Risoluzione del Parlamento europeo dell'1 dicembre 2011 sulla domanda di adesione all'Unione europea della Croazia (2011/2191(INI))
Il Parlamento europeo,
– visti il progetto di trattato relativo all'adesione della Repubblica di Croazia all'Unione europea, il protocollo e l'atto finale,
– vista la domanda di adesione all'Unione europea presentata dalla Repubblica di Croazia il 21 febbraio 2003,
– visto il parere della Commissione del 20 aprile 2004 sulla domanda di adesione all'Unione europea della Repubblica di Croazia,
– vista la decisione del Consiglio, del 3 ottobre 2005, di aprire i negoziati di adesione con la Repubblica di Croazia,
– viste le relazioni periodiche della Commissione sui progressi della Croazia verso l'adesione nel periodo 2005-2011,
– vista la relazione intermedia della Commissione sulle riforme in Croazia nel settore della giustizia e dei diritti fondamentali del 2 marzo 2011,
– viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Salonicco del 19-20 giugno 2003 sui paesi dei Balcani occidentali,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2011,
– viste tutte le sue precedenti risoluzioni e relazioni sui progressi della Croazia e sul processo di allargamento,
– viste tutte le precedenti raccomandazioni della commissione parlamentare mista UE-Croazia,
– visto l'articolo 48 del suo regolamento,
– visti la relazione della commissione per gli affari esteri e i pareri della commissione per i bilanci e della commissione per gli affari costituzionali (A7-0389/2011),
A. considerando che, a vent'anni dalla dichiarazione di indipendenza e a circa otto anni dalla presentazione della domanda di adesione all'UE, la Croazia ha raggiunto un obiettivo storico nel suo processo di integrazione nell'UE, chiudendo positivamente i negoziati di adesione con l'UE; che i risultati conseguiti dalla Croazia meritano un riconoscimento incondizionato;
B. considerando che il processo di adesione ha contribuito in modo decisivo alla trasformazione della Croazia in una democrazia solida e matura fondata su valori europei; che la prospettiva dell'adesione costituisce un potente incentivo per le riforme, mobilitando i vari attori della vita politica, economica, sociale e culturale; che gli sforzi riformatori dovranno continuare anche in seguito alla conclusione dei negoziati di adesione affinché il paese e i suoi cittadini possano beneficiare pienamente dei vantaggi legati all'appartenenza all'UE;
C. considerando che l'adesione della Croazia rafforzerà l'Unione, arricchirà la cultura e il patrimonio europei e contribuirà in modo significativo a mantenere la credibilità del processo di allargamento, rappresentando, allo stesso tempo, un buon esempio di come la coscienziosa attuazione di tutti gli impegni previsti possa portare alla realizzazione di tutti gli obiettivi predefiniti;
D. considerando che nel processo di adesione è fondamentale che ciascun paese venga giudicato singolarmente, il ritmo dei negoziati di adesione sia dettato dall'effettiva conformità ai criteri di Copenaghen e il grado di osservanza di questi criteri determini anche la data definitiva di adesione;
E. considerando che il proseguimento delle riforme e la loro piena attuazione, fra l'altro nel settore della giustizia, dei diritti fondamentali e della lotta alla corruzione, resta fondamentale per il consolidamento dello Stato di diritto a vantaggio di tutti i cittadini croati;
F. considerando che un'effettiva riconciliazione tra i vari popoli e l'instaurazione di relazioni di buon vicinato contribuiscono in modo decisivo a un autentico processo di integrazione europea; che il perseguimento dei crimini di guerra e il rientro dei profughi e degli sfollati sono aspetti fondamentali del processo di riconciliazione;
G. considerando che il successo dell'adesione croata avrà implicazioni europee e regionali più ampie e darà un positivo impulso al processo di integrazione europea sia nell'UE che nella regione dei Balcani occidentali; che la prospettiva dell'adesione all'UE è un potente incentivo, per i paesi candidati e potenzialmente candidati della regione, sulla strada dell'integrazione europea, a perseguire le necessarie riforme politiche, economiche e legislative e il rafforzamento della pace, della stabilità e della riconciliazione sulla base di relazioni di buon vicinato; che l'UE dovrebbe rafforzare la prospettiva europea dei paesi che confinano con la Croazia e incoraggiare costantemente questi paesi ad adempiere ai loro obblighi nel proprio percorso verso la piena adesione all'Unione europea;
