

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51.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni.

(1) Testi approvati, P7_TA(2011)0068.
(2) Testi approvati, P7_TA(2011)0224.
(3) Testi approvati, P7_TA(2011)0225.
(4) Testi approvati, P7_TA(2011)0257.
(5) Testi approvati, P7_TA(2011)0141.
(6) Testi approvati, P7_TA(2011)0063.
(7) Testi approvati, P7_TA(2010)0445.
(8) Testi approvati, P7_TA(2010)0434.
(9) Testi approvati, P7_TA(2010)0446.
(10) Testi approvati, P7_TA(2010)0387.
(11) Testi approvati, P7_TA(2010)0324.
(12) GU C 236 E del 12.8.2011, pag. 57.
(13) GU C 117 E del 6.5.2010, pag. 166.
(14) GU C 67 E del 18.3.2010, pag. 132.
(15) GU C 67 E del 18.3.2010, pag. 101.
(16) GU C 45 E del 23.2.2010, pag. 47.
(17) GU C 295 E del 4.12.2009, pag. 67.
(18) GU C 279 E del 19.11.2009, pag. 5.
(19) GU C 259 E del 29.10.2009, pag. 77.
(20) GU C 184 E del 6.8.2009, pag. 16.
(21) GU C 323 E del 18.12.2008, pag. 520.
(22) GU C 102 E del 24.4.2008, pag. 128.
(23) GU C 308 E del 16.12.2006, pag. 182.
(24) GU C 306 E del 15.12.2006, pag. 400.
(25) GU C 298 E dell'8.12.2006, pag. 235.
(26) «Convergence, Catch Up and Overtaking», PwC, 2010.
(27) Dati Eurostat.
(28) Eurostat, United Nations Service Trade Statistics Database.
(29) Commissione europea, relazione sull'invecchiamento 2009; Eurosta/sessione di lavoro UNECE 2010
(30) Testi approvati, P7_TA(2010)0434.
(31) Testi approvati, P7_TA(2010)0446.
(32) Testi approvati, P7_TA(2010)0445.
(33) Testi approvati, P7_TA(2011)0141.

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