1. plaude alla conclusione dei negoziati di adesione con la Croazia che pone fine a quasi sei anni di negoziati e a molti anni di preparazione che hanno modificato significativamente il panorama sociopolitico, economico e culturale del paese; sottolinea la necessità di proseguire il processo di riforme e ritiene che tale processo non sia completo ma debba continuare con la stessa energia e la medesima determinazione in seguito alla conclusione dei negoziati di adesione e all'adesione stessa; è convinto che i risultati positivi di questo processo rafforzeranno il sostegno all'adesione all'UE tra i cittadini croati, nonché la loro fiducia in esso, e incoraggeranno le persone a partecipare al referendum relativo all'UE nonché a sostenere il trattato di adesione; sostiene la firma del trattato di adesione e invita gli Stati membri dell'UE a completare per tempo la procedura di ratifica; auspica di poter ricevere gli osservatori parlamentari della Croazia;
2. osserva che le disposizioni temporanee del trattato di adesione introducono una deroga al numero massimo di seggi al Parlamento europeo, stabilito dai trattati e valido fino al termine della legislatura 2009-2014; intende presentare la propria proposta di decisione che determina la nuova composizione del Parlamento europeo con debito anticipo rispetto alle elezioni del 2014, conformemente all'articolo 14, paragrafo 2, del TUE; segnala che tutti i pertinenti aspetti istituzionali dell'adesione devono essere considerati nella loro totalità;
3. sottolinea che le procedure per l'adozione del trattato di adesione della Repubblica di Croazia, da un lato, e dei protocolli richiesti dall'Irlanda e dalla Repubblica ceca, dall'altro, hanno basi giuridiche diverse, rispettivamente l'articolo 49 del TUE e l'articolo 48 del TUE, e pertanto non possono essere incorporate giuridicamente in un unico atto;
4. è fermamente convinto che la conclusione dei negoziati di adesione è la prova della credibilità del processo di allargamento dell'UE; evidenzia che i progressi compiuti sulla via dell'adesione dimostrano come le prospettive di adesione continuino a promuovere le riforme politiche e sociali e come l'integrazione europea sia uno strumento per riconciliare i paesi, anche oltre i confini dell'UE;
5. auspica che la Commissione vigili con obiettività sul proseguimento dei preparativi all'adesione e aiuti le autorità croate a rispettare gli impegni e gli obblighi stabiliti nei negoziati; accoglie con favore il riferimento, nel trattato di adesione, alla partecipazione della società civile al processo di vigilanza nella sua interezza e invita la Commissione a fare pieno uso di questa clausola e ad effettuare strette consultazioni con i rappresentanti della società civile; ritiene che il meccanismo di controllo preadesione sia un modo per fornire alla Croazia maggiore sostegno al proseguimento delle riforme; invita la Commissione a garantire che l'aiuto concesso attraverso lo strumento di assistenza preadesione (IPA) continui a essere quanto più possibile adeguato ed efficace;
6. sottolinea la necessità di prestare particolare attenzione agli impegni previsti nell'ambito del settore giudiziario, degli affari interni e dei diritti fondamentali – compresi la protezione della libertà dei mezzi di informazione, che è uno degli strumenti fondamentali della democrazia, il proseguimento dell'attuazione delle riforme giudiziarie e dell'efficienza, il trattamento imparziale dei casi di crimini di guerra, la lotta alla corruzione, la gestione dei confini, la cooperazione tra forze di polizia, la lotta alla criminalità organizzata e la cooperazione giudiziaria in materia civile e penale – nonché agli impegni in materia di concorrenza, nell'ottica di una ristrutturazione adeguata ed efficace del settore navale e siderurgico; ritiene importante che la Croazia si doti di un positivo patrimonio in questi settori prima dell'adesione;
7. seguirà il processo di vigilanza e chiede alla Commissione di tenerlo regolarmente informato in merito alla misura in cui le autorità croate onorano gli impegni previsti dal trattato di adesione, al fine di assumersi pienamente gli obblighi derivanti dall'adesione, il 1° luglio 2013; invita le autorità croate ad attuare in modo trasparente e inclusivo gli impegni, coinvolgendo il parlamento e la società civile della Croazia, e a valutare periodicamente l'avanzamento delle riforme; si riserva il diritto di formulare raccomandazioni alla Commissione e alle autorità croate in tutto il processo di vigilanza;
8. esorta la Croazia, pur riconoscendo i notevoli progressi realizzati in ambito giudiziario, a proseguire l'attuazione delle riforme del settore giudiziario in accordo con le raccomandazioni della Commissione, poiché un sistema giudiziario efficiente, indipendente e imparziale è fondamentale per lo sviluppo economico e il rafforzamento della fiducia dei cittadini nello Stato di diritto; invita la Croazia ad affrontare le restanti sfide in questo ambito, soprattutto in relazione al miglioramento dell'efficienza giudiziaria e all'attuazione delle disposizioni in materia di indipendenza, imparzialità e responsabilità del sistema giudiziario nonché di criteri obiettivi e basati sul merito per la nomina e la promozione dei giudici;
9. ritiene che, pur valutando positivamente la determinazione della Croazia a contrastare la corruzione, una delle massime priorità sia la lotta alla corruzione, in particolare la corruzione ad alto livello – nel sistema giudiziario, negli organi di polizia, nella pubblica amministrazione e nelle aziende di proprietà statale – che deve essere perseguita con determinazione in tutte le sue forme mediante l'applicazione rigorosa del diritto penale e un registro delle azioni penali che portino a risultati positivi; rileva la necessità di rafforzare ulteriormente la trasparenza e l'integrità della pubblica amministrazione e della polizia; ritiene fondamentale l'attuazione efficace della legislazione in materia di appalti pubblici, al fine di garantire la trasparenza del settore pubblico, consentire ai cittadini l'accesso alle informazioni in materia di spesa pubblica e aumentare la trasparenza del finanziamento ai partiti;
10. invita le autorità croate a rafforzare ulteriormente le capacità amministrative degli organismi anticorruzione, anche mediante le migliori prassi dell'UE, e a promuovere una cultura di responsabilità politica, del settore pubblico e del sistema giudiziario quale presupposto per la costruzione e il rafforzamento dello Stato di diritto; sottolinea che sono necessari sforzi continui per sviluppare ulteriormente e in modo efficace il trattamento dei casi legati alla criminalità organizzata e alla corruzione e per potenziare la legislazione che vieta alle imprese che hanno legami con la criminalità organizzata di partecipare ad appalti pubblici; ritiene importante proseguire la riforma degli organi di polizia, allo scopo di renderli efficienti, efficaci, depoliticizzati e rispettosi dei diritti civili e delle libertà;
11. esorta la Croazia a intensificare gli sforzi intesi a perseguire i crimini di guerra, ad attuare la nuova strategia sull'impunità, che è fondamentale per garantire la giustizia e ottenere una riconciliazione duratura nella regione, e ad affrontare i casi di impunità in cui le vittime erano di etnia serba o i presunti responsabili appartenevano alle forze di sicurezza croate; invita il governo croato, quale elemento importante nella lotta all'impunità, ad assegnare le risorse finanziarie adeguate e a garantire il pieno sostegno al sistema giudiziario del paese, al fine di accelerare le indagini relative ai crimini di guerra; incoraggia inoltre le autorità croate a proseguire la collaborazione attiva con il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia e a rispettare tutte le restanti raccomandazioni avanzate dall'ufficio del procuratore capo del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia; invita la Croazia e la Serbia a cooperare pienamente nel settore della giustizia, in particolare in merito al perseguimento dei crimini di guerra;
12. chiede al governo di continuare a promuovere, e ad agevolare efficacemente, il rientro dei rifugiati e dei profughi, prestando particolare attenzione alla situazione dei rimpatriati di etnia serba, migliorando le loro condizioni di vita e di lavoro; chiede alle autorità croate di continuare ad avviare progetti di recupero sociale ed economico per i gruppi vulnerabili, in particolare i rifugiati, e di individuare modalità efficaci e sostenibili per attuare misure abitative e mirate all'occupazione, compatibilmente con altri programmi sociali e occupazionali; auspica che tutti i paesi della regione prevedano politiche di apertura per il rientro dei rifugiati;
13. accoglie con favore i progressi compiuti in materia di diritti delle donne e di parità di genere; è preoccupato tuttavia per il fatto che le donne continuano a essere gravemente sottorappresentate negli organi decisionali economici e politici; chiede alle autorità croate di concludere in tempi rapidi l'attuazione della legge sulla parità di genere, al fine di promuovere più attivamente la partecipazione delle donne alla politica, di rafforzare la posizione delle donne nel mercato del lavoro e di introdurre il principio della parità delle retribuzioni;
14. sostiene gli sforzi volti a promuovere un clima di tolleranza nel paese; esorta le autorità croate a intensificare ulteriormente gli sforzi che mirano a combattere ogni tipo di discriminazione, ad attuare la legislazione contro la discriminazione nonché ad affrontare in modo risoluto i reati di odio e incitazione all'odio, le minacce razziali e l'intolleranza verso le minoranze etniche e LGBT; chiede inoltre alla Croazia di continuare ad agire in uno spirito di tolleranza e di adottare le opportune misure per tutelare coloro che potrebbero ancora subire minacce o atti d'intimidazione;
15. esprime profonda preoccupazione per la violenza perpetrata a danno dei partecipanti alla marcia dell'orgoglio di gay, lesbiche, bisessuali e transgender, svoltasi a Spalato l'11 giugno 2011, e per l'incapacità delle autorità croate di proteggere i partecipanti; esorta le autorità croate a indagare in modo approfondito e a perseguire i crimini commessi nonché a sviluppare strategie per evitare analoghi incidenti in futuro; chiede alle autorità croate di adottare e attuare rapidamente un piano d'azione contro l'omofobia;
16. chiede alle autorità croate di continuare a contrastare la tratta di esseri umani;
17. incoraggia la Croazia a rafforzare ulteriormente i diritti sindacali e del lavoro, a potenziare il dialogo sociale nel processo decisionale e nell'elaborazione delle politiche nonché a promuovere lo sviluppo delle capacità delle parti sociali, anche mediante il rafforzamento del Consiglio economico e sociale;
18. riconosce che la libertà di espressione è prevista dal diritto croato ed è generalmente rispettata; incoraggia le autorità croate ad adoperarsi ulteriormente per garantire l'indipendenza e la professionalità dei mezzi d'informazione; invita le autorità croate a continuare a dimostrare l'impegno a garantire l'assenza di interferenze politiche nel settore dell'informazione nonché l'indipendenza degli organismi di regolamentazione;
19. invita la Croazia, alla luce dei problemi economici esistenti, a proseguire le riforme strutturali dell'economia, a promuovere l'occupazione, rilanciando il mercato del lavoro, e a perseguire il consolidamento fiscale al fine di promuovere la competitività, consentendo al paese di raggiungere gli Stati membri dell'UE e di beneficiare pienamente dell'adesione all'Unione; ritiene importante che la ripresa economica si accompagni a una modernizzazione ambientale, anche attraverso una maggiore efficienza energetica, al rafforzamento delle politiche in materia di fonti di energia rinnovabili, e all'armonizzazione delle politiche di sviluppo territoriale e dell'energia; esorta il governo a migliorare il contesto imprenditoriale generale, a prestare particolare attenzione alle piccole e medie imprese e ad adoperarsi ulteriormente per riformare il sistema sociale della Croazia, al fine di garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche; chiede alle autorità croate di rendere più trasparente il processo di sviluppo territoriale e di rispettare pienamente l'interesse pubblico e le norme ambientali;
20. chiede agli Stati membri di applicare decisioni in materia di disposizioni transitorie per quanto concerne l'accesso dei lavoratori croati ai loro mercati del lavoro sulla base di informazioni concrete e solo in caso di gravi perturbazioni del mercato del lavoro nazionale;
21. invita gli Stati membri che intendono applicare periodi transitori, che limitano il libero accesso al loro mercato del lavoro, a informare la Commissione del numero di lavoratori attesi sul loro territorio;
22. sottolinea che le conseguenze finanziarie dell'allargamento devono essere affrontate nella loro interezza durante i prossimi negoziati sul quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 e nelle decisioni riguardanti il sistema delle risorse proprie dell'Unione;
23. invita tutte le parti interessate a coinvolgere quanto più possibile la Croazia, in quanto paese in via di adesione, in tutti gli scambi di opinioni e i negoziati sul quadro finanziario pluriennale 2014-2020; ritiene che gli osservatori croati al Parlamento europeo, i rappresentanti in seno al Consiglio e gli osservatori al Comitato delle regioni debbano sfruttare l'opportunità di promuovere la loro visione dell'Unione e contribuire a strutturare il bilancio dell'UE e a definire le priorità fino al 2020;
24. prende atto della posizione dell'Unione europea sulle disposizioni finanziarie e di bilancio, definite nel corso della conferenza sull'adesione della Croazia e basate sulla data di adesione del 1° luglio 2013; osserva che le dotazioni finanziarie richieste per l'adesione della Croazia, indicate nella rubrica e sottorubrica di bilancio, per l'ultimo semestre dell'ultimo esercizio finanziario del vigente QFP, aumenterebbero in modo significativo le spese nel bilancio dell'UE; osserva che lo stanziamento in favore della Croazia previsto dall'IPA sarà ridotto rispetto all'importo originariamente previsto per il 2013, compensando in una certa misura l'impatto netto sul bilancio dell'UE;
25. prende atto della posizione del Coreper, secondo cui il livello complessivo di spesa per l'esercizio finanziario 2013 non andrebbe cambiato, ma ricorda tuttavia che il vigente QFP, al momento della presentazione, della negoziazione e dell'adozione nel 2006, non teneva conto della potenziale adesione della Croazia nel corso del presente quadro finanziario pluriennale;
26. esorta pertanto la Commissione a proporre, come previsto per l'inizio del 2012 in seguito alla firma del trattato di adesione nel dicembre 2011, e come contemplato dal punto 29 dell'accordo interistituzionale (AII), una revisione del QFM per l'esercizio finanziario 2013 al fine di evitare che il finanziamento dell'adesione della Croazia avvenga per mezzo di ridistribuzioni;
27. esorta le autorità croate, considerando il perdurare della debolezza delle capacità amministrative delle istituzioni croate in questione, a rafforzare ulteriormente le strutture amministrative e le capacità istituzionali necessarie all'adeguata attuazione dell'acquis, affinché il paese possa godere al massimo dei benefici dell'appartenenza all'UE in seguito all'adesione;
28. accoglie con favore l'adozione da parte del governo croato, nel luglio 2011, della dichiarazione sulla promozione dei valori europei nell'Europa sudorientale; invita la Croazia a continuare a sostenere l'allargamento dell'UE e la promozione dei valori europei di pace, prosperità, libertà, Stato di diritto, democrazia ed economia sociale di mercato nella regione; incoraggia la Croazia a continuare a migliorare le relazioni di buon vicinato, a essere un promotore importante e proattivo della cooperazione regionale a tutti i livelli e a proseguire l'impegno a tradurre gli sforzi di riconciliazione in misure concrete di interesse economico, sociale e umano per tutti i cittadini della regione;
29. chiede un maggiore uso degli strumenti finanziari volti a sostenere le PMI, lo sviluppo delle infrastrutture e l'ambiente imprenditoriale nel quadro dei programmi destinati a più beneficiari in tutti i Balcani occidentali; osserva che la cooperazione regionale riveste un'importanza fondamentale ai fini dello sviluppo economico dei paesi confinanti con la Croazia e di una cooperazione proficua con essi;
30. invita a proseguire gli sforzi volti a risolvere le questioni bilaterali in sospeso con alcuni paesi vicini, soprattutto la Serbia, in particolare per quanto concerne la demarcazione dei confini, le persone scomparse, la restituzione delle proprietà e i rifugiati, ed è fermamente convinto che sebbene tali questioni di natura bilaterale rimaste in sospeso non debbano interrompere il processo di adesione all'UE dei paesi candidati o potenzialmente candidati nei Balcani occidentali, esse debbano essere appianate in generale prima dell'adesione e valuta quindi positivamente la dichiarazione del parlamento croato del 21 ottobre 2011 a tale scopo;
31. invita le autorità croate e la società civile, dato che il successo dell'adesione dipende in larga misura dal sostegno e dall'impegno dei cittadini, a lanciare, con l'aiuto della Commissione, una campagna d'informazione obiettiva e di ampio respiro che metta in luce gli obblighi, le conseguenze e i vantaggi dell'adesione all'UE, affinché il popolo croato sia pienamente consapevole della scelta a cui è chiamato con il referendum e consideri il progetto europeo come proprio;
32. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e della Repubblica di Croazia.